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Prefazione
Mi devo congratulare con il gruppo di esperti che hanno sviluppato questo docu-
mento di consenso per aver prodotto linee guida chiare ed aggiornate sul trattamento
delle ulcere delle gambe mediante terapia compressiva.
In questo documento viene proposta una classificazione dei presidi compressivi
basata più sulla loro performance in vivo che sui dati di laboratorio forniti dai produttori
stessi. Questo è diventato possibile grazie all’introduzione di sistemi di misura della pres-
sione sottobendaggio nella singola gamba che esprime “il dosaggio” della terapia com-
pressiva. La misura della pressione ha migliorato la nostra comprensione della terapia
compressiva ed è anche molto utile ai fini dell’addestramento alla compressione.
Poiché la maggior parte dei bendaggi eseguiti nella pratica quotidiana consistono
nella combinazione di diversi tipi di materiale, tutti con differenti proprietà elastiche,
le caratteristiche fisiche di ogni singolo componente sono insufficienti a descrivere la
performance del bendaggio finale.
I complessi effetti della compressione sono spiegati come fondamento logico per le
indicazioni cliniche che non si concentrano solo sulle ulcere venose ma includono
anche quadri clinici complicati come le ulcere arteriose e miste e l’interessamento lin-
fatico.
Nell’ultima parte del documento viene discusso il rapporto costo/beneficio della
terapia compressiva.
Noi viviamo in un’epoca in cui, qualche volta, si pensa che il trattamento locale “faci-
le e moderno” sia capace di sostituire la “vecchia e ingombrante” terapia compressiva.
Non c’è alcun dubbio che la compressione sia una parte essenziale della terapia del-
l’ulcera che non può essere rimpiazzata ma solo integrata dalla terapia locale. Dopo che
l’ulcera è guarita proseguire la compressione è obbligatorio per evitare la recidiva del-
l’ulcera il cui trattamento è certamente più dispendioso del proseguimento della tera-
pia compressiva.
Io spero e mi auguro che questo documento di consenso di AIUC non solo supporti
il lavoro quotidiano di chi aderisce a questa associazione ma anche che aiuti e convin-
ca tutti coloro che giornalmente si prendono cura di questa patologia al di fuori di que-
sta comunità di specialisti.
*Componenti del Gruppo di Studio “Terapia Compressiva” di AIUC che hanno revisionato e concordato con il documen-
to: Giuseppe Nebbioso, Simone Serantoni, Fabrizio Mariani, Enzo Giraldi, Giacomo Failla, Paolo Tanasi, Sergio Bruni, Giorgio
Guarnera, Battistino Paggi, Marisa di Vincenzo, Riccardo Conte, Paolo Palumbo, Giovanni Farina, Aldo Crespi, Anna Lombardi,
Cinzia Lunghi, Lucia Marigo, Adriana Visonà, Massimo Mantero.
Introduzione
L’efficacia della terapia compressiva nel della tensione applicata dipende dalle pro-
trattamento delle ulcere degli arti inferiori è prietà elastomeriche (isteresi - curve di allun-
ben conosciuta fin dall’antichità 1. Attual- gamento e retrazione) del tessuto usato a
mente, grazie a molti studi che ne ricono- loro volta dipendenti dai tipi di filato e dai
scono l’efficacia terapeutica 2, alla terapia metodi costruttivi.
compressiva è stato riconosciuto un grado Estensibilità: è la capacità di allungamen-
di evidenza molto elevato 3, 4. La compressio- to della benda se sottoposta a stiramento. Si
ne si è dimostrata utile in molti tipi di ulcera determina misurando l’allungamento della
delle gambe e rappresenta sicuramente un benda quando vi si applichi un carico di 10
trattamento chiave nella cura delle malattie Newton (N) per cm di altezza. L’estensibilità
flebo-linfatiche. viene misurata in laboratorio ed espressa
Ciononostante non vi è chiarezza, ancor come percentuale della lunghezza a riposo ed
oggi, sulla terminologia usata e vi è una tota- è, attualmente, l’unica caratteristica che ci
le mancanza di accordo sugli aspetti classifi- viene fornita dalle compagnie costruttrici di
cativi. bende. Essa non ha alcuna rilevanza clinica
La proposta di un accordo sulla termino- se non viene contemporaneamente indicato
logia e sulla classificazione serve a fornire il grado di elasticità e di potenza della ben-
uno strumento utile per un linguaggio con- da. Infatti vi sono delle bende alle quali, per
diviso ed una miglior comprensione reci- raggiungere un’estensione simile, devono
proca. essere applicate forze di intensità molto diver-
sa 5.
In base all’estensibilità i bendaggi si sud-
Definizioni dividono in:
— inestensibili
Si suggerisce innanzitutto di abbandonare — estensibili (a corto, medio e lungo allun-
la dizione “Elastocompressione” e di adotta- gamento).
re la terminologia internazionalmente rico- Bloccaggio: è quella condizione per cui
nosciuta di “Terapia compressiva”. una volta raggiunta una data estensione la
La terapia compressiva si esercita infatti struttura fisica della benda impedisce ulte-
mediante materiali elastici, poco elastici e riori allungamenti. Ad esempio le bende a
totalmente anelastici. Il termine elastocom- corta estensibilità (40-70%) dovrebbero bloc-
pressione sembra invece sottintendere che carsi raggiunto il 70% che è il massimo del-
si usino, in questo trattamento, solo materia- la loro estensibilità mentre le bende a lunga
li elastici e questo può essere fonte di errori estensibilità dovrebbero bloccarsi oltre il
o incomprensioni. 140%.
