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Complesso Ospedaliero di Cattinara.
Proposte per il piano tipo
Relazione generale di progetto | Giugno 2009
Università degli Studi di Trieste
D.I.C.A. | Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
Corso di Architettura delle Grandi Strutture
gruppo di lavoro Università degli Studi di Trieste
coordinatore | prof. Ing. Edino Valcovich collaboratore didattico | Claudio Bertorelli studenti del corso
“Architettura dei Grandi Complessi” | Maria Balbi, Elena Cividino, Alfredo Della Colletta, Paola
Facchinetti, Andrea Pantalena, Guillaume Poh’sie, Fabio Rustia
gruppo di lavoro Azienda Ospedaliera Universitaria Triestina
ing. Pierfrancesco Martemucci, ing. Elena Pavan
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Indice Generale
00 | PAG.03 | PREMESSA PROGRAMMATICA
01 | PAG 04 | LETTURA DEI VALORI ARCHITETTONICI
01.01 | Il complesso di insieme
01.02 | Il monoblocco
02 | PAG 08 | LO “STUDIO DI FATTIBILITA’” 2004
03 | PAG 12 | OBIETTIVI GENERALI DEL LAVORO
04 | PAG 13 | ANALISI DELLO STATO DI FATTO
04.01 | Il complesso di insieme
04.02 | Il monoblocco
05 | PAG 14 | CONTESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
06 | PAG 15 | CASI STUDIO PARADIGMATICI
06.01 | Mestre – Ospedale dell’Angelo
06.02 | Pordenone – S. Maria degli Angeli
06.03 | Biella – Nuovo polo ospedaliero
06.04 | Verona ‐ Nuovo Polo chirurgico dell’Ospedale Civile Maggiore di Borgo Trento
06.05 | Varese ‐ Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi
07 | PAG 17 | PROPOSTE PROGETTUALI
07.01 | Ipotesi di layout del piano tipo
07.02 | Ipotesi di fattibilità per l’adozione di un impianto di pannelli fotovoltaici
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00 | Premessa programmatica
Il presente lavoro progettuale di riorganizzazione delle degenze del Comprensorio
Ospedaliero di Cattinara trova significato all’interno del nuovo contesto programmatico
definito dall’”Accordo di Programma” stipulato il 28/05/2007 tra Regione F.V.G., Provincia di
Trieste, Comune di Trieste, A.O.U. TS ed I.R.C.C.S. Burlo Garofolo. L’”Accordo di Programma”
risulta essere a sua volta il tassello strategico di una più ampia visione organizzativa
riguardante l’intera Rete Ospedaliera Triestina.
L’importanza degli attori coinvolti e la centralità dei temi trattati necessitano di un percorso
progettuale articolato che deve necessariamente affrontare diversi aspetti problematici di
natura settoriale. Il complesso di Cattinara, infatti, oltre ad avere un ruolo di centrale
importanza sotto l’aspetto sanitario ha anche una forte valenza architettonica ed artistica, dalle
quali la nuova progettazione non potrà prescindere.
Essa dovrà quindi:
• considerare gli aspetti prettamente sanitari per poter garantire il rispetto delle
disposizioni legislative in una visione di un modello ospedaliero ad alta specialità e
tecnologia;
• rispondere a specifiche esigenze nate dal personale medico e paramedico operante nella
struttura;
• corrispondere ad una razionale organizzazione logistica complessiva;
• corrispondere alla normativa tecnica in materia di sicurezza antincendio e di
superamento delle barriere architettoniche;
• corrispondere, in definitiva, ai requisiti minimi di carattere strutturale, impiantistico,
tecnologico ed organizzativo previsti dalla normativa in materia (D.M. 14/01/97);
• porre, infine, particolare attenzione alla specificità architettonica del complesso di
Cattinara anche in considerazione al particolare ruolo nell’assetto paesaggistico nel
territorio triestino.
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01 | Lettura dei valori architettonici
01.01 | Il complesso di insieme
Il complesso dell’Ospedale Cattinara si presenta come struttura a “poliblocco” (vedi A.D.E.S. ‐
Archivio digitale edilizia ospedaliera. Scheda su Ospedale d Cattinara).
Il progetto originario degli archh. Semerani‐Tamaro prende avvio con le prime opere nel 1964
(prima il monoblocco, poi i singoli poli specialistici) e mantiene ancor oggi intatti i caratteri di
elemento “forte”, pronto cioè a relazionarsi con gli altri segni a grande scala che caratterizzano
le lunghe viste del golfo triestino; così le due torri di degenza del complesso diventano un
“topos” al pari del bastione di S.Giusto, del Tempio Mariano di Monte Grisa e degli altri
castelletti che spuntano ancora oggi dai versanti collinari a memoria di una felice stagione veduta di ingresso della torre di degenza
storica. Esse presentano uno sviluppo planimetrico ad “L” ed un caratteristico e distinto
trattamento gerarchico dei fronti sudovest e nordest: se il primo assolve la funzione di fronte
monumentale con paraste gigantesche chiuse in alto da una trabeazione forata, il secondo è
disegnato da una partitura di finestre a nastro che definisce i singoli livelli del corpo edilizio.
Luciano Semerani stesso sigla nel testo di riferimento dal titolo “Lezioni di composizione
architettonica” il concetto che lo ha guidato alla definizione del layout:
“… non è assolutamente prescritto da nessuna parte che l’ospedale debba essere concepito nel suo
insieme come un cubo entro il quale predisporre i sottosistemi. Moltissime controindicazioni nascono sul
fatto che il cubo dovesse essere il solido geometrico più giusto da porre sulla sommità di un colle che sta
fuori dalla città di Trieste. Questa struttura infatti parte da un’immagine, quella del fortilizio: un
castello, un tempietto, figure di tipo classiciste, a padiglione o cupolate incastrate dentro plateau lineari”.
veduta laterale della torre di degenza
01.02 | Il monoblocco
Il monoblocco consiste in una piastra che si sviluppa su 4 piani dove emergono le torri divise
in medica e chirurgica.
Nellʹopera progettata, che ha il ruolo di ospedale regionale “clinicizzato”, si prevede
lʹassistenza per 800 malati acuti. Lʹimpostazione del progetto segue il principio della moderna
organizzazione ospedaliera: una integrazione delle funzioni dei reparti di diagnosi e cura
distinta da quelli per la degenza, basandosi su schemi distributivi ed organizzazioni
planovolumetriche specifiche.
Le torri realizzate in cemento armato, vengono mitigate dalle fasce di finestre che
esternamente, verso sud, si interrompono da lunghe fasce verticali paragonabili a delle paraste,
veduta da lontano del complesso
dove vengono convogliati gli impianti di scarico dell’ospedale.
Verso l’interno, verso nord, si snodano per ogni piano finestre a nastro, modulari per ogni
facciata. Il prospetto interno rispecchia alcuni dei cinque principi su cui si basa l’architettura
degli anni’20, definita “nuova architettura”:
• la “facciata libera” consiste nella libertà di creare facciate non più costituite di
murature aventi funzioni strutturali, ma semplicemente da una serie di elementi
orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere tamponati a piacimento, sia con pareti
isolanti che con infissi trasparenti;
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• la “finestra a nastro” permette alla facciata di essere tagliata in tutta la sua lunghezza
da una finestra che ne occupa la superficie desiderata, permettendo una straordinaria
illuminazione degli interni ed un contatto più diretto con lʹesterno.
Ai piedi delle torri di degenza si trovano le piastre radiologica, operatoria, del pronto soccorso,
ambienti che ruotano intorno ad un centro operativo incastrandosi con i laboratori centralizzati
mentre tra un piano e l’altro scorrono fluidi impiantistici e flussi di persone.
