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18 SETTEMBRE 2019
di Alessandro Rosanò
Assegnista di ricerca in Diritto dell’Unione europea
Università degli Studi di Torino
Fra ipocrisia organizzata e allargamento strategico:
l’Unione europea, i Balcani occidentali e alcune
prospettive di crisi dello stato di diritto *
di Alessandro Rosanò
Assegnista di ricerca in Diritto dell’Unione europea
Università degli Studi di Torino
Sommario: 1. Introduzione. 2. Gli obblighi assunti quanto allo stato di diritto da parte degli Stati dei
Balcani occidentali mediante gli accordi di stabilizzazione e associazione. 3. Il concetto di stato di diritto
nel diritto dell’Unione europea. 4. La nozione di indipendenza del potere giudiziario nel diritto
dell’Unione europea. 5. Il contributo del Consiglio d’Europa quanto allo stato di diritto e all’indipendenza
del potere giudiziario. 5.1. Alcune pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo quanto
all’indipendenza del potere giudiziario in Albania, Macedonia e Serbia. 5.2. Le risoluzioni e i rapporti
dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e i pareri della Commissione di Venezia
sull’indipendenza del potere giudiziario negli Stati dei Balcani occidentali. 6. Conclusioni.
1. Introduzione
Nel discorso sullo stato dell’Unione del 2017, il Presidente della Commissione europea Jean-Claude
Juncker ha dichiarato che, ove intenda conseguire maggiore stabilità per se stessa e i propri Stati, l’Unione
europea (UE) non potrà esimersi dal mantenere “prospettive di allargamento credibili per i Balcani
occidentali”1.
A distanza di pochi mesi, la Commissione ha pubblicato una comunicazione, nella quale ha preconizzato
l’ingresso di nuovi Stati nell’UE entro il 2025, riconoscendo che i negoziati per l’adesione del Montenegro
e della Serbia erano stati positivamente avviati, che avrebbe raccomandato l’avvio delle trattative a tal fine
2 Nel 2018, risolvendo così una disputa con la Grecia che durava da lungo tempo, la Macedonia ha deciso di
cambiare la propria denominazione ufficiale in “Repubblica di Macedonia del Nord”. Nel prosieguo, si utilizzerà
per semplicità il nome “Macedonia”. Sul punto, v. I. BANTEKAS, The Authority of States to Use Names in International
Law and the Macedonian Affair: Unilateral Entitlements, Historic Titles, and Trademark Analogies, in Leiden Journal of
International Law, n. 22/2009, pp. 563-582 e V.A. FRIEDMAN, The Name’s Macedonia. North Macedonia, in Foreign
Affairs, I ottobre 2018.
3 In tutti i documenti nei quali viene menzionato il Kosovo, l’UE si premura di specificare che ciò non è da
intendersi quale riconoscimento della sua indipendenza (circa la quale, v. R.J. DELAHUNTY – A. PEREZ, The
Kosovo Crisis: A Dostoievskian Dialogue on International Law, Statecraft, and Soulcraft, in Vanderbilt Journal of Transnational
Law, n. 42/2009, pp. 55-142 e A. TANCREDI, Il parere della Corte Internazionale di giustizia sulla decisione di indipendenza
del Kosovo, in Rivista di diritto internazionale, n. 93/2010, pp. 994-1052). Resta il fatto, comunque, che, allo stato attuale,
se il Kosovo aderisse all’UE, lo farebbe come entità autonoma e non come parte di un altro Stato.
4 COMMISSIONE EUROPEA, Una prospettiva di allargamento credibile e un maggior impegno dell’UE per i Balcani
Obstacles, in Journal of Balkan and Near Eastern Studies, n. 11/2009, pp. 313-331.
6 Da parte sua, il Consiglio europeo affermò a partire dagli inizi degli anni 2000 la propria volontà di portare a
realizzazione la prospettiva europea degli Stati in questione, riconoscendo loro il ruolo di candidati potenziali
all’adesione, prevedendo l’attivazione di meccanismi di assistenza tecnica ed economica (Conclusioni del Consiglio
europeo di Santa Maria da Feira, 19 e 20 giugno 2000, punto 67) e ribadendo più volte tale impostazione (si vedano,
ad esempio, Conclusioni del Consiglio europeo di Copenaghen del 12 e 13 dicembre 2002, punto 23, Conclusioni
del Consiglio europeo di Bruxelles, 20 e 21 marzo 2003, punto 82 e Conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles,
9 marzo 2017, punto 13).
