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AZIENDALE APPLICATE
ALLE INDAGINI DI FALSE
4. Bilancio COMUNICAZIONI SOCIALI
Nel reato di false comunicazioni sociali la soppressione delle soglie quantitative
di punibilità, sostituite dal concetto di “rilevanza”, ha accresciuto la discrezionalità
tecnica del giudice penale nel contesto di una maggiore valorizzazione della
dimensione qualitativa del falso. Nel nuovo quadro normativo le tecniche di revisione
del bilancio possono essere di supporto alle indagini penali? Ci si chiede se il
Società e Contratti, Bilancio e Revisione 11 2018
2 Diversamente, secondo la precedente formulazione, erano sanzionati “gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti
preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali, con l’intenzione di ingannare i soci o
il pubblico e al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni
sociali previste dalla legge, dirette ai soci o al pubblico, espongono fatti materiali non rispondenti al vero ancorché oggetto di
valutazioni ovvero omettono informazioni la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimo-
niale o finanziaria della società o del gruppo al quale essa appartiene, in modo idoneo ad indurre in errore i destinatari sulla
predetta situazione”.
3 Si veda nota precedente.
4 Per un approfondimento si rinvia a Traversi A. “Il nuovo reato di false comunicazioni sociali”, in questa Rivista, 6, 2015, p.
8 ss.; Santoriello C. “Considerazioni sulla rilevanza penale delle valutazioni nel reato di false comunicazioni sociali”, ivi, 3,
2016, p. 102 ss.; Id. “«Falso valutativo»: l’intervento delle Sezioni Unite e le questioni aperte”, ivi, 6, 2016, p. 41 ss.; Perini
A. “Le nuove false comunicazioni sociali: profili operativi”, ivi, 4, 2017, p. 6 ss.
5 Cass. pen. 30.7.2015 n. 33774 e Cass. pen. 22.2.2016 n. 6916, in Banca Dati Eutekne.
6 Cass. pen. 12.1.2016 n. 890 e Cass. pen. 30.3.2016 n. 12793, in Banca Dati Eutekne.
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7 Questa rilevante sentenza evidenzia che “«falso», però, non può mai essere un «fatto» (perché il fatto o esiste o non esiste
nella realtà), ma solo la rappresentazione che di esso è data, è quindi agevole la conclusione che l’occultamento ovvero
l’esposizione non rispondente al vero di dati «rilevanti» in enunciati descrittivi integra, certamente, l’ipotesi della falsità
prevista dall’art. 2621 c.c.”. Inoltre, considerato che “il bilancio - principale strumento di informazione - si compone, per
la stragrande maggioranza, di enunciati estimativi o valutativi, frutto di operazione concettuale consistente nell’assegna-
zione a determinate componenti (positive o negative) di un valore, espresso in grandezza numerica […] non può, allora,
dubitarsi che nella nozione di rappresentazione dei fatti materiali e rilevanti (da intendere nelle accezioni anzidette) non
possano non ricomprendersi anche - e soprattutto - tali valutazioni. […] Se «fatto» lato sensu è il dato informativo e se
«materiali e rilevanti» sono soltanto i dati oggetto di informazioni essenziali e significative, capaci di influenzare le opzioni
degli utilizzatori, anche le valutazioni, ove non rispondenti al vero, sono in grado di condizionarne, negativamente, le scelte
strategiche ed operative”.
8 In particolare, la citata Cass. n. 22474/2016 ben chiarisce che “eliminato quindi ogni riferimento a soglie percentuali di rilevan-
za (chiaro indice di un criterio valutativo agganciato al dato quantitativo), la nuova normativa affida al giudice la valutazione - in
concreto - della incidenza della falsa appostazione o della arbitraria preterizione della stessa; dovrà dunque il giudice operare
una valutazione di causalità ex ante, vale a dire che dovrà valutare la potenzialità decettiva della informazione falsa contenuta
nel bilancio e, in ultima analisi, dovrà esprimere un giudizio prognostico sulla idoneità degli artifizi e raggiri contenuti nel pre-
detto documento contabile, nell’ottica di una potenziale induzione in errore in incertam personam. Tale rilevanza, proprio perché
non più ancorata a soglie numeriche predeterminate, ma apprezzata dal giudicante in relazione alle scelte che i destinatari
dell’informazione (soci, creditori, potenziali investitori) potrebbero effettuare, connota la falsità di cui agli artt. 2621, 2621 bis
2622 c.c. Essa, dunque, deve riguardare dati informativi essenziali, idonei a ingannare e a determinare scelte potenzialmente
pregiudizievoli per i destinatari. Ed è ovvio, in base a ciò che si è premesso, che tale potenzialità ingannatoria ben può derivare,
oltre che dalla esposizione in bilancio di un bene inesistente o dalla omissione di un bene esistente, dalla falsa valutazione di un
bene che pure è presente nel patrimonio sociale”.