Elasticità: è la capacità della benda di Isteresi: indica la capacità del materiale
riprendere la forma originale quando sia sta- estensibile di recuperare la sua dimensione
ta estesa; essa è dovuta all’aggiunta di fili ela- originale dopo che sia cessata la forza defor-
stici nel senso longitudinale della benda. In
base all’elasticità i bendaggi si suddividono in N.B. estensibilità ed elasticità vengono erronea-
elastici ed anelastici. mente considerati sinonimi mentre il loro signifi-
Potenza elastica: è determinata dalla forza cato è completamente diverso:
richiesta per ottenere un determinato allun- * estensibilità è la capacità della benda di allungarsi
gamento. quando sottoposta ad una forza traente
Tensione: prodotta inizialmente dalla forza * l’elasticità è la capacità della benda di riprende-
re le sue dimensioni originali una volta che sia
esercitata per estendere la benda; una volta stata estesa
confezionato il bendaggio il mantenimento
mante ed è in relazione alla estensibilità, alle razione della pressione di interfaccia è oggi
proprietà visco-elastiche del tessuto ed all’at- resa possibile dall’introduzione sul mercato
trito fra le varie spire 6. di apparecchi semplici da usare ed a basso
Questo principio trova la sua rappresen- costo 7.
tazione nel “Diagramma di Forza-Allunga- La pressione esercitata dal bendaggio
mento” di un tessuto elastico: la trazione a cui dipende dalle caratteristiche tessili ed ela-
è sottoposta la benda la porta ad avere una stomeriche della benda, dalla tensione che le
lunghezza a riposo maggiore di quella ini- viene applicata, dal numero degli strati che si
ziale in quanto la deformazione è stata cau- sovrappongono e dalle caratteristiche ana-
sata da un assorbimento di energia che non tomiche (grandezza e forma) dell’arto sotto-
viene resa (Figura 1). Ciò denota la perdita di posto a bendaggio.
elasticità di una benda tra l’allungamento e la L’interazione quantitativa di questi eventi è
retrazione. Si ritiene che l’isteresi influenzi espressa dalla Legge di Laplace: (rivisitata da
la stabilità del sistema di bendaggio e il man- Thomas 8,9 in base alla quale la pressione
tenimento della pressione nel tempo ma non applicata P) sarà direttamente proporzionale
vi sono dati certi che confermino questa alla tensione (T) del tessuto elastico ed al
asserzione. numero di spire applicate (n) mentre sarà
Pressione di interfaccia: si intende la pres- inversamente proporzionale al raggio di cur-
sione esercitata dal bendaggio che viene vatura della superficie compressa (r) e all’al-
misurata nell’interfaccia benda-cute. La misu- tezza della benda (h).
(dato dalla resistenza offerta dalle bende) sempre una qualche sovrapposizione della
all’aumento di 1 cm della circonferenza del- benda; il termine multicomponente defini-
l’arto secondo la formula: sce meglio
2,17
i bendaggi composti di più mate-
riali sinora definiti come “multistrato”.
pressione ortostatica – pressione supina Nella letteratura anglosassone si incontra-
/reale incremento volumetrico del polpaccio. no spesso i termini “long stretch bandage”
come sinonimo di “elastic bandage” o “short
La stiffness del bendaggio calcolata in stretch bandage” come sinonimo di “inela-
accordo con la definizione del CEN necessi- stic bandage”. Questa terminologia può gene-
ta della misura simultanea di pressione di rare confusione perché vengono usati come
interfaccia e variazioni volumetriche dell’ar- sinonimi 2 caratteristiche “elasticità” ed “esten-
to mediante pletismografia strain gauge. sibilità” che sono invece molto diverse (v.
L’indice di stiffness così calcolato ha mostra- sopra). Ne è necessaria una chiara definizio-
to una sensibilità ed una specificità elevatis- ne.
sime nel distinguere bendaggi elastici ed ane- Long stretch: si intende un bendaggio ela-
latici 14. Questo metodo presenta lo svantag- stico costituito da materiale con un’estensi-
gio di richiedere un’attrezzatura complessa, bilità >100%.
non disponibile in tutti i laboratori flebologici, Short stretch: si intende un bendaggio ane-
e necessita di molto tempo per la sua esecu- lastico costituito da bende con un’estensibi-
zione. lità massima < 100%; il bendaggio anelastico
Per semplicità è stato proposto di consi- nella letteratura anglosassone comprende
derare sempre pari ad 1 cm l’aumento del quelli costituiti da bende totalmente ine-
diametro del polpaccio passando dalla posi- stensibili fino a quelli short stretch. Pertanto
zione supina a quella eretta per cui la for- sono definiti anelastici tutti i bendaggi con
mula semplificata sarà: pressione ortostatica un’estensibilità < 100%.
– pressione supina/1 ossia pressione orto-
statica – pressione supina. Tale indice, defi-
nito come Indice Statico di Stiffness (SSI) 15, 16, Bibliografia
deve essere misurato nel segmento di gam-
ba che mostra il massimo incremento volu- 1. Negus D. Historical background. In Leg ulcers: a prac-
metrico nel passaggio dalla posizione supine tical approach to management. Oxford: Butterworth-
Heinemann 1991; 3-10.
alla posizione in piedi e che è situato circa 10- 2. O’Meara S, Cullum NA, Nelson EA. Compression for
12 cm al di sopra del malleolo interno, venous leg ulcers (Review). The Cochrane Library
2009, Issue 1.
medialmente alla tibia (punto B1). 3. Partsch H et al. Evidence Based Compression Therapy.
