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Teologia

TAVOLA ROTONDA
La morte di Dio
tra ateismo e nuove teologie
Partecipanti: Freud, Barth, Bonhoeffer

Moderatore  La sentenza della morte di Dio contie- XIX e del XX secolo, indicandole il compito di “ucci-
ne un’interessante ambiguità: è un annuncio presen- dere” ateisticamente il Dio trascendente con le armi
te nella liturgia cristiana, ma anche una metafora dell’a- della filosofia. “Comprendere” la religione significa
teismo filosofico. Nella teologia di Lutero l’espressione infatti, per Hegel, “superarla” e “risolverla” nella razio-
indica la dissoluzione del Dio “astratto”, cioè di un nalità del concetto.
“ente” che l’uomo conosce razionalmente a partire Il tentativo hegeliano di comprensione concettuale
dalla creazione. Per Lutero, infatti, solo con la rinuncia della religione viene in un certo senso ripreso da
della ragione a una dimostrazione oggettiva di Dio si Feuerbach e raggiunge il proprio culmine con i “mae-
può salvaguardare la fede soggettiva, cioè l’accogli- stri del sospetto”: Marx, Nietzsche e Freud. Quest’ul-
mento individuale della rivelazione divina. timo, in particolare, attraverso una inesorabile e pe-
Interpretando, prima ancora di Nietzsche, la formula netrante analisi dell’esperienza religiosa, ne individua
luterana come una metafora filosofica, Hegel orien- la genesi in un bisogno psicologico illusorio e, per
ta e condiziona l’intera filosofia della religione del certi aspetti, patologico.

Freud desiderio che viene “rimosso”, ovvero che viene


reso inconscio e, dunque, irriconoscibile: esso
In Totem e tabù (1912) ho affrontato la questione si manifesta nella forma del senso di colpa che
della genesi psichica dell’esperienza del sacro. si avverte ogni volta che ci si avvicina all’ogget-
Quest’ultima trova una delle sue manifestazioni to desiderato. Ed è proprio per tenersi lontano
più elementari nel “tabù”, termine polinesiano da ciò che colpevolmente lo attrae che l’uomo
che indica la proibizione del contatto con alcune “tabuizza” l’oggetto, cioè trasforma la sua pe-
cose ritenute pure (e dunque sacre) o impure (e ricolosità psichica in impurità sacra, comin-
dunque perturbanti e pericolose). ciando a ritenerlo proibito per volere degli dei.
Il tabù nasconde un’ambivalenza: esso infatti
Moderatore  Ma qual è la natura di questo senso di
è un divieto che contiene in sé il desiderio di colpa che si trova alla base di ogni tabù e di ogni
essere violato. A mio avviso questo si spiega te- esperienza del sacro? E qual è il desiderio che è stato
nendo conto del fatto che alla sua origine c’è un rimosso?

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Moderatore Questo vale anche per le religioni


Freud monoteistiche?
Alla questione ho cercato di dare una risposta
analizzando il fenomeno del totemismo: il “to- Freud
tem” è un vegetale o un animale venerato da

