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Cara Maria,
come va? Sono appena tornata un viaggio Grecia. Che dire? Mi è piaciuta
tantissimo! Ci sono andata mio marito: siamo partiti aeroporto di Fiumicino e siamo
arrivati Atene dopo due ore volo. capitale greca ci sono tante
cose vedere: il primo giorno ci hanno portati vicino Acropoli e abbiamo fatto tante
foto davanti Partenone e all'Eretteo. Il giorno dopo siamo andati all’interno Stadio
Olimpico e il terzo giorno un quartiere tipico, che si chiama Monastiraki. negozi
abbiamo comprato diversi souvenir: ne ho comprato uno anche te!
Spero vederti presto,
un bacio,
Giovanna
La Puglia è in di riservare sempre sorprese meravigliose quanto a capacità di salvaguardia
della biodiversità. Un esempio sono le "carote" multicolori di Polignano a Mare. Siamo in
di Bari,in una terra baciata dalla grazia del mare, del sole, suoli fertili.
Il seme è selezionato dalle piante migliori e tramandato, di raccolto in raccolto, contadini, che
ne sono custodi gelosi. Poiché i semi vengono selezionati dagli agricoltori, in maniera artigianale
e industriale, le carote non hanno il solito arancione, ma sono variopinte, variando
dal giallo all'arancio, dal violetto al viola scuro.
Ogni anno si scelgono le piante migliori e si selezionano poi i semi delle migliori e più rigogliose, senza
in terreni al mare, sabbiosi, con alto tenore di salinità, le carote sono irrigate attingendo da
pozzi di acqua salmastra. Se le si gusta crude e croccanti, la gradevole, fresca sapidità risalta in tutta
Leggendo il giornale ha visto il nome di un suo caro amico delle scuole medie, che ora è
diventato un famoso regista cinematografico. Lei decide di inviargli una breve lettera o
e-mail per
- salutarlo e congratularsi con lui
- riprendere i contatti
Forlimpopoli, 29 febbraio 2012
Caro Maurizio,
chissà ti ricordi di me: sono Tullio Rossi e siamo stati per due anni di classe, ai
tempi della scuola media. E' stata una grandissima sorpresa leggere, sul giornale odierno, che sei
divenuto un regista! Complimenti vivissimi! Da tempo mi domandavo che
fine fatto: ti avevo cercato su Facebook, ma a quanto pare non sei un fan dei
social network: infatti di te non c'erano tracce. Ad modo, ci terrei tanto risentirti,
anche per sapere come hai intrapreso questa nuova interessante carriera. Adoro il cinema e
fare chiacchiere con te piacevolissimo. Il mio numero di cellulare è 3385477722.
Chiamami, se vuoi, o un messaggio.
A presto,
Tullio
Emulo casuale del piccolo Ercole della mitologia classica, un bambino israeliano finito oggi sulle
pagine di tutti i del paese per aver annichilito a morsi un serpente scivolato all'improvviso
all'interno sua culla, in un villaggio a maggioranza araba della Galilea. L'episodio ha dell'
, ma, secondo quanto è riuscita accertare la stampa locale, sembra proprio
che autentico. Il protagonista si chiama Imad e ha 13 mesi. Insidiato da un serpentello di 30-
40 , non ha fatto una piega: se lo è portato alla bocca per poi cominciare a rosicchiarne la
testa dargli possibilità di fuga. La mamma, inorridita, si è ritrovata la scena sotto gli occhi ieri
mattina e ha aiuto. Ma quando il bambino è stato in ospedale, si è scoperto che
stava benissimo: il serpente non era velenoso e, comunque, è risultato aver avuto la peggio. Il papà, in
preda a un eccesso di euforia (anche per lo scampato pericolo), dice a tutti in nel villaggio che il
suo piccolo ''è un eroe''. Imad - ignaro di tutto - ha ricominciato intanto difendere la sua culla da
ospiti non graditi.
Gli universitari italiani sono dei gran lavoratori. Lo dicono i dati della sesta indagine Eurostudent. Realizzata
tra maggio e giugno con interviste telefoniche a un campione di studenti di 26 Paesi europei (4.500 gli
italiani), la ricerca rivela che il 39% degli universitari del Bel Paese studia e lavora, dato pienamente in linea
con la media europea. Inoltre, il 24% degli studenti ha rinviato di almeno un anno, dopo la maturità,
l’iscrizione all’università, proprio per orientarsi nel mercato del lavoro. Anche questo dato è in linea con
quello di Germania, Austria e Svizzera, dove circa la stessa percentuale di universitari ha ripreso gli studi
dopo almeno dodici mesi di interruzione. A provocare questa pausa tra la fine della scuola superiore e
l’inizio dell’università sono anche gli effetti della crisi economica che costringe gli studenti provenienti da
famiglie non benestanti a interrompere gli studi per almeno due anni. Chi riprende gli studi in età adulta,
anche verso i 25 anni e oltre, tende a pensarsi non più semplicemente come uno “studente”, ma sempre
più spesso come “studente lavoratore”. Questa è la condizione del 40% degli universitari italiani. Negli anni
’90 gli “studenti non solo studenti” erano ancora di più, il 54% del totale. Poi la riforma dell’università,
hanno ricordato i ricercatori di Eurostudent, ha aumentato le ore di frequenza obbligatoria, costringendo
tanti ragazzi a rinunciare anche a quei lavori saltuari che, comunque, garantivano loro un certo grado di
autonomia. Anche oggi il lavoro occasionale è la tipologia più frequente tra gli universitari e riguarda il
23,2% del campione di Eurostudent, contro il 16,4% che dichiara di avere un lavoro continuativo. L’impegno
settimanale per gli “studenti non solo studenti” è di 47,6 ore, di cui 41,1 dedicate allo studio e 6,5 al lavoro
retribuito. Ad essere sacrificato è, naturalmente, il tempo libero e non il tempo passato sui libri. La
diffusione del lavoro è legata all’area disciplinare e alle caratteristiche dei corsi e degli iscritti: a medicina e
nei corsi di area sanitaria, ad esempio, il notevole impegno di studio lascia a pochi studenti la possibilità di
lavorare; nel gruppo insegnamento, invece, dove l’età media degli iscritti è più alta della media, aumenta
vistosamente anche la quota di studenti che lavorano. La voglia di studiare non passa nemmeno dopo la
“conquista” della laurea di primo livello. Il 52,5% degli iscritti dichiara di voler continuare gli studi.
L’indagine Eurostudent ha rilevato anche che la propensione degli studenti a proseguire gli studi è però
diminuita negli anni, passando dal 63% del 2003 al 54% rilevato nel 2009. E questo, spiegano i ricercatori,
può essere imputato anche alla crisi «che riduce la possibilità delle famiglie di sostenere per molti anni gli
studi dei figli».
6. Negli anni 2003-2009 il numero degli studenti che desiderano proseguire gli studi
a. è aumentato
b. è diminuito
c. è rimasto lo stesso
d. è legato all’età