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di Daniele Trabucco (*)

In apertura della mia relazione ( 1), risulta opportuno, prima di definire il contenuto
del messaggio educativo di Papa Luciani, inquadrare l¶autore che, di quel messaggio,
ne è stato l¶artefice. ³Y  
          
         
     ë. Sono le parole con le quali Madre
Teresa di Calcutta, nell¶Osservatore Romano dell¶8 ottobre 1978, alcuni giorni dopo
la morte di Giovanni Paolo I, qualificava quella grande meteora nella storia della
Chiesa che fu Albino Luciani il cui pontificato, come ebbe a dire il suo successore
durante la visita nella terra bellunese il 26 agosto del 1979, contiene un insegnamento
³       ë (2).

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(1 ) Relazione tenuta nell¶ambito del convegno ³Rischio educativo ? Ripartiamo dalla famigliaë in data 16
ottobre 2010 a Garbagnate Monastero (Lecco).
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(2 ) Cfr., GIOVANNI PAOLO II, m       
   ! , in
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 (     )*+, Vittorio Veneto, Dario
De Bastiani Editore, 2008, p. 97. Inoltre, già nella sua prima lettera enciclica, , -  del 1979, il
Papa polacco ravvisava, nella scelta del binomio Giovanni-Paolo, un auspicio della grazia del pontificato di
Giovanni Paolo I a tal punto da dichiarare di riprenderlo dallo stesso punto di partenza.
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Come ogni raggio di sole lascia la sua luce nell¶es sere, nell¶esistente, così Giovanni
Paolo I, nelle sue opere, nei suoi pensieri e nelle sue parole, ci ha trasmesso un  
  che, prima di ogni altra cosa, si configura come un¶autentica testimonianza
(nel senso di seguito spiegato) dell¶amore di Dio e della sua attenzione ³  ë (3)
nei confronti di ogni creatura. In Papa Luciani, infatti, l¶educazione è stata il
denominatore comune della sua attività di giovane seminarista, di sacerdote, di
Vicario Generale nella Diocesi di Belluno - Feltre, di Vescovo di Vittorio Veneto
(Treviso), di Patriarca - Cardinale di Venezia, di Sommo Pontefice della Chiesa
universale ( 4). Ma qual é l¶idea educativa o meglio il concetto di educazione
desumibile dal pensiero del Papa ? E¶, innanzitutto, una sfida con s e stessi, un banco
di prova del proprio Io. Nella lettera immaginaria al Vescovo francese Felice
Dupanloup ( 5), contenuta all¶interno di quella splendida raccolta che va sotto il nome
di ., Luciani scrive che ³/      0    
 0     1ë (6). Per trasmettere quello che si è, diviene preliminare
interrogarsi sul senso profondo del nostro essere, sulla misura della nostra vita ed,
infine, sul parametro in virtù del quale viene impostata la nostra dimension e
relazionale. Questa indagine, quasi agostiniana,        , dovrebbe
portare a scorgere una verità che la Chiesa, fin dalle sue origini e con formule
diverse, ha sempre proclamato e che costituisce, sul piano teologico, un 0

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(3 ) Cfr., GIOVANNI PAOLO I, '   2  
  !3, in m m 4.5, Padova, Edizioni
Messaggero, 1989, p. 55.
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(4 ) Secondo Camillo Bassotto, l¶insegnamento fu, per Luciani, la più grande passione della sua vita poiché
l¶avventura cristiana che ne veniva trasmessa era la più affascinante: C. BASSOTTO, ³.  
  ë, Venezia, Arti Grafiche Venete, 1998, p. 60. Per una indagine più scientifica ed esaustiva, cfr.,
P. LUCIANI,         . $  
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  (  6 7 839, Padova, Edizioni
Messaggero, 2003, p. 214 e ss.
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(5 ) Felice Dupanloup (1802-1878), Vescovo d¶Orleans. Si distinse per lo zelo intelligente ed infaticabile nella
formazione del clero, nell¶educazione della gioventù e nell¶insegnamento del catechismo.
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(6 ) Cfr., A. LUCIANI, .  1/   :, in ., Padova, Edizioni Messaggero, 1996, p. 298.
E¶ evidente che l¶assunzione di questa prospettiva, non può non implicare una forte responsabilità verso la
società. In questa direzione, si veda G. ANDRICH, ³    & (   ;
      <=  22<2, p. 16.
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ontologicamente proprio dell¶individuo umano: l¶essere il capolavoro di Dio ( 7).


