Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
51 Pagina 89
MARIACARLA DE GIORGI
1
Cf. C.V. PALISCA, Studies in the History of Italian Music and Music Theory, Oxford
1994, pp. 189-199; ID., Humanism in Italian Renaissance Musical Thought, New
Haven 1986, pp. 272, 275, 313-315.
2
V. GALILEI, Dialogo della musica antica e della musica moderna, Firenze 1581, p.
113. Cf. D.P. WALKER, Vincenzo Galilei and Zarlino, in ID. (ed.), Studies in Musical
Science in the Late Renaissance, vol. 37, London 1978, pp.14-26; C.V. PALISCA, Scien-
tific Empiricism in Musical Thought, in H.H. RHYS (ed.), Seventeenth Century Science
and the Arts, Princeton 1961, pp. 91-137.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 90
90 MARIACARLA DE GIORGI
3
Il Galilei nel suo Dialogo denuncia un uso ormai indifferenziato della modalità
tra i moderni, tale da impedire al testo poetico «di esprimere li suoi affetti», vd.
V. GALILEI, Dialogo, cit., p. 78.
4
R.A.B. MYNORS (ed.), Cassiodoro, Institutiones musicae 2.5., Oxford 1961.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 91
5
Cf. G. BARDI, Discorso mandato a Giulio Caccini detto Romano, sopra la musica
anticha e ‘l cantar bene, in G.B. DONI, Lyra Barberina, II, Firenze 1763, pp. 233-
248. Bardi trascrive in notazione moderna il sistema dei tonoi secondo Tolemeo,
prendendolo come modello per un sistema tonale moderno e suggerendo, a chi si
accinga a metter in musica «madrigale o canzone o altra poesia», di rammentare i
concetti che il testo vuole esprimere, per poi scegliere il «tuono» giusto, che ad
esempio nel caso della canzone Italia mia bench’il parlar sia indarno sarebbe il «tuono
dorio», p. 243. Ercole Bottrigari in effetti in Il Melone, discorso armonico, Ferrara
1602, pp. 39-46, sperimenterà il genere cromatico greco nella composizione del
madrigale Il cantar novo, servendosi proprio delle note dell’antico modo dorico nel
genere cromatico. Anche il Doni trascriverà il sistema modale tolemaico di sette
tonoi, sviluppando poi una serie di strumenti nuovi, tra cui la famosa lira barberina,
in grado di permettere l’uso dei tonoi antichi e delle loro modulazioni. Cf. G.B.
DONI, Compendio del Trattato de’ generi e de’ modi della musica, Roma 1635, pp. 33-
34. ID., Lyra Barberina, I, Firenze 1763, pp. 1-70.
6
T.J. MATHIESEN, Hermes or Clio? The Trasmission of Ancient Greek Music Theory,
in N.VAN DEUSEN - A.E. FORD (eds.), Musical Humanism and its Legacy: Essays in
Honor of Claude V. Palisca, Lewiston-New York 1990, pp. 37-64.
7
T.J. MATHIESEN, Ancient Greek Music Theory: A Catalogue Raissoné of Manuscripts,
Répertoire International des Sources Musicales, B/XI, München 1988.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 92
92 MARIACARLA DE GIORGI
sono trasmessi gli inni di Mesomede, gli unici frammenti musicali notati
conosciuti nel Rinascimento e diffusi grazie all’edizione riportata da Vin-
cenzo Galilei nel suo Dialogo della musica antica e della musica moderna,
pubblicato a Firenze nel 15818.
Solo cinque anni dopo Francesco Patrizi nel suo trattato Della Poe-
tica, divisa in la deca historiale e la deca disputata, pubblicato a Ferrara
nel 15869, tenterà di restituire la musica alla «odierna pratica» con
una sua trascrizione in notazione moderna, coadiuvata dalle tavole no-
tazionali di Alipio10.
