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armonici naturali
I SUONI ARMONICI / 1
Serie degli armonici naturali il cui suono fondamentale è un Do. Questa serie di note è la base
fisica che ha dato origine al temperamento naturale. Il 7° 11° e 14° armonico sono calanti, il 13° è
crescente
I SUONI ARMONICI / 2
• I chitarristi sfruttano questi armonici naturali per produrre suoni particolari, pizzicando una
corda con la mano destra e sfiorandola (senza frenarla) con la sinistra all'altezza: del XII tasto
per ottenere un armonico di ottava; del V per un armonico di due ottave; del XVII per un
armonico di tre ottave; del VII del XIX per un armonico di quinta; del IV per un armonico di
terza maggiore; del X per un armonico di settima minore (anche se poco avvertibile). Tutti gli
strumenti a corda possono sfruttare questo principio.
LA SUCCESSIONE
DEI SUONI ARMONICI / 1
• Modi in cui può vibrare una corda di uno strumento
musicale:
1. Due nodi e un ventre: in questo caso si produce un
suono di frequenza v1, a cui corrisponde una
determinata altezza della nota emessa (per esempio
do). Chiamiamo v1 frequenza fondamentale; il suono
corrispondente si dice fondamentale o primo
armonico.
LA SUCCESSIONE
DEI SUONI ARMONICI / 2
2. Tre nodi e due ventri: come si vede dalla figura, è come se la
corda fosse divisa dal nodo centrale in due parti uguali che
vibrano indipendentemente; la corda vibra quindi come se
avesse lunghezza dimezzata. La frequenza corrispondente è
v2=2v1 e il suono corrispondente, detto secondo armonico, è il
do immediatamente successivo al suono fondamentale
(quello che si trova a distanza di ottava superiore da esso). Per
distinguere le due note chiameremo rispettivamente do1 e
do2 i primi due suoni armonici.
LA SUCCESSIONE
DEI SUONI ARMONICI / 3
3. Quattro nodi e tre ventri: la corda vibra come se fosse
divisa in tre parti uguali; la frequenza è v3=3v1 e il suono
(sol2, cioè il suono a distanza di quinta giusta da do2) è
detto terzo armonico.
E così via…
LA SUCCESSIONE DEI SUONI ARMONICI / 5
Se prendiamo come unità di misura della frequenza v1, le frequenze dei suoni
armonici sono 1, 2, 3, 4... Una corda è capace di emettere frequenze multiple di
quella fondamentale. La successione dei primi otto suoni armonici è, se la nota
fondamentale è do1 (ma possiamo costruirla a partire da qualunque altra nota).
ARMONICO 1 2 3 4 5 6 7 8
FREQUENZA v1 2v1 3v1 4v1 5v1 6v1 7v1 8v1
NOTA DO1 DO2 SOL2 DO3 MI3 SOL3 SIb3 DO4
1) Accordo maggiore, formato da una terza maggiore seguita da una minore (es.:
do-mi-sol);
2) Accordo minore, formato da una terza minore seguita da una maggiore (es.: la-
do-mi);
3) Accordo diminuito, formato da due terze minori (es.: si-re-fa).
Va aggiunto, per completezza, l’Accordo aumentato, formato da due terze
maggiori (es.: do-mi-sol#), che si forma sulla scala minore o su quella melodica
ascendente.
SCALA DI DO MAGGIORE
• Una scala diatonica è formata dalla ripetizione della successione formata da due toni, un
semitono, tre toni e un semitono. Vengono determinate in questo modo le note della scala
(per es., i tasti bianchi del pianoforte), ma non il punto di partenza, né una gerarchia tra esse.
• Se invece assumiamo come nota iniziale do, questa acquista più importanza delle altre, e
viene detta perciò tonica o primo grado. La scala di do maggiore è una scala diatonica
formata dai tasti bianchi del pianoforte, la cui tonica è il do; più precisamente è formata da:
DO (primo grado o tonica), RE (secondo grado), MI (terzo grado), FA (quarto grado o
sottodominante), SOL (quinto grado o dominante), LA (sesto grado), SI (settimo grado o
sensibile), DO (ottavo grado).
• Le note più importanti sono tonica, dominante e sottodominante: infatti gli accordi di fa, sol e
do clicca per ascoltare gli accordi di fa, sol e do danno pienamente il senso della tonalità di do
maggiore.
• Gli intervalli di semitono si trovano tra il terzo e il quarto e tra il settimo e l’ottavo grado.
SCALA DI LA MINORE NATURALE
• Se in una scala diatonica formata dai tasti bianchi del pianoforte, prendiamo come
tonica la otteniamo la scala di la minore naturale. Le note che la compongono sono
LA (primo grado o tonica), SI (secondo grado), DO (terzo grado), RE (quarto grado o
sottodominante), MI (quinto grado o dominante), FA (sesto grado), SOL (settimo
grado), LA (ottavo grado). Una melodia in la minore è normalmente più triste,
meno luminosa rispetto ad una in do maggiore
• Gli intervalli di semitono si trovano tra il terzo e il quarto e tra il quinto e il sesto
grado. Manca, a differenza del modo maggiore, l’intervallo di semitono tra le due
note più acute della scala; per questo motivo il settimo grado, in questo caso, non
può essere chiamato sensibile.