Allora, ogni relazione educativa presuppone, in primo luogo, la presa di coscienza di
questa verità di fede con la conseguenza, inevitabile, di elevare i valori cristiani della
nostra condotta a linguaggio, e quindi a testimonianza, della nostra stessa esistenza.
Questa consapevolezza, tuttavia, può presentare un potenziale pericolo di
assolutizzazione, può diventare enclavistica, trasformandosi così in un¶ideologia
chiusa in se medesima. Da qui, la necessità, sottolinea Luciani nella Catechetica in
Briciole (8) (prima opera scritta per la figura dell¶educatore-catechista), dell¶ascolto,
soprattutto verso i più piccoli. Se, ³ > 1  /   
   ë (9), allora è fondamentale stupirsi, meravigliarsi di lui, cogliendo la
ragione sottesa ai suoi gesti ed alle sue azioni senza con questo tradire o
ridimensionare la Verità. Si deve, in altri termini, corrispondere alla sua fiducia al
fine di infondere la fiducia nella Chiesa ( 10). In questo senso, nel pensiero di Papa
Luciani, ogni educatore è anche necessariamente catechista e viceversa. Nel
perseguire un obiettivo così ambizioso, il Pontefice dei trentatré giorni descrive e
propone un metodo, conformemen te alle premesse della sua Catechetica indirizzate al
raggiungimento del pieno sviluppo della personalità e non alla mera formazione
dell¶intelletto ( 11), nel quale la risposta non costituisce il punto di arrivo ma di
partenza, al fine di evitare un insegna mento asettico, già preconfezionato, non aperto
allo stupore. Un metodo che si configura, nello stesso tempo, induttivo e deduttivo,

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(7 ) Cfr., Conc. Ecum. Vat. II, $   , 24 in cui si afferma, solennemente, che l¶uomo ³1
  

 ?ë in quanto chiamato a condividere, nella conoscenza e nell¶amore, la


stessa vita di Dio.
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(8 ) Opera scritta nel 1949 e dedicata alla madre Bortola Tancon, sua ³ ë. La madre non riuscì
a vedere l¶opera completata in quanto deceduta il 2 marzo 1948.
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(9 ) Cfr., A LUCIANI, à    , VIII edizione, Cinisello Balsamo (Milano), 2009, p. 48.
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(10 ) Cfr., A LUCIANI, à    , op. cit., pp. 57-58.
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(11 ) In merito, si vedano le considerazioni di R. KUMMER, '
 ( $ . 
 à , II edizione, Padova, Edizioni Messaggero, 2009, p. 240.
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³             ë (12); mentre la risposta necessita una
spiegazione con il sistema dell¶induzione , dal momento che consente una gradualità
nell¶apprendimento del concetto e nella conquista della formula, la verifica circa
l¶acquisizione della nozione, che implica il coinvolgimento del discente/fanciullo, si
serve del metodo della deduzione in quanto p ermette la ricostruzione, a fini cognitivi,
delle diverse fasi che hanno condotto alla elaborazione di quella risposta. Quanto,
poi, agli strumenti da utilizzare, non si deve andare alla ricerca, per il catechista -
educatore Luciani, di particolari novità o di nuovi valori, semmai bisogna adoperare
in modo nuovo e più intenso i mezzi antichi ( 13) che sono poi i sacramenti, la
preghiera, l¶attenzione per il prossimo, i principi della morale cristiana i quali, soli ed
unici, sono in grado ³          
  ë ( 14). Luciani, dunque, diversamente da quanto accadeva in nutriti gruppi
teologici dell¶area francese e tedesca specialmente nel periodo antecedente il
Concilio Ecumenico Vaticano II, non ha come fine la riformulazione delle verità di
fede secondo categorie di pensiero attuali ma, viceversa, vuole far emergere la forza
intrinseca e, perciò stesso, continuamente feconda e dirompente degli strumenti della
tradizione cattolica nella esposizione della dottrin a della Chiesa e nella proposizione
del suo messaggio educativo-catechistico-salvifico ( 15).
Dopo aver delineato presupposti, finalità e metodo nel pensiero paideutico di
Giovanni Paolo I, vorrei analizzare le modalità con le quali, prima nel rapporto t ra
educazione e famiglia e poi in quello scuola - educazione, viene declinato e
concretizzato questo suo insegnamento. L¶idea di famiglia, secondo Albino Luciani,

