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Universita Ca’ Foscari Venezia : Facolta di Lettere e Filosofia DIEARRMENTO DI SCIENZE DELLANTICHITA E DEL VICINO ORIENTE ¥ MISSIONI ARCHEOLOGICHE -. E PROGETTI DI RICERCA ESCAVO UNIVERSITA CA’ FOSCARI - VENEZIA VI Giornata di Studio 2008 rose. ca cui una bella ansa a colonnete con figura di cavalier vicina alla manicr dlp Lysippides. Crateri e coppe risultano le forme piit rappresentate a testimonianza, come gis Care pet | materia dat oagh nell area del tempio di Apollo, non solo di un orientamen a mercato, ma probabilmente anche di forme liturgiche connesse col rituale del banchetrow. 2 de La presena di ceramic cornia&invece testimoniata da una quanti rida di fmmeny neti sia a gos vasiciusi che a piccoliconenitori qui pati ed able. i segmne frammnento di pacete di cratee con figura di guetiero a cavalo con elmo e scudo (Fig. 1, 9) ¥ dei buon’ confront con una sere di crate: del Corinzi Tardo I (ca. 570-550 a.) ed un anon mento, proabilmente di crater, che conserva parte del corpo di una figura di gallo dal rey sos Bo, motivo che vacon ogni probabil costruto come quello dei gli aftoncad in schema ge ‘ibile anch'esso al Corinzio Tardo (Fig. 11 n. 3). - Per quanto siguarda i rinvenimenti di ceramicaialiora, questi sono quanttativamente considers (Fig, 11. 4): il quadrooffero dai matrialiappare molto complessoerichiedera un nocevole sone terpretativo ed un'accurata indagine sulle borteghe campane (Paestum, Capua, Neapolis ¢ Cuma) che dal IV secolo aC. producono ceramic afgute rose sulla sci di unesperienza ceramograia piennas inserita nella tradizione greca all'interno di una comune koiné culturale dove imteragiscono anche le cul. ture indigenelimitrfe. In funzione di questo complesso lavoro si riveleranno partcolarmente fuse, i rapport che ! Ateneo veneziano sta intrattenendo con le équipe di ricerca che lavorano nei si campo ni. La fase analitca di studio di tli produzioni proseguira nei prossimi mesi, con lebietvo di cant rizare in maniera sempre pis esaustiva le varie produzioni in circolazione a Pompei fra Veta aca ef I secolo d.C. 5. Missione Archeologica Cai Foscari a Pompei progetto Regio un obiettivo raggiunto (D.C) Il progetto Regia VI si inscrisce nell'ambito del piit ampio programma di ricerca “Rileggere Pompei, sviluppo e trasformazioni della citta dalle origin alla sua scomparsa’3! che raccoglie le sinergie delle Universita di Ca! Foscari Venezia", di Perugia® e di Napoli Orientale™ e la collaborazione dell Soprintendenza Archeologica di Pompei attorno ad un tema di studio comune di rilevante valenza scientifica. Il sito archcologico di Pompei é indubbiamente uno fra i piit noti, cuttavia a lungo & rimasa meno indagata, e per molt aspetti oscura, la storia pity antica dellinsediamento, ed in particolare rest ‘no ancora da chiarire questioni relative alle origini e allestensione della Pompei arcaica, alle dinamiche urbanistiche fra Vc IV secolo a.C. e alla reale portata delle trasformazioni intercorse fa II] e Il secolo a.C. Molto lavoro testa ancora da fare anche per lo studio delle trasformazioni socio-economiche, de rapporti commerciali ¢ cultural dei trasferimenti di saperi e recnologie nell'ampio arco di tempo com- preso fra VI ¢ [ d.C. Il progetto “Rileggere Pompei” si propone dunque di cercare dati nuovi finalizat ad una pitt approfondita conoscenza di uno dei pi noti patrimoni culeurali del mondo, Nello specifico dell unita di ricerca di Ca! Foscari, diretta da A. Zaccaria Ruggiu, questa ha intrapre 50 uno studio specialistico integrato di paesaggio urbano e pacsaggio economico, con lo scopo di ico struire le trasformazioni fisiche™ del sito nel contesto delle dinamiche dei rapporti economici € cultural“, Le arce interessate dalle indagini del! Universiti Ca’ Foscari a Pompei sono: © DECARO 1986, 9.72 . “ Secondo uno schema comune alla aiione