CASO STATICO
Si propone nel seguito una formulazione per il calcolo delle sollecitazioni sul rivestimento di una
galleria circolare. Esso si basa sul modello proposto da Wood (1975) e successivamente rivisto da
Curtis.
Tale approccio si basa sulla teoria dell’elasticità, in particolare con riferimento al caso di una piastra
con foro circolare, modificato per tenere conto dell’interazione tra il terreno ed il lining, funzione
della loro rigidezza reciproca.
Pv
Pv-P0 r0
Jj
hr0
Se il lining risulta flessibile ossia F>20, allora si può trascurare l’interazione terreno struttura.
2 E g (1 L2 ) R 3
F
E L (1 g )t 3
Dove
R = r0 = raggio della galleria rispetto alla mezzeria del lining
t = spessore del lining
Eg EL = modulo elastico del terreno e del lining
ng nL = poisson del terreno e del lining
Dove:
9EL I L
RS
3 r04
r0 E g 1 L2
Rc
E L t (1 g )
3E g
(1 g )(5 6 g ) r0
Rs = rapporto di rigidezza
Rc = rapporto di compressibilità
l = reazione del terreno
Eg = modulo elastico del terreno
EL = modulo elastico del lining
ng = poisson del terreno
nL = poisson del lining
IL = momento d’inerzia del lining
r0 = raggio esterno della galleria
h r0 = raggio medio
( Pv Ph ) r0 1 r0
N max ( S nl Stl )
2 Q1 3
P0 r02
M max (2 S nl S tl )
6
Dove
P0 1 Q2
S nl
2 3 2 g
1 Q2
3 4 g
1 2Q2
S tl S nl
1 Q2
Q1
E g 1 L2 (r0 ) 3
E L (1 g )t
3
E g (1 L2 )r0
Q2
E L (1 g )12 I L
La presenza della falda viene presa in conto calcolando gli sforzi litostatici efficaci. Si suppone poi
che il carico idrostatico sia di fatto uniforme sul contorno della galleria e pertanto non induca sforzi
flessionali. Il suo contributo viene quindi considerato soltanto nel calcolo dello sforzo assiale. A
quello quindi calcolato come indicato in precedenza si somma quello prodotto dalla pressione
idrostatica dell’acqua che viene valutato nel modo seguente:
2 PH 2 0 (ri s) 2
s 2 2re s
Dove:
ri = raggio interno
re = raggio esterno
s = spessore del lining
Ph20 = pressione dell’acqua
In questo modo si è quindi assunto che il lining abbia una permeabilità inferiore rispetto a quella del
terreno e quindi di fatto impedisca al flusso acqua, relativo al processo di filtrazione che viene
prodotto dallo scavo, di fuoriuscire attraverso il lining. Il lining stesso quindi sopporta l’intero
carico idrostatico che non si considera, a favore di sicurezza, ridotto dell’aliquota relativa alla
filtrazione.
CASO SISMICO
Un tunnel circolare soggetto ad un sisma può subire tre diversi tipi di deformazione:
Compressione/estensione assiale: onda parallela all’asse longitudinale
Flessione longitudinale: moto perpendicolare all’asse longitudinale
Ovaling racking: onda di taglio perpendicolare all’asse longitudinale
COMPRESSIONE/ESTENSIONE
FLESSIONE LONGITUDINALE
OVALING RACKING
Note le accelerazioni è possibile risalire alle velocità di picco delle particelle e all’ampiezza degli
spostamenti tramite le tabelle seguenti:
1) FREE-FIELD
Nel presente caso si trascura la presenza della struttura e si valutano le deformazioni indotte dal
sisma nel terreno supponendo che queste siano uguali a quelle della struttua.
Vs aR
max sin cos s 2 cos 2
2Cs Cs
Vp apR
max cos 2 sin cos 2
Cp C p2
VR a R
max cos 2 R 2 sin cos 2
CR CR
L’azione sismica è inoltre ciclica quindi l’apertura di fessure risulta temporanea. A meno quindi di
deformazioni permanenti nel terreno, tali fessure, al termine dell’evento sismico, saranno chiuse
dalle armature.