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(12 ) Sul punto, A LUCIANI, à      , op. cit., pp. 63-67. All¶interno dell¶opera, il futuro
Pontefice analizza diverse metodologie educative ma tende, benché non in via esclusiva, a privilegiare quello
sopra descritto.
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(13 ) Cfr., A. LUCIANI,     , in m m , 44..., op. cit., pp. 378-381. Luciani si
riferiva al messaggio educativo di S. Giovanni Bosco.
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(14 ) In merito, F. DE LUCA, "; 
     &, in -, n. 3/2010, p. 13.
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(15 ) Cfr., a riguardo, F. SAVERIO PANCHERI, .
   ( , Roma, Edizioni Ripetta,
1979, p. 27.
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non é solo quella in senso costituzionale come ³ @   >  
 ë A art. 29, 1° comma, Cost., ma, soprattutto, il luogo privilegiato per
fare esperienza di una vita autenticamente cristiana. Negli anni del ministero
episcopale a Vittorio Veneto (1959 -1969), in particolare dopo la conclusione del
Concilio Vaticano II, il Vescovo Luciani si impegna ad approfondire questo rapporto
alla luce degli sviluppi dell¶assise ecumenica, cercando di cogliere il senso di quel
³    ë (16) che dovrebbe instaurarsi tra genitori e figli e che
rappresenta la   indispensabile per quel trinomio educazione nella famiglia,
educazione alla famiglia, educazione con la famiglia ( 17). Non si tratta solo di
 ma di un¶opera di esempio, di testimonianza che, come anticipato in
apertura di questa relazione, é il primo atto nell a proposizione del messaggio
educativo. Padri e madri, pertanto, non possono limitarsi a spingere avanti i figli, ma
devono ³               ë con la piena
coscienza che il ³      ë della vita non proviene dall¶esterno ma
deriva dalla loro parola e dal loro esempio ( 18). Possono riscoprire, in questo modo,
che i figli sono l¶espressione di quel misterioso e divino ³     ë,
presupposto fondamentale per una profonda e vera comunità coniugale ( 19).
Questo ³ritorno alla tradizioneë non é il segno di una nostalgia per il passato,
nasconde, invece, la preoccupazione per il progredire di una società totalizzante, per
una contestazione fine a se stessa (siamo nel ¶68), per la proposizione di un modell o
di libertà senza confini e contenuti in cui l¶individualismo estremo dei diritti ( 20)
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(16 ) Si veda, sul punto 0, il Decreto conciliare '' , 12.
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(17 ) Cfr., A. LUCIANI, (   >, R. DE MENECH (a cura di), Padova,
Edizioni Messaggero, 1981, pp. 30-32. Si veda, inoltre, il settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto,
( ' , del 16 febbraio 1969.
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(18 ) Cfr., ( ' del 15 febbraio 1969.
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(19 ) Cfr., ( ' del 9 febbraio 1969. Sul rapporto tra marito e moglie, si veda GIOVANNI PAOLO I, .
         , V. BERTOLONE (a cura di), Roma, Rogate, 2000, pp. 111-
126.
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(20 ) Si veda, la riflessione di E. WOLFGANG BOCKENFORDE, (     
  , in     , in G. PRETEROSSI (a cura di)     
 Y , Bari, Editori Laterza, 2007, pp. 52-53.
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impedisce di cogliere le virtù proprie e regolative della libertà. Per far fronte a questa
situazione, Luciani é perfettamente consapevole che la dimensione familiare non
basta, non é sufficiente. Il ruolo della scuola, a supporto e ad integrazione della
funzione educativa dei genitori, si presenta come basilare. Negli anni del patriarcato
veneziano (1970-1978), caratterizzati da forti contestazioni sociali dove si sent ivano