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un gruppo sociale che lo assume come garan- Certamente, anzi a maggior ragione. Al posto
zia della propria sopravvivenza. Il rapporto tra del totem (quale sostituto paterno), nelle reli-
il gruppo e il totem è regolato da un sistema gioni monoteistiche subentra un dio-persona,
di prescrizioni morali e di rituali organizzato divinizzazione di quel “padre” delle origini,
intorno a due precetti fondamentali: non uc- ammirato, invidiato e infine assassinato. In un
cidere il totem (se non nella forma del sacri- certo senso l’antico padre terreno si trasforma
ficio rituale) ed evitare l’unione sessuale con nell’amato e temuto padre celeste. Ma è solo
le donne dello stesso gruppo (precetto volto a con il monoteismo ebraico, religione “del padre”
favorire l’esogamia, cioè l’intreccio tra gruppi per eccellenza, che emerge chiaramente il colle-
sociali diversi). I due divieti del totemismo ri- gamento della figura divina con quella paterna:
cordano i due “crimini” di Edipo, che uccide il Esso [il popolo ebraico] aveva portato alla luce
padre e si unisce incestuosamente con la madre. il nucleo paterno che da sempre era rimasto
La pulsione erotica verso la figura materna e nascosto dietro ogni figura divina; fondamen-
la pulsione violenta verso quella paterna sono talmente si trattò di un ritorno alle origini “sto-
desideri negativi e inconfessabili, che l’indivi- riche” dell’idea di Dio. Ora, poiché Dio era uno
duo “rimuove”, cioè rigetta nell’inconscio, dove solo, le relazioni con lui potevano riacquistare
essi tuttavia continuano ad agire, manifestan- l’intimità e l’intensità del rapporto tra il bam-
dosi in forme per così dire “mascherate”. Una di bino e il padre. Se si era fatto tanto per il padre,
queste forme è l’esperienza del totemismo. si voleva però anche essere ricompensati, essere
In realtà, il senso di colpa sotteso all’esperien- almeno l’unico bambino amato, il popolo eletto.
za del totemismo è l’effetto di un delitto in un (L’avvenire di un’illusione, 3)
certo senso “reale”, commesso dall’infanzia
dell’umanità: la prima comunità umana era Moderatore  Anche nel cristianesimo è presente il
una sorta di “orda” dominata da un padre ge- parricidio primordiale?
loso e autoritario, che pretendeva per sé tutte le
donne, dalle quali teneva lontani i figli maschi Freud
adulti. Furono questi ultimi, alla fine, a ucci-
dere il padre, commettendo un parricidio che Sì; però nel cristianesimo il legame tra il sacro e la
sarebbe stato ciclicamente ricordato ed esorciz- violenza assume i tratti oscuri di una riparazione
zato attraverso l’uccisione sacrificale del totem del “peccato originale”. L’originalità del cristia-
(sostituto simbolico del padre) e il successivo nesimo rispetto all’ebraismo, infatti, consiste nel
banchetto totemico (in cui ci si ciba del totem fatto che Gesu assume su di sé la colpevolezza di
stesso). Il rimorso collettivo per quel delitto tutti i suoi fratelli, sacrificandosi per alleviare il
primitivo è alla base non solo del totemismo, loro senso di colpa. In effetti, solo una colpa su-
ma anche di quelle restrizioni religiose attra- prema come l’assassinio del “padre primigenio”
verso le quali l’individuo si autolimita e si adat- poteva reclamare un’espiazione suprema come
ta al vivere civile. Pertanto le religioni in senso l’uccisione dello stesso “figlio di Dio”:
proprio non sono altro che un’evoluzione del
totemismo, di cui ereditano la genesi psichica e Un crimine che doveva essere espiato immo-
la funzione sociale. lando una vittima [Gesù] poteva essere stato

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solo un assassinio […]. Il delitto innominabi- la filosofia. Ma a Hegel può essere fatto risalire an-
le fu sostituito da un supposto peccato origi- che il tentativo opposto, cioè quello di costruire un
nale veramente oscuro. nuovo cristianesimo, capace di accogliere e supera-
(L’uomo Mosè e la religione monoteistica, 2, H, p. 451) re le ragioni dell’ateismo. A raccogliere tale impe-
gnativa sfida è la teologia contemporanea, e in par-
L’eliminazione del padre-rivale, dinamica sotte- ticolare il teologo svizzero Karl Barth (1886-1968).

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sa a ogni religione, è dunque presente anche nel
cristianesimo, ma in questo avviene “per sosti-
tuzione”, e cioè con la “divinizzazione” del figlio,
Barth
che prende il posto del padre: perciò, mentre l’e- Un Dio «com-preso», cioè catturato dall’uomo
braismo era una “religione del padre”, il cristia- (a partire dalle sue categorie e dai suoi bisogni),
nesimo diventa una “religione del figlio”. cessa di essere Dio per diventare una sorta di
L’uccisione del totem, la crocifissione del Fi- idolo della coscienza. Per questo negli atei mo-
glio come espiazione per l’uccisione del Padre: derni bisogna vedere non tanto i negatori della
il sacro è gravido degli effetti tragici del com- fede, quanto coloro che hanno “liberato” la fede
plesso di Edipo, cioè di un rapporto irrisolto e dalle sue incrostazioni antropomorfiche. Un
risentito con il padre; è il frutto di un antico Dio prodotto dal pensiero dell’uomo non è che
germe di violenza e di ambivalenza, di una una proiezione illusoria di quest’ultimo: un Dio
patologia della psiche. La religione cova in sé «umano, troppo umano» – per usare un’espres-
l’ossessione per un morto della cui uccisione sione di Nietzsche – che è bene negare.
ci si sente colpevoli e si fonda sul timore e sul Assumendo come punto di partenza quella che
terrore che il suo fantasma incute. Kierkegaard aveva chiamato l’«infinita dif-
Appare chiaro, a questo punto, che la religione ferenza qualitativa» tra il finito e l’infinito,
rappresenta uno stadio infantile e primitivo ho dunque affermato che Dio rimane sempre
dell’umanità, in cui desideri impossibili, timo- il «totalmente Altro» e si offre all’uomo come
ri e sensi di impotenza vengono “totemizzati”, inaccessibile alla ragione. Pertanto l’iniziativa è
o “divinizzati”. E, così come è necessario che il interamente di Dio, il quale, come ha chiarito
bambino superi la fase edipica e diventi adulto, Lutero, si china sugli uomini, rendendo possi-
allo stesso modo l’umanità deve liberarsi del- bile quell’incontro del finito con l’infinito che
la religione, che altro non è che una «illusione avviene nella decisione della fede.
senza avvenire»:
Moderatore  Dunque all’ateismo ci si sottrae indi-
L’uomo non può rimanere per sempre bambino, cando Dio come l’invalicabile limite del pensiero
deve alla fine avventurarsi nella “vita ostile”. umano…
Questa può venir chiamata l’“educazione alla
realtà” […]. Distogliendo in tal modo dall’aldi-
là le sue speranze e concentrando sulla vita ter-
Barth
rena tutte le forze rese così disponibili, l’uomo Esattamente. L’ateismo non è riconducibile alla
probabilmente riuscirà a rendere la vita sop- semplice negazione dell’esistenza di Dio, ma al
portabile per tutti e la civiltà non più oppressiva rifiuto (condivisibile) di una «insolente teolo-
per alcuno. (L’avvenire di un’illusione, 8-9) gia dell’identità», che ha dimenticato «il rispet-
to per l’inconoscibilità del Divino». Esiste una
Moderatore  Freud è uno degli interpreti più origi- differenza assoluta tra la rivelazione di Dio
nali dell’ateismo moderno, la cui stagione, come ab- all’uomo e la religione, quale presuntuosa e
biamo visto, era stata inaugurata da Hegel e dalla prometeica impresa con cui l’uomo cerca di “af-
sua idea della necessità di “risolvere” la religione nel- ferrare” la divinità. Lo stesso tomismo cattolico,

