CENNI ANATOMICI
Ciascuno dei due reni dell’organismo contiene all’incirca un milione e mezzo di nefroni
Il nefrone, infatti, è considerato l’unità funzionale del rene, poiché da solo è in grado di svolgere tutte le
funzioni a cui il rene è preposto. Ogni singolo nefrone è suddivisibile in sezioni.
Corpuscolo renale
è formato dal glomerulo renale e dalla capsula di Bowman: questa è una struttura sferica cava a fondo
cieco che avvolge il glomerulo e raccoglie il filtrato. Nell’insieme il glomerulo renale e la capsula di Bowman
costituiscono il corpuscolo
Elementi tubulari
il filtrato raccolto nella capsula di Bowman viene incamerato in una serie di canalicoli: questo sistema
continuo si distingue in un tubulo prossimale, nell’ansa di Henle e in un tubulo distale. Ognuna di queste
porzioni è specializzata nel riassorbimento e/o nella secrezione di particolari componenti del sangue.
Condizione per la quale i reni non sono più in grado di svolgere la loro funzione di regolazione
dell’equilibrio idrico e salino
Si distingue in acuta e cronica, a seconda che si tratti di uno stato patologico sviluppatosi in maniera
rapida ma potenzialmente reversibile oppure di una condizione in progressione lenta nel corso del tempo i
cui quadri patologici, nei casi più gravi, necessitano di dialisi o del trapianto renale.
DEFINIZIONE
proteine.
funzionalità renale.
fosforo e potassio.
CAUSE
suddivisa in 3 tipologie:
-IRA INTRINSECA: causata da condizioni che recano un danno diretto ai reni. La forma più comune è la
“necrosi tubulare acuta” che si ha in seguito ad un danno ischemico dovuto ad una riduzione protratta e
persistente del flusso ematico. Questa forma di IRA INTRINSECA può determinarsi anche per “fattori
tossici”come i mezzi di contrasto o “fattori ostruttivi” come microemboli di colesterolo.
-IRA POST-RENALE: causata da condizioni che bloccano il flusso di urina all’interno delle strutture
dell’apparato escretore. Tra queste condizioni rientrano:tumori alla vescia,ipertrofia prostatica,calcoli renali
o anche danneggiamento delle strutture nervose che controllano la vescica.
SINTOMI
Nelle tre categorie i sintomi sono simili e dipendono dalle complicanze enunciate prima. Infatti:
-ACCUMULO DI FOSFORO: crampi,spasmi muscolari. (fosforo e calcio sono importanti elettroliti per la
contrazione muscolare, e con l’aumento del fosforo si riduce la secrezione di calcio. Quindi in queste
situazione c’è un aumento della secrezione di paratormone che va a regolare l’omeostasi di calcio e fosforo)
DIAGNOSI
• CREATININA:prodotto di scarto che deriva da una normale usura dei muscoli. Il valore ottimale è 1,4 per
l’uomo e 1,2 per la donna. Quando il valore è maggiore significa che c’è sofferenza renale
• AZOTEMIA: valuta la quantità di urea che è il prodotto di scarto del metabolismo delle cellule presente nel
circolo sanguigno. Il valore ottimale è 22-46 mg/dl.
• PH: il cui valore oscilla tra 4 e 7. In caso di insufficienza renale il valore del ph è maggiore di 7,quindi è un
ph basico.
TRATTAMENTO
• Ricorso a farmaci contro la ritenzione urinaria,come i diuretici. Come abbiamo detto prima uno dei primi
sintomi attraverso i quali si manifesta l’IRA è l’oliguria:una diminuita escrezione dell’urina con un flusso
minore di 400m al giorno.
