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Ciao Daniele, parlaci un po' di te quali sono le tue più grandi passioni?

Le mie passioni fortunatamente sono complementari. La prima è l’architettura, ovvero la


mia professione. Questa, come qualsiasi lavoro creativo, necessita di ispirazione, e non
c’è miglior modo per nutrirla che viaggiare: paesaggi costruiti e paesaggi naturali sono
tesori immobili in attesa di essere visitati. Vedere il mondo è infatti un’altra grande
passione e, come la prima, altro non è che un’espressione dell’amore che sempre ho
avuto per lo spazio e per la libertà. Durante i miei viaggi infine, non rinuncio mai ad
esplorare le tradizioni enogastronomiche del luogo, essendo un grande estimatore di vino
e cibo, ma cerco sempre di conciliare il mio lato edonista con quello più attento allo sport
ed al benessere psicofisico.

Sei un architetto, ma quando puoi prepari la valigia e parti via. Ogni viaggio che fai è solo
di piacere o viaggi anche per il tuo lavoro?

Ovviamente mi capita spesso di viaggiare per lavoro ma in quei casi i ritmi sono così
serrati che solo raramente ci si può dedicare all’esplorazione. Non di rado se visito un
luogo per lavoro e mi colpisce, poi ci torno successivamente per piacere. In entrambi i casi
però tutte le esperienze vissute in viaggio vanno a far parte di un bagaglio creativo che si
concentra sulla punta della matita al momento della progettazione. Ricordo un viaggio in
Messico in cui rimasi completamente rapito da un particolare tipo di muratura a secco:
incastri perfetti, e geometrie simboliche, quasi magiche. Quella suggestione è poi
diventata il concept per una villa al mare.

Preferisci le mete esotiche e lontane o quelle della nostra Europa?

Io dico sempre che nelle mete che preferisco a volte rintraccio un polo a me omologo, altre
un polo complementare. Nella prima categoria più di sovente rientra l’Europa, in
particolare quella nordica non mediterranea, con un legame speciale che riservo alla
Scozia. Nella seconda invece le classiche mete caraibiche, paradisi in terra come le
Seychelles e Santo Domingo. Il mio spirito si sente a casa in atmosfere autunnali e
magiche, ma il mio corpo respira perennemente ai ritmi dell’estate.

Se dovessi chiederti le mete più belle in cui sei stato, quali mi diresti?

New York è stato il mio primo amore, c’è mancato poco che mi ci trasferissi.
Indimenticabile e pieno di magia l’ultimo Natale ad Edimburgo. Infine lo Yucatán
con la sua mistica bellezza e le spiagge da sogno.
Amo Roma, che è dove sono nato, e tutta la nostra Italia che comunque, senza
campanilismo, più viaggio e più continuo a considerare il Paese più bello al mondo. I miei
viaggi infatti non sono solamente quelli che faccio in agosto e gennaio, ma anche tutti gli
innumerevoli weekend che, in poche ore di viaggio da casa, mi consentono di cambiare
completamente atmosfera e paesaggio ai massimi livelli di qualità.

Viaggiare: cosa vuol dire per te e quali sensazioni ed emozioni provi ogni qual volta
viaggi?

Oltre che la fonte di ispirazione sopracitata, i viaggi sono per me un’occasione di crescita
personale. Mi permettono infatti di guardarmi dentro ed allo stesso tempo di osservarmi
dall’esterno in situazioni diverse dalla routine. Questo mi porta ad apprezzare ancora di
più il mio vissuto e a focalizzare meglio gli obiettivi. Torno sempre carico di nuove idee e
progetti e di quella luminosa voglia di “rivoluzionare” i piccoli e grandi aspetti della mia vita.
Forse anche per questo non sono mai triste di tornare a casa: io non parto mai per
evadere, parto per ritornare.

In ogni tuo viaggio su cosa ti soffermi maggiormente? Da buon architetto osservi


architetture e strutture dei luoghi o ti piace anche immergerti in paesaggi e natura?

Assolutamente entrambi. Amo tanto le città quanto la natura. La natura è la prima maestra
quando si lavora con lo spazio e con le forme. In essa sono depositate tutte le leggi e le
regole di proporzione, funzionalità e bellezza. Le nervature di una foglia possono ispirare
la struttura di un tetto, così come le forme scavate di una valle dare indicazioni sulle pareti
di un edificio. Le città d’altra parte sono serbatoi di memoria e di idee inestimabili.

Hai altri viaggi in programma, tenendo sempre conto dell'emergenza coronavirus?

Ho già avuto conferma delle vacanze estive che avevo prenotato a gennaio e già fatto una
piccola fuga al mare. Quello che ho sicuramente in mente di fare a breve è di tornare a
visitare le nostre città più belle di solito assediate dai turisti. Il solo rumore delle fontane in
Piazza Navona la sera e la trasparenza dell’acqua nei canali di Venezia sono occasioni
uniche da cogliere al volo.

Quest'estate sarà - per lo più - un'estate italiana. Tu hai già deciso dove andare?

Anche la mia sarà per lo più un’estate italiana, nel senso che ho deciso di passare metà
delle vacanze in Italia, in montagna, e metà all’estero al mare. Prima un po’ di relax e
wellness per ricaricarsi in un resort tra le splendide vette delle Dolomiti, e poi il sole
infuocato ed i ritmi accesi della movida delle Baleari.

Ma parliamo un po' di social: dato il tuo lavoro e la tua passione, che rapporto hai con i
social? Ti piace postare foto del tuo lavoro e delle tue passioni?

Considero instagram uno strumento utile e lo utilizzo divertendomi. Il mio profilo privato
@daniele__morelli contiene i reportage dei miei viaggi, mentre quello professionale
@glifoarchitecture i miei lavori e le mie fonti di ispirazione, presenti comunque in maniera
completa sul sito internet. Sono strumenti ottimi anche tenermi in contatto in semplicità
con gli amici lontani: devo riconoscere che in questo senso durante la quarantena sono
stati fondamentali.

Se dovessi chiederti il tuo più grande sogno nel cassetto?

Una barca. Abbastanza grande e molto veloce, magari progettata da me visto che mi
interesso anche di yacht-design. Portare a bordo l’album degli schizzi, i miei vini preferiti,
magari poche ma buonissime compagnie, e girare tutto il Mediterraneo: dal Corno D’Oro
alle Colonne D’Ercole. Essere insomma un moderno Ulisse per qualche mese: libero ed
assetato di conoscenza.

Sophi Campailla

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