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B E AT U S P OPU LU S , C U I U S D O M I N U S DE U S E I U S
SOMMARIO 4089
14
SANTI
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ARTICOLI
219 LE EMOZIONI E GLI AFFETTI DI GESÙ
Una analisi dei Vangeli sinottici
Vincenzo Anselmo S.I.
L’articolo si propone di esplorare i tratti fondamentali della recezione del Concilio Vaticano II
a Cuba, tentando di superare la consueta descrizione che presenta la comunità cattolica dell’i-
sola come una «Chiesa del silenzio», concentrata sulla sopravvivenza cultuale e avulsa da ogni
interesse per l’evangelizzazione. Intende mostrare come la comunità cattolica cubana – laici e
pastori – sia passata dallo scontro alla collaborazione critica con il nuovo sistema sociopolitico,
senza lasciarsene condizionare, né identificarsi in un’organizzazione religiosa subordinata allo
Stato. L’Autore è laureato in Scienze informatiche all’Università dell’Avana e in Teologia al
Boston College.
La scomparsa di Quino, il «papà» di Mafalda, ha riportato alla luce l’immenso mondo delle sue
strisce. Tra queste è emersa una famosa battuta attribuita a Mafalda: «Fermate il mondo, voglio
scendere!». Ebbene, la battuta non è sua! Lo ha rivelato lo stesso Quino, non solo negandone la
paternità, ma aggiungendo che Mafalda vuole bene al mondo, lo vuole migliorare, non inten-
de affatto abbandonarlo. La storia del personaggio è complessa e se ne ripercorrono le tappe
principali. Mafalda e i suoi amici sono conosciuti in Europa, soprattutto per merito dell’Italia.
Benché Quino dopo il 1977 non abbia più disegnato la bambina contestataria e mordace, il
successo dell’enfant terrible, che «fa le bucce» anche ai genitori, è tuttora straordinario.
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FOCUS
255 LA SCUOLA E LA CHIESA NELLA PANDEMIA
Appunti dal Rapporto Censis «Stress test Italia»
Antonio Spadaro S.I. - Andrea Casavecchia
La pandemia che ha colpito anche l’Italia sta mettendo a dura prova tutto il sistema-Paese.
Recentemente il Governo si è trovato costretto a promulgare nuove misure emergenziali nel
tentativo di contenere la diffusione del contagio. Intanto, nel corso della cosiddetta «fase 2», il
Censis aveva dedicato un breve report ai comportamenti assunti da varie realtà essenziali nei
mesi del lockdown di marzo e aprile. In particolare, l’articolo si sofferma sulle analisi proposte
sulla scuola e sulla Chiesa, per trarne indicazioni utili anche nel prosieguo dell’emergenza.
L’articolo è co-firmato dal direttore de La Civiltà Cattolica e dal dott. Andrea Casavecchia,
che insegna Sociologia dei processi culturali e della religione presso l’Università Roma Tre.
In Bielorussia è in corso da quasi due mesi una contestazione popolare pacifica, capeggiata da tre
donne coraggiose. La «rivoluzione» bianco-rossa è iniziata subito dopo che il presidente Lukashenko,
al potere da 26 anni, ha comunicato i risultati delle elezioni presidenziali del 9 agosto 2020, attri-
buendosi l’80,23% dei suffragi popolari. Svetlana Tikhanovskaja, capo della nuova opposizione,
avrebbe avuto soltanto il 10% dei suffragi, mentre diversi sondaggi la davano vincitrice. Le proteste,
che si ripetono ogni domenica, hanno coinvolto ormai milioni di persone. Una composizione ne-
goziale della crisi in corso sembra essere l’unica via percorribile per evitare spargimenti di sangue.
PROFILO
278 LA FIGURA DI CHARLES DE FOUCAULD IN «FRATELLI TUTTI»
Reagire nella speranza
Diego Fares S.I.
La figura di Charles de Foucauld ha nell’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti una grande
forza testimoniale: raccoglie e attualizza l’eredità di Francesco d’Assisi, sintetizza e incarna
il contenuto evangelico che il Papa espone nell’enciclica, e ci interpella in modo concreto là
dove è in atto la più grande sfida del nostro tempo. Come afferma Madeleine Delbrêl, il beato
Charles «è, da solo, la coincidenza di molti opposti […] e ci appare radicato nel crocicchio
della carità. […] Egli fa coincidere i due estremi dell’amore: il prossimo immediato e il mondo
intero». De Foucauld viene presentato da Francesco come colui che ha incarnato nel nostro
tempo la verità evangelica del lievito che fa fermentare l’impasto.
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SOMMARIO 4089
NOTE E COMMENTI
291 DANTE E I GESUITI
Giandomenico Mucci S.I.
Poiché nell’inconscio collettivo italiano resta l’effetto di un’antica calunnia, secondo la quale
i gesuiti italiani come tali sono sempre stati nemici dell’arte di Dante, l’articolo riprende l’o-
rigine di tale diceria e la sfata, offrendo sinteticamente la storia dei principali commenti della
Commedia scritti dai gesuiti in Italia lungo il corso di tre secoli.
NECROLOGIO
297 IN RICORDO DI P. BARTOLOMEO SORGE S.I. (1929-2020)
***
Un recente film del regista esordiente Gianni Aureli è dedicato a una vicenda significativa degli
anni Trenta e Quaranta del secolo scorso: un gruppo di scout di Milano resiste all’ordine fascista di
scioglimento delle associazioni scautistiche italiane, assume il nome di «Aquile randagie» e conti-
nua le sue attività. Dal 1943 il gruppo partecipa attivamente all’opera clandestina dell’OSCAR, per
l’assistenza e la messa in salvo oltre confine di numerosi ricercati, ex prigionieri, ebrei, disertori…
Capussela A. 314 - Cattaneo E. 310 - Iacona R. 311 - La Bella G. 308 - Lambiase E. 318 - Lameri
A. 316 - Nardin R. 316 - Natali E. 319 - Pozza M. 315 - Riccardo Lombardi 308 - Santangelo D. 312
LE EMOZIONI E GLI AFFETTI DI GESÙ
Una analisi dei Vangeli sinottici
La compassione di Gesù
6. Cfr ivi.
7. Cfr ivi, 68.
ARTICOLI
Gesù ama?
legge coltivata fin dalla giovinezza, Gesù offre una nuova pro-
spettiva. Tuttavia, per quanto esigenti, le sue parole sono dettate
da uno sguardo di predilezione. Il suo comando, dunque, non va
interpretato secondo la categoria del dovere, ma piuttosto nell’ot-
tica dell’amore. Egli invita quest’uomo alla radicalità della sequela,
perché lo ama profondamente e in un certo senso vuole liberarlo
dalle inquietudini che lo attanagliano e dalle catene del possesso
dei beni materiali. Al lettore è dato il privilegio di conoscere i
sentimenti di Gesù che si celano dietro le sue parole, mentre non
sappiamo se colui al quale Gesù ha rivolto questo sguardo d’amore
abbia percepito di essere amato. Tuttavia egli non corrisponde a
quanto gli viene chiesto e preferisce andarsene triste e scuro in
volto, piuttosto che lasciare tutte le sue ricchezze.
224
egli non può compiere prodigi nella sua terra natale, e la sua azione
viene limitata (cfr Mc 6,5). Il suo essere Figlio di Dio, che conosce
quello che gli altri pensano (cfr Mc 2,8), non gli impedisce di stu-
pirsi davanti a chi si oppone alla sua missione10.
Un discorso a parte merita il verbo «sospirare» (stenazō), che,
a seconda del contesto in cui compare, può essere inteso in modo
differente: «[Gesù] guardando quindi verso il cielo, emise un so-
spiro (stenazō) e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”» (Mc 7,34). «Ma
[Gesù] sospirò profondamente (anastenazō) e disse: “Perché que-
sta generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa ge-
nerazione non sarà dato alcun segno”» (Mc 8,12). Nel primo caso
il sospiro di Gesù è legato alla preghiera che porta alla guarigione
del sordomuto; nel secondo caso, invece, Gesù sospira perché è
225
infastidito dall’incredulità dei farisei, che gli chiedono un segno
per metterlo alla prova.