• Farmaci che prevengono l’accumulo di potassio nel sangue, come il sodio polistirene sulfonato. (PICCOLO
APPUNTO: il potassio,in condizioni fisiologiche,ha la funzione di mantenere il potenziale elettrico di
membrana necessario per la conduzioni di impulsi e la contrazione dei muscoli. Inoltre contribuisce al
mantenimento di un ritmo cardiaco normale. Per cui in un soggetto con insufficienza renale può esserci una
condizione di iperkaliemia rappresentata da alterazioni della conduzione cardiaca,aritmie o debolezza
muscolare).
Lenta, progressiva ed irreversibile perdita della funzione dei nefroni in un periodo che può variare da
pochi mesi a diversi anni.
LE CAUSE
Tossicità da danni extrarenali: diabete mellito (intolleranza al glucosio, acidosi metabolica), ipertensione
arteriosa, aterosclerosi
Evoluzione
Nell’evoluzione dell’Irc possiamo identificare 3 stadi:
1° stadio: si registra la distruzione di almeno il 40% dei nefroni e si rilevano, come segno di compromissione
renale, un difetto nella capacità di concentrazione urinaria e una ridotta velocità di filtrazione glomerulare
2° stadio: si evidenzia il quadro conclamato di insufficienza renale; circa il 75% dei nefroni non è
funzionante, si innalzano in maniera molto importante i valori di azotemia e creatininemia e compaiono
nicturia e poliuria
3° stadio: definita insufficienza renale terminale, vede la compromissione di oltre il 90% dei nefroni, valori
altissimi di azotemia e creatininemia e il passaggio da poliuria a oliguria, con segni e sintomi di grave
ritenzione idrosalina.
Sintomatologia
L’Irc è una patologia che, colpendo tutti gli organi e appararti, ha segni e sintomi così vari che possono
essere confusi con quelli di altre patologie. Fra essi troviamo, ad esempio:
Oliguria
Alitosi (l’urea presente nel sangue viene trasformata in ammoniaca nel cavo orale)
Diagnosi
Esami ematici per la funzionalità renale che mostreranno ipercreatininemia (creatinina maggiore di 5
mg/dl) e iperazotemia (azotemia maggiore di 100 mg/dl)
Scintigrafia
Urografia
Prognosi e reversibilità dell’insufficienza renale sono strettamente correlate alla causa e all’eventuale
comorbidità dello stato patologico
Trattamento
ASSISTENZA INFERMIERISTICA
L’infermiere è responsabile dell’assistenza generale infermieristica . Dopo aver acquisito i dati anagrafici
necessari al ricovero del pz,l’infermiere procede ad effettuare l’accertamento infermieristico per delineare
le condizioni del pz al momento dell’entrata in reparto. L’infermiere,in particolare,rileva i parametri
vitali:PA,saturazione,frequenza respiratoria,qualità del respiro e T.C. Oltre a questi parametri
generali,monitorerà anche:
-peso corporeo;
-prelievo del sangue per valutare i valori di azotemia e creatinina. In caso di IRA è importante una dieta
bilanciata effettuata sotto il controllo di un dietista e che prevede di ridurre l’assunzione di proteine e
fosforo,limitare l’introito di potassio e sodio,assumere ogni giorno le giuste quantità di calorie.
L'incontinenza urinaria è una perdita involontaria di urina. Il disturbo può derivare da una varietà di
condizioni, che includono: danni fisici, invecchiamento, tumori, infezioni del tratto urinario e disturbi
neurologici. Alcune di queste cause comportano solo disagi temporanei e facilmente curabili, mentre altri
problemi sono più gravi e persistenti.
L'incontinenza urinaria può avere un profondo impatto sul benessere emotivo, psicologico e sociale del
paziente. Tuttavia, risulta quasi sempre da una condizione medica sottostante, che può essere gestita o
curata con successo.
Il quadro clinico che caratterizza l'incapacità di controllare lo svuotamento della vescica è denominato
enuresi.
