Sei sulla pagina 1di 30

PREMESSA

La presente relazione riguarda la progettazione delle norme di prevenzione incendi per


un edificio, alla via Almirante nella zona PIP del Comune di Surbo, da destinare ad
“Officina meccanica e vendita di auto nuove e usate”.

Ai sensi del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 le attività sono le seguenti:


Attività 53.1.B: Officine per la riparazione di veicoli a motore, rimorchi per autoveicoli
e carrozzerie, di superficie coperta da 300 a 1000 mq.
Attività 69.2.B: Locali adibiti ad esposizione e/o vendita all'ingrosso o al dettaglio,
fiere e quartieri fieristici, con superficie lorda, comprensiva dei servizi e depositi, da 600
mq a 1500 mq.
Attività 12.1.A: Depositi e/o rivendite di liquidi con punto di infiammabilità sopra i 65
°C, con capacità da 1 a 9 mc (esclusi liquidi infiammabili).

La presente relazione è stata redatta ai sensi del D.M. 7 agosto 2012 con
riferimento ad attività regolate da specifiche norme di prevenzione incendi; in particolare
si è fatto riferimento al D.M. 01.02.1986 “Norme di sicurezza per la costruzione e
l’esercizio di autorimesse e simili”

Pag. 1 a 23
A.1 RELAZIONE TECNICA
1. -Generalità.

1.0 Scopo.
La presente relazione ha per oggetto l’applicazione delle misure di prevenzione
incendi intese a perseguire la tutela dell'incolumità delle persone e la preservazione dei
beni contro i rischi di incendio e di panico relativo ad un edificio da destinare a deposito,
esposizione, vendita e riparazione di autoveicoli e motocicli.
I fini di cui sopra si intendono perseguiti con l'osservanza delle disposizioni contenute
nel D.M. 1.2.1986, di seguito illustrate, così come indicato al relativo punto 9.
(Autosaloni. Per gli autosaloni o saloni di esposizione devono essere applicate le
presenti norme quando il numero di autoveicoli sia superiore a trenta).
L‘edificio sarà realizzato nel comune di Surbo (LE) alla via Almirante angolo
Strada N su di un lotto di superficie pari a circa 9.950 m2.
L’edificio sarà completamente isolato su tutti i lati e posto in posizione centrale
rispetto al lotto, e sarà costituito da n° 3 piani (seminterrato, terra e primo).
1. Il piano seminterrato di superficie lorda pari a mq 1210 sarà destinato a deposito di
auto; sempre al piano seminterrato saranno presenti locali tecnici ovvero centrale
idrica antincendio, locale compressori, deposito olii esausti e deposito olii nuovi.
2. Il piano terra di superficie lorda pari a mq 2210, sarà destinato per mq 987 a superficie
espositiva, per mq 213 ad officina elettrauto, per mq 720 ad officina meccanica, per
mq 180 a magazzino ricambi, oltre ai servizi igienici per il personale e per il pubblico.
3. Al piano primo vi sono gli uffici e la sala riunioni oltre ad un blocco servizi igienici.

Pag. 2 a 23
1.1 Classificazione.
1.1.0. L’edificio in base alle proprie caratteristiche è classificabile come:
• isolato: in quanto situato in edificio esclusivamente destinato a tale uso;
1.1.1. In base all'ubicazione, i piani dell’autosalone sono classificati come:
a) interrato con il piano di parcamento a quota inferiore a quello di riferimento;
b) fuori terra: con il piano di parcamento a quota non inferiore a quello di riferimento.
1.1.2. In relazione alla configurazione delle pareti perimetrali, l’autosalone è di tipo -
chiuso.
1.1.3. In base alle caratteristiche di esercizio l’autosalone è di tipo:
a) sorvegliato: in quanto è provvista di sistemi automatici di controllo ai fini
antincendio. In particolare è prevista la realizzazione di un impianto di rivelazione
automatica d’incendio da realizzarsi in conformità alle vigente norma UNI 9795.
1.1.4. In base alla organizzazione degli spazi interni l’autosalone è di tipo a spazio
aperto.

3. - Autosaloni aventi capacità di parcamento superiore a trenta autoveicoli.


L’autosalone è situato al piano terra con deposito al piano seminterrato.

3.1. Isolamento.
Trattasi di edificio isolato destinato esclusivamente all’attività di officina e vendita di
auto nuove e usate.

3.2. Altezza dei piani.


L'altezza dei piani non sarà inferiore a 2,4 m.

Pag. 3 a 23
3.3. Superficie specifica di parcamento.
La superficie specifica di parcamento non è inferiore a 10 m2 trattandosi di autosalone di
tipo sorvegliato.
In particolare ogni singolo piano ospiterà i seguenti autoveicoli:
- al piano seminterrato (1210 mq) destinato a deposito saranno presumibilmente
presenti n° 40 autoveicoli;
- al piano terra sarà presente il seguente numero di automobili:
n° 20 autoveicoli nella zona esposizione di 987 mq;
n° 20 autoveicoli nella officina meccanica di 720 mq;
n° 7 autoveicoli nella officina elettrauto di 213 mq;

3.4. Strutture dei locali.


L’intero edificio sarà realizzato con strutture non combustibili di tipo R 90; le strutture di
separazione tra i piani e tra i vari compartimenti saranno di classe almeno REI 90.
Tale classe dell’edificio risulta compatibile con il carico di incendio stimato dei vari
compartimenti; infatti così come rinveniente dall’allegato calcolo effettuato a mezzo del
software di calcolo Claraf, la classe dell’edificio secondo il D.M. del 9 marzo 2007
risulta pari a 20.