In un altro episodio Gesù si irrita con i suoi discepoli, perché
respingono coloro che gli presentano i bambini affinché li possa
toccare: «Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: “Lasciate
che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro
infatti appartiene il regno di Dio”» (Mc 10,14).
In altre occasioni non compare un’indicazione esplicita dell’e-
mozione che caratterizza l’azione di Gesù, ma è facilmente intui-
bile dal contesto. Un esempio fra tutti: la purificazione del tempio.
Scrive Marco: «Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si
mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel
tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei vendito-
ri di colombe» (Mc 11,15). Gesù scaccia i venditori con veemenza
e ardore, sdegno e collera, rovesciando i tavoli dei cambiavalute.
Il suo stato d’animo traspare dalle azioni irruenti che compie nel
tempio di Gerusalemme, tanto che nel Vangelo di Giovanni questo
segno ricorderà ai discepoli il Sal 69,10: «Lo zelo per la tua casa mi
divorerà» (Gv 2,17).
10. Negli altri Vangeli sinottici Gesù si meraviglia anche per qualcosa di po-
sitivo come la fede del centurione: «Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli
che lo seguivano: “In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una
fede così grande!”» (Mt 8,10 e Lc 7,9).
ARTICOLI
Nel Getsemani
12. Soltanto Marco utilizza questo verbo che indica una paura forte e intensa
(cfr Mc 9,15; 14,33; 16,5; 16,6), mentre Matteo adopera il verbo «rattristarsi, provare
tristezza» (Mt 26,37).
13. Cfr G. Perego, Vangelo secondo Marco…, cit., 294.
14. G. Ravasi, Piccolo dizionario dei sentimenti: Amore, nostalgia e altre emozio-
ni, Milano, il Saggiatore, 2019.
ARTICOLI
15. Nel Vangelo di Giovanni Gesù scoppia in pianto per la morte dell’amico
Lazzaro (cfr Gv 11,35).
EMOZIONI E AFFETTI DI GESÙ NEI VANGELI SINOTTICI
Ottimismo (1959)
La vittoria dei castristi del gennaio 1959 venne accolta con gioia
dalla maggior parte della popolazione e anche dalla Chiesa cubana.
Molti scorgevano nella Rivoluzione il contesto appropriato per re-
cuperare l’ordine costituzionale, infranto dal colpo di Stato di Ful-
gencio Batista nel 1952, e per costruire una nazione secondo i pre-
supposti della dottrina sociale della Chiesa. Questi desideri vennero
rafforzati dalla designazione di alcuni laici impegnati nella nuova
compagine governativa rivoluzionaria. L’appoggio episcopale a una
231
delle prime misure del governo – la legge di riforma agraria – è un
esempio di quel clima ottimistico che riconosceva anche il diritto
dei vecchi proprietari a essere indennizzati e metteva in guardia dal
pericolo di un eccessivo controllo statale sulla proprietà2.
La gerarchia ecclesiale si considerava rappresentante della mag-
gioranza del popolo e pertanto respingeva qualsiasi progetto politico
che non riconoscesse il cattolicesimo come sinonimo di «cubanità»3.
Il I Congresso nazionale cattolico di Cuba, svoltosi nel dicembre
1959, fu l’emblema di questo atteggiamento, che non teneva conto
a sufficienza dell’anticlericalismo creolo, frutto dell’alleanza fra il
trono e l’altare, e della posizione ecclesiale ostile ai movimenti indi-
pendentisti del XIX secolo. Tutti i cattolici furono invitati a parte-
cipare a tale Congresso, inteso come una dimostrazione di vitalità
religiosa e di rigetto dell’influenza comunista. I numerosi contatti
tra la gerarchia e il governo nella fase preparatoria di tale evento
Rottura (1960-61)
Resistenza (1962-68)
6. Dei 723 sacerdoti e 2.225 religiose presenti a Cuba nel 1960, cinque
anni dopo restavano soltanto 225 sacerdoti e 191 suore. Cfr M. J. Marimón, «The
Church», cit., 402.
7. Tra il 1960 e il 1962 abbandonarono l’isola circa 200.000 cubani, su una
popolazione di poco inferiore a sette milioni di persone.
8. Cfr E. Dussel, Historia de la Iglesia en América Latina: medio milenio de
coloniaje y liberación (1492-1992), Madrid - México, D. F., Mundo Negro - Esquilla
Misional, 1992, 259.
9. Cfr I. Uría, Iglesia y Revolución en Cuba: Enrique Pérez Serantes (1883-
1968), el obispo que salvó a Fidel Castro, Madrid, Encuentro, 2011, 527-530.
ARTICOLI
22. Tesi sostenuta da F. Pérez Valencia, «La Iglesia católica cubana…», cit., 5.
23. Cfr II Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano, Do-
cumento di Medellín (1968), in Enchiridion. Documenti della Chiesa latinoamericana,
Bologna, Emi, 1995, 250.
24. Y. Congar, La ricezione come realtà ecclesiologica, in Concilium 8 (1972/7) 77.
25. Cfr E. López Oliva, «La Iglesia católica y la Revolución cubana», in Temas
55 (2008) 142 s.
RECEZIONE DEL CONCILIO VATICANO II A CUBA FRA IL 1959 E IL 1985
30. Cfr O. Rush, The Vision of Vatican II: Its Fundamental Principles, College-
ville (MN), Liturgical Press, 2019, 525 s.
RECEZIONE DEL CONCILIO VATICANO II A CUBA FRA IL 1959 E IL 1985
Considerazioni finali
31. Questa considerazione tiene conto soltanto dei membri che partecipavano
attivamente alla vita ecclesiale; molti altri cubani conservavano le proprie creden-
ze religiose su un piano strettamente privato e familiare. L’ Annuario pontificio di
quell’anno riportava, come cifra di cattolici (battezzati), quella di 3.973.000 cubani
su un totale di 10.484.000 abitanti. La Conferenza episcopale stimava in 150.000
(1%) i credenti attivi nella Chiesa. Cfr E. Crahan, «Cuba…», cit., 335, nota 58.
ARTICOLI
Conclusioni
La nascita di Mafalda
La genialità di Quino
«Mafalda la contestataria»
arrabbiata che rifiuta il mondo così com’è. […] Una sola cosa sa con
chiarezza: non è contenta. […] In Mafalda si riflettono le tendenze
di una gioventù irrequieta, che qui assumono l’aspetto paradossale
di un dissenso infantile, di un eczema psicologico da reazione ai
mass media, di un’orticaria morale da logica dei blocchi, di un’asma
intellettuale da fungo atomico»9.
«Mafalda e la zoocietà»
247
I titoli di successo delle sue strips sono numerosissimi. Mafalda
e la zoocietà è una delle tante indimenticabili serie10. La zoocietà
prende il nome da un dialogo tra Mafalda e il padre, a proposito
del fatto che si vive in una «società moderna». Lei chiede: «Sudicità
moderna?». Il padre: «SOCIETÀ moderna!». Mafalda: «ZOOCIE-
TÀ moderna!». I grandi non sempre si comportano come tali…11.
Ovviamente si parla del mondo fatto di adulti e bambini: i pro-
tagonisti sono sei bimbi e una coppia di genitori. Anche i bambini
sono divisi in coppie: Mafalda e Felipe, tutti e due vivaci e interes-
santi; Susanita e Manolito, limitati nell’intelligenza e negli ideali; e
poi Miguelito, il bimbo più piccolo e perfettamente innocente, e
infine il fratellino Nando, che è il più curioso di tutti. Al centro c’è
Mafalda, che ha intorno a sé, visibili, padre e madre; ma anche gli
altri hanno una parte notevolmente creativa.
Tuttavia i piccoli stanno in primo piano e si limitano a dire la
verità nel mondo umano di oggi, con l’immediatezza di chi non è
ancora abituato al gioco: una verità che i grandi conoscono perché
12. La striscia ritorna in Quino, Mafalda 1. Le strisce dalla 1 alla 384, Milano,
Salani, 2020, 68.