Spesso, il termine enuresi viene utilizzato in riferimento all'incontinenza urinaria dei bambini, dovuta ad un
ritardo nell'acquisizione della piena capacità di controllo della minzione; tipica è ad esempio l'enuresi
notturna (pipì a letto). In questo caso si intende, invece,un’incontinenza urinaria in riferimento agli adulti
che, per un motivo o per l'altro, perdono tale capacità di controllo dopo averla normalmente acquisita.
La funzione urinaria è controllata da un'attività sinergica tra le vie urinarie e il cervello. In particolare, la
continenza e la minzione implicano un equilibrio tra le azioni muscolari volontarie (sistema nervoso
somatico) e
quelle involontarie (regolate dal sistema nervoso autonomo e coordinate da un meccanismo riflesso).
Quando la minzione è completata, inizia la fase di riempimento: l'urina è raccolta nella vescica, dove si
accumula fino al momento della sua eliminazione, che avviene tramite l'uretra. La vescica, esplica una
funzione sia di serbatoio (accumulo di urina) che di pompa (espulsione dell'urina).
Lo stimolo minzionale insorge quando il riempimento della vescica è consistente (circa 200ml, 1/3 della sua
capacità massima): lo stiramento delle pareti vescicali innesca l'invio di segnali nervosi al midollo spinale e
al cervello. In risposta a questi stimoli, il sistema nervoso avvia il riflesso di svuotamento: i nervi del midollo
spinale segnalano al muscolo detrusore di contrarsi e, allo stesso tempo, inducono il rilassamento dello
sfintere interno (muscolo involontario che circonda il collo della vescica). In risposta, l'individuo, avverte la
sensazione di pienezza e trattiene l'urina contraendo volontariamente i muscoli dello sfintere esterno, che
circondano l'uretra. Se l'individuo si oppone volontariamente alla minzione, il riflesso di svuotamento si
autorigenera; ad ogni ciclo avviene la seguente successione di eventi:
Segue un periodo refrattario di temporanea inibizione, che precede l'innesco di un nuovo riflesso di
svuotamento.
Non appena le condizioni sociali lo consentono - con il collo vescicale aperto e con il muscolo detrusore che
comprime la vescica - l'urina defluisce nell'uretra e la persona rilassa consapevolmente i muscoli dello
sfintere uretrale esterno per urinare. Questa decisione è volontaria, per questo durante la minzione il flusso
urinario può essere interrotto volontariamente con la contrazione dello sfintere esterno. La volontà di
trattenere l'urina ha comunque un limite e se il riflesso della minzione è sufficientemente intenso (a causa
di un abnorme stiramento delle pareti vescicali) l'inibizione riflessa dello sfintere esterno prevale sui
comandi
La continenza, sia nell'uomo che nella donna, è quindi affidata alla presenza di due sfinteri principali, uno
prossimale a livello del collo vescicale(non controllato dalla volontà), ed uno distale localizzato a livello
dell'uretra (sotto il controllo del sistema nervoso volontario). Partecipano alla continenza anche i muscoli
pelvici ed i legamenti che sostengono il collo vescicale e l'uretra, nonché tutte le strutture nervose
coinvolte.
Cause
Il disturbo è più comune nella popolazione femminile, sia per l'anatomia del tratto urinario, che per
implicazioni ormonali.
Diversi studi scientifici hanno riscontrato che la gravidanza e il parto (sia cesareo che vaginale) possono
aumentare il rischio d'incontinenza urinaria. In tali casi, si verifica un indebolimento dei muscoli e dei
legamenti del pavimento pelvico, che causa una condizione chiamata ipermobilità uretrale ovvero è
possibile riscontrare che l'uretra non si chiude correttamente. L'incontinenza urinaria interessa circa il 20-
40% delle donne dopo il parto; il più delle volte è transitoria (scompare spontaneamente nel giro di un
mese o poco più) ed è perlopiù "da sforzo". Anche il prolasso dell'utero può causare incontinenza. Questa
condizione si verifica in circa la metà di tutte le donne che hanno partorito. Durante la menopausa, i
soggetti di sesso femminile possono soffrire di perdite di urina a causa della diminuzione dei livelli di
estrogeni ed è interessante notare che la terapia estrogenica sostitutiva non si è dimostrata utile nella
gestione dei sintomi.
