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Capitolo V
______________________________________________________________________
2.1.2 Sezione con linea media rettilinea a tratti e nessun asse di simmetria
m4 m3
c3
ρ4 ρ3
m2
c2
ρ2
m1
c1 ρ1
0.14a x2 ρ~3
d4
y x1
ρ~4 d3
x1
0.36a
Q1
ϑ0=32° 0.77a
ρ~1
0.77a d2
a/2 ρ~2
d1
Q1
x 0.52a
a/6
0.48a
Fig. 15 – Intersezioni dell’asse neutro x2 Fig. 16 – Calcolo del momento statico S2*.
con la linea media.
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V. Flessione non uniforme 77
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Si supponga dapprima che la sezione sia soggetta ad una forza trasversale di intensità
Q1 avente direzione parallela all’asse centrale principale x1, Fig. 15; pertanto l’asse neu-
tro della flessione non uniforme coincide con l’altro asse centrale principale x2. Nella
medesima Fig. 15 sono indicati i posti d’intersezione dell’asse neutro con i tratti regola-
ri di linea media intersecati, le cui equazioni, nel riferimento xy di Fig. 15 sono:
tratto Γ1 : y = 0,
tratto Γ2 : x = 0,
tratto Γ4 : y = a ;
Il campo del valore medio della componente dominante del vettore dello sforzo tangen-
ziale è allora dato, a meno del fattore costante -Q1/(I2s),1 dal momento statico S 2* della
porzione Dz* rispetto all’asse neutro x2, Eq. (1.16). Gli elementi di superficie campiti in
Fig. 16 hanno area infinitesima dA=sdρ. Ancora in Fig. 16, la quantità di denota la di-
stanza con segno del centro d’area del generico elemento infinitesimo dall’asse neutro
x2. Le quantità ρ i e ρ~i sono definite nelle Figg. 14 e 16 rispettivamente e indicano, la
prima, la distanza della corda ci dall’origine del tratto regolare Γi, e, la seconda, la di-
stanza dalla medesima origine del centro d’area del generico elemento infinitesimo.
Qui di seguito si riportano le leggi analitiche dei momenti statici relativi ai sin-
goli tratti regolari di linea media.
Nel tratto Γ1 si ha:
dˆ (ρ~ ) = (0.52a − ρ~ )Cos32°, 0 ≤ ρ~ ≤ ρ ,
1 1 1 1 1
ρ1
Sˆ2* (ρ1 ) = ∫ dˆ1 (ρ~1 ) sdρ = sρ1 (0.52a − ρ1 2) Cos32°, 0 ≤ ρ1 ≤ a,
0
Sˆ2* (ρ 2 ) = 0 ⇒ ρ 2 = 0.04a,
MinSˆ * (ρ ) = Sˆ * (0.81a ) = −0.14 sa 2 ,
2 2 2
Sˆ2* (a ) = −0.12 sa 2 .
Nel tratto Γ3 si ha:
dˆ 3 (ρ~3 ) = (0.64a − ρ~3 )Cos32°, 0 ≤ ρ~3 ≤ ρ 3 ,
Sˆ2* (a 2) = 0.17 sa 2 .
Nel tratto Γ4 si ha:
dˆ 4 (ρ~4 ) = −(0.36a − ρ~4 ) Cos32°, 0 ≤ ρ~4 ≤ ρ 4 ,
ρ4
Sˆ2* (ρ 4 ) = ∫ dˆ4 (ρ~4 ) sdρ = − sρ 4 (0.64a − ρ 4 2) Cos32°, 0 ≤ ρ 4 ≤ a 2 ,
0
Sˆ2* (a 2 ) = −0.05sa 2 .
I diagrammi delle funzioni sopra determinate sono tracciati in Fig. 17 con riferimento
all’orientamento istituito su ciascun tratto rettilineo: il lato “positivo” di ciascun tratto è
allora fissato dai versori ci, Fig. 14; inoltre, i valori del momento statico sono a meno
del fattore sa2. Il campo del vettore dello sforzo tangenziale
Q S * (ρ )
tˆ1 (ρ i ) = S 3m (1) (ρ i )m i = − 1 2 i m i ; (2)
I2 s
-0.05
-0.06 (+)
0.17 (-) -0.14
0.77a
0.52a p6
0.04a (-)
0.017 (+) 0.115
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V. Flessione non uniforme 79
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Si può facilmente dimostrare che, lungo ciascun tratto regolare di spessore costante, il
diagramma di S 3m (1)
• è lineare, se la linea media è parallela all’asse neutro;
• è parabolico, se la linea media non è parallela all’asse neutro;
• presenta un posto di stazionarietà coincidente con il posto di intersezione, se linea
media e asse neutro si intersecano.
Inoltre, se la linea media non ha punti di diramazione, il diagramma di S 3m (1) presenta
un numero di inversioni di segno pari al numero d
i volte in cui l’asse neutro interseca la linea media meno uno [9]; con riferimento
all’esempio mostrato nelle Fig. 17 e 18, nel tratto Γ1∪Γ2 è presente il posto di inversio-
ne p6.
y
x2 0.98a 0.67a 0.80a
x2 ρ~
3
Q2 ϑ0=32° ρ~4 d3
0.40a d4
Q2
a/2 d2 d1
0.40a ρ~1
ρ~
2
x
0.64a a/6
0.80a 0.83a
Fig. 19 - Intersezioni dell’asse neutro x1 Fig. 20 – Calcolo del momento statico S1*.
con la linea media..
