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ITALIANO_ SOLUCIONES JUNIO 2019

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TAREA 1 Perché la lettura è il tuo asso nella manica
Chiave: 3/6/7/8/10
TRASCRIZIONE
Perché la lettura è il tuo asso nella manica
Marco Montemagno Publicado el 25 jul. 2017
C’è un articolo del Whasington Post molto interesante sulla lettura e si intitola così: “La morte della lettura
sta minacciando (sta mettendo in pericolo) l’anima” e raccoglie una serie di dati carini, ve ne dico alcuni. Il
primo è che alcune delle persone più ricche e più di successo del pianeta leggono come degli squali
bianchi: Warren Buffet legge le sue famose 500 pagine al giorno, Bill Gates legge almeno 50 libri all’anno,
Elon Musk è venuto sù xxxxxx con due libri che leggeva ogni giorno, il buon vecchio Zuckerberg legge
almeno un libro ogni due settimane, Mark Cuban, miliardario americano, si dice che legga almeno tre ore
al giorno e la lista va avanti e va avanti. Secondo aspetto; secondo Quartz all’inizio dell’anno avevano
fatto questo articolo dove dicevano: guardate, ogni essere umano potrebbe leggere almeno 200 libri
all’anno. Il calcolo che hanno fatto è questo qui: lettura media di 400 parole al minuto, in totale ai, diciamo,
400 ore all’anno. Siccome tu ne passi oggi negli Stati Uniti in media più di 600 di social e più di 1600 a
guardare la tv, se quel tempo lì investito in gattini si dedicasse alla lettura ci spara 200 libri all’anno. Un
terzo aspetto che aggiungo io è che la lettura in sostanza è gratis, cioè, oggi di tutte le attività che puoi
fare leggere è quella che ti costa meno in assoluto. Se anche hai 0 ma 0, 0, zerissimo soldi, in ogni caso i
libri te li tirano dietro, vai a un mercatino e te li regalano i libri. Se uno vuole leggere oggi non ci sono
scuse. A quel punto ti aspetteresti che tutti fossero lì a leggere, quelli interessati al mondo del lavoro
leggono, leggono.. e invece no, è uno zero virgola di persone che leggono perché..., vi dico la mia
esperienza, 1400 motivi, parti dall’educazione che ha dei problemi seri perché fanno odiare i libri a
scuola, almeno per me è stato così, leggere al liceo e all’università era visto ai tempi miei come una
grande rottura di palle, eri obbligato a leggere questi libri insopportabili, e a meno di trovare dei professori
veramente illuminati, per noi era un incubo. Dall’altro lato non è che sia solo colpa della scuola o
dell’università o del liceo, è che anche tu, magari a vari momenti della tua vita...Io ho preso al liceo, storia
dell’arte col 4, rimandato col 4, unico esempio dell’intera scuola, Perché? perché non so, non mi andava di
studiare, arrivavo in classe colla mia palla da basket, palleggiavo un po’, guardavo il prof con aria
strafottente e andavo a giocare a basket. Lui non disse niente, mi rimandò con solo l’arte a voto
xxxxxxxxx e aveva perfettamente ragione, questa è la verità, però ognuno ha vari momenti nella sua vita e
poi, in generale, il grande problema oggi è questo aggeggio qua chiaramente. Cioé questo coso è troppo
più libidinoso di qualunque libro in qualunque formato lo vuoi mettere. E come faceva notare qualcuno un
po’ di tempo fa, le migliori menti della nostra generazione oggi come oggi sono impiegate a ragionare su
come far cliccare su delle pubblicità, su come tenerti sempre attaccato a questo cellulare. Le migliori menti
in circolazione sul pianeta terra non sono concentrate a farci leggere di più. Quella è una roba che, o lo
facciamo noi o non arriva nessuno ad aiutarci a farla. Però un dato è certo, se uno legge, e qui lettura per
me è inteso come avere momenti di approfondimento giornaliero, poi leggere può essere cartaceo,
digitale, audiolibro, non sei in gara con nessuno, decidi la modalità,...quello che ti pare. Chi ha questo
livello di approfondimento quotidiano ha uno spessore e una profondità professionale completamente
diversa. Facciamo un esempio: magari uno fa il web designer, ma è totalmente diverso se tu sei uno che
semplicemente smanetta con il tuo photoshop e i tuoi tools, se realizzi delle grafiche rispetto a uno che
ogni giorno approfondisce e magari sta studiando un libro su come si legge l’acqua (di recente ho
comprato questo libricino: come si legge l’acqua), avete presente quando l’acqua prende diverse forme in
base alla corrente eccetera, c’è uno studio enorme dietro, magari a un web designer, da lì gli viene
un’idea per un certo tipo di grafica oppure si documenta sugli ultimi trend del colore, magari conosce di
comunicazione, di marketing e di bussines e quando parla con un’ azienda che deve rifare un logo ha
un’idea di che cosa voglia dire creare un brand, ha una visione molto più ampia e un valore sul mercato
totalmente diverso. In conclusione, per parafrasare Whasington Post, la morte della lettura non sta
seriamente danneggiando la nostra anima ma sta seriamente dannenggiando anche il nostro lavoro