iguratvacalidse, ci, Fesemplare in DE CARO 1986, a. XXXII, 368 em te dai spy srg cl A. Mairi nel tempi di Apo. A progetto rlfintrnuo dA Zaccaria Rugg, stato colina dal MIUR (COIN 2004 ¢ COFIN 2000 2 41 gruppo di rcerea oper ala dieione scien di A Paces Rogge 211 guppe dict oper all dieione sents di Coo, coordinatrenasionale del progeto“Rieggere Pore +11 gruppo di scerea oper alla dizione sienifia dF Reand, % Lo sao di ques ukimo spe &corinato da chi sive, mente Faas de at waned arciteonic& come acct Regu | 123 ia Regio VIET un quartire resdenrale™ dove le rcerche sul campo si sono conclase nell autunno “3007: tio V ~ a Re ce ierto di lapilli. In quest ultima area le acivita sul campo sono appena iniziate ed inte- strurture 59, solo parzialmente messa in luce dagli scavi ottocenteschi ed in parte ancora sepolta da wane sea redurtive ¢ commercial, inci domas come la Casa di Lucretius Fronto. saggio economico ¢ culturale ha visto la partecipazione di nu- we 3 ¢ 4, caratterizzate dallinteressante commistione di spazi abitati jone ¢ termopolia, oltre che dalla presenca di ali forni per la panifica oduct prod eo dele tasfrmtion dlp di Ca’ Foscari che hi oF student di archeolog no attivamente partecipato sia alle indagini sul met valle atvith del Laboratorio di Archeologia Classica, Un importante traguardo ottenuto a rim due anni di attivitd dal ream di Ca’ Foscati& costituito dallimminente uscita del volume sroeafico “Saggi stratigrafici nella Regio VI, Insulae 7 € 14 a Pompei: contesti e reperti’s! che, nel- Frveco della ica serie di stu ci antichita pompeiane, costituir il primo tentative di sintesi globale e quest arretuae di dati di scavo, Il lavoro offre anche, per quanto concerne lo specifico del vasllame cerami- soma panoramica sulle tendenze di distribuzione, uso, consumo ¢ produzione di materiale ceramico, sMerrate, in un quattiere residenziale delfantica Pompei. ame ¢ dallo studio integrale di tutti i reperti di ogni classe di mate- 8. Lo studio dei reperti & inserito nel- i fra reperti, sia d TI lavoro in questione parte dall fale, inclusi, vetri, metal, reperti faunistici®? ed archcoboranic Tambito di un approccio contestuale che valuca il significato sia delle associa port fra questi ed il micro © macro-contesto, Linserimento dei dati acquisiti su piateaforma GIS h faciliato la gestione informatizzata, e Vinterrogazione per temacismi specific, della ricca banca dati dei reperti, ed ha favorito una visione integrata fra contesto di scavo e materiali®. Si & inolere elaborata unultriore piataforma GIS finalizzata allo studio della distribuzione sia del vasellame ceramico di pro- duzione Catspaia, sia di quello Campania. II fine ultimo dell'applieasione « el poter monitorare levoluzione nel tempo delle dinamiche di scambio e nel cercare di cog] che ne determinarono le rendenze', Infine, a partire dal 2007 sono in corso analisi sui residui all interno di vasellame ceramico®: il pro- zgramma di indagini di laboracorio va ad integeare i dati archeometrici sulla caratterizzazione degli impa- | sti (MGR XRF, sezioni soul). I dati raccolti costituiscono la base sulla quale affrontare, in termini sciemtifc, sia la questione della provenienza dei manufatti ceramici, sia il pit ampio tema dello studio Aci rapport di scambio e della productivita locale e micro-regionale. i fatcori © Ls Rein questone&ubicata nel store nowonest dell it, Pera planimctra delaras rina Fig dl contributo di A, Tacata Raggi (Pompei) in questa sede “SInpurtolr aricras@ concentra ile fue 7 14. Fr edema indagae lla diredonescienitea di A. Zaccaria Rugg vi ‘ono preston dimote whan qualia Casa di Orfeo a Casa dk Apollo la Ca del Angee "Ua Rago Vs sina nel qudeame nont-orientale di Pores etl planeta delves si rinvaalla Fig, 3 del contibuto di A Zaccaria Ragga (Pompe quota sede 1 li takoratonod Ascheologa Clasca ha sede operative nel Lab-Archeo 2, sua al