Gli uomini tendono a sperimentare l'incontinenza urinaria meno spesso rispetto alle donne. L'iperplasia
prostatica benigna (ingrossamento della ghiandola prostatica) è la causa più comune di incontinenza
urinaria negli uomini dopo i 40 anni. Talvolta, il tumore alla prostata e alcuni trattamenti
medici rivolti alla sua gestione sono associati al disturbo. L'esito di un intervento chirurgico o della
radioterapia, ad esempio, possono danneggiare o indebolire i muscoli che controllano la minzione.
Negli uomini e nelle donne, il processo di invecchiamento provoca un generale indebolimento dei muscoli
dello sfintere uretrale e una diminuzione della capacità della vescica.
Alcuni casi di incontinenza urinaria sono temporanei e, spesso, sono causati dallo stile di vita. Bere alcol,
bevande contenenti caffeina o qualsiasi liquido in quantità eccessive può causare una perdita del controllo
della vescica. Anche certi farmaci possono indurre un breve periodo d'incontinenza: diuretici, estrogeni,
benzodiazepine, antidepressivi e lassativi. Inoltre, alcune condizioni di salute sono associate al disturbo:
diabete, ipertensione, problemi alla schiena, obesità e morbo di Alzheimer. La stitichezza e le infezioni del
tratto urinario possono aumentare la necessità di urinare. Anche disturbi come la sclerosi multipla, la spina
bifida, la malattia di Parkinson, l'ictus e le lesioni del midollo spinale possono interferire con la funzione
nervosa della vescica.
Nota anche come incontinenza urinaria da stress, è causata essenzialmente dalla perdita di sostegno
dell'uretra che, di solito, è conseguenza di danni ai muscoli del pavimento pelvico provocati dal parto o da
altre cause.
L'incontinenza urinaria da sforzo è caratterizzata da perdite di piccole quantità di urina e si verifica quando
vi è un aumento della pressione addominale, soprattutto durante attività come il sollevamento o il chinarsi,
la tosse, le risate, o gli starnuti.
Questo tipo di incontinenza è accompagnato da un improvviso e forte bisogno di urinare, che non lascia
abbastanza tempo per raggiungere il bagno (impossibilità di inibire, bloccare o rimandare lo stimolo ad
urinare). L'incontinenza da urgenza è causata da improprie contrazioni (non inibite) del muscolo detrusore
durante la fase di riempimento ed è caratterizzata
da fuoriuscita di grandi quantità di urina. Quando questo accade, la necessità di urinare non può essere
soppressa volontariamente. Fattori di rischio per l'incontinenza da urgenza includono l'invecchiamento,
l'ostruzione del flusso di urina, lo svuotamento incoerente della vescica e una dieta ricca di sostanze
irritanti (come caffè, tè, cola, cioccolato e succhi di frutta acidi).
Si verifica quando la vescica non si svuota completamente, in presenza di un ostacolo al normale flusso di
urina o se il muscolo detrusore non può contrarsi efficacemente. È caratterizzata da gocciolamento post-
minzionale (fenomeno in cui la vescica perde lentamente nell'uretra residui di urina, dopo lo svuotamento).
Le cause dell'incontinenza urinaria da rigurgito includono: tumori, stitichezza, iperplasia prostatica benigna
e danni ai nervi. Anche il diabete, la sclerosi multipla e l'herpes zoster possono provocare questo problema.
INCONTINENZA STRUTTURALE
Raramente, problemi strutturali congeniti possono provocare incontinenza, di solito, diagnosticata durante
l'infanzia (esempio: uretereectopico, valvole uretrali posterioriecomplesso estrofia-epispadia). Fistole
vescico-vaginali e uretero-vaginali, causate da traumi o lesioni ginecologiche, possono portare a
incontinenza urinaria.
