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Accordi e modi
Per una corretta analisi armonica è necessario riferirsi ad accordi a quattro voci. La
presenza della settima rispetto ad una triade infatti consente di enfatizzare la funzione
dell’accordo.
Ciononostante non bisogna dimenticare che in certi contesti stilistici, sia del jazz sia
della musica pop, è importante suonare a triadi in quanto gli accordi di settima, o
ancora più estesi, ci fanno ottenere un risultato opposto a quello voluto, fuori luogo e
assolutamente kitsch. Può essere utile per comprendere meglio la funzione di ogni
accordo aggiungere la settima in fase di analisi di una sequenza di triadi ma una volta
chiarite le idee si “devono” assolutamente suonare solo le triadi.
Sappiamo che i due modi convenzionali sono il modo maggiore e minore. Il riferimento
scalare del modo maggiore è la scala diatonica maggiore (o modo ionico) mentre per il
modo minore esistono molte più scale. La differenza tra i due modi è la terza che, se si
presenta abbassata di un semitono (in C, Eb), determina l’appartenenza al modo minore.
Per la costruzione degli accordi per ora limitiamoci alla scala diatonica maggiore
(es. 1):
Sovrapponendo ad ogni grado della scala delle terze otteniamo le scale maggiori e
minori armonizzate da cui derivano fondamentalmente tutte le qualità degli accordi
che ci interessano (es. 3 e 4)
3
Riportiamo ora gli accordi ad un’unica tonica C per confrontare le costruzioni degli
accordi.
Si noterà che manca l’accordo costruito sul terzo grado della scala minore armonica
(Eb maj7 #5) in quanto non costituisce una categoria a sé ma è il realtà l’estensione
dell’accordo di minore tonica (C minore con la settima maggiore) alla nona maggiore
(D).
Esercizi:
4
2. Quante scale bisogna conoscere?
Aggiungendo alle sei qualità di accordo gli accordi alterati, che vedremo
successivamente, e altri tipi di voicings si giunge ad un numero considerevole di accordi.
E’ inevitabile essere presi dallo sconforto in quanto si pensa che a questa quantità di
accordi corrisponda un altrettanto cospicuo numero di scale.
In realtà per produrre musica già ad un livello più che dignitoso è sufficiente conoscere
quattro tipi di scale 1 ed i modi relativi. Queste scale coprono praticamente quasi tutti
i tipi di accordo.
Si tenga inoltre presente che per il modo minore la scala minore armonica ci serve, per
ora, per costruire gli accordi mentre per l’improvvisazione si farà riferimento alla
minore melodica ascendente, alle scale derivate dalla scala maggiore e alle altre scale
indicate.
Ecco un prospetto delle quattro scale, dei modi derivati e degli accordi a cui ognuna fa
riferimento.
Questo prospetto è puramente indicativo in quanto solo una corretta analisi armonica
delle funzioni degli accordi a suggerirci perciò quale scala preferire.
1
E’ di questo avviso anche Mark Levine nel suo noto testo The jazz theory book
5
Un discorso a parte meritano le scale pentatoniche e blues 2 a cui è dedicato uno studio
particolare.
Esercizi:
Rapportare ad ogni accordo le scale relative rispettando il seguente prospetto da trasportare in tutte
e dodici le tonalità sempre secondo il ciclo delle quarte:
2
Dello stesso autore vedere: Pentatoniche tra tonale e modale
6
3. Funzioni degli accordi
Ogni accordo, sia per la sua costituzione intervallare interna sia in rapporto alla
tonalità, ha una sua funzione armonica specifica. Possiamo identificarne
fondamentalmente tre sia nel modo maggiore sia in quello minore: tonica, dominante e
sottodominante.
