Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
5 - Partenze-motore
capitolo
5 Partenze-motore
Presentazione:
- Funzioni necessarie alla realizzazione
di una partenza-motore
- Tabella di scelta delle funzioni
delle partenze-motore e dei relativi prodotti
96
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 97
Sommario 5. Partenze-motore
10
11
12
97
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 98
5.1 Generalità
Una partenza-motore garantisce quattro funzioni base:
- il sezionamento,
- la protezione contro i cortocircuiti,
- la protezione contro i sovraccarichi,
- la commutazione o comando (marcia - arresto).
Ogni partenza-motore può essere arricchita con funzioni supplementari in
base alle esigenze applicative.
Le funzioni supplementari possono riguardare:
- la potenza: variazione di velocità, avviamento progressivo, inversione
di fase, ecc...
- il controllo: contatti ausiliari, temporizzazione, comunicazione, ecc...
A seconda della composizione di una partenza-motore le funzioni
possono essere ripartite in diversi modi, come illustrato nella Fig. 1.
La variazione di velocità o gli avviatori progressivi, sistemi sofisticati di
partenze-motore, sono oggetto di una sezione specifica di questo
capitolo 5.5.
I motovariatori particolari come i variatori per motori sincroni e motori
passo-passo trovano anch’essi spazio in questa sezione grazie alle
caratteristiche di funzionamento molto simili.
Nella sezione 5.13 e 5.14, verranno trattati e sottolineati argomenti quali il
bilancio energetico e i possibili risparmi, informazioni troppo spesso mal
interpretate.
b Il sezionamento
La funzione di sezionamento è obbligatoria e si deve trovare all’origine di
ogni circuito (cf. norme d’installazione NF C15-100, CEI 60364-5-53); non
è imposta, ma consigliata a livello di ogni partenza-motore.
Il sezionamento consiste nell’isoalre i circuiti dalla loro fonte di energia
(rete di alimentazione potenza) in modo sicuro, per garantire la protezione
dei beni e delle persone in caso di operazioni di manutenzione, di
riparazioni o modifiche sui circuiti elettrici a valle.
Il sezionamento deve essere progettato in conformità con le specifiche
che esigono:
- l’interruzione omnipolare e simultanea,
- il rispetto delle distanze d’isolamento in funzione delle tensioni
d’alimentazione,
- l’interblocco,
- l’interruzione visibile o sezionamento visualizzato:
- con «interruzione visibile» si intende che l’apertura dei poli è
direttamente visibile da un operatore,
- il sezionamento visualizzato viene identificato dalla posizione
dell’organo di manovra o da un indicatore meccanico di posizione che,
in base alla norma, può indicare la posizione « fuori tensione » solo se i
contatti sono effettivamente separati da una distanza sufficiente
conforme a quanto previsto dalle norme. I costruttori offrono numerosi
apparecchi con questa funzione. Spesso lo stesso apparecchio
associa le funzioni di sezionamento e di protezione contro i
cortocircuiti (ad esempio il sezionatore a fusibili). Per questo motivo
alcuni apparecchi base devono essere completati da un dispositivo
complementare, quale ad esempio un supporto di aggancio.
98
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:39 Pagina 99
b La protezione
v La protezione contro i cortocircuiti (C capitolo 4 Avviamento e
protezione dei motori)
Questa funzione richiede il rilevamento delle sovracorrenti consecutive ai
cortocircuiti (generalmente superiori a 10 volte la corrente nominale) e
l’apertura del circuito in difetto.
Viene realizzata da fusibili o da interruttori automatici magnetici.
v La protezione contro i sovraccarichi (C capitolo 4 Avviamento e
protezione dei motori)
Questa funzione richiede il rilevamento delle sovracorrenti consecutive ai
sovraccarichi (Ir < I sovraccarichi < Im) e l’apertura del circuito in difetto.
Viene realizzata da dispositivi elettromeccanici o elettronici (relè di
sovraccarico) associati ad un organo d’interruzione (interruttore
automatico o contattore) o integrati agli avviatori o variatori di velocità
elettronici. Protegge anche la linea del motore contro i sovraccarichi
termici. 5
v Protezioni associate agli avviatori e ai variatori di velocità
elettronici
L’avviamento diretto sulla rete di distribuzione dei motori asincroni è la
soluzione più utilizzata, più economica e spesso più conveniente per una
gran varietà di macchine. Tuttavia questa soluzione si rivela talvolta non
adatta ad alcune applicazioni, o addirittura non compatibile con il
funzionamento desiderato a livello della macchina (spunto di corrente
all’avviamento, impulsi meccanici durante gli avviamenti, impossibilità di
controllare l’accelerazione e la decelerazione, impossibilità di far variare la
velocità, ecc...).
Gli avviatori e i variatori di velocità elettronici (C Fig. 2) permettono di
eliminare questi inconvenienti, ma le protezioni convenzionali descritte
precedentemente non sono efficaci con questi apparecchi che modulano
l’energia elettrica fornita al motore.
