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In questo capitolo introduciamo una misura della reattività della domanda individua-
le o di mercato al mutare dei prezzi dei beni e della disponibilità monetaria degli opera-
tori economici.
L’indice più comunemente usato per esprimere la sensibilità di una variabile dipen-
dente, come la quantità domandata di un bene, rispetto a una variabile indipendente, come
il prezzo dello stesso bene o i prezzi degli altri beni o il reddito dei consumatori, è l’ela-
sticità della domanda. Il concetto di elasticità può essere usato anche per misurare la
reattività dell’offerta della singola impresa o dell’industria.
L’elasticità della domanda di un bene rispetto al proprio prezzo, ε dp , è data dal rapporto
tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del
prezzo e indica in che misura varia la quantità domandata quando il prezzo varia dell’1%.
Supponiamo che il prezzo di un chilo di mele aumenti da 1 a 1,5 euro: in termini assoluti
la variazione è pari a 0,50, mentre in termini relativi al 50% = 0,5 = 0,50/1. Supponiamo
che, a fronte di tale aumento, gli acquisti mensili di mele di una famiglia consumatrice
diminuiscono da 10 chili a 9 chili: in termini assoluti la domanda si è ridotta di un chilo
e, in termini relativi, del 10%. Come possiamo interpretare questi dati? Evidentemente
l’aumento del prezzo delle mele ha provocato una contrazione dell’acquisto mensile del-
la famiglia; rapportando la variazione relativa della quantità alla variazione relativa del
prezzo, cioè calcolando l’elasticità, otteniamo una misura della sensibilità della domanda
rispetto alle variazioni del prezzo:
∆Q/Q +10%
(10.1) ε dp = = = – 0,2
∆P/P – 50%
L’elasticità della domanda rispetto al prezzo, è –0,2: ciò vuol dire che gli acquisti mensi-
li di mele della famiglia sono diminuiti dello 0,2% per ogni punto percentuale di aumento
del prezzo: si tratta cioè di una domanda poco sensibile rispetto al prezzo.
Consideriamo invece la domanda di mele di un’altra famiglia e supponiamo che, a segui-
to della stessa variazione del prezzo delle mele (da 1 a 1,5 euro), la sua domanda mensile
si riduca da 6 a 3 chili. L’elasticità della domanda di tale famiglia è –1 (la variazione re-
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lativa della domanda è –50%, uguale alla variazione relativa del prezzo) a indicare che la
quantità comprata del frutto diminuisce dell’1% quando il suo prezzo aumenta dell’1%:
la domanda della seconda famiglia è più sensibile rispetto alle variazioni del prezzo.
Gli esempi mostrano che la misura dell’elasticità, ottenuta rapportando variazioni percen-
tuali, non è influenzata dalle unità di misura del prezzo (euro) e della quantità (chili): è,
quindi, un numero puro, non ha unità di misura.
Possiamo utilizzare una diversa espressione dell’elasticità rispetto al prezzo:
ΔQ/Q ΔQ ΔP ΔQ P ΔQ P
ε dp = = : = × = ×
ΔP/P Q P Q ΔP ΔP Q
Il rapporto ∆Q/∆P misura l’inclinazione della curva di domanda. Ad esempio, con una
curva di domanda lineare Q = a – bP, dove a e b sono numeri positivi, l’inclinazione
della curva di domanda, il rapporto ∆Q/∆P, è uguale a –b per cui l’elasticità rispetto al
prezzo è:
P P bP
ε dp = –b × = –b × =–
Q a – bP a – bP
2. La misura dell’elasticità
Nei due esempi del precedente paragrafo si è visto che una domanda con elasticità, in
valore assoluto (cioè senza considerare il segno), maggiore di 1 indica una domanda più
sensibile, più reattiva alle variazioni di prezzo. Consideriamo ora tutti i casi possibili:
— una domanda è elastica se la variazione percentuale del prezzo causa una variazione
percentuale della quantità domandata più che proporzionale. Se, ad esempio, il prezzo
dei kiwi aumenta del 10% e la quantità domandata da una famiglia italiana si riduce
del 20%, la domanda di kiwi è elastica, reattiva al prezzo. In questo caso ε p > 1 poiché
d
O
Q* Q
Fig. 10.1 - Domanda perfettamente rigida
P*
O
Q
Fig. 10.2 - Domanda perfettamente elastica
Verifichiamo ora che il valore di ε p varia al variare della quantità domandata Q e del prezzo del bene P.
d
P
A εp=-∞
Q=0;P= a
b
C εp=-1
a
2b
εp=0
B
O a/2 Q=a;P=0 Q
Fig. 10.3 - Elasticità e curva di domanda lineare
Nel punto A, intercetta verticale della curva di domanda, che ha coordinate Q = 0 e P = a/b, il valore dell’ela-
sticità è ottenuto sostituendo tali valori nella ε p :
d
b ( a/b )
ε dp = – = –∞
0
la domanda è, dunque, infinitamente elastica.
Nel punto B, dove Q = a e P = 0, l’elasticità è pari a ε dp = –b ( 0 ) /a = 0: la domanda, in corrispondenza di tali
valori di prezzo e quantità, è rigida.
Nel punto C (punto centrale della retta), dove Q = a/2 e P = a/2b, il valore dell’elasticità è:
b ( a/2b )
ε dp = – = –1
a/2
l’elasticità è unitaria.