Queste tre funzioni sono strettamente legate alle cadenze II-V-I in maggiore e in
minore:
Si può notare che nella tonalità maggiore troviamo l’accordo di settima maggiore anche
sul quarto grado (Fmaj7). In questo caso però non si ha un passaggio vero e proprio in
un’altra tonalità (modulazione) ma si ha uno spostamento momentaneo sul quarto
grado. Si dice perciò che Fmaj7 è una tonica momentanea (Tm) sul IV grado.
3
Si veda a questo proposito la parte sugli accordi alterati.
4
Nel modo minore può avvenire un interscambio modale tra le scale minori. In presenza della scala dorica occorre
modificare l’accordo di tonica minore da minore con la settima maggiore in minore settima o minore 6.
7
Sebbene di qualità diversa rispetto all’accordo di settima maggiore, hanno funzione di
tonica (in maggiore e in minore) anche gli accordi di E-7 e Ebmaj7#5, costruiti
entrambi sul terzo grado della rispettiva scala maggiore e minore armonica di C.
Presentano entrambi la nona maggiore (D) e sono quindi da intendersi come estensioni
degli accordi di tonica: Cmaj9, C-9 (maj7) (es. 7)
Anche l’accordo costruito sul VI grado (A-7) appartiene al gruppo di accordi con
funzione di tonica avendo 3 suoni su 4 uguali sebbene con una lieve differenza. Infatti
serve ad alleggerire l’accordo di settima maggiore e creare una certa varietà armonica
soprattutto se le progressioni durano 4 o più quarti.
es. 8
5
Quando l’accordo costruito sul sesto grado (minore settima) si presenta sotto forma di settima di dominante e risolve
sul II, l’accordo non ha più funzione di tonica ma di dominante secondaria. Argomento che verrà trattato più avanti.
8
E’ un errore frequente utilizzare sempre la stessa scala in riferimento al medesimo
accordo. Ad esempio usare la scala dorica sull’accordo minore settima. Al contrario
una corretta analisi armonica delle progressioni ci consente di capire la diversa funzione
e scegliere quindi la scala più opportuna.
In questo esempio, tratto dalle prime quattro misure di I got rhythm (in tonalità di Bb),
agli accordi minori settima sono state attribuite scale differenti (eolia, dorica, frigia) a
seconda della funzione assunta (T: tonica; SD, sottodominante; D: dominante). Si noti
anche il grado della tonalità maggiore di Bb su cui è costruito ogni accordo/scala:
Grado: I VI II V III VI II V
Funz : T T SD D T T SD D
Per creare varietà armonica quando un accordo occupa più di una battuta lo si può
sostituire con accordi di minori settima che si spostano sulla scala relativa, in questo
caso, dorica, o cromaticamente.
| D- | % | % | D7 | G- | % | E-7b5| A7 |
L’accordo Fmaj7 può ancora essere considerato un D-7 in quanto estensione alla nona
maggiore. La stessa cosa avviene nelle battute successive tra G-7 e Bbmaj7. Il pedale di
D e G dà un effetto di sospensione.
Si noti che c’è uno scivolamento da Cmaj7 a E-7 (accordo II ma con funzione di Tonica)
dapprima sulla scala maggiore (D-7) poi cromaticamente (Eb-7).
9
La stessa progressione può presentarsi anche:
| Cmaj7 D-7 | Ebo C6/E | o in tonalità di Bb
Esercizi:
- Sfogliare un Fake book e individuare per ogni brano la tonalità di impianto specificando se
maggiore o minore senza guardare l’armatura in chiave ma solo la concatenazione degli accordi.
Individuare inoltre le toniche momentanee sul IV grado e le tonalità a cui il brano è modulato.
Esempio:
F#-7 B7/E-7 A7/Dmaj7A7/D-7G7/Cmaj7 A7/D-7 G7/C7….
D…………………………….. D-…… C………………………………...
III VI7 II V I V I V I VI7 II V I7
10
3.2. Funzione di dominante
es. 10
In questi casi la funzione di dominante viene detta primaria in quanto risolve sulla
tonica della tonalità.