7 Nelle Conclusioni del Consiglio europeo di Salonicco, 19 e 20 giugno 2003, punto 41, si trova la definizione
particolarmente icastica del processo di stabilizzazione e associazione quale “quadro per la rotta europea dei paesi
dei Balcani occidentali”. Per un’introduzione al riguardo, v. M.A. VACHUDOVA, Strategies for Democratization and
European Integration in the Balkans, in M. CREMONA (ed.), The Enlargement of the European Union, Oxford, 2003, pp.
141-160
8 In questi termini, ma in relazione all’allargamento del 2004, v. M. CREMONA, Introduction, in M. CREMONA
9 Conclusioni del Consiglio europeo di Copenaghen, 21 e 22 marzo 1993, punto 7. Per quel che riguarda i criteri
di Copenaghen e, più in generale, l’allargamento dell’UE, v. T. MARKTLER, The Power of the Copenhagen Criteria, in
Croatian Yearbook of European Law & Policy, n. 2/2006, pp. 343-363, A. LANG, La politica di allargamento dell’Unione
europea, in Studi sull’integrazione europea, n. 5/2010, pp. 477-491, W. SADURSKI, Constitutionalism and the Enlargement
of Europe, Oxford, 2012 e C. HILLION, EU Enlargement, Oxford, 2014.
10 COMMISSIONE EUROPEA, Una prospettiva di allargamento, op.cit., p. 3.
11 Ivi, pp. 4-5.
12 Per una prima introduzione al tema, v. A. DI GREGORIO, Lo stato di salute della rule of law in Europa: c‘è un regresso
generalizzato nei nuovi Stati membri dell‘Unione?, in DPCE online, n. 28/2016, pp.175-202 e K.L. SCHEPPELE – L.
PECH, Illiberalism Within: Rule of Law Backsliding in the EU, in Cambridge Yearbook of European Legal Studies, n. 19/2017,
pp. 3-47.
13 Per quanto riguarda l’Ungheria, v. G. HALMAI, From the “Rule of Law Revolution“ to the Constitutional Counter-
Revolution in Hungary, in European Yearbook of Human Rights, n. 1/2012, pp. 367-384, N. CHRONOWSKI – M.
VARJU, Two Eras of Hungarian Constitutionalism: From the Rule of Law to Rule by Law, in Hague Journal on the Rule of
Law, n. 8/2016, pp. 271-289 e K. KELEMEN, The New Hungarian Constitution: Legal Critiques from Europe, in Review
of Central and East European Law, n. 42/2017, pp. 1-49. Sulla Polonia, v. A. ANGELI, Polonia: le derive di una democrazia
(quasi) maggioritaria: tra rischio di paralisi dell‘organo di giustizia costituzionale e dualismo giuridico, in federalismi.it, n. 2016/17,
pp. 1-36, W. SADURSKI, How Democracy Dies (in Poland): A Case Study of Anti-Constitutional Populist Backsliding, Sidney
School Research Paper n. 18/01, 2018 e T.T. KONCEWICZ, The Capture of the Polish Constitutional Tribunal and
Beyond: of Institution(s), Fidelities and the Rule of Law in Flux, in Review of Central and Eastern European Law, n. 43/2018,
pp. 116-173.
14 Al riguardo, v. R. CARP, The Struggle for the Rule of Law in Romania as an EU Member State: The Role of the Cooperation
and Verification Mechanism, in Utrecht Law Review, n. 10/2014, pp. 1-16 e S. PAVLOVSKA-HILAIEL, The EU’s
Losing Battle Against Corruption in Bulgaria, in Hague Journal on the Rule of Law, n. 7/2015, pp. 199-217.
15 COMMISSIONE EUROPEA, La strategia di allargamento dell'UE, COM(2015) 611 def, p. 6.
2. Gli obblighi assunti quanto allo stato di diritto da parte degli Stati dei Balcani occidentali
mediante gli accordi di stabilizzazione e associazione
Nel primo ASA, concluso con la Macedonia18, si individua lo stato di diritto tra i principi generali posti a
fondamento delle politiche interne ed esterne delle parti contraenti ed elemento essenziale dell’accordo.
