Pratictioner in NLP PDF

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- INDICE -

PRATICTIONER:

pag. 02 giorni 1-2

pag. 09 giorni 3-4

pag. giorni 5-6

pag. giorni 7-8

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- PRATICTIONER IN PNL -
I° GIORNATA
N - si riferisce al cervello e come questo afferente tutti gli stimoli, che in PNL vengono rinchiusi in
tre categorie Visivo, Auditivo e Kinestesico (raggruppa tutti gli altri sistemi afferenziali);
L - si tiene in considerazione di ogni singola parola la quale ha un trigger in ogni mente, sempre
diversa ed unica;
P - si riferisce a come ogni nostra esperienza viene gestita, quindi percepita, memorizzata e
richiamata alla memoria.
Quattro sono i principali assiomi della PNL:
1. Non esiste il fallimento, esiste solo il feedback;
2. La mappa ed il territorio sono due cose diverse;
3. Se qualcuno riesce a fare una cosa allora tutti posso riuscirci;
4. L’esperienzialità ha una struttura (ed è ciò a cui la PNL si rivolge!!!).
Nel cervello i “NON” sono bypassati e vengono omessi; la percezione passa per le aree di
Broca e Wernike per l’affluenza e l’interpretazione significante delle parole.
La PNL interessa perchè studia come il linguaggio programma la neurologia e viceversa…
Negli anni ’60 negli USA un matematico iniziò a lavorare con psicoterapeutici, tipo Fritz Pearls
(l’inventore della teoria della “sedia vuota”) e questo matematico era Richard Bendler; altri
personaggi analizzati da Bendler fu Virginia Satir (altra psicoterapeutica); si scoprì che ogni
terapeuta (anche Fendelkrise fu analizzato) crea dei sistemi processuali per approcciare i pzz.
Furono analizzati anche molte persone che sono riuscite a liberarsi da fobie vedendo che ci sono
molti punti in comune ed estraendoli si trovò una sintesi che diventò una terapia.
LA STRUTTURA DELLA MAGIA è il primo libro di PNL scritto da Bendler; (12 di sei
lettere, 10 di cinque lettere, 8 di quattro, 6 di tre lettere e poi 4 e 2 con rispettivamente sette e tre
lettere!!!).
LA MAPPA NON È IL TERRITORIO
Ci sono tre sistemi di filtro delle informazioni che ci afferentano (F1):
Cancellazioni - vengono effettuate dal cervello perchè, quando sovraccarico non riesce a
gestire tutte le informazioni; ci permettono di mantenere l’attenzione su una cosa
specifica che ci interessa ed al tempo stesso impoveriscono la mappa mentale (MM)
Generalizzazioni - restringono la MM perchè si fa usa di esperienze precedenti per
classificare le informazioni attuali
Distorsioni - alterano la MM a causa delle due precedenti restrizioni (cancellazioni e
generalizzazioni);
Infine, come grande organizzatore del pensiero-ragionamento della persona appaiono le
PRESUPPOSIZIONI.
Fatti-Convenzioni-Convinzioni
Quando il bimbo dice: c’è un cane è un FATTO, mentre quando la madre specifica che “è un
pastore tedesco” si va in una CONVENZIONE; se poi dice “attento perchè è pericoloso” si entra
in una CONVINZIONE: solitamente le persone si comportano in base alle CONVINZIONI! da
qui si capisce che LA MAPPA NON È IL TERRITORIO.

Rapport - è il rapporto che instauro con la persona (F2)


Ricalco - mi serve per comprendere l’altro per poi passare al 3° step
Guida - indica l’azione che faccio quando accompagno una persona verso un mio punto di vista.

