Sommario
A partire da una discussione generale sulla dimostrazione matematica
e da una sua analisi di carattere strutturale, proponiamo un modello per
la descrizione delle dimostrazioni per assurdo. Il modello si rivelerà
uno strumento efficace per l’individuazione, l’analisi e
l’interpretazione di problematiche di carattere cognitivo e didattico, e
per la formulazione di precise ipotesi di ricerca in relazione alle
dimostrazioni per assurdo.
Abstract
After a general discussion on mathematical proof and from a structural
analysis of it, we propose a model to describe proof by contradiction.
The model can be used as an efficient tool to identify, analyze and
explain cognitive and didactical issues, and to formulate precise
research hypotheses regarding proof by contradiction.
Samuele Antonini
Maria Alessandra Mariotti
La dimostrazione per assurdo: un modello per
un’analisi cognitiva e didattica
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Dipartimento di Matematica – Università di Pavia
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Dipartimento di Scienze Matematiche ed Informatiche – Università di Siena
tradizionale, tanto è vero che anche per laureati in discipline
scientifiche le dimostrazioni per assurdo possono presentare ancora dei
problemi (Bernardi, 2002).
Occorre certamente tener conto che una causa delle difficoltà con
questo tipo di dimostrazioni è riconducibile alla scarsa attenzione
prestata all’argomento nell’insegnamento tradizionale (Thompson,
1996). Ma alcuni ricercatori hanno messo in evidenza come certe
caratteristiche, specifiche della dimostrazione per assurdo, influenzano
pesantemente i processi cognitivi degli studenti. Per esempio, secondo
Leron (1985), è la falsità delle ipotesi di partenza la causa principale
delle difficoltà. Wu Yu et al. (2003) e Antonini (2003a, 2006) hanno
rilevato strette relazioni tra le difficoltà inerenti alla formulazione e
all’interpretazione della negazione e quelle relative alle dimostrazioni
per assurdo. La distinzione, più o meno esplicita, tra le diverse
funzioni che una dimostrazione può assumere per uno studente ha
permesso ad alcuni studiosi sia di interpretare difficoltà (Barbin,
1994), sia di proporre approcci didattici meno tradizionali alle
dimostrazioni per assurdo (Polya, 1967, pp. 163-171). A fronte di tutte
le difficoltà rilevate, alcuni ricercatori hanno però messo in evidenza
l’apparire di argomentazioni spontanee chiaramente riconducibili a
dimostrazioni per assurdo e hanno sostenuto l’importanza per gli
allievi di produrre argomentazioni indirette prima di leggere o di
produrre questo tipo di dimostrazioni (Freudenthal, 1973; Thompson,
1996; Epp 1998; Reid & Dobbin, 1998; Antonini, 2003b).
1. METODOLOGIA
La ricerca qui esposta ha avuto un duplice obiettivo: da un lato uno
studio sistematico delle difficoltà che gli studenti incontrano nel
trattare le dimostrazioni per assurdo, dall’altro la messa a punto di un
quadro teorico per l’interpretazione di tali difficoltà nel contesto
generale dell’attività di dimostrazione in matematica. Coerentemente,
il nostro lavoro si è sviluppato su due linee principali: da un lato una
ricerca sperimentale, dall’altro una ricerca teorica, che si è avvalsa del
contributo di metodi e costrutti di discipline diverse. La parte
sperimentale ha avuto l’obiettivo di aiutarci ad individuare la chiave di
lettura secondo la quale costruire il quadro teorico; il quadro ha poi
permesso la messa a punto di ulteriori sperimentazioni più precise, in
una continua dialettica tra costruzione di un riferimento teorico e
sperimentazione, tipica di molte ricerche italiane in didattica della
matematica (si veda, per esempio, Arzarello, 1999).
1
Le problematiche relative alla possibilità e alla convenienza di esprimere un
enunciato come implicazione non verranno trattate in questo articolo. Per un
approfondimento di questo tema si veda Bernardi (2002).
Anche se dal punto di vista logico la dimostrazione della
contronominale non è considerata una dimostrazione per assurdo,
abbiamo ritenuto opportuno allinearci a quanto avviene nella pratica
scolastica e in quella degli stessi matematici, dove spesso entrambe le
forme sono considerate dimostrazioni per assurdo. Nella
sperimentazione, abbiamo dovuto tener conto che con il termine “per
assurdo” gli studenti in genere si riferiscono sia alle dimostrazioni con
contraddizione sia a quelle della contronominale. Soprattutto, in
accordo con (Bellissima et al., 1993), riteniamo che un aspetto
psicologicamente rilevante consista proprio nel partire dalla negazione
della tesi e che questo costituisca in molti casi un elemento
determinante nei processi cognitivi soggiacenti alla produzione e alla
interpretazione di entrambi i tipi di dimostrazione.