16 COMMISSIONE EUROPEA, Comunicazione 2018 sulla politica di allargamento dell'UE, COM(2018) 450 def, p. 2.
Sulla rilevanza degli interventi relativi al potere giudiziario ai fini dell’adesione all’UE, v. A. SEIBERT-FOHR,
Judicial Independence in European Union Accessions: The Emergence of a European Basic Principle, in German Yearbook of
International Law, n. 52/2009, pp. 405-436.
17 La Commissione di Venezia è un organo consultivo del Consiglio d’Europa che opera al fine della promozione
della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti umani. I suoi pareri attengono a proposte di riforma o riforme
costituzionali o legislative e presentano una valutazione quanto alla conformità di tali interventi rispetto ai canoni
suddetti. Sul ruolo della Commissione di Venezia, v. G. CAGGIANO, La Commissione per la Democrazia attraverso il
Diritto, in Rivista di diritto europeo, n. 3/1989, pp. 417-420, G. BUQUICCHIO - P. GARRONE, Vers un espace
constitutionnel commun? Le role de la Commission de Venice, in B. HALLER (ed), Law in Greater Europe: towards a common
legal area. Studies in honour of Heinrich Klebes, The Hague, 2000, pp. 3-21 e M. DE VISSER, A Critical Assessment of the
Role of the Venice Commission in Processes of Domestic Constitutional Reform, in American Journal of Comparative Law, n.
63/2015, pp. 963-1008.
18 Si tratta dello Stabilisation and Association Agreement between the European Communities and their Member States, of the one
part, and the former Yugoslav Republic of Macedonia, of the other part, in G.U.U.E. L 84 del 20 marzo 2004, p. 13, firmato
il 9 aprile 2001 ed entrato in vigore il I aprile 2004. Le disposizioni rilevanti sono quelle contenute agli articoli 2,
68, 74, e 91.
19 Stabilisation and Association Agreement between the European Communities and their Member States, of the one part, and the
Republic of Albania, of the other part, in G.U.U.E. L 107 del 28 aprile 2009, p. 166, firmato il 12 giugno 2006 ed entrato
in vigore il I aprile 2009. Le disposizioni rilevanti sono quelle contenute agli articoli 1, 2, 78, 87 e 111.
20 Stabilisation and Association Agreement between the European Communities and their Member States of the one part, and the
Republic of Montenegro, of the other part, in G.U.U.E. L 108 del 29 aprile 2010, p. 1, firmato il 15 ottobre 2007 ed entrato
in vigore il I Maggio 2010. Le disposizioni rilevanti sono quelle contenute agli articoli 1, 2, 80, 89 e 114.
21 Stabilisation and Association Agreement between the European Communities and their Member States of the one part, and the
Republic of Serbia, of the other part, in G.U.U.E. L 278 del 18 ottobre 2013, p. 14, firmato il 29 aprile 2008 ed entrato
in vigore il I settembre 2013. Le disposizioni rilevanti sono quelle contenute agli articoli 1, 2, 80, 90 e 114.
22 Stabilisation and Association Agreement between the European Communities and their Member States, of the one part, and Bosnia
and Herzegovina, of the other part, in G.U.U.E. L 164 del 30 giugno 2015, p. 2, firmato il 16 giugno 2008 ed entrato in
vigore il I giugno 2015. Le disposizioni rilevanti sono quelle contenute agli articoli 1, 2, 78 e 87.
23 Stabilisation and Association agreement between the European Union and the European Atomic Energy Community, of the one
part, and Kosovo, of the other part, in G.U.U.E. L 71 del 16 marzo 2016, p. 3, firmato il 27 ottobre 2015 ed entrato in
vigore il I aprile 2016. Le disposizioni rilevanti sono quelle contenute agli articoli 1, 3, 83, 105 e 120.
24 Sulla rilevanza di tale previsione, v. A. VON BOGDANDY, Founding Principles of EU Law: A Theoretical and
Doctrinal Sketch, in European Law Journal, n. 16/2010, pp. 95-111.
25 Secondo tale procedura, un terzo degli Stati membri, il Parlamento europeo o la Commissione europea possono
avanzare una proposta quanto alla sussistenza di un evidente rischio di violazione grave dei valori dell'UE da parte
di uno Stato membro. La deliberazione spetta al Consiglio, a maggioranza dei quattro quinti dei componenti. Su
proposta, invece, di un terzo degli Stati membri o della Commissione e previa approvazione del Parlamento
europeo, il Consiglio europeo può riconoscere la violazione grave e persistente di uno dei suddetti valori in uno
degli Stati membri, deliberando all'unanimità. La decisione quanto all'irrogazione di sanzioni, che possono
comportare anche la sospensione dei diritti di voto in seno al Consiglio, spetta al Consiglio stesso, che vi provvede
a maggioranza qualificata. Su questa procedura, v. W. SADURSKI, Adding Bite to a Bark: The Story of Article 7, E.U.