13. Ivi, 76.
14. Ivi, 52.
15. Id., Mafalda e la zoocietà, cit. (testo non paginato).
16. Cfr Quino, TuttaMafalda 2. Il denaro non è tutto, Milano, Bompiani, 1978.
ARTICOLI
17. Id., Mafalda, Roma, «I classici del fumetto di Repubblica», 2003, 186.
18. Anche questo volume non ha paginazione; nell’ultima edizione: Id., Ma-
falda 2. Le strisce dalla 386 alla 708, Milano, Salani, 2020, 19.
19. Id., Tutto Mafalda. L’ edizione più completa, riveduta e arricchita di nuove
testimonianze e contenuti esclusivi, Milano, Salani, 2010, 150.
20. Id., Mafalda 2, cit., 20.
21. Ivi, 31.
MAFALDA LA CONTESTATARIA
Uno dei caratteri più evidenti della serie è l’assoluta non ripeti-
tività, l’invenzione ininterrotta, ottenuta non già allargando il giro
dei personaggi e delle situazioni come nei Peanuts, ma scavando
più a fondo e più nel concreto. Di fatto i quattro bimbi più due
non sono semplici emblemi: hanno consistenza esistenziale e pos-
sono quindi sottrarsi, se vogliono, alla schematicità della situazione
di origine. Manolito si sottrae poco, e Susanita non vuole sottrarsi
affatto: ma questa è responsabilità loro, e vale a identificarli, negati-
vamente, anche se non li riduce a categorie.
Le categorie non pensano, non inventano, rimangono ester-
ne: forniscono caratterizzazioni su cui si può ironizzare, appunto,
dall’esterno; i ragazzini di questa storia, invece, sono personag-
25. Cfr Id., Capirà, caro Lei! Con un sottotitolo dell’editore: Il disegno come
crudele spia del costume (piccolo borghese), Milano, Bompiani, 1977 (or.: Hombre de
Bolsillo). In quell’anno, al Salone internazionale dell’Umorismo, il libro vince il pri-
mo premio per i disegni sul tema «La burocrazia».
26. Cfr ivi, 3 ss; l’«Introduzione» è la sola parte del volumetto che ha la nume-
razione di pagina.
MAFALDA LA CONTESTATARIA
La scomparsa di Quino
30. Cfr Corriere della Sera, 1 ottobre 2020, 25; cfr Quino, Quinoterapia, Mila-
no, Salani, 2006, 583.
31. M. Bernardi, in Quino, Tutta Mafalda, 1978, cit., VII.
32. V. Mollica, in Quino, Mafalda colpisce ancora. 999 perle dell’enfant terrible
del fumetto, Milano, Salani, 2015, 1.
LA SCUOLA E LA CHIESA NELLA PANDEMIA
Appunti dal Rapporto Censis «Stress test Italia»
Dai primi di marzo gli alunni di ogni ordine e grado non sono
256
più entrati a scuola. Per garantire il diritto allo studio, circa 8,5
milioni di ragazzi e ragazze e oltre 800.000 insegnanti6 sono stati
coinvolti in attività di «didattica a distanza» (DAD): spiegare e se-
guire le lezioni, sostenere le interrogazioni ed esprimere delle valu-
tazioni, tutto senza muoversi da casa.
Così in Italia, tra marzo e giugno 2020, si è assistito alla più
grande sperimentazione involontaria di innovazione metodologi-
ca. Tuttavia sarà difficile verificarne davvero l’esito: perché gli in-
segnanti e gli studenti erano impreparati al cambiamento e hanno
dovuto arrangiarsi con creatività in una situazione imprevista; per-
ché il sistema scolastico ha preso un provvedimento per risponde-
re all’emergenza e non aveva la possibilità di offrire le condizioni
adeguate per verificare un’innovazione; infine, perché, a prescinde-
re dalla preparazione, tutti gli studenti sono stati ammessi all’anno
successivo. Perciò non c’è stata alcuna valutazione – e, d’altra parte,
sarebbe stato difficile proporla – dello sforzo profuso in quei mesi
da docenti e discenti.
3. Ivi.
4. Ivi.
5. Il Rapporto considera anche altri soggetti sociali: dal sistema sanitario alle
attività professionali, dagli amministratori locali agli enti di Terzo Settore, dalla
famiglia al sistema di comunicazione.
6. Cfr Miur, Principali dati della scuola - Avvio Anno Scolastico 2019/2020,
settembre 2019, in www.miur.gov.it
LA SCUOLA E LA CHIESA NELLA PANDEMIA
14. Censis, Stress test Italia. I soggetti dell’Italia che c’è…, cit., 80.
15. Ivi, 81.
16. Cfr ivi.
17. Ivi.
LA SCUOLA E LA CHIESA NELLA PANDEMIA
sospensione delle attività menzionate dal Censis si aprono tre temi che
meriterebbero un approfondimento. Innanzitutto, l’azione di sostegno
ai poveri non è stata mai abbandonata. La continuità dei servizi di as-
sistenza agli ultimi è stata assicurata. Molte sale parrocchiali sono state
utilizzate come punti di deposito per la distribuzione di viveri orga-
nizzata da sacerdoti e laici, spesso coordinati da gruppi, associazioni o
movimenti. Contemporaneamente, le attività di mensa e di consegna
dei pasti non hanno subìto interruzioni; anzi, sono diventate un osser-
vatorio per rilevare e denunciare le difficoltà – aggravate dal lockdown
– di tante persone che vivono dell’elemosina dei passanti e sono senza
fissa dimora, come pure di «nuovi poveri».
La sospensione delle attività comunitarie, inoltre, ha permes-
so di affrontare due ulteriori temi tra loro connessi. Da un lato, la
262
pausa potrebbe essere valutata come uno «stress test» della maturità
dei fedeli laici, che si sono trovati nella condizione di dover cercare
occasioni per coltivare e custodire la propria spiritualità; dall’altro
lato, essa ha stimolato l’inventiva dei pastori, per offrire proposte di
supporto e di accompagnamento.
Un’indagine svolta durante il lockdown ha rilevato alcuni compor-
tamenti dei fedeli rispetto alla pratica religiosa24. I risultati mostrano
che quanti osservavano una pratica costante hanno incrementato, nel
26% dei casi, la lettura del Vangelo durante la settimana; tra loro la
lettura di testi spirituali è cresciuta del 36% e la pratica della Liturgia
delle Ore del 31%. Nel periodo di «distanziamento dalla vita ecclesia-
le» c’è stato dunque un gruppo consistente di fedeli che, nonostante la
sospensione delle funzioni, ha coltivato la propria spiritualità nel solco
della tradizione ecclesiale, intensificando i momenti di preghiera.
Tra l’altro, questi intervistati si pongono in un’ottica di discerni-
mento della storia: l’81% di loro legge la crisi nella prospettiva della
incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza
del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente,
la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica» («Decreto “corona-
virus”: la posizione della Cei», 8 marzo 2020, in www.chiesacattolica.it).
24. Il report si intitola «Nella Chiesa che cambia? Il cambiamento del sentire, della
pratica e delle abitudini religiose dei cattolici in Italia al tempo del Covid-19». L’indagine su
un campione della popolazione di cattolici che frequentano il web è stata condotta da Piotr
Zygulski, con il coordinamento di Carmelina Chiara Canta, per la rivista Nipoti di Maritain
(http://nipotidimaritain.blogspot.com/2020/04/sondaggio-chiesa.html), aprile 2020.
LA SCUOLA E LA CHIESA NELLA PANDEMIA
25. D. Libanori, «La fede al tempo del Covid-19. Riflessioni ecclesiali e pasto-
rali», in Civ. Catt. 2020 II 163-176.
26. Sempre secondo i dati Auditel, la Via Crucis del Venerdì Santo è stata vista
da 8 milioni di persone.
FOCUS
***
27. Cfr F. Garelli, Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell’Italia incerta di
Dio, Bologna, il Mulino, 2020.