TAREA 2 Come usare film e serie tv per imparare le lingue


Chiave: VERE:1,2,5,7,8,9 FALSE:3,4,6,10
TRASCRIZIONE
Alessandro de Concini, Publicado el 31 oct. 2018. (durata 3.47)
Lo avrete sentito decine di volte, il classico consiglio del vostro amico per quando dovete migliorare
l’inglese oppure imparare una nuova lingua straniera e cioè: andate a vedervi un film o una serie tv in
lingua originale, con i sottotitoli, addirittura senza niente, leggetevi un libro, ascoltatevi canzoni in quella
lingua, insomma immergetevi nel sistema audiovisivo della lingua target che volete aggredire (abbordare,
affrontare). Ma funziona davvero ascoltare e guardare un prodotto appunto audiovisivo? O leggere un
libro, migliora davvero la nostra competenza linguistica in quella lingua specifica?Sì e no. Sì, in che
senso? Nel senso che sottoporsi appunto all’ascolto soprattutto di una lingua parlata da persone
naturalmente competenti, quindi a maggior ragione dei madrelingua, delle persone che parlano in modo
molto molto accurato, naturalmenta può migliorare la nostra capacità di capire quella lingua, di usare
quella lingua ma soprattutto di pronunciarla correttamente. Tuttavia c’è un ma, il ma è che l’ascolto di tipo
esclusivamente passivo non porta ai migliori risultati, quindi non è che voi facendovi la maratona di 200
stagioni della vostra serie preferita in quella lingua imparerete a parlare. Lo sforzo di produrre e di
attivamente insomma creare strutture linguistiche è fondamentale per poter consolidare una lingua
straniera, e quindi la passività può essere un aiuto ma non basta. Dovete aggiungerci una partecipazione
a quello che state guardando, a quello che state facendo. Dovete sforzarvi di interagire, dovete sforzarvi di
comunicare in quella lingua, quindi naturalmente può essere d’aiuto il film in lingua straniera ma c’è
bisogno anche di parlare, sforzarsi per fare degli esercizi e, insomma, attivare la nostra mente. Sapete
che nel processo di apprendimento è veramente molto importante quel concetto chiamato the trivial effect
e anche, il testing effect, cioè gli effetti che consolidano la memoria, migliorano l’apprendimento quando
siamo messi alla prova e quando dobbiamo recuperare dal fondo della nostra mente insomma quello che
sappiamo per tirarlo fuori ed utilizzarlo. Quindi questo sicuramente è sempre vero. Quindi come fare a
sfruttare al meglio film e serie tv, canzoni, eccetera in lingua originale? Beh, fate un lavoro di tipo misto,
quindi vi mettete sul vostro film ma ogni tanto, ogni 10 minuti o un quarto d’ora, quello che è, occupate
improvvisamente la scena e provate a ripetere il dialogo che avete appena sentito, provate a rispondere a
un personaggio se c’è un botta e risposta (botta e risposta: battute di dialogo che si susseguono
rapidamente, l’una in risposta all’altra), immaginate di essere parte del film e provate a rispondere voi al
posto del personaggio. In qualche modo quindi interagite. Non limitatevi all’ascolto di tipo passivo perché
questo per avere degli effetti sarà una necessità di tantissimo tempo, avrete bisogno veramente di ore, ore
e ore e io lo so che voi bigiate su Netflix ma avete bisogno insomma magari di ottenere un risultato che
non sia in anni di tempo, magari in mesi e allora sicuramente un approccio più attivo può portar via dei
migliori risultati in tempo più breve, quindi mettete in pausa quel film e provate a interagire, appunto a far
recitare la battuta del personaggio oppure potete agire con la scena magari mettendoci del vostro, mettete
in pausa la canzone e provate a cantarla, mettete in pausa la lettura del vostro libro e provate a ripetere
l’ultima frase che avete letto oppure a riscrivere voi come andrebbe avanti la frase del libro che state
leggendo. In qualche modo quindi dovete sempre partecipare con quello che state facendo, altrimenti
quando l’ascolto o comunque l’apprendimento di qualunque tipo si ferma a livello passivo, è
estremamente lento, estremamente inefficace, estremamente inefficiente, quindi partecipate, partecipate,
partecipate.
Io sono Alessandro de Concini e tutti i giorni vi parlo di apprendimento, condizione, ragionamento,
cultura..sulla mia pagina Facebook Alessandro di Concini adc, su Youtube, su Instagram, sui giornali
podcast, su tutti gli altri social. Noi ci vediamo domani per un prossimo video e nel frattempo andate a
partecipare con i vostri fil in lingua straniera.