secondo piano di Plarzo Ni seanton- Marcon, cara dt D.Comtica eA. Zaccaria Raggi To sein dei reper auntie pomapeani &coontinatn da M. Bon dacente di Archeorologiprenail Dipartimento i Scienze Sat Anh cdl Vicon Oriente, Universi Ca Foscr (inva al suo conn in questa sede) ea vist I fondamentale pare Poon dC. Ratu, game dents di acheozoolgia a Venera sb ed deeper vans aval el cooperson i Porno © A Stace cdl borxorin prow Innit de Siento, Le . i progr ei quest lavoro di studi integrate dei contest, or giunto a conclusions snvia contribute Gyre Toxset 4, Toto) 2006 nh ate della precede ginmac i si, ‘Quovo lave prescnato pi etagatamente el contro di Martini nel presente volume * Ad.cempiadacibusione di port meta el empor-ubcavone dele suse ed uce a inensa prot, Tnce di zune, isi, sata giualico dgh inseiament anche condiionament opograi. I progetto & ato pre ‘omer incnaionle RCRF cD, Cot. Tonal Tosi. “etal stein ate cite da > Nout (Laboratorio di Chica Organic, Universit del alent) e M, Lewes | ARAMLCNR soe Le) . "te and caer one sete eseuite pro i labor di Bein (biogrppe Archiometis rie Univer) « “si ARCHEA © Faculy of hema, Univer of Technolgy). Per una sine i rato al 25° oe 124 5.1 Elementi per un'archeologia del paesaggio cconomico pompeiano: sintesi dei dati relax ceramiche dagli scavi di Ca! Foscari nella Regio VI di Pompei | saggi stratigrafici condotti nella Regio VI dal ream di Ca’ Foscari hanno restituit +0 di frammenti riconducibili alle fas di frequentazione presa bucchero “pesante” campano, riconducibili a tipologie be le ciotole di tipo Livadie 18, kantharoi di tipo 4E e cc quanto riguarda gli impasti ¢ del tutto assimilabile agli Questi frammenti sono stati rinvenuti in sannitiche, in associazione con ceramica d’in idionale, un’associazione a tutto in necropoli, in area ca del VI sec. a.C. Fra le produzioni grech da collocare un frammento di par era ica corinzia databile al secondo quar 2.C. (Fig, 12 n. 2) ed alcuni frammenti di ce del VI-inizio V aC. In un diverso orizzonte cronologico si co locano invece le ceramiche a vernice ner lizzate. Dallo studio degli impasti”! di tutti é emerso un quadro che delinea un: nanza della cosiddetta produzione della Campana A della Baia di Napoli, prevedibile vista la vicinanza di Pompei all'antico cen lasse” ceramica”?. Nei manifattura di quest arco abbastanza ampio che comprende produ- zioni dal IV e all inizio del | a.C., quindi sia la cosiddetta Campana A arcaica sia la versione ee tarda della stessa produzione”, con un boom ( 2 i forme ascrivibili al II a.C. apparcenenti alla 7 fase media della produzione. Per quanto ti ‘guarda altre produzioni di ceramica fine diver- Fig, 12 Ceramic fine a vernce nera era (Sep efotografe se dalla vernice nera, ma sempre di produzione Gi. Cappello ed E. Tomasll). NI coppaaversicenew eon campana, & da segnal: c la presenza di due fuscia roparmiaua m2 fammento di ceramicacrinzia: n.3 ‘cope con fascia risparmiata al di sorto dell or- lo (Fig 12 n. 1), databili al V a.C., credute un probabile producione pergamena: n. 5 coppa in Eastern Sigillata A a 6 » Pe in ee deen 9 tempo di fabbrica etusca ma di fatto present Seat C: Vibicnvs Faustus eno cartgho etengolare m8 erm in moltissimi centri della Campania’, Ne con- sila arti, piato Cap. 2m. 9 eoramicaaparai til, segue iporesi che il modello possa essere stato ‘appa Marabini XXVE accolto ¢ diffuso dalla Campania etruschizzata ‘fummenta di ceramica di Gnatia: n.4lagynos ellenistca di La sisi di epi ata mira ad oie una rapa panoramic lla potenzialit del materiale in questone ual indicaore teal err : " i tend di 0,0 TP Cappel b state in un quarters residensae dell ance P tio dela ceramica a veeice mera mente E. Tamaslla lo studio di laccme,ceramica + peti sot as africana edi traizione puica. L.Toniela & invece responsable pe lo stad di cher. cei tak tat cepita con Fauio Hagia veda MOREL di una lente