Se confrontato con l’Indice di Stiffness misu- Vasa 2004; 34: suppl. 63 Partsch H. Do we still need
rato secondo la definizione del CEN, l‘Indice compression bandages? Haemodynamic effects of com-
pression stockings and bandages. Phlebology 2006;
Statico di Stiffness ha mostrato la stessa sen- 21:132-138.
sibilità ed una specificità lievemente inferiore 4. Vin F. International consensus conference on com-
per cui se ne consiglia l’adozione proprio in pression. Phlebologie 2003;56:315–67
5. Thomas S. Bandage and bandaging. The science behind
virtù della sua semplicità di calcolo 14. the art. Care Science and Practice 1990;8(2): 57-60.
Alta/bassa pressione: si suggerisce di abban- 6. WUWHS. Compression bandaging: compression in
venous leg ulcers. A consensus document. London;
donare termini aspecifici e di riferirsi sem- MEP Ltd 2008. Pag.2
pre a precisi valori pressori (vedi il paragrafo 7. Mosti G., Rossari S. L'importanza della misurazione
Classificazione). Quando parliamo di pres- della pressione sottobendaggio e presentazione di un
nuovo strumento di misura. Acta Vulnol 2008; 6: 31-36.
sione leggera, moderata, forte o molto forte 8. Thomas S. The use of the Laplace equation in the cal-
dobbiamo conoscere e concordare sui valo- culation of sub-bandage pressure. World Wide Wounds
ri pressori a cui questi termini si riferiscono. 2002 (updated 2003).
9. Stemmer R. Teoria e pratica del trattamento elasto-
Bendaggio multistrato/multicomponente compressivo. Chirurgia vascolare P. Belardi vol. II cap.
(vedi il paragrafo Classificazione); il termine 48 pag.575-593 – Ed. Minerva Medica
10. Haid H., Schoop W.: Eine neue Methode zur Messung
“multistrato” è usato in maniera impropria: und Registrierung des Andruckes unter Kompression-
tutti i bendaggi sono multistrato perché c’è sverbanden. Med. Welt 1965;37:2110-3.
11. Partsch H, Clark M, Bassez S et al. Measurement of 15. Partsch H. The use of pressure change on standing as
lower leg compression in vivo: recommendations for a surrogate measure of the stiffness of a compression
the performance of measurements of interface pressure bandage. Eur. J. Vasc. Endovasc. Surg. 2005; 30: 415-
and stiffness. Derm Surg 2006;32:224-233. 421
12. Bassi Gl., Stemmer R.: Traitements mécaniques fonc- 16. Partsch H. The static stiffness index: a simple method
tionnels en phlébologie. Piccin, Padova, 1983. to assess the elastic property of compression material
13. European Committee for Standardization (CEN). Non- in vivo. Dermatol. Surg.2005; 31 625-30
active Medical Devices. Working Group 2 ENV 12718: 17. Partsch H., Clark M., Mosti G. et al. Classification of
European Pre-standard 'Medical Compression Hosiery.' compression bandages: practical aspects. Derm. Surg.
CEN TC 205. Brussels: CEN, 2001. 2008; 34(5); 600-9.
14. Mosti GB, Mattaliano V.: Simultaneous changes of leg 18. EWMA focus document: LYMPHOEDEMA banda-
circumference and interface pressure under different ging in practice. Medical Education Partnership Ltd;
compression bandages. EJVES 2007; 33:476-482. 2005.
Classificazione
L’esigenza di riproporre una classificazio- alla loro rigidità: è la gamba che cede. Il ben-
ne dei presidi compressivi nasce dalla con- daggio anelastico, quindi, esercita la sua pres-
statazione che non esiste attualmente alcuna sione soprattutto durante il movimento con
normativa internazionale né europea comu- relativa contrazione muscolare. Ne risulta una
nemente accettata per la loro classificazione. pressione intermittente, relativamente bassa
Tra i presidi compressivi si distinguono le a riposo e quindi ben sopportata, ed alta o
bende e le calze elastiche. molto alta in ortostatismo e durante l’eserci-
Le bende vengono comunemente classifi- zio muscolare. Questo provoca una occlu-
cate in base alla: sione intermittente del lume venoso quan-
— estensibilità do la pressione esterna supera la pressione
— elasticità intravenosa e restaura una sorta di meccani-
— funzione del materiale (fissaggio, com- smo valvolare. La differenza pressoria tra
pressione) posizione supina e ortostatica o di lavoro
Classificazione delle bende in base alla sarà sempre elevata (SSI maggiore di 10). Il
loro estensibilità: bendaggio anelastico inestensibile rientra in
— bende inestensibili (benda all’ossido di questo gruppo ma in una collocazione par-
zinco, Circ-Aid) ticolare in quanto caratterizzato dall’invaria-
— bende a corta estensibilità (estensibi- bilità delle sue qualità fisiche 2. Questo ben-
lità <70%) daggio viene confezionato con materiali come
— bende a media estensibilità (estensibi- le bende all’ossido di zinco o materiali in
lità tra 70 e 140%) velcro che non si distendono e non hanno
— bende a lunga estensibilità (>140%). alcuna tendenza a riprendere la loro forma
Classificazione delle bende in base alla originaria quando sottoposti a stiramento (in
loro elasticità: estensibilità e anelasticità). La differenza tra
— bende elastiche pressione di riposo e pressione di lavoro è
— bende anelastiche molto elevata, la più alta ottenibile col ben-
Le bende elastiche (che presentano anche daggio. La pressione di riposo può essere
una lunga estensibilità) esercitano la loro debole o nulla in caso di applicazione senza
pressione quando sottoposte a tensione; esse trazione oppure elevata se la benda viene
da un lato tendono a riacquistare la lunghezza applicata esercitandovi una trazione più o
originaria quando estese (effetto strizzamen- meno forte. Nel primo caso questo tipo di
to) dall’altro cedono all’espansione musco- bendaggio è ottimamente tollerato anche in
lare: è il bendaggio che cede. Date queste condizioni di riposo supino.