ancora forti gli echi del µ68, la scuola correva il rischio di assumere un ruolo di
antitesi nei confronti dell¶istituto familiare in ragione della sua natura antieducativa
ed ideologica. Il Patriarca é convinto che questo dipenda da due distinte vis ioni
antropologiche che producono i loro effetti devastanti anche nell¶ambito scolastico.
Da una parte, l¶indirizzo psicologico di Benjamin Spock ( 21) che, mostrando come i
ragazzi siano buoni ma deboli, vittime di complessi, propone un modello lassista di
scuola, improntato ad un facile quanto vuoto buonismo, dall¶altra, il neomarxsismo, il
quale applicando alla realtà scolastica il binomio oppressori -oppressi, finisce per
condannare la scuola selettiva di tipo borghese dove la bocciatura é sinonimo di
oppressione dei poveri, pervenendo, così, ad una visione non meritocratica non molto
dissimile da quella propugnata dall¶indirizzo psicologico ( 22).
Con la salita al soglio pontificio, il 26 agosto 1978, la portata del suo messaggio
educativo acquista un eco universale alla luce del nuovo ed alto compito cui Luciani
è chiamato. Non si assiste ad una rimodulazione dei contenuti, quanto una
specificazione ed un approfondimento del solco sul quale si fondano, dato dalla
conoscenza dell¶Altro nella prospettiva dell¶amore cristiano. L¶   di domenica
17 settembre 1978 ( 23), rivolto agli studenti che il giorno successivo avrebbero
iniziato la scuola, rappresenta la sintesi di questo suo pensiero. Nel ricordare che
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(21 ) Benjamin Spock (1903-1998), è stato un medico pediatra statunitense che raggiunse la fama con un libro
di consigli alle madri (à     B > 
+   à  à ) pubblicato, per la prima volta, nel
1946.
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(22 ) Quanto alla critica a Spock ed al neomarxsismo, si veda il discorso del Patriarca Luciani tenuto in data
21 maggio 1978 durante la c.d. Giornata della Scuola. Sul punto, A. LUCIANI, Y    
@, in
,    4 , nn. 4-5/1978, pp. 152-154.
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(23 ) Cfr., GIOVANNI PAOLO I, '   !  
  !3, in m m 4.5, op. cit., pp. 60-61.
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³           C ë, non bastava conoscere il latino poiché era
necessario, prima di tutto, ³      C ë, il Papa del sorriso si spinge
oltre l¶idea del primato dell¶Altro sotto il mero profilo etico ± metafisico come nel
pensiero del lituano Levinas ( 24). Giovanni Paolo I non vede tanto nell¶Altro
l¶occasione per uscire dalla soggettività umana egoistica e autocentrica ( 25) senza
preoccuparsi dei contenuti di questo uscire da sé ma ( 26), piuttosto, un dono di Dio
che provoca e mette in gioco la libertà dell¶uomo, che solletic a la dimensione
dinamica dell¶amore ( 27), del suo essere per gli altri, per trasformare ³0  1ë
nella forma più alta di servizio e, dunque, di carità.

(*) Università degli Studi di Padova


E-mail:    
D   oppure    
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(24 ) Emmanuel Levinas (1905-1995), filosofo francese ebreo di origini lituane
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(25 ) Cfr., sul messaggio di Levinas, G. FORNERO, (  E   '. (  >>
, in N. ABBAGNANO ± G. FORNERO ± F. RESTAINO ± D. ANTISERI (a cura di)  
=>, 4.4, Torino, Utet, 1994, pp. 245-268. Inoltre, J. GEVAERT, .
   , Torino,
Elledici, 2003, pp. 30-32.
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(26 ) Nella prospettiva filosofica di Levinas, il volto dell¶Altro coinvolge, rende responsabile nei suoi riguardi
ma non si dice in che cosa consista questa particolare responsabilità.
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(27 ) Cfr., GIOVANNI PAOLO I,      !  
  !3, in m m , 4.5, op. cit.,
pp. 79-82.c
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