a 10x € con op. fad prduzione savas MORE. 1980 ¢ BRECCIAROLI TAROREAL 2005 ese, Vien Equene, Frat, Alfadens, Caiana soo per ctane alan zz di un micrscopiosereosopico da questa esportato in Etruria e nelle aree pitt prossime”®, Da ricordare, infine, la presenza di produ- oni di ceramica a figure rosse © produzioni a vernice nera sovradipinta, ascrivibilial IV-IIT a.C., sem- Campana, vnient dall'a pe prove Atrinterno della classe della c ramica a vernice nera, si nota anche la significativa presenza di una produrione a pasta chiara che riteniamo possa essere di produzione vesuviana’® che comprende materia- frdatabili fia [Vc III a.C., ovvero in un momento storico in cui la Campana A non detiene ancora il fhonopalo della commer c della ce npasto si presenta molto depu- favo, con rari inclusineri e di greg e la sua presenza nei contest esaminati¢ cospicua”, inserendosi al se- fondo posto rispetto la Campana A, presenti varie produzioni a vernice nera ascrivibili alla Campania settentrionale”® e com- pene pia quelli usualmente assegnati alla classe della Campana B”, In questo insieme di impasti & compresa anche la Campana B-oide di Cale, la cui produzione @ stata studiata in decaglio da Pedroni (PEDRONI 1986 e PEDRONI 2001), Per quanto riguarda la cosiddetta Campana C, questa “classe” @attestata nei contest esaminati da un solo esemplare quasi integro. Ale produzioni, un tempo confuse con la Campana C*!,e solo recentemente studiate ed analizzae nel dettaglio, posco. no esere ora inserite nell ambito della cosiddetta ver Sono pu nti tipi morfologic’ af questa neta a pasta grigia™, vasellame prodotto nelle fascecostiere della Puglia ed in Basilicata, La presenza di questi material, seppure tetimoniata da pochi frammenti, atesta l'esistenza di scambi cultural fra Pompei e Fambiente magno-greco, confermati an- che dal rinvenimento di ceramica dello stile di Gnatia (Fig. 12 n. 3) In eth ellenistica sono presenti anche produzioni orientali micro-asiatiche, testimoniate da pochi ffammenti di produzione Pergamena®’, uno dei quali con decorazione ad appligué floreale ed un fram- mento di lagyros (Fig. 12 n, 4). All'Asia Minote riportano anche aleuni piatti a vernice nera di produ- aione Efesina, pure da collocare nel tardo ellenismo. Nei contesti indagati databili tra la seconda meth del I sec. a.C. ed il 79 d.C. il vasellame fine da mensa a vernice rossa, meglio conosciuto come terra sgillata, & molto presente. Sebbene le produzioni italiche siano preponderanti, trail materiale esaminato vi sono anche importazioni dal bacino orientale (Eastern Sigillara A e B) (Fig. 12 n. 5-6) ed occidentale (sigillata sud-gallica ed ispanica) del Mediterranco™. Tia i prodotti della terra sigillataitalica, la produzione di area campana nota come “Produsione A” della Baia di Napoli si distingue dalle alte per tipologia, impasto e caratteristiche del rivestimento, Essa é ben attestata a Pompei, a partire dal 40 a.C. circa ed ¢ molto frequente in contesti dicta augusteo-tiberiana. Alcuni esemplari sono riferibili ad una produzione pit propriamente vesuviae na che tuttavia non sembra aver avuto un'ampia circolazione nemmeno nel ristretto ambito cittadin * ta produionecampana sata confermat dal iveimento di armen nla fone Tega (Case) dati nine de WedV aC: fe Alaont LAD 9 ™ Lana archcomeriche wn ancora in cane, La pduone povebe ance liza pit grec, nel ale del Sumo Le fnme camprendone pronkntemente yp, cope dal tb extol, cpp con curva scents eo lgeennene ines * In que inca di impai & compres anche ly Campana Bride di Cale, le podatone & sata sia in deaghio da ton: appone ce vs ean abo portato la produrone i Camara Bin gus nna atieand aril del os ce ows Tee PEDROS! 2001 an stone della Campana B cf omnes Campana Bie ancora apts veil brillant aol di C1s.CcHON posi 2004 * Lo sudo suppone che vas °C Lisoctts F3,p. 1568 ‘fer una se est dalla emai con elvis veda HEMPEL. 