I variatori di velocità e gli avviatori elettronici hanno quindi delle protezioni
integrate. I variatori moderni garantiscono generalmente la protezione di
sovraccarico dei motori e la protezione dei motori stessi.
A partire dalla misura della corrente e da un’informazione sulla velocità,
un microprocessore calcola l’aumento di temperatura del motore e
fornisce un segnale d’allarme o di sgancio in caso di riscaldamento
A Fig. 2 Variatore di velocità
(ATV61 - ATV71 - Schneider Electric) eccessivo.
Inoltre le informazioni elaborate dalla protezione termica integrata nel
variatore possono essere scambiate con un controllore programmabile o
un supervisore mediante il collegamento di comunicazione di cui sono
dotati i variatori e gli avviatori più evoluti.
La variazione di velocità è oggetto del paragrafo 5.5 di questo capitolo.
b La commutazione o comando
v La funzione di comando
Con « comandare », è necessario comprendere il concetto di chiudere
(stabilire) e aprire (interrompere) un circuito elettrico in carico.
La funzione di comando viene realizzata dagli interruttori, dagli interruttori
automatici magneto-termici, dagli avviatori e dai variatori di velocità.
Il contattore è tuttavia il prodotto più utilizzato per realizzare questa
funzione poiché permette il comando a distanza (telecomando).
Per i motori, questo dispositivo di comando deve consentire un elevato
numero di manovre (durata elettrica) ed essere conforme alle norme CEI
60947-4-1.
99
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 100
A Fig. 3 Le diverse categorie d’impiego dei contattori in base alla norma CEI 60947-1
100
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 15:01 Pagina 101
101
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 102
b Le soluzioni partenze-motore
Come già detto all’inizio del capitolo le principali funzioni che una partenza-
motore deve assicurare (sezionamento, comando e protezione contro i
cortocircuiti e i sovraccarichi), possono essere realizzate da diversi apparecchi.
Perchè una partenza-motore realizzi correttamente tutte queste funzioni,
sono possibili tre modalità di associazione degli apparecchi (CFig. 5) che
non richiedono comunque la compatibilità tra le caratteristiche dei diversi
apparecchi associati.
• La soluzione « tutto in uno »
Un solo apparecchio riunisce tutte e tre le funzioni. Le sue prestazioni globali
sono garantite dal costruttore. Per l’utente, dalla fase di progettazione all’in-
stallazione, questa è la soluzione più semplice: facile da installare (cablaggio
ridotto) e scelta immediata (non richiede studi particolari).
• La soluzione « 2 apparecchi »
Interruttore automatico magneto-termico + contattore
La compatibilità tra le caratteristiche di entrambi gli apparecchi deve
essere verificata dall’utente.
• La soluzione « 3 apparecchi »
Interruttore automatico magnetico + contattore + relè di sovraccarico.
Consente di coprire un’ampia gamma di potenza. Questa associazione
A Fig. 5 Le tre possibilità di associazione richiede uno studio di compatibilità per la scelta degli apparecchi e
di apparecchi per realizzare d’installazione per il loro montaggio su telaio o in cassetta.
una partenza-motore
Questo procedimento (compatibilità, scelta e installazione) non è sempre
alla portata degli utilizzatori finali poiché richiede la raccolta delle
caratteristiche dei diversi apparecchi e il loro successivo confronto.
Questo spiega perché i costruttori studiano e poi offrono nei loro cataloghi,
associazioni di prodotti. Nella stessa direzione si sforzano di trovare
combinazioni ottimali tra le protezioni: è la nozione di coordinamento.
102
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:40 Pagina 103
103
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 104
b La selettività
In un impianto elettrico i ricevitori sono collegati ai generatori attraverso
una serie di dispositivi di sezionamento, protezione e comando.
Se lo studio di selettività non è realizzato correttamente, un guasto
elettrico può provocare l’intervento di più dispositivi di protezione.
Un solo guasto può provocare ad esempio la messa fuori tensione di una
parte più o meno grande dell’impianto con gravi conseguenze quali la
mancata distribuzione di enegia elettrica alle partenze sane.
Per evitare questi tipi di problemi (C Fig. 9) lo scopo della selettività è di
scollegare dalla rete la partenza o il motore in difetto, e solo quello,
mantenendo sotto tensione la maggior parte possibile di apparecchiature
dell’impianto. La selettività consente quindi di garantire sicurezza e continuità
di servizio, facilitando inoltre la localizzazione del guasto.
Per garantire una continuità di servizio ottimale è necessario utilizzare
A Fig. 9 Principio della selettività: in caso di dispositivi di protezione coordinati tra loro. A questo scopo vengono
guasto, si apre solo D2 utilizzate diverse tecniche che consentono di ottenere una selettività che
104
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:53 Pagina 105
potrà essere totale, se garantita per tutti i valori della corrente di guasto,
fino al valore massimo disponibile nell’installazione, oppure parziale nel
caso contrario.
v Le diverse tecniche di selettività
Esistono diversi tipi di selettività:
• amperometrica: risulta dalla differenza tra le soglie degli interruttori
posti in serie sull’impianto.