Enlargement, and Jörg Haider, in Columbia Journal of European Law, n. 16/2010, pp. 385-426, L.F.M. BESSELINK, The
Bite, the Bark and the Howl: Article 7 TEU and the Rule of Law Initiatives, in A. JAKAB – D. KOCHENOV (eds), The
Enforcement of EU Law and Values: Ensuring Member States' Compliance, Oxford, 2016, pp. 128-144 e D. KOCHENOV,
Busting the myths nuclear: A commentary on Article 7 TEU, EUI Working Paper, LAW 2017/10.
26 Per un'analisi di tale tema, v. L. PECH, Rule of law as a guiding principle of the European Union's external action, CLEER
5. Tuttavia, va detto che mentre nella versione inglese si etichetta questo quale principio del rule of law e in quella
tedesca quale principio del Rechtsstaat, nella versione italiana e in quella francese si parla di principio,
Al Barakaat Foundation c. Consiglio e Commissione, punto 281, sentenza del 3 ottobre 2013, causa C-583/11 P, Inuit
Tapiriit Kanatami e a. c. Parlamento e Consiglio, punto 91 e sentenza del 6 ottobre 2015, causa C-362/14, Schrems, punto
60.
32 T. KONSTADINIDES, The Rule of Law in the European Union. The Internal Dimension, Oxford, 2017, p. 1.
33 CGUE, sentenza del 12 novembre 1981, cause riunite da 212 a 217/80, Meridione Industria Salumi, punto 10.
34 CGUE, sentenza del 21 settembre 1989, cause riunite 46/87 e 227/88, Hoechst c. Commissione, punto 19.
35 CGUE, sentenza del 29 aprile 2004, causa C-469/99 P, CAS Succhi di Frutta, punto 63.
36 CGUE, sentenza del 14 settembre 2010, causa C-550/07 P, Akzo Nobel Chemicals e Akcros Chemicals, punto 54.
37 CGUE, sentenza del 22 dicembre 2010, causa C-279/09, DEB, punto 58.
38 CGUE, sentenza del 29 giugno 2010, causa C-550/09, E. ed F., punto 44.
39 W. VAN GERVEN, The European Union. A Polity of States and Peoples, Stanford, 2005, pp. 104-153.
40 Comunicazione della Commissione al Parlamento e al Consiglio, Nuovo quadro dell'UE per rafforzare lo Stato di
diritto, 11 marzo 2014, COM(2014) 158 def. Sul meccanismo ivi previsto, v. M. PARODI, L'UE nel ruolo di garante
dello Stato di diritto. Riflessioni sul nuovo quadro giuridico introdotto dalla Commissione, in federalismi.it, n. 19/2014, L.S.
ROSSI, Un nuovo soft instrument per garantire il rispetto della Rule of Law nell'Unione europea, in SIDIBlog, 11 maggio 2015
e D. KOCHENOV – L. PECH, Better Late than Never? On the European Commission’s Rule of Law Framework and its
First Activation, in Journal of Common Market Studies, n. 54/2016, pp. 1062-1074.
41 Si vedano, a titolo meramente esemplificativo, CGUE, sentenza del 30 giugno 1966, causa 61-65, Vaasen-Goebbels
c. Beambtenfonds voor het Mijnbedrijf, p. 418, sentenza del 21 aprile 1988, causa 338/85, Pardini c. Ministero del Commercio
con l'Estero, punto 9, sentenza dell'11 giugno 1987, causa 14/86, Pretore di Salò c. X, punto 7, sentenza del 27 aprile
1994, causa C-393/92, Almelo, punto 21 e sentenza del 17 settembre 1997, causa C-54/96, Dorsch Consult, punto
23. Per un'introduzione al tema, v. M. BROBERG – N. FENGER, Preliminary References to the European Court of
Justice, II ed., Oxford, 2014, pp. 60-105.
42 Al riguardo, CGUE, sentenza del 19 settembre 2006, causa C-506/04, Wilson, punti 51-52, sentenza del 17 luglio
2014, cause riunite C-58/13 e C-59/13, Torresi, punto 22 e sentenza del 16 febbraio 2017, causa C-503/15, Margarit
Panicello, punto 37.