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Tesi di Mc Lean dei tre cervelli (F3):
Cervello Rettile - è la parte vegetativa che ci fa agire
di pancia
Cervello Limbico - ama le storie alla soap opera
Cervello Prosencefalico - matematico, logico e
deduttivo schematico.
Il cervello rettile percepisce la vita vegetativa
in primis e quindi la respirazione di tipo
diaframmatico (monaco Zen: “il miracolo della
presenza mentale”).
La centratura di una persona rende conto del
suo stato di salute; se una persona è retta, dritta e
centrata appare sempre affidabile, capace, sana e
quindi degna di essere alfa!
Altra cosa che il cervello rettile nota è se ci si ricorda
il suo nome: ripetere almeno tre volte il nome di una
persona crea un rapport speciale (il proprio nome è
un suono bellissimo); c’è una tecnica per memorizzare
il nome di una persona:
1. Pensare solo al nome che si vuole ricordare
2. Pensare ad un aspetto caratterizzante della
persona
3. Dare una forma al nome
(book: memoria prodigiosa)
Le parole tossiche (quando si deve gestire il rapporto
di parità/superiorità intellettuale):
Scusa - utilizzato come intercalare, tipo
“scusa, mi passi la penna?” e questo è il male
Disturbo - evoca un agente infastidente
Rubare - posso rubarti un minuto?
Grazie - ottimo tra amici, malissimo tra persone in ambito professionale perchè crea senso
di debito verso l’interlocutore; “mi fa piacere che lei abbia trovato il tempo per
ascoltarmi”
Provare/Cercare - è implicito il fallire e quindi si installa nell’ascoltatore il bonus che se
anche non riuscirà è lo stesso e non c’è problema
Spero - spero che voi mi comprendiate… MALISSIMO!
Hai capito? - posto come quesito è come dare del deficiente all’interlocutore
Mi sono spiegato? - mentre prima dò del deficiente all’ascoltatore, qui dò del deficiente a
me stesso, screditando la mia immagine!
Congiuntivi/Condizionali - NO! Sempre dare ordini diretti e certi (#MAGA, Make America
Grate Again, di Trump alle elezioni 2016)
NO - è una parola stressogena per antonomasia, soprattutto negli intercalari!
Ma/Però/Tuttavia - parole che cancellano tutto quello che è stato detto sino ad ora, che se
si passa dal K+ al K- è deleterio mentre è ottimo fatto al contrario
Anche se - porta l’attenzione a quello che viene prima: Luca lavora molto bene ANCHE SE
ha un pessimo carattere; questo porta attenzione al fatto che Luca lavora molto bene

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- STRATEGIA APPLE -
FEEL rettile si, il prodotto costa
FELT limbico telling story, “anche a me è successo…”
FOUND matematico ed in effetti potrai valutare i guadagni che avrai, molto superiori!
- SEMPRE PRIMA RICALCO E POI GUIDA -
Il CAPO utilizzai potere del ruolo mentre il LEADER utilizza il potere persuasivo
I tre cervelli digeriscono i comandi verbali in diversi tempi (la neocorteccia percepisce SOLO
imperativi ed indicativi): per primo arriverà sempre il RETTILIANO
Interessante è l’utilizzo virtuoso del NON, ad esempio: “non devi farlo adesso…”; inoltre la
sottolineatura per analogia è utile (Broca prende il dato come tale senza percepire il non -non devi
arrivare in ritardo percepisce che si può arrivare in ritardo- mentre Wernike percepisce tutta la
frase e quindi percepisce ce NON DEVO ARRIVARE IN RITARDO!) rinforza il comando nascosto.
RICALCO: utilizzo del “LINGUAGGIO” dell’interlocutore

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Il “TI CAPISCO” non è compreso dal cervello rettile:
1. “immagino che se mi dici questo hai delle buone ragioni per dirlo”
2. “posso solo immaginare come tu ti senta”
3. “rispetto il tuo punto di vista perchè hai sicuramente delle buone ragioni”