• cronometrica: consiste nel temporizzare differentemente (di alcune
decina o centinaia di millisecondi) l’intervento dell’interruttore automatico
a monte, o nell’utilizzare le caratteristiche normali di funzionamento legate
ai calibri degli apparecchi. Quindi è possibile garantire la selettività tra due
relè di sovraccarico rispettando la condizione Ir1 > 1,6. Ir2 (con r1 a
monte di r2).
• Sellim o energetica: consiste nell’installare a monte di un interruttore
rapido, un interruttore ultralimitatore equipaggiato con uno sganciatore
specifico la cui particolarità è quella di aprire per il tempo necessario al
funzionamento dell’interruttore automatico a valle e poi si richiude.
• logica: consiste in un trasferimento dell’informazione di superamento di
soglia tra gli sganciatori degli interruttori dei diversi livelli della
distribuzione radiale, lasciando la possibilità di apertura all’interruttore 5
automatico più a valle.
Per maggiori dettagli consultare il Dossier Tecnico Schneider-Electric
n°167.
v La selettività nei processi
Per le apparecchiature di comando processi (linee di produzione, unità
produttive chimiche, ecc...), le tecniche di selettività più utilizzate tra le
partenze-motore e la distribuzione elettrica che alimenta i processi sono
generalmente la selettività amperometrica e la la selettività cronometrica.
Nella maggior parte dei casi la selettività è garantita dal potere limitatore o
ultralimitatore delle partenze-motore.
b Storia e note
v Storia
Per avviare i motori elettrici e controllarne la velocità gli avviatori
reostatici, i variatori meccanici e i gruppi Ward Leonard in particolare sono
state le prime soluzioni utilizzate.
Gli avviatori e i variatori elettronici si sono quindi imposti nel settore
industriale come soluzione moderna, economica, affidabile che non
richiede manutenzione.
105
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 106
106
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 107
107
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 108
108
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 109
109
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 110
b Composizione
Gli avviatori e i variatori di velocità elettronici sono composti da
due moduli generalmente integrati nello stesso contenitore
(C Fig.15) :
- un modulo di controllo che gestisce il funzionamento dell'apparecchio,
- un modulo di potenza che alimenta il motore con l'energia elettrica.
v Il modulo di controllo
Sugli avviatori e i variatori moderni, tutte le funzioni sono comandate
da un microprocessore che utilizza le regolazioni, gli ordini trasmessi
da un operatore o da un'unità di elaborazione, e i risultati di misurazioni
come la velocità, la corrente, ecc...
Le capacità di calcolo dei microprocessori e dei circuiti dedicati (ASIC)
hanno permesso di realizzare algoritmi di comando estremamente
performanti e, cosa importantissima, il riconoscimento della macchina
azionata.
A partire da queste informazioni, il microprocessore gestisce le rampe di
accelerazione e decelerazione, l'asservimento di velocità, la limitazione di
corrente e genera il comando dei componenti di potenza.
Le protezioni e le sicurezze sono elaborate da circuiti specializzati (ASIC)
o integrati nei moduli di potenza (IPM).
Le regolazioni (limiti di velocità, rampe, limitazione di corrente, ecc...)
si effettuano mediante tastiere integrate, o a partire da controllori
programmabili mediante bus di campo o PC per il caricamento di
regolazioni standard. Gli ordini (marcia, arresto, frenatura...) possono
essere dati mediante interfacce di dialogo uomo/macchina, controllori
programmabili, PC. I parametri di funzionamento e le informazioni di
allarme e di difetto possono essere visualizzati mediante lampade spia,
LED, visualizzatori a segmenti o a cristalli liquidi, o possono essere
remotati verso supervisori mediante bus di campo.
Dei relè spesso configurabili forniscono le informazioni di:
- difetto (rete, termico, prodotto, sequenza, sovraccarico, ecc...),
- controllo (soglia di velocità, preallarme, fine avviamento).
Un’alimentazione integrata al variatore e separata galvanicamente dalla
A Fig. 15 LStruttura generale di un variatore rete fornisce le tensioni necessarie all’insieme dei circuiti di misura e di
di velocità elettronico controllo.
v Il modulo di potenza
Il modulo di potenza è costituito principalmente da:
- componenti di potenza (diodi, tiristori, IGBT, ecc...),
- interfacce di misura delle tensioni e/o delle correnti,
- e spesso da un elemento di ventilazione.
• I componenti di potenza
I componenti di potenza sono dei semi-conduttori che funzionano in
ON/OFF, quindi paragonabili a interruttori statici che possono assumere i
due stati: passante o bloccato.
Questi componenti, associati in un modulo di potenza, costituiscono un
convertitore che alimenta, a partire dalla rete a tensione e frequenza fisse,
un motore elettrico ad una tensione e/o una frequenza variabili.
