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La crescente inquietudine presente fra gli strateghi politici tedeschi deriva dal fatto che a loro
avviso, gli sforzi fatti finora per rafforzare la politica estera e militare, non sarebbero stati sufficienti
per realizzare fino in fondo l'ambizione di trasformare la Germania in una potenza di respiro
mondiale. Si fa spesso riferimento alla campagna di politica globale avviata da Berlino nel 2014,
partita proprio con tre discorsi tenuti durante l'annuale Conferenza sulla sicurezza di Monaco di
Baviera ad inizio 2014; all'epoca il presidente tedesco Joachim Gauck, il ministro degli esteri
Frank-Walter Steinmeier e il ministro della difesa Ursula von der Leyen, nel quadro di
un'azione politica concertata e con una notevole copertura mediatica, si erano pronunciati in favore
di una politica globale più aggressiva [1]. Da allora infatti gli esperti parlano del cosiddetto
"consenso di Monaco". Dal 2014 in effetti il governo tedesco ha compiuto più' di un passo verso
una politica globale di più ampia portata; non da ultimo, come ha osservato la scorsa settimana
Wolfgang Ischinger, il capo della Conferenza sulla sicurezza, la Germania finora ha aumentato il
suo budget militare di circa il 40%, e in futuro intende aumentarlo ulteriormente. Sono infatti in
arrivo progetti di riarmo per diversi miliardi di euro [2].
Ma ciò non è stato sufficiente, almeno secondo un recente documento strategico redatto
dalla Conferenza di Monaco di Baviera sulla sicurezza. Nel frattempo attorno agli organizzatori
della conferenza si è formato un apparato, che si comporta sempre di piu' come un think tank di
politica estera e militare. Di fronte all'escalation dei conflitti fra le potenze globali, la Germania si
trova "di fronte a una decisione di portata storica", scrivono gli autori del documento: se
semplicemente continua la sua politica estera e militare, si trasformerà insieme all'UE "in una
'appendice eurasiatica, dominata da altre potenze". (3) L'attuale "passaggio epocale nella
politica mondiale" - l'ascesa della Cina e il conseguente declino degli Stati Uniti, nonché l'aspra
lotta di potere tra di loro - richiede che "l'Europa prenda il proprio destino nelle sue mani" e rafforzi
con energia la sua politica mondiale. Berlino e l'UE, inoltre, hanno in gran parte fallito nei loro piani
per ottenere il controllo della cintura di Stati intorno all'UE - dal Nord Africa al Medio Oriente e
all'Ucraina. "Il nostro vicinato, dalla Libia alla Bielorussia" nel corso degli ultimi anni è stato
"travolto dalle fiamme", ha dichiarato recentemente il Commissario UE per gli Affari Esteri Josep
Borrell [4], il quale chiede anche un'intensificazione degli sforzi politici su scala globale dell'UE.
La leadership tedesca