1. Sistemi rappresentazionali:
Sono tre i sistemi rappresentazionali: visivo, auditivo, cinestesico.
Visivo - parla di soldi e ragiona in termini di immagini,
solitamente parlando molto velocemente; Scuro, ofuscato,
chiarire, vederci chiaro, dammi un occhio, vedi?,
evidenziami, sotto gli occhi di tutti, illustrami, illuminami,
dammi una panoramica generale, dal mio punto di vista,
osservare, nebuloso/oscuro, prosciutto davanti agli occhi.
Auditivo - parlano molto lentamente, scandiscono le parole e
tendo ad accompagnare la voce con i gesti; Sei sordo,
armonioso, vibrazione, accordiamoci, dissonante, non mi
suona musica per le mie orecchie, sento un gran rumore in
testa, grave/acuto, sintonizzarsi, stessa lunghezza d’onda,
andare sulla stessa frequenza.
Cinestesico - tendono molto spesso a toccare evitando il
contatto oculare, utilizzando movimenti “dall’interno
all’esterno”; Mi sento giù, pesante/leggero, il tempo vola,
quella persona è molto rigida/dura di testa, persona calda/
fredda (cognizione incarnata: dare una tazza di tè calda
mentre vogliamo farci sentire caldi ed avvolgenti), a pelle,
sento che c’è un legame, “di pancia”, solido, dare sicurezza.
Tutte le persone utilizzano tutti i canali con % maggiore al preferito; è vero che ci sono momenti e
contesti in cui il soggetto preferirà.
Esercizio utilizzando un linguaggio circolare (Fitzpatrick); contesto: promuovere una
serata sul tema “la genitorialità”:
Oggi più che mai abbiamo sotto i nostri occhi l’evidenza della necessità di ascoltare i bisogni dei
nostri bambini, esigenze che se non affrontate prontamente portano alla fragilità del rapporto
genitore-figlio. Ci vediamo presso Panta Rei per ascoltare il nostro “esperto/a” che vi farà
toccare con mano l’efficacia, la sicurezza e l’empatia necessarie nella relazione genitore-figlio.
Studi scientifici confermano la validità e necessità del modello terapeutico proposto.
Adesso sta in te: ti aspettiamo sabato alle 16.00
2. Campi affermativi, detti TRUISMI:
più l’interlocutore capisce che chi parla ha ragione più abbassa la guardia e si fida; le inferenze
linguistiche creano proprio un setting di fiducia: “non fare questa terapia finché non decidi di
guarire”, “non fare un corso di PNL finché non decidi di comunicare efficacemente”.
3. Tono di voce:
a. Incompetenza Inconscia - non si sa che sia possibile fare una data cosa, come ad esempio
l’ignorare l’esistenza dei pattini mi rende inconsapevole che si possa andare sui pattini;
b. Incompetenza Conscia - so che esistono i pattini e non ci sono mai andato sopra quindi sono
conscio che sono incapace di pattinare;
c. Competenza Conscia - imparo ad andare sui pattini;
d. Competenza Inconscia - vado sui pattini senza pensare a “come faccio a pattinare”.
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4. Ricalco “non verbale”:
Il ricalcare a mò di specchio il movimento della persona che abbiamo davanti deve essere applicato
almeno dopo 40 secondi dal gesto fatto; una cosa interessante è che questo mirroring può essere
utilizzato come feedback per vedere se c’è “rapport”: dopo aver fatto ricalco decido di cambiare
volontariamente posizione per vedere se la persona mi segue… se lo fa c’è rapport!
Prima di fare un corso di comunicazione, fai un corso di silenzio; mentre l’interlocutore parla è
importante ripetere mentalmente quello che dice, evitando di pensare a ciò che si deve dire dopo…
- GUIDA -
Fondamentale sempre prima fare ricalco e poi seguire una cornice;
Esempio: le faccio qualche domanda “per capire meglio (io)”; il per capire meglio è la
cornice che voglio dare nella mia frase
le faccio qualche domanda “per poterle essere più utile”: in questo caso la cornice
viene fatta attorno all’esigenza dell’interlocutore!