3.5. Comunicazioni.
Non pertinente.

Pag. 4 a 23
3.6. Sezionamenti
3.6.1. Compartimentazione.
Ogni singolo piano dell’edificio, la cui superficie massima è pari a 2210 m2 è inferiore a
quella minima stabilita dalla tabella di cui al D.M. 1.2.1986 (2.500 m2).
Le strutture di suddivisione fra i compartimenti saranno realizzate con strutture di tipo
almeno REI 90.
3.6.2. La scala di collegamento tra il piano seminterrato ed il piano terra (zona
esposizione) sarà REI 90 con porta REI 90 di tipo autochiudente.

3.7. Accessi.
3.7.0. Ingressi.
In ragione della configurazione altimetrica del lotto l’accesso ai vari piani avverrà nel
seguente modo;
- in piano al deposito al piano seminterrato;
- tramite rampa di larghezza pari a 8 m si avrà accesso all’officina elettrauto, all’officina
meccanica ed alla zona esposizione; inoltre l’officina prevede un secondo ingresso
carrabile in piano.
3.7.2. Rampe.
L’autosalone sarà servito da una rampa a doppio senso di marcia, di ampiezza pari a 8.00
m con pendenza non superiore al 20%.

3.8. Pavimenti.
La pavimentazione sarà realizzata con materiali antisdrucciolevoli ed impermeabili.

Pag. 5 a 23
3.9. Ventilazione.
3.9.0. Ventilazione naturale.
Ogni singolo piano dell’edificio sarà munito di un sistema di areazione naturale costituito
da aperture ricavate nelle pareti e disposte in modo da consentire un efficace ricambio
dell'aria ambiente, nonché lo smaltimento del calore e dei fumi di un eventuale incendio.
Al fine di assicurare una uniforme ventilazione dei locali, le aperture di aerazione
saranno distribuite uniformemente e a distanza reciproca non superiore a 40 m.
3.9.1. Superficie di ventilazione.
Le aperture di aerazione naturale avranno una superficie non inferiore ad 1/25 della
superficie in pianta del compartimento.
Una frazione di tale superficie - non inferiore a 0,003 m2 per metro quadrato di
pavimento della sola officina, sarà completamente priva di serramenti.
3.9.2. Ventilazione meccanica.
Non presente.

3.10. Misure per lo sfollamento delle persone in caso di emergenza.


3.10.0. Densità di affollamento
Trattandosi di autofficina e autosalone di tipo sorvegliato, è considerata pari ad una
persona per ogni 100 metri quadrati di superficie lorda di pavimento (0,01 persone/metro
quadrato):
211 m2 : 100 = 3 persone per il piano primo
2210 m2 : 100 = 23 persone per il piano terra
1210 m2 : 100 = 13 persone per il piano seminterrato

Pag. 6 a 23
3.10.1 Capacità di deflusso:
La capacità di deflusso vale: 50 per il piano terra e 37,5 per il piano primo interrato o
fuori terra.
3.10.2 Vie di uscita.
L’edificio è provvisto di un sistema organizzato di vie d'uscita per il deflusso rapido e
ordinato degli occupanti verso l'esterno o in luogo sicuro in caso di incendio o di pericolo
di altra natura.
In particolare sono previste:
- piano interrato (deposito): n. ro 3 uscite di sicurezza, di cui n. ro 2 da 120 cm
ricavate all’interno dei portoni di ingresso e n. ro 1 da 90 cm attraverso botola con
meccanismo di apertura agevolata;
- piano terra (esposizione): n. ro 3 uscite di sicurezza, di cui n. ro 2 porte da 120 cm
ciascuna (porte automatiche con meccanismo a spinta in caso di emergenza) e n. ro 1
da 120 cm; complessivamente pertanto la zona esposizione è servita da n.ro 6 moduli
di esodo;
- piano terra (officina elettrauto): n. ro 1 uscita di sicurezza da 120 cm per n° 2
moduli totali a mezzo di porta ricavata all’interno del portone di ingresso;
- piano terra (magazzino): n. ro 1 uscita di sicurezza da 180 cm;
- piano terra (officina meccanica): n. ro 3 uscite di sicurezza da 90 cm per n° 3
moduli.
3.10.3. Dimensionamento delle vie di uscita.
Le vie di uscita sono dimensionate in funzione del massimo affollamento ipotizzabile
sulla base di quanto in precedenza specificato.

Pag. 7 a 23
3.10.4. Larghezza delle vie di uscita.
Negli ambienti in cui sarà presente pubblico (piani terra e primo) la larghezza della via di
uscita è multipla del modulo di uscita e non inferiore a due moduli (1,2 m); negli
ambienti in cui non è previsto l’accesso di pubblico le Uscite di sicurezza avranno
larghezza non inferiore a 90 cm nel rispetto del D.M. 10 marzo 1998.
La misurazione della larghezza dell’uscita è eseguita nel punto più stretto dell'uscita.
La larghezza totale delle uscite del piano è determinata dal rapporto fra il massimo
affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso.
3.10.5. Ubicazione delle uscite
Le uscita saranno posizionate ubicata in modo da essere raggiungibile con percorsi
inferiori a 30 m.
3.10.6. Numero delle uscite
Vedi paragrafo 3.10.2.
3.10.7. Scale - Ascensori.
La scala di separazione tra piano interrato e piano terra (zona esposizione) sarà REI 90;
gli uffici al piano primo saranno collegati a giorno con il piano terra.

