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CESSIONI DI BENI AD ACQUIRENTI DI STATI NORME FACENTI PARTE

DELL’UNIONE EUROPEA.

Le esportazioni dirette, ossia le cessioni di beni (anche tramite commissionari), eseguite mediante
trasporto o spedizione al di fuori del territorio dell’Unione Europea costituiscono operazioni non
imponibili ai fini Iva.
Le esportazioni sono operazioni che non comportano l’addebito dell’Iva, infatti l’articolo 2425 bis
afferma che i ricavi e i crediti sorti a fronte degli stessi, derivanti da operazioni in valuta estera,
devono essere determinati in base al cambio corrente alla data nella quale l’operazione è compiuta.
In concreto l’importo della vendita è contabilizzato dividendo: l’importo in valuta (come risultante
dalla fattura di vendita emessa), per il tasso di cambio corrente alla data in cui l’operazione è stata
eseguita.
All’atto della riscossione del credito potrà originarsi una differenza sui cambi, ossia un componente
positiva o negativa di reddito, nello specifico incasso di un credito in valuta potrà generare:
• un utile sui cambi (differenza positiva)
sei la riscossione del credito in valuta estera avviene per un controvalore che è superiore al
controvalore al quale il credito è stato contabilizzato in precedenza.
• una perdita sui cambi (differenza negativa)
se la riscossione del credito in valuta estera avviene per un controvalore che è inferiore al
controvalore al quale il credito è stato contabilizzato in precedenza.

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