caratteristiche la differenza tra pressione a Classificazione delle bende in base alla
riposo ed ortostatica è minima (SSI 1 inferio- loro funzione
re a 10) così come modeste sono le escursioni È una classificazione derivata dalla nor-
sisto-diastoliche durante l’esercizio musco- mativa inglese (BS 7505:1995) 3 che divide le
lare. Il bendaggio esercita una pressione bende in:
costante che è mal sopportata od insoppor- — bende di fissaggio (cotone di Germania,
tabile, specie a riposo, se elevata. mousse, bendaggi coesivi leggeri)
Le bende anelastiche (che presentano una — bende leggere che riducono l’escursio-
estensibilità corta o media o sono totalmen- ne articolare ed esercitano una pressione
te inestensibili) esercitano la loro azione intermittente
opponendosi alla contrazione muscolare in — bendaggi compressivi che esercitano
ortostatismo e durante l’esercizio muscolare una pressione leggera (fino a 20 mmHg),
provocando un incremento della pressione media (fino a 30 mmHg), forte (fino a 40
ortostatica e di lavoro che è proporzionale mmHg) o molto forte (fino a 60 mmHg)
TABELLA I. — Classificazione delle bende in base alla (20-40 mmHg), forte (40-60 mmHg) molto
pressione. forte (>60 mmHg) (Tabella I);
Classificazione delle bende: pressione — in base agli strati: multistrato o mono-
strato; si deve rilevare che l’unico sistema di
Leggera (mild) < 20 mmHg
Media (medium) tra 20 e 40 mmHg
compressione monostrato è la calza elastica.
Forte (strong) tra 40 e 60 mmHg Tutti i bendaggi sono multistrato perché,
Extra forte (very strong) > 60 mmHg anche quando formati da una sola benda
sovrapposta del 50%, saranno costituiti
comunque da 2 strati.
TABELLA II. — Classificazione delle bende in base a — in base ai componenti: monocompo-
strati e componenti.
nente quando formati da un solo compo-
Classificazione delle bende per strati e componenti nente (es. Putter bandage formato da 2 ben-
de uguali); multicomponente quando formati
Bendaggio monostrato monocomponente
Bendaggio multistrato monocomponente
da più componenti (es Profore, Rosidal sys,
Bendaggio multistrato multicomponente Coban 2L) (Tabella II);
— in base all’elasticità: anelastico se costi-
tuiti da materiale non elastico, non estensibile
TABELLA III. — Classificazione delle bende in base ela- o poco estensibile; elastico se costituiti da
sticità e stiffness.
materiale elastico. Tuttavia si suggerisce di
bendaggi monocomponenti Bendaggi multicomponenti in kit utilizzare questa terminologia solo per i ben-
Elastico A bassa stiffness
daggi rappresentati da un solo componente
Anelastico Ad alta stiffness in cui l’elasticità può essere determinata in
laboratorio. Quando si utilizzano più com-
ponenti come nei kit di bendaggio, le pro-
La pressione esercitata dal bendaggio vie- prietà elastiche complessive del bendaggio
ne calcolata in condizione di riposo con una non sono più misurabili in laboratorio ma
circonferenza di caviglia nota (23 cm) ed una solo in vivo con il calcolo dell’Indice Statico
sovrapposizione degli strati del 50%. di Stiffness (SSI). In questo caso è preferibi-
Più recentemente è stata proposta una nuo- le distinguere i bendaggi in alta stiffness se lo
va classificazione che si basa sulle 4 principali SSI è maggiore di 10 e bassa stiffness se mino-
caratteristiche dei bendaggi compressivi: re di 10 (Tabella III).
Pressione (Pressure), Strati (LAyers), Compo- Ogni bendaggio potrà essere classificato
nenti (Components), Proprietà elastica in base a questi parametri (Tabella IV).
(Elasticity): classificazione PLACE 4.
I bendaggi si classificheranno: Calze elastiche
— in base alla pressione esercitata a ripo-
so, in posizione supina, misurata al punto Anche per le calze elastiche vi sono esi-
B1 al momento dell’applicazione: bendaggi genze classificative mancando una normati-
a pressione leggera (<20 mmHg), moderata va internazionalmente accettata.
TABELLA IV. — Alcuni esempi di bendaggio classificati secondo PLACE. Si deve osservare che il livello di pressio-
ne dipende dalla estensione data alla benda all’applicazione e che tutti i bendaggi possono esercitare una pres-
sione media o bassa. Quando applicati secondo le norme del costruttore essi dovrebbero esercitare la pressione
indicata.