INCONTINENZA FUNZIONALE
Può verificarsi anche in assenza di un problema biologico o medico. I pazienti con incontinenza funzionale
hanno disabilità mentali o fisiche, che impediscono loro di urinare normalmente, anche se il sistema
urinario è di per sé strutturalmente intatto. La persona riconosce la necessità di urinare, ma non può o non
vuole raggiungere una toilette. Come abbiamo visto, oltre una certa soglia di riempimento vesicale, il
riflesso involontario della minzione supera il controllo volontario della stessa → la perdita di urina può
quindi essere elevata. Condizioni che possono portare
a incontinenza funzionale comprendono: malattia di Parkinson, Alzheimer, disturbi della mobilità, ebbrezza
per abuso di alcol, riluttanza all'uso dei servizi igienici per depressione grave o ansia, confusione mentale e
demenza.
INCONTINENZA TRANSITORIA
Si verifica temporaneamente e può essere scatenata da farmaci, insufficienza surrenalica, ritardo mentale,
ridotta mobilità e grave stipsi.
Diagnosi
Come per qualsiasi problema di salute, un'attenta anamnesi e un approfondito esame obiettivo sono
fondamentali. Un urologo, in primo luogo, può porre al paziente domande circa le abitudini individuali e
può raccogliere informazioni relative alla storia medica personale e familiare. Il modello di perdita del
controllo minzionale suggerisce il tipo di incontinenza affrontato.
L'esame fisico si concentra sulla ricerca di segni di particolari condizioni mediche che causano incontinenza,
tra cui stipsi, prolasso, ernie, ostruzione delle vie urinarie e disturbi neurologici. Di solito, alla prima
valutazione sono eseguite analisi ematochimiche e delle urine, per riscontrare prove di infezione, calcoli
urinari o altre cause che contribuiscono all'incontinenza urinaria. Se i risultati suggeriscono che sia
necessaria un'ulteriore valutazione, possono essere raccomandate indagini come la cistoscopia o
l'urodinamica, eseguite per misurare la capacità della vescica, il flusso di urina e il residuo post minzionale,
oltre a stabilire il mal funzionamento dei muscoli pelvici.
Trattamento
Il trattamento per l'incontinenza urinaria dipende dal tipo d'incontinenza, dalla gravità del problema, dalla
causa sottostante e da quali misure si adattano meglio allo stile di vita del paziente. Inoltre, alcuni approcci
terapeutici sono ottimali per gli uomini, mentre altri sono più adatti per le donne. L'obiettivo di ogni
trattamento per l'incontinenza urinaria consiste nel migliorare la qualità di vita del paziente. Nella maggior
parte dei casi,
la prima linea di trattamento è conservativa o minimamente invasiva. I farmaci possono essere necessari a
seconda della causa dell'incontinenza. Se i sintomi sono più gravi e tutti gli altri trattamenti non sono
efficaci, può essere raccomandato un approccio chirurgico. Il successo terapeutico dipende, in primo luogo,
dalla corretta diagnosi. Nella maggior parte dei casi, è possibile ottenere grandi miglioramenti e la
risoluzione dei sintomi.
TRATTAMENTI CONSERVATIVI
• Modifiche dello stile di vita: un significativo aumento di peso può indebolire il tono muscolare del
pavimento pelvico, portando a incontinenza urinaria. Perdere peso attraverso una dieta sana e un regolare
esercizio fisico è importante. Altre misure comportamentali utili comprendono: svuotamento temporizzato
della vescica, prevenzione della stitichezza ed evitare di sollevare oggetti pesanti. Diminuire il volume di
liquido ingerito ed eliminare la caffeina e altre sostanze irritanti per la vescica può aiutare in modo
significativo.
