Nato nel 1863, D'Annunzio si trasferì ancora giovane da Pescara a Roma, in cerca di
gloria letteraria e di una vita elegante nell'alta società. Divenne famoso per scandali,
amori e amicizie importanti. Dopo un periodo trascorso alla villa della Cappoccina,
vicino a Firenze, dovette fuggire dai creditori riparando in Francia. Rientrò in Italia
alla vigilia della Prima Guerra mondiale, della quale fu uno dei profeti e dei cantori.
Arruolatosi volontario, compì famose imprese belliche. Poi, dopo la guerra, si gettò
nell'impresa di Fiume, durata un anno. Dopo il 1922 fu a parole glorificato dal regime
fascista, ma di fatto emarginato nella sua villa-museo del Vittoriale, dove morì nel
1938.
Soprannominato “ il Vate”, cioè poeta sacro, profeta, cantore dell’ Italia ubertina,
occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 e nella
suo nome soprattutto alla prima fase del Decadentismo europeo, ovvero l'estetismo.
comuni a tutti gli generi, che non emergono subito, ma vengono mescolati al verismo
e positivismo. Infatti, i primi anni del 900 rappresentano l′evoluzione di stati d′animo
nuovi, espressi con carattere verista. Essi, assieme alle strutture liriche e teatrali,
vengono affrontate con un nuovo modo decadente, in cui vi è il rifiuto del metodo
razionale, ricorso alle tecniche della poesia simbolista e la messa in campo della
Colui, che rappresentò la figura più importante del tale movimento, fu D′Annunzio
Nato nel 1863 a Pescara, già da giovane ebbe una personalità estrema, e influì molto
sulla letteratura e costume del tempo. Nel 81 si stabilì a Roma dove, a contatto con
gli ambienti letterari iniziò l′attività di scrittore e uomo del mondo. Ben presto
narratore, che lo mise al centro della vita letteraria italiana. Egli prese parte attiva
della guerra, nel 15 e, nel 1918, ferito in un incidente di volo, perse l′occhio destro.
Alla fine della guerra, contribuì a formare l′atmosfera che permise la nascita del
poliedrica poiché scrisse di tutto, dai articoli di giornali alle poesie, opere teatrali,
romanzi. Egli rappresenta il grande cultore dell′estetismo e già alla fine del XVIII
poiché si vede come il poeta-divo, un idolo per tutti. La sua produzione letteraria
ebbe un percorso variegato. Egli era abituato a svolgere una vita mondana, per tale
motivo scrive le opere teatrali che gli permettono di avere il rapporto diretto con il
pubblico e di guadagnare.
Come abbiamo già visto in precedenza, l′opera che inaugura il decadentismo italiano
apre con incontro del protagonista, Andrea Sperelli con amante Elena Muti, che egli
non vede da molto tempo. Lo scrittore narra di varie vicende della relazione passata
fra i due, e del desiderio di Andrea nel rinnovare i rapporti con la donna. Al rifiuto di
questa, Andrea si rifiuta alla vita mondana, una vita che rappresenta un′opera d′arte,
vive come se non ci fosse un domani, come faceva stesso il poeta. Il desiderio della
donna amata è talmente forte, che pur di raggiungimento del piacere, il protagonista
anche ciò, che poi verrà chiamato l′ultimo D′Annunzio, poiché riconosce di aver
fallito, mettendo però a risalto la bellezza come valore assoluto. L′estetismo non
viene rappresentato qui soltanto nell′arte, ma anche nella descrizione di vari oggetti
bizzarri del passato, che rappresentano il culto del bello, unico valore assoluto del
mondo decadente, per cui l′arte è fine a sé stessa e il mondo non è altro che un
concetto inferiore.