I laboratori dei Dipartimenti, le aule, la biblioteca si trovano agli estremi dei versanti,
sviluppandosi linearmente e ridisegnando il sistema a gradoni su cui è organizzato l’intero
comprensorio. Gli ambulatori concludono la piazza maggiore con un profilo a “shed1” ripreso
dal mondo del lavoro. La rampa per l’accesso diretto al Pronto Soccorso compenetra il corpo
delle officine e delle centrali impiantistiche sulle quali si alza l’altissima ciminiera cilindrica. veduta della piastra e della torre
veduta verso sud delle finestre
veduta verso nord delle finestre a nastro
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02 | Lo studio di fattibilità del 2004
Lo “Studio di Fattibilità sul riordino della Rete Ospedaliera triestina”, presentato dall’Agenzia
Regionale della Sanità nel Febbraio 2004, rappresenta lo strumento guida di riferimento nel
caso di ogni atto progettuale riguardante Cattinara e si articola secondo i seguenti punti
programmatici:
• Premessa;
• Obiettivo dello studio;
• Contesto strategico di riferimento (linee strategiche, dimensione dell’offerta per
pazienti acuti);
• Dimensioni e caratteristiche dell’attuale offerta ospedaliera (dati strutturali attuali,
offerta e domanda di prestazioni ospedaliere);
• Il riordino strutturale della rete ospedaliera triestina (gli indirizzi, linee guida per lo
studio di fattibilità);
• Il comprensorio di Cattinara (il ruolo nella rete ospedaliera triestina, le aree funzionali
e le strutture, aspetti urbanistici e di organizzazione dell’area, I.R.C.C.S. Burlo
Garofolo, ospedale di Cattinara, medicina molecolare e aree di innovazione, aree
didattiche, previsione di costi di intervento nel comprensorio di Cattinara, priorità
tempi e risorse, fasi progettuali modalità organizzative e finanziamenti);
• Ristrutturazione dell’Ospedale Maggiore (il ruolo della rete ospedaliera triestina, le
aree funzionali e le strutture, gli interventi di ristrutturazione e nuova edificazione,
previsione di fasi tempi e costi d’intervento, risorse e modalità di realizzazione e
finanziamento);
• Tabelle e planimetrie (tabella di sintesi dei tempi e dei costi d’intervento, planimetria
del comprensorio di Cattinara, planimetria dell’Ospedale Maggiore);
• Esigenze di sviluppo strategico, organizzativo e clinico.
Di essi abbiamo ritenuto significativo richiamare alcuni passaggi:
(…)
PREMESSA
Lo studio completa pertanto il processo elaborativo del piano di intervento, già concordato, nel 2000, tra Regione,
Comune di Trieste e I.R.C.C.S. Burlo Garofolo e approvato, per gli aspetti riguardanti l’Istituto, dal Ministero della
Salute, assumendone, in quanto confermate nel mandato, le linee di impostazione di seguito sintetizzate:
• Realizzazione a Cattinara di un polo ospedaliero integrato, in cui si concentrino le funzioni per acuti,
dell’emergenza e dell’urgenza, nonché quelle di eccellenza dell’area triestina;
• ‐Collocazione nell’area di Cattinara dell’I.R.C.C.S. Burlo Garlofolo;
• Revisione e ammodernamento del complesso ospedaliero attuale di Cattinara;
• Collocazione nel polo ospedaliero integrato delle funzioni cliniche ed assistenziali dell’istituendo centro di
medicina molecolare;
• Prosecuzione e completamento della ristrutturazione dell’Ospedale Maggiore.
(…)
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(…) (…)
OBIETTIVO DELLO STUDIO. b) Aree degenziali.
Obiettivo del seguente documento è completare lo studio di fattibilità sul riordino della rete ospedaliera triestina In accordo con le indicazioni di dimensionamento espresse al punto 2, si prevedono per l’ospedale di Cattinara ca.
(punto 1 delle linee strategiche dell’ottobre 2000) con gli approfondimenti e le verifiche utili per l’avvio delle fasi 500 posti letto di degenza ordinaria e day hospital, così distribuiti:
operative di progettazione e realizzazione.
Si tratta pertanto di:
• Definire il quadro complessivo degli interventi sulla rete ospedaliera per acuti con le indicazioni, ulteriori Collocazione Degenza ordinaria e day hospital
rispetto a quelle formulate nel 2000 e necessarie per una commessa di progettazione anche parziale (per Alta intensità (p.l. Media intensità D.H. TOT.
gradi di priorità/fattibilità); monitorati)
• Verificare gli interventi urgenti (parziali e provvisori) in allineamento con l’impostazione complessiva
Polo cardiologico 24 55 79
dell’intervento.
Piastra 1° piano: Med. Urg. (+ 30 (+15)
(…)
p.l. osservazione P.S.)
(…) Piastra 2° piano (ter. Int., 30 60(+15)
IL COMPRENSORIO DI CATTINARA. subint., recovery – room)
Le aree funzionali e le strutture. Torri 300 60 360
Nell’area di Cattinara,oltre agli attuali edifici e funzioni, trovano collocazione la nuova sede dell’I.R.C.C.S. Burlo
Totale 84 (+15) 355 60 ca. 500
Garlofolo, le attività di Medicina molecolare e di innovazione sanitaria, gli spazi didattici necessari per concentrare
nell’area gli insegnamenti per i Diplomi universitari.
Si elencano di seguito le diverse aree distinte per tipologia di localizzazione nel comprensorio: La distribuzione proposta tra posti letto D.H., posti letto ordinari e posti letto ad alta intensità di cura (terapia
• Area assistenziale per adulti (degenza ordinaria, day hospital, diagnosi e terapia, ambulatoriale); intensiva, semi‐intensiva, post‐chirurgici e medicina d’urgenza) e il dimensionamento complessivo sono allineati
• Area assistenza materno infantile (degenza ordinaria, day hospital, diagnosi e terapia, ambulatoriale); con gli indirizzi per gli ospedali di eccellenza (punto 4) che prevedono ampia dotazione sia di degenze critiche che di
• Aree di integrazione sanitaria (laboratori routine, immuno – trasfusionale, anatomia patologica, aree di attività diurna e contenimento delle aree di degenza ordinaria per pazienti acuti. Si evidenzia tuttavia che
diagnostica per immagini, emergenza, farmacia, etc..);
tale ipotesi di dimensionamento dall’area degenziale, conforme al ruolo di ospedale, ma distante dall’attuale intensità
• Aree mediche dipartimentali;
e modalità di utilizzo, richiede lo sviluppo nei prossimi anno di una rilevante riorganizzazione dei processi medici,
• Aree direzionali (direzioni generali, staff di direzione,direzioni sanitarie, front office amministrativo per il
personale); organizzativi e di integrazione fra strutture ed enti sui fronti dell’incremento dei turn‐over dei posti letto,
• Aree didattiche e universitarie; dell’appropriatezza dei ricoveri e della continuità della cura in un contesto cittadino di offerta
• Aree di innovazione (medicina molecolare, etc..), e di funzioni di ricerca dell’I.R.C.C.S.; demenziale/residenziale diversificata e integrata. Si confermano peraltro gli ampi margini di flessibilità previsti dalla
• Aree integrate di servizio sanitario e logistico (magazzini di alimentazione, sterilizzazione e sanificazione, presente impostazione e comunque indispensabili nella fase di transizione e ristrutturazione.
morgue, etc..); Le degenze ad alta intensità di cura si collocano nella piastra (piani 1° e 2°), in prossimità delle aree critiche (P.S. e
• Aree integrate di servizio per il personale (spogliatoi, mensa, etc..);
sale operatorie).