1996 ¢ HENTEL 1996, Hinaear 1905p 808 *1a rail i prderione nn tics viene sopra dlf orice. Paci sono ina gi ipa di sige daca vicar siglo ipaieagunge 2 Poet oi cata del cesiddcta ution vice cat elt AMORES KEAN 1999) Queene crush’ abbiano importa a produzione di Campana B a Cals wsizrando Faria del ogo, “ceramics da mens di qualita superior. ha 125 126 Per quanto riguarda le altre produzioni di sigillaa ialica, a Pompei si rinvengono in quan ¥ pesiors pureolani, seguiti da quelli aretini®*. Tra i numerosissimi tipi artestati prey algono i piatti Consp. 18 ¢ la oro eveluzione Consp. 20 (Fig. 12 n. 8), le coppe carenate Consp. 27 dicta tiberio-neroniana ¢ le coppe ‘csferiche Comp. 30 36, daca ra exh angustea cd il 79 ¢.C. Si ritene opportune almeno men sionare Pabbondanza di dati epigrafici presenti sul vasellame da mensa 2 vernice ross 1115,5% dei fon. i di piatti e coppe in terra sigillara appare infatti bollaos il tipo di bollo maggiormente attestato & il (bali esire canigbotrexangalarc che i data gencralmence al 15 «C15 dC Sono invece completa mente sssentii boll pit antichi, di tipo radiale, mentre un certo numero di ‘esemplari presentano il no- So eters on cecolare (10)a.C.-20 cL.C), table ancete (cada oth augusces ct tiberiana) {plane pois (pert 15 &.C). Per quanto riguarda le produsioniatestare dai oll, prevalent & quella puteolana (4996), seguita da quella arctina (38%) ed infine dalla “Produzione 4 della Baia di Napoli ‘unitamente alle produzioni di area vesuviana (139%). I bolli attestano da un lato la presenza dei prodotti Gee Ep oe in anata ieaico c non solo, come nel cao delle offcine di Axis o di L Gell, dalfltro non mancano boll piurvosto rari (Fig. 12. 12) 0 non atestatialtrove ‘Nefambito della cramica a pare sot, vasipotori prodotti tail I sec. .C. ed il I se d.C., 2 in- seresanre nota il fern che la quai toeali del materiale rinvenuto @ ascrvibile ad una produzione di trea vesuvanat™: gi impastimpicgati infarc sono gli sess in uso per I ceramica comune’. E possibile individuare,alfinrerno di questi vasi potor, forme e tipi che godettero di una maggiore fortuna, anche Sil epertriotipologico individuaro trail mareraleanalizzao # molto vario, indice della vivacthpro- duttiva dei centri vesuviani, sopratrutto tra la fine della Repubblica ¢ linizio dell’ Impero™. Tra le ollerte prevalgono quelle ovoidi eglobulari con orlo estofiesso pit © meno pronunciaro ¢ fondo plato, olic- Nemenee convesso al centro, di tipo Marabini V-VI-L-Ll, databili tra la fine del II sec. aC. ed il I sec. GC. Esse rappresencano circa il 22% del materiale analizzato. Tra le coppe va menzionato certament i tipo Marabini XXXVI, con le sne innumerevoli varianti (Fig. 12 9. 9), databile tra Peta augustea ¢ 'etk tiberiana (3596 del materiale diagnostico). Lo studio dei tremila frammenti di ceramica comune restituiti dallo scavo della Missione “Archeologica di Ca! Foscaria Pormpei ha permesso di delineare un quadro ricco ¢ complesso sia dal pun to di vists delle produzioni artestate sia dal punto di vista tipo-morfologico. Per quanto riguarda le pro- anion’, & stato possibile individuare dei rend cronologici ben precsi. La fase pitt antica di IV- prima neta del Il see, C2 & caraterizzata dalla predominanza dellimpasto tipico dell’area veseviana, di co- Tore aranciato con inclusi neri visibili ad occhio nudo, che continuera ad essere utilizzato senza soluzio~ ne di continuita fino alla distruzione del sito nel 79 d.C. In questo periodo sono presenti anche altri jmpasti che tuttavia scompariranno quasi completamente nelle fasi successive”!. Questa fase cronologica caratterizzata anche da tipologie formali peculiari in seguito del tutto assenti: sono state rinvenute an- Sea secchiello pertinenti a sirule, contenitorirarssimi a Pompei attestati con solo tre esemplari nei tposti depositi, poi bac, ollee tegami. I bacilirinvenuti