28. Censis, Stress test Italia. I soggetti dell’Italia che c’è…, cit., 6.
LA «RIVOLUZIONE» BIANCO-ROSSA
DELLA BIELORUSSIA
hanno tentato la via dello sciopero, tra i giovani, che non hanno
conosciuto altro leader all’infuori di lui […]. E, soprattutto, tra le
donne, deluse da una deriva autoritaria che offre sempre meno in
cambio del loro silenzio»5.
Dopo la dichiarazione ufficiale, che annunciava la solita vit-
toria «bulgara» a favore di Lukashenko, la Tikhanovskaja – che
nel frattempo, per sfuggire all’arresto, si era rifugiata in Lituania
- non ha accettato il risultato elettorale e si è dichiarata vincitri-
ce6. Una parte considerevole del popolo bielorusso ha pienamen-
te «convalidato» e accolto tale dichiarazione e si è mobilitata per
sostenerla. Da allora nella capitale Minsk ogni domenica quasi
100.000 persone7 manifestano pacificamente per chiedere le di-
missioni del Presidente8. Ad alcune di queste manifestazioni – ad
267
esempio, il 16 e il 23 agosto – hanno partecipato più di 200.000
persone, il che non era mai avvenuto nella storia del Paese. Uno
dei limiti più evidenti di tale movimento è che non riesce ancora
a organizzarsi in un partito politico unitario e a esprimere un
programma di governo anche di massima, capace di indirizzare
il Paese verso un sistema democratico più aperto e moderno.
A questi imponenti raduni di massa la polizia ha risposto usan-
do la forza, in particolare sparando gas lacrimogeni e proiettili di
gomma e aggredendo i manifestanti. Inoltre, diverse centinaia di
persone, soprattutto giovani, sono state arrestate, mentre molti
manifestanti disarmati sono stati brutalmente picchiati e in vario
modo umiliati.
Per comprendere quanto sta avvenendo in questi mesi in Bielo-
russia è necessario esaminare la questione più da vicino e all’interno
della sua cornice storica9.
5. Ivi.
6. Cfr «Fuori dal tempo», in Internazionale, 18 settembre 2020, 43.
7. Sebbene nelle ultime domeniche il numero dei manifestanti sia diminuito,
ma non in modo considerevole.
8. Cfr O. Rodionova, «A Minsk in marcia per il futuro e la libertà«, in la
Repubblica, 18 agosto 2020; T. G. Ash, «Il grido dei bielorussi che ci ricorda il valore
della libertà», ivi, 22 agosto 2020.
9. Cfr A. Teslia, «Une nation en quête d’histoire», in Courrier international,
n. 1558, 10 settembre 2020, 13.
FOCUS
cosa che la forza bruta non potrà mai sconfiggere: la verità» («Premio Sakharov agli
oppositori della Bielorussia», in la Repubblica, 23 ottobre 2020).
12. I. Petz, «L’ultima rivoluzione d’Europa», in Internazionale, 18 settembre
2020, 42.
LA «RIVOLUZIONE» BIANCO-ROSSA DELLA BIELORUSSIA
13. Cfr Ch. Ayad, «En Bielorussie, la peur a changé de camp», in Le Monde,
27 agosto 2020.
14. X. Colas, «Intervista a Svetlana Tikhanovskaja», in Corriere della Sera, 27
agosto 2020.
15. F. Petroni, «Il girotondo delle potenze attorno al caos di Minsk», in Li-
mes, n. 8, 2020, 290.
FOCUS
16. Ivi.
17. Ivi.
LA «RIVOLUZIONE» BIANCO-ROSSA DELLA BIELORUSSIA
dai due Paesi diversi anni prima, ma che, a causa delle resistenze di
Lukashenko, finora è rimasto sulla carta.
A questi problemi si sono aggiunte alcune maldestre accuse che
denunciavano la penetrazione di soldati russi nel territorio del Paese
confinante. Undici giorni prima del voto il Kgb bielorusso ave-
va arrestato 33 mercenari russi della compagnia privata Wagner
– probabilmente in transito verso qualche teatro di guerra in Me-
dio Oriente –, accusandoli di essere venuti a Minsk per seminare il
caos in occasione delle elezioni presidenziali. Il Cremlino, irritato,
ha ritenuto che si trattasse di una manovra ordita da Lukashenko
per ottenere l’appoggio dei governi occidentali alla sua rielezione
attraverso una campagna anti-russa, basata sulla difesa della sovra-
nità nazionale18. A questo punto Mosca ha perso la scarsa fiducia
273
che aveva nei confronti del vecchio Presidente. Tuttavia ha preferito
non arrivare a uno scontro aperto, anche per non complicare la si-
tuazione, che si prospettava già difficile e intricata19.
277
Gli abbandonati
ricchi. Per me, cercare sempre l’ultimo degli ultimi posti, ordinare la mia
vita in modo da essere l’ultimo, il più disprezzato degli uomini»4.
È interessante notare che de Foucauld non soltanto cerca gli ab-
bandonati a uno a uno, ma in ciascuno di loro coglie tutto il popo-
lo: per la precisione, va in cerca dei popoli più abbandonati. Diceva
il beato: «E poiché nessun popolo mi è sembrato più abbandonato di
questi, ho sollecitato e ottenuto dal Rev.mo Prefetto apostolico del
Sahara il permesso di stabilirmi nel Sahara algerino e di condurvi
nella solitudine, nella clausura e nel silenzio, nel lavoro manuale e
nella santa povertà, solo o con qualche sacerdote o laico fratelli in
Gesù, una vita per quanto è possibile conforme alla vita del benea-
mato Gesù a Nazaret»5.
L’altra caratteristica di Charles de Foucauld che papa Francesco
281
fa sua consiste nell’abbraccio agli abbandonati. Esso non è soltanto
quello della misericordia o della giustizia, ma quello dell’amicizia,
personale e sociale.
Riguardo all’amicizia, segnaliamo qui un esempio importante
di come papa Francesco categorizzi realtà che di solito vengono
prese tutt’al più come buoni esempi. E dicendo «categorizza» in-
tendiamo che egli approfondisce e formula l’essenza universale di
fenomeni che molte volte vengono trattati come casi particolari.
Francesco fa notare: «C’è un riconoscimento basilare, essenziale da
compiere per camminare verso l’amicizia sociale e la fraternità uni-
versale: rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale
una persona, sempre e in qualunque circostanza. Se ciascuno vale
tanto, bisogna dire con chiarezza e fermezza che “il solo fatto di
essere nati in un luogo con minori risorse o minor sviluppo non
giustifica che alcune persone vivano con minore dignità”. Questo è
un principio elementare della vita sociale, che viene abitualmente e
in vari modi ignorato da quanti vedono che non conviene alla loro
visione del mondo o non serve ai loro fini» (FT 106).
E quanto vale un essere umano? In questa enciclica Francesco ci
dice che un essere umano non soltanto vale in quanto è degno di giu-
stizia e di misericordia, in quanto è fratello e pari nell’umanità, ma può
La conversazione
Il vero superamento dei conflitti: ciò che è più intimo, ciò che è più universale
Vediamo quanto sia intensa, nel beato Charles, questa relazione tra
la radicalità della sua santità personale e la forza di irradiazione univer-
sale di quella stessa santità a tutti i popoli. È ciò che esprime la parabola
del lievito nell’impasto. Ma papa Francesco giunge a mostrarci anche
l’altra faccia della medaglia: la relazione tra interiorità e universalità
non è una strada a senso unico, che da più interiore va diventando più
universale. Francesco ci fa comprendere che non c’è vera universalità
che non cerchi di radicarsi nei valori più profondi, che sono liberi e
gratuiti. Una politica che non coltivi il desiderio di amicizia nel po-
polo e che si limiti a manipolare dall’esterno le volontà e i voti, non
arriverà mai a essere vera politica, ossia servizio del bene comune. E
sebbene in apparenza ci voglia più tempo a constatarlo, possiamo af-
fermare lo stesso dell’economia: un sistema economico che non arrivi
285
al portafoglio del più escluso prima o poi collasserà su scala globale.
