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dingir EN KI
Determinativo Signore Terra
divino anteposto davanti
ai nomi divini
dingir NIN KI
Determinativo Signora Terra
divino
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3. Un approccio evoluzionistico: primitivo come originario e infantile
PRIMITIVO
come indice di un stato evolutivo
e accostabile semanticamente a
originario, indigeno, infantile 4
3. Un approccio evoluzionistico: primitivo come originario e infantile
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4. Un approccio storico:
2. “Religione” perciviltà “superiori”
la Storia e “inferiori”
delle religioni
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4. Un approccio storico: civiltà “superiori” e “inferiori”
«Quando un cacciatore o guerriero ' primi1vo ' si fabbrica una freccia, egli ci appare perfe8amente in
possesso della capacità tecnica richiesta dal suo compito: egli adopererà, per la punta della freccia, un
materiale duro e dal giusto peso, curerà che la punta sia ben acuminata e abbastanza so>le per penetrare
nell'ogge8o previsto (animali di varia specie, grossezza o durezza della pelle, o nemici umani), impiegherà,
eventualmente, un veleno realmente efficiente. Ma, se per noi a questo punto la sua opera potrebbe
sembrar terminata, egli invece non la considererà ancora come pronta: strofi- nerà, p. es., la punta contro
una pietra ritenuta 'potente', l'intriderà del sangue di un animale appositamente ucciso, a8accherà vicino ad
essa qualche erba ' magica ', pronuncerà sopra di essa tradizionali formule magiche, e solo così riterrà che la
sua arma sarà efficace. Ora, noi moderni possiamo e, anzi, dobbiamo dis1nguere nel procedimento di quel
cacciatore o guerriero due serie di azioni radicalmente differen1: una puramente tecnica e realmente
efficace, e un'altra che saremmo tenta1 di definire come 'illusoria', e che è, ad ogni modo, di cara8ere
'rituale'; la prima, conforme alle obie>ve leggi della natura, la seconda conforme alle credenze vigen1 nella
società cui quell'uomo appar1ene. Per noi, la serie tecnica è l'unica che possa apparire u1le. Ma sarà
realmente sufficiente? Certo, se la freccia colpirà al punto giusto il suo obie>vo, produrrà l'effe8o voluto:
ma possiamo esser sicuri che colpirà giusto? anche i migliori 1ratori possono sbagliare, anche un colpo di
vento improvviso può deviare una freccia, anche il bersaglio può so8rarsi, con una mossa imprevista, forse
casuale, al colpo. Contro ques1 imprevis1, la tecnica non serve: ma il cacciatore ha bisogno di proteggersi
anche contro l'incalcolabile: in altri termini, ha bisogno di mezzi con cui dominare ciò che la sua tecnica non
controlla, e perciò ricorre a ri1 in cui crede (oppure: perciò crede in ri1 che possano essergli u1li)»
A. Brelich, Introduzione, 40