Da ciò non può che discendere una evidente contraddizione. Da un lato non si
potrebbe fare attività di riproduzione agamica in Italia “per la successiva
commercializzazione dei prodotti da essa ottenuti” ma ben si possono importare piante
di canapa dall’estero riprodotte per via agamica (!), attività peraltro espressamente
consentita dalla normativa sopra richiamata di cui al D.Lgs. n. 214/2005.
Il paradosso appare evidente in quanto si escluderebbe in sostanza la facoltà di fare
talee in Italia, ma ben si possono importare le stesse talee dall’estero.
Ne consegue che l’asserito limite alla riproduzione per via agamica appare
assolutamente contraddittorio e comunque limitato ad una ristretta cerchia di
prodotti, dal momento che il florovivaismo, per definizione, è quell’insieme di attività
volte ad assicurare la crescita, la riproduzione e la moltiplicazione dei vegetali.
In questo caso siamo alla constatazione dell’ovvio: un fiore reciso, in quanto parte di
pianta, è un vegetale per definizione di legge e, come tale, oggetto – lecito -
dell’attività florovivaistica.
Non si può dubitare che aver sancito la liceità della coltivazione di canapa finalizzata
al florovivaismo implica inevitabilmente la possibilità di produrre, riprodurre e
moltiplicare vegetali ossia piante e parti di piante (compresi fiori e foglie).
Al contrario una limitazione sussiste per le sole sementi ai sensi della previsione di
cui all’art. 7 della L. n. 242/2016 che ha limitato la riproduzione delle sementi per 1
solo anno per scopi didattici o di ricerca per i soli enti di ricerca pubblici, le
Università e le agenzie regionali per lo sviluppo e l'innovazione.
Da ciò deriva il conseguente regime autorizzativo per gli operatori del settore
secondo cui coloro che producono piante destinate alla vendita ai commercianti di
fiori e piante, siano essi grossisti o dettaglianti, devono essere in possesso delle
autorizzazioni di cui al D.lgs n. 214/2005 (patentino fitosanitario ed iscrizione al
RUOP).
Tale ultima indicazione, anche se presenta molti dubbi come sopra esposto,
rappresenta la linea interpretativa attualmente seguita in materia dal MIPAAFT in
carattere di continuità con le indicazioni contenute nella circolare n. 5059/2018.
Tale assunto non è - e non può essere - messo in discussione stante l’espressa
norma di legge, nonché la dettagliata normativa di settore inerente il florovivaismo.