I codices musici, contenenti Alipio e gli altri teorici della notazione
musicale greca, rivelano l’esistenza di un filone della tradizione ma-
noscritta strettamente «specialistico», caratterizzato non solo dall’ac-
corpamento di autori della tarda antichità, come Cleonide, Bacchio,
Gaudenzio, Tolemeo e Aristide Quintiliano, ma anche dall’approccio
tipicamente fenomenologico e speculativo di tali teorici, definiti «se-
guaci di Aristosseno» proprio per l’impronta dichiaratamente aristos-
senica, che si evidenzia sia nell’analisi dettagliata del sistema musicale
greco e dei suoi elementi costitutivi, quali intervalli, consonanze e
dissonanze, altezza dei suoni, sistema delle scale, sia nella descrizione
del sistema di notazione, visto anche nelle rispettive relazioni tra i di-
versi modi e tonoi.
La fonte manoscritta più autorevole per filologi e cultori della
musica greca del Cinquecento è rappresentata dal codice Vaticano gr.
19111, a cui si attinge in particolare per le tavole notazionali di Alipio,
8
V. GALILEI, Dialogo, cit., p. 97.
9
F. PATRIZI, Della Poetica, Ferrara 1586. Cf. F. PATRIZI, Della Poetica, divisa in
la deca historiale e la deca disputata, vol. I, Firenze 1969, pp. 329-330.
10
L’analisi semiografica del Patrizi vuole dimostrare, – nonostante l’equivoco
nell’interpretazione del segno zeta della notazione vocale, da lui confuso con lo
stesso segno della notazione strumentale, e considerato perciò come paranete die-
zeugmenon e non come paramese – «come seppure questa ode sia in tuono di lidio
composta, nondimeno stimo io che, essendo i medesimi segni communi a tre altri
tropi, ipodorio, ipofrigio e ipolidio, in essi anco si possa cantare e sonare …». Par-
tendo da questo ragionamento conclude che tutta la poesia melica greca «si cantasse
co’ segni propri de’ tuoni di ciascuna sillaba de’ versi, variandoli secondo i sette o
otto tropi», perfettamente rispondenti ai sette modi tolemaici e agli otto modi
boeziani, intorno a cui Mei e Galilei avevano tanto discusso.
11
Per una descrizione dettagliata del codice cf. T.J. MATHIESEN, Ancient Greek,
cit., nr. 214, pp. 536-548.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 93
12
Cf. GIROLAMO MEI, Letters on Ancient and Modern Music to Vincenzo Galilei and
Giovanni Bardi. A study with annotated texts by Claude V. Palisca, Musicological Stud-
ies and Documents, 3, Roma 19602; vd. Letter no. 5- 15 May 1579, pp. 155-162.
13
Cf. V. GALILEI, Dialogo, cit., p. 91.
14
Ibid., p. 63.
15
P. D’ABANO, Expositio problematum Aristotelis, Mantova 1475. Cf. F.A. GALLO,
Musici scriptores graeci, in F.E. CRANZ - P.O. KRISTELLER (eds.), Catalogus traslationum
et commentariorum: Medieval and Renaissance Traslations and Commentaries, III, Wa-
shington 1976.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 94
94 MARIACARLA DE GIORGI
16
Verona, Biblioteca Capitolare, Ms. CCXL.
17
Cf. F.A. GALLO, Le traduzioni dal greco per Franchino Gaffurio, «Acta Musico-
logica» 35 (1963), pp. 172-174.
18
Città del Vaticano, Bibl. Apost. Vat., Ms. Vat. lat. 4570; Londra, Brit. Libr.,
Ms. Harley 3306; Bibl. Apost. Vat., Ms. Vat. lat. 3744. Cf. D. VITALIANI, Della
vita e delle opere di Nicolò Leoniceno Vicentino, Verona 1892.
19
Venezia, Aldo Manuzio, 1501. Vd. AA. VV., Giorgio Valla tra scienza e sa-
pienza, Firenze 1981; Cf. C.V. PALISCA, Humanism, cit., pp. 67-87.
20
Milano, Biblioteca Ambrosiana, Ms. P 133 sup., 10 r – 71 v.
21
C.V. PALISCA, Aristoxenus redeemed, cit., pp. 193-195.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 95
22
Bologna, Civ. mus. bibl. musicale, Ms. B 46, 34-62; Bologna, Bibl.Univ., Ms.
595 L 9, 8 – 17 v. Cf. F.A. GALLO, Die Kenntnis der Griechischen Theoretikerquellen in
der italienischen Renaissance, Geschichte der Theorie, 7, Darmstadt 1989, pp. 9-37.