Nel caso in cui la sezione di Fig. 13 sia soggetta ad una forza trasversale Q2 nella dire-
zione principale individuata dall’asse x2, l’asse neutro coincide con l’altro asse princi-
pale x1, Fig. 19. La determinazione del campo del vettore dello sforzo tangenziale
Q S * (ρ )
tˆ 2 (ρ i ) = S 3m (2 ) (ρ i )m i = − 2 1 i m i ; (3)
I1 s
può allora essere effettuata con una procedura del tutto analoga a quella usata nel caso
precedente.
Nella medesima Fig. 19 sono indicati i posti d’intersezione dell’asse neutro con i tratti
regolari di linea media intersecati, le cui equazioni, nel riferimento xy di Fig. 19 sono:
80 Il cilindro di Saint-Venant
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tratto Γ1 : y = 0,
tratto Γ2 : x = 0,
tratto Γ3 : y = a ;
Continuando a fare riferimento alla Fig. 14 per quanto riguarda le ascisse rettilinee nei
singoli tratti regolari della linea media, in Fig. 20 sono indicate le distanze dei posti
d’intersezione dell’asse neutro con la linea media (o con i suoi prolungamenti)
dall’origine dei singoli tratti regolari.
Il campo del valore medio della componente dominante del vettore dello sfor-
zo tangenziale è allora dato, a meno del fattore costante –Q2/(I1s),2 dal momento statico
S1* della porzione Dz* rispetto all’asse neutro x1, Eq. (1.8). Gli elementi di superficie
campiti in Fig. 20 hanno area infinitesima dA=sdρ. Ancora in Fig. 20, la quantità di
denota la distanza con segno del centro d’area del generico elemento infinitesimo
dall’asse neutro x1. Le quantità ρ i e ρ~i sono definite nelle Figg. 14 e 20 rispettivamen-
te e indicano, la prima, la distanza della corda ci dall’origine del tratto regolare Γi, e, la
seconda, la distanza dalla medesima origine del centro d’area del generico elemento
infinitesimo.
Qui di seguito si riportano le leggi analitiche dei momenti statici relativi ai sin-
goli tratti regolari di linea media.
Nel tratto Γ1 si ha:
dˆ (ρ~ ) = −[(0.80 + 0.83) a − ρ~ ] Sen 32° = − (1.63a − ρ~ ) Sen 32°, 0 ≤ ρ~ ≤ ρ ,
1 1 1 1 1 1
ρ1
Sˆ1* (ρ1 ) = ∫ dˆ1 (ρ~1 ) sdρ = − sρ1 (1.63a − ρ1 2) Sen32°, 0 ≤ ρ1 ≤ a,
0
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ρ3
Sˆ1* (ρ 3 ) = ∫ dˆ3 (ρ~3 ) sdρ = sρ 3 (0.47a + ρ 3 2) Sen 32°, 0 ≤ ρ 3 ≤ a 2 ,
0
I diagrammi delle funzioni sopra determinate sono tracciati in Fig. 21 con riferimento
all’orientamento istituito su ciascun tratto rettilineo: il lato “positivo” di ciascun tratto è
allora fissato dai versori ci, Fig. 14; inoltre, i valori del momento statico sono a meno
del fattore sa2. Il campo del vettore dello sforzo tangenziale, Eq. (3), è illustrato in Fig.
22; ovviamente, il diagramma di S3m (2 ) (ρ i ) è tracciato, lungo ciascun tratto, sul lato
opposto rispetto a quello di S1*(ρi).
0.32 (-)
(-)
(+) 0.51
0.19 (+)
(-) (+)
0.67
0.40a 0.60
(-) (+)
0.60
Fig. 21 - Diagramma di S1*. Fig. 22 - Diagramma di t2 e di S3m (2 ) .
Valgono anche in questo caso le medesime osservazioni già fatte nel caso precedente
circa l’andamento del diagramma di S 3m (2 ) .
82 Il cilindro di Saint-Venant
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2.2 Il centro di taglio
2.2.1 Formulazione
Nell’ambito della teoria approssimata della flessione non uniforme e sulla base delle
considerazioni svolte in §2.1, il vettore dello sforzo tangenziale può essere espresso per
il tramite dell’Eq. (1.18):
⎛ Q S* Q S* ⎞
t = S3m m = −⎜⎜ 2 1 + 1 2 ⎟⎟ m . (4)
⎝ I1 c I2 c ⎠
Con riferimento alle Eqq. (1.17) e (1.18), si può dimostrare che in generale la forza
risultante Fr del campo del vettore dello sforzo tangenziale coincide con la forza tra-
sversale Qe medesima:
Fr = ∫ t(ρ ) dA = ∫ S
Γ Γ
3m (ρ )m(ρ ) dA = Qe .
(5)
( ) [( ) ]
T c Q = p Q − c Q × Qe ⋅ e 3 , (6)
Fig. 23 - Forza trasversale eccentrica ri-
spetto al centro di taglio.
la forza trasversale deve passare per un posto privilegiato nel piano della sezione detto
centro di taglio (o centro di flessione), denotato nel seguito con il simbolo cQ.