Le scale da rapportare alle dominanti primarie variano dal modo maggiore al minore.
Se infatti in maggiore è possibile usare la scala misolidia (oltre alle altre possibilità di
scale derivate dall’alterazione dell’accordo di dominante sui toni ornamentali6), in
minore la scala misolidia, sebbene concessa, è meglio sostituirla in quanto non
conferisce una sonorità del tutto adeguata al modo minore della tonalità.
6
Per toni ornamentali si intendono le estensioni dell’accordo di settima alla nona (maggiore o minore), all’unidicesima
(giusta o eccedente) e alla tredicesima (maggiore o minore)
11
Cadenze V – I in maggiore e minore e scale relative
es. 11
Talvolta gli accordi costruiti sui gradi della scala possono presentarsi in qualità di
dominante, diversa dal consueto, risolvendo una quinta sotto sempre su un grado della
tonalità d’impianto:
A7 > D-7 B7 > E-7 D7 > G7 C7 > Fmaj7
In questo caso vengono definiti dominanti secondarie (Ds) in quanto determinano delle
modulazioni passeggere su un altro grado della tonalità d’impianto.
Una dominante secondaria può essere preceduta dal suo relativo II grado. In tal modo si
conferisce un maggior senso di modulazione:
12
Talvolta l’accordo di settima di dominante può anche avere funzione di tonica (o tonica
momentanea sul IV grado Tm), ad esempio nel blues. Si noti che C7 nella prima e terza
battuta ha funzione di tonica ma nella quarta riassume la funzione di dominante (in
questo caso secondaria):
| C7 | F7 | C7 | C7 | ecc.
Funz. T Tm T D
Cadenza plagale: IV – I
o in minore settima
| F7 | F-7 | C6 o (C7) |
|Bbmaj 7 G7b9| C-7 F7 | D-7 G7b9| C-7 F7 | Bbmaj7 Bb7| Ebmaj 7 Eb-6| D-7 G7b9| C-7 F7|
T Ds SD D T Ds SD D T Ds Tm Tm- T Ds SD D
13
Questo procedimento è tipico del periodo swing e da origine a un ciclo di dominanti in
caduta: D7 infatti è la dominante di G che appena toccato diventa dominante di C e così
via.
Esercizi:
- Individuare in alcuni brani progressioni II – V – I, specificando se in maggiore o in minore
- Individuare dominanti primarie e secondarie specificando sempre la tonalità di riferimento
- Individuare i diversi tipi di cadenze
14
3.3 .Funzione di sottodominante
15
es. 12
16
Oppure in minore
es. 13 (ultime 8 misure di Stella by starlight)
Nelle ultime quattro misure si noti come la progressione tenda ad indurre ad una
soluzione in minore, smentita dall’accordo conclusivo in maggiore. Si tratta di un
espediente armonico utilizzato dai songwriter di Broadway (Cole Porter lo usava molto
spesso) per dare un colore più scuro alla cadenza e risolverla quindi in maggiore:
es. 14
17
Poiché l’accordo minore settima si trova sul II III VI grado della scala maggiore e sul IV
della scala minore armonica occorre capire che funzione svolge per scegliere la scala
più appropriata.
Anche l’accordo semidiminuito si incontra sul II grado della scala minore armonica e sul
VII della maggiore con due funzioni diverse.
II in minore scala locria, locria #2, ottofonica 1/2 > funzione di SD minore
VII in maggiore scala locria > funzione di D in maggiore (sostituisce il V)
es. 15
18
Per la sua identica costruzione intervallare l’accordo semidiminuito è stato sostituito
talvolta nella musica leggera con l’accordo minore sesta.
es. 17
es. 18
Si noti nella V misura D-6 seguito da E7 al posto di B-7b5 E7. E ancora nella settima
battuta C-6 al posto di A-7b5. Ciononostante queste armonizzazioni sono
armonicamente corrette e creano proprio quel sound che l’esempio sotto riportato
(es.19), sebbene più corretto sotto il profilo dell’armonia funzionale, non da.