2.2 Dimostrazione diretta e dimostrazione indiretta
Diciamo dunque che la dimostrazione di un teorema è diretta se tra gli
enunciati della catena deduttiva della dimostrazione non compare la
negazione della tesi. Una dimostrazione sarà indiretta (o per assurdo)
in caso contrario.
Esempio 2
Enunciato: siano a e b due numeri reali. Se ab=0 allora a=0 oppure
b=0.
Tabella 1
Enunciato principale ed enunciato secondario in due dimostrazioni per assurdo.
2
Per una definizione di logica classica, minimale e intuizionistica e una trattazione
delle rispettive regole di inferenza si veda, per esempio, (Prawitz, 1971).
considerati ovvi. I giudizi sull’accettabilità di
un’argomentazione matematica sono considerati naturali e
lasciati al cosiddetto “saper ragionare” così come viene ritenuto
spontaneo il passaggio dall’aver dimostrato E* all’aver
dimostrato E.
Figura 1
Il modello di teorema con dimostrazione per assurdo, costruito a partire dal modello
di teorema come enunciato, dimostrazione e teoria di riferimento.
3
Ricordiamo che una implicazione A→Β è falsa se e solo se A è vera e B è falsa.
è vera, in virtù della tavola di verità, e del fatto che l’ipotesi è falsa. La
dimostrazione si basa sulla Teoria dei numeri reali, in particolare sui
due assiomi:
• assioma 1: se a≠0, esiste un inverso moltiplicativo di a;
• assioma 2: se entrambi i membri di un’uguaglianza sono
moltiplicati per lo stesso numero, si ottiene una nuova uguaglianza.
In questa dimostrazione, gli assiomi vengono utilizzati per produrre
deduzioni relative a oggetti matematici impossibili. L’assioma 1 è
infatti applicato a due numeri reali a e b tali che a≠0, b≠0 e ab=0;
l’assioma 2 è applicato all’uguaglianza “ab=0”, formulata con due
numeri reali che non esistono. In conclusione, mentre la verità
dell’enunciato secondario E* dipende dalla tavola di verità
dell’implicazione e dalla falsità della sua ipotesi, la validità della sua
dimostrazione C è basata sulla validità di una catena deduttiva
all’interno di una Teoria T che si applica a oggetti matematicamente
impossibili.
(ME,MD,MT) è un meta-teorema valido nella Meta-teoria MT.
La meta-dimostrazione MD si basa sugli assiomi logici della Meta-
teoria MT. Esplicitare MT qui, ha un duplice obiettivo: da un lato
quello di porre l’accento sul fatto che la meta-dimostrazione MD si
basa sugli assiomi logici, dall’altro che, proprio per questo, il teorema
è valido solo all’interno di alcune Meta-teorie4.
[(E*,C,T) , (ME,MD,MT)] è una dimostrazione valida di E.
Questa affermazione è un secondo meta-enunciato: l’enunciato E viene
dimostrato per modus ponens dai due teoremi (E*,C,T) e
(ME,MD,MT): da E*, e E*→E segue E. Il primo è un teorema della
4
Come già osservato, per esempio nella meta-teoria MT della logica minimale o in
quella intuizionistica, l'enunciato ME non è in generale dimostrabile.
Teoria T, il secondo un teorema della Meta-teoria MT. La
dimostrazione per assurdo di E è il risultato dell’articolazione di
teoremi posti su livelli diversi della teoria (come illustrato in figura 1).
2.5 Un esempio: l’irrazionalità di 2
Vediamo adesso di utilizzare il modello per l’analisi di una
dimostrazione per assurdo spesso proposta nei testi, la dimostrazione
dell’irrazionalità di 2 . L’esempio ha l’obiettivo di mostrare come il
modello presentato sia utile quale strumento di analisi descrittiva. La
tabella seguente mette in luce gli elementi strutturali del teorema:
Tabella 3
Analisi strutturale di un teorema con dimostrazione per assurdo.
Analizziamo in dettaglio i singoli elementi:
M: E poi, così come ab=0 con a diverso Emergono le difficoltà del soggetto nella
da 0 e b diverso da 0, che è contro le valutazione della dimostrazione del
mie normali vedute e devo far finta che sotto-teorema. Queste difficoltà
sia vero, non so se posso considerare sembrano dovute al fatto che alcune
vero che 0/b=0. Cioè non so cosa è fondamentali verità sono state sovvertite
vero e cosa faccio finta che sia vero. al punto che il soggetto stesso dichiara di
non avere più il controllo su ciò che è
vero e su ciò che non lo è.