I componenti di potenza sono la chiave di volta della variazione di
velocità; i progressi di questi ultimi anni hanno permesso di realizzare
variatori di velocità economici.
I materiali semi-conduttori, quali il silicio, hanno una resistività situata tra quella
dei conduttori e quella degli isolanti.
110
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 111
111
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 112
112
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 113
113
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 114
b Principio generale
L’antenato dei variatori di velocità per motori a corrente continua è il
gruppo Ward Leonard (C capitolo 3 Motori e carichi).
Questo gruppo, composto da un motore di azionamento, generalmente
asincrono e da un generatore a corrente continua a eccitazione variabile,
alimenta uno o più motori a corrente continua. L’eccitazione è regolata
da un dispositivo elettromeccanico (Amplidyne, Rototrol, Regulex) o da
un sistema statico (amplificatore magnetico o regolatore elettronico).
Questo dispositivo è stato oggi totalmente abbandonato a vantaggio dei
variatori di velocità a semi-conduttori che realizzano in modo statico le
stesse operazioni ma con prestazioni superiori.
I variatori di velocità elettronici sono alimentati ad una tensione fissa a
partire dalla rete alternata e forniscono al motore una tensione continua
variabile.
Un ponte di diodi o un ponte a tiristori, generalmente monofase, consente
l’alimentazione del circuito di eccitazione.
Il circuito di potenza è un raddrizzatore. Poichè la tensione da fornire deve
essere variabile, questo raddrizzatore deve essere di tipo controllato, deve
cioè comprendere componenti di potenza la cui conduzione può essere
comandata (tiristori). La variazione della tensione di uscita si ottiene
limitando più o meno il tempo di conduzione durante ogni semi-periodo.
Più l'innesco del tiristore viene ritardato rispetto allo zero del semi-periodo,
più il valore medio della tensione viene ridotto e, di conseguenza, la
velocità del motore sarà più bassa (ricordiamo che lo spegnimento di un
tiristore avviene automaticamente quando la corrente passa a zero).
Per dei variatori di bassa potenza o dei variatori alimentati da una batteria
di accumulatori, il circuito di potenza, talvolta costituito da transistori di
potenza (chopper), fa variare la tensione continua di uscita regolando il
tempo di conduzione.
Questo modo di funzionamento è detto MLI (Modulazione a Larghezza
d’Impulso).
114
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 115
b Regolazione
La regolazione consiste nel mantenere con precisione la velocità
al valore impostato nonostante i disturbi (variazione della coppia resistente,
della tensione di alimentazione, della tempertaura).
Comunque, in fase di accelerazione o in caso di sovraccarico, l'intensità
della corrente non deve raggiungere un valore tale da danneggiare il
motore o il dispositivo di alimentazione.
Un anello di regolazione interno al variatore mantiene la corrente
ad un valore accettabile. Questo limite è accessibile per consentire
la regolazione in funzione delle caratteristiche del motore.
La velocità è fissata da un segnale, analogico o digitale, trasmesso
tramite un bus di campo o da un altro dispositivo che fornisce una
tensione immagine della velocità desiderata.
Il riferimento può essere fisso o variare durante il ciclo di funzionamento
della macchina azionata.
Delle rampe di accelerazione e di decelerazione regolabili applicano in
modo progressivo la tensione di riferimento corrispondente alla velocità
desiderata.
L’evoluzione di questa rampa può seguire tutte le forme volute.
La regolazione delle rampe definisce la durata dell’accelerazione e del 5
rallentamento.
Ad anello chiuso la velocità reale viene misurata permanentemente da una
dinamo tachimetrica o da un generatore di impulsi (C capitolo 6
Acquisizioni di dati) e confrontata con il riferimento. Se viene rilevato uno
scarto, l'elettronica di controllo realizza una correzione della velocità.
La gamma di velocità si estende da alcuni giri al minuto fino alla velocità
massima. All’interno di questa gamma di variazione, si ottiene facilmente
una precisione superiore all’1 % in regolazione analogica e superiore a
1 / 1 000 in regolazione digitale. Accumulando tutte le variazioni possibili
(vuoto/carico, variazione di tensione, di temperatura, ecc...), la regolazione
può anche essere effettuata a partire dalla misura della tensione del
motore tenendo conto della corrente che lo attraversa.
Le prestazioni sono in questo caso nettamente inferiori, sia nella gamma
di velocità che nella precisione (qualche % tra marcia a vuoto e marcia in
carico).
115
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:40 Pagina 116
b Principio generale
Il convertitore di frequenza, alimentato a tensione e frequenza fisse
dalla rete, garantisce al motore, in funzione delle esigenze di velocità,
la sua alimentazione a corrente alternata con tensione e frequenza variabili.
Per alimentare correttamente un motore asincrono a coppia costante,
qualsiasi sia la velocità, è necessario mantenere il flusso costante;
perché questo si verifichi occorre che la tensione e la frequenza evolvano
simultaneamente e nelle stesse proporzioni.