sono degli unica nell'area veswiana mentre ttovanomumeros confront in Magna Grecian Sicilia ein partclare a Lori dove questi sone ti rinvenud in grande quanti e sono tra le forme pitt comuni trail IV e il II sec. a.C. suggerendo il ts pect ct mica ec detect denn i "P Tanico ccmplare imporato ca ivi potri in ceramica spare sow rappresentato da un frammento delle costs coppe "+ Se ee ietepe eat eae kc ah nd Secon i ed x src cars poet chen Se eas Ne ek Pemep ee tan. Counc «pecs sr po oii jinoltre in un certo numero di contesti in gran parte del Medi paret ili di produzione vesuviana si rinviene cc, a ert con ss oe CASON 77 AVE 2. M1 fon at niin an me nen a V1, 7,23 ¢ V7.7 indagat a one nc ce ert ee ti sfonde ellenizzarione culturale in cui il sto di Pompei va inserito in questo period crono- ge se sono presenti olle con orlo pendulo che richiamano antecedenti prodotti Fimpasto in Campania e in Etruria, ad esempio a Gravisca, dove queste lle appaiono ben Ce trail Vie il V sec. aC, in tutta Parea ‘etrusco-laziale a $. Omobono, a Pyrgiy ego BU di Stigliano e a Murlo (forma K/376). | tegami presenti trovano numerosi con- soa mp sia in Kaa merdionae ed in paricolre a Loci, dove quest egal ricortono in nt i pili, come quelli pompeiani, al [V-III sec. a.C. mate 2.C, é dominata, nel quadto della ceramica da fuoco, dallimpasto lo- FHS ert mente I eramica da mens ¢dispensa ved a partie sopra dl I aC, cls we ina produronespciaizzata che tia er lls « brocche/bottiglie. impasti calcarei pri- Berna sempre di sicura produzione locale, utilizati anche per la produzione di classi “fini” co- t le pareti sortili, Questa fase & caratterizzata da una grande varieta a livello ripologi- ‘a presenza di tegami, soprattuto i tipi con tesa estroflessa che costtuiscono Fevolu- ta olla con orlo 0 di yada dit pre in questa fa ini eee nel V see: co, a Pana estate fio secessiva di IIL-II sec. eda una cospicla dione dela lopas’®. E da notare come verso la fine del II sec. a.C. inizi ad essere prodot Fon oa tig, 13 n- 4) na tpolgiacipca dele ard repabbicana, in dso ino alt augustea™, ame di [sec aC. I sec. d.C, vede Pompe pienamente inseria nella kin? tipologica che cararte- E questo infati il periodo in cui si standardizza la barceria da cucina icaliea Jo a tesa ¢ da cegami ad orlo bifido. In questa fase la ceramica da fuoco di Ineo 0c sjra euta la costa tirrenica. fostitita da pensole con or produzione vesuviana registra PHdentle c, sebbene con Mussi di merci quantitat fusione seguito della commercializzazione del note vinatie prodotte localmente, soprattutto Dressel | e Dressel 2-4, ¢ delle produriont ceramiche Spovilizate quali la “vernive rosea interna” (Fig. 13 n. 6). Perla eeramica da mensa questa & la fase in cui le importazioni appaiono percentualmente pid Fle: vara Fanaa infant la loro comparsa, accanto a brocche trilobate di importarione egca,alcuni prodotti sey molto vasellame di produzione genericamente “campana’, ole alle produzioni della “bata dt Napoli”, Particolarmene interessante & il quadro dele importazioni lili ed etruschs finora scarsa- ree artewate e studiate nell'area vesuviana non solo per quanto riguarda la ceramica comune ma a" the per quanto concerne fe anfore. interessante ¢ la preenza di mortar lal di pe Pranont 2” {Fig 13 n 3), uno dei dpi maggiormente diffus nel Mediterranco occidentale nel I see: AID area cerusca rimanda un mortaio con oflo a man sto eae enc ed in et orientalizance etardo arcaica in Campania in particolare a Pontecagnano, ed vonfionti 2 Cosa datante al II sec. aC. Appare poi attestata marginalmente la pre- seat veanice roasa interna” di produzione sud-etrusca (0 iburtina?) gid rinvenuta anche negli scavi wna Il numero comungue ridotto di queste importazioni trova un paral- Ido nel quadco offerto dalle anfore, dove i contenitori provenienti da questearee sono poco privet Sono le ituine con sieurcera al'area