4. - Impianti tecnologici.
4.1. Impianti di riscaldamento.
Gli ambienti saranno riscaldati, ove previsto, con impianti a pompa di calore.

5. - Impianti elettrici.
5.1. Gli impianti e le apparecchiature elettriche saranno realizzate in conformità di
quanto stabilito dalla legge 1° marzo 1968, n. 186.

Pag. 8 a 23
All’esterno del fabbricato è prevista l’installazione di un pulsante di sgancio dell’energia
elettrica.

5.2. L’edificio sarà dotato di impianto di illuminazione di sicurezza alimentati da


sorgente di energia indipendente da quella della rete di illuminazione normale. In
particolare, detti impianti di illuminazione di sicurezza avranno le seguenti
caratteristiche:
1) inserimento automatico ed immediato non appena venga a mancare l'illuminazione
normale;
2) intensità di illuminazione necessaria allo svolgimento delle operazioni di sfollamento
e comunque non inferiore a 5 lux.
In particolare saranno installate lampade autoalimentate con autonomia di 60’.

6. - Mezzi ed impianti di protezione ed estinzione degli incendi


6.1. Impianti idrici antincendio
6.1.0. Caratteristiche
A protezione dei vari piani dell’edificio è prevista l’installazione di un impianto idrico
manuale antincendio che sarà eseguito con le modalità appresso indicate e in conformità
alle disposizioni di cui alla norma UNI 10779.
L’impianto idrico antincendio sarà costituito da una rete di tubazioni ad anello, da una
riserva idrica interrata, da una elettropompa sommersa a norma UNI 12845, da idranti
UNI 45 strategicamente ubicati in modo da proteggere l’intera area.
6.1.1. Custodia degli idranti
La custodia sarà installata in un punto ben visibile, munita di sportello in vetro
trasparente; avrà larghezza ed altezza non inferiore rispettivamente a 0,35 m e 0,55 m ed

Pag. 9 a 23
una profondità che consenta di tenere, a sportello chiuso, manichette e lancia
permanentemente collegate.
6.1.2. Tubazione flessibile e lance
La tubazione flessibile sarà costituita da un tratto di tubo, di tipo approvato, di lunghezza
che consenta di raggiungere col getto ogni punto dell'area protetta.
6.1.3. Tubazioni fisse
La rete idrica sarà eseguita con tubi di ferro zincato o materiali equivalenti protetti contro
il gelo e indipendenti dalla rete dei servizi sanitari.
6.1.4. L’impianto avrà caratteristiche idrauliche tali da garantire al bocchello della lancia,
nelle condizioni più sfavorevoli di altimetria e di distanza, una portata non inferiore a
120 litri al minuto primo e una pressione di almeno 2 bar (protezione interna).
L'impianto garantirà una portata totale determinata considerando simultaneamente
operativi i n. ro 3 idranti UNI 45 posti in posizione idraulicamente sfavorita.
Per cui la capacità della riserva idrica sarà pari a 24 mc.
6.1.5. Alimentazione dell'impianto
L'impianto sarà alimentato da riserva idrica da 24 mc posta all’interno del locale
centrale idrica al piano seminterrato con apposito impianto di pompaggio costituito da
elettropompa conforme alle norma UNI 12845, alimentata con linea elettrica
preferenziale.
6.1.6. Collegamento dei mezzi dei vigili del fuoco
L'impianto sarà tenuto costantemente sotto pressione e munito di attacco per il
collegamento dei mezzi dei vigili del fuoco, da installarsi in un punto ben visibile e
facilmente accessibile ai mezzi stessi.

Pag. 10 a 23
6.1.7. Capacità della riserva idrica
La riserva idrica avrà una capacità tale da assicurare il funzionamento
dell'impianto per 60 minuti primi alle condizioni di portata e di pressione prescritte in
precedenza. La struttura sarà allacciata alla rete AQR della zona PIP di Surbo.
6.2. Mezzi di estinzione portatili
È prevista l'installazione di estintori portatili di «tipo approvato» per fuochi delle
classi «A», «B» e «C» con capacità estinguente non inferiore a «21 A» e «89 B».
Il numero degli estintori è stato computato in ragione di un estintore ogni 200 mq
posizionati così come da progetto. In particolare saranno presenti:
− n. ro 7 estintori al piano interrato
− n. ro 12 estintori al piano terra, di cui n. ro 2 nel locale “officina elettrauto”, n. ro
5 nel locale “esposizione”, n. ro 4 nell’officina meccanica e n. ro 1 nel magazzino;
− n. ro 1 estintore al piano primo.
Saranno inoltre posizionati un estintore a CO2 in prossimità del quadro elettrico generale
e n.ro 2 estintori a polvere da 6 kg in prossimità dei vani tecnici.

10. - Norme di esercizio.


Nell'edificio sarà vietato:
a) usare fiamme libere;
b) depositare sostanze infiammabili o combustibili;
c) eseguire riparazioni o prove di motori;
d) parcheggiare autoveicoli con perdite anormali di carburanti o lubrificanti e/o
alimentati a g.p.l.
e) fumare.

Pag. 11 a 23
Tali divieti saranno scritti a caratteri ben visibili.

Vietato fumare Vietato fumare Estintore


o usare fiamme libere

Percorso/Uscita di emergenza

I pavimenti saranno periodicamente lavati.