• Aree integrate di accesso, accoglienza e collegamento;
Le degenze ordinarie di media intensità di cura, in cui assumono rilevanza, oltre agli aspetti sanitari e di assistenza,
• Aree integrate impiantistiche e di gestione tecnica del complesso.
le caratteristiche di comfort alberghiero, possono collocarsi in ca. 12 piani delle torri (25 p.l. per piano, con necessità
Ospedale di Cattinara. di adeguamento impiantistico), o, in ca. 10 piani delle torri (qualora una ristrutturazione più pesante del piano
L’ospedale di Cattinara, a 20 anni dalla sua attivazione e a ca. 30 dall’avvio delle opere di realizzazione, necessita per consenta di disporre di 30 p.l. per piano; in questa ipotesi eventualmente una torre può essere dedicata interamente a
la sua parte “storica” (torri di degenza, piastra, ambulatori, centrali tecnologiche) di radicali interventi di questo tipo di degenza).
adeguamento impiantistico (messa a norma e rinnovo) e revisione distributiva degli spazi, in relazione alle norme Ciascun piano dovrà dedicato esclusivamente alla funzione degenziale, fatti salvi gli ambienti al piano necessari per
intervenute e agli indirizzi attuali di organizzazione sanitaria e qualità alberghiera. Gli interventi da realizzare
visita e attività medica per i pazienti degenti e gli ambienti di supporto.
devono tener conto della necessità di integrare pienamente alla parte “storica” il Polo cardiologico, recentemente
attivato, e le strutture attualmente non completate (anatomia patologica e aule didattiche), nonché quelle da L’intervento di ristrutturazione dei piani di degenza dovrà riguardare:
realizzare (I.R.C.C.S. Burlo Garofolo, Area della medicina molecolare e dell’innovazione, ulteriore area didattica).
Tralasciando gli aspetti urbanistici e di organizzazione del comprensorio, già sopra trattati, in coerenza con il • la revisione e/o rinnovo degli impianti;
mandato di struttura di eccellenza nella rete ospedaliera triestina e regionale si individuano le seguenti aree di • la realizzazione di stanze a 1,2 o 3 posti letto per complessivi max 30 p.l. per piano;
intervento correttivo e integrativo: • la verifica dimensionale degli spazi operativi (aree di lavoro infermieristico e assistenziale, depositi, etc..)
• Area sei servizi sanitari; Tale intervento potrà essere calibrato nel tempo in rapporto al processo di riorganizzazione della risposta ospedaliera
• Aree degenziali; e assistenziale (protocolli medici, appropriatezza, integrazione delle aziende ad enti operanti nel settore).
• Aree ambulatoriali, visita e prelievi; L’attività di degenza di day hospital e di day surgery può trovare collocazione in ulteriori due paini di degenza, da
• Aree mediche dipartimentali e direzionali; ristrutturare in rapporto alle scelte organizzative per tale tipologia di attività (aree di attesa, aree operative
• Aree logistiche, impiantistiche e collegamenti.
attrezzate con poltrone o stanze con letti).
(…)
(…)
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Per la problematica delle aree di accesso e dei percorsi di collegamento si rinvia in generale alle necessità e alle
indicazioni già espresse al paragrafo 5 del punto 5.3. 03 | Obiettivi generali
Per gli aspetti più attinenti al blocco costituito dalla piastra e dalle torri di Cattinara si evidenziano alcune necessità
di intervento correttivo e integrativo, già sopra accennate, e relative in particolare a:
‐ presenza di percorsi logistici e impiantistici al livello interrato fra i vari corpi di fabbrica(piastra, polo A partire dalle considerazioni dello studio di fattibilità sopra citati nel merito del miglioramento
cardiologico, nuovo edificio spogliatoi e servizi, anatomia patologica, nuovo edificio Burlo); (razionalizzazione e separazione) dei flussi verticali citati al capitolo 5.5., per aumentare la
‐ potenziamento dei percorsi verticali per agevolare un utilizzo non solo degenziale delle torri (utenza
flessibilità di utilizzo delle aree degenziali delle singole torri attualmente separate, per
corrispondere ai criteri di sicurezza antincendio degli spazi destinati alle degenze, risulta
ambulatoriale, etc..)
largamente accettata l’ipotesi di realizzare un collegamento tra le torri degenziali.
‐ collegamenti per personale e pazienti fra piastra di Cattinara e nuovo I.R.C.C.S. ;
Tale ipotesi di lavoro è contenuta nell’Accordo di Programma e specificamente individuata
‐ potenziamento del collegamento per personale e pazienti fra piastra e polo cardiologico;
negli allegati tecnici che corredano lo stesso (vedi tavole allegate).
‐ verifica sulle modalità di utilizzo, in rapporto a scelte progettuali diverse, dell’attuale area di collegamento
La riorganizzazione futura prevederà, quindi, l’accorpamento dei 2 corpi ad L con la
fra le torri e distribuzione dei visitatori situata al piano 3° della piastra.
realizzazione di una cerniera di collegamento. La divisione funzionale futura avverrà non più per
torri ma per gruppi di piano (ogni singolo piano sarà composto da Corpo L ovest – Cerniera di
(…)
Collegamento ‐ Corpo L est).
Con l’intervento ci si propone, quindi:
• utilizzare gli spazi funzionali delle due torri, non più per singola unità, ma per fasce di
piani prevedendo, quindi, una relazione fisica tra le stesse;
• istituire, quindi, un collegamento verticale tra le due torri con lo scopo, anche, di
assolvere al ruolo di atrio di accoglienza per i visitatori, attualmente mancante nel
comprensorio del Cattinara;
• separare i collegamenti verticali ad utilizzo dei visitatori da quelli utilizzati per il
personale e per il trasporto dei pazienti;
• riorganizzare i piani interni delle degenze rendendoli corrispondenti alla normativa
tecnica vigente, modificando le camere a 4 posti letto e prevedendo camere con 2 posti
letto e bagno relativo;
• riorganizzare i luoghi di lavoro del personale riferendoli alla normativa tecnica vigente.
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04 | Analisi dello stato di fatto
In seguito si elenca l’attuale stato dei progetti per quanto riguarda il monoblocco di Cattinara.
04.01 | Piastra
La riorganizzazione funzionale della piastra del polo ospedaliero riguarda:
• il sistema degli accessi;
• il connettivo orizzontale e verticale;
• il lay‐out organizzativo dei piani.
Accessi
L’accesso dei pazienti viene organizzato nel seguente modo:
• le urgenze accedono al pronto soccorso localizzato al livello 3 della piastra tramite la
rampa;
• i deambulanti accederanno alla struttura dal livello 2 della piastra in corrispondenza
delle scale mobili.
L’accesso dei visitatori è previsto al livello 2 della piastra in un’area da riprogettare, in
adiacenza della quale si innesterà la nuova cerniera di collegamento tra le torri in progetto.
L’accesso del personale sanitario è da definire.
Collegamenti
Tra servizi sanitari, visitatori‐cerniera
I collegamenti sono suddivisi in orizzontali e verticali.
I collegamenti verticali che riguardano la piastra sono costituiti da:
• ascensori ad uso esclusivo del personale sanitario i quali servono anche le torri di
degenza;
• scale mobili che consentono l’accesso dei pazienti deambulanti, dei pazienti cronici e
l’uscita dei pazienti dismessi.
I collegamenti orizzontali rilevanti interessano il livello 3 della piastra relativamente alla
connessione con il futuro Burlo.
Organizzazione
Livello 1
Vengono individuate le seguenti aree:
• locali tecnici: centrale di condizionamento, centrale idrica, centrale elettrica;
• logistica: deposito materiale sporco, centrale di sterilizzazione e confezionamento
materiale pulito;
• farmacia;
• magazzini;
Livello 2
Vengono individuate le seguenti aree:
• hall di ingresso che comprende: spazio di accoglienza ed informazione e spazi per
esercizi commerciali;
• diagnostica;
• locali tecnici;
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Livello 3
Vengono individuate le seguenti aree: 04.02 | Le torri di degenza
• area di accesso‐attesa; Le torri di degenza sono costituite da due corpi di fabbrica con base a “L”, torre medica posta a
• area strutturata con box a gestione infermieristica (12‐15 box); ovest e torre chirurgica posta a est. Questi due corpi sono simmetrici rispetto la diagonale della
• area per la gestione dei codici rossi; piastra, edificio che si trova alla base delle torri costituito da 4 livelli.
• area di diagnostica;
• sala gessi ed ambulatorio annesso;
• area di osservazione breve intensiva;
• area per ubriachi/agitati.
Livello 4
Vengono individuate le seguenti aree:
• blocco operatorio che comprende: 9 sale operatorie, una sala operatoria di
neurochirurgia,aree per la preparazione ed il risveglio per un totale di 20 posti letto;
• day surgery che comprende: 3 sale operatorie, area per la preparazione con 6 posti
letto ed un’area per il risveglio con 12 posti letto;
• terapia intensiva che dispone di 16 posti letto di cui due isolati;
• endoscopia;
• angiografia;
• area dipartimenti.
