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Arthur Honegger (Le Havre, 10 marzo 1892 – Parigi, 27 novembre 1955) è stato un compositore svizzero

nato in Francia e vissuto per gran parte del tempo a Parigi. Fu membro dei Les Six.

Il Gruppo dei Sei fu un circolo musicale sorto spontaneamente a Parigi attorno al 1920 del quale fecero
parte i compositori francesi Darius Milhaud, Arthur Honegger, Francis Poulenc, Germaine Tailleferre,
Georges Auric e Louis Durey.
Nato in Francia nel primo dopoguerra, la sua musica oggettiva costituì una reazione alle tendenze dominanti
dell'impressionismo di Claude Debussy e del wagnerismo, aggiungendovi uno spirito nazionalista che
tendeva alla rifondazione della musica nazionale francese.
Raccoglievano in sintesi l'eredità musicale di Eric Satie ed ebbero dalla loro parte lo scrittore Jean Cocteau.
Quest'ultimo scrisse nel 1918 il manifesto programmatico del gruppo con il titolo de "Il Gallo e l'Arlecchino"
che esponeva l'ideologia dei Sei e la trasponeva in estetica musicale, esaltando Satie quale ispiratore.

Il suo lavoro più frequentemente rappresentato è il Pacific 231 per orchestra, che imita il suono di una
locomotiva a vapore. Honegger infatti era un grandissimo appassionato di treni, al punto da dichiarare una
volta: "Ho sempre amato le locomotive passionalmente. Per me sono creature viventi e le amo come altri
amano le donne o i cavalli".

Composta nel 1921-22, la Sonatina per clarinetto e pianoforte è stata eseguita a New York nel luglio 1923
dal clarinettista Louis Cahuzac e il pianista Jean Wiener.
Il compositore ha anche redatto una versione del lavoro per violoncello e pianoforte.
Honegger non ha mai ammesso frivolezza nella sua musica, ma nella Sonatina il tono è meno grave del
solito. L'integrità del pensiero tuttavia non è mai in dubbio.
Honegger ha dichiarato: "Ho cercato prima di tutto la linea melodica - ampia, generosa, e che scorra."
La Sonatina è davvero melodiosa, e Honegger si avvale anche di ritmi vivaci e armonie ricercate. Il
movimento lento è tenero anche se austero, il finale è effervescente e ritmicamente emozionante, chiedendo
glissandi , "sbavature", e in genere un modo di suonare alla maniera del jazz , che ha affascinato molti
compositori francesi nei primi anni venti del ‘900.

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