9 Con riferimento alle false comunicazioni nelle società quotate (reato di cui all’art. 2622 c.c.), la Suprema Corte annota che
“la mancata riproposizione dello stesso aggettivo (n.d.r. rilevante) nell’individuazione delle condotte commissive necessarie ai
fini del reato di cui all’art. 2622 cod. civ. può trovare verosimile giustificazione alla luce del particolare (e più rigoroso) regime
di garanzia cui è sottoposta quella peculiare tipologia societaria (oltre all’obbligo del previo controllo del bilancio da parte di
società di revisione)”.
tamente aleatoria) se non esistessero criteri na discrezionalità valutativa del giudice pe-
- obbligatori e/o largamente condivisi - per nale, semplificando, ciò che conta ai fini pe-
eseguire tale operazione intellettuale. Tali nali, è la idoneità del falso ad indurre in errore
criteri esistono e sono, in gran parte, imposti i lettori del bilancio, tenuto conto anche che
dallo stesso legislatore nazionale (cfr. i già ci- il criterio legale di riferimento sono le norme
tati art. 2423 c.c. e ss.), dalle direttive Europee tecniche degli organismi contabili nazionali
(cfr. Direttiva 2013/34/UE, relativa ai bilanci ed internazionali.
di esercizio ai bilanci consolidati e alle rela- Su questa premessa è possibile indagare se
tive relazioni di talune tipologie di imprese, le tecniche di revisione aziendale possa-
recepita dal DLgs. 18 agosto 2015, n. 139), no offrire un contributo per individuare le
ovvero sono frutto della elaborazione dottri- falsità penalmente rilevanti. In particolare,
nale nelle materie di competenza (e sono uffi- si intende ragionare sulla applicabilità degli
cializzate ad opera di soggetti «certificatori»: indici di significatività degli errori contabili,
96 Organismo italiano di contabilità e, a livello di cui al Principio di revisione ISA Itala n.
sovrannazionale, International Financial Re- 320, che potrebbero essere di aiuto ad indi-
porting Standard)”. viduare in concreto i casi in cui le falsità, se-
In conclusione, secondo la Giurisprudenza di condo la riforma del 2015, sono considerabili
legittimità, l’applicazione dei principi na- penalmente “rilevanti”.
zionali OIC e di quelli internazionali IAS/ Può quindi essere utile ragionare sulla appli-
IFRS fornisce garanzia della ragionevolezza cabilità del concetto di “significatività” (che
di una stima, pur non eliminando ogni mar- nella pratica professionale dei revisori è sino-
gine di discrezionalità da parte degli ammi- nimo di “materialità”).
nistratori redattori del bilancio. Queste nor- Chiariamo, preliminarmente, in estrema sin-
me sono quindi la guida di riferimento per il tesi, il rapporto tra principi contabili e princi-
discernimento dei falsi valutativi e di stima, pi di revisione. I principi contabili sono regole
nonché per la correttezza delle informazioni tecniche che individuano i fatti da registrare,
di tipo qualitativo. i criteri di valutazione e di esposizione dei va-
11 Trib. Melfi 13.5.2011 n. 210, in Banca Dati Eutekne. Si rammenta, al riguardo, che il revisore deve esprimere un giudizio
senza rilievi sul bilancio esaminato se al termine delle procedure di revisione non vengono trovati scostamenti signi-
ficativi dalle norme di legge o dai principi contabili. Qualora, invece, vi siano scostamenti significativi, il revisore dovrà
quantificare gli effetti di tali scostamenti. Quindi, laddove tali scostamenti fossero così rilevanti da rendere inattendibile
il bilancio nel suo complesso, egli dovrà esprimere un giudizio negativo; il giudizio sarà invece solo con rilievi laddove gli
scostamenti non siano così rilevanti da compromettere l’attendibilità e la capacità informativa del bilancio. In entrambi i
casi, il revisore è tenuto a descrivere chiaramente la natura della deviazione riscontrata ed i suoi effetti sula voce coinvol-
ta, sul patrimonio netto e sul risultato di esercizio.
di legge sono state soppresse (tra l’altro, si mento trova forza anche nella considerazione
evidenzia, che erano solo delle soglie sotto le che una attenta lettura del Principio di revi-
quali non vi era la punibilità), la giurispruden- sione ISA Italia n. 320 fa emergere come tale
za post riforma del 2015, sviluppando i con- principio valorizza in modo consistente i profili
cetti di materialità e di significatività applica- qualitativi dell’applicazione del concetto di si-
bili per la concreta valutazione della rilevanza gnificatività, che va ben oltre la sua pratica ri-
dei fatti materiali non rispondenti al vero, ha duzione alle soglie quantitative convenzionali,
aperto la strada per l’applicazione delle tec- adottate dalla prassi della revisione di bilancio.
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