19
Un altro accorgimento utile per l’improvvisazione, soprattutto se il brano è veloce,
consiste nel semplificare le progressioni di accordi, che vengono comunque suonati
dalla sezione ritmica, restringendo così il numero di scale e lasciando più spazio alle
idee melodiche.
Nell’esempio che segue, sopra è indicata la progressione completa
dell’accompagnamento, sotto la linea dell’improvvisatore e la progressione semplificata.
In questo caso si sono privilegiati accordi di dominante “eliminando” gli accordi minori
settima, ma si può anche fare il contrario.
es. 20
Fast
In questo esempio invece si è voluto dare un colore più “modale” privilegiando gli
accordi minore settima.
Ballad
Cmaj7 | % | G7 | % | Cmaj7 | % | G7 | % |
Cmaj7 | A7b9| D- D-maj7|D-7 D-6| E-7 | A7b9 | D-7 | Db7 |
Esercizi:
- Specificare la funzione degli accordi minore settima incontrati in un brano: II, III o VI o ancora di
I minore(in sostituzione di I minore sesta o I minore maj7)
- Semplificare o arricchire le progressioni a seconda dei brani (fast, ballad, medium)
20
4. L’accordo di settima diminuita
L’accordo di settima diminuita si costruisce sul settimo grado della scala minore
armonica sovrapponendo tre terze minori. Solitamente viene considerato una accordo di
settima di dominante con la nona minore (con tonica omessa) di cui ne condivide le
funzioni.
es. 21
Proprio per la sua costruzione simmetrica ha quattro toniche distanti una terza minore
tra loro. Anche la medesima scala ottofonica tono/semitono può essere usata sui tre
accordi. In altre parole con tre accordi/scale copriamo tutti e dodici i suoni.
es. 22
Rhythm changes
21
L’accordo di settima diminuita è stato molto utilizzato nel jazz negli anni trenta e
quaranta e in molte bossanovas (Jobim è un maestro nell’armonizzazione diminuita), a
partire dal bebop i jazzisti hanno incominciato ad usare sempre più frequentemente
l’accordo di 7b9. Questo aspetto storico è da tenere presente quando si esegue un brano
swing o una bossanova o un brano bebop e si vuole conferire il colore di quegli anni.
es. 23
Herbie Hancock ha introdotto in una sua nota composizione (Dolphin Dance) l’accordo
7b9 in forma di doppio accordo diminuito (fatto che denota la sua attenzione
all’armonia classica contemporanea). La tonica è la top voice e gli accordi diminuiti
sono quelli di E° e Eb°. In questo voicing sono presenti tutte le note della scala
ottofonica semitono/tono.
es. 24
22
L’accordo di settima diminuita non sostituisce sempre l’accordo 7b9 ma segue
ugualmente lo scivolamento cromatico dei bassi.
es. 25
Blues
Battute 5/6/7
| F7 | F#°| C7/G |
Esercizi:
- Individuare in alcuni brani gli accordi di settima diminuita e sostituirli con i relativi accordi di
settima di dominante b9.
- Invertire il procedimento di prima
- Rapportare agli accordi diminuiti o 7b9 le relative scale ottofoniche
- Introdurre nelle battute finali di un brano in maggiore la progressione I6 – II – IIIb°- III (oppure
I6/III)
23
5. L’armonia frigia e l’accordo susb9
Gli anni cinquanta sono stati un periodo di grande fermento e ricerca musicale che si è
riflesso anche nell’utilizzo di nuovi voicing, sia rootless, 7 cioè senza tonica e costruiti
prevalentemente su terza e settima (derivati da certa musica pianistica di Chopin e
Ravel) sia di altro tipo come appunto il sus4b9.