Livello 5
Vengono individuate le seguenti aree:
• locali tecnici
• studi medici
Vista dallʹalto del complesso ospedaliero di Cattinara
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All’interno le torri sono organizzate prendendo in considerazione singolarmente ogni torre, Le torri
anche perché sono simmetriche sia come pianta che come organizzazione interna degli spazi
adibiti a degenza.
Le torri di degenza si articolano su 15 livelli:
• Livello 1 (piano interrato): logistica e locali tecnici;
• Livello 2: diagnostica;
• Livello3: ambulatori (torre medica) e analisi (torre chirurgica);
• Livello 4: sale operatorie (torre medica) e terapia intensiva (torre chirurgica);
• Livello 5: lʹarrivo dei visitatori con tutte le relative attrezzature alle torri, mense ed
altri servizi di soggiorno, chiesa;
• Livello 6 – 15: degenza.
Prenderemo in considerazione per l’analisi la torre chirurgica, quella posta a est del
comprensorio ospedaliero.
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Le torri – Distribuzione interna Le torri – Distribuzione interna
La torre si sviluppa in percorsi di tipo orizzontale e di tipo verticale. In pianta la struttura della torre si delinea più facilmente: struttura portante in cemento
Il percorso verticale, costituito da collegamenti tra i vari piani, si sviluppa distinguendo: armato interrotta da setti, identificati con la campitura in nero nel disegno.
• ad uso solo del personale, monta lettighe e montacarichi per il trasporto di materiale Nella parte destra si può vedere la disposizione dei collegamenti verticali:
pulito (medicinali, lenzuola, cibo,ecc.) e sporco, ; • all’estremità destra: 4 ascensori adibiti ai visitatori e al personale, 2 monta lettighe per il
• ad uso del personale e dei visitatori (collegamenti verticali: scale e ascensori). trasporto dei pazienti e un corpo scale;
In parallelo a questi collegamenti si sviluppa il percorso orizzontale ad uso dei visitatori e in • in posizione baricentrica: ascensore e montacarichi per il dislocamento dei materiali
parallelo del personale. sporchi e puliti delle degenze.
La fascia verso la piastra e verso l’interno è occupata dalle stanze di degenza, la restante parte
è adibita ad ambulatori, locali per il personale e locali di lavoro.
percorso verticale uso visitatori e personale
percorso verticale uso personale
percorso orizzontale uso visitatori e personale
percorso orizzontale uso personale
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Nella parte sinistra si può vedere la disposizione dei collegamenti verticali: Le torri – Organizzazione degenza
• all’estremità sinistra: corpo scale;
• in posizione baricentrica: ascensore e montacarichi per il dislocamento dei
Le camere di degenza dei piani dal 6 al 15 si diversificano su due fasce: interna ed esterna.
materiali sporchi e puliti delle degenze.
La degenza che si trova sul lato interno del modulo a “L” presenta 2 camere con due posti letto
La fascia verso la piastra e verso l’interno è occupata dalle stanze di degenza, la restante parte
ciascuna e al centro il bagno a servizio delle due camere.
è adibita ad locali per il personale e locali di lavoro.
La degenza che si trova sul lato esterno del modulo a “L” presenta 2 camere con quattro posti
letto ciascuna, con posizione dei letti contrapposti, e al centro il bagno a servizio delle due
camere.
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Le torri – Organizzazione sanitaria delle degenze
La torre chirurgica – Criticità
Per quanto riguarda l’organizzazione sanitaria delle degenze si fa riferimento a quanto
proposto dalla direzione sanitaria aziendale (dott. Pelusi), che viene riportato nel quadro Analizzando la distribuzione interna del piano tipo della torre e l’organizzazione interna di
riassuntivo sottostante: ogni singola degenza si è notano subito le numerose criticità in rapporto con la normativa
• DIMENSIONAMENTO ATTUALE DEI POSTI LETTO PER DIPARTIMENTO vigente, sia dal punto di vista funzionale (attività lavorative richieste) e anche dimensionale
(metri quadri per ogni singolo paziente, dimensioni dei bagni, ecc.).
DIPARTIMENTO MEDICINE INTERNISTICHE 327 pl
1° medica Si sottolineano alcuni aspetti:
3° medica • stanze con numero di posti letto superiori a due;
clinica medica • mancanza del bagno ad uso di ogni stanza;
medicina clinica • mancanza di spazi ad uso del paziente (tavolino per mangiare, armadio);
geriatria • mancanza di collegamenti diversificati uso visitatori e uso personale;
post acuzie
• mancanza di locali adibiti a lavorazioni del personale.
nefrologia
DIPARTIMENTO CHIRURGIA GENERALE 109 pl
1° chirurgica
chirurgia generale
clinica chirurgica
chirurgia vascolare
chirurgia toracica
chirurgia plastica
DIPARTIMENTO CHIRURGIE SPECIALISTICHE 116 pl
ortopedia
otorino
neurochirurgia
clinica urologia e uronefro
ccsf
DIPARTIMENTO MEDICINE SPECIALISTICHE 3 pl
pneumologia
neurologia
DIPARTIMENTO MEDICINA URGENZA E SEMINTENSIVA 39 pl
medicina urgenza
stroke unit
pneumologia intensiva
TOTALE PL 634 pl
• DIMENSIONAMENTO ATTUALE DEGLI STUDI MEDICI
MEDICINA GENERALE 78
CHIRURGIA GENERALE 52
CHIRURGIE SPECIALISTICHE 50
MEDICINE SPECIALISTICHE 24
MEDICINA D’URGENZA 13
TOTALE STUDI MEDICI 217
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05 | Contesto normativo di riferimento
Il presente lavoro ha fatto riferimento al seguente quadro normativo:
• D. P. R. 14/01/1997 “Requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per
l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private”;
• Legge n. 419 del 30/11/1998 “Delega al Governo per la razionalizzazione del Servizio
sanitario nazionale e per l’adozione di un testo unico in materia di organizzazione e
funzionamento del Servizio sanitario nazionale”. Approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e lʹesercizio delle strutture
sanitarie pubbliche e private recepito all’interno della “GUIDA TECNICA n. 11” del
Comando Provinciale dei VV. F. di Udine;
• Legge n. 13/1989 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire lʹaccessibilità,
lʹadattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica
sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dellʹeliminazione delle barriere
architettoniche”;
• D.P.R. 12/01/1998 n°37 “Il nuovo regolamento di prevenzione incendi”;
• D.M. 04/05/1998 “Disposizioni relative alle modalità di presentazione ad al contenuto
delle domande per l’avvio di procedimenti di prevenzione incendi, nonché
all’uniformità dei connessi servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco”;
• D.M. 18/09/2002 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la
progettazione, la costruzione e lʹesercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private”;
• OPCM 3274 del 20/03/2003 e succ. “Primi elementi in materia di criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica.”;
• Eurocodice 4 (dedicato alle strutture miste acciaio‐calcestruzzo);
• Eurocodice 8 (dedicato allʹaspetto sismico, si collega agli altri in relazione al materiale
utilizzato: calcestruzzo, acciaio, legno, geotecnica);
• Piano Particolareggiato ( redatto dall’arch. Pietro Cordara);
• Studio di fattibilità A.O.U. TS‐ I.R.C.C.S. Burlo Garolfolo;
• Accordo di Programma tra Regione F.V.G., Provincia di Trieste, Comune di Trieste,
A.O.U. TS, I.R.C.C.S. Burlo Garofolo.
‐ 29 ‐ ‐ 30 ‐
06 | Casi studio paradigmatici
Prima di affrontare il problema della riorganizzazione delle degenze del Comprensorio di
Cattinara sono stati presi in considerazione alcuni esempi significativi di degenze realizzate
negli ultimi anni in Italia ¹.
