Dalla raccolta di poesie intitolata “Non è più tempo di amare” di Giulio Andreetta.
Ho fatto voto d'insonnia:
cammino nei sottopassaggi rischiarati da fredde luci a neon... cerco l'indeterminazione, l'oscurità pur tenuemente luminosa... cerco la tua compagnia nel segreto di un nome ormai dimenticato. E intanto cammino, senza meta, come un pazzo, tra euforiche solitudini e fiori variopinti, tra strade nere appena sfiorate dalla rugiada, e vicinanza sensibile a chissà quali racconti tutti misteriosi, tutti indefiniti. bagliori sublimi di una realtà ormai rifratta. Oh come vorrei fermare quest'eternità di attesa, Rimango vittima di un sospeso desiderio, quasi lanterna magica che mi incanta. (le luci create dall'uomo 58sono meno dogmatiche rispetto alle stelle) Rimango in attesa davanti ad uno spazio pieno di contrastati riflessi. Ripenso ai momenti in cui mi è sembrato insostenibile assegnarmi un nome. Mi siedo. Decido di aspettare il carro sacro dell'Aurora. Ora dovrei colmare il vuoto con parole maleodoranti, vetri smerigliati che sconvolgono il senso latrine del linguaggio che deturpano quanto di estatico è in questa eternità. I lampioni fondono la loro luce con la luna, con il semaforo, ma non vedo più niente, tutto infine ritorna al buio.