Il parcamento al piano interrato di autoveicoli alimentati a gas avente densità superiore a
quella dell'aria non sarà consentito.
Al fine del mantenimento dell'affidabilità degli impianti di spegnimento sarà previsto il
loro controllo almeno ogni sei mesi da parte del personale qualificato.

A.2 GESTIONE DELL'EMERGENZA - ORGANIZZAZIONE E GESTIONE


DELLA SICUREZZA - MISURE DI TIPO ORGANIZZATIVO-GESTIONALE
Nell'ambito delle competenze del servizio di prevenzione e protezione, saranno
programmati l'attuazione ed il controllo delle misure di sicurezza da porre in atto, con
particolare riguardo alle seguenti:
 misure per prevenire il verificarsi di un incendio e la sua propagazione (divieti,
precauzioni di esercizio, controlli);
 controllo e manutenzione dei presidi antincendi;

Pag. 12 a 23
 procedure da attuare in caso di incendio.
 rispetto dell'ordine e della pulizia;
 controlli sulle misure di sicurezza;
 predisposizione di un regolamento interno sulle misure di sicurezza da osservare;
 informazione e formazione dei lavoratori.
Al fine di limitare l'insorgenza di un incendio e la sua propagazione, si informeranno i
lavoratori circa i comportamenti da tenere evitare le cause ed i pericoli di incendio più
comuni:
a) deposito di sostanze infiammabili o facilmente combustibili in luogo non idoneo o
loro manipolazione senza le dovute cautele;
b) accumulo di rifiuti, carta od altro materiale combustibile che può essere incendiato
accidentalmente o deliberatamente;
c) negligenza relativamente all'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore;
d) inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature;
e) uso di impianti elettrici difettosi o non adeguatamente protetti;
f) riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate;
g) presenza di apparecchiature elettriche sotto tensione anche quando non sono utilizzate
(salvo che siano progettate per essere permanentemente in servizio);
h) utilizzo non corretto di apparecchi di riscaldamento portatili;
i) ostruzione delle aperture di ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari,
apparecchiature elettriche e di ufficio;
j) presenza di fiamme libere in aree ove sono proibite, compreso il divieto di fumo o il
mancato utilizzo di portacenere;
k) negligenze di appaltatori o degli addetti alla manutenzione;

Pag. 13 a 23
l) inadeguata formazione professionale dei personale sull'uso di materiali od attrezzature
pericolose ai fini antincendio.
Saranno inoltre attuate le necessarie misure per prevenire gli incendi, le cui misure sono
state precedentemente indicate e su cui dovrà essere posta comunque particolare
attenzione:
 deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili;
 utilizzo di fonti di calore;
 impianti ed apparecchi elettrici;
 presenza di fumatori;
 lavori di manutenzione e di ristrutturazione;
 rifiuti e scarti combustibili;
 aree non frequentate.

IMPIANTI ED ATTREZZATURE ELETTRICHE


I lavoratori riceveranno istruzioni sul corretto uso delle attrezzature e degli impianti
elettrici.
Nei casi in cui debba provvedersi ad una alimentazione provvisoria di una
apparecchiatura elettrica, il cavo elettrico avrà la lunghezza strettamente necessaria ed
sarà posizionato in modo da evitare possibili danneggiamenti.
Le riparazioni elettriche saranno effettuate da personale competente e qualificato.
I materiali facilmente combustibili ed infiammabili non saranno ubicati in prossimità di
apparecchi, di illuminazione, in particolare dove si effettuano travasi di liquidi.

Pag. 14 a 23
RIFIUTI E SCARTI DI LAVORAZIONE COMBUSTIBILI
I rifiuti non saranno depositati, neanche in via temporanea, lungo le vie di esodo o dove
possano entrare in contatto con sorgenti di ignizione.
L'accumulo di scarti di lavorazione sarà evitato ed ogni scarto o rifiuto sarà rimosso
giornalmente e depositato in un'area idonea preferibilmente fuori dell'edificio e
comunque all’interno di appositi contenitori metallici per la raccolta di rifiuti.

MANTENIMENTO DELLE MISURE ANTINCENDIO


I lavoratori addetti alla prevenzione incendi effettueranno regolari controlli sui luoghi di
lavoro finalizzati ad accertare l'efficienza delle misure di sicurezza antincendio.
In proposito saranno predisposte idonee liste di controllo.
Specifici controlli saranno effettuati al termine dell'orario di lavoro affinché il luogo
stesso sia lasciato in condizioni di sicurezza:
a) controllare che le apparecchiature elettriche, che non devono restare in servizio, siano
messe fuori tensione;
b) controllare che le apparecchiature a gas, che non devono restare in servizio, siano
spente;
c) controllare che tutti i rifiuti e gli scarti combustibili siano stati rimossi;
d) controllare che tutti i materiali infiammabili siano stati depositati in luoghi sicuri.
I lavoratori segnaleranno agli addetti alla prevenzione incendi ogni situazione di
potenziale pericolo di cui vengano a conoscenza.

