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Corso di Psicologia musicale

Federico Sanna
1) Le argomentazioni, che spiegano i limiti delle teorie psicologiche degli anni ’70, affermano che
non in tutti i casi, le strutture universali innate e biologicamente determinate sono riscontrabili in
ogni sistema e cultura musicale. Contribuiscono ulteriormente, a favore di questa tesi, le differenze
intersoggettive all’ascolto e altri elementi di contestualizzazione di esso.

2) Secondo Lerdhal e Jackendoff, le regole su cui si basano le strategie dell’ascolto sono le Regole
della buona formazione e le Regole preferenziali.

3) Secondo Imberty l’organizzazione dell’ascolto, secondo il soggetto, dipende da diversi fattori tra
cui: opzioni estetiche, fattori culturali, fattori educativi e, in fine, dai modelli di riferimento
personali dell’ascoltatore, che all’interno della propria memoria, vengono riattivati all’ascolto del
brano musicale. Inoltre sono importanti, anche, le scelte iniziali del compositore che definiscono la
struttura globale del brano. Per fruizione musicale, quindi, si intende il processo di costruzione in
cui il soggetto che ascolta e il brano interagiscono.

4) La fruizione musicale è il risultato dell’interrelazione tra soggetto che ascolta e oggetto ascoltato.
Questa relazione è data dall’interscambio delle competenze in ambito musicale dell’ascoltare, della
sua sfera emotiva con l’evento sonoro.

5) Secondo gli studi del Cognitivismo, oltre all’influsso della sfera emotiva ed affettiva del
soggetto, si tiene conto anche dei processi cognitivi di esso e dei processi mentali che si attivano
durante l’ascolto di un qualsiasi oggetto sonoro. Inoltre, viene messa in evidenza la correlazione fra
le competenze musicali pregresse del soggetto, la sua sfera emotiva e l’oggetto sonoro che ascolta.

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