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1. aspetti morfologici:
LA SCOMPARSA DEL SISTEMA DEI CASI: Casi e declinazioni erano gli strumenti
attraverso i quali il latino distingueva le funzioni logiche e i significati che una o più
parole potevano avere all’interno della frase. L’italiano affida questa funzione distintiva
alla posizione che una parola o un gruppo di parole assumono all’interno della frase,
nonché all’opposizione fra l’articolo e le varie preposizioni che possono precedere un
nome o un pronome. Nella fattispecie, i casi erano sei:
nominativo,ablativo,genitivo,dativo,accusativo,vocativo. La riconoscibilità di un caso
rispetto a un altro era affidata alla diversa uscita che un nome o un aggettivo potevano
avere.
Ogni nome o aggettivo, infatti, era composto di una parte fissa (tradizionalmente indicata
come radice) e di una parte variabile, detta desinenza. Ancor prima dell’età classica, si
affermò una forte tendenza a ridurre e a semplificare il complesso sistema di casi del
latino.Ben presto, ad esempio, i parlanti confusero il nominativo e il vocativo, che nella
maggior parte dei nomi presentavano la stessa desinenza.L’italiano e le lingue romanze
hanno fatto propria la costruzione con la preposizione [a], e non hanno raccolto l’eredita
del dativo latino.Divenuto il caso di tutti i complementi, l’accusativo ha finito col
sostituirsi anche al nominativo, e si presenta, fatta salva qualche eccezione, come il caso
da cui derivano tutte le parole dell’italiano
SEMPLIFICAZIONE DELLE DECLINAZIONI:La quarta e la quinta declinazione latine
erano scarsamente consistenti sul piano numerico. in particolare, i sostantivi di quarta
declinazione (uscenti in -us o in -u al nominativo) confluirono nella seconda,
mentre i sostantivi di quinta declinazione (uscenti in -es al nominativo e pressoché tutti
femminili) confluirono nella prima declinazione, anch’essa composta in larga parte di
nomi femminili
LA FORMAZIONE DEGLI ARTICOLI:L’articolo determinativo (il, lo, la, i, gli, le) e
quello indeterminativo (un, uno, una) rappresentano, rispetto al latino, una novità
grammaticale che l’italiano condivide con le altre lingue romanze: il latino non li
possedeva.l’articolo determinativo italiano continua la forma latina ille, illa, illud, mentre
l’articolo indeterminativo continua la forma unus, una, unum. Entrambe queste voci non
erano articoli. ille era un aggettivo o pronome dimostrativo che indicava «qualcuno o
qualcosa lontano», materialmente o psicologicamente, dall’emittente e dal ricevente .
mentre unus era un aggettivo che aveva il valore numerale di ‘uno’ . Talvolta, però, nel
latino colloquiale (anche in quello dell’età arcaica o classica), unus fu adoperato con un
valore non lontano da quello che in italiano attribuiamo all’articolo indeterminativo.
LA VOCALE D’APPOGGIO:Successivamente, la [L] fu fatta precedere da una vocale,
detta vocale d’appoggio perché ne consentiva la pronuncia autonoma: era, appunto, la
vocale su cui quella singola consonante poteva appoggiarsi per essere pronunciata da sola,
non in sequenza con altre parole. Da quanto si è detto, risulta chiaro che nell’italiano
antico la selezione delle forme dell’articolo maschile era determinata dalla finale della
parola che precedeva l’articolo stesso . In particolare, nell’italiano antico si aveva lo
all’inizio di frase e dopo parola terminante per consonante, mentre si aveva [il] dopo
parola terminante per vocale.
2. Aspetti sintassi: