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Quando il sole fece capolino all'alba di quel 14 febbraio 1999, due ragazzi si svegliarono con la

curiosa sensazione che qualcosa sarebbe successo.


-Oggi è il 14 febbraio. San Valentino e ovviamente io sono innamorato della persona sbagliata. Bel
colpo Harry-.
Harry Potter si girò nel letto con l'intenzione di non muoversi dal dormitorio.
Lui odiava quel giorno. Quando era piccolo vedeva sempre suo cugino che riceveva cioccolatini da
zia Petunia (a volte i comportamenti di quella donna lo facevano davvero rabbrividire).
Poi una volta ad Hogwarts non aveva mai avuto modo di festeggiare con qualcuno, fino a tre anni
prima, quando ebbe un disastroso appuntamento con Cho Chang.
È stata l'unica volta che ha festeggiato, non era mai stato insieme a Ginny a San Valentino
E adesso? E adesso era fregato.
Innamorato perso di uno a cui non gliene fregava niente. Certo adesso lui e Draco erano una sorta di
amici, ma questo ad Harry non bastava. Oddio, amici era una parolona, Draco non è una persona
che esterna molto il suo affetto, ma per lo meno non si azzannavano più nei corridoi, anzi
studiavano insieme e parlavano.
Come aveva fatto ad innamorarsi di lui? Semplice. Draco era l'unica persona che lo faceva sentire
Harry, il resto del mondo era impegnato a mettere Potter su un piedistallo, mentre lui, con i suoi
scherni, riusciva a farlo sentire una persona come le altre.
Eppure... eppure c'erano certi momenti in cui pensava che il biondo ricambiasse in qualche modo.
Come il pomeriggio prima ad esempio: stavano facendo insieme una ricerca per Pozioni ed Harry lo
beccò più di una volta che lo guardava. Ma Draco fu pronto a negare e a liquidarlo con un epiteto
poco carino.
Ma la speranza è l'ultima a morire, ed è in nome di questa speranza che Harry si decise finalmente
ad alzarsi dal letto.
-Forza Ron, alzati!-
-Ancora cinque minuti mamma...-
-Ron, è San Valentino! Non devi uscire con Hermione oggi?-
Il rosso si alzò di scatto.
-Oh miseriaccia, dimmi che non è tardi! Mi ammazza, mi ammazza!-
Harry riuscì ad agguantare il suo migliore amico prima che cadesse giù dalle scale del dormitorio,
in boxer per di più.
Dopo essere riuscito a fargli capire che non era in punto di morte perchè non erano che le 8, si
vestirono e si diressero in Sala Grande per la colazione.
Diversi piani più sotto un altro ragazzo si stava accingendo ad andare a colazione.
Draco Malfoy si era alzato piuttosto turbato quella mattina, situazioni strane avevano popolato i
suoi sogni quella notte. Più precisamente situazioni che coinvolgevano lui, Harry e una doccia.
Ormai stentava a riconoscersi.
Fino a qualche tempo prima considerava Harry, all'epoca Potter nella sua mente, solo come
l'ennesima piaga di quell'anno maledetto.
Draco sospirò guardandosi allo specchio. Nemmeno il suo aspetto rifletteva più il Draco di una
volta. Era più spensierato, i lineamenti del volto più distesi, gli occhi più ridenti, ed era tutto merito
di Harry.
Ma restava un Serpeverde e vigliacco lo era ancora.
Ormai lui ed Harry avevano stabilito una sorta di tregua e questo doveva bastargli. Era sicuro che
non fosse oggetto di interesse per il moro e quindi tutti i suoi sguardi, il voler studiare insieme e il
resto li considerava solo come sintomi della famosa sindrome da crocerossina.
Così si limitava a spiarlo di soppiatto, a immaginare di accarezzarlo, di baciarlo e soprattutto si
limitava a sognarlo. Oh si, almeno nei sogni poteva fare quello che voleva con il suo Harry, che suo
non sarebbe stato mai.
-Basta Draco, smettila, mi sembri una mammoletta! Adesso tu vai là e gli chiedi di passare la
giornata insieme, ok?- disse alla sua figura allo specchio.
Quel minimo di coraggio che si era imposto vacillò nell'istante in cui vide Harry di fronte alla porta
della Sala Grande.
-Ehi Potter! Devo chiederti una cosa-.
Harry gli sorrise, liquidando Ron che raggiunse Hermione.
-Buongiorno Draco, dimmi pure-.
Coraggio? Bè dove sei finito? Forza Draco...
-Si ecco volevo... volevo offrirti la mia compagnia per oggi. Immagino che i tuoi due amici abbiano
organizzato una giornata sdolcinata per loro e io, nella mia infinita magnanimità, ho deciso di non
farti passare la giornata da solo-.
Tradotto una volta applicato il filtro Draco: non voglio lasciarti solo, vuoi passare la giornata con
me? Harry non potè esimersi dal sorridere di cuore dopo aver capito il reale significato di quello
sproloquio. Forse c'era più di una possibilità?
I due si misero d'accordo per incontrarsi dopo colazione e si diressero ai loro tavoli accompagnati
da uno sfarfallio nello stomaco.
Mai colazione parve così lunga ad entrambi!
Quando finalmente i due si trovarono davanti al portone un silenzio imbarazzato cadde tra loro.
-Ehm... cosa vogliamo fare?-
-Ah non ne ho idea, ti va una partita a scacchi Potter?-