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che cerca di pensare Dio a partire dalla ragione dei nostri fratelli. Non esiste più l’uomo in sé
umana, è una forma di alienazione (come direb- come non esiste più Dio in sé; sono entrambe
be Feuerbach) o una credenza illusoria (come astrazioni vuote. (Etica, pp. 164, 235)
denuncia Freud). Nella Dogmatica ecclesiale,
un’opera sterminata a cui ho lavorato per oltre In Cristo, dunque, Dio s’incarna nella sollecitu-

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trentacinque anni, da molti considerata come dine operosa degli uomini per gli altri uomini.
la summa theologica del XX secolo, ho contesta- Lungi dall’essere un sovrano autoritario e temi-
to duramente il principio tomistico e cattolico bile, Dio vuole infatti un uomo libero e autono-
dell’analogia entis, secondo cui tra l’essere di mo: per questo l’etica cristiana non è un’etica
Dio e l’essere delle creature c’è un rapporto di ascetica, rinunciataria e monastica, ma un’etica
partecipazione e di somiglianza che rende pos- della responsabilità. In tale senso, anche per me
sibile il discorso teologico. l’ateismo è una sfida benefica contro una re-
Ritengo che l’analogia entis sia un’invenzione ligione che proponga un Dio «a immagine e so-
dell’Anticristo, e penso che proprio a causa di miglianza dell’uomo», piegato ai suoi desideri
essa non si possa diventare cattolici. o alle sue paure, un «Dio tappabuchi» – come
(Dogmatica ecclesiale, I, 1)
ho affermato con una formula diventata cele-
bre – che risponde a quel bisogno infantile di
Il Creatore e le creature sono separati da un protezione smascherato da Freud.
abisso ontologico e conoscitivo, e l’unica possi-
bilità di una relazione tra l’uomo e Dio si fonda Moderatore  A questo allude l’idea di un «mondo
sull’analogia fidei, formula con cui intendo dire diventato adulto» a cui fa riferimento la cosiddetta
che la conoscenza di Dio procede da Dio stes- “teologia della secolarizzazione”?
so, il quale inserisce la ragione umana all’inter-
no della propria rivelazione. Bonhoeffer
Moderatore  Il tema della “morte di Dio” ispira an- Sì, certo. Lo «stato adulto» del mondo è il frutto
che la cosiddetta “teologia della morte di Dio”, di di un lungo processo di secolarizzazione della
cui uno dei precursori più significativi è il pastore cultura e dei costumi che ha portato l’Europa
luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), cristiana all’affermazione dell’autonomo valo-
giustiziato dai nazisti nel campo di concentra-
re delle attività umane, indipendentemente da
mento di Flossenburg.
qualsiasi considerazione metafisica o prospet-
tiva oltremondana. Se l’uomo del Medioevo
Bonhoeffer vedeva in Dio e nell’aldilà il centro e la giusti-
ficazione di ogni attività e interesse, l’uomo mo-
Nella prospettiva di Hegel Dio “muore” come
derno dirige invece la sua attenzione su questo
ente astratto, trascendente e immobile, per in-
mondo e sul tempo presente (saeculum).
carnarsi nella storia, nel tempo e nella vita degli
Ora, di fronte a questo nuovo stato di cose, due
uomini. Analogamente la religione cristiana,
sono le principali posizioni assunte dalla teolo-
con l’incarnazione di Dio in Cristo, “strappa” la
gia: prendere congedo dal cristianesimo, ritenen-
divinità alla trascendenza lontana, oppressiva e
dolo antimoderno, oppure prendere congedo
angosciante che caratterizzava l’ebraismo e le
dalla modernità, ritenendola anticristiana. Io in-
antiche religioni naturali:
vece ho scelto una terza via: quella dell’«incontro
In Gesù Cristo la realtà di Dio è entrata nella polemico» tra fede e mondo, per approdare a
realtà del mondo. un «cristianesimo senza religione». Il termi-
[…] vediamo Dio nella forma del più povero ne “religione”, infatti, allude a una prospettiva

