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Andrea Baucon – Corso di Paleontologia (v. 1.

0)
www.tracemaker.com

Lezione 6
Paleoecologia 3:
zonazione dell’ambiente marino

Come e perché l’ambiente marino è complesso?


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Cosa ci interessa sapere degli organismi del passato?

1. Modi di vita: Come si


spostavano? Come si
nutrivano?

2. Habitat: Dove vivevano?

3. Fattori ambientali: Quali


erano le caratteristiche
fisico-chimiche del loro
habitat?
Zonazioni dell’ambiente marino

Procedendo dalla linea di riva a profondità crescenti, i parametri ambientali cambiano


progressivamente e questo influenza la distribuzione degli organismi
Si possono quindi usare i limiti fisici dell’ambiente marino per delimitare delle zone di
significato biologico
Zonazione del dominio pelagico

Ci sono diversi modi di descrivere il dominio pelagico:


1) Zonazione verticale dell’ambiente pelagico
2) Zonazione basata sulla luce solare (zona fotica, disfotica, afotica)
Zonazione del dominio bentonico

Ci sono diversi modi di descrivere gli ambienti marini bentonici:


1) Zonazione della scuola di Endoume dell’ambiente bentonico
2) Zonazione idrodinamica della spiaggia (ambiente bentonico)
3) Zonazione morfologica del fondale marino (ambiente bentonico)
Dal punto di vista morfologico, il fondale marino presenta caratteristiche ricorrenti a livello
globale
Piattaforma
continentale

Scarpata

Piana abissale
Zonazione degli ambienti marini bentonici

Piattaforma
Scarpata continentale
continentale
Rialzo
Piana abissale continentale
Trench
Fossa
PIATTAFORMA CONTINENTALE
sopra la base d’onda: la spiaggia
Quale parametro ambientale struttura gli ambienti poco profondi?

OFFSHORE SHELF
MIDDLE

200 m

2000 m

4000 m
Spiaggia emersa
(backshore)
Spiaggia intertidale
(foreshore)
Spiaggia sommersa
(shoreface)
Spiaggia sommersa
(shoreface)
Mare aperto
(complesso di offshore)
Fino a che profondità interagiscono le onde?

Le onde interagiscono con il fondale fino ad una certa profondità (metà della lunghezza
d’onda)

Nella foto: dinoflagellati bioluminescenti


Sopra la base d‘onda (shoreface e foreshore)

= materiale in
sospensione

1. Idrodinamismo spesso
elevato
2. Notevole quantità di
materiale in sospensione
2. Sopra la base d’onda: caratteristiche ambientali

1. parametri ambientali •La capacità di riprodursi velocemente è cruciale


fluttuanti alla scala della •E’ importante la capacità di “invadere” nuove nicchie
giornata (maree) e ecologiche (la distribuzione delle risorse e dei competitori è
stagionale (alternanza di variabile)
regimi idrodinamici) •Specializzarsi per competere con altri organismi offre poco
2. Idrodinamismo elevato vantaggio (le condizioni ambientali possono cambiare)
(=stress)
Nereis (Hediste)
diversicolor.
Scava tane ad Y,
J, I. I
Può comportarsi
sia da
sospensivoro che
da carnivoro.

Lanice
conchileaga,
terebellide,
sospensivoro e
depositivoro.

Panopea abrupta
(nome comune:
Geoduck, pron.
goidak) enorme
bivave fossatore

Abitanti attuali della spiaggia intertidale e della spiaggia sommersa


Icnofossili caratteristici delle zone più agitate delle spiagge
(icnofacies Skolithos)
Processi (onde) e strutture sedimentarie (increspature da onda) dello shoreface

Strutture sedimentarie caratteristiche della spiaggia sommersa: increspature da onda


(wave ripples)

Nella foto: dinoflagellati bioluminescenti


Increspature da onda
Increspature da onda (in sezione)
Foreshore o shoreface?
Intertidale nell‘Adriatico attuale

Nella foto: dinoflagellati bioluminescenti


Piane di marea del Giurassico
Spiaggia intertidale (foreshore)
PIATTAFORMA CONTINENTALE
sotto la base d’onda: il mare aperto
(offshore)
Tra le due basi d‘onda: la zona di transizione (offshore transition)

OFFSHORE SHELF
MIDDLE

200 m

2000 m

4000 m
Che processo ha generato questo deposito conchigliare?
Processi (tempeste) e strutture sedimentarie (hummocky cross-stratification)
3. Mare aperto (offshore): caratteristiche ambientali