23
Cf. PONTUS DE TYARD, Solitaire second, éd. par C.M. YANDELL, Genève 1980,
p. 96.
24
Parigi, Andreas Wechel, 1557. Cf. F.A. GALLO, Die Kenntnis, cit., p. 25.
25
J. SOLOMON, The Transference of Ancient Greek Musicological Treatises from Greek
to Latin, in Atti del XIV Congresso della Società Internazionale di Musicologia, Bologna
1987, Torino 1990, pp. 168-172.
26
G. ZARLINO, Sopplimenti Musicali, Venezia 1588.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 96
96 MARIACARLA DE GIORGI
frutto di una rivalsa intellettuale nei confronti del suo «Discepolo», Vin-
cenzo Galilei. Il modo lidio, che Zarlino cerca di analizzare nella sua
struttura e semiografia, corrisponde infatti al modo in cui sono notati gli
inni di Mesomede, pubblicati poco prima, nel 1581, dal Galilei nel suo
Dialogo. Zarlino si serve di questa tabella di Alipio per dimostrare la sua
teoria su «qual fusse appresso gli Antichi l’Harmonia», da considerarsi
non come «il semplice canto d’una sola parte, ma come il concento tra la
Voce del Recitante e le chorde dell’Instrumento». I «caratteri o cifere in
doppio ordine», descritti da Alipio servono a sostegno di tale assunto,
rafforzato dall’autorità indiscussa di Boezio:
«Il concento tra l’Instrumento e la Voce del recitante … si può
con molti esempi dimostrare. Prima dai caratteri o cifere che usa-
vano, come dimostra Boethio nel Cap. 3. del 4. Libro Della Mu-
sica, et Alipio nel suo Introdottorio alle cose musicali; il quale descrive
le Cifere di 32 Modi per tutti tre i generi della melodia; essendo-
che cotali cifere sono doppie; percioche è opinione di Boethio, che
gli uni servissero nell’esprimere la Modulazione intesa e fatta dal
poeta … et gli altri dell’Instrumento»27.
Tuttavia Zarlino nonostante voglia qui dar prova della sua dotta
conoscenza di Alipio e delle sue tavole non riesce a celare il suo disin-
teresse nei confronti di tali «caratteri o cifere», affermando quanto il
sistema di notazione, che «tenevano gli antichi nel descrivere i lor Con-
centi et Cantilene», risultasse al teorico moderno «di poca utilità».
La polemica con Galilei presenta toni più accesi nella rilettura in-
terpretativa del sistema musicale greco. Infatti nel quarto capitolo del
VI libro dei Sopplimenti Zarlino, riferendosi a «i moderni sapienti poco
intendenti della musica» (Es. 2), attacca la «dimostrazione dei tonoi,
secondo la mente di Aristosseno», fatta da Mei-Galilei e pubblicata
poi da Galilei28. (Es. 3) Tale interpretazione del sistema musicale re-
stituiva le differenti versioni dei teorici in riferimento al numero, al-
l’ordine e alla disposizione dei tonoi, portando avanti la tesi secondo
cui Aristosseno avrebbe ritenuto più valido un uso di «tredici Tuoni»,
invece che dei «quindici tuoni» di Alipio. Galilei rispecchia perfet-
tamente la ricostruzione del sistema tonale greco fatta dal Mei, il
primo filologo a studiare con rigore metodologico la teoria dei tonoi e
27
G. ZARLINO, Sopplimenti, cit., VIII.2, p. 279.
28
V. GALILEI, Dialogo, cit., p. 57.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 97
29
Epistolarmente il Mei comunica a Vettori, in una lettera del 21 febbr. 1562
(purtroppo andata perduta) e a Galilei nella sua prima lettera dell’8 maggio 1572,
tutte le fonti da lui visionate, presentando una lista di ben 19 scrittori di musica
tra cui, dopo Aristosseno e Aristide Quintiliano, figura proprio Alipio «scrittore
de le note che i greci usavano nel notare le corde di tutti i modi e tuoni in ciascuno
genere, mancavi al ultimo non so quanto», alludendo in tal modo alle tavole del-
l’enarmonico, che come sappiamo sono incomplete, essendo solo nove i tonoi tra-
scritti e non quindici come dovrebbero essere. Cf. G. MEI, Letters, cit., pp. 118-121.