Il punto di partenza di tale analisi è stato il “Nuovo Modello di Ospedale” (proposto dalla
commissione guidata dal ministro della Sanità Umberto Veronesi e dall’architetto Renzo
Piano), le cui linee guida, relativamente alla tipologia della camera di degenza, prevedono
quanto segue:
(…)
“Le degenze sono strutturate sulla base di moduli standard da 26 posti letto in camere singole con spazio per
eventuale accompagnatore (tutte uguali di circa 25 mq su maglia 7,50x7,50), dotate di: impianto di climatizzazione,
impianti medicali, bagno privato, telefono, interfono, televisione, prese pc, sistema di Arredo con cassaforte. Le
camere saranno realizzate con materiali che garantiscano un buon isolamento acustico e con sistemi di
climatizzazione e rinnovo dell’aria, parzialmente regolabili dagli utenti, a temperatura di base e grado igrometrico
costante tendenzialmente di 22‐23 C0 e 50/55% di umidità”.
(…)
Di seguito vengono analizzati i principali caratteri relativi ai seguenti presidi ospedalieri
presenti sul territorio nazionale:
• Mestre – Ospedale dell’Angelo
• Pordenone – S. Maria degli Angeli
• Biella – Nuovo polo ospedaliero
• Verona ‐ Nuovo Polo chirurgico dell’Ospedale Civile Maggiore di Borgo Trento
• Varese ‐ Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi
‐ 31 ‐ ‐ 32 ‐
06.01 | Mestre – Ospedale dell’Angelo
(progetto: 2000 ‐ 2002; costruzione: 2003 ‐ 2008)
• L’elemento di novità è lo stretto dialogo tra il volume dei piani di degenza e il
paesaggio circostante: i piani di degenza, infatti, non si impongono in maniera
eccessiva sul contesto naturale, ma anzi sono immersi nel verde. Le camere si
affacciano ognuna su un terrazzo – giardino, per cui la facciata nord risulta
caratterizzata da una serie di gradoni trattati come giardini pensili con vegetazione
bassa. La facciata sud, invece, si affaccia, con una struttura in vetro e acciaio, su un
giardino interno.
• Il piano tipo è impostato secondo l’organizzazione a corpo quintuplo.
• Le stanze sono affacciate verso l’esterno con vista di elementi naturali.
• Sono presenti ampie superfici vetrate che garantiscono aerazione e illuminazione
dirette.
• La superficie delle camere a un posto letto è di circa 21 mq (17 mq di camera + 4 mq di
bagno); la superficie delle camere a due posti letto è di circa 27 mq (23 mq di camera +
4 mq di bagno). La lunghezza della camera è di 7,40 m, la larghezza di 3,40 m.
• Il bagno privato è dotato di lavabo, wc, bidet e doccia; tale vano, la cui porta si apre
verso l’esterno, è realizzato con uno spigolo tagliato di 45°.
• Le porte di ingresso alle camere, di larghezza 1,20 m, sono disposte in posizione
rientrante verso la stanza, in modo da non ostacolare, se aperte, il passaggio del
corridoio.
• Le dimensioni delle camere consentono la movimentazione del letto, la deambulazione
assistita, un agevole movimento attorno ai letti dei carrelli porta pasto, delle barelle e
del personale ospedaliero.
• E’ presente un piccolo lavabo in acciaio posto in una nicchia, in prossimità dell’entrata,
per consentire al personale medico di lavarsi le mani.
• A ridosso della superficie vetrata è posizionato un ampio tavolo per i pasti e per la
lettura.
• La camera è dotata di un armadio per ogni paziente.
• Le camere sono predisposte per TV e per il posizionamento di una tenda interna.
• Il principio di ospitalità è concretizzato nell’eleganza di finiture e arredi.
• Dai controsoffitti, per mezzo di bocchette, viene immessa o prelevata l’aria.
‐ 33 ‐ ‐ 34 ‐
• Ogni camera è dotata di valvole che consentono il collegamento ai gas medicali,
mensole che consentono il collegamento all’impianto di illuminazione e ai dispositivi
di chiamata, canalizzazione tecnologica sopra i letti.
‐ 35 ‐ ‐ 36 ‐
‐ 37 ‐ ‐ 38 ‐
06.02 | Pordenone – S. Maria degli Angeli
(ristrutturazione e nuova realizzazione; progetto: 2005 – 2007)
• In linea generale le stanze di degenza occupano le fasce perimetrali esterne e
interne del blocco dedicato, affacciandosi su aree verdi.
• L’ampia superficie vetrata a tutta altezza si affaccia su zone verdi, in modo che il
paziente, anche se costretto a letto, possa godere di una vista aperta sul paesaggio
esterno: viene così garantito un maggior comfort e una migliore illuminazione
naturale.
• La dimensione delle camere di degenza (24 mq circa) è tale da accogliere
indifferentemente uno o due posti letto.
• Nelle camere a un posto letto è prevista la presenza di un divano a due posti a
disposizione dei degenti e degli eventuali visitatori.
• Il bagno prefabbricato, di circa 3 mq, è dotato di box doccia, wc, bidet e lavabo; tale
bagno è stato concepito con regole strettamente correlate alla sicurezza dei disabili:
larghezza della porta di accesso pari a 0,85 m, fondo del pavimento facilmente
accessibile con la sedia a rotelle, piatto doccia alla medesima quota del pavimento.
Gli apparecchi sanitari sono a sospensione, garantendo così una pulizia integrale
del bagno.
• La porta di ingresso delle camere, di 1,20 m (0,90 + 0,30 m), si apre verso l’esterno, e
per diminuire l’ingombro della porta sul corridoio gli accessi alle camere sono stati
leggermente rientrati rispetto al profilo del corridoio stesso, in modo da ridurre al
minimo il disturbo.
• Lo spazio di ogni camera risulta adeguatamente fruibile sia dai pazienti e dai
visitatori, sia dal personale medico e infermieristico.
• Il tavolo per la lettura è posizionato sulla parete opposta a quella del letto; le
camere sono predisposte per TV.
• Il principio di ospitalità è concretizzato nell’eleganza di finiture e arredi.
• Ogni stanza è dotata degli impianti necessari per l’assistenza medica (gas medicali,
prese elettriche, dispositivo di chiamata), disposti su una paretina attrezzata in
corrispondenza della testata del letto.
• Gli elementi di divisione sono realizzati in cartongesso doppio (pannello di
cartongesso + pannello fonoassorbente + pannello di cartongesso).
‐ 39 ‐ ‐ 40 ‐
06.03 | Biella – Nuovo polo ospedaliero
(progetto: 1997 – 2000; costruzione: in corso dal 2002)
• Il piano è organizzato secondo lo schema a corpo quintuplo.
• Le camere di degenza sono a non più di due posti letto, dotate di servizi propri, di
superficie complessiva di circa 28 mq.
• Il bagno privato è dotato di lavabo, wc e doccia; la porta di tale vano (0,80 x 2,10 m)
si apre verso l’esterno.
• La porta di ingresso alla camera (1,20 x 2,40 m) si apre verso l’interno.
• Si denota una particolare attenzione al rapporto con l’esterno: il paziente, anche da
disteso, può guardare fuori dalla finestra attraverso l’ampio serramento che occupa
tutta la larghezza della camera (3,65 m) per un’altezza di 2,20 m; tale superficie
finestrata garantisce dunque massima luminosità, piacevolezza dell’ambiente e
appropriato controllo dell’irraggiamento diretto (tutto ciò è una concretizzazione
del principio di umanizzazione).
• Assume notevole importanza anche la reciprocità tra i due degenti: la
comunicazione tra i due è, infatti, favorita dall’ampio tavolo a forma di quarto di
ellisse.
• Gli armadi sono posizionati nell’atrio.
‐ 41 ‐ ‐ 42 ‐
06.04 | Verona ‐ Nuovo Polo chirurgico dell’Ospedale Civile Maggiore di
Borgo Trento
(progetto: 1999 – 2002; costruzione: in corso dal 2004)
• Il piano è organizzato secondo lo schema a corpo quintuplo.
• La superficie delle camere a un posto letto è di circa 24 mq; la superficie delle camere a
due posti letto è di circa 32 mq.