Pag. 15 a 23
CONTROLLI E MANUTENZIONE SULLE MISURE DI PROTEZIONE
ANTINCENDIO
(ai sensi del D.M. 10.03.1998 - Allegato III)
Tutte le misure di protezione antincendio previste:
 per garantire il sicuro utilizzo delle vie di uscita;
 per l'estinzione degli incendi;
 per l'allarme in caso di incendio;
saranno oggetto di sorveglianza, controlli periodici e mantenute in efficienza.
A tale fine saranno adottate le seguenti procedure:
 SORVEGLIANZA: controllo visivo atto a verificare che le attrezzature e gli impianti
antincendio siano nelle normali condizioni operative, siano facilmente accessibili e non
presentino danni materiali accertabili tramite esame visivo. La sorveglianza potrà essere
effettuata dal personale normalmente presente nelle aree protette dopo aver ricevuto
adeguate istruzioni.
 CONTROLLO PERIODICO: insieme di operazioni da effettuarsi con frequenza
almeno semestrale, per verificare la completa e corretta funzionalità delle attrezzature e
degli impianti.
 MANUTENZIONE: operazione od intervento finalizzato a mantenere in efficienza ed
in buono stato le attrezzature e gli impianti.
 MANUTENZIONE ORDINARIA: operazione che si attua in loco, con strumenti ed
attrezzi di uso corrente. Essa si limita a riparazioni di lieve entità, abbisognevoli
unicamente di minuterie e comporta l'impiego di materiali di consumo di uso corrente o
la sostituzioni di parti di codesto valore espressamente previste.
 MANUTENZIONE STRAORDINARIA: intervento di manutenzione che non può
essere eseguito in loco o che, pur essendo eseguita in loco, richiede mezzi di particolare

Pag. 16 a 23
importanza oppure attrezzature o strumentazioni particolari o che comporti sostituzioni
di intere parti di impianto o la completa revisione o sostituzione di apparecchi per i quali
non sia possibile o conveniente la riparazione.

VIE DI USCITA
Tutte quelle parti del luogo di lavoro destinate a vie di uscita, saranno sorvegliate
periodicamente al fine di assicurare che siano libere da ostruzioni e da pericoli che
possano comprometterne il sicuro utilizzo in caso di esodo.
Tutte le porte sulle vie di uscita saranno regolarmente controllate per assicurare che si
aprano facilmente. Ogni difetto sarà riparato il più presto possibile ed ogni ostruzione
sarà immediatamente rimossa.
Particolare attenzione sarà dedicata ai serramenti delle porte.
La segnaletica direzionale e delle uscite sarà oggetto di sorveglianza per assicurarne la
visibilità in caso di emergenza.
Tutte le misure antincendio previste per migliorare la sicurezza delle vie di uscita,
saranno verificate secondo le norme di buona tecnica e manutenzionate da persona
competente.

ATTREZZATURE ED IMPIANTI DI PROTEZIONE ANTINCENDIO


Il datore di lavoro, responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza delle
attrezzature ed impianti di protezione antincendio, dovrà attuare la sorveglianza, il
controllo e la manutenzione delle attrezzature ed impianti di protezione antincendio in
conformità a quanto previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti.

Pag. 17 a 23
Scopo dell'attività di sorveglianza, controllo e manutenzione sarà quello di rilevare e
rimuovere qualunque causa, deficienza, danno od impedimento che possa pregiudicare il
corretto funzionamento ed uso dei presidi antincendio.
L'attività di controllo periodica e la manutenzione sarà eseguita da personale competente
e qualificato.

INFORMAZIONE E FORMAZIONE ANTINCENDIO


(ai sensi del D.M. 10.03.1998 - Allegato VII)
Il datore di lavoro fornirà ai lavoratori una adeguata informazione e formazione sui
principi di base della prevenzione incendi e sulle azioni da attuare in presenza di un
incendio.

INFORMAZIONE ANTINCENDIO
Il datore di lavoro provvederà affinché ogni lavoratore riceva una adeguata informazione
su:
• rischi di incendio legati all'attività svolta;
• rischi di incendio legati alle specifiche mansioni svolte;
• misure di prevenzione e di protezione incendi adottate nel luogo di lavoro
• procedure da adottare in caso di incendio:
• i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi,
lotta antincendio e gestione delle emergenze e pronto soccorso;
• il nominativo del responsabile dei servizio di prevenzione e protezione dell'azienda.
L'informazione sarà basata sulla valutazione dei rischi, e sarà fornita ai lavoratore all'atto
dell'assunzione ed sarà aggiornata nel caso in cui si verifichi un mutamento della
situazione del luogo di lavoro che comporti una variazione della valutazione stessa.

Pag. 18 a 23
FORMAZIONE ANTINCENDIO
Tutti i lavoratori esposti a particolari rischi di incendio correlati al posto di lavoro, quali
per esempio gli addetti all'utilizzo di sostanze infiammabili, riceveranno una specifica
formazione antincendio.
Comunque tutti i lavoratori che svolgono incarichi relativi alla prevenzione incendi, lotta
antincendio o gestione delle emergenze, riceveranno una specifica formazione
antincendio i cui contenuti minimi sono riportati in allegato IX al DM 10.03.1998.

ESERCITAZIONI ANTINCENDIO
I lavoratori parteciperanno ad esercitazioni antincendio, effettuate almeno una volta
l'anno, per mettere in pratica le procedure di esodo e di primo intervento.
L'allarme dato per esercitazione non sarà segnalato ai vigili dei fuoco.
I lavoratori parteciperanno all’esercitazione e qualora ritenuto opportuno, anche il
pubblico.
Saranno esclusi dalle esercitazioni i lavoratori la cui presenza è essenziale alla sicurezza
del luogo di lavoro.
Non sarà comunque messa in atto un'evacuazione simultanea dell'intero luogo di lavoro.
L'evacuazione da ogni specifica area del luogo di lavoro procederà fino ad un punto che
possa garantire a tutto il personale di individuare il percorso fino ad un luogo sicuro.
Saranno incaricati gli addetti, opportunamente informati, per controllare l'andamento
dell'esercitazione e riferire al datore di lavoro su eventuali carenze.
Una successiva esercitazione sarà messa in atto non appena:
 una esercitazione abbia rivelato serie carenze e dopo che sono stati presi i necessari
provvedimenti;
 si sia verificato un incremento dei numero dei lavoratori;

Pag. 19 a 23
 siano stati effettuati lavori che abbiano comportato modifiche alle vie di esodo.