Per determinare - con approssimazione sufficiente per le applicazioni struttura-
li - la posizione del centro di taglio nelle sezioni “aperte sottili”, si può impiegare un
procedimento che consegue dalla trattazione approssimata della flessione non unifor-
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me3, §1.2 e §2.1, e dalla teoria dei sistemi di forze equivalenti. L’Eq. (4) può infatti
essere utilizzata per valutare, in via approssimata, il momento M3 intorno all’asse x3 (o
ad un asse x3’ ad esso parallelo, la cui traccia nel piano della sezione è il posto p0 di
coordinate x10 e x20, se ciò semplifica i calcoli in quanto comporta l’annullarsi di qual-
che contributo) equivalente al campo di sforzo tangenziale dovuto alla forza trasversale
Qe=Q1e1+Q2e2,
M 3 (p 0 ) = ⎡ (p − p 0 ) × t c dρ ⎤ ⋅ e 3 =
∫
⎢⎣ Γ ⎥⎦
∫ [(x − x ) e + (x ) ]
⎧⎪ 0
⎡ ⎛Q Q ⎞ ⎤ ⎫⎪
=⎨ 1 1 1 2 − x10 e 2 × ⎢− ⎜⎜ 2 S1* + 1 S 2* ⎟⎟ m ⎥ dρ ⎬ ⋅ e3 , (7)
⎪⎩ Γ
⎣⎢ ⎝ I1 I2 ⎠ ⎥⎦ ⎪⎭
dove p è il generico posto della linea media Γ, e tcdρ è la forza elementare per unità di
linea media.
Conseguentemente, si può individuare dove deve passare la retta d’azione che
la forza risultante Fr=Qe, Eq. (5), deve avere per dare rispetto al medesimo asse x3, o
x3’, un momento
[(
T (p 0 ) = c Q − p 0 × Qe ⋅ e 3 = ) ]
= {[(x Q
1 ) ( ) ]
− x10 e1 + x2Q − x20 e 2 × (Q1e1 + Q2e 2 ) ⋅ e 3 }
= {[(x Q
1 ) ] [(
− x10 e1 × Q2e 2 + x2Q − x20 e 2 × Q1e1 ⋅ e 3 ) ] } (8)
uguale a M3.
Per stabilire la posizione del centro di taglio si impone infatti l’uguaglianza tra
i terzi membri delle Eqq. (7) e (8), ottenendo due equazioni nelle due coordinate inco-
gnite x1Q e x2Q:
∫ [( ) ( ) ]
⎪⎧ 0 0 ⎛ Q2 * ⎞ ⎪⎫
⎨ x1 − x1 e1 + x2 − x2 e 2 × ⎜⎜ − S1 ⎟⎟ m dρ ⎬ ⋅ e 3 =
⎩⎪ Γ ⎝ I 1 ⎠ ⎭⎪
{[( ) ]
x1Q − x10 e1 × Q2e 2 ⋅ e 3 = x1Q − x10 Q2 ; } (
(9a)
)
∫ [(x − x ) e + (x ) ]
⎧⎪ 0 ⎛ Q ⎞ ⎫⎪
⎨ 1 1 1 2 − x20 e 2 × ⎜⎜ − 1 S 2* ⎟⎟ m dρ ⎬ ⋅ e 3 =
⎪⎩ Γ ⎝ I2 ⎠ ⎪⎭
{[( ) ] } (
x2Q − x20 e 2 × Q1e1 ⋅ e 3 = − x2Q − x20 Q1.
(9b)
)
Dalle Eqq. (9) si evince facilmente che la posizione del centro di taglio, nell’ambito
della teoria di Jourawski per le sezioni aperte sottili, dipende esclusivamente dalla geo-
metria della sezione, e in generale appartiene ad eventuali assi di simmetria della sezio-
ne stessa; da quest’ultima osservazione consegue l’ovvia deduzione che se la sezione è
dotata di due assi di simmetria, il centro di taglio coincide con la loro intersezione; inol-
tre, se la sezione è costituita da tratti regolari rettilinei convergenti in un unico posto, il
centro di taglio coincide con questo posto di diramazione, Fig. 24, in quanto le forze
risultanti agenti sui singoli tratti hanno retta d’azione passante per il posto
d’intersezione e quindi anche la forza trasversale deve passare per quello stesso posto.
cQ
cQ
Ovviamente, affinché sussista l’equivalenza tra la forza risultante Fr=Qe, la cui retta
d’azione è pensata passante per cQ, e il campo di t(Q), dato dall’Eq. (4), la retta
d’azione della forza risultante sarà collocata rispetto al polo p0 in modo tale che il suo
momento rispetto ad esso, Eq. (8), sia concorde con quello del momento risultante do-
vuto al campo del vettore dello sforzo tangenziale, Eq. (7).
In altre parole, il centro di taglio è quel posto cQ del piano della sezione retta
del cilindro (prisma) di Saint-Venant tale che qualunque campo di sforzo tangenziale
t(Q), dovute alla forza trasversale Qe, ha momento rispetto a cQ equivalente a zero, cioè
( ) ∫Γ (p − cQ ) × t c dρ ⎤⎥⎦ ⋅ e3 = 0,
M 3 cQ = ⎡
⎢⎣
p ∈ Γ.
(10)
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In definitiva, il centro di taglio è il centro di forza del campo di sforzo tangenziale
descritto dall’Eq. (4), App. 1°.II.2 [1].
Se sulla sezione è applicata una forza trasversale Qe nota in intensità, direzio-
ne e verso, ed è verificata l’ulteriore condizio-
ne che la retta d’azione di Qe passa per il
centro di taglio, la trattazione approssima- x2
ta della flessione non uniforme, sintetizza-
ta dall’Eq. (4), esaurisce il campo dello x1
sforzo tangenziale relativa ai posti della
linea media. Se, invece, la retta d’azione
di Qe non passa per il centro di taglio, Fig. cQ cA
23, allora il cilindro (prisma) di Saint- T
Venant è sollecitato anche da un momento
torcente uniforme dato dall’Eq. (6), Fig. Q
25; il momento T(cQ) coincide con il mo-
mento di trasporto della forza Q in cQ; al
campo di sforzo tangenziale fornito dalla
Eq. (4) occorre allora sovrapporre il cam- Fig. 25 - Momento torcente dovuto
po di sforzo tangenziale dovuto al momen all’eccentricità della forza trasversale.
to torcente T(cQ) secondo quanto studiato
nel Cap. IV (Torsione).