di Cosa un puntale di Dressel 1, mentre genericamenté all area Lele eae ots di Dressel 1B ec un’ ansa di Dressel 2-4; poche pareti di tipologia non derermi- D8 La scars attestazione di queste anfore in arca vesuviana pud forse iali che coinvolgevano T'area di Cosa, le cui anfore ebbe- la sua massima espansione commerciale nel bacino del Mediterra ivamente inferiori, nel Mediterraneo Orientale. La dif- di questi prodotti avwenne a | vino campano ¢ quindi delle dorla, una tipologia atcestata in ambico etrusco in “impa tuna brocea che trova di alece éguipe nella cited vesuviat rabilerinviano a queste produzioni essere spiegata con le particolari rotte commer scope se inanda ae pron dea ini lo ale Te ere Asi mel weft CrncTUA I op DPD. hGH 2001 pp Una aver alt iia aio grec pain nc isi, Sree a locale vesuviana ed wala, sempee da collocare in area micro- Qualls arestata in due prodcion, quia « it ruta Ta super fos jonale, molt pit wlohe del aselame er quest mrt sono stares ‘rari imped ole rosa com poche a vais ln rain inca dl noel quan lane es nine smile pases he randall sin are geograepreentane un jan wueanic ed nla ica srrcavi LE. nel foro (ce op paragraf 4) ha svelato una 12 7 Fig, 13 ~ Ceramica da cucinae lucerne (disgni e fotografie di E. Tomasella L. Toniol). N. 1 pentola di produzione locale (A) ¢ ‘di mportaione orientale (B) ne 2 sombrers de copa iberco,n. 3 mortarialaiali Dramont Le reltioi mpasiaesat: 1.4 tipica ola ‘pempeiana” con ole a manera; n 5 caservola tipo Hayes 194; n 6 tegame a vernce rosa internat: produzione esuviana; n.7lucerna di ramicione al ipo Loechke I (fine Isc aC ed augusea): n. 8 lucerna epubblicana di producione sesuvianas m9 deal lcena con motivo ionegrace dell marina sw carve su lcerna ded imperial 7 1 ssione prealeatemente, ma non slo, “setenttionale”, come sembra dimostrae la difsione Hi] si ee Sono comunque ancora da approfondire i legami tra Puseoi, porto di riferimento per ‘Brruria, i cui rapport in eta medio ¢ tardo-repubblicana sono noti anche dalle fonti”” in j era uno dei principali centri ricettivi per il ferro elbano. Per la diffusione dei morzaria la- ve ota da tempo lesistenza di una rotta commerciale diretta verso sud che da Roma toccava | fo di Nepoli pet poi proseguire verso la Sicilia eT Africa™. i ee AE el Ls C. & documentata anche laprecoce presenza di ceramicaaficana da cucina chase era notaa Pompei da un solo frammento di casseruola Hayes 194. I nostri scavi henno in- east co una deina di frammenti che ampliano il quadro ipologico noto perl cit, inf oltre vs ole Hye: 194 (Fig 13 n. 5) sono Sate rinvenute una caservla di tipo Oia IT, 306 una noe ee 1, 309 edn coperchio ad orlo anne, Sempre ta le importazoni, si segnala la presenza -chette ampuritane del tipo 7 della classificazione della Aranegui Gascd, oltre ad alcuni som- brocs ce de copa (Fig. 13. 2) prodori nella costa caalana. Moovendo ai contenitori altamente specializzati sul piano funzionale. per quanto riguarda gli oggerti eck unlizati per Villuminazione, ovvero le lucerne, dati interessanti provengono dallo studio dei ma- ve aavenut. Mol sono i tpi attestatinelarco cronologico piustosto ampio che va dal II lla fine {a Lace. aC si tratta per lo pit di lucerne ancora realizzate al tornio (cft. tipo biconico e cilindrico ‘Er Esqulino, Ricci C, a decorazione radiale etc.) e dei primi esempi di luceene a matrice (Diesel 1, Dessel 2, tipi di eranszione verso il tipo I della tipologia del Loeschcke) (Fig. 13 n. 7). Taluni esempla- 4 di fttura cozza e privi di rivestimento, sembrerebbero riportare ad un ambito locale (Fig. 13 n. 8). Si | thenes ratasse di una produzione vesuviana di lucerne che imitava le pit note tipologie presenti in ‘uca campana prodott, in alcuni casi!”", anche nella Baia di Napoli. Dalle produrioni cell'eta repubblicana si distinguono nettamente le lucerne di eta imperale:realiz- sac matrice