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FILOSOFIA
DELLA
RIVOLUZIONE
DI
GIUSEPPE FERRARI
SECONDA EDEIONE
RIVEDUTA DAU'ADTORE
VOLU.ME SECONDO
MLANO
STABIL.
TIPOGRAFICO-UBRARIO
DELL' EDIT v
'^^^ EDIT. .,
F. MA NINI
Via Durini 31.
Proprietà Letteraria
ì/.2i
CONTINUAZIONE DELL4 PARTE SECONDA
SEZIONE SECONDA
lu\ RlYi:i.AZIOI%i: DELLA YITA
CAPITOLO I.
CAPITOLO IL
CAPITOLO III.
desidera avi-
ìnlerverte il sesso, cerca in sé l'antitesi,
inorridire;
damente quanto muove a nausea, quanto fa
un mero delirio con-
lotta contro la natura e cade in
l'istinto. Quindi le passioni contro natura, con-
tro
correlazione
tro il quarto carattere dell'amore, contro la
CAPITOLO IV.
CAPITOLO V.
L
CAPITOLO QUINTO 21
al cavallo che vi guida traverso i labirinti delle mine
quando avete dimenticate tutte le uscite? La ragione
contiene la facoltà di giudicare: ardirete voi di negarla
alle bestie?Esse percepiscono, dunque giudicano; esse
esitano, dunque deliberano: esse decidonsi, dunque
ragionano. Per intenderle, per indovinarle noi dob-
biamo indurre, dedurre, dimandarci ciò che faremn-io noi
stessi se posti nella loro condizione: in qua! modo ri-
CAPITOLO VL
li^aspeAfativa delFaoiiio.
V
CAPITOLO SESTO 25
vere, tale è la suggeslione interna. La natura protegga
pure tutte le razze che ci sono ostili; noi le combat-
teremo, noi agiremo come se l'universo corrispondesse
alla nostra aspellativa, come se le stelle che splendono
nel firmamento non avessero altra missione che d'in-
viarci un raggio di luce durante la notte. Siamo sul
nostro pianeta, come l'equipaggio sulla nave; giungerà
esso in porto? potrà aUraversare l'oceano del vuoto?
Ravvi un porto? i venti possono sommergere la nave,
gli possono infrangerla; le malaHie, la fame, il
scogli
freddo possono mietere l'equipaggio; nel fatto, i marinai
muoiono, le vele sono squarciate, soventi le braccia
mancano al lavoro, qualche volta eccedono; non si cono-
sce la nave, non fu bene esplorata: per lungo tempo
operavasi come se il porto fosse a qualche lega di distan-
za, disprezzavansi gli istromenti, il sartiame,! viveri
ammassali nella stiva. Ma conviene avanzare, il cielo
vuole che si passi, uccìde chi si ferma; vieta il retrocede-
re. Bisogna operare come se vi fosse un porlo, come se i
venti fossero destinati a condurci, come se le rupi, le sab-
bie, le correnti fossero creale a bella posta per tener de-
sta l'attenzione dell'equipaggio. La vita vuol che si viva.
Dimenticando il ritmo e l'imperiosa aspettativa che
lo anima, dimenticasi il primo principio del destino, e
solo scorgesi la contraddizione tra l'aspettativa dell'uomo
e la fatalità della natura. Su questa contraddizione
sbizzarrisce la metafisica e domanda colla filosofia chi-
nese se la natura è buona o cattiva; colla filosofia
greca se il mondo è governalo dal caso o dalla ragione;
colla filosofia moderna se la natura è falla per l'uomo,
l'uomo per la natura. Qui le grandi soluzioni della
metafisica si riducono a tre.
26 PARTE SECONDA — SEZIONE SECONDA
La prima più generalmenle ammessa, quella di So-
crate, suppone che T universo sia veramente fallo per
Tuomo, e che la ragione dell'universo non sia se non
la nostra. QuaPè dunque la ragione dell'uomo? La ra-
vita sta nella fede, nei miracoli del cuore, nei tra-
CAPITOLO VIL
La rivelazione deS^a vita (fetermlna
e doiuina fla soeieflà.
CAPITOLO Vili.
I sistemi mistici.
CAPITOLO IX.
spettare i sepolcri.
CAPITOLO X.
CAPITOLO XL
liB poesia.
CAPITOLO XII.
Prima vi siano
ctie drammi e poemi, la stessa
i i
feudalismo decade.
resche che cominciano quando il
CAPITOLO XIII.