Proprio in quegli anni è divenuto uso comune rapportarlo alla scala frigia (il terzo modo
della scala diatonica maggiore).
Questo voicing appartiene alla famiglia degli accordi di settima alterati ed ha quindi
funzione di dominante. Ciononostante proprio la sua particolare sonorità merita un
trattamento a sè.
es. 26
Si noti che la scala frigia di C, in quanto costruita sul terzo grado, ha le alterazioni di Ab
maggiore, e presenta la terza minore. Solitamente la scala frigia si usa con un accordo
minore settima con funzioni di sostituto di tonica (si veda l’es. 6 e 9), ma se
intendiamo Eb come un D#, cioè una terza eccedente otteniamo una scala alterata
costruita dai seguenti intervalli: T – b9 -#9 – 11 – 5 – b13 – 7. Una scala che si adatta
benissimo ad un accordo di dominante alterato.
I musicisti che hanno incominciato a introdurre questo voicing rapportandolo alla scala
frigia, sono stati moltissimi ma sicuramente tra i più rappresentativi occorre citare Duke
Ellington (Melancholia), Miles Davis, Bill Evans, Wynton Kelly (introduzione Someday
my Prince will come), Coltrane e McCoy Tyner, Herbie Hancock.
Bill Evans, ad esempio, nel brano Flamenco Sketches introduce alcuni suoi studi
armonici (già presenti nel brano Peace Piece) ed in particolare la quarta scala/accordo
delle progressioni del pezzo è proprio Dsus4b9, suonato qui in forma di triadi
sovrapposte a distanza di un semitono.
es. 27
7
Questo tema verrà approfondito in un capitolo a parte.
24
Nel suo assolo Evans utilizza esplicitamente la scala frigia.
es. 28
Per capire quanto sia stata determinante l’influenza di Evans su Miles Davis nel disco
Kind of Blue si noti questa fotografia che riporta un frammento di spartito scritto di suo
pugno proprio dal pianista per Cannonball Adderley (lo si capisce dalla scritta Alto, dal
copribocchino e dalla confezione di pastiglie per l’emicrania di cui Adderley soffriva
spesso).
Compare inoltre la scritta: Play the sound of these scales. Forse una tra le indicazioni
più chiare ed esplicite per sollecitare il solista a suonare in stile “modale”.
La quarta scala è una scala frigia di B (cioè quella di D trasportata per il sassofono in Eb)
modificata in stile “spagnolo” cioè con la terza maggiore (D#) al posto della terza
minore (D). La scala così disposta ha tre sensibili B > C, D# >E, F# >G, che conferiscono
un colore appunto spagnoleggiante.
es. 29
Esercizi:
- In alcune progressioni II – V alt – I sia in maggiore sia in minore introdurre l’accordo susb9
sperimentando la sonorità della scala frigia
25
6. Sostituzione del tritono
es. 30
O in tonalità minore:
D-7b5 G7 C-maj7 D-7b5 Db7 C-maj7
E’ interessante notare come esistano delle strette connessioni tra le scale alterate dei
due accordi derivate dalla scala minore melodica o dalla ottofonica semitono/tono.
es. 31
Esercizi:
- Individuare le sostituzioni di tritono
- Introdurre sostituzioni di tritono sperimentando le diverse scale a disposizione
26
7. Tensioni e toni ornamentali
Non tutte le qualità di accordo però supportano le estensioni in quanto vengono a crearsi
sonorità inadeguate alla funzione dell’accordo. Occorre quindi un’analisi specifica per
ogni qualità di accordo.
es. 32
27
Le scale da rapportare agli accordi di tonica maggiore sono:
Scala ionica per Cmaj7/9, C6, C6/9 > C-D-E-F-G-A-B
Scala lidia per Cmaj7/9, C6, C6/9, Cmaj7#11, C6#11 > C-D-E-F#-G-A-B.