D′Annunzio voleva riformare lo stile della poesia italiana. Per fare ciò, compose “Le
Laudi del Cielo, del Mare, della Terra e degli Eroi” 1903. l′opera è composta da 3
primo libro: Maia: opera a sfondo biografico, in cui egli si presenta come Ulisse,
esaltato dalla conquista del progresso. Egli, ispirandosi agli antichi classici della
Grecia sia a se stesso da parte divina, si avvia alla scoperta dello stile ideale e
perfetto. Il secondo libro: Elettra: pone grandi speranze nel passato storico e rifiuta,
per un dato periodo, il progresso. Nel terzo libro, egli invece ritorna a considerare il
comprendere il vero compito del artista, il quale guida l′umanità alla più piena
espressione di sé, e alla conoscenza delle proprietà segrete e profonde della realtà.
Questa nuova prospettiva, contribuì alla nascita dell′opera “Le Vergini delle rocce”
1894-95.
Questa opera fu molto importante, poiché dominata da una violenza polemica contro
il volgare mondo borghese, contro il gusto della guerra e della morte. Egli tentò di
costruire dei personaggi complessi, i quali cadranno delle vicende più complesse,
provando sentimento negativo molto forte per il mondo, cadendo nel falso e nel
vuoto. Questo, era il suo modo sincero e schietto, a superare sé stesso e il limiti della
società borghese.
“Consolazione”, scritta nel 1891. Tale opera, dopo il periodo estetizzante del poeta,
giovinezza, vicino alla madre. Il titolo è molto importante, poiché allude all
′intenzione del poeta di confortare la madre, che è l′unica che si preoccupa del figlio.
Questa poesia ci racconta il gran desiderio del poeta di rifugiarsi nel calore famigliare
e di recuperare i valori sentimentali di una vita semplice. La rinascita del poeta qui
poeta. Anche il componimento dell ′opera è confuso, passando dalla vita alla morte e
il contrario, egli mostra il suo stato d′animo debole, sconfitto dalla stanchezza, in cui l
′unico desiderio è rifugiare tra le braccia della madre, unica forza e sostegno. Essa
esprime la volontà del poeta di lasciar indietro le esperienze della vita mondana e di
rimpianti, viene espresso anche nella poesia “La pioggia nel pineto”, 1902. Egli si
trova nella compagnia della donna amata, Ermione, nella pineta nei pressi di Marina
dettagliata, il suono che produce la pioggia quando cade sulle diverse varietà di
vegetazione. Per il suddetto motivo, questa poesia viene considerata l′espressione più
alta del panismo: fusione tra l′uomo e la natura. Tale fusione, già nella 3 strofa, viene
compiuta. Infatti, egli parla della donna amata, facendo riferimento ai vari elementi
argomenti principali che è il desiderio il un rapporto più stretto tra l′uomo e la natura,
presente già nel simbolismo. Uno dei suoi ultimi romanzi è “Forse che si forse che
no” 1910. Qui, il protagonista estende il suo grande interesse all′arte dei nuovi mezzi
della tecnica (automobile e aeroplano). Egli vive una vita di esploratore delle nuove
strade per l′umanità, tutto proiettato verso la scoperta e la conquista. Questa opera
tali vicende, Paolo, il pilota, riesce a compiere il volo più alto di qualsiasi altro uomo.
importanza delle nuove tecnologie e del progresso, e l amore viene ′ ′ visto come
semplicemente la portatrice di valori estetico-sessuali, mostrando cosi la fine dell
prosa, che rappresenta una fusione tra i ricordi della 1 guerra mondiale e le sue
sensazioni. È un opera particola, perché egli, avendo perso un occhio, si trova a casa,
una concezione più moderata e intima, e cerca di conoscere un poco sé stesso. Infatti,
proprio con il “Notturno” il poeta si mostra più umano e sensibile, permettendoci cosi
circa, raggiunsero l’ area dello scoglio di Quarto da cui era partita l’ impresa di
Giuseppe Garibaldi.
Quando tenne il suo discorso in realtà D’annunzio non poteva sapere che l ‘ Italia si
alcuni dei rimandi simbolici avanzati nel testo che analizzeremo più nel dettaglio
successivamente.
