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Dalla raccolta di poesie intitolata “Non è più tempo di amare” di Giulio Andreetta.

Ho fatto voto d'insonnia:


cammino nei sottopassaggi
rischiarati da fredde
luci a neon...
cerco l'indeterminazione,
l'oscurità pur tenuemente luminosa...
cerco la tua compagnia nel
segreto
di un nome ormai dimenticato.
E intanto cammino,
senza meta,
come un pazzo,
tra euforiche solitudini
e fiori variopinti,
tra strade nere
appena sfiorate dalla rugiada,
e vicinanza sensibile
a chissà quali racconti
tutti misteriosi,
tutti indefiniti.
bagliori sublimi
di una realtà ormai rifratta.
Oh come
vorrei fermare quest'eternità
di attesa,
Rimango vittima
di un sospeso desiderio,
quasi lanterna magica
che mi incanta.
(le luci create dall'uomo
58sono meno dogmatiche
rispetto alle stelle)
Rimango in attesa
davanti
ad uno spazio
pieno di contrastati riflessi.
Ripenso ai momenti
in cui mi è sembrato
insostenibile
assegnarmi un nome.
Mi siedo.
Decido di aspettare il carro
sacro dell'Aurora.
Ora dovrei colmare
il vuoto con parole
maleodoranti,
vetri smerigliati
che sconvolgono il senso
latrine del linguaggio
che deturpano quanto di
estatico è in questa eternità.
I lampioni fondono la loro luce
con la luna, con il semaforo,
ma non vedo più niente,
tutto infine ritorna al buio.

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