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Gli aspetti motivazionali nell’apprendimento - lezione 2 - !

Il costrutto del termine motivazione e la scuola comportamentista


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Come già accennato nella prima lezione, il concetto di motivazione è stato studiato
da vari punti di vista e da ambiti psicologici diversi. Le varie correnti psicologiche
succedutesi nel corso del 1900 hanno fornito i vari punti di vista, contribuendo a
costruire l’articolata definizione del concetto di motivazione.!
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Partiamo dalla scuola comportamentista, un’importante modello psicologico attivo
nella prima parte del ‘900 fondato su l’idea di una psicologia oggettiva che adotta
il metodo scientifico, quindi fenomeni e comportamenti osservabili escludendo
dal suo campo d’indagine tutto ciò che al contrario non risponde ai suddetti
requisiti, in altre parole tutto quello che è “interno” all’essere umano. Evidente,
quindi, il contrasto con la psicanalisi e con l’introspezione (S. Freud) ed in
particolare con l’idea che sia l’inconscio a determinare le nostre reazioni psichiche. !
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Il comportamentismo fa riferimento alla concezione deterministica del mondo che
afferma che in natura nulla avviene a caso, ma tutto accade secondo ragione e
necessità. La vita si sviluppa in virtù di necessità causali e lo studio del rapporto
causa/effetto, tipico delle scienze naturali, è alla base anche di questa scuola
psicologica.!
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I comportamentisti aderiscono alla metodologia dei biologi, dei naturalisti,
osservano l’uomo così come i loro colleghi osservano la natura e il mondo animale.!
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Dunque, il rapporto CAUSALE e la dinamica STIMOLO/RISPOSTA stanno alla
base della spiegazione del comportamento umano (alla stregua di quello animale)
e, le catene causali, sono ricercate più nell’ambiente che all’interno dell’essere
umano poiché la connessione organismo-ambiente è l’unica suscettibile di indagine
scientifica. !
Condizioni esterne e abitudini condizionano fortemente i comportamenti
umani (potete cercare in rete uno degli esperimenti più famosi della scuola
comportamentista, quello sui riflessi condizionati del cane di Pavlov) ed anche
l’apprendimento è visto come un processo meccanico di associazioni tra
stimoli, tra condizionamenti e risposte.!
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La famosa TEORIA DEL RINFORZO (o RAFFORZAMENTO) sostiene che:!
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• il Rinforzo positivo o ricompensa esterna, mantiene o aumenta il compito;!
• il Rinforzo negativo, evitamento della punizione o interruzione di
circostanze sgradevoli, mantengono o aumentano il compito;!
• l’assenza di Rinforzo o ancor più la Punizione diminuisce o estingue
comportamenti incompatibili con il compito. !
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Gli aspetti motivazionali nell’apprendimento - lezione 2 - !
Il costrutto del termine motivazione e la scuola comportamentista
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Al fine di evitare confusioni è bene sottolineare che i rinforzi negativi non sono
punizioni. I rinforzi sia positivi sia negativi aumentano la frequenza del
comportamento, le punizioni al contrario ne scoraggiano la ripetizione (A. Fonzi,
Manuale di psicologia dello sviluppo, Giunti, 2001).!
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I rinforzi possono essere inoltre distinti in primari o secondari. Si parla di rinforzi
primari, se questi conducono alla soddisfazione di bisogni fondamentali e fisiologici
come la fame, la sete, il sonno; i bisogni secondari, invece, fanno leva su necessità
che non sono primarie.!
Esempi di rinforzo secondario potrebbero essere le lodi, gli applausi, il denaro.!
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Per i comportamentisti la ricompensa è il principale meccanismo causale che
origina e mantiene un comportamento. !
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Negli anni la Teoria del rinforzo si è ulteriormente sviluppata grazie agli studi di B.
Skinner che determinò i cosiddetti parametri del rinforzo tra i quali:!
• la quantità, quanto maggiore è il rinforzo, tanto più rapida è la velocità di
apprendimento;!
• il tempo, la ricompensa o la punizione raggiungono il massimo di efficacia quando
sono immediate; inoltre mantengono continuità nel comportamento (gratificazione
immediata).!
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Inoltre poiché nel percorso di apprendimento le abilità si sviluppano gradualmente,
la gratificazione si inserisce in una serie di passaggi intermedi: “Ti gratifico passo
dopo passo perché conosco i mutamenti progressivi che stai facendo”. !
Quindi, nel caso che il compito sia troppo elevato, il comportamento verrà richiesto
in maniera graduale e opportunamente rafforzato mediante approssimazioni
successive: si scompone il comportamento da apprendere in componenti più
semplici, che vengono acquisite gradualmente, supportato da frequenti feedback,
!fino a conquistare il comportamento complesso.