INFORMAZIONE SCRITTA SULLE MISURE ANTINCENDIO


L'informazione e le istruzioni antincendio saranno fornite ai lavoratori predisponendo
avvisi scritti che riportino le azioni essenziali che saranno attuate in caso di allarme o di
incendio.
Tali istruzioni, a cui saranno aggiunte delle semplici planimetrie indicanti le vie di uscita,
saranno installate in punti opportuni e saranno chiaramente visibili.

PIANIFICAZIONE DELLE PROCEDURE DA ATTUARE IN CASO DI


INCENDIO
(ai sensi del D.M. 10.03.1998 - Allegato VIII)
Sarà predisposto e tenuto aggiornato un piano di emergenza, che conterrà nei dettagli:
a) le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di incendio;
b) le procedure per l'evacuazione del luogo di lavoro che saranno attuate dai lavoratori e
dalle altre persone presenti;
c) le disposizioni per chiedere l'intervento dei vigili dei fuoco e per fornire le necessarie
informazioni al loro arrivo;
d) specifiche misure per assistere le eventuali persone disabili.
Il piano di emergenza identificherà un adeguato numero di persone incaricate di
sovrintendere e controllare l'attuazione delle procedure previste.

CONTENUTI DEL PIANO DI EMERGENZA


I fattori che saranno tenuti presenti nella compilazione dei piano di emergenza e da
includere nella stesura dello stesso sono:

Pag. 20 a 23
 le caratteristiche dei luoghi con particolare riferimento alle vie di esodo;
 il sistema di rivelazione e di allarme incendio;
 il numero delle persone presenti e la loro ubicazione;
 i lavoratori esposti a rischi particolari;
 il numero di addetti all'attuazione ed al controllo del piano nonché all'assistenza per
l'evacuazione (addetti alla gestione delle emergenze, evacuazione, lotta antincendio,
pronto soccorso);
 il livello di informazione e formazione fornito ai lavoratori.
Il piano di emergenza sarà basato su chiare istruzioni scritte e includerà:
a) i doveri del personale di servizio incaricato di svolgere specifiche mansioni con
riferimento alla sicurezza antincendio, quali per esempio: telefonisti, custodi, capi
reparto, addetti alla manutenzione, personale di sorveglianza;
b) i doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di incendio;
c) i provvedimenti necessari per assicurare che tutto il personale sia informato sulle
procedure da attuare;
d) le specifiche misure da porre in atto nei confronti dei lavoratori esposti a rischi
particolari;
e) le specifiche misure per le aree a rischio di incendio;
f) le procedure per la chiamata dei vigili dei fuoco, per informarli al loro arrivo e per
fornire la necessaria assistenza durante l'intervento.
Il piano includerà anche una planimetria nella quale saranno riportati:
 le caratteristiche distributive del luogo, con particolare riferimento alla destinazione
delle varie aree, alle vie di esodo ed alla compartimentazioni antincendio;
 il tipo, numero ed. ubicazione delle attrezzature ed impianti di estinzione;
 l'ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo;

Pag. 21 a 23
 l'ubicazione dell'interruttore generale dell'alimentazione elettrica, delle valvole di
intercettazione delle adduzioni idriche, del gas e di altri eventuali fluidi combustibili.

ASSISTENZA ALLE PERSONE DISABILI IN CASO DI INCENDIO


Saranno individuate le necessità particolari degli eventuali lavoratori disabili nelle fasi di
pianificazione delle misure di sicurezza antincendio e delle procedure di evacuazione del
luogo di lavoro.
Saranno altresì considerate le altre persone disabili che possono avere accesso nel luogo
di lavoro. Qualora siano presenti lavoratori disabili, il piano di emergenza sarà
predisposto tenendo conto delle loro invalidità.

ASSISTENZA ALLE PERSONE SU SEDIE A ROTELLE E/O CON MOBILITA'


RIDOTTA
Nel predisporre il piano di emergenza, si prevederà una adeguata assistenza alle persone
disabili che utilizzano sedie a rotelle ed a quelle con mobilità limitata.
Pertanto, in caso di incendio, alcuni lavoratori, fisicamente idonei, saranno addestrati al
trasporto delle persone disabili.

ASSISTENZA ALLE PERSONE CON VISIBILITÀ O UDITO MENOMATO O


LIMITATO
Analogamente, in caso di evacuazione del luogo di lavoro, alcuni lavoratori, fisicamente
idonei ed appositamente incaricati, guideranno le persone con visibilità menomata o
limitata. Durante tutto il periodo dell'emergenza un lavoratore, appositamente incaricato,
assisterà le persone con visibilità menomata o limitata.