-Ok, e mi chiamo Harry. Mi spieghi perchè diavolo mi chiami Potter? Chiami perfino Ron per
nome!-
-Err... ok Harry, allora dove ci mettiamo a giocare?-
-Che ne dici del giardino?-
E così ebbe inizio la partita più trascurata che le mura di Hogwarts avessero mai visto.
Harry era impegnato ad ammirare i riflessi del sole sui capelli e sul viso di Draco; quanto avrebbe
voluto accarezzare quei capelli!
Draco invece... bè Draco continuava a pensare alla doccia del sogno. Più precisamente ad Harry
nudo sotto il getto d'acqua calda e lui che gli passava il sapone sulla schiena e sul petto per poi
arrivare a...
-Hai caldo?- chiese preoccupato Harry
Oh si, sto bruciando.
-Ca..caldo? No, siamo in giardino a febbraio, come potrei avere caldo?-
-No niente, è che sei tutto rosso in viso.-
Vedere il viso di Draco attraversare diverse sfumature di rosso fu per Harry un'esperienza
impagabile.
La partita si concluse con la vittoria di Harry che propose una passeggiata prima di pranzo.
Il giardino di Hogwarts era qualcosa di immenso, impensabile pensare di girarlo a piedi tutto. C'era
tuttavia una zona che ad Harry piaceva particolarmente, c'era un angolo di giardino vicino al lago
Nero con delle panchine, delle siepi ed un piccolo gazebo.
Non ci andava mai nessuno ed era per questo che ad Harry piaceva così tanto. Pace e tranquillità.
I due si sedettero su di una panchina ammirando lo specchio calmo che era il lago.
-Allora Draco, ti piace questo posto?-
-Mah, forse è troppo tranquillo per me. Non che la tranquillità sia fuori dalla mia vita... anzi.
Quest'anno è stato tutto troppo tranquillo.-
-Si capisco, senza maghi oscuri che minacciano di distruggere il mondo o padri...- Harry ritenne
opportuno fermarsi, aveva visto il lampo di dolore sfrecciare nelle iridi di Draco e si sentì
dispiaciuto, non era sua intenzione ferirlo.
-Scusami Draco, sono un idiota.-
Lui girò la testa verso di lui con un sorriso triste in volto.
-Si lo sei. Ma non importa. Anzi, volevo approfittarne per... ecco ringraziarti.-
-Ringraziarmi? E di cosa?-
-Per quest'anno, per non avermi ignorato anche tu come tutti gli altri.-
Harry era emozionato, quello era il momento giusto per tentare la fortuna, lo sapeva.
-Io non ti avrei mai potuto ignorare Draco!-
-Si lo so, la tua dannata sindrome da crocerossina.-
Harry scoppiò a ridere di gusto. Da quando il biondo usava termini babbani?
-Crocerossina?-
-Si, o preferisci che usi il termine sindrome da salvatore del mondo magico?-
Il moro tornò serio.
-No, anzi mi trovo a ringraziarti io stavolta. Sei stato l'unico a non farmi sentire come il salvatore,
sono solo Harry quando sono con te.-
I due cuori battevano forte, era il momento giusto, lo sapevano, ma nessuno dei due riusciva a
trovare il coraggio di fare il primo passo.
-Draco, senti c'è una cosa che...-
Un tuono squarciò il cielo prima che una pioggia scrosciante cominciasse a venir giù e i due,
ridendo come pazzi, corsero sotto al piccolo gazebo.
-Sei bagnato fradicio!-
-Anche tu!-
I due ridevano come dei matti. Il primo a prendere coscienza della situazione fu Draco. Harry era di
fronte a lui con i capelli grondanti, gli occhiali pieni di goccioline, i vestiti fradici. Era una visione
da mozzare il fiato.
E il fiato di si mozzò davvero quando realizzò che Harry gli si era avvicinato terribilmente, erano a
pochi centimetri di distanza e nessuno dei due rideva più.
Draco capì che toccava a lui fare il prossimo passo, l'altro aveva già fatto molto avvicinandosi così
tanto.
E Draco, racimolando quel briciolo di coraggio insito perfino nella natura dei Serpeverde, lo
agguantò per la vita e lo baciò.
Fu un bacio umido, non per la saliva quanto per tutta l'acqua che colava dai capelli finendo sui loro
visi e sulle loro bocche unite.
Harry immerse finalmente le mani nei ciuffi biondi dell'altro, accarezzandogli la nuca, mentre l'altro
gli accarezzò la schiena. Il bacio divenne un frenetico inseguimento di lingue, che si placò solo
dopo parecchi minuti.
Con un ultimo bacio a fior di labbra Harry si staccò guardandolo negli occhi e sorridendo.
-Non è un sogno vero? No perchè potrebbe benissimo esserlo visto ch..-
Draco interruppe il suo sproloquio con un altro bacio.
No, non era un sogno e dentro di sé stava esultando.
Un momento! Sogno?
Si staccò da Harry con un luccichio negli occhi prima di prenderlo per mano e cominciare a correre
sotto la pioggia verso il castello.
-Ma Draco... dove stiamo andando?-
Il biondo si fermò un momento girandosi verso di lui prima di baciarlo nuovamente e sussurrargli
nell'orecchio:
-Andiamo a fare la doccia!-
E i due ripresero a correre verso il portone, ridendo come matti, incuranti dell'orologio che batteva
mezzogiorno.
Il pranzo?
Per una doccia valeva la pena saltarlo!

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