Per quelli di tonica minore la scala minore melodica ascendente > C-D-Eb-F-G-A-B
es. 33
Capita però molto spesso che l’alterazione dell’accordo non sia scritta e la dizione della
sigla sia un generico accordo di dominante. In questo caso il pianista o l’armonizzatore
analizzerà velocemente la progressione o le note della melodia e inserirà l’accordo più
appropriato.
Nella quinta misura della sezione C di Stella by starlight ad esempio la nota della
melodia è D naturale (cioè la # 11) e l’accordo è genericamente Ab7.
es. 34
28
Si noti ancora la differenza tra la partitura di un Real Book (melodia con sigle) e
l’effettiva trascrizione del solista (gli accordi sono scritti sia a grappoli sia in sigla).
L’indicazione delle sigle talvolta è più corretta nel primo esempio (terza misura C-9 > C-
7), talvolta nel secondo (quinta misura F-11 > F-9), oppure nella settima misura il
secondo esempio indica D7alt, mentre il primo è più dettagliato D+7b9 (cioè D7#5b9).
Nonostante le differenti notazioni il senso armonico non cambia, sta nell’elasticità del
pianista interpretare l’armonia, capire la funzione armonica e scegliere il voicing più
adatto.
es. 35
29
Un altro accordo esteso è quello di dominante con la nona eccedente. Solitamente si
esegue in questo modo per esaltare ancor più il senso contemporaneo di doppia modalità
maggiore/minore (viene denominato Gershwin voicing per il frequente uso orchestrale
da parte del compositore).
es. 36
Le scale da rapportare a tutti questi voicing sono innumerevoli. Ognuna ha un suo colore
specifico. Sta nella sensibilità del musicista scegliere quella più adatta per arricchire la
sua tavolozza espressiva.
Come già detto precedentemente, si possono coprire tutti gli accordi alterati con le
scale derivate dalla scala maggiore, dalla minore melodica, dalla ottofonica e dalla
scala a toni interi.
es. 37
30
Mentre il semidiminuito ha la nona maggiore e minore, l’undicesima giusta e la
tredicesima minore (derivate dalla scala locria #2 e dalla locria)
es. 38
es. 39
Esercizi:
Analizzare la melodia e le progressioni di un brano e rapportandola all’armonizzazione in sigla degli
accordi di settima, scegliere l’estensione del voicing più appropriata annotando alcune scelte scalari.
Esempio
31
8. Voicings
es. 40
es. 41
32
John Mehegan, fa risalire questi voicings ad armonizzazioni pianistiche di Chopin e
Ravel. Nel jazz già Duke Ellington utilizzava questi voicings negli anni del Cotton Club,
così come Art Tatum e tanti altri, la consuetudine vuole attribuire questi voicings agli
anni 50 a Bill Evans, Wynton Kelly e Horace Silver.
Non si tratta solo di leggenda, ma esistono anche delle motivazioni acustiche oltre che
armoniche a suffragio di questa attribuzione. Infatti prima degli anni 50 il contrabbasso
era suonato quasi sempre senza alcuna amplificazione e il pianoforte “raddoppiava” le
toniche degli accordi per ottenere un maggiore volume di suono, così come la cassa
della batteria, durante lo swing, suonava tutti i quarti per sostenere il walking bass. A
partire circa dal secondo dopoguerra l’amplificazione ha risolto progressivamente i
problemi sonori del contrabbasso e, in coincidenza con un diverso stile di
accompagnamento pianistico “a strappi” il pianoforte ha incominciato a usare sempre
più voicing rootless.
es. 42
33
Un’altra procedura tipica di Bill Evans era quella di utilizzare frammenti di voicing o di
modo, spesso a seconde minori.
es. 42
Blue in Green
es. 43
34
Nel collegamento degli accordi nelle varie categorie basta seguire alcune regole di
massima.
Si analizzino le toniche degli accordi:
Naturalmente non sono regole ferree ma di principi generali basati sulla constatazione di
armonizzazioni consuete.