Con la pandemia di Covid-19 abbiamo compreso a livello esi-
stenziale questa relazione tra la salute di un singolo individuo e
quella dell’umanità intera. E se ci spingiamo un po’ più lontano,
possiamo dire la stessa cosa della gioia e della bellezza: una gioia
di cui non possono gioire tutti, di cui gioiscono soltanto alcuni in
modo egoistico, non è una gioia piena, le manca qualcosa. Tutto è
connesso, e la relazione tra interiorità e universalità riguarda l’esse-
re, non è una mera teoria astratta.
Due princìpi
Il perdono
L’amicizia
13. M. Delbrêl, «Perché amiamo il padre de Foucauld», in Id., Che gioia cre-
dere!, Torino, Gribaudi, 1969, 31-34.
DANTE E I GESUITI
Giandomenico Mucci S.I.
Nel 1965, nel corso delle celebra- mento della lingua italiana era ab-
zioni per il settimo centenario del- bastanza ridotto. Tuttavia, in quelle
la nascita di Dante, la nostra rivista scuole, a gruppi di giovani scelti
pubblicò due articoli volti a sfatare che formavano le cosiddette «Ac-
un luogo comune che nell’immagi- cademie» era concesso di leggere la 291
nario italiano ritorna quando si par- Commedia secondo uno stile che fa
la dell’atteggiamento dei gesuiti nei pensare alle future lecturae Dantis.
confronti dell’arte della Commedia1.
Da quando nel Settecento un ge- Il fine apologetico
suita, Saverio Bettinelli, rese nota la
sua infelice opinione sul poeta, qua- È altresì possibile che i maestri
si non è mai mancato un manuale gesuiti abbiano esitato a consigliare
di storia della letteratura italiana e il poema dantesco ai loro studenti
qualche suo frettoloso ripetitore che per il tempo stesso che vedeva fio-
non attribuisca a tutta la Compagnia rire le loro scuole e i loro collegi, il
quella che fu l’opinione di un suo secolo che aveva assistito alla lace-
membro: come se i gesuiti avessero razione della cristianità occidentale
comminato la scomunica al poeta! con le critiche, in tanta parte d’Eu-
In verità, nelle scuole della ropa, contro l’istituto stesso del pa-
Compagnia Dante non era l’autore pato; e certi canti del grande poe-
maggiormente raccomandato agli ma che denunciano a chiare let-
allievi, come invece lo erano gli tere i vizi e le debolezze di alcuni
autori dell’antichità classica, anche pontefici non dovevano sembrare il
perché nei loro programmi scola- nutrimento più salutare per menti
stici il posto assegnato all’insegna- giovanili in quel tempo.
1. Cfr D. Mondrone, «Dante e i gesuiti», in Civ. Catt. 1965 II 535-547; Id., «Gesuiti
studiosi di Dante», ivi 1965 III 119-132. Abbiamo tratto da questi due articoli le notizie sto-
riche e letterarie che citiamo.
Saverio Quadrio, autore nel Sette- in parte. Perché questo gesuita del
cento dei sette volumi Della storia e Settecento è ancora ricordato sia
della ragione d’ogni poesia, una spe- per l’infelice stroncatura di Dante
cie di grande enciclopedia di lette- sia per i meriti che si acquistò nella
ratura universale, che indaga origi- storia della letteratura con lo svec-
ne, natura e storia della lirica, della chiamento promosso nella cultura
drammatica e dell’epica in tutte le italiana del suo secolo, nonostan-
età e in tutti i Paesi. Dante è pre- te le intemperanze, gli eccessi e le
sente in ciascuno dei grossi volumi contraddizioni4.
con le sue canzoni, ballate e sonetti, Come abbiamo già detto, la
ma soprattutto con la Commedia e posizione antidantesca di Betti-
con la storia della sua composizione nelli esprimeva il suo convinci-
e delle sue prime versioni. mento personale, non la posizio-
293
E poi ancora un gesuita, Giro- ne della Compagnia in quanto
lamo Tiraboschi, autore della mo- tale. Infatti, appena Bettinelli
numentale Storia della letteratura ebbe commesso il suo misfatto
italiana, molto stimata dal Foscolo letterario, venne rimosso dai suoi
e dal De Sanctis. Dante vi è lodato superiori dall’ufficio di professo-
come «una vivacissima fantasia, un re e di accademico nel Collegio
ingegno acuto, uno stile a quan- dei Nobili di Parma e destinato a
do a quando sublime, patetico, dirigere corsi di Esercizi spirituali
energico, che si solleva, e rapisce, nel solitario Casino presso Vero-
immagini pittoresche, fortissime na. Qualche elogio fu tributato a
invettive, tratti teneri e passiona- Bettinelli da alcuni gesuiti fran-
ti, ed altri somiglianti ornamenti, cesi, perché allora in Francia im-
onde è fregiato questo poema, son perava Voltaire, celebre antidan-
un ben abbondante compenso de’ tista, pari, più tardi, a Lamartine.
difetti e delle macchie, che in esso In Italia, Le lettere virgiliane furo-
s’incontrano». no apprezzate dal Cesarotti, dal
E poi le famigerate Lettere virgi- Giovio, dal Verri, e se ne capisce
liane di Saverio Bettinelli. Vincen- la ragione.
zo Monti, per una piccola vendetta, Tra gli estimatori di Dante va
scrisse di lui: «Qui giace Bettinel annoverato un altro gesuita del
che tanto visse / da veder obliato ciò Settecento: Andrea Rubbi, vene-
che scrisse». Ma fu profeta soltanto ziano, autore dei 56 volumi del
Parnaso italiano, tre dei quali con- tutte le cose che il Vico loda e man-
tengono la Commedia, la biografia cano tutte quelle che egli giudicava
e l’elenco delle opere del poeta e il lodevole avere tralasciate»5.
confronto tra lui e Michelangelo. Un secolo e mezzo dopo il Ven-
A metà dell’Ottocento, il padre turi fu pubblicato il commento alla
Valeriano Cardella, professore di Commedia del padre Giovanni Cor-
lettere nel Collegio di Orvieto, noldi. Erano gli anni nei quali Leone
pubblicava un volumetto sull’ordi- XIII andava restaurando il tomismo
ne delle cantiche della Commedia nelle scuole cattoliche e, in tale con-
a uso degli studenti, esortandoli a testo, istituiva in Roma una cattedra
dissetarsi alla «sapienza profusa in dantesca. Dalla sponda opposta, con
quel miracolo di poesia». l’intenzione palese di fare del poema
uno strumento contro il papato, travi-
294
I commentatori gesuiti sando il senso delle invettive del poe
ta, la massoneria istituiva un’analoga
Nella Compagnia non sono cattedra alla «Sapienza» e la offriva al
mancati, tra l’Ottocento e il Nove- Carducci, il quale, pur essendo mas-
cento, neppure i commentatori di sone, non la accettò; e al gran maestro
tutta la Commedia. Ne presentiamo della massoneria Adriano Lemmi, che
alcuni, a testimonianza dell’interesse lo sollecitava a nome del ministro Bo-
che i gesuiti italiani hanno portato vio, rispose di dissentire dallo scopo
a Dante, ma non senza prima aver inteso dal governo in quanto Dante
almeno accennato a un loro prece- troppo evidentemente era perfetta-
dente illustre del Settecento: il com- mente cattolico. Allora, da parte cat-
mento al poema del padre Pompeo tolica si sentì il bisogno di commen-
Venturi, che fino al 1870 aveva avuto tare la Commedia secondo l’autentico
non meno di 30 edizioni. La storia spirito del suo grande autore.
redazionale di questo commento è L’impegno fu fatto proprio dal
stata assai travagliata, e rimandiamo Cornoldi, uno dei redattori della
chi vorrà conoscerla allo studio che Civiltà Cattolica, che, da fervente
ne fece il Mondrone. Qui basti dire tomista qual era, compose il suo
che l’opera del Venturi meritò le lodi commento chiarendo i luoghi fi-
del Vico, e il Croce riconosceva che losofici, teologici, storici, etici,
nel lavoro del gesuita «sono appunto politici, ascetici del poema, ma
siede a Milano fino al 2016, quan- ma anche molti laici ricordano con
do si sposta a Gallarate per una mi- gratitudine ed entusiasmo il suo
gliore assistenza, pur continuando a servizio sacerdotale, di cui hanno
intervenire su questioni di attualità, goduto in molte occasioni nel cor-
come l’accoglienza ai migranti, con so degli anni. Il suo comportamen-
quella libertà di spirito e di parola to religioso e l’osservanza dei voti
che caratterizza i grandi anziani. erano assolutamente encomiabili.