• Sono presenti grandi aperture vetrate a tutta altezza (3,20 x 2,90 m): tali elementi vetrati
permettono alla persona, costretta a letto, di vedere l’esterno anche da posizione
supina, senza alcun impedimento dovuto a davanzali o chiusure opache (si tratta di
una concretizzazione del principio di umanizzazione).
• Il bagno di pertinenza è realizzato con uno spigolo tagliato di 45° che consente una
migliore visione dal corridoio verso l’interno della stanza da parte del personale
medico di assistenza e, eventualmente, dei visitatori.
• La porta di ingresso alla camera (di 1,20 m) è montata in arretramento rispetto al filo
del corridoio.
• È garantita la mobilità per il personale all’interno della camera, così come la
movimentazione del letto e la deambulazione assistita.
• Le stanze sono dotate di materiali e attrezzature altamente specializzate.
• L’elemento di novità, rispetto agli esempi visti finora, è il soggiorno, ossia lo spazio più
vicino alla finestra, individuato da un ribassamento del soffitto e dall’utilizzo del legno;
tale soggiorno (arricchito con un terrazzo esterno) è arredato con una piccola biblioteca,
con un tavolino e con gli armadietti: qui il paziente può mangiare, leggere o rimanere
appartato con i parenti, godendo della vista verso l’esterno grazie alla vetrata.
‐ 43 ‐ ‐ 44 ‐
‐ 45 ‐ ‐ 46 ‐
06.05 | Varese ‐ Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi
(progetto: 1997 – 2002; costruzione: 2002 – 2007)
• Il piano tipo è organizzato secondo uno schema a corpo quintuplo.
• Le camere di degenza sono posizionate tutte sui lati lunghi delle due torri e con
affaccio verso l’esterno.
• Ogni camera (di 23 mq) è stata dimensionata per ospitare uno o due posti letto ed è
dotata di servizio privato di circa 4 mq prefabbricato, con lavabo, wc, bidet e doccia
(alcuni di questi servizi sono predisposti anche per le persone disabili).
• La porta di ingresso alla camera (di 1,20 m) si apre verso l’esterno.
• Per ciascun letto è previsto un televisore e il paziente avrà a disposizione una sorta di
telecomando a cui collegare le cuffie per l’ascolto di TV e radio e che consentirà,
soprattutto, di comunicare direttamente con il personale infermieristico,
raggiungendolo sia nella postazione di servizio, sia nelle stanze di degenza di altri
pazienti.
• Il principio di umanizzazione è tradotto nella realizzazione di interni confortevoli,
accoglienti, insonorizzati, climatizzati e molto luminosi grazie alla presenza di ampie
superfici vetrate.
• Si nota una particolare attenzione nella scelta delle finiture degli spazi dipartimentali,
sia interni che esterni alla stanza, attraverso lʹuso del legno e del colore.
• Tra i letti si trova una barra verticale con gli impianti necessari per l’assistenza medica.
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‐ 49 ‐ ‐ 50 ‐
Sulla base di questa analisi si è giunti alle seguenti conclusioni:
‐ Le degenze sono caratterizzate da una maglia strutturale di modulo variabile tra 7,20 x 7,20 m
e 7,50 x 7,50 m. Tale modulo è solitamente diviso a metà, in modo da ottenere due camere.
‐ In generale la stanza di degenza tipo presenta le seguenti peculiarità:
• 7 ‐ 8 m di lunghezza;
• 3 ‐ 3,75 m di larghezza;
• ingresso (atrio);
• servizi interni alla camera (con porta apribile verso l’esterno);
• superficie finestrata;
• letti su ruote (1 x 2 m);
• un armadio per ogni paziente;
• un tavolo;
• impianti necessari per l’assistenza medica in corrispondenza dei letti;
• dimensioni delle camere tali da garantire la mobilità del personale attorno al letto, la
movimentazione del letto stesso e la deambulazione assistita.
¹ A tal fine si è fatto riferimento a documenti, disegni e immagini contenuti nel sito internet
ADES (Archivio Digitale Edilizia Sanitaria, v. http://ades.dic.units.it/).
‐ 51 ‐ ‐ 52 ‐
07 | Proposte progettuali
07.01 | Ipotesi di layout del piano tipo
Assumendo le indicazioni contenute nei paragrafi precedenti e riassunte negli obiettivi
generali di progetto di cui al capitolo 03 |, il presente lavoro ha definito uno SCHEMA
ORGANIZZATIVO DI PIANO TIPO suddiviso nelle seguenti macroaree:
schema organizzativo del piano tipo
Per esso vengono di seguito esposte due differenti soluzioni progettuali, dimensionate
entrambe a 54 posti letto e definite considerando i seguenti vincoli progettuali:
• vincoli strutturali (setti in calcestruzzo, involucro esterno, aperture sui fronti esterni);
• vincoli impiantistici (nuova collocazione UTA, scarichi sanitari, cavedi esistenti);
• sicurezza antincendio (compartimentazione del piano per garantire l’esodo orizzontale
delle persone, ascensori confinati e preceduti da filtri a prova di fumo);
• Piano Particolareggiato (in base al quale il volume fuori terra della cerniera di
collegamento non deve eccedere i 16.000 mc).
‐ 53 ‐ ‐ 54 ‐
Ipotesi A seconda dei casi, oltre a ciò sono presenti due armadi, tavolo con sedie per il consumo
La soluzione proposta prevede che la superficie occupata dalla cerniera di collegamento sia dei pasti, impianti gas medicali posti sulle testate dei letti ed un lavabo per lo staff
pari a circa 266 mq per i livelli 2, 3, 4, 5 e a circa 360 mq per i livelli superiori; il volume fuori medico. Si è verificata altresì la passibilità di movimentazione dei letti all’interno della
terra complessivo che ne risulta è poco più di 17.000 mc. stanza e della esigenza del personale medico di operare attorno al letto del paziente.
Considerando che in pianta i due Corpi ad L sono speculari tra loro rispetto ad una linea Ogni camera di degenza è dotata di un servizio igienico con gli apparecchi sanitari
immaginaria che collega i due vertici liberi della Cerniera di collegamento posti a sud e a nord previsti quali: lavabo, wc e doccia. La porta del bagno si apre verso la stanza per
lo schema organizzativo del piano tipo prevede: consentire un’agevole fruizione da parte dei pazienti su sedia a rotelle e per consentire
il recupero di un’eventuale paziente che si fosse sentito male all’interno.
• Cerniera di collegamento: è il volume di nuova realizzazione e occupa l’intero spazio All’interno dei due Moduli che compongono il singolo Corpo ad L trovano
libero disponibile in pianta tra le due torri, compatibilmente con i vincoli a livello collocazione anche degli spazi comuni quali il vuotatoio, il deposito per il materiale
fondazionale ( griglie di aerazione, strutture preesistenti ). La Cerniera si suddivide in pulito, il deposito per il materiale sporco, il deposito per le attrezzature, un bagno
tre zone funzionali: assistito, un ambulatorio e uno spazio per la sosta della salma.
‐ zona sud. E’ dedicata all’arrivo al piano dei visitatori e da un salottino d’attesa. È • Cerniera interna operativa: collega i due Moduli degenziali e comprende spazi
presente un unico blocco (in acciaio) di quattro ascensori posti in fila che sbarcano sul esclusivi quali la zona di lavoro degli infermieri, la tisaneria, i servizi igienici per il
lato sud dove sono collocati i divanetti con vista mare. Per questa zona vengono personale, i cavedi per i montacarichi, due aree destinate all’U.T.A. e il soggiorno.
predisposte le zone filtro previste dall’attuale normativa antincendio che la dividono • Collegamento verticale di testa: è il nuovo volume esterno situato in testa al Corpo ad
dalla zona centrale. L previsto dal progetto redatto per l’ottenimento del “parere di conformità” ( VVF ) in
‐ zona centrale. E’ dedicata alle attività quali l’accoglienza, l’area per il colloquio con i adeguamento alla normativa antincendio. Per minimizzare l’effetto della presenza del
parenti, lo studio del medico di guardia e l’area per le associazioni dei volontari nuovo corpo e per ridurre l’impatto ambientale complessivo si è verificata la possibilità
(onlus). In tale zona, inoltre, sono presenti i servizi igienici per i visitatori, compresi di collocare tale corpo all’interno della superficie del Modulo 2. Tale modifica non è
quelli dedicati ai disabili così come previsto dal Dlg. n. 13/89. possibile in quanto sarebbe inevitabile l’intacco delle strutture orizzontali di piano il
Da tale zona è possibile accedere ad entrambi i Corpi ad L delle torri. che implicherebbe l’adeguamento antisismico (ordinanza sismica n.3274 del
‐ zona nord. E’ caratterizzata da un corridoio protetto che permette un collegamento 20/03/2003) di tutto il complesso torri‐piastra.