Nella procedura precedentemente descritta, la individuazione della posizione
del cento di taglio cQ è stata effettuando nel sistema di riferimento principale d’inerzia
(cA;x1,x2,x3), del quale è richiesta la preventiva determinazione; quest’ultima comporta
sovente calcoli la cui tediosità può essere evitata ricorrendo ad una procedura più spedi-
tiva - ma non per questo meno corretta – riportata, per comodità del Lettore, in App. 4.
Con riferimento all’esempio mostrato in Figg. 13÷22, si scelga come polo opportuno il
posto p0≡p3 di intersezione dei tratti regolari Γ2, Γ3, Γ4. L’Eq. (9b) si particolarizza in,
Fig. 30,
- (x2Q-0.51a) |Q1| = aF11,
dove, Eq. (2),
⎛ ρ ⎞
sρ1 ⎜ 0.52a − 1 ⎟Cos32o
⎝ 2 ⎠
S3m (1) (ρ1 ) sdρ =
a a
∫ ∫
Q1
F11 = − sdρ ≅ 0.44 Q1
0 0 0.18sa 3 s
86 Il cilindro di Saint-Venant
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è l’intensità della forza risultante agente x2
sul tratto regolare Γ1; il momento di F11 p0
rispetto al polo p0 è antiorario, quindi po-
x1
sitivo. Si è supposto anche che la forza
trasversale Q1 dia rispetto al polo p0 un 0.51a
0.07a
momento equiverso con quello di F11.
Pertanto, l’ordinata del centro di taglio è
Q1 cA
x2Q = 0.07 a. F11
⎛ ρ ⎞
− sρ1 ⎜1.63a − 1 ⎟ Sen32o
⎝ 2 ⎠
S3m (2 ) (ρ1 ) sdρ =
a a
∫ ∫
Q2
F21 = − sdρ ≅ 0.46 Q2 .
0 0 0.74 sa 3 s
x1Q = −0.34a.
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3. SEZIONI PLURICONNESSE DI “PICCOLO” SPESSORE
q
t= m = S 3 m m,
c (22)
dove c indica la lunghezza della corda.
Q q1 q2
⎛ Q S* Q S* ⎞
q0 = − ⎜⎜ 2 1 + 1 2 ⎟⎟ , (23)
⎝ I1 I2 ⎠
q1 q2
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⎡ q0 ⎤ ⎡C −1 1⎤
∫ ⎢δ 0i c ⎥ dρ +
Γi ⎣ ⎦ ∫ ∑⎢ q jδ ij ⎥ dρ = 0.
Γi ⎢
⎣ j=1
c⎥
⎦
(25)
Il simbolo Γi indica la linea media del ciclo “i-esimo”; ρ denota l’ascissa curvilinea
istituita lungo la suddetta linea media, convenzionalmente orientata in modo da percor-
rere il ciclo in senso antiorario; c = cˆ(ρ ) è la funzione secondo cui varia la lunghezza
della corda lungo il generico tratto regolare della linea media. Gli operatori δ0i e δij ser-
vono a “filtrare” i contributi che provengono dai vari tratti regolari dei cicli coinvolti
nelle sommatorie presenti nell’Eq. (25). L’operatore δ0i vale 1 o -1 secondo che i flussi
q0 e qi siano concordi o discordi nel generico tratto regolare del ciclo “i-esimo”;
L’operatore δij vale 1 se, per quanto concerne il tratto del ciclo “i-esimo” interessato
dalla circolazione, esso è in comune con il ciclo “j-esimo” e è percorso nel medesimo
verso nei due cicli “i-esimo” e “j-esimo” coinvolti, vale -1 in caso contrario; vale zero
se il lato suddetto non è in comune, Fig. 42; ovviamente si pone δij=1 nel caso in cui il
tratto appartiene al ciclo “i-esimo” stesso (i=j).
δ12=0
δ21=1
δ21=0
Γ1 Γ2
∑ c.
q0 qi
S 3m = + (26)
c i =1
p5 p4 p2 (-)
Si riportano in Tab. 1, a meno del fattore Q2/I1, le leggi analitiche che governano il flus-
so del vettore dello sforzo tangenziale nella sezione determinata, Fig. 43b. Il segno è
riferito all’ascissa rettilinea locale definita in ciascun tratto regolare, Fig. 43a.
p6-p3 − sa (3a − ρ ) 2 0 ≤ ρ ≤ 2a
p3-p1 − sa (a − ρ ) 2 0≤ρ ≤a
Non si ritiene necessario riportare le leggi analitiche dei flussi “virtuali” in quanto i
diagrammi mostrati nelle Figg. 44a,b sono sufficientemente esplicativi. Il segno è riferi-
to all’ascissa rettilinea locale definita in ciascun tratto regolare, Fig. 43a.
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(+) (+)
(+) (+)
Q2 ⎧ s
(a − ρ ) ρ dρ − sa ∫ (ρ + a ) dρ − s ∫ [(a − ρ )ρ + 3a 2 ] dρ +
a 2a a
⎨
I1 ⎩ 2 ∫ 0 2 0 2 0
Risolvendo il sistema delle due equazione algebriche lineari si ottengono i due flussi
coattivi che garantiscono l’assenza di scorrimenti dei lembi delle sconnessioni nella
direzione assiale del prisma di Saint-Venant.
⎧ 11 Q2 2 ⎧ 14 Q2 2 Q2 2
⎪⎪6q1 + 5q2 − 2 I sa = 0, ⎪⎪ q1 = 23 I sa ≅ 0.61 I sa ,
⎨ 1 ⇒⎨ 1 1
Q2 2 17 Q2 2 Q2 2
⎪ 5q1 + 8q2 − 6 sa = 0. ⎪q 2 = sa ≅ 0.37 sa .