Circa due anni fa, mentre è accom- Per molti anni, a Roma, a Palermo,
pagnato in auto a tenere una confe- a Milano, ha svolto anche il servi-
renza, viene coinvolto in un grave zio di superiore della comunità re-
incidente stradale. Ma si riprende ligiosa a cui apparteneva, in modo
ancora. Al compimento del suo 90° prudente, umano e cordiale.
anno, nell’autunno del 2019, ha la Certamente è stato un credente
300
gioia di partecipare, insieme ai pa- sincero, animato da una profonda
dri di Aggiornamenti Sociali, a Roma devozione mariana. Concludendo
a un’Udienza papale, in cui papa il suo commiato da Aggiornamen-
Francesco – che lo ricorda sempre ti Sociali, scriveva: «Insisterò nella
con molta stima – gli manifesta an- preghiera perché Dio benedica la
cora una volta il suo personale affet- rivista e la sua grande famiglia […]
to. e continuerò ad affidarla alla Madre
Il ricordo di p. Bartolomeo sa- della Divina Grazia, che ho impa-
rebbe gravemente incompleto se rato a invocare con il titolo di “vera
non si parlasse anche, almeno un direttrice di Aggiornamenti Sociali”».
poco, della sua vita sacerdotale e re- Senza dubbio, nessuno è perfetto
ligiosa. Egli si alzava ogni mattina e neppure p. Sorge lo era, ma il suo
prima dell’alba per una prolungata sorriso aperto e cordiale e la sua inal-
preghiera personale e la celebra- terabile serenità lasciavano trasparire
zione della Santa Messa. Si recava un’anima unita a Dio senza incer-
regolarmente per ritiri spirituali tezze, lieta nel rispondere fino in
personali all’Abbazia delle Bene- fondo alla sua vocazione al servizio
dettine di Citerna (Pg). Era volen- degli altri, nella Chiesa e nella Com-
tieri disponibile per conversazioni e pagnia di Gesù. Lo ricordiamo con
ritiri, in particolare per i sacerdoti, affetto, simpatia, stima e gratitudine.
«AQUILE RANDAGIE»
Scautismo e Resistenza
Giovanni Arledler S.I. - Federico Lombardi S.I.
4. Ivi, 256 s.
5. Il libro più completo su questo tema è: C. Verga - V. Cagnoni, Le Aquile Ran-
dagie, Roma, Fiordaliso, 2002.
ARTE MUSICA SPETTACOLO
R
308
ICCARDO LOMBARDI.
UN TESTIMONE DEL NOVECENTO
a cura di GIANNI LA BELLA
Milano, Guerini e Associati, 2020, 174, € 19,50.
Giandomenico Mucci
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
ENRICO CATTANEO
P IETRO E PAOLO.
LA «ROCCIA» E «IL PIÙ PICCOLO»
DEGLI APOSTOLI A CONFRONTO
Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2020, 296, € 26,00.
perato di Pietro e Paolo a Roma, quali «fondatori» della Chiesa romana. Riguar-
do alla questione del martirio comune, va detto che la tradizione della morte
contemporanea dei prìncipi degli apostoli non dev’essere intesa né come una
leggenda né come un dato storico, ma come il risultato della prassi liturgica di
commemorare insieme i martiri. Allo stesso modo, a Roma la data della morte
di Pietro (29 giugno) ha probabilmente attirato tutti gli altri martiri (sotto Ne-
rone, multitudo ingens), compreso Paolo (ma significativamente le tombe dei due
apostoli non si trovano nello stesso luogo). La comune commemorazione dei
due apostoli è data per acquisita non soltanto nella Prima lettera di Clemente, ma
anche nella Lettera di Ignazio ai Romani, dove essi esercitano ovviamente insie-
me la loro autorità sulla Chiesa romana, per via della presenza delle loro tombe.
Aggiungiamo due altri dati interessanti: Policarpo di Smirne, che, come
mostra l’A., nella sua Lettera ai Filippesi si riferisce in modo sorprendente-
mente costante alla Prima lettera di Pietro e quindi apprezza la tradizione
romana, potrebbe aver intrapreso il viaggio a Roma come pellegrinaggio alle
311
tombe degli apostoli: in effetti, la disputa pasquale non era il motivo princi-
pale della sua visita nell’Urbe. L’usanza ebraica di raccogliere le ossa potrebbe
spiegare la presenza delle ossa nella teca di marmo del Muro Rosso della Me-
moria di Pietro, sotto la Confessione della Basilica vaticana.
Stefan Heid
RICCARDO IACONA
«Non voglio essere un eroe, ma solo un medico»: queste parole del dottor
Li Wenliang, l’oculista di Wuhan che per primo aveva dato l’allarme, non
creduto, sulla possibile circolazione di un nuovo coronavirus, si ritrovano nel
titolo del libro di Riccardo Iacona e ne rappresentano l’idea centrale.
Lo scopo dell’A. è dichiarato sin dall’introduzione: dissipare la cortina
fumogena, fatta di retorica, di enfasi, di toni apocalittici, di parole di guerra,
che caratterizza ancora oggi la narrazione di quanto è accaduto in Italia nei
primi mesi del 2020, da quando il coronavirus è entrato nel nostro Paese e in
breve tempo si è diffuso fino a diventare una pandemia che ha colpito dura-
mente, «sconvolgendo i riti della cura e della morte».
Una cortina fumogena utile solo a nascondere la verità, impedendo di capire
gli errori commessi e di individuare le responsabilità. Una cortina fumogena che
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
rischia di rendere del tutto inutile l’enorme dolore causato dalla pandemia, evitan-
do che si faccia l’unica cosa giusta che si può fare: imparare da tutto quanto accadu-
to. «Peggio di questa crisi, ci sarebbe solo sprecarla», ci ha ricordato papa Francesco.
Con questo spirito l’A. riavvolge il nastro di questi ultimi mesi e lo manda
avanti piano, mettendo al centro del suo racconto le persone. La strada intra-
presa per andare oltre la retorica è quella dell’ascolto dei protagonisti. Sono oltre
50 gli incontri su cui egli basa la ricostruzione dei fatti, a partire dai familiari
delle vittime, per poi dare voce ai medici di famiglia, agli infermieri, al perso-
nale ospedaliero, agli amministratori locali, ai politici, confrontandosi anche
con ricercatori di fama mondiale.
Scorrendo le pagine, ne risulta un percorso a cerchi concentrici, che ci por-
ta dentro i vari scenari in cui si sono svolte le vicende legate al coronavirus. Si
entra dentro le case dei malati, in cui si incontrano i medici di famiglia che
curano «a mani nude»; si entra dentro le ambulanze, dentro i Pronto Soccorso,
dentro le corsie di ospedali, dentro le terapie intensive, dentro le Rsa.
312
Alle testimonianze dei protagonisti si uniscono articoli scientifici, dati
statistici, il richiamo delle circolari governative, l’analisi delle diverse strategie
adottate da ogni regione in Italia e la descrizione di quanto accaduto in altri
Paesi europei ed extraeuropei. Il risultato è un lavoro di ricerca completo, da
cui scaturiscono elementi molto chiari, che rappresentano punti chiave su cui
basare le scelte da prendere immediatamente per una riforma efficace del nostro
Sistema sanitario nazionale.