Per questo motivo è opportuno ricercare sempre nuove posizioni e nuove sonorità che
conferiscono un carattere originale alle proprie armonizzazioni.
Esercizi:
Al pianoforte suonare la melodia di uno standard con la mano destra mentre la sinistra suona voicings di
cat. A, B, C collegati secondo le indicazioni date.
35
9. Voicings equivalenti e alterati
es. 44
Proprio da queste posizioni equivalenti deriva una tra i più frequenti modi per
armonizzare la progressione II – V – I in minore.
es. 45
Sotto al grappolo sono indicate le categorie del voicing: A costruiti sulla terza; B sulla
settima; C su altri intervalli (in particolare T, tonica, e b5, quinta diminuita).
36
E’ possibile utilizzare voicings di cat. A e B anche per l’accordo semidiminuito sebbene
queste posizioni suggeriscano prevalentemente la scala locria#2 (stesse alterazioni di F
minore melodico) per la presenza della nona maggiore, mentre i voicings per posizioni
equivalenti T e b5 offrono la possibilità di utilizzare sia la locria (stesse alterazioni di
Eb maggiore) sia la locria#2.
es. 46
Oltre alle posizioni equivalenti, le diverse categorie possono essere alterate, arricchite
o, meglio ancora, ridotte. Un voicing molto ricco di fatto limita le scelte scalari mentre
una posizione più essenziale offre maggiori possibilità.
es. 47
es. 48
37
Si accennava già nel primo paragrafo all’esigenza di utilizzare in certi contesti “pop”
semplici triadi invece di voicings più complessi. Ciononostante le triadi possono essere
arricchite con la nona ottenendo un suono più ricco di armonici ma, al tempo stesso,
semplice e immediato. Ecco alcune posizioni.
es. 49
es. 50
Esercizi:
Applicare posizioni equivalenti ad una progressione indicando il voicing di dominante da cui deriva.
Esempio
C-7 | F7alt | Bbmaj7 | Ebmaj7#11 | A-7b5 | D7alt | G-maj7 | G7alt |
B7(A) F7 (B) F7(A) Ab7(B) C7 (A) Db7(A)
38
10. Slash chords e armonia non funzionale
Le triadi sono il fondamento del sistema tonale occidentale e hanno una sonorità ricca
di armonici che stabilisce in modo inequivocabile la tonalità a cui si riferiscono.
Per questo motivo vengono spesso utilizzate sia in posizione fondamentale che nei loro
rivolti anche in contesti moderni.
E’ interessante notare come una triade su un semplice basso, slash chord, abbia una
forte personalità che, talvolta, offre persino un senso di “doppia tonalità” (politonalità),
se il basso è diverso dalla tonica della triade.
Si prenda ad esempio una triade di D maggiore (in posizione 4/6, II rivolto) con un basso
di C.
es. 51
In altre parole gli slash chord sono voicing ambigui e, per questo motivo molto intriganti,
soprattutto in ambiti non funzionali, cioè quando gli accordi non seguono strettamente
le funzioni tonali studiate fin ad ora, ma hanno una funzione coloristica che segue
l’andamento della melodia. Per questo motivo le composizioni di questo tipo non hanno
spesso alterazioni in chiave in quanto non si riferiscono direttamente ad una sola
tonalità.
Wayne Shorter è maestro nell’uso non funzionale degli accordi in ambito compositivo.
Un procedimento che alterna anche sezioni tonali e modali all’interno della
composizione, come un pittore che sfrutta diverse tecniche nella sua tavolozza
espressiva.
39
es. 52
40
Gli slash chords se da un lato consentono di ottenere immediatamente un voicing
caratteristico ed interessante con una semplice sigla, dall’altro complicano un po’ la
vita nelle scelte scalari. Infatti anche in un ambito non funzionale è più facile
individuare le scale da utilizzare nell’improvvisazione se nella sigla è indicata la
settima.