- SEGNALI DI ACCESSO OCULARI -


Questo tipo di accesso è fantastico per valutare
sinestesia V/A
la coerenza discorsiva ed il processo per
costruire in tempo reale il discorso.
La parte dx del pz è la zona di costruzione VAC
mentre la sx è del ricordo VAC; in alto ed in
basso sulla linea mediana si hanno sinestesie
rispettivamente Visivo/Auditiva e Cenestesico/ VI
Auditiva; la parte centrale è invece il Visivo
Interno (VI).

sinestesia C/A

Visivo

Auditivo

Cenestesico

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- LINGUAGGIO DEL CORPO -
Quanto sono importanti le parole? Normalmente
(percentuali di Albert Mehrabian) si ritiene che
l’importante del verbale varia in funzione del contesto
del dialogo; un dato non verbale non va mai
interpretato come fine a se stesso ma SEMPRE
contestualizzato.
Prossemica - spazio che occupiamo nel dialogo,
dall’intimo, al personale, al sociale; questo vale anche
per i mezzi di spostamento, tipo mentre guidiamo le
automobili; vi sono quattro zone principali di cui tener
conto, e sono:
1. Zona intima - zona del partner e del gruppo intimo della famiglia;
2. Zona personale - è la distanza della stretta di mano (gli antichi romani si stringevano
l’avanbraccio); riuscire ad entrare inconsciamente dalla zona personale a quella intima è
importante per creare RAPPORT, cercando di entrare distraendo; chi dà la mano prona
significa che il rapporto è svantaggioso da parte nostra mentre il nostro interlocutore si
posiziona SOPRA DI NOI! Per far ruotare la mano a questa persona è sufficiente spostarsi
verso la sua destra e sarà obbligato a portare la mano da prona a supinarla. Ricordarsi la
situazione in cui si deve far capire chi comanda ed il gesto del “good Little boy”, diverso dalle
tre pacche sulla spalla che significa l’interlocutore NON DESIDERA ABBRACCIARCI.
3. Sociale
4. Pubblica
Altra cosa nel sistema comunicazionale è la teoria dell’asta e de triangolo:
a. Il triangolo dà il messaggio del mio ascolto attivo in rapporto al mio interlocutore
b. L’asta è utilissima nel dare comandi precisi e specifici, da usare poco e nel momento giusto;
il dito indice che punta sottolinea il “devi fare questa cosa” e l’importanza del FARE LA
COSA; è diversa la mano che si alza mentre puntualizza a mò di gesto “OK” un dato
specifico perchè in questo caso l’importanza è sul TEMA DELLA COSA (ad esempio un
esercizio che il pz deve fare oppure una terapia che deve fare).
Per chi fuma buttare il fumo verso il basso significa non essere d’accorso; quando si è in piedi e c’è
una gamba più avanti quella dà la direzione dell’interesse (se è verso di noi è interessata a noi, se è
verso la porta…)
Psicogeografia - si può dividere una scrivania tagliandola di traverso a metà per il terapeuta e
metà per il pz e questo crea una messa in conflitto: l’ideale è stare ai due lati prossimi di un tavolo
oppure creare un angolo inferiore ai 180°.

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- SEGNALI DI APPREZZAMENTO/RIFIUTO -
Gesti illustrativi - ad esempio chiedere quanto costa sfregando pollice-indice tra loro
Gesti manipolatori - grattarsi, mettersi a posto la camicia, manipolare la penna
Gesti emblematici - cambiano nelle diverse culture (esempio il si/no col capo in Italia e India: sono
l’opposto).
Segnali di stress - sono tutti quegli stress manipolativi, dagli oggetti al grattarsi al
sistemarsi un indumento; altri segnali di stress riguardano il movimento come ad esempio muovere
un piede o una mano in avanti/dietro, oppure tutto il corpo; grattarsi la gola o il deglutire;
chiusura di braccia/gambe, sempre contestualizzando con abbigliamento e situazione linguistica/
contestuale; un’alzata asimmetrica di una spalla denota contrasto/stress in rapporto a quello che
sto dicendo; retrazione delle labbra.
Segnali di gradimento - oscillare avanti col petto, mani o piedi oppure tutto il corpo;
attivazione del buccinatore, molto rapido; estrazione della punta della lingua rapidamente; sorriso
sincero e simmetrico (se disallineato è segno di disprezzo); la donna che si sorregge la testa con la
mano in appoggio al mento;

- CALIBRAZIONE -
Essere abili nel cogliere tutti gli aspetti di stress/gradimento ed aggiustare i parametri valutativi di
un soggetto in un dato aspetto (verbale, accesso oculare, ecc…).
ESERCIZI:
1. Calibrazione della mimica faciale
2. Calibrazione Visiva
3. Calibrazione Auditiva
4. Calibrazione Cenestesica
5. Gioco del foglio di carta lasciato cadere
6. Intervista