I siuiholi religiosi.
CAPITOLO XIV.
11 ridicolo.
CAPITOLO XV.
L'alienazione mentale.
fisica.
CAPITOLO DECIMOQUINTO 77
tuazione, colle idee, colla civiltà: molti pazzi per am-
bizione sonomeno ambiziosi di Cesare; molti dementi
per amore amano meno di Eloisa. L'ostia consacrata
è un tesoro per il cattolico, per l'istinto isolalo non
ha alcun valore. Isolarsi nell'istinto e misurarlo sono
due cose egualmente impossibili: quando noi affer-
miamo colla maggior sicurezza, che un infermo è pazzo
di amore, di collera, di vanità, di superstizione, non
è l'istinto isolato che noi consideriamo, non è la forza
dell'azione che noi misuriamo; giudichiamo il demente
col ritmo de' nostri sentimenti, e lo troviamo sì tra-
di nuovo.
La indecisione della teorìa morale si riproduce
quando vuol determinare le cause della follia. Clas-
sificare gli alienati secondo le passioni, imputare alla
collera o all'amore il disordine della mente, penetrare
78 PARTE SECONDA — SEZIONE SECONDA
nel labirinto degli istinti, nel caos della vita, che va-
ria d'epoca in epoca, che presenta un numero inde-
finito di fasi correlative alla varietà delle cose, che ri-
CAPITOLO DECIMOQUINTO 83
discorso del pazzo il disordine del ritmo vilale. Mille
volle prodighiamo l'epiteto di pazzo; or bene, le manie
che ci rendono attoniti , la pazzia delle passioni , la
breve follia dell'ira {furor brevis), non sono giudicali
se non dal ritmo naturale dei nostri istinti. Cosi, in
tutte le sue fasi la follia non si definisce, sentesi come
il bello e il brutto, come il serio e il ridicolo, non si
dimostra mai, è tutta nella poesia della vita. L'errore
non è nemmeno necessario a costituire la follia; basta
che l'uomo sia soggiogato da un'inerzia, da una tri-
sato.
Le cause morali conducono alla pazzia, turbando
le proporzioni vita; un
interne e inesplicabili della
fallimento, una sciagura mutano di repente fambiente
in cui viviamo, e il mutamento esterno potrà falsare la
vita. Una passione irritata, l'eccesso dell'amore, del-
l'ambizione, alterano già i valori delle cose, ci fanno
vivere, non nel mondo, ma in una parte del mondo;
e la minima catastrofe ci mette in disaccordo colla
86 PARTE SECONDA — SEZIONE SECONDA
realtà esterna, presa nel senso più alto e ci spinge fa-
talmente sul pendìo del delirio.
Vi sono alcune cause da cui la follia può essere
artificialmente generala. Quali sono? Precisamente quelle
che falsano la correlazione Ira la vita e le cose. Sì
imiti la pazzìa, sia simulala per qualche mese; la mì-
mica, che altera volontariamente il rapporto della vita
colle cose, finirà per traviare la ragione: spesso i pri-
CAPITOLO I.
Il sacriGzio.
CAPITOLO II.
Principio «1eiro1>bligazione.
CAPITOLO III.
7
98 PARTE SECONDA — SEZIONE TERZA
spettacolo di vitalità? Può accusare il clima, la tradi-
zione, il governo, la conquista, lutto, fuorché la sua
volontà, figlia delle circostanze che la fanno nascere.
Sarebbe questa una contraddizione? Si, quando si vo-
glia passare matematicamente dal mondo reale al mondo
morale; no, se vien rispettata la misteriosa distinzione
che ha sottoposto due mondi a due leggi contrarie.
i
CAPITOLO IV.
rodia.
Spetta al secolo deci mollavo il vanto di avere indi-
cata la vera misura della giustizia; la teoria dell'utile,
annunziata da Locke e perfezionata da Bentham, aveva
solo il difetto di dimenticare il principio stesso da
lei supposto ed invocato: non istabiliva forse per
principio l'interesse naturale e generale? l'interesse
generale non implica nelT indi-
forse V abnegazione
viduo che ne partecipa? quest'abnegazione non giunge
forse fino alla santa contraddizione del sacrifìcio in-
tero dell'interesse? Supposto il principio del sacrifizio,
ne conseguiva che ispirati da un santo entusiasmo di
cui non si rendevano ragione, filosofi misuravano i
CAPITOLO V.
CAPITOLO VI.
CAPITOLO VII.
fendermi.