— quando Q = 0 → ε dp = ∞;
— quando 0 < Q < a/2 → –∞ < ε dp < –1;
— quando Q = a/2 → ε dp = –1;
— quando a/2 < Q < a → –1 < ε dp < 0;
— quando Q = a → ε dp = 0.
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L’elasticità della domanda rispetto al reddito misura la sensibilità della domanda dei
consumatori rispetto alle variazioni del loro reddito ed è pari al rapporto tra la variazioni
percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del reddito. Ad esempio,
se l’aumento del reddito del 2% provoca l’aumento della quantità domandata dell’8%,
l’elasticità rispetto al reddito è:
ΔQ/Q + 8%
(10.3) εY = = =4
ΔY/Y + 2%
Anche in questo caso il valore dell’elasticità dipende dalla categoria di beni considerata.
Per alcuni beni, l’elasticità è in genere elevata: al crescere del reddito cresce in misura più
che proporzionale l’acquisto dei beni, quali pietre preziose o auto. Si parla in tal caso di
beni superiori o di lusso.
Esistono, invece, beni, come i prodotti alimentari, che hanno un’elasticità sempre positiva
ma più bassa poiché, quando aumentano le disponibilità economiche delle famiglie, il
consumo di questi beni cresce, ma in misura meno che proporzionale. In questo caso, si è
in presenza di beni normali o di prima necessità.
Infine, nel caso di beni inferiori, quali abiti usati o biglietti dell’autobus, l’elasticità
della domanda rispetto al reddito è negativa, in quanto al crescere del reddito, i consu-
matori riducono il consumo di tali beni preferendo a essi prodotti di qualità più elevata.
Anche in questo caso è utile differenziare la domanda a seconda del valore assunto dall’ela-
sticità:
— beni a elasticità unitaria quando εY = 1: l’aumento del reddito fa aumentare la doman-
da in modo esattamente proporzionale;
— beni di lusso quando εY > 1: l’aumento del reddito fa aumentare la domanda in modo
più che proporzionale;
— beni di prima necessità quando εY < 1: l’aumento del reddito fa aumentare la domanda
in modo meno che proporzionale;
— beni inferiori quando εY < 0: a seguito dell’aumento del reddito, la domanda del bene
inferiore diminuisce.
L’elasticità incrociata della domanda indica in che misura la quantità domandata di un
bene X risente delle variazioni del prezzo di un altro bene Y; è pari al rapporto tra la va-
riazione percentuale della quantità domandata del bene X e la variazione percentuale del
prezzo del bene Y.
Formalmente:
ΔQ X /Q X
(10.4) ε PX =
Y
ΔPY /PY
Poiché, quando aumenta il prezzo di un bene, la domanda di un altro bene può aumentare,
diminuire o non variare, l’elasticità incrociata può essere positiva, negativa o nulla.
Elasticità della domanda Z 83
Il concetto di elasticità incrociata, in particolare, aiuta a comprendere se e in quale misura
due beni siano tra loro sostituti o complementari. Possiamo avere tre casi:
— se l’elasticità incrociata è positiva, cioè se la quantità domandata di X aumenta quando
il prezzo di Y aumenta, allora X e Y sono beni sostituti. Per esempio la benzina e il GPL
sono sostituti poiché se aumenta il prezzo della benzina la domanda di GPL aumenta;
— se l’elasticità incrociata è negativa, cioè se la quantità domandata di X diminuisce
quando il prezzo di Y aumenta, allora X e Y sono beni complementari. Gli sci e gli
scarponi da sci sono complementari poiché se aumenta il prezzo degli sci la quantità
venduta di scarponi diminuirà;
— se l’elasticità incrociata è pari a zero, cioè se la quantità domandata di X non varia
quando il prezzo di Y aumenta, allora X e Y sono indipendenti.
Esercizi e problemi
1.* La curva di domanda di un consumatore è espressa dalla seguente funzione qd = 200 – 20pd.
a) Si scriva l’espressione dell’elasticità della domanda;
b) si calcoli l’elasticità quando p = 2;
c) si determinino quantità domandata e prezzo quando l’elasticità è pari a 1.
2* Si supponga che l’elasticità al prezzo della domanda di un certo bene x sia 1,1 e che al prez-
zo di 10 euro un consumatore destini 2.000 euro del suo reddito all’acquisto del bene.
Se il prezzo aumenta a 11 euro quanto spenderà il consumatore per acquistare il bene?
3. Un teatro può contenere 1.000 spettatori. Il prezzo di un ingresso è pari a 22 euro e a questo
prezzo il numero di spettatori è pari a 600. La riduzione del prezzo d’ingresso a 21 euro fa
crescere il numero di spettatori a 700. A quanto è uguale l’elasticità della domanda rispetto al
prezzo?
4. Al prezzo di 60 euro l’elasticità della domanda di calzature è pari a –2. Se il prezzo diventa 70
euro, di quanto varierà in percentuale la domanda di calzature?
5. La curva di domanda di un bene è data dalla funzione Q(p) = 1000/p. A quanto è uguale l’ela-
sticità della domanda rispetto al prezzo in valore assoluto?
6. Una curva di domanda presenta una elasticità rispetto al prezzo pari a –0,5 quando il prezzo è
100 e la quantità domandata pari a 100. Se la curva di domanda è lineare calcolare il prezzo
che consente un valore unitario dell’elasticità della domanda.