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II° GIORNATA

- METAMODELLO -
livelli di processazione da parte del cervello:
1. Percezioni
2. Sensazioni
3. Emozioni
4. Pensiero
Il Metamodello è molto utile per allargare la mappa
interna dell’interlocutore TOGLIENDO i limiti del pensiero.
Bandler sostenne, presentando il Metamodello, che è
gerarchizzato in LIVELLI LOGICI che dal più complesso (le
PRESUPPOSIZIONI, che governano i sottostanti) scende al
più elementare (le CANCELLAZIONI, che fungono da servo
elementare); il livello più alto di modellamento è proprio la
PRESUPPOSIZIONE, che dirige ed organizza gli altri.
Dal basso verso il più alto, complesso ed organizzato, questi sono (Ca-Ge-Di-Pre):
CANCELLAZIONI
Sono perturbazioni della Mappa Mentale (MM) che la impoveriscono; solitamente all’interlocutore
mancano delle informazioni:
1. Semplice (mancanza o aspecificità di Complemento) - manca o rimane aspecifico il
complemento; una frase con SOGGETTO-VERBO-COMPLEMENTO può essere: Mario
legge libri gialli; nella cancellazione semplice si dirà “Mario legge” oppure “Mario legge di
tutto”… cosa legge?
2. Cancellazione di Termine di Paragone (comparativo o superlativo) - manca sempre uno dei
termini di paragone costa troppo… è meglio aspettare… rispetto a cosa? È la miglior cuoca…
confrontata con chi?
3. Indice Refenziale non specificato:
1. MANCATO - non è importante… per chi? Si pensa che sia giusto fare così… chi lo pensa?
Si crede che funzioni in questo modo… chi lo crede? Nella frase manca sempre CHI
SOSTIENE il fatto o idea; (che è poi una performativa persa!!!)
2. NON SPECIFICATO - gli italiani dicono di essere creativi… quali italiani? In questo caso
si parla di una categoria (persone, oggetti, fatti) SENZA SPECIFICARE IL SOGGETTO;
3. SPOSTATO - idee, pensieri o credenze si spostano da un soggetto ad un altro: dopo averlo
fatto sai come si sta… l’indice referenziale in questa frase viene spostato da chi parla a chi
ascolta;
4. Verbo NON Specificato - il governo sta facendo (facendo cosa?) di tutto per il popolo… Lui
sfrutta le persone… in che modo le sfrutta?
5. Processi NON Specificati - molto spesso si sostituisce un processo (parte di frase in cui si ha
un verbo con un aggettivo, CHE NASCONDONO UN GIUDIZIO!!! Ad esempio se alla frase
“lentamente iniziò a piangere” si sostituisce il “lentamente” con “è con lentezza” si nota che il
LENTAMENTE nasconde un giudizio) con un avverbio che termina in -mente.

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GENERALIZZAZIONI (SINEDDOCHE: di una parte si fa il tutto!)
In questi casi al soggetto mancano le alternative e si vede a fare scelte obbligate; le affermazioni
fatte sono secondarie ad una limitazione nel comportamento che il soggetto stesso concepisce come
possibile:
1. Quantificatori universali - chi parla generalizza un fatto: sei sempre in ritardo! Non butti mai
l’immondizia; tutti gli italiani sono bugiardi… nessuno mi capisce; ogni volta che viene
giorno… questo modo di parlare si posiziona su un livello DIGITALE: o tutto o niente! Ci sono
frasi che implicitano il quantificatore universale come “non puoi fidarti del popolo”: si prende
una categoria di soggetti che divengono TUTTI;
2. Operatori Modali:
1. Necessità - il soggetto si sente mosso obbligatoriamente in senso unico per necessità,
bisogno o dovere: devo fare il cambio turno… per forza? Bisogna cambiare… per quale
motivo? È necessario cambiare direzione… come mei è necessario?
2. Possibilità - posso, impossibile, possibile, sono le parole più utilizzare in questa
limitazione: è impossibile farlo… come mai? Si può fare… e come? mi piacerebbe… e
perchè non lo fai? Dovrei fare questa cosa… e perchè non la fai?
3. Presupposizioni - al fine che la frase abbia un senso è necessario dare per scontato qualcosa:
quando leggo c’è sempre qualcuno che viene a disturbarmi…