43 CGUE, sentenza del 10 novembre 2016, causa C-452/16 PPU, Poltorak, punti 33-34.
44 CGUE, sentenza del 10 novembre 2016, causa C-477/16 PPU, Kovalkovas, punti 40-42.
45 CGUE, sentenza del 10 novembre 2016, causa C-453/16 PPU, Özçelik, punti 33-38.
46 CGUE, sentenza del 27 febbraio 2018, causa C-64/16, Associação Sindical dos Juízes Portugueses, punti 32, 37-38 e
42. Su quest'ultimo sviluppo giurisprudenziale, v. A. MIGLIO, Indipendenza del giudice, crisi dello stato di diritto e tutela
giurisdizionale effettiva negli Stati membri dell'Unione europea, in Diritti umani e diritto internazionale, n. 12/2018, pp. 421-
431.
47 CGUE, sentenza del 25 luglio 2018, causa C-216/18 PPU, Minister for Justice and Equality, punti 48-54, 66-67. La
pronuncia, da collocarsi nella cornice della vicenda polacca, riguardava la possibilità di non dare esecuzione ad
alcuni MAE emessi dalle autorità giudiziarie polacche al fine di ottenere dalle controparti irlandesi la consegna di
un proprio cittadino per l’esercizio dell’azione penale nei suoi confronti. La difesa del cittadino polacco aveva
contestato la richiesta, rilevando – tra l’altro – che, a causa delle riforme dell’ordinamento giudiziario approvate in
Polonia dal 2016 in poi, non sarebbe stato adeguatamente garantito il diritto a un processo equo in quello Stato.
La Corte di giustizia ha ritenuto che spetti alle autorità giudiziarie dello Stato di esecuzione dei MAE valutare se
ciò corrisponda al vero o meno, attraverso un test articolato in due fasi, valutando in primo luogo se nello Stato di
emissione sussista un rischio reale di violazione del contenuto essenziale del diritto a un processo equo in ragione
di carenze sistematiche o generalizzate inerenti al potere giudiziario. Se tale verifica ha un esito positivo, l’autorità
giudiziaria dello Stato di esecuzione deve stabilire se il consegnando corra, in concreto, un rischio reale di violazione
del proprio diritto. In tal caso, l’esecuzione del MAE dovrà essere sospesa. Quanto a tale sentenza, di cui molto si
è discusso, v. D. SARMIENTO, A comment on the CJEU’s judgment in LM, in Maastricht Journal of European and
Comparative Law, n. 25/2018, pp. 385-387, A. VON BOGDANDY – P. BOGDANOWICZ – I. CANOR – M.
SCHMIDT – M. TABOROWSKI, Drawing Red Lines and Giving (Some Bite) – the CJEU’s Deficiencies Judgment on the
European Rule of Law, in Verfassungsblog, 3 agosto 2018 e, volendo, A. ROSANÒ, Crisi dello Stato di diritto e occasioni
perdute. La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sulle carenze del sistema giudiziario, in Eurojus.it, 6 settembre
2018.
48 Statuto del Consiglio d'Europa, firmato a Londra il 5 maggio 1949. Si segnala che, nella versione italiana, viene
utilizzata la formula "preminenza del diritto", in luogo di stato di diritto. Tuttavia, nella versione inglese, si ricorre
all'espressione rule of law.
49 Corte EDU, sentenza del 21 febbraio 1975, ricorso n. 4451/70, Golder c. Regno Unito, punto 34.
50 Corte EDU, sentenza del 25 giugno 1996, ricorso n. 19776/92, Amuur c. Francia, punto 50 e sentenza dell'8
novembre 2007, ricorso n. 11287/03, Lelièvre c. Belgio, punto 104.
51 Corte EDU, sentenza del 25 marzo 1999, ricorso n. 31107/96, Iatridis c. Grecia, punto 58.
52 Corte EDU, sentenza del 17 maggio 2016, ricorsi n. 42461/13 e 44357/13, Karàcsony e altri c. Ungheria, punto 156.
53 Corte EDU, sentenza del 17 gennaio 1970, ricorso n. 2689/65, Delcourt c. Belgio, punto 31.
54 Quanto a tali due requisiti, si vedano ad esempio Corte EDU, sentenza del 16 luglio 1971, ricorso n. 2614/65,
Ringeisen c. Austria, punto 95 e sentenza del 23 giugno 1981, ricorsi n. 6878/75 e 7238/75, Le Compte, Van Leuven e
De Meyere c. Belgio, punto 55.