Pag. 22 a 23
Nel caso di persone con udito limitato o menomato esiste la possibilità che non sia
percepito il segnale di allarme. In tali circostanze una persona appositamente incaricata,
allerterà l'individuo menomato.
Lecce, li Gennaio 2018
VISA ENGENEERING S.r.l.
Dott. Ing. Vincenzo Gigli

Pag. 23 a 23
CALCOLO CARICO DI INCENDIO
ELENCO MATERIALI

 PARCHEGGIO AUTOVEICOLI (P. SEMINT.) 40 AUTO 8000 MJ/mc

 ESPOSIZIONE E VENDITA (P. TERRA) 20 AUTO 8000 MJ/mc

 OFFICINA MECCANICA (P. TERRA) 20 AUTO 8000 MJ/mc

 OFFICINA ELETTRAUTO (P. TERRA) 7 AUTO 8000 MJ/mc

 MAGAZZINO RICAMBI (P. TERRA)

MERCE IN DEPOSITO Quantità (mc) Pot. Cal. (MJ/mc)


Oggetti in gomma 3 5000
Oggetti in plastica 2 5900
Cartone 2 4200
Resina sintetica 1 4200
Copertoni 3 1800
Olio 1 18900
Classificazione di resistenza al fuoco delle costruzioni
decreto del Ministero dell'Interno 9 marzo 2007
Progetto: PARCHEGGIO AUTO_P. SEMINTERRATO
Valore orientativo del carico d'incendio specifico di progetto per arredo e/o merci in deposito
q f,d = q f . δ q1 . δ q2 . δ n [MJ/m²]

Carico d'incendio specifico

Allegato elenco arredo e/o merci in deposito


aggiunti alla sommatoria * qf = 264,0 [MJ/m²]

Area compartimento 1.210 [m²]

Fattore di rischio in relazione alla dimensione del compartimento

Superficie da 1000 a 2.500 [m²] δ q1 = 1,40


Fattore di rischio in relazione al tipo di attività svolta
Aree che presentano un moderato rischio di incendio come
Classe di rischio II probabilità di innesco, velocità di propagazione di un
incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da
δ q2 = 1,00
parte delle squadre di emergenza
Fattore di protezione
Sistemi automatici di estinzione ad acqua δ n1 = 1,00
Sistemi automatici di estinzione ad altro estinguente δ n2 = 1,00
Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore δ n3 = 1,00
Sistemi automatici di rilevazione, segnalazione e allarme di incendio δ n4 = 0,85
Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio δ n5 = 1,00
Rete idrica antincendio interna δ n6 = 0,90
Rete idrica antincendio interna e esterna δ n7 = 1,00
Percorsi protetti di accesso δ n8 = 1,00
Accessibilità ai mezzi di soccorso VV.F. δ n9 = 0,90
Strutture in legno

Area della supericie esposta 0 [m²] qf = 0 [MJ/m²]

Velocità di carbonizzazione 0,00 [mm/min]

q f,d = 264,00 . 1,4 . 1,0 . 0,69 = [MJ/m²]

Classe di riferimento per il livello di prestazione III = 20


Classe minima per il livello di prestazione III = 0

Il Professionista
Lecce, 12/01/2018
Ing. Vincenzo Gigli

CONCESSIONARIA HYUNDAI
Classificazione di resistenza al fuoco delle costruzioni
decreto del Ministero dell'Interno 9 marzo 2007
Progetto: ESPOSIZIONE E VENDITA - PIANO TERRA
Valore orientativo del carico d'incendio specifico di progetto per arredo e/o merci in deposito
q f,d = q f . δ q1 . δ q2 . δ n [MJ/m²]

Carico d'incendio specifico

Allegato elenco arredo e/o merci in deposito


aggiunti alla sommatoria * qf = 162,0 [MJ/m²]

Area compartimento 987 [m²]

Fattore di rischio in relazione alla dimensione del compartimento

Superficie da 500 a 1000 [m²] δ q1 = 1,20


Fattore di rischio in relazione al tipo di attività svolta
Aree che presentano un moderato rischio di incendio come
Classe di rischio II probabilità di innesco, velocità di propagazione di un
incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da
δ q2 = 1,00
parte delle squadre di emergenza
Fattore di protezione
Sistemi automatici di estinzione ad acqua δ n1 = 1,00
Sistemi automatici di estinzione ad altro estinguente δ n2 = 1,00
Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore δ n3 = 1,00
Sistemi automatici di rilevazione, segnalazione e allarme di incendio δ n4 = 0,85
Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio δ n5 = 1,00
Rete idrica antincendio interna δ n6 = 0,90
Rete idrica antincendio interna e esterna δ n7 = 1,00
Percorsi protetti di accesso δ n8 = 1,00
Accessibilità ai mezzi di soccorso VV.F. δ n9 = 0,90
Strutture in legno

Area della supericie esposta 0 [m²] qf = 0 [MJ/m²]

Velocità di carbonizzazione 0,00 [mm/min]

q f,d = 162,00 . 1,2 . 1,0 . 0,69 = [MJ/m²]

Classe di riferimento per il livello di prestazione III = 15


Classe minima per il livello di prestazione III = 0

Il Professionista
Lecce, 12/01/2018
Ing. Vincenzo Gigli

CONCESSIONARIA HYUNDAI
Classificazione di resistenza al fuoco delle costruzioni
decreto del Ministero dell'Interno 9 marzo 2007
Progetto: OFFICINA MECCANICA
Valore orientativo del carico d'incendio specifico di progetto per arredo e/o merci in deposito
q f,d = q f . δ q1 . δ q2 . δ n [MJ/m²]

Carico d'incendio specifico

Allegato elenco arredo e/o merci in deposito


aggiunti alla sommatoria * qf = 222,0 [MJ/m²]

Area compartimento 720 [m²]