rvestite di uno strato di vernice di colore arancio o bruno, spesso con rifles iridescenti, «ss appartengono principalmente alle tipologie a volute (Loeschcke I-III-IV-V) e a becco corto ¢ roton- 1] do (Loeschcke VIII)". I motivi iconografici attestati nelle lucerne di et imperiale esaminate sono ntu- rnersi ma in gran parte gia not, Si atta di motivi rferbil sia alla sera del mio (divinitae lovo atri- | bati, sia alla vita quotidiana (scene erotiche, di vita circense etc.) (Fig. 13 n. 9), oltre che motivi a ca- | ratere vegetale e geometrici stilizzati. Lanalisi delle anfore restituite dallo scavo ha mostrato una situazione analoga a quanto emerso in al- | vi stud sulla citta vesuviana: la maggior parte dei contenitori é infarti costituita da anfore di produzio- | se vesuviana finalizzate all'esportazione del vino prodotto in loco, soprattutto surrentinum ¢ | ‘minum’. Le pitt antiche produzioni attestate sono anfore greco-italiche pertinenti al tipo E della | clasificazione della Will, di sicura produzione locale", Molto diffuse sono anche le Dressel 1, sempre 4 produzione locale, entre meno rappresentate sono le Dressel 2-4 vesuviane. i CCospiua é la presenza di anfore vinarie genericamente “orientali”(percentualmente trail 15%-20%) fr le quali si sono individuate numerose rodie ¢ tardo-rodie, un puntale cretese ¢ un orlo di anfora ACI, unlanfora chiotz, una Agora F65-66 prodotta nella valle del Meandro ¢ quattro Dressel 2-4 orien- ul elevato indice di presenze egeo-orientali nell’area vesuviana venne senza dubbio favorito dalle rot- 'efacenti capo a Puteoli, una delle quali risaliva la costa siro-palestinese passando per le isole greche ¢ ‘epratatto per Creta, cuore dei traffici verso 'Oriente e lEgitto, Non & inoltre da dimenticare la pre- Did ¥. 13, Pataee wn Puteri 2002 p53, sc it pn dls, prada con Fg mg nal redone min» ee ‘ernice nea ecoprente fm poi 1p preven in linea con qu ae ebimam. otal (22) «Pio (WH XI 39) sono che dee | = nia accade akrove nel mondo romano, sebbene all tern si te cfr ane in poem na img par wea momen tad a a Hakone Haran ‘nate prea a one dcemiacomane ds ice nla podsione di mi "emi stew mp simeraporpera, 130 - senza di numerosi mercanti appart Poplios Granios Sporiou Rouphos'°> a Creta. Per quanto riguarda i conteniori adibiti al trasporto di ampio raggio, un dato interessante proviene dall’analisi dei prodotti di origine africana testimoniatt dalla presenza di anfore che coprono un arco cronologico piuttosto ampio. Numerosi infatti sono i contend” databili tra la fine del III ed I sec SLC Si tratea sia di anfore di tradizione punica, prodotte per o pit sulla costa eunisinal™, sia di prodor- ti di origine tripolitana!”, seguiti dalle produzioni di et imperial". Non molt invece sono le anfore giunte a Pompei dalla penisola iberica. Si trates ello specifico di anfore adbite al tasporr dei prodox della pesca quali la Dressel 7/11 ¢ la Dressel 22 Fig. 14). Lattestazione di quest ultimo tipo a Pompei & molto interessante in quanto tale conreni rente prodotto, tra ultimo quarto enenti a gentes puteolane attestai in diverse isole dll Egeo come re era generalim del I sec. a.C. ¢ la fine dd I sec. .C., in ambito italico ¢ soprat- fun in area vesuviana: mentre on & una novits la presenza di | — ma anforica, & interessante ill fare to che propris fo a Pompei. Sempre dall Iberia ,gono Dressel 20 pet il wae Prone dell lie, pit aramente E. Tomasll) Haltern 70 per il vino. proven: ducione iberion (disegn dl 14 - Anfora Dressel 21-22 di pro Fis «ee fitana Ie apbrevazioni ve Il = Atlante delle forme ceramiche I, Ceramica fine romana nel bacino Mediterraneo (Tardo imo Impero), Roma, 1985. 2001= GORI B., PIERINIT. 2001 (a cura di), Ceramica comune di impasto, Bari Alan sense € PT EGS pibliografia incre LIVADIE G. 1991, Pontelatone (Caserta) Frazione Treglia. 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