Bendaggio Pressione Strati Componenti Elasticità
Pütter bandage ®
Molto forte Multistrato Monocomponente Anelastico
Profore® Forte Multistrato Multicomponente Ad alta stiffness
Rosidal sys® Molto forte Multistrato Multicomponente Ad alta stiffness
Coban 2L Forte Multistrato Multicomponente Ad alta stiffness
Unna boot Forte Multistrato Multicomponente Al alta stiffness
Calza elastica leggera/media Monostrato Monocomponente Elastico
Kit elastico media/forte Multistrato Multicomponente A bassa stiffness
TABELLA V. — Pressione esercitata dalle calze elastiche al punto B a seconda delle varie normative nazionali.
Classe CEN UK FR CH D
TABELLA VI. — Degressività della pressione dalla caviglia al polpaccio ed alla coscia a seconda della pressione
esercitata (secondo in Comitato Europeo per la Standardizzazione)
Classe di compressione B Caviglia B1 C polpaccio F o G Coscia
Le calze elastiche possono essere distinte Non c’è alcuno spazio per queste calze nel
in 3 categorie 7: trattamento delle lesioni trofiche cutanee.
Calze preventive o di sostegno: fino a 18
mmHg Calze terapeutiche
Forniscono una compressione limitata alla
caviglia e rapidamente decrescente con l’au- Sono le uniche che hanno un ruolo nel
mentare della circonferenza dell’arto. Ven- trattamento delle lesioni trofiche cutanee.
gono classificate non in base alla pressione Per calza elastica terapeutica si intende
esercitata, ma al loro spessore espresso in una calza costruita secondo norme codifica-
Denier (unità di misura dello spessore del te e controllate da appositi Istituti Nazionali
filo tessile 1 Denier (DEN) = peso in grammi di controllo che ne certifichino la qualità in
di 9 Km di filo). Esse esercitano una com- termini di modalità di costruzione e pressio-
pressione alla caviglia variabile a seconda ne esercitata a seconda della classe di com-
dello spessore del filato: pressione.
— 40 DEN: < 10 mmHg La pressione esercitata dalla calza viene
— 70 DEN: 10-14 mmHg misurata su una caviglia ipoteticamente cilin-
— 140 DEN: 15-18 mmHg drica.
Sono disponibili solo in taglie standard, Essa è diversa, anche nell’ambito della stes-
generalmente poco costose, ma non sono in sa classe di compressione, da paese a paese
grado di esercitare una compressione suffi- (Tabella V). In Italia non esiste una normati-
ciente in presenza di insufficienza venosa. va specifica e la normativa RAL GZ 387 è sta-
Calze antitromboemboliche: 18±3 mmHg. ta adottata da alcuni produttori italiani.
La calza anti-trombo-embolia è una calza Un altro parametro importante è la degres-
elastica terapeutica costruita in modo tale da sività della pressione dalla caviglia al pol-
essere ben tollerata a riposo ed esercitare paccio e alla coscia: anche riguardo a questo
una pressione di 18±3 mmHg alla caviglia. parametro, vi sono differenze tra i vari stan-
Attualmente vengono commercializzate dard nazionali nonostante una normativa sta-
anche calze antitrombo che esercitano pres- bilita dal Comitato Europeo per la Standardiz-
sioni superiori (attorno a 24 mmHg) ma che zazione 6 (Tabella VI).
non hanno evidenza di un’azione superiore
N.B.: La nostra raccomandazione è le calze elasti-
alle prime. che vengano distinte non più in base alla classe di
Degressione pressoria: B 100% - B1 80- compressione ma alla pressione esercitata così che
100% - C tra il 60-80% - F o G tra il 40-70% non ci sia alcuna possibilità di confusione tra le diver-
[CEN1998, draft prEN 12719]. se normative.
Introduzione
Legge di Starling
Le ulcere degli arti inferiori costituiscono Jv= Kf ([Pc-Pi] – [pppc - ppi ]
una grave patologia che colpisce dall’1 al 2% Jv = movimento del liquido (ml/min)
della popolazione 1, soprattutto anziana e rap- Kf = conduttanza idraulica o coefficiente di fil-
trazione (ml/min mmHg)
presentano una situazione di estremo disagio Pc = pressione idrostatica del capillare (mmHg)
per la qualità di vita del paziente e della sua Pi = pressione idrostatica interstiziale (mmHg)
famiglia. ppc = pressione oncotica del capillare (mmHg)
Studi sulla terapia compressiva hanno evi- ppi = pressione oncotica interstiziale (mmHg)
denziato come i bendaggi ed i tutori elastici
non solo costituiscano un valido trattamento
di tale patologia ma posseggano un ottimo delle valvole incontinenti che provoca un
rapporto costo-beneficio 2. Quando al ben- aumento della pressione idrostatica 12. Essa
daggio si unisce l’uso di medicazioni avanzate si ripercuote a livello del microcircolo crean-
si ottiene una percentuale di guarigioni anco- do uno squilibrio tra pressione di filtrazione
ra superiore 3, 4. e di riassorbimento del liquido interstiziale,
Negli ultimi anni la comprensione dei mec- con conseguente formazione di edema.