DISTORSIONI
Creano connessioni tra diverse zone della mappa mentale partendo da credenze personali, credute
dati oggettivi; nascono da un disagio relazionale o credenze limitanti:
1. Causa-Effetto, X causa Y - spippolarsi fa diventare ciechi (tra l’altro garantisco che è
falso!!!); la crisi causa disoccupazione;
2. Equivalenza Complessa, X significa Y - non ho superato l’esame e quindi sono un fallito…
ed un solo esame non superato ci fa diventare dei falliti? leggere significa crescere… tutti i tipi
di lettura? Anche Topolino?; il tuo scarso interesse denota svogliatezza… o forse ci sono altre
spiegazioni?
3. Lettura del Pensiero - spesso è il pregiudizio di sapere cosa gli altri stiano pensando: quelle
ragazze mi stanno guardando mentre ridono e stanno ridendo di me!
4. Nominalizzazione - un verbo o un complemento oggetto divengono oggetti concreti; c’è troppa
confusione (come se si potesse pesare a Kg)… cosa ti sta confondendo? Ho fatto una bella
mangiata (tipo tre metri di mangiata)…
5. Performativa Persa - parlanti o autori di mappe non specificati: manca l’indice referenziale e
l’idea della frase viene data come verità assoluta e incontestabile: divengono regole, principi,
paradigmi; inoltre chi porta la mappa, proprio perchè l’autore è eliminato, può schivare la
responsabilità dell’affermazione! “leggere è fondamentale per essere liberi”… chi lo dice?

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Sono idee di massima che guidano il
PRESUPPOSIZIONI
ragionamento del soggetto; spesso sono pilastri
portanti della cultura in cui è cresciuto o vive

X causa Y, esempio “per colpa della crisi stanno


chiudendo tutte le fabbriche”
Causa-Effetto

X significa Y: lei mi ha
Equivalenza complessa guardato quindi mi ama

Un verbo o un complemento
Nominalizzazione diventano oggetti: ho una fame
Distorsioni da lupo

si mette un pensiero proprio in un


Lettura del pensiero soggetto diverso: mi stanno
guardando perchè sono ridicolo!

È necessario, bisogna fare,


Necessità dobbiamo andare, si deve
cambiare, ecc…
Operatori Modali
Vorrei comprare, potrei
Possibilità cambiare, è impossibile fare,
mi piacerebbe andare, ecc…

Quantificatori universali Sempre , mai,


impossibile, nessuno,
tutti, ecc…

Generalizzazioni Si deve dare per scontato


presupposizioni qualcosa affinché la frase
abbia un senso

METAMODELLO
Manca l’indice referenziale
Performativa Persa e l’idea nella frase viene
data come assioma,
quindi sempre vera

Si sposta la paternità di una frase da


Spostato un soggetto ad un altro: “… e dopo
sai come si sta…”

Il soggetto viene generalizzato


Indice Referenziale Aspecificato all’intero di una categoria

Mancante Manca l’autore della frase

Verbo non specificato Un verbo manca di chiara definizione

Cancellazioni Verbo che, unito ad un


Processi non specificati complemento, nascondono un
“giudizio”; spesso terminano in
-mentre

È stato tralasciato un elemento importante in una


C. Semplice frase (di solito il complemento oggetto)

La frase implica un termine di


Termine di paragone paragone e uno dei termini è assente

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Riassunto:
Cancellazione semplice
comparativa
verbo non specifico
mancanza di indice referenziale
Generalizzazione quantificatori universali
operatore modale di necessità
operatore modale di possibilità
operatore modale di volontà
presupposizioni
Deformazioni nominalizzazione
causa-effetto (X causa Y)
equivalenza complessa (X=Y)
performativa persa
lettura del pensiero