55 Corte EDU, sentenza del I ottobre 1982, ricorso n. 8692, Piersack c. Belgio, punto n. 27; tutti i requisiti ora nominati
sono stati confermati in Corte EDU, sentenza del 28 giugno 1984, ricorsi n. 7819/77 e 7878/77, Campbell e Fell c.
Regno Unito, punto 78.
56 COMMISSIONE DI VENEZIA, Report on the Rule of Law, 25-26 marzo 2011, CDL-AD(2011)003, p. 10.
5.1. Alcune pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo quanto all’indipendenza del
potere giudiziario in Albania, Macedonia e Serbia
Per quanto attiene all’Albania, si può ricordare una sentenza di condanna per violazione dell’art. 6, par.
1, CEDU relativa alla composizione della Corte Suprema: infatti, sei dei quindici componenti della Corte
si erano già pronunciati circa lo stesso caso, in precedenti fasi del giudizio58. Per ragioni similari, la Corte
ha avuto modo di condannare la Macedonia in una serie di casi inerenti a decisioni assunte dall’organo di
autogoverno del potere giudiziario quanto a illeciti professionali asseritamente commessi da alcuni
magistrati e ai dubbi che la composizione di questo organo suscitava in ragione del canone di
indipendenza: ciò, in quanto nell’organo di autogoverno sedevano, a seconda delle situazioni, un membro
che già si era pronunciato in relazione al caso specifico59; il Presidente della Corte Suprema, che aveva già
avuto modo di conoscere della controversia in fasi precedenti della vicenda processuale, e il Ministro
della giustizia, ossia un componente del potere esecutivo60; o ancora membri che avevano dato avvio a
un procedimento per illeciti professionali, provvedendo a presentare elementi di prova, prendendo poi
parte anche alla deliberazione nel merito61.
57 COMMISSIONE DI VENEZIA, Report on the Independence of the Judicial System. Part I: The Independence of Judges, 12-
13 marzo 2010, CDL-AD(2010)004, pp. 17-18. Sul tema, v. L.F. MÜLLER, Judicial Independence as a Council of Europe
Standard, in German Yearbook of International Law, n. 52/2009, pp. 461-482.
58 Corte EDU, sentenza del 13 novembre 2007, ricorso n. 33771/02, Driza c. Albania, punto 81. Nel caso specifico,
la questione riguardava l’imparzialità dell’organo giudicante. Al riguardo, deve ricordarsi che la Corte di Strasburgo
distingue tra imparzialità soggettiva, la quale si ricollega all’assenza di pregiudizi personali da parte del giudice
chiamato a pronunciarsi sulla causa, e oggettiva, da ricollegarsi all’organo giudicante e, propriamente, alla sua
composizione quale elemento che offra garanzie sufficienti quanto alla possibilità di ottenere un processo giusto
(a titolo meramente esemplificativo, si rinvia a Corte EDU, sentenza del 15 ottobre 2009, ricorso n. 17056/06,
Micallef c. Malta, punti 94 e 97 e sentenza del 9 gennaio 2018, ricorso n. 63246/10, Nicholas c. Cipro, punto 49).
Questo spinge la Corte a ritenere che l’imparzialità oggettiva e l’indipendenza siano due concetti strettamente legati,
visto che la presenza della prima contribuisce a escludere qualsiasi legittimo dubbio quanto alla seconda (sul punto,
si vedano, ad esempio, Corte EDU, sentenza del 25 febbraio 1997, ricorso n. 22107/93, Findlay c. Regno Unito,
punto 73 e sentenza 9 novembre 2006, ricorso n. 65411/01, Sacilor Lormines c. Francia, punto 62).
59 Corte EDU, sentenza del 30 marzo 2015, ricorso n. 6899/12, Mitrinovski c. Repubblica di Macedonia, punto 45.
60 Corte EDU, sentenza del 7 gennaio 2016, ricorso n. 48783/07, Gerovska Popčevska c. Repubblica di Macedonia, punti
52 e 56.