116
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:40 Pagina 117
b Composizione
Il circuito di potenza è composto da un raddrizzatore e un convertitore
che, a partire dalla tensione raddrizzata, produce una tensione di
ampiezza e frequenza variabili (C Fig. 19).
Per rispettare la direttiva CE e le norme associate, a monte del ponte
A Fig. 19 LSchema di principio di un convertitore raddrizzatore viene posizionato un filtro «rete».
di frequenza
v Il raddrizzatore
Il raddrizzatore è generalmente dotato di un ponte raddrizzatore a diodi e
di un circuito di filtraggio costituito da uno o più condensatori in funzione
della potenza. Un circuito di limitazione controlla la corrente alla messa
sotto tensione del variatore. Alcuni convertitori utilizzano un ponte a
tiristori per limitare la corrente di spunto dei condensatori di filtraggio,
caricati ad un valore più o meno uguale al valore cresta della sinusoide
rete (circa 560 V in 400 V trifase).
Malgrado la presenza di circuiti di scarica, i condensatori potrebbero conservare
una tensione pericolosa in assenza della tensione rete. Un intervento all’interno
del prodotto può quindi essere effettuato esclusivamente da personale qualificato
che ben conosce le precauzioni indispensabili da prendere (circuito di scarico
aggiuntivo o conoscenza del tempo di attesa).
v L’ondulatore
Il ponte ondulatore, collegato a questi condensatori, utilizza sei semi- 5
conduttori di potenza (solitamente degli IGBT) e dei diodi di ruota libera
associati.
Questo tipo di variatore è destinato all'alimentazione dei motori asincroni
a gabbia. L’Altivar di Schneider Electric consente di creare una mini-rete
elettrica a tensione e frequenza variabili in grado di alimentare un unico
motore o diversi motori in parallelo.
Comprende:
- un raddrizzatore con condensatori di filtraggio,
- un ondulatore a 6 IGBT e 6 diodi,
- un chopper collegato ad una resistenza di frenatura (generalmente
esterna al prodotto),
- i circuiti di comando dei transistori IGBT,
- un’unità di controllo organizzata intorno ad un microprocessore che
garantisce il comando dell’ondulatore,
- sensori interni per misurare la corrente motore, la tensione continua
presente ai morsetti dei condensatori e in alcuni casi le tensioni
presenti ai morsetti del ponte raddrizzatore e del motore oltre che tutte
le grandezze necessarie al controllo e alla protezione dell’insieme
moto-variatore,
- un’alimentazione per i circuiti elettronici basso livello.
L’alimentazione viene realizzata da un circuito a sezionamento collegato ai
morsetti dei condensatori di filtraggio che utilizza la riserva di energia.
In tal modo l’Altivar permette di evitare fluttuazioni della rete e brevi
interruzioni della tensione, offrendo prestazioni interessanti in presenza di
reti fortemente disturbate.
b La variazione di velocità
La generazione di tensione di uscita si ottiene mediante modulazione
della tensione raddrizzata attraverso impulsi la cui durata, quindi
larghezza, viene modulata in modo tale che la corrente alternata risultante
A Fig. 20 LLa modulazione di larghezza di impulsi sia il più possibile sinusoidale (C Fig.20).
Questa tecnica conosciuta con il nome di MLI (Modulazione a Larghezza
d’Impulsi o PWM in inglese) condiziona la rotazione regolare a bassa
velocità e limita i riscaldamenti.
La frequenza di modulazione è un compromesso: deve essere sufficientemente
elevata per ridurre l’ondulazione di corrente e il rumore nel motore senza
naturalmente aumentare le perdite nel ponte ondulatore e nei semi-conduttori.
Due rampe regolano l'accelerazione e il rallentamento.
117
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 118
b Le protezioni integrate
Il variatore è autoprotetto e a sua volta protegge il motore contro i
riscaldamenti eccessivi, bloccandosi fino al ripristino di una temperatura
accettabile.
Lo stesso vale per tutti i disturbi o le anomalie che possono alterare il
funzionamento dell’insieme, quali sovratensioni, sottotensioni, assenze di
fase in ingresso o uscita.
Alcuni modelli di variatore integrano in un unico modulo IPM (Intelligent
Power Module) il raddrizzatore, l’ondulatore, il chopper, il comando e le
protezioni contro i cortocircuiti.
118
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:41 Pagina 119
119
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:41 Pagina 120
120
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 121
121
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 122
122
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 123
b Storia e presentazione
Questo dispositivo di variazione della tensione (C Fig.27) utilizzabile per
l’illuminazione e il riscaldamento non viene praticamente più utilizzato
come variatore di velocità.