ESERCIZIO DI ROBERTA:
Sono aggressiva (come fai a dire che diventi aggressiva) quando guido (presupposizione e
generalizzazione semplice, con quantificatole universale sott’inteso) (ci sono delle volte in cui guidi
e sei serena?), la scorrettezza (nominalizzazione) mi dà fastidio, sono aggressiva nei
comportamenti fuori dalle regole e non coerenti.
Questo primo lavoro serve capire i metamodelli che utilizza la persona e poi si passerà alla 2° fare
ESERCIZIO DI ROBERTO:
Mi stanno tanto sulle scatole tutte (quantificatore universale) quelle persone (indice referenziale)
che non arrivano dove vorrei che arrivassero (presupposizione e questo è il K-); mi fanno incazzare
quelle persone (indice referenziale) che non riescono a risolvere i loro inciampi (mancanza di
indice referenziale) e glieli devo risolvere io.

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FATTI - CONVENZIONI - CONVINZIONI

ESERCIZIO IN CLASSE:
1. Gli impiegati che lavorano qui mi fanno arrabbiare: non si può contare su di loro.

Sono pigri e trovano tutte le scuse possibili; ecco perché la produzione è calata e i profitti sono
sempre bassi.
2. (Roberta, Raffaella, Roberto) La mia relazione (nominalizzazione) con i miei figli è diventata
(verbo non specificato) rigida. (in effetti il rapporto coi ragazzi di oggi è diventato più
distaccato e freddo; è apprezzabilissimo che tu ti voglia avvicinare al rapporto ricalcandolo
rilassandolo; perchè io possa aiutarti meglio fammi capire cosa intendi per “relazione”; eh,
non sei in una bella situazione; e mi fa piacere che tu voglia migliorare la relazione con loro;
per questo ti chiedo di spiegarmi meglio com’era prima rispetto ad ora; in effetti vivere una
relazione così non è proprio bello; noto che ci tieni tanto ai tuoi figli dicendo questo; e per
questo ti chiedo di spiegarmi di come percepisci questa rigidità) Tutta colpa (generalizzazione)
di mio marito che parla male di me (lettura del pensiero) in loro presenza. (direi che si sta male
a sapere che qualcuno sparla di te; poter fidarsi della correttezza del padre dei propri figli è
fondamentale; visto che sono qua per aiutarti ti chiedo come mai non prendi in considerazione
il fatto che il rapporto è fatto almeno da due persone; in effetti avere il padre dei tuoi figli che
parla male di te non è certo una bella situazione; anche perchè è importante avere una guida
positiva che gestisce i figli; come fai a sapere che lui parla male di te; hai proprio ragione e
sentirsi traditi è davvero bruttissimo; ed è davvero lodevole da parte tua continuare a lottare
per il bene dei tuoi figli; adesso dimmi: come pensi che il tuoi figli vedano il comportamento
del padre?) 

Ormai non potrò (ah, e cosa te lo impedisce? Questa è una domanda sull’operatore modale
“non potrò”) recuperare (verbo non specificato) il rapporto (nominalizzazione) perché loro
vivono con lui (equivalenza complessa).
3. Ho già provato a cambiare metodo di lavoro senza risultati. Ho fatto tutto quello che si poteva
fare e ho sempre fallito. E’ inutile che provi nuovi approcci o metodi, tanto non ci riesco.

RETTILIANO LIMBICO NEOCORTICALE

RICALCO SLEIGHT OF MOUTH è così? METAMODELLO

Uno strumento molto utile che unisce lo Sleight of Mouth (SoM) ed il Metamodello è sfruttare la
teoria di Cialdini sulla leva impegno-coerenza metamodellando lo Sleight of Mouth! È molto
importante tra limbico e neocorteccia inserire la domanda confermativa; cercheremo di
estrarre l’intento positivo e poi metamodellarlo dopo averlo fatto uno SoM.

