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Storia della pallavolo

Le peculiarità di questo sport, che richiedeva agilità, prontezza di riflessi, armonia di


squadra, piacquero e, in breve tempo, si diffusero. Il termine ‘volleyball’ è stato
coniato l’anno successivo da un altro istruttore di educazione fisica, Alfred H.
Halstead. È a lui principalmente che si deve la diffusione della pallavolo in tutti i
college degli Stati Uniti. Inizialmente come sport di allenamento per le squadre
impegnate in altre attività, e poi come disciplina a sé stante. In breve tempo
oltrepassò i confini nazionali, giungendo praticamente in ogni paese del mondo,
anche se con modalità di gioco diverse data l’assenza di un regolamento ufficiale. Solo
nel 1947 infatti fu fondata la FIVB – Fédération Internationale de Volleyball, che
ancora oggi governa questo sport.
In Europa il volleyball giunse in concomitanza con il primo conflitto mondiale. Mentre
in Italia le prime partite ufficiali si annoverano nel 1928 (la FIPAV, la federazione
azzurra, risale al 1946). È in questi anni che la disciplina comincia ad uniformarsi, a
dotarsi di un regolamento internazionale, ad applicare le tecniche che ancora oggi la
caratterizzano. È infine il 1957 l’anno in cui la pallavolo entra a far parte degli sport
olimpici, esordendo nelle Olimpiadi di Tokyo del 1960, le prime disputate in un paese
asiatico. La variante da spiaggia, il beach volley, è più o meno contemporanea alla
pallavolo, ma per molto più tempo è stata considerata la versione ‘da svago’. Negli
anni Ottanta cominciano le prime competizioni ufficiali internazionali, e solo nel 1996
questa variante approda alle Olimpiadi.

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