Nel passato questa soluzione veniva utilizzata con motori asincroni
a gabbia resistente o ad anelli. Il modo di funzionamento è riportato nella
Fig. 28. Si può chiaramente vedere che una variazione di velocità è
possibile facendo variare la tensione e in particolare con un motore a
gabbia resistente. Questi motori asincroni sono nella maggior parte dei
casi trifase, solo occasionalmente monofase per le piccole potenze (fino a
3 kW circa). Molto utilizzati in passato per alcune applicazioni quali la
variazione di velocità dei piccoli ventilatori, i variatori di tensione sono
quasi scomparsi a vantaggio dei più economici convertitori di frequenza.
5
A Fig. 27 LAvviatore di motori asincroni e forma
della corrente d’alimentazione
123
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:41 Pagina 124
b Principio generale
Il gruppo di potenza comprende per ciascuna fase 2 tiristori montati in
antiparallelo (C Fig. 28).
La variazione di tensione si ottiene facendo variare il tempo di conduzione
dei tiristori nel corso di ogni semi-periodo. Più l'istante di innesco viene
ritardato, più il valore della tensione risultante sarà basso.
L'innesco dei tiristori è gestito da un microprocesssore che garantisce
anche le seguenti funzioni:
- controllo delle rampe di aumento tensione e di diminuzione tensione
regolabili; la rampa di decelerazione potrà essere seguita solo se il
tempo di decelerazione naturale del sistema azionato è più lungo,
- limitazione di corrente regolabile,
- sovracoppia all’avviamento,
- comando di frenatura con iniezione di corrente continua,
- protezione del variatore contro i sovraccarichi,
- protezione del motore contro i riscaldamenti dovuti ai sovraccarichi o
agli avviamenti troppo frequenti,
- rilevamento squilibri o assenze di fase, difetti tiristori.
Un’unità di regolazione dei diversi parametri di funzionamento offre un
valido aiuto alla messa in servizio, all'impiego e alla manutenzione.
Alcuni variatori di tensione come l’Altistart (Schneider Electric) possono
comandare l’avviamento e il rallentamento
- di un solo motore,
- di più motori simultaneamente, entro i limiti del suo calibro,
- di più motori in successione mediante commutazione.
In regime stabilito, ogni motore viene alimentato direttamente dalla
rete attraverso un contattore.
Solo l’Altistart dispone di un dispositivo brevettato che consente una
stima della coppia motore permettendo di effettuare accelerazioni e
decelerazioni lineari e, se necessario, di limitare la coppia motore.
124
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:54 Pagina 125
b Principio generale
I motovariatori sincroni (C Fig. 29) sono l’associazione di un convertitore
di frequenza e di un motore sincrono a magneti permanenti dotato di un
sensore. Questi servomotori vengono spesso chiamati « motori brushless ».
Questi servomotori sono destinati a mercati specifici, come quello dei
robot, dell’automazione o delle macchine-utensili, che richiedono volumi
ridotti, accelerazioni rapide e una banda passante tesa.
b Il motore
Questo tipo di motore è presentato nel capitolo sui motori e quanto segue
completa le informazioni per consentire al lettore di comprendere l’alimen-
tazione con variatore di velocità. Il rotore del motore è dotato di magneti
permanenti in neodimio e samario (terre rare) per ottenere un campo elevato
in un volume ridotto. Lo statore comprende avvolgimenti trifase A, B, C (C
Fig.30).
Questo tipo di motori possono accettare correnti di sovraccarico importanti
A Fig. 29 LFotografia di un moto-variatore
sincrono (Variatore Lexium + motore,
per realizzare accelerazioni molto rapide. Questo tipo di motori sono
dotati di un sensore per indicare al variatore la posizione angolare dei poli
5
Schneider Electric)
del motore, al fine di garantire la commutazione degli avvolgimenti (C Fig.31).
125
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:55 Pagina 126
b Il variatore
Nella sua composizione il variatore è simile ad un convertitore di
frequenza: funziona in modo analogo.
È costituito da un raddrizzatore e da un ondulatore a transistor a modula-
zione di larghezza di impulsi (MLI) che fornisce una corrente di uscita di
forma sinusoidale. È frequente trovare più variatori di questo tipo alimentati
da una stessa sorgente di corrente continua. Su una macchina-utensile,
ad esempio, ciascun variatore comanda uno dei motori associati agli assi
della macchina. Una sorgente comune a corrente continua alimenta in
parallelo il gruppo di variatori. Questo tipo di installazione consente di
mettere a disposizione dell’insieme di variatori l’energia che verrebbe dalla
frenatura di uno degli assi.
Come nei convertitori di frequenza una resistenza di frenatura associata
ad un chopper consente di smaltire l’energia di frenatura in eccesso.
Le funzioni di asservimento dell’elettronica e le basse costanti di tempo
meccaniche ed elettriche garantiscono accelerazioni e più in generale
bande passanti molto elevate unite ad una grandissima dinamica di
velocità.
b Principio generale
Il motovariatore passo-passo, progettualmente simile ad un convertitore
di frequenza, è un apparecchio che associa l’elettronica di potenza ad un
motore passo-passo.