⎩⎪ I1 ⎩⎪ 46 I1 I1
(-)
(+) (+)
I1
(-) S 3m
Q2 a 2
0,86 (+)
(+) (+)
(-)
È facile estendere alle sezioni molteplicemente connesse con parete di “piccolo” spes-
sore la trattazione approssimata, presentata in §3.2.1, che consente di determinare il
centro di taglio cQ di una sezione monoconnessa,. Infatti per determinare la posizione
del centro di taglio di una sezione “chiusa sottile” basta scegliere un polo “opportuno”
p0 e uguagliare le Eqq. (2.7) e (2.8), usando l’accortezza di sostituire in esse le Eqq.
(22) e (26):
⎧⎪ ⎡⎛q C −1
qi ⎞⎟ ⎤ ⎫⎪
∫
⎨ (p − p ) × ⎢ ⎜
∑
0
+ [( ) ]
m ⎥ dρ ⎬ ⋅ e 3 = c Q − p 0 × Qe ⋅ e 3 , (29)
⎢⎣ ⎜⎝ c i =1 c ⎟⎠ ⎥⎦ ⎪
0
⎪⎩ Γ ⎭
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V. Flessione non uniforme 93
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di taglio. Ovviamente, come già osservato per le sezioni monoconnesse, il centro di
taglio si trova su eventuali assi di simmetria posseduti dalla sezione, Fig. 49a.
0.04 cQ 0.12
0.61 0.45
cQ cQ 0,39a
p0
dQ Q2
∫ [(14 23 + 17 46) a ]
2a
− 2
− a(a + ρ ) 2 dρ +
0
In Fig. 49b le forze risultanti agenti sui singoli tratti regolari sono date a meno del fatto-
re Q2 sa 3 I1 . Il segno negativo di Tint sta ad indicare che esso ha verso “orario”. Il cen-
tro di taglio si trova allora alla “sinistra” di p0, in modo che Q2 abbia anch’essa momen-
to “orario” rispetto al polo opportuno, ad una distanza (da p0 lungo l’asse di simmetria):
Tint
dQ = ≅ 0.39a,
Q2
affinché il momento”esterno” Test=Q2d sia uguale in modulo a Tint. Per ricavare il valore
di d, è stato fatto uso dell’espressione, App. I.1,
94 Il cilindro di Saint-Venant
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⎛1 ⎞ ⎡ ⎛1 ⎞ ⎤ 7
2
I1 = 3 ⎜ sa 3 ⎟ + 2 ⎢3sa ⎜ a ⎟ ⎥ = sa 3 .
⎝ 12 ⎠ ⎢⎣ ⎝ 2 ⎠ ⎥⎦ 4
Per confronto si riporta anche la distanza del centro d’area da p0 (lungo l’asse di sim-
metria):
4sa 2 4
dA = = a ≅ 0.44a;
9sa 9
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V. Flessione non uniforme 95
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Q2 ⎛⎜ h 2 ⎞
γ 32 = ⎜ − x22 ⎟⎟
2GI1 ⎝ 4 ⎠
dovuto allo sforzo tangenziale Eq. 1.9, Fig. 5 e Fig. I.11, provoca l’ingobbamento della
sezione, Fig. 50a; poiché d’altra parte Q2 è costante lungo l’asse x3, l’ingobbamento
non varia da sezione a sezione, Fig. 50b. Per x2=±h/2, si ha γ32=0; pertanto, ai lembi
della sezione, gli elementi rettilinei referenziali rispettivamente paralleli alla linea
d’asse e alla sezione retta si trasformano in elementi curvilinei attuali mantenendosi
mutuamente ortogonali. Lungo l’asse neutro (x2=0) risulta:
3 1 Q2
Maxγ 32 = γˆ32 (0 ) = .
2 G sh
96 Il cilindro di Saint-Venant
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Limitandoci in questa sede a studiare l’influenza della sola forza trasversale, il campo
di spostamento d si ottiene integrando l’Eq. (I.2.3a), ove Et è definito dall’Eq. (1.10b)
[7]:
3 1 Q2 ⎛⎜ 4 x23 ⎞⎟
d3 = x − − ϕ1 x2 , (1a)
2 G sh ⎜⎝ 3 h 2 ⎟⎠
2
3 1 Q2
d 2 = ϕ1 x3 ,
2 G sh (1b)
d1 ≅ 0. (1c)
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V. Flessione non uniforme 97
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viando all’App. 2 (Fattore di Taglio) una discussione più approfondita sul valore da
assegnare ad essa nelle applicazioni strutturali.
Per il momento ci limitiamo ad osservare che le Eqq. (1) permettono allora di determi-
nare la forma che il cilindro assume in conseguenza dell’applicazione delle forze Q2e2 e
–Q2e2 sulle basi Dl e D0 rispettivamente, Fig. 51.
1 1
∫S ∫
2
U= 3mγ 3m dV = S 3m dV =
2 P 2G P
98 Il cilindro di Saint-Venant
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2
Q2 1 ⎛ e ⋅ e 2 S1* e ⋅ e1 S 2* ⎞ 2
⎟ dA = 1 κ Q .
=
2G 0∫ ∫
dz ⎜
D ⎜ I1
⎝ c
+
I 2 c ⎟⎠ 2 GA
(1)
avendo fatto uso delle Eqq. (1.16) e (I.5.3); nella Fig. 52 i due elementi sono stati con-
siderati incastrati all’estremità sinistra in quanto si è interessati agli spostamenti e alle
rotazioni relative della sezione di destra rispetto a quella di sinistra; inoltre, nella Fig.