canismi fisiopatologici ha avuto notevoli svi- Edema: è definito come un aumento dei
luppi anche se diversi aspetti restano ancora liquidi interstiziali con accumulo nei tessuti,
da approfondire 5-10. tale da diventare clinicamente manifesto. La
quantità del liquido che si accumula dipende
L’ipertensione venosa dalla permeabilità della parete capillare (coef-
ficiente di filtrazione) e dal gradiente di pres-
In posizione eretta o seduta la pressione sione idrostatica e oncotica tra sangue e tessuto.
venosa nella safena interna a livello del mal- La differenza di pressione idrostatica causa fil-
leolo è pari alla pressione idrostatica pro- trazione verso il distretto dove la pressione è
dotta dall’altezza della colonna di sangue che minore, mentre la differenza di pressione onco-
va dall’atrio destro al punto dove viene rile- tica causa riassorbimento verso il distretto dove
vata la pressione (da 50 a 100 mmHg); tale la pressione oncotica è maggiore. La relazione
situazione è uguale nel soggetto sano e nel tra tali fattori è rappresentata dall’equazione
paziente flebopatico. di Starling 13. L’edema è il primo sintomo delle
Durante la deambulazione, nel soggetto alterazioni in corso di insufficienza venosa cro-
sano l’azione combinata delle pompe musco- nica (IVC) e può evolvere verso una vera e
lari del piede e polpaccio e l’efficienza del propria interstiziopatia con trombosi capilla-
sistema valvolare venoso (“Pompa Valvulo- re, ipossia e necrosi tessutale che esitano in
Muscolare”, PVM), determina una riduzione lipodermatosclerosi e ulcera cutanea.
della pressione fino a 20-30 mmHg 11. Nel La correzione dell’ipertensione venosa e
paziente con insufficienza venosa cronica dell’edema è di importanza cruciale per il trat-
(IVC) l’incontinenza delle valvole venose ed tamento delle manifestazioni cliniche e può
il conseguente reflusso venoso risultano in essere ottenuta con la terapia compressiva.
una minor riduzione della pressione venosa La terapia compressiva consiste nell’appli-
mentre talvolta, nelle situazioni più gravi, la cazione sulla superficie cutanea di una pres-
pressione può addirittura aumentare. Si par- sione esterna destinata a controbilanciare le
la di ipertensione venosa deambulatoria. pressioni intravenose patologiche.
L’ipertensione venosa deambulatoria è cau- In caso di IVC essa ha dimostrato effetti
sata principalmente dal mancato fraziona- positivi sul macro e microcircolo venoso ma
mento della colonna di pressione da parte anche sulla circolazione linfatica e arteriosa.
Effetti sul macrocircolo venoso Inoltre essi possono funzionare come sub-
strato per la fibrosi del derma.
La compressione riduce il calibro venoso
La compressione produce numerosi effet-
che a sua volta determina un aumento della
ti benefici. Essa da un lato accelera il flusso
velocità del sangue e della linfa, una ridu-
del sangue a livello microcircolatorio e favo-
zione dei reflussi patologici e un conseguente
risce il distacco dei leucociti dall’endotelio
aumento del flusso anterogrado (verso il cuo-
impedendone l’ulteriore adesione 25; dall’altro,
re) 14-17. Questo comporta una riduzione del- riducendo la viscosità ematica, previene la
la pressione idrostatica che unitamente all’au- microtrombosi parietale 14, i danni tessutali
mento della pressione interstiziale riduce la ischemici e la morte cellulare.
pressione transmurale. Ne risulta una ridu- Inoltre la compressione è in grado di ridur-
zione della pressione di filtrazione (ridotta re ed ammorbidire la lipodermatosclerosi e di
perdita di liquido capillare) ed un aumento di favorire la circolazione cutanea 23, 26 riducen-
riassorbimento del liquido nelle vene e nei do la pressione tessutale. Sono state docu-
vasi linfatici con conseguente riduzione, fino mentate anche una riduzione la filtrazione
alla scomparsa, dell’edema. capillare, un aumento del riassorbimento di
Sono stati, inoltre, documentati: un aumen- liquidi e proteine grazie alla maggiore pres-
to della frazione di eiezione 18,19, una riduzio- sione tissutale 21.
ne del sovraccarico valvolari 6, una diminu- Infine la compressione provoca un aumen-
zione della pressione interstiziale nel lungo tata produzione di mediatori antiinfiammatori,
termine 17. anticoagulanti, fibrinolitici e vasodilatatori
Il risultato di queste molteplici azioni è che dalle cellule endoteliali. Questi, oltre a ridur-
la stasi e l’ipertensione venosa si riducono re la tensione legata all’edema determinano
migliorando e rallentando le manifestazioni la riduzione del dolore e dei fenomeni infiam-
cliniche dell’IVC. matori così frequenti nell’insufficienza veno-
sa favorendo la guarigione dell’ulcera 27. La
terapia compressiva sembra inoltre ridurre i
Effetti sul microcircolo radicali liberi anche se il meccanismo non è
L’ipertensione venosa deambulatoria cau- ancora chiaro 28.
