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Suono: rumore o nota? aperiodico (irregolare)/periodico (periodicamente ripetitivo, con frequenza)
Frequenza fondamentale e armoniche superiori (scomposizione di un suono complesso nella ‘serie di
Fourier’, costituita da sinusoidi pure di frequenze multiple e ampiezze decrescenti);
Armoniche superiori (multiple della fondamentale) -> timbrica
es: controllo di tono della chitarra; filtro che taglia le armoniche superiori.
Distorsione: differenza di forma (non di ampiezza, non di volume) del segnale di uscita rispetto a
quello di entrata; quando la forma del segnale che esce dalla catena non assomiglia a quella che entra.
Saturazione: una forma specifica di distorsione, introdotta dalla circuitazione che, dovendo trattare
segnali elevati, arriva al limite delle proprie funzionalità e non riesce più ad amplificare linearmente il
segnale di ingresso. La saturazione si può verificare in diversi stadi della catena di amplificazione, dal
pickup all’altoparlante; ognuna dà un suono diverso; quindi anche più (o meno) adatto a scopi specifici.
cavi di potenza:
• obbligatori alla fine della catena di amplificazione;
• poco (o nulla) soggetti a interferenze elettomagnetiche esterne;
• trasportano segnali ad alto livello; correnti elevate;
• NON necessitano di schermo;
• necessitano di filo di sezione esagerata (es: il cavo di alimentazione della lavatrice...).
• Altoparlanti •
• polarità, la ‘messa in fase’ di due (o più) altoparlanti; come selezionare i due poli; come collegarli;
• serie (le impedenze si moltiplicano: 8+8=16), parallelo (le impedenze si... dividono (8+8=...4) ! ?
© 1995 guitar (11w)
il suono elettrico: pick-up, ampli (pre-finale), altoparlanti, casse
Operazioni consigliate (per amplificatori con volumi di ingresso e di uscita separati; gli altri ampli
sono... irregolabili):
1. regola il volume di ingresso (VOLUME o GAIN), per dinamica (massima) e rumore (minimo); comincia
ad alzare questo volume, fino a poco prima dell’insorgere di rumori indesiderati (saturazione e
distorsione possono NON essere rumori indesiderati);
2. regola il volume di uscita (MASTER), per timbrica, eventuale saturazione e livello acustico;
3. ripeti entrambi i suddetti punti per ogni canale (rhythm, crunch, lead...);
3. regola i controlli di tono;
4. pìspola con eventuali effetti (riverbero, compressore, delay, EQ...)
- quest’ultimo punto (4) verrà ripreso in dettaglio fra poco...-
Costoro possono andare dai semplici ‘pedalini’ a sofisticatissime rack units; con
ovvie differenze qualitative; nonché di prezzo. Ma con diversità tecniche
altrettanto importanti; quella principale, ovvia ma mai troppo ribadita è:
i pedali (generalmente) sono progettati per essere inseriti dopo la chitarra (?!)
e prima dell’ampli, mentre le unità esterne (rack) andrebbero inserite fra gli stadi
dell’ampli.
È allora evidente come non si possa prescindere da un corretto collegamento,
importante in entrambi i casi (vedi GIT-figura Effect Chain).
La tecnologia usata per ottenere l’effetto voluto fino a pochi anni fa soltanto
analogica, ormai è decisamente tendente al digitale; in pratica invece di
riproduzioni fisiche e continue (discrete) del segnale (una tensione elettrica che
rappresenta una vibrazione acustica) si lavora con riproduzioni matematiche e
discontinue del segnale: una misurazione del segnale ripetuta diverse migliaia di
volte al secondo (campionamento o sampling); poi completamente elaborata
processando questi valori ‘campionati’). Qui un algoritmo efficace pare possa più di
qualunque super circuito integrato; e fra non molto, forse finirà pure per snobbare
il componente più ‘snob’ del guitar sound: la valvola termoionica (vacuum tube).