1. Moto ondoso
2. Nutrienti in sospensione

1. Idrodinamismo moderato
(rispetto al foreshore)
2. Nutrienti in deposizione
Fondale fangoso alla Offshore: esempi attuali
profondità di 70m, con
parecchie tane. I
gruppi di piccole tane
appartengono a
Calocaris macandreae
e i gruppi di tane più
grosse, spesso con
apertura a falce di
luna, indicano quella
di Nephrops
norvegicus (primo
piano). Adriatico, da
Atkinson e Froglia
(1999).
Nephrops norvegicus

Sedimento fangoso con


tane a 62 metri di
profondità. Si osservano
tane (B) e un “feeding
void” (V). Rosenberg et
al. (2003), Golfo di
Lione.

Sedimento fangoso con tane


a 54 metri di profondità. Si
osservano tane (B), un
“feeding void” (V) e un
polichete nella sua tana(IN).
Rosenberg et al. (2003),
Golfo di Lione.
Cruziana
Seilacher (2007)
3. Nutrienti in deposizione: Rosselia
Nara (1997); Pemberton et al. (2001)

Polichete terebellide, circa 180 m di profondità; Islanda. Da:


http://www.flickr.com/photos/ericdossantos/4540826876/
Spessore della cuticola nei trilobiti e profondità: come spiegarlo?

Idrodinamismo

Ossigenazione
Quale parametro ambientale varia assieme all‘idrodinamismo?

Ichnofabric di upper offshore con Ichnofabric di upper offshore con


Helminthopsis (H), Zoophycos (Z), Asterosoma (As) (rielaborato da
Phycosiphon (Ph), Palaeophycus Chondrites), Phycosiphon (Ph), and
(Pa), and Asterosoma (As). Chondrites (Ch). Cretacico. MacEachern
Cretacico. MacEachern et al. (2007) et al. (2007)

La granulometria del substrato!


Adattamenti per non affondare nel fango: spine nei brachiopodi

Brachiopodi (fossili) ‘spinosi’: adattamento per non affondare nel fango


Adattamenti per non affondare nel fango: le spine del
trilobite Walliserops
Attenzione alla nomenclatura degli ambienti!
SCARPATA (SLOPE)
Slope e zona afotica

Nella foto: dinoflagellati bioluminescenti


Trilobiti ateloptiche (cieche) comuni nello slope

Trilobiti ateloptiche = trilobiti con occhi


Nella foto: dinoflagellati bioluminescentiridotti o assenti, tipica di ambienti profondi
Trilobiti ciechi

Trilobiti senza occhi (‘ciechi’) erano adattati ad


ambienti con poca luce oppure a stili di vita
infaunali

Conicocryphe Lermontovia
Oxygen minimum zone

Oxygen minimum zone = zona in cui la saturazione di ossigeno nell’acqua marina è minima
Oxygen minimum zone: perché proprio in corrispondenza dello slope?

L’oxygen minimum zone deriva dal bilancio tra apporto e consumo di ossigeno

Scambio di ossigeno con


l’atmosfera
I batteri consumano
Nella zona fotica, i produttori primari ossigeno per nutrirsi
producono ossigeno tramite fotosintesi
Sotto la zona fotica non c’è
produzione di ossigeno per
fotosintesi

Il flusso di materia organica


diminuisce con la profondità,
quindi il consumo di ossigeno è
minore
Organismi adattati all‘oxygen minimum zone: il calamaro vampiro
(Vampyrotheutis infernalis)
Calamaro vampiro del Giurassico: Vampyronassa rhodanica
Phacops e discendenti

Phacops
Occhi ben sviluppati

Cryphops acuticeps
Riduzione degli occhi

Trimerocephalus dianopsoides
Assenza di occhi
Canyon
Canyon nello slope ed onde eccezionali in piattaforma
PIANA ABISSALE
Piane abissali: caratteristiche biologiche
Pemberton et al. (2001)

Bassa quantità di nutrienti disponibile, energia che non


deriva dal sole (no fotosintesi): alta competizione

Carcasse (es. whale falls) che arrivano sul


Le onde non interagiscono con il fondale
fondale:
Nutrienti in deposizione
Dal sommergibile Alvin (-4645 m)
Da GeoMarApp
Solomon Rise, Pacifico (-2970 m)
Da GeoMarApp
Processi (correnti di torbida) e depositi (torbiditi)
Correnti di torbida nella piana abissale
Paleodictyon (-3400 m, dorsale atlantica)
Seilacher (2007)
Visione d‘insieme
Fonti
Contatti

Andrea Baucon
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