Le relative tensioni sono quindi ottenibili (St. John & Zahrah 1987), moltiplicando le deformazioni
per il modulo elastico del lining.
Come ulteriore criterio le deformazioni prima indicate devono risultare inferiori alla deformazione
ammissibile della struttura.
OVALING RACKING
Nel caso invece di ovaling racking la deformazione si può stimare pari a (Hashash 2001):
Terreno non perforato (valido se la rigidezza del terreno è simile a quella del terreno):
d max
d 2
Terreno perforato (valido se la rigidezza del lining è piccola rispetto a quella del terreno):
d
2 max (1 g )
d
Essendo d il diametro del tunnel e g la deformazione per taglio indicata nel precedente tabella.
Moltiplicando quindi tali deformazioni per il modulo di taglio del terreno si ottiene lo sforzo
tangenziale, che si trasforma in uno sforzo assiale e quindi in una tensione assiale:
r0 (3 4 g )
N
E g r0 (1 L2 )
3 2 g
E L t (1 g )
Da cui
N
t
2) CON INTERAZIONE
Le precedenti formulazioni vengono ora riproposte tenendo in conto della presenza della
struttura e quindi dell’interazione di essa con il terreno. Si sottolinea che vengono ora presi in
conto solo gli effetti legati alle onde di taglio, essendo quelli predominanti in termini di danni
sulle strutture.
L TC s = lunghezza d’onda
4H
T = periodo
Cs
H = spessore del deposito dal bedrock.
A rappresenta l’ampiezza dello spostamento dovuto ad un’onda di taglio, distinguendo tra due casi:
VS L
A2 sin cos nel caso di deformazione assiale
2C s
aS L2
A1 cos 3 nel caso di deformazione flessionale
4 C s
2
Tali ampiezze di spostamenti possono risultare eccessivamente cautelative. Si può quindi fare
riferimento ai valori proposti nella tabella precedente, qui di seguito richiamata.
Si sottolinea che il massimo sforzo assiale determina anche il massimo sforzo attritivo tra lining e
terreno.
OVALING RACKING
Si propongono due diverse formulazioni. La prima fornita da Wang (1993), mentre la seconda
fornita da Panzien (2000).
Per entrambe si fornisco le sollecitazioni relative al caso di “full slip” e “no slip”.
Wang 1993:
“Full slip”
1 Eg V
M max K1 R2 s
6 1 g Cs
1 Eg V
N max K1 R s
6 1 g Cs
12(1 g )
K1
2 F 5 6 g
Nel caso invece di “no slip” lo sforzo normale si modifica nel modo seguente (Hoeg 1968,
Schwartz & Einstein 1980):
Eg Vs
N max K 2 R
2(1 g ) Cs
F 1 2 g (1 2 g )C
1
2
(1 2 g ) 2 2
K2 1
5
2
F 3 2 g (1 2 g )C C 8 g 6 2 g 6 8 g
Dove
E g 1 2 L R
C rapporto di compressibilità
E Lt (1 g )(1 2 g )
Il momento flettente resta lo stesso del caso “Full Slip”.
(Penzien 2000):
“Full slip”
max d
d lining R d free field R
2
Essendo
4(1 g )
R
( n 1)
12 E I (5 6 g )
n 3 l
d Gg (1 l2 )
Le sollecitazioni sono quindi:
24 El I (3 4 g )
d 3G g (1 l2 )
E le sollecitazioni diventano:
24 El Id lining
N cos 2
d (1 )
3
l
2
4
6 E Id lining
M 2l cos 2
d (1 l )2
4
24 E Id lining
V 3 l sen2
d (1 l )
2
4
Le formulazioni dei due autori risultano pressochè equivalenti, ad eccezione dello sforzo normale
nel caso “no slip”. In tal caso Wang sovrastima tale sforzo rispetto a Penzien.