52 si è fatta coincidere la generica direzione e con la direzione coordinata e2 per ragioni
di semplicità grafica; pertanto risulta
2
1 ⎛ e ⋅ e 2 S1* e ⋅ e1 S 2* ⎞
0∫ ∫
κ = A dz ⎜⎜
D
⎝ I1 c
+
I 2 c ⎟⎠
⎟ dA. (2)
L’Eq. (3), funzione della forma e delle dimensioni della sezione, fornisce l’espressione
approssimata del fattore di taglio. Il fattore di taglio, che è sempre maggiore dell’unità,
varia, per una stessa sezione, al variare dell’asse di sollecitazione e.
Infine, uguagliando l’Eq. (1) con l’Eqq. (1°.IV.3.4) si ottiene:
1 Q2 1 Q2 GA
= κ ⇒C = .
2 C 2 GA κ
6
κ2 = ;
5
1 6 1 Q22 1
= Q2 (ϕ1 ⋅ 1),
2 5 G sh 2
si ottiene una valutazione approssimata e mediata della rotazione intorno all’asse x1,
Eqq. A1.1,
6 1 Q2
ϕ1 = .
5 G bh
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V. Flessione non uniforme 99
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È questa la condizione di vincolo che meglio approssima le effettive condizioni
d’incastro in “o” su tutta l’altezza della trave, Fig. 52, oppure quelle di continuità della
trave con una parete o con un’altra trave [7].
6Q 2 ⎛ 2 h2 ⎞
S 32 =− 3
⎜⎜ x 2 − 4 ⎟⎟
sh ⎝ ⎠
1
Q2
1
S 32
γ 32 =
G
γ 2 = ϕ1 ϕ1 ⋅1
Q
Q2 = ∫ D
S 32 dA
γ 2 ⋅1 = 2
C2
1 7
+ 2 2
3 12 3 1 ⎡⎛ 1 7 ⎞ 3 ⎤ ⎛ 1 3⎞ 3
I2 = sa − ⎜ − ⎟ sa ⎥ + 4 ⎜ − sa ⎟ = 0.18sa .
2 2 ⎢⎣⎝ 3 12 ⎠ ⎦ ⎝ 4 ⎠
passa per il centro d’area cA della sezione stessa; I1 e I2 sono i momenti principali
d’inerzia della sezione retta rispetto agli assi principali x1 e x2, rispettivamente.
Si indichi ora con η la distanza del generico posto p della sezione retta
dall’asse neutro “n”, Fig. 55; la componente assiale S33 dello sforzo può allora essere
espressa in funzione di questa distanza mediante al formula monomia:
S33 = c η. (3)
Naturalmente il campo di S33 deve essere equivalente al sistema costituito dalla sola
coppia M di Fig. 55, il cui asse momento è ortogonale all’asse di sollecitazione “s”. Si
ricorda che il sistema di forze esterne di contatto sulla base Dl ha momento Ms rispetto a
“s” nullo. Esso ha invece momento rispetto a “n” pari alla proiezione ortogonale Mn di
M su “n”; pertanto si ha:
⎧
M n = Me ⋅ e n = ⎨ ∫ [(p − o ) × (Se3 )]dA ⎫⎬ ⋅ e n = c ∫ η 2 dA = cI n , (4a)
⎩ Dl ⎭ Dl
⎧
0 = Ms = ⎨ ∫ [(p − o ) × (Se3 )]dA ⎫⎬ ⋅ es = c ∫ ηξ dA = cI ns , p ∈ Dl , (4b)
⎩ Dl ⎭ Dl
la cui rappresentazione grafica è data dal diagramma di Fig. 55. Si rileva esplicitamente
che nella flessione uniforme deviata in tutti i posti della sezione retta che appartengono
ad una parallela all’asse neutro la componente S33 ha lo stesso valore e lo stesso segno.
Inoltre la S33 è massima in valore assoluto nei posti che distano maggiormente dall’asse
neutro (pa e pb in Fig. 55). Pertanto, come già visto nell’osservazione per la flessione
retta, App. III.2, anche nel caso di flessione deviata la forma della sezione più conve-
niente è quella in cui il materiale è disposto il più lontano possibile dall’asse neutro.
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V. Flessione non uniforme 101
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S33
pa
p ξ n n
Q
f f
η
Mn
M Qf M
cA
Dl
s pb
nella generica sezione retta di ascissa x3 si hanno i momenti flettenti, Eqq. (1.1) e
(1.15):
M1 = - Q2(l-x3), M2 = Q1(l-x3). (7)
Si definisce asse neutro e si denota ancora con il simbolo “n” l’insieme dei posti del
piano della sezione retta in cui S33=0. Sostituendo le Eqq. (7) nell’Eq. (2) si può facil-
mente dimostrare che l’asse neutro del problema della flessione non uniforme è la retta
avente equazione:
Q Q
− 2 x2 − 1 x1 = 0;
I1 I2 (8)
avendo fatto uso dell’Eq. (1) e della proprietà dei vettori ortogonali e1·en=e2·ef, e2·en =-
e1·ef. Sostituendo l’Eq. (9) nell’Eq. (5) risulta allora:
Mn Q (l − x3) )
S33 = η=− f η. (10)
In In
Con una dizione particolarmente significativa, si può perciò parlare di “forza trasversale
retta” o di “forza trasversale deviata”, a seconda cioè che la flessione non uniforme
legata alla forza trasversale sia a sua volta retta o deviata, rispettivamente.