• Esercizi muscolari pelvici (esercizi di Kegel): contribuiscono a rafforzare il pavimento pelvico, consentendo
di migliorare il controllo urinario. Gli esercizi di Kegel consistono in serie di contrazioni-rilassamenti dei
muscoli del pavimento pelvico, ripetute più volte al giorno. Per ripristinare il tono muscolare, possono
essere utilizzate anche tecniche comportamentali alternative, che prevedono l'uso di coni vaginali o
stimolazioni elettriche.
FARMACI
Alcune terapie possono influenzare i nervi e i muscoli del tratto urinario in modi diversi e, in certe
situazioni, può essere utilizzata anche una combinazione di farmaci.
• Anticolinergici: possono bloccare i segnali nervosi che provocano la minzione frequente e l'urgenza,
aiutando a rilassare i muscoli e a prevenire gli spasmi della vescica. Diversi farmaci rientrano in questa
categoria, tra cui la fesoterodina, la tolterodina e l'ossibutinina. Possibili effetti collaterali includono
secchezza delle fauci, stipsi, visione offuscata e vampate di calore.
• Estrogeni topici: l'applicazione, a basso dosaggio, di estrogeni sotto forma di una crema vaginale, anello o
cerotto può aiutare a tonificare e a ringiovanire i tessuti nell'uretra e nelle zone vaginali. Questo può
• Imipramina: è un antidepressivo triciclico che può aiutare i pazienti con incontinenza mista.
TERAPIE INIETTIVE
• Agenti di carica (collagene bovino o materiale adiposo autologo, per favorire la chiusura uretrale e ridurre
le perdite di urina).
Questi trattamenti possono essere ripetuti e, talvolta, risultati accettabili sono riscontrabili dopo iniezioni
multiple. L'operazione è minimamente invasiva, ma i tassi di guarigione sono inferiori rispetto a procedure
chirurgiche più invasive.
CHIRURGIA
La chirurgia può essere usata per gestire l'incontinenza urinaria, solo dopo il fallimento di altri trattamenti.
Sono disponibili molte procedure chirurgiche e la scelta dipende da una serie di fattori, tra cui la gravità del
disturbo e la presenza di un prolasso della vescica o dell'utero. La maggior parte di queste opzioni è
progettata per riposizionare il collo della vescica e l'uretra nelle loro posizioni anatomicamente corrette. La
chirurgia presenta alti tassi di successo.
• Procedure di sling: è l'intervento più utilizzato per l'incontinenza urinaria da stress. In questa operazione,
una stretta striscia di materiale, come un nastro in polipropilene, viene inserito intorno al collo della vescica
e dell'uretra, per contribuire al loro sostegno e a migliorare la chiusura uretrale. In alternativa, può essere
utilizzata una rete morbida (materiale sintetico), un biomateriale (bovino o suino) o una sezione di tessuto
autologo, proveniente da un'altra parte del corpo. L'operazione è minimamente invasiva e i pazienti
recuperano molto rapidamente.
• Colposospensione: questa procedura è destinata a fornire un sostegno alle strutture pelviche coinvolte.
Viene eseguita un'incisione attraverso l'addome, che espone la vescica, e, nei tessuti vicini, sono posizionati
alcuni punti di sutura. Le suture sostengono il collo della vescica e l'uretra e aiutano a controllare il flusso di
urina. Questa procedura può essere eseguita anche per via laparoscopica.
I risultati a lungo termine sono positivi, ma l'operazione richiede tempi di recupero più lunghi. La procedura
è raccomandata soprattutto per i pazienti con incontinenza da stress.
• Sfintere urinario artificiale: questo piccolo dispositivo può essere impiantato chirurgicamente per
ripristinare il controllo della minzione. Uno sfintere artificiale è particolarmente utile per gli uomini con
sfinteri urinari indeboliti, a seguito del trattamento di un tumore della prostata.