Un lavoro di ricerca che evidenzia anche quali sono i punti di forza da cui
ripartire, descrivendo quelle best practices adottate in alcune realtà virtuose, ba-
sate sui concetti di medicina del territorio, integrazione dei servizi sanitari, sor-
veglianza attiva nelle comunità, comunicazione, sanità pubblica e prevenzione.
Mai più eroi in corsia è un libro interessante, che non racconta una catastrofe
passata con il senno di poi, ma offre preziose riflessioni per una crisi tuttora in
corso, chiedendo con forza di adottare la logica del senno di prima.
Nico Lotta
DOMENICO SANTANGELO
Annalisa Latartara
ANDREA CAPUSSELA
314
D ECLINO. UNA STORIA ITALIANA
Roma, Luiss University Press, 2019,
424, € 24,00.
a una realtà nella quale, pur essendoci molte energie positive, mancano spesso
i partiti e gli altri corpi intermedi, capaci di coordinarle e dare loro voce.
Capussela non manca di richiamare l’attenzione del lettore sulle occasioni
perdute, cioè sulle varie circostanze nelle quali l’Italia sarebbe probabilmente
riuscita a darsi un equilibrio più equo e maggiormente foriero di sviluppo.
Dobbiamo anche notare come il testo abbondi di citazioni da autori quali
Machiavelli e Leopardi, Braudel e Foucault, Manzoni e Marc Bloch, Gadda
e Calvino, Pasolini e don Milani: brani che – pur nella loro diversità stilistica
e analitica – individuano lucidamente le tante questioni irrisolte che conti-
nuano ad affliggere il nostro sistema economico e politico. L’A. mostra che,
per quanto strano possa apparire l’itinerario verso il benessere, il cosiddetto
«miracolo economico» sembra aver costituito un’epoca non particolarmente
problematica. L’Italia ha invece fallito quando la crescita ha cominciato a di-
pendere soprattutto dall’innovazione, dal momento che questa porta con sé
la cosiddetta «distruzione creatrice» (Schumpeter), ma rappresenta nel con-
315
tempo una minaccia per le élite, le quali perciò hanno cercato di soffocarla.
Guardando però al futuro, è possibile che la gravità del declino e la necessità
di porvi rimedio inducano, prima o poi, a proteggere maggiormente le idee
innovatrici, anche a scapito delle posizioni di rendita delle classi dirigenti.
Enrico Paventi
MARCO POZZA
I L BALZO MALDESTRO
Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2020,
208, € 16,00.
In questo libro l’A., cappellano del carcere «Due Palazzi» di Padova, trae ispi-
razione da un’opera di Antoine de Saint-Exupery a lui molto cara, Cittadella, «il
suo vangelo laico». A volte, infatti, ci sono pagine di letteratura che non parlano
esplicitamente di Dio, ma fanno nascere in noi il desiderio di Dio e sono capaci di
produrre nel cuore le condizioni per cui la parola di Dio possa penetrare in esso.
Anche se Saint-Exupery non si riferiva esplicitamente al Dio cristiano, con
le sue opere ha aiutato l’uomo a scoprire il proprio posto nel mondo e a prepara-
re le condizioni di quel «balzo», captando la voce dell’Assoluto nella terra dell’ef-
fimero, la forza di ciò che è fondamentale dentro le strutture del provvisorio. La
sua Cittadella, infatti, è fatta per chi ha il coraggio di osare, per uomini audaci.
La vita è avvenimento, sorpresa, incontro; è il segno di un desiderio.
L’uomo, infatti, non cambia a forza di ragionamenti, ma spinto dall’urto inat-
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
Valentina Cuccia
S ACRAMENTARIA FONDAMENTALE
Brescia, Queriniana, 2020, 448, € 30,00.
cato fra i teologi l’assunzione di prospettive diverse. Alcuni, per evitare la con-
cezione astratta e univoca dell’essenza dei sacramenti, proponevano di studiare
prima i singoli sacramenti (De sacramentis in specie), e poi ricercare ciò che, es-
sendo comune ai singoli sacramenti, caratterizzasse i sacramenti in genere. Al-
tri, invece, per non far correre alla teologia sacramentaria il rischio di rimanere
condizionata da categorie soggettive, ritenevano necessaria l’elaborazione di
una teologia fondamentale sui sacramenti che, partendo da una nozione aper-
ta (analoga) di sacramento, prendesse in considerazione le istanze provenienti
dalle scienze umane (antropologia culturale, filosofia delle religioni e del lin-
guaggio, semiotica ecc.) e si confrontasse con i nuovi apporti provenienti dalla
teologia biblica, patristica, cristologico-trinitaria, ecclesiologica, liturgica ecc.
Il manuale in esame si muove all’interno di questa seconda prospettiva. Esso è
strutturato in tre parti (la prima è opera di Nardin, le altre due di Lameri).
Nella prima parte – «Alcune questioni preliminari e metodologiche» –
vengono trattati tre aspetti: «Il contesto culturale contemporaneo e l’istanza 317
sacramentale»; «La sacramentaria nella circolarità dinamica tra fede celebrata,
professata e confessata»; e «Linee di sacramentaria biblica».
La seconda parte – «La comprensione del sacramento. Percorso storico» –
illustra come il fatto sacramentale sia stato accolto dalla comunità credente nella
sua coscienza di fede, ed espresso nel suo vissuto celebrativo e nelle diverse epo-
che della sua storia. Il lungo percorso – scandito da 12 capitoli che, iniziando
dai Padri, conducono fino alla riflessione teologica attuale – non si limita a una
mera presentazione delle formule che hanno astrattamente definito l’essenza dei
sacramenti, ma è arricchito dai riferimenti al contesto storico, alla prassi e alla
riflessione liturgica che di quelle formule costituiscono lo sfondo.
Nella terza parte – «Momento sistematico» –, strutturata in tre capitoli,
l’evento sacramentale viene approfondito nelle sue dimensioni storico-salvi-
fica, cristologico-trinitaria, ecclesiologica e antropologico-rituale. All’inter-
no della visione della storia della salvezza, i sacramenti si presentano: 1) come
eventi in forma rituale che, al pari di quelli storico-salvifici, rivelano Dio che
agisce nell’oggi «con fatti e con parole intrinsecamente connessi tra loro»
(Dei verbum, n. 2); in questo senso, il rito è l’estetica del fare creativo di Dio;
2) come azioni che Cristo compie nello Spirito Santo, unendo a sé la sua Sposa-
Chiesa; 3) come azioni «teandriche» di santificazione dell’uomo da parte di Dio, e
di glorificazione-culto a Dio da parte dell’uomo. Le classiche questioni legate alla
trattazione sui sacramenti (istituzione, settenario, grazia, carattere ecc.) vengono
rilette e interpretate alla luce delle dimensioni cristologica ed ecclesiologica.
Completa questa parte il testo annesso «Evangelizzazione, sacramenti e loro
degna celebrazione», costituito da due schede contenenti spunti di riflessione di
natura pastorale, rispettivamente sul rapporto evangelizzazione-celebrazione dei
sacramenti e sul valore della celebrazione capace di introdurre nel mistero con
arte. In Appendice, vengono presentati i sacramentali in relazione ai sacramenti.
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
Questo volume, che espone con chiarezza gli elementi fondamentali della
riflessione teologica sui sacramenti, rappresenta una ricchezza nel panorama
degli studi e uno strumento utile per l’insegnamento.
Salvatore Barbagallo
EMILIANO LAMBIASE
L A DIPENDENZA SESSUALE.
DIAGNOSI E STRUMENTI CLINICI
Roma, Carocci, 2019, 200, € 18,00.
mai lineare, ma piuttosto ciclico; questo perché l’individuo non si scoraggi e ricada
nella dipendenza come modo di punire se stesso, ritenendosi indegno).
Per ogni fase vengono precisati gli obiettivi auspicabili e le strategie con le
quali si vorrebbe raggiungerli. Particolarmente utile è il suggerimento di tenere
un diario della giornata, notando quali attività risultino centrali (anche sotto il
profilo dell’interesse) e il tempo a esse dedicate. Nella descrizione si è soprattutto
invitati a monitorare la dimensione sessuale, ripercorrendone la storia: «Quando
sono iniziati i primi desideri sessuali? Quando i primi comportamenti sessuali?