Una trattazione approssimata del tutto analoga a quella sviluppata in §1.2 – e che non
vale la pena ripetere in questa sede – conduce per il campo del vettore dello sforzo tan-
genziale nelle sezioni di “piccolo”spessore ad una formula analoga all’Eq. (2.4):4
Q S*
t = S 3 m m = − f n m, (11)
In c
dove Sn* è il momento statico (o del 1° ordine), rispetto all’asse neutro, della porzione
di sezione D*, individuata dalla corda di lunghezza c; e m è il versore della normale alla
corda.
Seguendo la procedura già delineata in §2.2, per stabilire la posizione del cen-
tro di taglio cQ occorre a questo punto valutare il momento interno M3, equivalente a
quello del campo del vettore dello sforzo tangenziale descritto dall’Eq. (11), per due
diverse direzioni dell’asse neutro:5 si possono così ricavare due diverse rette d’azione
per la forza trasversale e, per intersezione delle due rette d’azione ottenute, individuare
il centro di taglio.6
4 La trattazione approssimata della flessione non uniforme fornisce per le sezioni “sotti-
li” risultati accettabili nell’ambito delle incertezze connesse alle applicazioni strutturali.
5 La scelta delle direzioni deve essere fatta con criteri preferenziali, adottando quelle
che, per la particolare natura della sezione, offrono garanzie di migliore approssimazio-
ne e implicano una maggiore facilità di calcolo per la determinazione dei momenti sta-
tici.
6 L’errore che si commette nel valutare in questo modo la posizione del centro di taglio
può essere anche notevole, derivando dal margine di imprecisione che si accetta adot-
tando i risultati della teoria approssimata anziché quelli esatti. A seconda delle direzioni
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V. Flessione non uniforme 103
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Si sceglie un asse neutro “nI” nel modo più conveniente per la successiva de-
terminazione del campo del vettore dello sforzo tangenziale tI e, indicando con “f I ” la
normale a “nI” passante per il centro d’area della sezione retta, si suppone (per sempli-
ficare i calcoli) che la proiezione ortogonale QfI di Q I su “f I ” sia pari a 1, Fig. 57a.
Poiché il sistema costituito dalla sola forza Q I e il sistema costituito dal campo tI, Fig.
57b, sono equivalenti, si può determinare la retta d’azione “rI” di Q I, la quale passa per
cQ, come la retta d’azione della forza risultante di tI, Fig. 57c.
rI pI
dI
QfI cA fI
tI
QI
nI
a) b) c)
Fig. 57 – Primo asse neutro “opportuno”.
A questo punto, si deve eseguire una seconda volta il procedimento poc’anzi accennato,
scegliendo un secondo asse neutro nII≠nI, applicando una seconda forza trasversale Q II,
avente anch’essa proiezione ortogonale QfII di intensità unitaria su “f II ”, Fig. 58a, e
determinando, come nel caso precedente, la retta d’azione “rII”, Fig. 58c, della forza
risultante di tII, Fig. 58b.
Il posto d’intersezione tra “rI” e “rII” è cQ, Fig. 58c.
cQ
f II
cA nII rI
tII
QfII rII Q II
d II p II
a) b) c)
prescelte per l’asse neutro, la posizione del centro di taglio è inoltre diversa perché di-
versa è l’approssimazione che si consegue per il tramite dell’Eq. (11).
104 Il cilindro di Saint-Venant
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Fig. 58 – Secondo asse neutro “opportuno”.
Operativamente, scelto un polo pα (α=I,II) nel modo più conveniente per il successivo
calcolo del momento interno risultante di tα, Figg. 57c e 58c, si valuta quest’ultimo
come:
( ) { ∫ [ ( p − p ) × S ( Q ) m] cdρ }⋅ e ,
M 3 Qα , pα =
Γ
α
3m
α
3 (12)
α
quindi si calcola la distanza della retta d’azione della risultante Q dal polo come:
(
M 3 Q α , pα ) (12)
dα= α
.
Q
Ovviamente, data l’equivalenza tra la forza trasversale Q α, la cui retta d’azione passa
per cQ, e il campo tα, la retta d’azione della forza trasversale Q α sarà collocata rispetto
al polo pα in modo tale che il suo momento rispetto ad esso sia concorde con M3α,
Figg. 57c e 58c.
Nelle Figg. 60a÷62a sono rappresentati tre tipi caratteristici di sezione soggetti alla
componente trasversale Q2>0 della forza di contatto, concorde con l’asse x2;
l’andamento della componente tangenziale S 3m dello sforzo t lungo la linea media (trat-
teggiata) è illustrato nelle Figg. 60b÷62b. Come nelle trattazioni precedenti, questa
componente può essere assunta uniformemente ripartita lungo la corda, la cui lunghezza
è c; lo sforzo tangenziale t = S3m m è d’altra parte diretto come la tangente m alla linea
media nel posto di intersezione con la corda.
La simmetria della sezione rispetto
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V. Flessione non uniforme 105
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all’asse x2 si traduce nella simmetria della
distribuzione della forza di scorrimento x2
specifica (cioè per unità di lunghezza di
linea media) q = S3m c . Ne segue che nei
posti sull’asse x2 il flusso q deve annul-
larsi per poter verificare contemporanea-
mente le condizioni di equilibrio e sim- q
metria. Per fissare le idee si faccia riferi- c
mento all’esempio mostrato in Fig. 60a e
q
si esamini la situazione nella flangia su-
periore; in particolare si consideri
l’intorno infinitesimo del posto di interse- x3
zione tra asse di simmetria e linea media, dx2
Fig. 59, dove con la linea tratto-punto si è
evidenziato il piano x2-x3 di simmetria; il
sistema di forze di scorrimento specifiche Fig. 59
(di intensità q) soddisfa dovunque il requi
sito della simmetria ma non quello dell’equilibrio nella direzione x3. Solo la condizione
q=0 è in grado di ottemperare entrambe le richieste.