TAREA 3 Saviano presenta la terza stagione di Gomorra


Chiave: 1c/2c/3a/4c/5c/6a/7c/8c/9b/10a
TRASCRIZIONE
Gomorra (3ª stagione), il messaggio di Roberto Saviano.
Gomorra, l'attesa terza stagione presentata da Roberto Saviano. Ecco il messaggio mostrato in
conferenza stampa. La terza stagione di Gomorra vi attende al cinema il 14 e il 15 novembre, mentre i 12
episodi saranno in onda dal 17 novembre alle 21:15 su Sky Atlantic. Publicado el 13 nov. 2017.
Roberto Saviano.- Mi dispiace non poter essere alla conferenza stampa ma la mia vita come sapete è
confusa e complicata e quindi mi trovo lontano, lontano dall’Italia ma voglio esserci, voglio esserci con
questo messaggio, voglio esserci per il lancio di Gomorra 3. Ce l’abbiamo fatta, siamo arrivati alla terza
stagione di Gomorra. Chi l’avrebbe detto? Quando ho presentato il progetto da più parti mi dicevano: no,
ma perché? Perché rovini un libro, un film andati così bene?Perché? Perché compromettersi con un
progetto così (gesticola) e facevano questo gesto che sapeva di fumo, di aria, di vacuità e, invece per
fortuna Andrea Scrosati c’ha creduto sino in fondo, Riccardo Tozzi ha preso il progetto subito, dopo 10
minuti che gli stavo parlando gli ho portato i fogli col progetto della serie e, isomma, ce l’abbiamo fatta. Ce
l’abbiamo fatta nonostante un clima, un clima che non è stato dei più favorevoli, come dire, diffama il
territorio, ispira i criminali... è davvero incredibile.
Gomorra è stato molto, è stato molto, è stato il racconto del potere ma non del potere della camorra o del
potere a Napoli, del potere, dei meccanismi del potere. Questo è stato possibile realizzarlo anche nella
terza stagione dove abbiamo voluto portare lo sguardo sulle “Scampia” di Europa, in questo caso in
Bulgaria. Il tentativo di raccontare come le periferie abbiano sempre la stessa sintassi e Gomorra, la serie,
diventa in questo modo una interprete. Interpreta questa grammatica, la grammatica della violenza ma
anche del business, del profitto che da Scampia a Sofia, da Sofia a Parigi, da Parigi a città del Messico,
da Città del Messico a Lagos... Tutte queste periferie vivono tutte la stessa dimensione. Dicevo, la
diffamazione del territorio, raccontare, raccontare la contraddizione, raccontare la ferita significa
illuminarla come ripeto spesso e, quindi illuminare significa iniziare a conoscere la strada della soluzione.
E poi c’è un cortocircuito, un cortocircuito interessante. Quando adesso dei criminali per esempio postano
una foto in cui sono armati o quando inziano.., quando iniziano per esempio ad atteggiarsi in un certo
modo, un taglio di capelli, quello che succede è che si titola come Gomorra. È interessante questo. Il
cortocircuito che si crea è esattamente di questo tipo: la serie svela dei meccanismi e li rende popolari,
meccanismi che ci sono sempre stati, e che spesso, nella cronaca, erano marginali o titolati con titoli
specifici, cioè a Ostia, succede, a Marigliano succede, a Opera succede... Accade d’improvviso che quei
meccanismi, visti nella serie, inizi a riconoscerli e li sai riconoscere anche nella realtà, e allora li associ
immediatamente a Gomorra. Ecco che ti sembra che quindi la realtà sia stata plasmata dagli attori di
Gomorra, dalle nostre scenaggiature, dai nostri soggetti... non è così. Gomorra semplicemente è aperto,
aperto a possibilità di illuminare queste dinamiche, quindi le ha rese riconoscibili. Ecco il cortocircuito tra
serie e realtà.
Insomma sono molte le cose di cui potremmo parlare ma mi va di salutarci con questa possibilità di
sperare. Sperare dove? Nel racconto. Nessuno potrebbe immaginare che in Italia fosse possibile una
cosa del genere, una serie in dialetto che racconta dettagliatamente come si aprono piazze di spaccio,
come si combattono le famiglie, le gerarchie, tutto dentro una storia, una storia che intrattiene e
appassiona. Ecco, la speranza è che l’Italia raccontandosi, sia riuscita a trovare un modello, un modello di
analisi e di racconto del potere, non solo italiano, non solo meridionale ma internazionale. Questa,
secondo me, è la speranza che risiede in questa serie.