sa alterazioni significative a livello microcir-
colatorio. Effetti sul sistema linfatico
I granulociti neutrofili vengono attivati, Alcuni effetti del bendaggio sono spiegati
aderiscono alle cellule endoteliali e rilascia- dal suo effetto drenante sul sistema linfatico
no citochine, radicali liberi, enzimi proteoli- ma la riduzione dell’edema appare dovuta
tici e fattori di attivazione delle piastrine 20 più ad una riduzione della filtrazione capil-
causando danni endoteliali. Il rallentamento lare, specie a livello venoso, che non ad un
del flusso e la maggior viscosità ematica cau- aumento del drenaggio linfatico. La com-
sano microtrombosi capillare e formazione di pressione può:
zone ipoperfuse con conseguente morte cel- a) ridurre la filtrazione capillare con ridu-
lulare 21. zione del sovraccarico linfatico
La lipodermatosclerosi che si osserva in
corso di IVC 22 ed è a sua volta responsabile
di un’ipossia cutanea in quanto provocando
Il linfangione è il segmento di collettore tra 2 val-
un elevata pressione tessutale 23, causa una vole che indirizzano il flusso (dalla periferia al
ridotta perfusione cutanea. centro e dal profondo al superficiale) e preven-
Infine l’ipertensione venosa provoca una gono il reflusso. Esso è dotato di proprietà con-
trasudazione di macromolecole proteiche trattile. Il movimento, il ritmo respiratorio, la pul-
con deposito delle stesse intorno ai capilla- sazione arteriosa, il trattamento linfodrenante ma
ri; si è ipotizzato che questi manicotti di fibri- anche il bendaggio e l’esercizio de congestivo ad
arto bendato sono in grado di stimolare ed aumen-
na compromettano gli scambi nutrizionali e tare la contrattilità del linfangione.
di ossigeno provocando danno tessutale 24.
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Sfatare i miti
Miti Realtà
Ulcere venose Compressione con pressione forte o molto forte; bendaggio Kit elastici o sistemi
anelastico multicomponente tubulari che garantiscano
una pressione di almeno
Ulcere miste 1) arteriopatia lieve con ABI>0.8: compressione a pressione 40 mmHg in ortostatismo
forte; bendaggio anelastico multicomponente; eventuale
aggiunta di protezioni per salienze ossee o tendinee
2) arteriopatia modesta (ABPI 0.5-0.8) o severa (ABPI <0.5):
v sotto
Se il paziente con arteriopatia severa non lanti; ridotta produzione di mediatori del-
può essere sottoposto a trattamento di riva- l’infiammazione (citochine, TNF-α), aumen-
scolarizzazione può essere indicata la com- to del linfodrenaggio 39.
pressione pneumatica intermittente. Essa ha La compressione ancora una volta dovrà
dato evidenti prove di efficacia non solo nel essere attuata con bendaggio anelastico; una
paziente con normale flusso arterioso ma pressione media o leggera può essere suffi-
anche nell’arteriopatico critico e deve essere ciente in questa categoria di ulcere. Partico-
presa in considerazione per aumentare il flus- lare attenzione dovrà essere posta alla pro-
so arterioso 33-38. tezione della cute e delle salienze ossee o
tendinee.
Ulcere linfostatiche
Prevenzione delle recidive
Razionale: riduzione dell’edema, rimodel-
lamento della gamba, prevenzione di lesioni La calza elastica è necessaria per mantenere
cutanee. il risultato e prevenire la recidiva.
L’indicazione è verso un bendaggio ane- Maggiore è il grado di compressione del-
lastico, multistrato e multicomponente ad alta la calza minore sarà l’incidenza di recidiva
pressione. Il livello della pressione deve ridur- per cui dovrebbe essere prescritto il massimo
si in caso delle usuali patologie concomitan- di compressione elastica che il paziente rie-
ti come la malattia arteriosa, etc. Specie nel- sce a sopportare.
le prime fasi del trattamento esso va rinnovato Un’evidenza di grado A è stata raggiunta
frequentemente in quanto tende a perdere solo dalla III classe di compressione 40-42.
rapidamente efficacia per effetto di una mas- Partecipazione del paziente alla terapia
siva riduzione dell’edema. È importante che il paziente sia motivato
Particolare cura dovrà essere posta: alla guarigione e partecipi attivamente al suo
— nel rimodellamento dell’arto riempien- trattamento.
do i recessi cutanei ed aggiungendo prote- In particolare, per quanto riguarda la tera-
zioni supplementari per uniformare la pres- pia compressiva è importante incoraggiarlo ad
sione applicata e prevenire lo scivolamento una corretta deambulazione perché solo
del bendaggio. durante la deambulazione il bendaggio espli-
— nella protezione della cute, spesso mol- ca la sua massima efficacia.
to fragile in questi pazienti, anche con sostan- Infine il paziente deve sapere di dover
ze emollienti e con protezioni supplementa- riposare più volte nella giornata in posizione
ri nei punti di massima frizione come il ten- declive con gli arti sollevati per favorire il
dine d’Achille o quello pre-tibiale ed il dor- deflusso venoso e di evitare di stazionare a
so del piede. lungo in posizione seduta od ortostatica.
Vista la grande quantità di liquido che fre-
quentemente viene mobilizzata ricordare di Da non dimenticare
utilizzare diuretici e cardiotonici nei pazien-
ti con cardiopatia per prevenire lo scom- La terapia compressiva è il fondamento
penso cardiaco congestizio. della trattamento di quasi tutte le ulcere.