61 Corte EDU, sentenza del 7 gennaio 2016, ricorso n. 56381/09 e 58738/09, Jakšovski e Trifunovski c. Repubblica di
62 Corte EDU, sentenza del 25 aprile 2013, ricorso n. 45117/08, Balažoski c. Repubblica di Macedonia, punto 33.
63 Corte EDU, sentenza del I dicembre 2009, ricorsi n. 44698/06 e altri 30, Vincič e altri c. Serbia, punto 56, sentenza
del 5 ottobre 2010, ricorsi n. 47460/07 e altri 29, Rakić e altri c. Serbia, punto 43, sentenza del 13 settembre 2011,
ricorso n. 37204/08, Živič c. Serbia, punto 46 e sentenza del 26 giugno 2018, ricorsi n. 27471/15 e altri 12, Mirkovič
c. Serbia, punto 142.
64 COMMISSIONE DI VENEZIA, Opinion on the Draft Amendments to the Law on the State Prosecutorial Council of
Serbia, 10-11 ottobre 2014, CDL-AD(2014)029. Il tema della politicizzazione della pubblica amministrazione è di
particolare rilievo per quanto riguarda la Serbia. Al riguardo, v. P. DAGRASIC, Serbia and the European Union: A
View from Brussels, in L’Europe en formation, n. 349-350/2008, pp. 147-157.
65 COMMISSIONE DI VENEZIA, Opinion on the Draft Law on the High Judicial and Prosecutorial Council of Bosnia and
Herzegovina, 21-22 marzo 2014, CDL-AD(2014)008, pp. 8, 10-11, 16-17. In generale, quanto alla Bosnia, v. V.
DZIHIC – A. WIESER, The Crisis of Expectations – Europeanisation as “Acquis Démocratique” and its Limits. The Case of
Bosnia-Herzegovina and Serbia, in L’Europe en formation, n. 349-350/2008, pp. 81-98.
66 COMMISSIONE DI VENEZIA, Opinion on the Draft Laws on Courts and on Rights and Duties of Judges and on the
Amending the Law on Courts, 19-20 ottobre 2018, CDL-AD(2018)022, p. 9. Ulteriormente, quanto al contesto
macedone, v. M. RISTESKA, The role of the EU in promoting good governance in Macedonia: towards efficiency and effectiveness
or deliberative democracy?, in Nationalities Papers, n. 41/2013, pp. 431-446, M. KARADZOSKI - A. ADAMCZYK,
Macedonia and Her Difficult Neighbours on the Path to the EU, in Yearbook of Polish European Studies, n. 17/2017, pp. 209-
228 e O. KOSTOSKA, Macedonia’s Stalled Bid for EU Membership: Is the Solution in Sight?, in Romanian Journal of
European Affairs, n. 18/2018, pp. 54-76.
68 APCE, The honouring of obligations and commitments by Albania, Doc. 13586, 2 settembre 2014, punto 84.
69 COMMISSIONE DI VENEZIA, Final Opinion on the Revised Draft Constitutional Amendments on the Judiciary, 11-12
obligations by Iceland and Italy, Risoluzione 2261 (2019), 24 gennaio 2019, punto 5.3.
72 APCE, The honouring of obligations and commitments by Bosnia and Herzegovina, Doc. 14465, 8 gennaio 2018, punto
150.
6. Conclusioni
Il processo di allargamento viene costantemente monitorato da parte della Commissione europea, la quale
provvede, ogni anno, a pubblicare dei rapporti relativi ai singoli Stati e ai loro eventuali progressi e
arretramenti.
73 COMMISSIONE DI VENEZIA, Opinion on the Draft Laws on Courts and on Rights and Duties of Judges and on the
Judicial Council of Montenegro, op.cit., p. 8.
74 APCE, The situation in Kosovo and the role of the Council of Europe, Doc. 13939, 8 gennaio 2016, punti 39 e 41. Per
una panoramica delle questioni aperte in Kosovo, v. V. MORINA, Prospective Constitutional Changes in Kosovo
Emanating from the EU Pre-accession Process, in Croatian Yearbook of European Law & Policy, n. 12/2016, pp. 299-317.
75 COMMISSIONE DI VENEZIA, Opinion on the Draft Amendments to the Constitutional Provisions on the Judiciary, 22-
p. 14
77 Ivi, pp. 9, 15 e 16.
78 APCE, Judicial corruption: urgent need to implement the Assembly’s proposals, Risoluzione 2098 (2016), 29 gennaio 2016.