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TAREA 1 Aldo Moro
Ciò nonostante, la violenza politica, seppure con forme e prospettive nemmeno paragonabili,
resta un fantasma sempre pronto ad agitarsi e ad agitare i contrasti che viviamo. 3
Dalla prima edizione sono trascorsi altri dieci anni, ma la sostanza del racconto che si
potrebbe fare oggi non è dissimile da quella di allora. Le ulteriori indagini di magistratura e 5
commissione parlamentare d’inchiesta non hanno cambiato il quadro complessivo.
Destinato ad esaurirsi in pochi mesi, dopo l’omicidio di Moro, con una retromarcia che riportò
le maggioranze di governo su percorsi più tradizionali. 2

La «solidarietà nazionale», che per un biennio aveva tenuto in vita il governo monocolore Dc
grazie all’astensione degli altri partiti, si trasformò in «unità nazionale», con il voto favorevole 1
di tutti gli alleati, comunisti compresi.
Moro e la sua famiglia che inizialmente, in qualità di vittime, erano al fianco delle istituzioni ma
da un certo momento in poi, quando l’ostaggio cominciò a scrivere le sue lettere dalla 4
«prigione del popolo», divennero a loro volta antagonisti dello Stato e della «linea della
fermezza» ufficialmente adottata.
Non solo perché è una ricorrenza «a cifra tonda» e dunque considerata più evocativa,
ma per l’atmosfera in cui cade 0
Roma, che da quel momento, fu costantemente presidiata dalle forze dell'ordine, con posti di
blocco ovunque. A quarant'anni da una delle pagine più buie della nostra storia, sono ancora
molti gli interrogativi e i misteri ancora irrisolti.

TAREA 2 10 errori dell’italiano


0 Quando abbiamo un dubbio sull’uso dell’italiano è meglio approfondire
consultando gli esperti V
1 Il pronome personale sé porta l’accento quando non è accompagnato da
stesso o medesimo. V
2 Sempre indica l’inizio di un fatto e subito l’immediatezza di un’azione. F
3 La congiunzione che regge sempre indicativo e come regge sempre F
congiuntivo.
4 Le antonomasie (cioè indicare un nome proprio con un nome comune o F
una locuzione) si usano in italiano per scherzare.
5 Un’apocope si può pronunciare da sola e un’elisione ha bisogno V
dell’apostrofo per appoggiarsi alla parola successiva che inizia per vocale.
6 Le parole straniere in italiano non si declinano mai al plurale. F
7 “Diffidare dalle imitazioni” sarebbe la forma grammaticalmente corretta. F
8 Quando c’è una lunga consuetudine di uso di una forma sbagliata, questa V
viene percepita come corretta.
9 L’uso disgiuntivo di piuttosto che non è corretto nello scritto, ma è F
accettato nel parlato.
10 Quando una parola deriva dal latino ha due forme corrette: una più simile F
al latino e un’altra più evoluta.

TAREA 3 Gioventù rimossa


0 D
1 B 6 B
2 B 7 B
3 C 8 C
4 D 9 A
5 C 10 C

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