Fattore di rischio in relazione alla dimensione del compartimento

Superficie da 500 a 1000 [m²] δ q1 = 1,20


Fattore di rischio in relazione al tipo di attività svolta
Aree che presentano un moderato rischio di incendio come
Classe di rischio II probabilità di innesco, velocità di propagazione di un
incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da
δ q2 = 1,00
parte delle squadre di emergenza
Fattore di protezione
Sistemi automatici di estinzione ad acqua δ n1 = 1,00
Sistemi automatici di estinzione ad altro estinguente δ n2 = 1,00
Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore δ n3 = 1,00
Sistemi automatici di rilevazione, segnalazione e allarme di incendio δ n4 = 0,85
Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio δ n5 = 1,00
Rete idrica antincendio interna δ n6 = 0,90
Rete idrica antincendio interna e esterna δ n7 = 1,00
Percorsi protetti di accesso δ n8 = 1,00
Accessibilità ai mezzi di soccorso VV.F. δ n9 = 0,90
Strutture in legno

Area della supericie esposta 0 [m²] qf = 0 [MJ/m²]

Velocità di carbonizzazione 0,00 [mm/min]

q f,d = 222,00 . 1,2 . 1,0 . 0,69 = [MJ/m²]

Classe di riferimento per il livello di prestazione III = 15


Classe minima per il livello di prestazione III = 0

Il Professionista
Lecce, 12/01/2018
Ing. Vincenzo Gigli

CONCESSIONARIA HYUNDAI
Classificazione di resistenza al fuoco delle costruzioni
decreto del Ministero dell'Interno 9 marzo 2007
Progetto: OFFICINA ELETTRAUTO
Valore orientativo del carico d'incendio specifico di progetto per arredo e/o merci in deposito
q f,d = q f . δ q1 . δ q2 . δ n [MJ/m²]

Carico d'incendio specifico

Allegato elenco arredo e/o merci in deposito


aggiunti alla sommatoria * qf = 262,0 [MJ/m²]

Area compartimento 213 [m²]

Fattore di rischio in relazione alla dimensione del compartimento

Superficie da 0 a 500 [m²] δ q1 = 1,00


Fattore di rischio in relazione al tipo di attività svolta
Aree che presentano un moderato rischio di incendio come
Classe di rischio II probabilità di innesco, velocità di propagazione di un
incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da
δ q2 = 1,00
parte delle squadre di emergenza
Fattore di protezione
Sistemi automatici di estinzione ad acqua δ n1 = 1,00
Sistemi automatici di estinzione ad altro estinguente δ n2 = 1,00
Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore δ n3 = 1,00
Sistemi automatici di rilevazione, segnalazione e allarme di incendio δ n4 = 0,85
Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio δ n5 = 1,00
Rete idrica antincendio interna δ n6 = 0,90
Rete idrica antincendio interna e esterna δ n7 = 1,00
Percorsi protetti di accesso δ n8 = 1,00
Accessibilità ai mezzi di soccorso VV.F. δ n9 = 0,90
Strutture in legno

Area della supericie esposta 0 [m²] qf = 0 [MJ/m²]

Velocità di carbonizzazione 0,00 [mm/min]

q f,d = 262,00 . 1,0 . 1,0 . 0,69 = [MJ/m²]

Classe di riferimento per il livello di prestazione III = 15


Classe minima per il livello di prestazione III = 0

Il Professionista
Lecce, 12/01/2018
Ing. Vincenzo Gigli

CONCESSIONARIA HYUNDAI
Classificazione di resistenza al fuoco delle costruzioni
decreto del Ministero dell'Interno 9 marzo 2007
Progetto: MAGAZZINO RICAMBI_P.TERRA
Valore orientativo del carico d'incendio specifico di progetto per arredo e/o merci in deposito
q f,d = q f . δ q1 . δ q2 . δ n [MJ/m²]

Carico d'incendio specifico

Allegato elenco arredo e/o merci in deposito


aggiunti alla sommatoria * qf = 353,0 [MJ/m²]

Area compartimento 180 [m²]

Fattore di rischio in relazione alla dimensione del compartimento

Superficie da 0 a 500 [m²] δ q1 = 1,00


Fattore di rischio in relazione al tipo di attività svolta
Aree che presentano un moderato rischio di incendio come
Classe di rischio II probabilità di innesco, velocità di propagazione di un
incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da
δ q2 = 1,00
parte delle squadre di emergenza
Fattore di protezione
Sistemi automatici di estinzione ad acqua δ n1 = 1,00
Sistemi automatici di estinzione ad altro estinguente δ n2 = 1,00
Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore δ n3 = 1,00
Sistemi automatici di rilevazione, segnalazione e allarme di incendio δ n4 = 0,85
Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio δ n5 = 1,00
Rete idrica antincendio interna δ n6 = 0,90
Rete idrica antincendio interna e esterna δ n7 = 1,00
Percorsi protetti di accesso δ n8 = 1,00
Accessibilità ai mezzi di soccorso VV.F. δ n9 = 0,90
Strutture in legno

Area della supericie esposta 0 [m²] qf = 0 [MJ/m²]

Velocità di carbonizzazione 0,00 [mm/min]

q f,d = 353,00 . 1,0 . 1,0 . 0,69 = [MJ/m²]

Classe di riferimento per il livello di prestazione III = 20


Classe minima per il livello di prestazione III = 0

Il Professionista
Lecce, 12/01/2018
Ing. Vincenzo Gigli

CONCESSIONARIA HYUNDAI

Potrebbero piacerti anche