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La “FORMA” della libertà

“Sono libero perché ho molte possibilità di scelta e faccio quello che voglio”
una frase normale… e totalmente confusa
Per una comprensione realistica della dinamica della libertà umana occorre invece distinguere adeguatamente fra:
arbitrio (ho possibilità di scelta), volontà (quello che voglio), libertà (quello che deciso di fare e faccio).
- L’arbitrio indica la possibilità di esercitare una scelta concreta all’interno di alcune opzioni . Non è una
caratteristica propria dell’uomo, perché anche l’animale compie scelte concrete, valutando ciò che è meglio
(ad es. sceglie il cibo più opportuno o l’atteggiamento da tenere davanti ad un segnale di pericolo…).
- La volontà è la tensione che il vivente prova verso ciò che percepisce come desiderabile . È una facoltà del
vivente che possiede una capacità cognitiva ed affettiva. Anche questa non è propria solo dell’uomo. Anche
l’animale possiede una volontà, una tensione verso qualcosa, guidata dagli appetiti naturali, istintuali, a
volte affettivi, che determinano la sua vita. La volontà guida l’arbitrio verso una direzione di scelta.
Nella concretezza possono esservi volontà diverse e compresenti che pongono l’arbitrio in difficoltà e
portano ad una scelta fra diverse alternative (l’animale vede e desidera il cibo preferito, ma raggiungerlo
comporta un pericolo e provoca paura).
- La libertà è la caratteristica propria della dinamica della volontà e quindi dell’arbitrio umano . Essa indica la
possibilità per l’uomo di desiderare e scegliere non solo ciò che corrisponde ad una tensione naturale,
istintuale o affettiva, ma ciò che è vero, bello, buono in sé. L’uomo può fare anche ciò che non gli è di
vantaggio o non nasce da un affetto positivo: può perfino amare i suoi nemici.
In relazione all’uomo, “libertà” non è quindi propriamente un sostantivo, ma un attributo, un aggettivo che
indica la caratteristica propria della volontà e dell’arbitrio umano.

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