Funzionano ad anello aperto (senza trasduttore) e sono adatti alle
applicazioni di posizionamento.
b Il motore
Il motore può essere a riluttanza variabile (VR(), a magneti permanenti o
combinare le due soluzioni (C per informazioni dettagliate, capitolo 3
Motori e carichi).
b Il variatore
Nella composizione il variatore è analogo ad un convertitore di frequenza
(raddrizzatore, filtraggio e ponte costituito da semiconduttori di potenza).
Lo stadio di uscita alimenta le bobine del motore passo-passo, come
nell’esempio della Fig. 32 per un motore passo-passo bipolare.
Tuttavia il suo funzionamento è fondamentalmente diverso nella misura
in cui l’obiettivo è iniettare una corrente costante negli avvolgimenti.
126
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 127
b Le possibilità di dialogo
Per poter assicurare un funzionamento corretto del motore, i variatori
integrano un certo numero di sensori per il controllo della tensione, delle
correnti e dello stato termico del motore. Questi dati, indispensabili per il
variatore, possono essere utili per l’utilizzo.
Grazie ai progressi tecnologici e ai bus di campo I variatori e gli avviatori
più recenti integrano funzioni di dialogo avanzate. Consentono quindi la
generazione di informazioni utilizzabili da un controllore programmabile e
da un supervisore per il comando della macchina; le informazioni di
controllo vengono fornite dal controllore programmabile attraverso lo
stesso canale.
La funzione di dialogo mette a disposizione le seguenti informazioni:
- impostazioni di velocità,
- ordini di marcia o di arresto,
- regolazioni iniziali del variatore o modifiche delle regolazioni con
motore in funzione,
- stato del variatore (marcia, arresto, sovraccarico, difetto),
- allarmi,
- stato del motore (velocità, coppia, corrente, temperatura).
127
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:42 Pagina 128
b Le funzioni integrate
Per assicurare un gran numero di applicazioni i variatori dispongono di
diversi parametri di regolazione quali:
- i tempi delle rampe di accelerazione e di decelerazione,
- la forma delle rampe (lineari, a S, a U o configurabili),
- le commutazioni di rampe che permettono di ottenere due rampe di
accelerazione o di decelerazione per consentire ad esempio un
accostamento in dolcezza,
- la riduzione della coppia massima comandata da un ingresso logico o
da un’impostazione,
- la marcia passo-passo,
- la gestione del comando di un freno per le applicazioni di sollevamento,
- la scelta di velocità preselezionate,
- la presenza di ingressi sommatori che consentono di sommare le
impostazioni di velocità,
- la commutazione dei riferimenti presenti all’ingresso del variatore,
- la presenza di un regolatore PI per gli asservimenti semplici (velocità o
portata ad esempio),
- l’arresto automatico in seguito ad un’interruzione rete che permette la
frenatura del motore,
- il recupero automatico con ricerca della velocità del motore per una
ripresa al volo,
- la protezione termica del motore a partire da un’immagine generata
nel variatore,
- la possibilità di collegamento di sonde PTC integrate al motore,
- l’occultazione di frequenza di risonanza della macchina (la velocità
critica viene occultata in modo che il funzionamento permanente a
quella frequenza sia reso impossibile),
- il blocco temporizzato a bassa velocità nelle applicazioni di
pompaggio in cui il fluido partecipa alla lubrificazione della pompa ed
evita il grippaggio.
Sui modelli più sofisticati di variatori quali l’ATV61 - ATV71
di Schneider Electric queste funzioni sono spesso funzioni base.
b Le schede opzionali
Per le applicazioni più complesse i costruttori offrono delle schede
opzionali che consentono di realizzare funzioni specifiche, quali ad
esempio il controllo vettoriale di flusso con sensore, oppure schede
dedicate ad una funzione specifica.
Sono ad esempio disponibili:
- schede « commutazione di pompe » per realizzare in modo economico
una stazione di pompaggio con un solo variatore che alimenta in
successione più motori,
- schede « multimotori »,
- schede « multiparametri» che consentono la commutazione
automatica dei parametri predefiniti nel variatore,
- schede personalizzate sviluppate su specifica richiesta del Cliente.
Alcuni costruttori propongono anche delle schede controllore integrate al
variatore per le applicazioni semplici. L’operatore dispone quindi di
istruzioni di programmazione e di I/O per la realizzazione di piccoli sistemi
di automazione che non giustificano la presenza di un controllore
programmabile.
128
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 129
b Fattore di sfasamento
v Nota
Il fattore di sfasamento o coseno ϕ è il coseno dell’angolo di sfasamento
della corrente rispetto alla tensione. Il fattore di sfasamento ha significato
solo per tensioni e correnti sinusoidali della stessa frequenza.