CAPITOLO SETTIMO i23
Un'altra obbiezione. Il padre non ha forse doveri
giuridici, positivi verso il figlio? Si, per ciò solo che
lo ha generato; con un suo alto gli diede i patimenti
delia vita, deve alleviarli e vegliare sul suo destino
finche non possa governarsi da se.
CAPITOLO vili.
CAPITOLO IX.
CAPITOLO X.
CAPITOLO XL
Della schiaTitù.
CAPITOLO XII.
La rendita.
CAPITOLO XIIL
liB famiglia.
CAPITOLO XIV.
li* eredità.
CAPITOLO XV.
EjA soTranKà.
inalienabili.
Essendosi fatto un problema di questo dilemma
ne nacque la metafìsica della sovranità e cominciava
dal giorno in cui la riforma abbatteva l'autorità infal-
libile, inappellabile della chiesa, primo principio della
teocrazia e della sovranità de' tempi di mezzo. Era ne-
cessario supplire alla chiesa: in qual modo adunque
costituire l'onnipotenza
sovrano? 11 giuriscon-
del
sulto non può dedurla se non da un contratto, e Grozio
domanda ingenuamente al contratto di schiavitìi l'e-
quazione metafisica della sovranità. È lecito, dice egli,
di vendersi, di farsi schiavo; hannovi popoli natural-
mente servi, che obbediscono ciecamente ai re, ai
Dobili, ai conquistatori; la storia ci offre esempi del
regno erile liberamente accettato; dunque è lecito di
costituire la sovranità, e una volta costituita, il suo
potere non ha limili. Ma il contratto della schiavili! non
basta ancora a Grozio perchè non dà ancora l'equa-
zione della sovranità e se lo schiavo è servo del pro-
prio contratto, in ogni contratto sonovi casi che invo-
cano la decisione dei tribunali o quella della guerra;
zioni effimere ,
quai depositari momentanei ;
in essi
ha di bandire l'empio
al governo; dunque il diritto
l'uomo è dato
su ogni cittadino. Secondo Rousseau,
si
Voi. U. *3
Febrari, Filoiofia della Rivoluzione.
194 PARTE SECONDA SEZIONE TERZA
CAPITOLO XVL
Il governo.
CAPITOLO XVII.
11 delitto.
CAPITOLO XVIII.
La guerra.
tra regii
i ed i repubblicani. Rispondo, che verifico
un fatto; se la contraddizione esiste, non è mia, è
della natura, che ha infuso ne' miei nemici un sen-
timento e una fede che mi resistono. Rispondo inol-
tre, che voi stesso, nel rimproverarmi di autorizzare
la guerra, la riconoscete, e non confondete il nemico
col delinquente, il soldato col sicario; riconoscete adun-
que che v'ha una fede che non è la vostra, che
voi dovete spegnerla, benché cessata la necessità della
guerra, possiate onorarla. Si dirà ancora: che coH'am-
mellere diritti contraddittorj per opera della natura, ci
esponiamo ad assistere indifferenti alla guerra dei dog-
mi, senza essere d' alcuna religione , d'alcuna patria
,
I
244 PARTE SECONDA — SEZIONE TERZA
amare la propria servitù: quest'interesse può determi-
nare il patto della conquista. Per se la conquista non
istahilisce alcun diritto: pure se dopo la conquista il
scienza.
Nel momento l'uomo ciecamente sottopo-
religioso
sto ai fenomeni, non pensa a dominarli, non cerca
identità, né equazione, né deduzione tra di essi, e sog-
giogalo dalla natura, per lui l'essere e il parere sono
una sola e medesima cosa, non concepisce nemmeno
che possano diflerire. La rivelazione è accettala senza
CAPITOLO I.
CAPITOLO IL
1 fenomeni religiosi.
CAPITOLO IV.
CAPITOLO V.
CAPITOLO I.
sava ciò che è, per negare ciò che diventa, ciò che
nasce: e che nasce? il nuovo mondo positivo, non
vuoto, non fantastico ma reale, per cui la metafisica an-
CAPITOLO III.
I
La sconfida dei ineCaOsIci.
CAPITOLO IV.
(1) Vedi Machiavel juge des rèvolutions de notre tems, par Jo-
seph Ferrari. Paris, 1849. —
Vedi altredi il mio Corso sugli Scrit-
tori politici italiani. Lezione XVI.