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Un’ulteriore innovazione in campo comportamentista fu introdotta negli anni ’60 con
la Teoria dell’apprendimento sociale di A. Bandura (gli anni ’60 furono un periodo
in cui molti studi recuperarono il ruolo svolto dall’interazione sociale
nell’acquisizione di comportamenti): il meccanismo del rinforzo applicato ad altri e
non all’individuo stesso costituisce comunque un incentivo a imitare il
comportamento premiato o evitare il comportamento punito (in una classe, quindi,
funziona su tutto il gruppo).!
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Gli aspetti motivazionali nell’apprendimento - lezione 2 - !
Il costrutto del termine motivazione e la scuola comportamentista
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In ambito psicologico ed anche educativo, la Teoria del rinforzo è stata, ed è tuttora,
un principio fondamentale, in seguito relativizzato dall’evoluzione degli studi
psicologici. !
Oggi si sostiene che più che descrivere la motivazione, il comportamentismo si
riferisce al controllo del comportamento, a come metterlo sotto controllo dello
stimolo ma non studia le motivazioni personali, la creatività, i bisogni di
autoaffermazione e conoscenza insito nelle persone. A questo proposito J. Brophy
nel primo capitolo del libro Motivare gli studenti ad apprendere, che farà parte dei
saggi da studiare per l’esame, afferma:!
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I modelli comportamentisti della motivazione che mettono l’accento sulla
manipolazione di coloro che apprendono sono ancora presenti, anche se la
maggior parte si è evoluta in forme più complesse che includono una qualche
considerazione dei pensieri e delle intenzioni di coloro che apprendono. Nel
frattempo, si sono sviluppati modelli cognitivi che prestano maggior
attenzione alle esperienze soggettive di coloro che apprendono come i loro
bisogni personali, i loro obiettivi o la loro riflessione connessa alla
motivazione. Questi modelli cognitivi includono il concetto di
rafforzamento, ma descrivono i suoi effetti come mediati tramite le
cognizioni di coloro che apprendono. In altre parole, la misura in cui l’impegno
del compito può essere motivato dalla disponibilità del rinforzo dipende dalla
misura in cui coloro che apprendono !
attribuiscono valore al rinforzo,!
si aspettano venga conferito una volta completato il compito,!
si ritengono in grado di portare a compimento il compito con successo,!
e sono convinti che agire in questo modo per avere accesso al rinforzo
varrà i costi in termini di tempo e di impegno. (J. Brophy, Motivare gli
studenti ad apprendere, LAS-Roma, 2003)!
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Aggiungo qualche considerazione personale…!
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Perché ancorare eccessivamente la motivazione al rinforzo può diventare
contro producente?!
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• La ricompensa è un tipo di controllo che può facilmente diventare eccessivo.
Dalla lettura di R. Laporta, durante il corso di pedagogia, sappiamo che togliere
il senso di libertà alle persone è controproducente per la maturazione personale,
per la creatività, per il senso di responsabilità.!
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• Se la ricompensa diventa l’obiettivo principale, potrebbe disturbare la reale
attenzione al compito, la focalizzazione sulle azioni e sulle modalità utili (la mia
attenzione non è sul fare ma sulla ricompensa) e divenire psicologicamente
fuorviante per il cervello e inficiare il significato dell’apprendimento.!
Gli aspetti motivazionali nell’apprendimento - lezione 2 - !
Il costrutto del termine motivazione e la scuola comportamentista
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Alcuni principi comportamentisti a scuola!
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La programmazione entrata nella scuola italiana negli anni ’70 formula gli obiettivi
come “ipotesi di cambiamento” descrivendo il nuovo comportamento che l'allievo
deve esibire al termine dell’apprendimento (Sa fare… sa capire… sa eseguire…).
Quando gli obiettivi sono complessi , sono scomposti in unità più semplici, centrati
sull'attività che l'allievo compie, ciò proviene dal principio comportamentista delle
approssimazioni successive.!
Ad esempio “Avere un buon senso ritmico” può essere scomposto in diversi
obiettivi più semplici: !
• saper percepire, riprodurre e produrre scansioni isocrone a varie velocità; !
• saper distinguere, riconoscere, memorizzare, riprodurre e produrre sequenze
metriche diverse; cellule ritmiche, ostinati; !
• conoscere figure ritmiche in contrattempo e sincope;!
• etc…!
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Partendo dalle osservazioni sulle teorie del rinforzo è chiaro quanto sia necessario
che l’educatore chiarisca le regole fondamentali dei comportamenti richiesti
agli studenti. !
Le regole non devono essere troppe, devono essere ragionevoli, chiare,
necessarie e funzionali al contesto.!
Solo in questo modo è possibile permettere a tutti il riconoscimento di ciò che si
pretende e, di conseguenza stabilire punizioni o premi.!
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Su questo punto ti sarà chiesta una breve riflessione nel compito.

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