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COSTRUTTO: PERCEZIONE
DEFINIZIONE: La percezione è una organizzazione dinamica e significativa dei dati di realtà. Non
riguarda una riproduzione fedele di informazioni esterne come tracce nel cervello ma è un
processo cognitivo complesso di riconoscimento, elaborazione e interpretazione di sensazioni,
dunque un processo attivo che coglie legami tra vari stimoli, diversamente dall’effetto provocato
da un'attivazione immediata da parte di uno stimolo esterno (= sensazione: processo per cui i
cambiamenti di stato del mondo provocano cambiamenti nel nostro cervello, poichè vengono
recepiti dai nostri organi di senso, i quali non li elaborano ma li traducono in impulsi elettrici che
possono essere utilizzati dal cervello). La percezione dunque è un processo per cui nel cervello i
dati sensoriali prendono vita e acquistano un significato e l'attività percettiva riguarda la funzione
del cervello di raccogliere, elaborare, trasformare e organizzare le informazioni presenti
nell'ambiente.
Per fare in modo che avvenga il processo percettivo vi è la necessità di attivare la " catena
psicofisica": l'ambiente deve emettere una particolare energia (stimolo distale), la quale deve
essere in grado di modificare gli organi-recettori di senso dell'individuo (stimolo prossimale) per
poi essere elaborato da un sistema che sia in grado di decodificare e interpretare questa energia
prodotta negli organi di senso (creazione del percetto: la realtà oggettiva è tramutata in realtà
soggettiva). Questa catena dunque segue i seguenti passaggi, partendo proprio dall'ambiente:
– lo stimolo distale (fisico) è energia che colpisce i nostri organi di senso,
– colpiti i recettori diventa stimolo prossimale (risposta fisiologica), cioè l'insieme di attività
chimiche ed elettriche innescate dallo stimolo negli organi di senso, poi trasmesse dai nervi
al cervello,
– a seguito dell'elaborazione da parte dell'attività cerebrale, si crea il percetto (esperienza
sensoriale): sensazione soggettiva (sapore, suono, visione, etc.) esperita dal soggetto.
Questa definizione è quella considerata dalla psicologia scientifica, la quale sostiene che il mondo
percettivo non sia la copia esatta dell’ambiente che circonda l'individuo (posizione del realismo
ingenuo), ma il risultato di una serie d’elaborazioni e d’attività svolte dall’organismo.
All'interno dello studio della percezione vi sono però alcune contrapposizioni le quali riguardano
come si organizza l'attività percettiva, se parte dunque dallo stimolo esterno, se parte dalla
persona e da suoi schemi interni o se addirittura è legata all'esperienza dell'uomo rispetto a
determinati oggetti percepiti e tale esperienza modifica le percezioni future.
MODELLO EMPIRISTA:
PARADIGMA COSTRUTTUVISTA DI HERMANN VON HELMHOLTZ (1867): La percezione è la somma
di sensazioni elementari, integrate con apprendimenti precedenti = uno timolo viene percepito
per ragionamento inconsapevole, dato da associazione tra lo stimolo prossimale con conoscenze
precedenti. Gli elementi esterni vengono organizzati (unificati) per produrre la percezione
Prima prova – Esame di Stato 2016 – Temi Generale
Materiale Dott.ssa Alessandra Pellone – Albo n°9813
dell'oggetto che risulta più probabile in un determinato contesto; i processi decisionali che
permettono di effettuare questo ragionamento inconsapevole vengono denominati inferenze
inconsce, cioè deduzioni per assimilazioni passate, le quali permettono ad esempio un calcolo della
probabilità che un oggetto percepito parzialmente abbia una certa forma. Ciò che caratterizza
questo paradigma è che il soggetto orgnizza attivamente i dati sensoriali (a differenza della teoria
della Gestalt per cui l'organizzazione è presente nel dato sensoriale) e che la percezione è
assimilabile al pensiero, in quanto si basa su pre-conoscenze ed è frutto di ragionamenti
(inconsapevoli) del soggetto (a differenza della teoria della Gestalt secondo cui l'organizzazione
non avviene per attività della persona ma è presente nella “gestalt” dell'oggetto, dunque è
immediata/esterna).
→ il percetto dunque è il risultato cerebrale della conclusione di un sillogismo (probabilità) le cui
premesse sono date dallo stimolo prossimale e da regole presenti a priori nell'organismo.
TEORIA DI BRUNER (anni '60): la percezione non è una risposta dell'individuo ad uno stimolo
esterno, ma processo interno di formulazione di ipotesi influenzate da valori, motivazioni e
credenze della persona: il soggetto dunque è attivo, dallo stimolo distale vi è la creazione di uno
stimolo prossimale che però non rimane fermo agli scambi neuronali all'interno del cervello,
poiché la sua elaborazione è attiva, cioè è influenzata dall'esperienza della persona, dai suoi
bisogni, stati emotivi e aspettative personali.
La teoria di Bruner è legata allo sviluppo cognitivo del bambino, per cui tutti i processi mentali
hanno un fondamento sociale, tra questi appunto anche la percezione, e la struttura della
cognizione dell'individuo è influenzata dalla cultura; l’aspetto sociale influenza non solo il modo di
costruire le rappresentazioni, ma anche i contenuti stessi delle rappresentazioni, per cui i concetti
e le categorie organizzate e immagazzinate dalla persona sono condivisi e ritenuti appropriati in
una data cultura.