288 PARTE TERZA — SEZIONE SECONDA
scendeva nel campo dell'azione cogli istinti di un ri-
voluzionario moderno, che assaliva a nome della scien-
za e dell'industria tutta la tradizione cattolica e cri-
stiana, che tracciava un'utopia cosmopolita contro Cri-
sto, Cesare, il papa e l'imperatore per redimere l'Italia
e il mondo, cade nelle equazioni platoniche che con-
guagliano l'uomo colla donna, nella comunanza gene-
rale che distrugge la proprietà , nella fede di Pompo-
naccio e di Ga(dano che credevano ai miracoli di tutte
le religioni; cade perfino nella superstizione, che gli fa
CAPITOLO V.
CAPITOLO VL
CAPITOLO I.
glierle la vita.
lettera, la sua tesi non sarebbe altro che uno de' luo-
ghi comuni del risorgimento, e la letteratura clas-
CAPITOLO II.
e i^^'^^
.. n- n . No » repUcava Cablelidne, »
perche
so'no dìsconosciali nel mondo,
: eh 'iTiri ti
:rl:at, ^
governo '---; f/^rtiru
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violazione dei ainiii
•
la storia della
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1
Mirabeao,
La di
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hiarazìone è necessaria, ,
per la -«-«
concla-
S'rieCrie^Sivollonarieneturonola
-rsrirtd«::.'::--r;^
Mirabeau "«^'^
valeva ascoltare ;'",„u,re U ve-
servitù rurali,
primono le
^^
ai diritti
deil-uomo
Ìt:rlrr;tiar chni's'ac^itano
violati dalla
feudalità.
I
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Ue^ non fallisce con.o
giunge
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egli, «
„u eserciti
,„ gli e e
robe
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• i popoli. •
essa terremo
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: roro e con .^„,„,^
che pure
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guerra dete
riceve da la dchurazon
ne di dir.tU
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dell' uomo
.
tuguri. Tutto
ai
"o "' ''
CAPITOLO JII.
CAPITOLO IV.
CAPITOLO V.
~^
Talmente dagli slessi conservatori, dagli stessi ministri
di Carlo X, ch'egli era cosa impossibile il governare-
colla libertà della stampa. Dal momento che le ordi-
nanze di Polignac distruggevano il principio della di-
scussione per cui eransi momentaneamente preferiti 1
suo sorgere un
contro colpo di Stalo condannava
a proteggere una discussione oramai fiorente ed im-
periosa. Per apprezzare questo buon re dalle forme
costituzionali, dai costumi borghesi, pronto a stringere
la mano di chicchessia e rispettosissimo della legge coii-
vien ricordarsi pur sempre del punto di partenza (gli
e lega di
ìnsterilisce
lutti
rivoluzione e ordisce
la
i culti contro
scienza a disegno
in
il culto
CAPITOLO VI.
fucili.
Se ne servì nelle giornate di giugno del 1848, mi-
tragliò la democrazia senza pietà, senza misericordia;
superò mille volte le più nefaste repressioni della mo-
narchia e riunì gli uomini de' tre cessali governi per
fissare e utilizzare le libertà della proprietà e della
religione.
Adesso noi chiediamo se deve sussistere la repub-
blica colpevole disì sanguinosa repressione? Molli la
fabbriche nazionali.
Sappiamo già qual'è il valore delle tre parole inde-
terminate, liberlà, eguaglianza, fratellanza, vere deri-
sioni se la legge non rende positive e la legge del
le
CAPITOLO VII.
CAPITOLO VIIL
CAPITOLO IX.
La libertà economica.
SEZIONE SECOIVDA.
società » 31
» XIV. — il ridicolo » 63
» XV. — L'alienazione mentale •
. » 67
366 INDICE
SEZIONE TERZA.
LA RIVELAZIONE MORALE.
PARTE TERZI.
IL SISTEMA DELL' UMANITÀ' i 219
SEZIO.'VE PRIMA.
LE RELIGIONI.
SEZIOIVE SECOIVDA.
LA METAFISICA.
Cap.I. — della
Sterilità metafìsic.a Pag. 257
» li. — La metafisica presso Greci i » 264
» III. — La sconfitta dei metafisici » 278
> IV. — La metafìsica del risorgimento » 283
» V. — La metafisica del secolo decimosettimo. . . » 289
» VI. — La metafisica del secolo decimottavo ...» 293
SEZIOIVE TERXA.
LA RIVOLUZIONE.
JG Ferrari , Giuseppe
491 Filosofia della rivoluzione
F4
1873
V.2