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- SOTTOMODALITÀ -
La vera scoperta della PNL riguarda le sottomodalità!!! Il metamodello aiuta a capire le
sottomodalità; queste sono le caratteristiche dei sistemi percettivi (visivo auditivo e cenestesico).
Per ogni canale ci sono due tipi di caratteristiche: ANALOGICHE e DIGITALI.
Visive digitali colore/BW
foto/filmato (statico/dinamico)
incorniciata/senza cornice
associato/dissociato
analogiche da scuro a molto luminoso
"più o meno” a fuoco
posizione dell’immagine (nel campo visivo)
grandezza dell’immagine
quantità di immagini
distanza dell’immagine
colori caldi/freddi
Auditive digitali acceso/spento
analogiche volume
livelli di toni alti e bassi
provenienza della fonte sonora
timbro (le persone che hanno problemi di insonnia spesso quando
vanno a letto si parlano internamente come se fossero sveglie)
Cenestesiche digitali
analogiche pressione/leggerezza
temperatura
velocità
quando una data emozione genera una chimica cerebrale questa transita nella corteccia motoria
genera delle allucinazioni
Per aumentare una sensazione positiva ci si deve sempre associare ed, ovviamente, per dissociarsi
da una negativa ci si deve allontanare.
La tecnica “Fast Fobia” di Bendler è una tripla dissociazione.

Esercizio per depotenziare l’immagine negativa:


Associare la persona all’immagine ed indagare la sensazione/emozione;
Chiedere alla persona quanto l’immagine dia fastidio;
Poi si passa a depotenziare l’immagine: se è un filmato gli si chiede di passare a filmato
se è a colori gli si chiede di passare in B/W
Esercizio per potenziare l’immagine positiva:
Vedere da fuori l’immagine positiva e valutarla;
Chiedere alla persona di associarsi all’immagine;
Portare l’attenzione ai diversi parametri (il fuoco, la luminosità, i colori, il contrasto)
Esistono delle sottomodalità guida, che quando utilizzate modificano insieme altre sottomodalità;
ad esempio quando si passa da foto a filmato, solitamente l’immagine diviene anche da B/W a
colori.

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- ÁNCORAGGIO -

L’ancora deve avere queste caratteristiche:


1. Unica
2. Tempestiva
3. Precisa

Il proposito deve essere (acronimo PEPE):


Positivo - mai da proporre in negativo; richiesta di energia in un momento particolare in cui
dovrò affrontare un impegno per me importante;
Evidenza sensoriale - (sempre sul VAK) come ti vedrai dopo che sarà andato tutto bene? Cosa ti
dirai? Che sensazioni proverai?
Personale - si deve pensare ad un momento particolare in cui abbiamo vissuto un evento nel
quale si è presentato lo stato che sto ricercando; posso accentuare in positivo
ancora di più tutte le sensazioni nei sistemi percettivi (VAK) e poi, per CREARE
l’ancora faccio fare il movimento/dire parola (che si ripeterà mentalmente la
persona quando avrà bisogno di attivare l’ancora) mentre faccio RIVIVERE alla
persona quell’emozione positiva.
Ecologico - deve mantenere un perfetto equilibrio nella vita della persona e di chi gli sta vicino

- TIME LINE -
1. Si sceglie l’obbiettivo ed applicarne il PEPE, ad
esempio “voglio sentirmi rilassato all’esame che
farò” e lo si fa scrivere su di un foglietto;
2. Estrazione della TIME LINE, chiedendo alla persona
dove si visualizza alcuni eventi tra passato e futuro
(rispettivamente dietro-avanti oppure sx-dx);
3. Poi si posiziona il foglietto lungo la time line davanti
a noi dove sarà l’evento futuro che vivrò;
4. Si struttura l’ancoraggio che utilizzerò prima
dell’evento e, se è già ancorato;
5. Poi lo si testa lungo la time line nell’esperienza
passata che mi ha ancorato: vedi quello che vedevi,
senti quello che sentivi, vivi quello che hai vissuto:
questo rinforzerà l’ancoraggio;
6. Poi si fa entrare nella time line nel tempo presente, lo
si fa andare prima dell’evento e gli si chiederà di attivare l’ancoraggio prima di entrare
nell’evento per poi passarci attraverso ed alla fine verbalizzare il feedback.

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III° GIORNATA

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