diretto tra i due Corpi ad L utilizzabile solo dal personale medico sanitario. Da tale • Soluzione strutturale. L’indipendenza della nuova cerniera di collegamento rispetto
corridoio è possibile accedere allo studio del medico di guardia e all’area per il alle torri preesistenti verrà garantita mediante l’interposizione tra esse di un giunto di
colloquio con i parenti della zona centrale. dilatazione come previsto dalla normativa. Le strutture della cerniera saranno
• Area d’innesto: è l’area presente in entrambi i Corpi ad L che permette l’accesso dalla realizzate in acciaio e calcestruzzo. Le strutture verticali verranno realizzate con profili
Cerniera di collegamento alle relative torri. In essa è presente una zona filtro che in acciaio (tipo HEB) rivestite in calcestruzzo anche mediante tecnologia della
permette di realizzare una continuità funzionale orizzontale tra le due aree degenziali prefabbricazione. Le strutture orizzontali saranno realizzate mediante una orditura
ed una continuità funzionale verticale in quanto sempre dal filtro si accede alla zona principale di travi in acciaio (tipo HEA) rivestite da calcestruzzo e da una orditura
degli ascensori preesistenti che in virtù della presente riorganizzazione saranno secondaria di travi in acciaio (tipo IPE) le quali sosterranno una lamiera grecata
dedicati all’uso esclusivo del personale sanitario. completata con un getto di calcestruzzo. L’adozione di tali elementi strutturali fornisce
• Moduli degenziali: sono composti da due aree distinte per ogni Corpo ad L collegate oltre alla resistenza strutturale anche la resistenza al fuoco come previsto dalle
tra loro dalla Cerniera interna operativa. normative.
Il Modulo 1 è prospiciente l’Area d’innesto ed è, quindi, quello più vicino alla Cerniera • Configurazione materiale della facciata. Vista l’importanza architettonica che riveste
di collegamento. l’inserimento del nuovo volume di collegamento tra le due torri esistenti realizzate in
Il Modulo 2, invece, è situato in quella zona del Corpo ad L , più lontana dalla Cerniera calcestruzzo, si è scelto di differenziare la nuova realizzazione utilizzando materiali
di collegamento, che permette l’accesso ai Collegamenti verticali di testa. quali acciaio e vetro. La scelta è stata dettata dal fatto di trasmettere una leggerezza
La riorganizzazione dei due Moduli degenziali si è sviluppata a partire dalla necessità compositiva in modo da intaccare il meno possibile la struttura architettonica delle
di razionalizzare i percorsi orizzontali. Ciò ha portato ad un leggero spostamento del torri. L’intervento così configurato permette oltretutto di usufruire della posizione
corridoio verso il fronte sud ( 40 cm circa ), permettendo così un accesso diretto e privilegiata del complesso (colle di Cattinara) per offrire al visitatore spazi con
regolare al corridoio protetto del nuovo volume in modo da realizzare una continuità ineguagliabile vista panoramica sulla città e sul golfo. La soluzione tecnologica della
funzionale sanitaria tra le due torri. parete verticale sarà costituita da una baraccatura di profili in acciaio che sosterranno i
La soluzione proposta si è sviluppata considerando i vincoli strutturali, quelli relativi pannelli in vetro.
alle aperture sui fronti esterni, quelli derivanti dagli impianti meccanici ( U.T.A.) e
dagli scarichi sanitari.
I due Moduli sono caratterizzati dalla presenza di 10 camere doppie con letti
contrapposti sul lato sud, mentre sul lato nord sono presenti 2 camere doppie con letti
affiancati e 3 camere singole. La camera di degenza è dotata di uno o due posti letto a
‐ 55 ‐ ‐ 56 ‐
ALLEGATI TECNICI
tav. 1 Inquadramento generale (scala 1:1000)
tav. 2.A Piano tipo (scala 1:200)
tav. 3.A Piano tipo ‐ organizzazione degli spazi (scala 1:100)
tav. 4.A Stanza di degenza tipo (scala 1:50)
tav. 5.A Piano terra (secondo livello) ‐ ingresso visitatori (scala 1:250)
tav. 6.A Piano interrato (primo livello) – ingombro strutture (scala 1:250)
tav. 7.A Ipotesi strutturale (scala 1:50)
‐ 57 ‐ ‐ 58 ‐
Ipotesi B
Le camere di degenza sono dotate ognuna di bagno privato con WC, bidet, lavabo e
Di seguito vengono proposte due soluzioni distinte ( B.1, B.2 ). Entrambe prevedono che la
doccia; la porta del bagno è ad apertura verso l’esterno o a scorrimento, rispettando
superficie occupata dalla cerniera di collegamento sia pari a circa 315 mq: pertanto il volume
così quanto stabilito dal D. P. R. 14/01/1997. All’interno delle camere, oltre ai letti, sono
fuori terra complessivo risulterà essere poco al di sopra di 16.000 mc.
presenti: un tavolo con una sedia per ogni paziente, un armadietto per paziente e un
Infine, poiché il numero di posti letto ricavati risulta essere superiore al numero ottimale
piccolo lavabo per il personale medico, posto all’ingresso di ogni stanza. Le dimensioni
previsto (54 pl per piano contro i 50 pl ottimali) si può pensare di utilizzare, a seconda delle
delle camere sono tali da garantire la movimentazione dei letti, la deambulazione
specifiche necessità, alcune stanze di degenza al fine di collocarvi eventuali altre attività o
assistita, nonché l’agevole movimento attorno ai letti stessi dei carrelli porta pasto e del
servizi.
personale ospedaliero. Ogni stanza sarà dotata degli impianti necessari per l’assistenza
medica, i quali potranno essere disposti sulla parete in corrispondenza delle testate dei
Ipotesi B.1
letti.
Nello specifico l’organizzazione funzionale delle macroaree è stata così risolta:
All’interno di ogni modulo, oltre alle camere di degenza, sono previste le seguenti
• cerniera di collegamento. Essa non occupa l’intera superficie del cavedio, ma è
funzioni: deposito materiale sporco e vuotatoio, deposito attrezzature.
arretrata in modo da non interferire con il manufatto esistente (griglia di aerazione,
• cerniera interna operativa. Si collocherà in posizione baricentrica rispetto al corpo ad
strutture esistenti della piastra).
“L”, ed accoglierà le seguenti funzioni: percorso verticale del materiale sporco e del
All’interno della cerniera si prevedono quattro ascensori per i visitatori organizzati in
materiale pulito (verranno mantenuti e utilizzati i cavedii esistenti), deposito materiale
due blocchi da due ascensori ognuno; questi ascensori saranno opportunamente
pulito, tisaneria, zona lavoro infermieri con annesso ripostiglio (il quale potrà anche
confinati e preceduti da zona filtro a prova di fumo (dotata di camino di ventilazione
fungere da spogliatoio per il personale), servizi igienici per gli infermieri, bagno
di almeno 0,1 mq oppure di finestra con apertura diretta verso l’esterno di almeno 1
assistito, cavedio tecnico per la posta pneumatica; tutte queste funzioni risulteranno
mq), in conformità a quanto previsto dalla normativa in materia di sicurezza
condivise tra i due moduli.
antincendio.