I possibili esiti avversi associati a interventi chirurgici correttivi per l'incontinenza comprendono
sanguinamento, infezione, dolore, ritenzione urinaria o difficoltà di minzione e il prolasso degli organi
pelvici.
CATETERISMO
L'incontinenza urinaria da rigurgito provocata da una ostruzione deve essere trattata con farmaci o
interventi chirurgici per rimuovere il blocco. Ciò può includere la resezione del tessuto prostatico o della
stenosi uretrale o la riparazione di un eventuale prolasso degli organi pelvici. Se non è riscontrata alcuna
ostruzione, il miglior trattamento è quello di istruire il paziente ad eseguire l'auto-cateterizzazione, almeno
un paio di volte al giorno. Tuttavia, l'uso a lungo termine di un catetere aumenta significativamente il
rischio di infezione del tratto urinario.
Acuta o cronica, la ritenzione urinaria si manifesta con l'impossibilità di eliminare l'urina, nonostante lo
stimolo minzionale sia presente e sempre più intenso.
La ritenzione urinaria è spesso una complicanza di patologie urogenitali o neurologiche; il disturbo è più
frequente all'aumentare dell'età, soprattutto tra gli uomini, nei quali le patologie prostatiche o le stenosi
dell'uretra causano ostruzione al flusso dell'urina. Le cause più comuni sono l'ipertrofia e il carcinoma della
prostata, i calcoli della vescica e il prolasso vaginale.
La ritenzione urinaria può essere dovuta a farmaci (tra cui anticolinergici, antipertensivi, antispastici,
sedativi, oppioidi e antinfiammatori non steroidei), calcoli che occludono parzialmente l'uretra, traumi del
basso addome e grave stasi fecale (che aumenta la pressione sul trigono vescicale). Inoltre, può essere
conseguenza di vescica neurologica in pazienti con diabete, sclerosi multipla, morbo di Parkinson o
precedente chirurgia pelvica con denervazione della vescica.
Le possibili cause comprendono anche una ridotta contrattilità della vescica e una perdita della normale
coordinazione tra contrazione del detrusore vescicale e il rilasciamento dello sfintere.
Una ritenzione urinaria di lunga durata predispone alle infezioni del tratto urinario causate dal ristagno
dell'urina e, nel tempo, può compromettere la funzionalità renale.
• Cistite interstiziale
• Diabete
• Fimosi
• Ictus
• Idronefrosi
• Ipertensione
• Liposarcoma
• Mielite
• Mielopatia
• Morbo di Parkinson
• Parafimosi
• Porfiria
• Prostatite
• Sclerosi multipla
• Stenosi uretrale
• Stitichezza
• Tumore dell'uretra
• Uretrite
• Vescica neurologica
La maggior parte delle persone si sente a disagio nel parlare dei problemi di controllo vescicale con i propri
amici, familiari e il proprio medico, ma l’incapacità di svuotare la vescica è un problema comune. Per questo
motivo abbiamo messo in campo le nostre competenze nella neuromodulazione per sviluppare un
innovativo trattamento di controllo della vescica.
DEFINIZIONE
SINTOMI
CAUSE
Le cause generali della ritenzione urinaria sono due: ostruttive e non ostruttive. In caso di ostruzione (ad
esempio, calcoli renali), l’urina non riesce a fluire liberamente nelle vie urinarie. Le cause non ostruttive
comprendono una muscolatura vescicale debole e problemi ai nervi che interferiscono con i segnali tra il
cervello e la vescica. Se i nervi non funzionano correttamente, il cervello potrebbe non ricevere il messaggio
che comunica che la vescica è piena.
Alcune delle cause più comuni della ritenzione urinaria non ostruttiva sono:
▪ Ictus
▪ Parto naturale
▪ Tumore
DIAGNOSI
Si consiglia di informare il medico curante o specialista di eventuali sintomi e riferire come essi influiscano
sulle attività quotidiane. Il medico formulerà una diagnosi sulla base della sintomatologia.