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Relazione Bolle di sapone

“Fate una bolla di sapone e osservatela: potreste passare tutta la vita a studiarla”
(Lord Kelvin)

Leonardo Macerini
MECCANICA
Tensione superficiale
La formazione delle gocce e delle bolle è dovuta alla tensione superficiale. La tensione superficiale
tende a rendere minima la superficie di una goccia e per questo motivo le bolle di sapone sono
sferiche (infatti, a parità di volume, la sfera è il solido dotato di minor superficie).

La tensione superficiale è causata dalle interazioni che vi sono tra le varie molecole all'interno del
liquido. Queste forze sono di natura elettrostatica e sono presenti in tutti gli elementi; in alcuni sono
più deboli come per esempio per l'elio, in altri elementi le forze di coesione, e di conseguenza la
tensione superficiale, sono più alte. È il caso del mercurio che ha un'alta tensione superficiale, che
gli permette di formare palline al momento del contatto con un altro corpo. Per fare delle bolle di
sapone, ovviamente all'acqua si aggiunge del sapone, ma contrariamente a quello che si può pensare
il sapone non ne aumenta la tensione superficiale, ma addirittura la diminuisce di 1/3; inoltre la
tensione superficiale diminuisce all'aumento della temperatura. In particolare se si vuole avere una
buona riuscita nell’esperienza delle bolle si deve attenersi a questa ricetta che consente di
massimizzarne la durata e la grandezza:

1 unità di sapone liquido per piatti

12 unità di acqua

1/3 unità di glicerina

Misura della tensione superficiale.

Pi-Pe= 2γ/R

Quest’equazione prende il nome di equazione di Laplace e mette in relazione la pressione


interna(Pi) e la pressione esterna(Pe) con la tensione superficiale(γ) e il raggio della bolla (R)
Da questa relazione si può notare che la differenza di pressione all'interno della bolla eguaglia la
pressione esterna addizionata di 2γ/R e pertanto è proporzionale alla tensione superficiale. Questo
significa che, per formare una bolla all'interno di un liquido con elevata tensione superficiale, è
richiesta una pressione interna maggiore. Questo fenomeno si può riscontrare ad esempio
nell’ebollizione. La temperatura di ebollizione è definita infatti come il punto al quale la pressione
del vapor saturo interno alla bolla eguaglia il valore della pressione esterna (in questo caso Pe=
1,05*10^5 Pa). L’equazione di Laplace conferma inoltre che la temperatura di ebollizione
dell’acqua è molto più alta, ad esempio, di quella dell’elio (-268.93°C), poiché la tensione
superficiale dell’acqua è di gran lunga maggiore di quella dell’elio. Un altro fenomeno interessante
riguarda l’unione di due bolle aventi raggio(1) minore di raggio(2). In questo caso nella bolla avente
raggio minore viene esercita una maggiore pressione e questo determina che quando le due bolle si
uniscono, è la bolla piccola che entra in quella grande e la lamina che separa le due bolle è incurvata
verso quella più grande.

Relazione fra peso delle gocce e tensione superficiale. 


Il peso delle gocce è proporzionale alla tensione superficiale del liquido: M = T/K, dove K è una
costante che si può determinare usando acqua distillata a 20°C di cui si conosce la tensione
superficiale che è 7,42 g/m

Bagnabilità

Una goccia di un liquido che viene deposta su di una superficie solida vi aderisce in modo maggiore
o minore a seconda della natura del liquido e di quella del solido. Per comprendere questo
fenomeno bisogna considerare che le molecole di un liquido siano soggette a una forza di
coesione che le mantiene
unite le une alle altre ma
esiste anche una forza di
adesione che rappresenta la
forza con cui le molecole
del liquido aderiscono alla
superficie di un materiale
con cui vengono in contatto.
Quando le forze di adesione
sono maggiori rispetto alle
forze di coesione, il liquido
tende a bagnare la
superficie, quando invece le
forze di adesione sono
minori rispetto a quelle di coesione, il liquido tende a rifiutare la superficie.

Misura dell'angolo di contatto

In funzione della bagnabilità del liquido nei confronti di solido, la goccia formerà un determinato
angolo di contatto con il solido. Se l'angolo di contatto è inferiore a 90°, il solido viene definito
bagnabile, se l'angolo di contatto è maggiore di 90°, il solido viene definito non bagnabile. Un
angolo di contatto pari a
zero indica completa
bagnabilità.

Velo d'acqua

 Se si bagna con acqua e detersivo una lastra di vetro, per poi sciacquarla prima con acqua di
rubinetto e poi con acqua distillata e una volta asciutta, alitarci sopra, la lastra di vetro non si
appannerà più perché l'umidità si disporrà sulla superficie secondo un sottilissimo velo continuo
d'acqua. Questo avviene perché l'acqua ha bagnabilità completa nei confronti del vetro pulito.

Bolle effettuate su telai. 


Normalmente ci si aspetta che le membrane della bolla si dispongano sulle facce del solido, ma
questo non avviene perché durante la loro formazione esse tendono a formare delle figure che
sfruttano il percorso più breve, al quale concerne minore energia . Le lamine saponose infatti
tendono ad assumere la forma di minor energia. Le superfici minime sono inoltre le più stabili
perché in ogni loro punto la curvatura media è uguale a zero.

Rifrazione della luce


La membrana delle bolle di sapone è formata da tre strati: i due esterni sono formati da uno strato di
molecole dotate di un’estremità idrofila rivolta verso l'interno; lo strato interno è costituito da acqua
saponata. La luce che attraversa una lamina di acqua saponata viene parzialmente riflessa dalla
superficie anteriore e da quella posteriore. Le onde luminose riflesse risultano fra loro sfasate, e
sommandosi algebricamente, danno luogo a variazioni di colore. Il colore emergente dipende dallo
spessore della pellicola. Quando per evaporazione lo spessore della pellicola diventa molto sottile, i
due riflessi si annullano completamente. La bolla diventerà "nera" e quasi invisibile. Essa sarà
anche molto instabile e prossima a scoppiare.

Applicazioni delle bolle


Attraverso la superficie della bolla si può avere il trasferimento di materia e di energia (ad esempio
calore), per cui dal punto di vista termodinamico una bolla può essere considerata come un sistema
aperto.

Le bolle possono avere numerose applicazioni, ma tra le più interessanti si trova sicuramente il
fenomeno della sonoluminescenza.  Durante questo processo viene bombardata l’acqua contenuta in
una sfera d’acciaio con onde sonore. La pressione all’interno della sfera inizia a crescere fino a
provocare la formazione di una bolla d’aria (lacerazione). Le onde sonore continuano a colpire la
bolla d’aria, facendola dilatare e contrarre. Questo processo genera pressioni che fanno implodere
su se stessa la molecola d’aqua, che si riscalda fino ad una temperatura di migliaia di gradi, ed
emette un lampo di luce di pochi nanosecondi. Gli scienziati sperano di creare, con la
sonoluminescenza, temperature abbastanza elevate da provocare la fusione nucleare, in modo tale
da non produrre più scorie radiattive.

Le bolle vengono anche utilizzate in ambito architettonico per calcolare la forma di superfici molto
irregolari delle quali dobbiamo assicurarci la completa stabilità e la minore superficie . Un esempio
a riguardo si può riscontrare nella costruzione delle strutture olimpiche di Monaco del 1972.

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