• collegamento verticale di testa. Questo collegamento è stato previsto dal progetto di
Nella cerniera di collegamento trovano spazio un corridoio protetto ad uso esclusivo
adeguamento alla normativa antincendio sviluppato dall’A.O.U. TS: la verifica
del personale ospedaliero e dei pazienti e un corridoio ad uso dei visitatori;
finalizzata all’inserimento dello stesso corpo all’interno del modulo 2 ha dato esito
quest’ultimo dà inoltre accesso ai servizi igienici per i visitatori.
negativo, in quanto un’eventuale modifica strutturale implicherebbe l’adeguamento
Oltre agli spazi sopracitati si prevede l’inserimento di un’area ricezione‐accoglienza e
antisismico del complesso torri‐piastra.
di altri tre vani (sala di attesa visitatori, area colloquio parenti, area supporto
• soluzione strutturale. Per quanto riguarda la soluzione strutturale della cerniera di
psicologico e associazioni volontari), la cui apertura verso la zona visitatori o verso il
collegamento, si prevede una struttura indipendente con scheletro in acciaio e solai
corridoio protetto potrà essere decisa a seconda delle necessità contingenti di ogni
misti in acciaio e calcestruzzo; al fine di garantire un corretto comportamento
singolo piano.
strutturale in conformità alle disposizioni legislative in materia di progettazione
• area di innesto. È prevista un’area d’innesto prospiciente l’area di sbarco degli
antisismica per gli edifici di importanza strategica, si prevede:
ascensori esistenti; al suo interno trovano collocazione i seguenti spazi: collegamenti
o la realizzazione di un giunto di dilatazione dello spessore di ca. 50 cm (1 cm ogni
verticali per il personale (ridotti da sei a quattro ricavando così lo spazio per la sosta
metro di altezza della struttura) per assicurare, in caso di evento sismico,
salma), studio del medico di guardia, studio del caposala, studio medico/ambulatorio,
l’indipendenza strutturale rispetto ai corpi ad “L” ;
locale soggiorno (con 20 posti a sedere), sosta salma. Anche in questo caso gli
o la realizzazione di un nucleo centrale con funzione portante fortemente
ascensori e i montalettighe sono opportunamente confinati e preceduti da una zona
irrigidito tramite controventature lungo alcune pareti;
filtro a prova di fumo.
o la realizzazione di pilastri in acciaio con profilo ad “H” ;
• moduli degenziali. La soluzione proposta ha tenuto conto dei vincoli sopracitati,
o la realizzazione di travi principali e secondarie in acciaio (le travi secondarie
prevedendo la presenza in entrambi i moduli di 6 camere doppie, caratterizzate da una
saranno disposte con un interasse di ca. 2 m);
disposizione a letti affiancati; il modulo 1 presenta una sola stanza singola, mentre il
o l’impiego di lamiere grecate per i solai.
modulo 2 ne presenta due: questa organizzazione delle camere assicura la rispondenza
al D.P.R. 14/01/97, in base al quale il 10% delle stanze deve avere un solo posto letto.
Per quanto riguarda tale struttura in acciaio, si adotteranno tutti gli accorgimenti
Tale riorganizzazione delle degenze permette di disporre di 54 posti letto per piano, in
(vernici e rivestimenti) atti a garantire il rispetto della normativa antincendio (reazione
accordo, dunque, sia con lo studio di fattibilità, che prevede un totale di circa 500 posti
al fuoco dei materiali e resistenza al fuoco delle strutture).
letto, sia con quanto indicato dall’Agenzia Regionale della Sanità (50 pl per 8 piani).
• configurazione materiale della facciata. L’utilizzo di una struttura portante in acciaio
potrà permettere di caratterizzare interamente le facciate della cerniera di
collegamento attraverso ampi elementi trasparenti (si ipotizzano vetrate doppie con
intercapedine d’aria interna). Questa scelta consentirà di differenziare in maniera
chiara e univoca il nuovo volume di collegamento rispetto alle torri esistenti e, al
‐ 59 ‐ ‐ 60 ‐
contempo, si potrà trasmettere una leggerezza compositiva che non andrà ad
interferire con l’architettura attuale del Complesso di Cattinara.
ALLEGATI TECNICI
Ipotesi B.2
Tale soluzione si differenzia dalla precedente esclusivamente per quanto riguarda la tav. 1 Inquadramento generale (scala 1:1000)
disposizione, all’interno della cerniera di collegamento, dei bagni per i visitatori e della sala di tav. 2.B Piano tipo (scala 1:200)
attesa: le collocazioni dei due vani, infatti, risultano essere invertite, in maniera tale da
tav. 3.B.1 Piano tipo ‐ organizzazione degli spazi (scala 1:100)
garantire alla sala di attesa una posizione migliore, cioè quella a sud.
tav. 3.B.2 Piano tipo ‐ organizzazione degli spazi (scala 1:100)
tav. 4.B Stanza di degenza tipo (scala 1:50)
tav. 5.B Piano terra (secondo livello) ‐ ingresso visitatori (scala 1:250)
tav. 6.B Piano interrato (primo livello) – ingombro strutture (scala 1:250)
tav. 7.B Ipotesi strutturale (scala 1:50)
‐ 61 ‐ ‐ 62 ‐
07.02 | Ipotesi di fattibilità per la realizzazione di un impianto di pannelli ALLEGATI TECNICI
fotovoltaici
Simulazione illuminazione/ombreggiamento del comprensorio di Cattinara
Ipotesi con impianto FV in facciata della cerniera di collegamento
Dalla favorevole esposizione a sud e dallo sviluppo in altezza (37.5m) delle vetrate della parete Tabella di calcolo
trasparente che caratterizzeranno il perimetro del nuovo volume, è stata avanzata, in un primo
momento, l’ipotesi di adottare un impianto di pannelli fotovoltaici da applicare in facciata alle
pareti.
A seguito di tale ipotesi è stata riproposta una simulazione di illuminazione/ombreggiamento
del complesso ospedaliero di Cattinara in cui sono stati considerati come giorni‐campione i
solstizi e gli equinozi.
A seguito delle simulazioni si è giunti alla conclusione, almeno da un punto di vista
qualitativo, che l’adozione di tale impianto non produce un accettabile rendimento energetico
per i seguenti motivi:
• I pannelli sarebbero applicati su superfici verticali; hanno quindi un angolo di tilt
(angolo formato dall’intersezione della superficie del pannello con il piano orizzontale)
di 90°, mentre l’angolo di tilt che garantisce il miglior rendimento è di 25°‐30°;
• Le due pareti della cerniera di collegamento esposte a sud (cioè quelle interessate
all’installazione dei pannelli) sarebbero ortogonali tra loro e quindi quando il
rendimento è accettabile per una non è accettabile per l’altra;
• Quando le due facciate sono nella stessa condizione di illuminazione (superfici delle
facciate a 45° con la direzione dei raggi solari) sarebbero penalizzate dal grado
d’incidenza tra i raggi solari e i piani su cui giacciono le loro superfici;
• Quando non tutta la superficie di ogni facciata è completamente illuminata a causa di
imponenti elementi ombreggianti, quali i corpi ad L, si verificherebbe una diminuzione
del rendimento fino ad arrivare, in alcuni casi, al completo abbattimento.
Ipotesi con impianto FV in copertura
A valle di tali considerazioni è stata valutata l’ipotesi di installare un impianto sulla copertura
dell’edificio.
Questo tipo d’intervento risulterebbe più accettabile in quanto:
• I pannelli verrebbero installati su una superficie piana e dotati della giusta inclinazione
(angolo di tilt a 25°‐30°). La superficie piana in questione sarà costituita dalla copertura
delle torri già esistenti e dalla copertura della cerniera di collegamento che verrà
realizzata piana ed accessibile;
• I pannelli verrebbero installati con un opportuno azimut (angolo formato dall’oggetto
osservato rispetto al nord) in modo da rendere massimo il rendimento;
• Tutti i pannelli, essendo caratterizzati dalla stessa coppia di angoli (tilt ed azimut)
sarebbero sempre nella stessa condizione d’illuminazione;
• Le superfici di tutti i pannelli sarebbero sempre completamente illuminati grazie alla
posizione dominante dell’edificio sul territorio (non ci sono elementi ombreggianti),
evitando una possibile diminuzione o abbattimento del rendimento dovuto ad una
parziale o totale ostruzione.
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Superficie captante in mq: 2706,30