30
G. MEI, De modis musicis antiquorum libri quattuor. Autografo conservato presso
la Biblioteca Apostolica Vaticana, Ms. Vat. lat. 5523. Il trattato fu poi tradotto e
pubblicato in compendio da Pier del Nero nel 1602 a Venezia, col titolo Dei nomi
delle note del monocordo. Cf. G. MEI, De modis, Tokio 1991. D. RESTANI, L’itinerario
di Girolamo Mei. Dalla “Poetica” alla Musica, in Studi e testi per la storia della musica,
7, Firenze 1990.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 98
98 MARIACARLA DE GIORGI
31
G. MEI, De modis II, p. 56. Mei dunque si ricongiunge in tal modo all’auctoritas
di Boezio, da cui però invita a prendere le distanze per l’assimilazione degli otto tonoi
greci ai modi ecclesiastici, cf. C.M. BOWER, Boethius’ “De institutione musica” and the
Latin Reception of Greek Musical Theory, in Atti del XIV Congresso, cit., pp. 155-161.
32
Cf. la lettera a Giovanni Bardi del 17 gennaio 1578, riportata in G. MEI, Let-
ters, cit., pp. 148-155.
33
Vedi in proposito n. 5.
34
Cf. la lettera del 15 maggio 1579: «Mandovi in risposta alla vostra del 4
maggio questa lettera con una copia di mia mano di caratteri delle corde secondo
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 99
Alipio, nei tuoni che desiderate, allo scopo di paragonarli con i segni dati da Boe-
zio». Galilei aveva richiesto infatti a Mei solo le tavole di Alipio negli otto modi
del genere diatonico, rispondenti a quelli presentati da Boezio nell’VIII cap. del
IV libro del suo De Institutione musicae. Cf. G. MEI, Letters, cit., pp. 155-164.
35
Cf. V. GALILEI, Dialogo, cit., p. 59. Questa affermazione verrà fortemente presa
di mira dallo Zarlino nel già citato IV cap. del VI libro dei suoi Sopplimenti, per di-
mostrare l’ignoranza di questi «moderni sapienti di musica», che pensano a para-
gonare i modi di Boezio con Alipio, non conoscendo le fonti, perché «se veramente
Boezio fusse stato consigliato da Alipio nei segni, avrebbe di certo saputo che i
tuoni non erano solo otto, ma quindici».
36
In V. GALILEI, Dialogo, cit., p. 97.
37
Il manoscritto è identificato dal Palisca con Modena, Estense, Ms. graec. II
F 8, cf. G. MEI, Letters, cit., p. 60.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 100
38
Vd. pp. 102-104 del Trimerone de’ Fondamenti Armonici, il cui terzo dialogo fu
terminato dal Bottrigari nel 1599. Il trattato è conservato autografo a Bologna,
Biblioteca del Liceo Musicale Martini, Ms. B. 44.
39
G. BARDI, Discorso, cit., p. 239.
40
R. KATZ, Collective “Problem-Solving” in the History of Music: the case of the Came-
rata, «Journal of the History of Ideas» 45/3 (1984), pp. 361-377; J.W. HILL, Oratory
Music in Florence. I: Recitar cantando, 1583-1655, «Acta Musicologica» 51 (1979),
pp. 108-136.
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 101
Lecce
mcdegiorgi@alice.it
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 102
QUATTROCENTO
CINQUECENTO
Anonimo (Ms. B. 46 – Civ. Mus. Bibl. di Bologna) Alipio, Introductio musica (1550)
Gaudenzio, Harmonica Introductio (1550)
SEICENTO
Es. 1. Tavole d’Alipio nella trascrizione di Soffiano da Chio in Zarlino, Sopplimenti musicali, 8.2
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 104
Es. 2. Dimostrazione dei tonoi secondo Aristosseno in Zarlino, Sopplimenti musicali, 8.2
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 105
Es. 4. Quattro antiche Cantilene composte nel modo Lydio in Galilei, Dialogo, p. 97
06 DE GIORGI 89-108_Layout 1 08/07/10 11.51 Pagina 107