La ragione pare risiedere nei bassi stipendi di cui godono i magistrati e nelle scarse misure di sicurezza disposte a
loro favore (così, quanto al caso albanese, A. KUSHI, La via verso l’integrazione europea: alcuni spunti comparati
dall’esperienza albanese, in Diritto Pubblico Comparato ed Europeo, n. 4/2018, p. 774).
79 Per un approfondimento sul tema in oggetto, si rinvia a T. CERRUTI, Lo stato di diritto nel processo di allargamento
ai Balcani occidentali, in Diritto Pubblico Comparato ed Europeo, n. 1/2019, pp. 137-166.
80 COMMISSIONE EUROPEA, Montenegro 2018 Report, SWD(2018) 150 final, p. 4, Bosnia-Herzegovina 2018 Report,
SWD(2018) 155 final, p. 8, Serbia 2018 Report, SWD(2018) 152 final, p. 13 e Kosovo 2018 Report, SWD(2018) 156
final, p. 13.
81 COMMISSIONE EUROPEA, The Former Yugoslav Republic of Macedonia 2018 Report, SWD(2018) 154 final, p.
I Balcani occidentali. Le Costituzioni della transizione, Torino, 2008 e L. MONTANARI – R. TONIATTI – J. WOELK
(a cura di), Il pluralismo nella transizione costituzionale dei Balcani: diritti e garanzie, Trento, 2010.
83 COMMISSIONE EUROPEA, Opinion on Hungary’s Application for Membership of the European Union, 15 luglio 1997,
DOC/97/13, p. 20 e Opinion on Poland’s Application for Membership of the European Union, 15 luglio 1997, DOC/97/16.
84 Conclusioni del Consiglio europeo di Copenaghen, op.cit.
85 F. SCHIMMELFENNIG – U. SEDELMEIER, Governance by Conditionality: EU Rule Transfer to the Candidate
Countries of Central and Eastern Europe, in Journal of European Public Policy, n. 11/2009, pp. 661-679.
86Così, ad esempio, N. BRUNSSON, The Organization of Hypocrisy, Chichester, 1989, pp. 194-235. e S.D.
KRASNER, Sovereignty: Organized Hypocrisy, Princeton, 1999, pp. 220-238.
87 S.T. HANSEN – N. MARSH, Normative power and organized hypocrisy: European Union member states arms export to
Libya, in European Security, n. 24/2015, pp. 264-286.
88 E. CUSUMANO, Migrant rescue as organized hypocrisy: EU maritime missions offshore Libya between humanitarianism and
92 In tal senso, M.A. VACHUDOVA, EU Leverage and National Interests in the Balkans: The Puzzles of Enlargement Ten
Years On, in Journal of Common Market Studies, n. 52/2014, p. 123 e D. DUDLEY, The Price of European Integration:
Montenegro’s NATO Membership on the Path of EU Accession, in Mediterranean Quarterly, n. 28/2018, p. 15.
93 Fatte le debite distinzioni, si tratta di una scelta compiuta anche da parte del Consiglio d’Europa in relazione alla
Federazione russa e che potrebbe ripetersi con riferimento all’adesione del Kosovo. Come la Federazione russa,
nel 1996, non presentava i requisiti richiesti per l’ingresso nel Consiglio d’Europa, così il Kosovo, oggi, non ha
ancora sviluppato appieno tutte le caratteristiche funzionali a ciò. Il fatto che l’una sia entrata a far parte di questa
organizzazione e che l’altra, nel giro di pochi anni, riuscirà a ottenere il medesimo risultato si giustificherebbe alla
luce di un advance instalment on trust (l’espressione è utilizzata da J. PETAUX, Democracy and Human Rights for Europe:
The Council of Europe’s Contribution, Strasbourg, 2009, p. 125), ossia un prestito di capitale politico fatto dal Consiglio
d’Europa per poter intervenire in questi Stati in maniera molto più incisiva attraverso i propri organi, in primis la
Corte EDU. Sull’adesione della Federazione russa e del Kosovo al Consiglio d’Europa, v., rispettivamente, B.
BOWRING, Russia’s Accession to the Council of Europe and Human Rights: Compliance or Cross-Purposes?, in European
Human Rights Law Review, n. 6/1997, pp. 628-643 e K. ISTREFI, Kosovo’s Quest for Council of Europe Membership, in
Review of Central and East European Law, n. 43/2018, pp. 255-273.
94 M. DICOSOLA, Condizionalità, transizioni costituzionali e diritti delle minoranze negli Stati dell’ex Jugoslavia, in Diritto