Con riferimento alla generica coppia di corde, nel rispetto della simmetria si ha, Figg.
60a÷62a:
S* Q S*
2q = −Q2 1 , S 3m = − 2 1 ,
I1 I 1 2c
ove S1* è il momento statico rispetto all’asse x1 della parte di sezione isolata dalla cop-
pia di corde.
Nella sezione rettangolare cava, Fig 60b (c2<c1), si ha, Fig. 60b:
Q2 ⎛ h⎞
S 3m = − ⎜ 2 ρ1c1 ⎟
I1 2c1 ⎝ 2⎠
nella flangia,
Q2 ⎡⎛ b h ⎞ ⎛ h − ρ2 ⎞ ⎤
S3m = − ⎢⎜ 2 c1 ⎟ + ⎜ 2 ρ 2 c2 ⎟
I1 2c2 ⎣⎝ 2 2 ⎠ ⎝ 2 ⎠ ⎥⎦
nell’anima.
Si noti che, avendo assunto c2<c1, il valore dello sforzo aumenta in proporzione al rap-
porto c1/c2 nel passaggio dalla flangia (ρ1=b/2) all’anima (ρ2=0). Il momento d’inerzia
dell’intera sezione rispetto all’asse neutro x1 della flessione è I1 = 2[c1bh2/4+c2h3/12], a
meno di termini di ordine superiore al primo nello spessore. I valori significativi della
componente tangenziale dello sforzo sono:
106 Il cilindro di Saint-Venant
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
⎛ b⎞ Q ⎛ b h⎞ Q ⎛ bh ⎞
MinS3m = S3m ⎜ ρ1 = ⎟ = − 2 ⎜ 2 c1 ⎟ = − 2 ⎜ ⎟
⎝ 2⎠ I1 2c1 ⎝ 2 2 ⎠ I1 ⎝ 4 ⎠
nella flangia;
Q2 ⎛ b h ⎞ Q ⎛ bh ⎞ c ⎛ b⎞
S3m (ρ 2 = 0) = −
c
⎜ 2 c1 ⎟ = − 2 ⎜ ⎟ 1 = 1 S3m ⎜ ρ1 = ⎟
I1 2c2 ⎝ 2 2 ⎠ I1 ⎝ 4 ⎠ c2 c2 ⎝ 2⎠
⎛ h⎞ Q2 ⎡⎛ b h ⎞ ⎛ h h ⎞ ⎤ Q2 ⎡⎛ bh c1 ⎞ ⎛⎜ h 2 ⎞⎟ ⎤
MaxS3m = S3m ⎜ ρ 2 = ⎟ = ⎜ 2 c1 ⎟ + ⎜ 2 c2 ⎟ = ⎢⎜ ⎟+ ⎥
⎝ 2 ⎠ I1 2c2 ⎢⎣⎝ 2 2 ⎠ ⎝ 2 4 ⎠ ⎥⎦ I1 ⎢⎣⎜⎝ 4 c2 ⎟⎠ ⎜⎝ 8 ⎟⎠ ⎥⎦
nell’anima, all’intersezione della linea media con l’asse neutro della flessione x1.
c1 ρ1
(-)
(-)
ρ2
x2
c2 x1
(-) Q2 (-)
h/2 b/2
(-)
(-)
Nella sezione triangolare cava, Fig. 61a (c2<c1), si ha, Fig. 61b:
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V. Flessione non uniforme 107
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S3m = − 2 (− 2 ρ1c1 ya ) = 2 a ρ1
Q Q y
I1 2c1 I1
nella flangia,
Q ⎡ b ⎛ ρ b ⎞⎤
S3m = − 2 ⎢− 2 c1 ya − 2 ρ 2 c2 ⎜ ya − 2 CosArcTan ⎟⎥
I1 2c2 ⎣ 2 ⎝ 2 2h ⎠ ⎦
nell’anima.
Anche in questo caso si può osservare che lo sforzo tangenziale attinge il valore massi-
mo nell’anima, all’intersezione della linea media con l’asse neutro della flessione x1.
Per determinare la posizione del centro d’area cA si può calcolare l’area della sezione
come A=(c1b+2c2h/Cosα) con α=ArcTan[b/(2h)] e assumere come asse di riferimento x
la linea media della flangia; rispetto ad esso il momento statico della sezione è
Sx=2c2(h/Cosα)(h/2); pertanto risulta ya=Sx/A=[(c1/c2)(b/h)Cosα+2]/h. Il momento
d’inerzia dell’intera sezione rispetto all’asse neutro x1 della flessione è, a meno di ter-
mini di ordine superiore al primo nello spessore, I1 =2(1/3)[c2(h/Cosα)]h2-Aya2.
h
c2 x2
Q2
x1 ρ2 (+) (+)
ya
(+)
ρ1 (+)
c1
b/2
a) Geometria, b) Sforzo tangenziale;
Fig. 61 – Sezione triangolare cava.
Infine, nella sezione circolare cava, Fig. 62a (c=costϕ), si ha, Fig. 62b:
108 Il cilindro di Saint-Venant
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ϕ
S3m = −
Q2
∫ x dA = −
* 2
Q2
2 ∫ (RCosϕ~ )(cRdϕ~ ) = − Q2 R 2 Sen ϕ ,
I1 2c D I1 2c 0 I1
MinS3m = S3m (ϕ = π 2) = −
Q2
.
πRc
La rigidezza trasversale della sezione in direzione x2 può quindi essere calcolata come
C=GA/2=GπRc, Eq. (1.19).
ϕ ϕ
x2
Q2
x1 (-) (-)
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