Le “altre” ulcere (vasculitiche, pioderma Prima di applicare la terapia compressiva
gangrenoso, connettivopatie). è necessario un accurato inquadramento dia-
Razionale: la terapia compressiva trova una gnostico: in particolare deve essere esclusa la
sua giustificazione anche in queste ulcere in presenza di arteriopatia significativa (con ABI
quanto induce: < 0.5) che rappresenta l’unica vera controin-
riduzione della stasi e quindi trattamen- dicazione al bendaggio.
to/prevenzione dell’edema; incremento del- La mobilità o la scarsa mobilità del pazien-
la velocità di flusso micro circolatorio; ridot- te non rappresentano un’indicazione ad un
ta deposizione di immunocomplessi circo- particolare tipo di bendaggio
Il costo della terapia compressiva deve 16. Moffatt CJ, Mcacullagh L, O’Connor et al. Randomized
trial of four-layer bandage systems in the management
essere tenuto in considerazione: l’uso di mate- of chronic venous ulceration. Wound Rep Reg
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TABELLA I. — Costi settimanali (lesioni non guarite) TABELLA II. — Costi e risultati previsti (da Franks, su dati
da Franks PJ, modificata. di Morrel, modificata).
Terapia Terapia Terapia Terapia
sistematica consueta sistematica consueta
compressiva compressiva (opzione B)*
(opzione A)
Costo % Costo %
Guarigione ulcera a 12 settimane 34% 24%
Costo infermiere € 24 (60,0) € 24 (80,0) Guarigione ulcera a 24 settimane 58% 42%
Medicazioni/bendaggi € 13 (32,5) € 3 (10,0) Guarigione ulcera a 52 settimane 71% 60%
Altri costi € 3 (7,5) € 3 (10,0) Tempo mediano di guarigione 19-20 35-36
Costo settimanale totale € 40 € 30 settimane settimane
Frequenza (settimanale) 1,1 2,2 Ricadute (entro 52 settimane) 17 (24%) 13 (22%)
Costo settimanale totale € 44 € 66 Costo medio per paziente € 1.205 € 2.135
Costo per la guarigione € 1.697 € 3.558
NOTE SUI COSTI
1. £1 = 1,5 euro (€ )
2. Terapia consueta = dati basati su 2000 prezzi rilevati nello
studio di Simon (3) risultati appaiono assai differenti se si consi-
3. Bendaggi elevata compressione (4 componenti) = costo dera il rapporto costo-efficacia per la Struttura
Profore®(9)
4. Costo infermiere = costo medio di una visita di un sanitaria che eroga l’assistenza oppure se si
infermiere dell’ente sanitario locale compreso il trasporto (8) considera la prospettiva del paziente intesa sia
come costi individuali che come qualità del-
multicomponente), dal tempo di guarigione la vita.
(inferiore del 20% per il multicomponente) e L’impatto economico del trattamento delle
dalla percentuale di guarigione (maggiore ulcere venose per un Sistema Sanitario è
per il multicomponente). La conclusione evi- comunque assai elevato. Alcuni studi anglo-
denzia un sensibile risparmio con un approc- sassoni sui costi del materiale di medicazione
cio fondato sulla terapia compressiva siste- e bendaggio stimano una spesa compresa fra
matica. il 2-3% del budget sanitario nazionale 13, 14; la
Un limite dell’analisi di Franks è rappre- terapia delle ulcere venose inoltre impegna il
sentato dall’aver considerato solo le ulcere 50% del tempo di lavoro degli Infermieri di
che possono essere trattate con alta pressione Distretto 14. Dal punto di vista della Struttura
per altro secondo le Linee Guida che sono Sanitaria diviene preminente fornire il tratta-
concordi nel limitare il trattamento ad alta mento più efficace al costo inferiore.
pressione alle ulcere venose non complicate. Dal punto di vista del paziente il rapporto
Le considerazioni di Franks non possono esse- costo-efficacia del trattamento dipende sia da
re estese alle ulcere che si accompagnano ad fattori legati all’ulcera (dimensione, durata e
una riduzione più o meno grave del flusso mobilità dell’arto) sia da fattori estranei alla
arterioso o a limitazioni del movimento per patologia venosa. La disponibilità di terapie
le quali il bendaggio ad alta pressione è scon- efficaci passa anche attraverso la facilità del-
sigliato o addirittura controindicato 12. l’accesso alle sedi di trattamento (grado di
Altro limite della valutazione, che lo stesso mobilità, costi di trasporto, ecc.) ed al supe-
Franks evidenzia nella discussione dei dati, ramento di barriere culturali che portano il
consiste nell’aver confrontato unicamente i paziente a considerare ineluttabile la sua con-
costi finali del trattamento, trascurando i costi dizione. Già storicamente veniva segnalato
complessivi per il Sistema Sanitario che dipen- che le ulcere venose interessavano prevalen-
dono dal mantenimento di una struttura spe- temente persone di modesta condizione socia-
cializzata in grado di erogare un “trattamento le ma anche recenti ricerche hanno sottoli-
compressivo sistematico”. Garantire la dispo- neato l’importanza di fattori come la classe
nibilità di una diagnostica eco Doppler e la for- sociale, la solitudine e la disponibilità di riscal-
mazione continua del personale ha un costo damento domiciliare 15, 16.
che riduce il margine osservato. In Italia la disponibilità di una terapia
Inoltre quando si affrontano gli aspetti compressiva è limitata dalle normative di
socio-economici di un trattamento occorre legge da cui discende un’insufficiente dispo-
definire il punto di osservazione scelto. I nibilità di materiali di bendaggio, sia dall’i-