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metafisica (Dio è un “ente” oltre il mondo, un anestetico per nevrosi e tensioni a far sì che si
principio onnipotente che depotenzia l’uomo), invochi Dio come surrogato di un vuoto, come
soggettivistica o intimistica (l’uomo vive la fede correttivo dell’incapacità di badare a se stessi.
come egoistica ricerca di una consolazione indi- Tutto ciò, però, non ha nulla di cristiano. Il cri-
viduale) e parziale (lo spazio del sacro è separato stiano autentico deve diventare «maggiorenne»

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da quello del mondo). Al contrario, il cristianesi- e imparare a «vivere nel mondo etsi Deus non
mo a-religioso è post-metafisico, post-individua- daretur [come se Dio non ci fosse]»: solo così
listico e, in un certo senso, post-occidentale. la fede non si ridurrà a fuga dalle responsabi-
lità, ad alibi o a tranquillante per la coscienza.
Moderatore  Quali sono allora le caratteristiche di Di fronte alla logica “religiosa” che invoca l’on-
Dio nel «cristianesimo senza religione»? nipotenza di Dio, mortificando in tal modo la
responsabilità dell’uomo nel mondo e tra gli
Bonhoeffer uomini, la mia proposta approda al paradosso:

Certamente non sarà un «deus ex machina ti- vivere davanti a Dio e con Dio, senza Dio.
rato fuori […] per dare soluzioni apparenti a (Resistenza e resa, lettera del 16 giugno 1944)
problemi insolubili» (Resistenza e resa. Lettere Quello crocifisso, del resto, è un Dio che con la
e scritti dal carcere, lettera del 30 aprile 1944), sua debolezza interpella la partecipazione sol-
né il «dio tutore» o «tappabuchi dei nostri vuo- lecita dell’uomo al suo dolore e al dolore degli
ti di conoscenza» (lettera del 29 maggio 1944). altri uomini, un Dio che “si ritira” dal mondo
Sono l’eccesso di attenzione intimistica alla e dalla storia per lasciare spazio alla libertà e
nostra coscienza e la riduzione della fede a un ai progetti dell’uomo.

Moderatore  A partire dalla suggestiva proposta di dalla dissacrazione della tradizione e dell’autorità e
Bonhoeffer, la riflessione teologica contemporanea dalla dissoluzione delle antiche certezze, è ormai
ha cercato di pensare Dio non a partire dalla sua evi- chiaro che non è possibile riproporre le vecchie rap-
denza nella natura e nella ragione (come accadeva presentazioni di Dio, inefficaci e stantie di fronte al
nel Medioevo e nell’epoca moderna), ma a partire legittimo sospetto dei teorici dell’ateismo e di fron-
dalla sua latitanza in una società secolarizzata, laica te a un’umanità portatrice di nuove e inedite do-
e disincantata. Del resto, in un mondo dominato mande e inquietudini.

Note bibliografiche
Freud Sigmund Bonhoeffer Dietrich
• L’avvenire di un’illusione, trad. it. di E. Sagitta- • Etica, trad. it. di A. Comba, Bompiani, Milano
rio, in Opere, Bollati Boringhieri, Torino 1989, 1992
vol. 10 • Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere,
• L’uomo Mosè e la religione monoteistica, trad. trad. it. di A. Gallas, Edizioni Paoline, Cinisel-
it. di P.C. Bori, G. Contri ed E. Sagittario, Bol- lo Balsamo 1988
lati Boringhieri, Torino 1977

Barth Karl
• Dogmatica ecclesiale, antologia a cura di H.
Gollwitzer, trad. it. di P. Pioppi, Il Mulino, Bo-
logna 1968

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