D’ Annunzio riesce a dare forma agli umori di un Italia convinta di poter contare in
folla, una sorta di dialogo evidenziato dalle virgolette alte che esplicitano le varie
apostrofe.
L'iperbole (dal greco antico: ὑπερβολή, hyperbolḗ, «eccesso») è una figura retorica
l'amplifichino, per eccesso o per difetto. E’ possibile trovare la stessa in vari versi del
teso, tesa all’ esagerazione in crescendo come ai V.1 Popolo grande di Genova. V2
Liguri delle due riviere. V.3 Italiani di ogni generazione e di ogni confessione…v.25
«cambiare nome») si intende una figura retorica utilizzata con diverse funzioni e
scopi.
Riferirsi a un individuo con un epiteto, che, sempre a partire dalle qualità del
soggetto, diviene un nome per indicarlo, come nella frase In vista nuove
rivelazioni sul pianeta rosso, dove il «pianeta rosso» sta per Marte. Oppure:
Nel teso è utilizzata soprattutto nella parte iniziale. La stessa Orazione esordisce al
primo verso con l’ utilizzo dell’ Antonomasia con “Maestà del Re d ‘ Italia” o al v.11
e al v. 66 identificando Garibaldi come “Il duce nel bronzo”, Garibaldi che veniva
omaggiato in quella sede di quella statua in bronzo in piazza per le sue gesta.
La ripetizione (dal latino repetǐtǐo, -ōnis, da repetěre, composto di re-- con valore
iterativo e di petěre, «chiedere») è una figura retorica che produce una successione
di membri uguali o solo leggermente variati nella forma, nella funzione sintattica o
nel senso. La ripetizione nel brano oggetto di studio è utilizzata ripetendo la stessa
parola più volte come al v.4,v.42,v.44 e 45, v.48, v.58 con entrambe le parole di
implica l'inserimento di un inciso tra i termini. E’ possibile trovare tale figura retorica
crescendo, o meno propriamente, per influsso della lingua inglese in cui il termine ha
Questa figura retorica è molto usato dallo scrittore in questo brano. Ne ho riscontrato
l’ utilizzi in svariati versi che vogliono porre l’ enfasi sul crescendo ( di fatti si tratta
di tutti climax ascendenti) delle emozioni o situazioni, come al verso : v. 2,3 e 4 per
v.69 “parla, opera, aspetta”, v.88 “clamore, dispute, risse…”, v.95 “soffri, affanni,
tropo, ovvero una figura retorica che implica un trasferimento di significato. [1] Si ha
retorica è il più utilizzato, nella percezione del significato, dall’ autore. Ne ritroviamo
al v.4 con rappresentazione dell’ Italia come “un’ unica madre” di tutti i cittadini,v.13
piede ed il cucito”
L'anafora (dal greco ἀναφορά, anaphorá, «ripresa», da aná, "indietro" o "di nuovo",
e phéro, "io porto") è una figura retorica che consiste nel ripetere una o più parole
Analoga all'anafora è l'epifora, che però colloca gli elementi ripetuti alla fine.
Anafora ed epifora possono combinarsi nella simploche. L'anafora può inoltre far
tale che dall'eguaglianza o similarità constatata tra alcuni elementi di tali enti si possa
dedurre l'eguaglianza o somiglianza anche di tutti gli altri loro elementi. Più
genericamente, nell'uso comune, l'analogia è il rapporto che la mente coglie fra due o
più cose che hanno nella loro costituzione, nel loro comportamento o nei loro
processi qualche tratto comune. Diversamente dalla logica, non si occupa dei sistemi
associandolo ad un altro e in questo brano riscontriamo tale figura nei versi v.19
“come per fare….come per celebrare…come per ottenere..”, v.30 “ come il frutto
decumano..come quell’ onda..”, v.40 “..come le mani del Dio…”, v.96 “Come una
sciagura…”
una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini di senso contrario o
comunque in forte antitesi tra loro. Esempi: disgustoso piacere, illustre sconosciuta,
quest'ultimo.
V.65, v. 84