A seconda quindi della propria esperienza passata e delle proprie emozioni attuali, il soggetto
nell'attività percettiva compie un’azione di categorizzazione: a partire da alcuni indizi identifica e
classifica lo stimolo stesso; la percezione quindi si fonda su un sistema di categorie utili a codificare
la realtà ambientale, sulla base delle relazioni rilevate fra le proprietà degli oggetti e degli eventi
che caratterizzano lo status di una persona in un dato momento.
dollaro più di quelli ricchi; questo effetto è dato dal fatto che le monete di valore più alto hanno
“valenza sociale maggiore” specialmente per i bambini poveri, i quali sono consapevoli del
significato economico della moneta rispetto ad un disco di cartone. l’aspetto innovativo della
ricerca, per quanto carente dal punto di vista sperimentale, è l’attribuzione a stati interni anziché a
stimoli esterni del controllo del comportamento, concetto che introduce una prima visione della
psicologia cognitiva.
Per approfondimento ed altri esperimenti si rimanda a:
https://www.unipi.it/athenet/22/art_4.htm
una proiezione del cubo visto da posizioni diverse. Di fronte al problema posto dunque il
cervello non “sceglie” e continua a oscillare tra l'una e l'altra. Molte persone percepiscono
infatti la faccia in basso a sinistra come la faccia anteriore e ciò potrebbe dipendere dal
fatto che l'oggetto viene soggettivamente visto da sopra, con la faccia superiore visibile.
movimento stroboscopico movimento apparente prodotto dal ritmo con cui si alterna
l'accensione di stimoli statici (esempio è quanto accade al cinema)
triangolo di Kanizsa (1955) questa illusione si rifà al meccanismo del completamento
(legge della chiusura) per cui la persona riesce a percepire un'immagine che non esiste
nella realtà; vengono presentati 3 cerchi privi di un settore circolare disposti ai vertici di un
triangolo immaginario. L’individuo percepisce un triangolo sovrapposto a 3 cerchi poiché la
mente applica il principio di chiusura per far fronte alla sua tendenza di semplicità e
completamento.
STRUMENTI:
TPV - test percezione visiva e integrazione visuo-motoria (Hammil & all., 1993): versione aggiornata
del test di Frostig, utilizzata per valutare la maturazione delle competenze dell'area spaziale-
motoria (importanti per la scrittura e la lettura). La percezione inq uesto caso è considerata come
interazione di diversi fattori che si sviluppano in maniera indipendente tra loro.
Tale strumento, valuta aree di percezione visuo-motoria; i subtest per area sono: posizione di un
oggetto nello spazio, completamento di figura, discriminazione figura-sfondo, costanza della forma
+ rapporto spaziale, coordinazione occhio-mano, velocità e coordinazione visuo-motoria, copiatura
di figura.
VMI - development test of visual motor integration (Beery e Buktenica, 2000): valuta il modo in cui
bambini e ragazzi, dai 3 ai 18 anni, integrano le loro abilità visive e motorie; è composto di un test
carta matita che richiede la copiatura di 27 forme geometriche + due test supplementari:
percezione visiva e coordinazione motoriapercezione di figura. Consente di identificare i soggetti
con deficit e costituire il punto di partenza per la programmazione di interventi didattico-
pedagogici, principalmente per bambini con difficoltà dell'apprendimeto.
Altri test utili per valutazione neuropsicologica sono:
Figura complessa di Rey: analizzare l'organizzazione percettiva e la Memoria a lungo
termine visiva; viene presentata al paziente questa figura complessa, la quale nella prima
parte del test deve essere copiata, mentre nella seconda parte del test deve essere
ricostruita attraverso il ricordo. Nella somministrazione della prima parte vengono utilizzati
dei colori per osservare da quali parti della figura il paziente inizia a copiare.
ENB-2 (Mondini & all., 2011): subtest delle figure aggrovigliate = valuta la capacità di
riconoscimento visivo e di inibizione della risposta
Bender Visual - Motor Gestalt Test (Bender, 1979): 9 figure a gestalt differente da riprodurre
così come le vede, somministrabile da 4 a 11 anni per la valutazione del funzionamento
della gestalt visuomotoria e le sue eventuali deviazioni o regressioni. La valutazione
dipende dalla forma delle figure riprodotte, dal rapporto in cui si trovano le une con le
altre, dalla collocazione nello spazio e dalla successione temporale.
AMBITI APPLICATIVI:
Psicologia clinica dello sviluppo: intervento sulle abilità percettive generali nei bambini con DSA, i
quali solitamente hanno in comorbilità un deficit di percezione visuo-spaziale, uditiva, di
organizzazione spazio-temporale, di memoria e/o di linguaggio, poiché anche queste sono
implicate negli apprendimenti scolastici (limite delle applicazioni: i programmi specifici di lavoro
sulle capacità percettive e motorie, come prevenzione o intervento trasversale al DSA, non hanno
efficacia dimostrata!)
Psicologia clinica dell'adulto: valutazione della percezione utile nelle situazioni di dispercezioni
della realtà in disturbi quali schizofrenia, disturbi d'ansia (PTSD), depressivi (alterata percezione di
tempo e spazio); test da utilizzare ad esempio sono quello della figura nascosta di Witkin per il
disturbo della personalità, in quanto utile per comprendere se è di tipo dipendente o indipendente
dal campo.
Psicologia Sperimentale: gli studi sono stati utili per lo sviluppo del paradigma di Bonaiuto sulla
deprivazione sensoriale (soggetto in isolamento in carcere, monasteri, spazio), sono stati analizzati
infatti lo stile cognitivo e percettivo analitico, frammentato, per arricchire l'ambiente monotono
(tali soggetti infatti sono maggiormente propensi ad avere allucinazioni).