Con chi? Con cosa? Come si sono evoluti nel tempo fino a quelli odierni?» (p. 142).
È importante anche esplicitare le eventuali strategie di controllo messe in
atto e gli esiti ottenuti, tenendo conto dell’importanza decisiva di piccole vitto-
rie, perché mostrano strade differenti, che consentono di vivere meglio, guar-
dandosi dalla pretesa di soluzioni magiche.
Si tratta di modalità che hanno il significato simbolico di esercitare un control-
lo sulla propria vita. I passaggi successivi della terapia sono un’esplicitazione sempre
319
più attenta ai dettagli e agli investimenti affettivi dei quali per lo più la persona non
era consapevole, come ad esempio riconoscere i luoghi e le occasioni di pericolo e
monitorarli (in particolare la navigazione sul web), imparando a programmare la
propria giornata in una maniera più sana e, nelle situazione di maggiore fragilità,
a chiedere aiuto (al terapista, al gruppo di sostegno, ad amici fidati).
Betty Varghese
EDI NATALI
critica delle opere della poetessa, derivante dalla mancanza di una bibliografia
completa ed esaustiva; 2) l’esistenza di tematiche superconsiderate a vantaggio
di altre ritenute erroneamente marginali; 3) l’assenza di un’analisi critica, au-
tentica e completa, della produzione letteraria della Merini, dal momento che
essa è tuttora oggetto di un approccio prevalentemente letterario.
La «Bibliografia su Alda Merini» e la «Bibliografia secondaria», presentate
alla fine del testo, sono un invito ad addentrarsi nel messaggio della Merini e
a contribuire al superamento delle difficoltà sopra accennate.
Il testo è suddiviso in tre macrosezioni. La prima – «Schegge di vita» – è de-
dicata all’insorgere del male e all’incombere della follia nella Merini, in funzione
di un avvertire Dio come il più intimo e il più assente. Segue l’excursus «Il mani-
comio dalla legge Giolitti (1904) alla legge Basaglia sulla storia del manicomio»:
per l’A., «penetrare nei rivoli della storia del manicomio permette di entrare in
un climax che è indispensabile per leggere la poesia-testimonianza» (p. 77) della
Merini nel periodo della degenza e oltre.
320
La terza sezione si compone di due capitoli. Nel primo – «Ho vissuto dieci anni
nella giungla odorosa di salici, ero una rosa dormiente…» – viene esaminata la
produzione della poetessa risalente al periodo dell’internamento. Il secondo capitolo
– «E questa è la fede» – fa riferimento agli anni seguenti. È molto difficile separare
il percorso del prima da quello del dopo, dal momento che dalla sofferenza radicale
della poetessa si sprigiona quello sconfinamento mistico che la conduce a stare ai
piedi di Dio, «un Dio luminoso e al tempo stesso oscuro […], capace di togliere lei
a se stessa […], in un processo che richiama il distacco della mistica» (p. 70).
Sì, ci furono giorni dei quali la Merini scrisse: «Mi legarono mani e piedi
e in quel momento, in quel preciso momento, vissi la passione di Cristo». Ma
ad essi seguirono giorni in cui, come lei afferma, «tornai ad incontrare le mar-
gheritine, le violette. Dio!». Partire, nel corso di una sosta che segue una lunga
sofferenza, da un punto di riferimento certo, sicuro, per aprirsi, immergersi
nella Luce che non avrà mai fine. L’incipit umano è nella fame d’amore. Quello
stesso amore di cui, secondo la Merini, Cristo stesso confessa di aver bisogno,
quando dice di sé: «Mi appesero a una croce… Quello che tutti gli uomini non
avevano capito è che io, il Figlio di Dio fatto uomo, il Messia, avevo soltanto
sete di amore». La ricapitolazione è in Dio: decantarci è compito suo, ma dopo
l’attraversamento della croce di Cristo.
L’A. ama presentare la Merini mentre trascrive frammenti di sussurri, ascol-
tati dal Mistero, stando in ginocchio sul selciato (p. 17). A imitazione del Cristo
nell’Orto degli Ulivi o nel senso del logion evangelico riferito al seme che, per
portare frutti, muore.
Pierino Montini
OPERE PERVENUTE
AGIOGRAFIA LETTERATURA
MONTINI G. B., Pensieri giovanili (1919- GARDINI N., Poesie. Il piacere di tradurre,
1921) (A. MAFFEIS), Brescia - Roma, Istituto Milano, Crocetti, 2020, 128, € 13,00.
Paolo VI - Studium, 2020, 144, € 18,00. LEMAITRE P., Lo specchio delle nostre
miserie, Milano, Mondadori, 2020, 500,
€ 20,00.
ARTE MANCINI D., Il Vuoto è pieno di Vita.
ROBERTI B., Federico Fellini. L’ apparizione Poesie, Alghero (Ss), Nemapress, 2020, 168,
e l’ombra, Roma, Ente dello Spettacolo, 2020, 222, € 16,00.
€ 17,50. MARIANO P. M., Del fiume e degli alberi.
Scritti a bandiera, Reggio Emilia, thedotcompany,
2019, 82, € 9,90.
DIRITTO SANTI P., Caro marzo, Firenze, Socie-
tà Editrice Fiorentina, 2020, 96,
LIZZOLA I., Oltre la pena. L’ incontro ol-
€ 10,00.
tre l’offesa, Roma, Castelvecchi, 2020, 210,
€ 20,00.
MAGLIO G., Libertà e giustizia nel pensiero MASS MEDIA
di Tommaso d’Aquino. Un modello di umanesimo,
Padova, Cedam, 2020, 176, € 23,00. Algoritmo (L’) pensante. Dalla libertà
MANCONI L. - GRAZIANI F., Per il tuo dell’uomo all’autonomia delle intelligenze artifi-
bene ti mozzerò la testa. Contro il giustizialismo ciali (CH. BARONE), Trapani, Il Pozzo di
morale, Torino, Einaudi, 2020, 272, € 17,50. Giacobbe, 2020, 144, € 12,00.
ECOLOGIA PEDAGOGIA
CERUTI M., Sulla stessa barca. La «Laudato si’» DAL COVOLO E. - MANTOVANI M.-
e l’umanesimo planetario, Magnano (Bi), Qiqajon, PELLEREY M., L’Università per il Patto educativo.
2020, 104, € 10,00. Percorsi di studio, Roma, LAS, 2020, 150,
€ 11,00.
ETICA
LAMBERTENGHI DELILIERS G., Curare
SACRA SCRITTURA
la persona. Medicina, sanità, ricerca e bioetica nel VIRGILI R., Il corpo e la Parola. L’umano
pensiero di Carlo Maria Martini, Milano, Àncora, come processo nella Bibbia, Magnano (Bi), Qiqajon,
2020, 136, € 16,00. 2020, 200, € 20,00.
MIETH D., Scegliere la propria fine?
La volontà e la dignità dei morenti, Brescia,
Queriniana, 2020, 208, € 23,00. SPIRITUALITÀ
ANDERLINI G., Perché Dio non ci ascol-
ta?, Magnano (Bi), Qiqajon, 2020, 120,
FILOSOFIA € 10,00.
MANCINI R., La scelta politica. Coinvolgersi GRANDI G., La parola amica. Sulle
per il bene comune, Magnano (Bi), Qiqajon, 2020, tracce della voce di Gesù, ivi, 2020, 110,
112, € 10,00. € 10,00.
NOTA. Non è possibile dar conto delle molte opere che ci pervengono. Ne diamo intanto un annuncio
sommario, che non comporta alcun giudizio, e ci riserviamo di tornarvi sopra secondo le possibilità e lo
spazio disponibile.
BEATUS POPULUS, CUIUS DOMINUS DEUS EIUS
LINGUA ITALIANA
La Civiltà Cattolica | Roma (Italia) | laciviltacattolica.it
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