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IL TAROCCO EGIZIO DI SCHWALLER DE LUBICZ

di Giordano Berti

Chi si interessa di “archeologia misteriosa” conosce certamente il nome di René Schwaller De Lubicz
(1887-1961), autore di studi rivoluzionari sul simbolismo architettonico dell’antico Egitto. Questo
articolo non è dedicato a quegli studi, né alla vita avventurosa di Schwaller De Lubicz. Il focus è sui
Tarocchi egizi da lui ideati, ma per parlarne è comunque necessario dare qualche informazione
sommaria sulla formazione intellettuale di questo straordinario personaggio.
René Schwaller nacque a Strasburgo nel 1887. Nel laboratorio di suo padre, farmacista, alcuni
esperimenti chimici lo avevano portato ad intuire, già da ragazzino, l’essenza spirituale della
materia, il potere creativo della luce e del fuoco. Nel 1908 René si trasferì a Parigi, dove in seguito si
laureò in ingegneria chimica. Al tempo stesso, frequentando l’atelier del pittore Matisse, scoprì che il
colore è un fenomeno capace di influire sulle emozioni umane e di agire sulla realtà, sia materiale sia
spirituale.
Nel 1913 Schwaller aderì al ramo francese della Società Teosofica. In
quel periodo cominciò a frequentare Fulcanelli e gli esponenti della
tradizione alchimistica francese. Altre frequentazioni fecero nascere
in lui un’autentica passione per l’arte sacra egiziana.
Durante la Prima Guerra mondiale Schwaller fu arruolato
nell’esercito francese in un laboratorio medico. Finita la guerra,
assieme ad un gruppo di amici fondò i Veilleurs (Vigilanti, come gli
Angeli che stando al Libro di Enoch donarono all’umanità le arti e le
scienze), il cui obiettivo era di rivitalizzare la società europea sulla
base di idee umanitarie. Un altro momento significativo fu la
consegna, da parte del nobile lituano Oskar Wladislas de Lubicz, del
diritto di portare il titolo e lo stemma araldico della famiglia de
Lubicz, come segno di riconoscenza per l’aiuto dato da Schwaller nel
riconoscimento dei confini storici della Lituania da parte delle forze
franco-anglo-americane.
Nel 1922 Schwaller de Lubicz fondò a St. Moritz, in Svizzera, la Stazione scientifica Suhalia, dove
installò un laboratorio di produzione di sostanze omeopatiche, una fucina per la fusione di metalli e
vetri, una tipografia e un osservatorio astronomico. Suhalia era anche un luogo di meditazioni
mistiche e di sperimentazioni alchemiche.
Nell’inverno del 1925 Schwaller ricevette
una serie di rivelazioni sulla “l’intelligenza
del cuore”. da una entità misteriosa
chiamata “Aor”, un nome che Schwaller
de Lubicz usò poi come nome iniziatico.
Sempre a St. Moritz, sul finire del 1926
pubblicò un’opera sul mistero coniugale e
la metafisica dell’eros intitolata Adam,
l’homme rouge.
L’anno seguente avvenne il matrimonio,
reale e alchemico, di René con Jeanne
Lamy. Jeanne prese il nome iniziatico
“Isha” e rimase per tutta la vita la
principale collaboratrice di Schwaller,
oltre che sua biografa, autrice di studi di
egittologia e di romanzi iniziatici.

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Nello stesso periodo Schwaller de Lubicz ideò il suo personalissimo Jeu de Tarot égyptiens. Si
suppone che contribuirono alla realizzazione delle immagini il pittore e musicista italiano Elmiro Celli
e Lucie Lamy, figlia di Isha.
Sui Tarocchi, Schwaller aveva già scritto qualcosa nel 1914: «Ta-ro, che in sanscrito significa “stella
fissa”, è il nome del gioco degli ierofanti egizi che predice l’avvenire, e che Ermete Trismegisto
ritrovò e istituì nuovamente. (…) Il segreto che vi è legato è ormai perduto per la nostra civiltà, ma il
metodo del suo uso e il suo simbolismo ci sono ancora noti e,
curiosamente, in questo caso, l’esperienza ci prova che è
possibile predire l’avvenire.»
I Tarocchi egizi di Schwaller de Lubicz sono composti da 25
figure ispirate a pitture autenticamente egizie: 21 Trionfi
ispirati alle divinità dell’antico Egitto e 4 Tavole che
rappresentano “il Gioco della Vita”: L’Échange (Scambio), Le
Combat (Battaglia), L’Amour (Amore), La Science (Scienza).
Il Tarocco di Schwaller rappresenta perciò il Tempio
universale dell’Uomo: la discesa del divino sulla terra e la
possibile risalita dell’essere umano nella dimensione divina. Il
mazzo fu realizzato originariamente in bianco e nero, in una
tiratura limitata a una ventina di copie. Nel 1988 l’editore
francese Bailly lo ristampò in una tiratura di 300 copie.
Recentemente, grazie ad un collezionista privato, l’editrice
italiana Rinascimento Italian Style Art ottenuto la possibilità
di riprodurre la prima edizione, stampata nel maggio 2019 in
una tiratura limitata di 986 copie.
Occorre dire che Schwaller de Lubicz non lasciò nessuna
indicazione su un’eventuale coloritura delle carte, tuttavia,
per restituire pienamente il loro fascino, il curatore
dell’opera, Giordano Berti, ha deciso di arricchirle con colori conformi alla cultura egizia basandosi
sul fondamentale trattato di Jean-François Champollion, Panthéon égyptien (1823) e su altre opere
sull’arte egiziana. Alle 25 carte Berti ha inoltre aggiunto due “figure-talismano”, Ankh e Udjat, che
secondo l’egittologa Ada Pavan hanno
un ruolo di protezione simbolica
durante le letture divinatorie. Ogni
carta riporta significati divinatori
(dritto e rovescio) in quattro lingue:
italiano, francese, inglese e spagnolo.
Il libretto (90 pagine a colori)
contiene una introduzione di giordano
Berti, una sintesi della vita e delle
opere di Schwaller de Lubicz scritta
dal prof. Aaron Cheak, la descrizione
delle 25 carte e dei metodi divinatori
scritta da Ada Pavan.
Lo splendido cofanetto è stato
progettato dall’art designer Letizia
Rivetti.

Questa raffinatissima e preziosa edizione è disponibile su ETSY in due differenti versioni:


Deluxe https://www.etsy.com/it/listing/711185625/ltded-grandi-carte-deluxe-egyptian-tarot
Art Box https://www.etsy.com/it/listing/697335278/tarocchi-egyptian-tarot-ltded-schwaller
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