La sigla Bb/Ab, ad esempio può risultare a prima vista ostica mentre Abmaj7#11 porta
immediatamente ad una scala lidia. Per questo motivo gli slash chords talvolta possono
essere siglati in modo diverso dalla solita triade su un basso ma in questo modo:
Bb/Abmaj7; Db/C7.
Per mantenere però l’effetto slash è meglio ridurre al minimo le note che compongono
l’accordo di settima sotto la triade. Di solito si mantiene: T e VII o T e V o VII e III o III
e VII .
es. 53
41
Ecco quindi due versioni dello stesso brano (armonia non funzionale) scritto con slash
chords semplici (triade su basso) e sigle convenzionali. Si noti come sia più immediata
l’attribuzione delle scale ai voicings nella seconda versione.
es. 54
42
Ecco un prospetto degli slash chords ottenibili con la medesima tonica. A fianco viene
annotata una possibile sigla a cui ogni accordo può essere rapportato e le principali scale
utilizzabili:
Esercizi:
Accompagnare una melodia sostituendo i voicings alterati con slash chords
43
11. Voicing a quarte e jazz modale
“Play the sound of these scales” era questo il suggerimento di Bill Evans scritto sullo
spartito di Cannonball Adderley in Flamenco Sketches uno dei brani del disco
“manifesto” del jazz modale: Kind of blue del 1959. Qualche anno prima avremmo
notato uno spartito di sigle e accordi e invece dalla fine degli anni cinquanta in poi
troveremo sempre più frequentemente delle scale e successioni di 4, 8 o 16 misure con
un solo accordo. Come in So What:
es. 55
Questi indizi ci fanno capire quanto l’improvvisatore jazz abbia spostato quasi
totalmente l’attenzione dalle progressioni armoniche alle scale, dai centri tonali agli
intervalli melodici.
Ma è anche curioso che proprio un pianista, cioè un musicista dello strumento principe
dell’armonia, abbia dato una sterzata così radicale alla musica tonale con un modo
nuovo di disporre gli accordi.
Innanzi tutto cambiano gli intervalli dei voicings. Si passa infatti dalle architetture a
terze tipiche dell’armonia tonale a sovrapposizioni di quarte.
L’intervallo di quarta dà un senso di sospensione e indefinitezza e l’accordo così
costruito perde parte delle sue caratteristiche funzionali di risoluzione, tensione e
preparazione che aveva in precedenza.
In realtà l’accordo a quarte era già presente nei voicing rootless di Wynton Kelly, Bill
Evans e Horace Silver ma l’aggiunta di alcuni intervalli “importanti” (settime, quinte e
terze) riconduce il tutto in termini tonali.
es. 56
Ora però l’accordo a quarte ha una sua fisionomia ed autonomia nuova e soprattutto ha
una funzione coloristica, dinamica e ritmica.
44
Se infatti armonizziamo una scala dorica con accordi a quarte i voicing hanno più o
meno la stessa funzione con una predilezione per quelli costruiti sulla tonica, quarta,
seconda e quinta.
es. 57
Mc Coy Tyner, pianista del quartetto storico “modale” di Coltrane soleva accompagnare
in questo modo:
es. 58
Gli accompagnatori possono decidere di seguire il solista fuori dal modo ma, più
frequentemente, rimangono all’interno creando un contrasto ancor più netto tra la
melodia “outside” e l’accompagnamento “inside”. Ecco un esempio di improvvisazione
inside/outside:
es. 59
inside/outside:
es. 59 IN
OUT
IN
OUT
IN
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Indice
Introduzione p. 1
1. Accordi e modi p. 3
Armonizzazione della scala diatonica e minore melodica ascendente, le sei qualità di accordi di settima
8. Voicings p. 32
Voicing rootless, Frammenti, Collegamento dei voicing,
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