Se la corrente prelevata alla sorgente presenta delle armoniche, come
accade per la maggior parte dei variatori di velocità, il fattore di potenza
sarà per definizione lo sfasamento della fondamentale (o prima armonica)
della corrente rispetto alla fondamentale della tensione d’alimentazione.
v 1° caso: il circuito d’ingresso composto da semiconduttori
comandati tipo tiristore (es. variatore per motore a corrente continua)
Il fattore di sfasamento è all’incirca uguale al coseno dell’angolo di ritardo
all’innesco. In altri termini se la tensione di uscita è bassa (bassa velocità),
il coseno ϕ è basso. Se la tensione di uscita è elevata (velocità elevata) il
coseno ϕ si avvicina all’unità.
Il coseno ϕ diventa negativo se il variatore restituisce energia alla rete nel
caso di variatore reversibile. 5
v 2 caso: ponte di diodi composto da diodi (es. convertitore di
°
b Fattore di potenza
v Nota
Il fattore di potenza è il rapporto tra la potenza apparente S e la potenza
attiva P.
Fp = P/S
La potenza attiva P è il prodotto della tensione fondamentale per la
corrente fondamentale e il coseno ϕ
P = U x I x coseno ϕ
La potenza apparente S è uguale al prodotto del valore efficace della
tensione per il valore efficace della corrente. Se la tensione e la corrente
sono deformate sarà necessario effettuare la somma quadratica dei valori
efficaci di ciascun ordine.
Se l’impedenza della rete è bassa (come si verifica generalmente),
la tensione d’alimentazione sarà vicina alla sinusoide. In compenso la
corrente assorbita dai semiconduttori è ricca in armoniche, tanto più ricca
quanto più bassa sarà l’impedenza della rete.
Il valore efficace della corrente viene espresso con la seguente formula:
Ieff = (I1_ + I2_+ I3_+ …… In_) 0.5
E la potenza apparente S con: S= Veff x Ieff
oppure: S = V x Ieff
129
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 130
b Rendimento
v Perdite nel convertitore
Le perdite nei convertitori sono associate ai semiconduttori da cui sono
composti.
La perdite di energia nei semiconduttori sono di due tipi:
- perdite per conduzione dovute alla tensione residua nell’ordine del
volt,
- le perdite per commutazione legate alla frequenza di commutazione.
I semiconduttori con tempi di commutazione rapidi presentano le perdite
A Fig. 36 LPrelievo sinusoidale di commutazione più basse, come nel caso degli IGBT che consentono
frequenze di commutazione elevate.
Di conseguenza i convertitori presentano rendimenti eccellenti superiori al
90%.
v Perdite nel motore
I motori associati ai convertitori vedono aumentare le loro perdite a causa
della commutazione della tensione applicata. Tuttavia dal momento che la
frequenza di commutazione è elevata la corrente assorbita è quasi sinusoidale
(C Fig. 37) e le perdite supplementari possono essere considerate
insignificanti.
130
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 131
b Tipo di carico
I convertitori di frequenza sono la soluzione migliore per la regolazione di
portata delle pompe e dei ventilatori in ragione della caratteristica di
coppia di questi carichi (C capitolo 3 Motori e carichi).
L’utilizzo di variatori di velocità, per funzionamenti ON/OFF o sistemi di
regolazione che utilizzano valvole, saracinesche o alette, permette un
risparmio energetico notevole. 5
La documentazione dei costruttori fornisce esempi di calcolo di risparmio
energetico che consentono di valutare il ritorno sull’investimento. Questo
risparmio può essere valutato solo conoscendo perfettamente
l’applicazione; gli specialisti dei costruttori sono in grado di guidare
l’utente nella scelta.
b Conclusione
Dal momento che la scelta di un variatore di velocità è profondamente
legata al tipo di carico azionato e alle prestazioni desiderate, la ricerca e
la definizione di un variatore devono passare attraverso l’analisi delle
esigenze funzionali dell’apparecchioe e quindi delle prestazioni richieste
per il motore stesso.
Nella documentazione dei produttori di variatori di velocità vengono
anche indicati parametri quali coppia costante, coppia variabile, potenza
costante, controllo vettoriale di flusso, variatore reversibile, ecc...
Queste indicazioni caratterizzano tutti i dati necessari per una corretta
scelta del variatore più adatto.
Una scelta non corretta del variatore può portare ad un funzionamento
deludente.
Allo stesso modo occorre tener conto della gamma di velocità desiderata
per una corretta scelta dell’associazione motore/variatore.
Si consiglia di rivolgersi ai servizi di assistenza specializzati dei costruttori
con tutti i dati necessari a selezionare il variatore che possa garantire il
miglior rapporto prezzo/prestazioni.
131
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 13-11-2009 16:55 Pagina 132
Funzione
Seziona-
mento
Interruzione
Protezione
cortocircuiti
Sovraccarico
Funzioni
complemen-
tari
Commutazione
(ON/OFF, 2V, Δ)
Commutazione
a velocità
variabile
Commutazione
a velocità
variabile
132
Schneider Electric
2_11500-CHAPITRE-5_5.qxd:11500-CHAPITRE-5_5.qxd 19-11-2009 14:57 Pagina 133
133
Schneider Electric