SCALA DI LA MINORE ARMONICA
• Per ottenere, come nella scala maggiore, un intervallo di semitono tra il settimo e l’ottavo
grado della scala di la minore ed ottenere così un più forte senso di chiusura si può innalzare il
sol di un semitono, sostituendolo con il sol#. La scala di la minore armonica è formata dalle
note LA, SI, DO, RE, MI, FA, SOL#, LA.
• Osserviamo che i valori caratteristici degli intervalli che abbiamo utilizzato (2 per
l’ottava e 3/2 per la quinta), sono stati ricavati dal fenomeno fisico dei suoni
armonici. Tuttavia, mentre per alcune note, come SOL1 o FA1, la frequenza è una
frazione semplice (nel senso che il numeratore e il denominatore sono numeri
piccoli), e quindi le loro onde sonore sono molto somiglianti a quelle della nota
fondamentale DO1, non altrettanto si può dire per altre, come MI1 e soprattutto
SI1. Inoltre DO1, MI1 e SOL1 formano l’accordo di do maggiore; ma proprio MI1 ha
frequenza 81/64, e 81 e 64 sono troppo grandi perché questa nota si accordi bene
con le altre due.
FREQUENZE DELLE NOTE
DELLA SCALA PITAGORICA
In questa tabella sono riepilogati i passaggi del calcolo delle frequenze delle note della scala pitagorica
SCALA NATURALE / 1
• È anche possibile prendere come MI3 il quinto armonico, che ha frequenza 5.
Scendendo di un’ottava otteniamo MI2; (MI2)=(MI3):2=5/2=2,5>2. Dobbiamo
quindi scendere di un’altra ottava per ottenere una nota (MI1) che sia compresa
nell’ottava DO1-DO2: (MI1)=(MI2):2=(5/2):2=(5/2)·(1/2)=5/4. Si tratta di una
frazione molto più semplice del valore 81/64 che otteniamo nella scala pitagorica:
così le frequenze delle note DO1, MI1 e SOL1 diventano 1, 5/4 e 3/2. Come
risultato otteniamo onde sonore molto simili tra loro: per questo l’accordo di do
maggiore “suona bene”. Nella scala naturale MI1 non viene ricavato salendo o
scendendo di una quinta, ma direttamente dal quinto armonico (ovviamente
scendendo di due ottave). LA1 e SI1 vengono ricavate da MI1 salendo o scendendo
di una quinta, mentre la frequenza delle altre note della scala si calcola come nella
scala pitagorica.
• DO1, DO2, SOL1, RE1, FA1 hanno rispettivamente frequenza 1, 2, 3/2, 9/8, 4/3 (come
nella scala pitagorica).
• MI1 ha frequenza 5/4 (quinto armonico abbassato di due ottave).
• LA1 ha frequenza 5/3: v(MI2)=5/2 (quinto armonico abbassato di un’ottava), e LA1-MI2
è una quinta: quindi v(LA1)=v(MI2):(3/2)=(5/2):(3/2)=(5/2)·(2/3)=5/3.
• SI1 ha frequenza 15/8: MI1-SI1 è una quinta e quindi
v(SI1)=v(MI1)·(3/2)=(5/4)·(3/2)=15/8.
SCALA NATURALE / 2
• Riportiamo di seguito le note della scala di do maggiore con le rispettive
frequenze:
NOTA DO1 RE1 MI1 FA1 SOL1 LA1 SI1 DO2
FREQUENZA 1 9/8 5/4 4/3 3/2 5/3 15/8 2
(scala
naturale)
FREQUENZA 1 9/8 81/64 4/3 3/2 27/16 243/128 2
(scala
pitagorica)
In questa tabella sono riepilogati i passaggi del calcolo delle frequenze delle note della scala pitagorica
CONSONANZE E DISSONANZE
• Gli intervalli vengono tradizionalmente divisi in consonanti e dissonanti, a seconda che
producano un effetto dolce o aspro. Per esempio, l’accordo di do maggiore (che
possiamo ottenere sovrapponendo i primi cinque armonici) è formato da intervalli
consonanti, mentre quello formato da do-fa#-si-fa-sib contiene numerosi intervalli
dissonanti e quindi è estremamente aspro. Possiamo capire meglio la differenza
mediante i due grafici successivi, dove le linee sottili rappresentano il singolo suono e
quella più spessa l’accordo nel suo complesso. È evidente che la forma dell’onda è
abbastanza regolare nel primo caso, al contrario di quanto avviene nel secondo.
Accordo consonante: forma d’onda dei singoli suoni Accordo dissonante: forma d’onda dei singoli suoni
(linee sottili) e dell’accordo (linea spessa) (linee sottili) e dell’accordo (linea spessa)
• Non solo l’uso della scala naturale comporta due diversi tipi di tono (maggiore e minore), ma
un semitono non è la metà esatta di un tono: infatti, poiché per salire di un semitono bisogna
moltiplicare la frequenza della nota base per quella dell’intervallo (16/15), salendo due volte
di semitono a partire da do1 (che ha frequenza1) otteniamo prima 1·(16/15)=16/15 e poi
(16/15)·(16/15)=256/225, e non 9/8 o 10/9 come accadrebbe salendo di un tono.
LA SCALA TEMPERATA / 1