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Daniele Mirenda
Copyright © 2017 Daniele Mirenda . Tutti i diritti riservati.
E' proibita la riproduzione, anche parziale, in ogni forma
o mezzo, senza espresso permesso scritto dell'autore.
„Questo libro è dedicato alla persona che ha reso
unica la mia vita, mia moglie Sara.
Colei che ho conosciuto, riconosciuto e che so sarà
sempre con me oltre il tempo e lo spazio
esistenti. Grazie a lei e a ciò che per me
rappresenta,
che ho potuto raccontare questa storia.“
“I colori dell'arcobaleno, così belli nel cielo
Sono anche nelle facce della gente che
passa.
Vedo amici stringersi la mano, chiedendo "come va?"
Stanno davvero dicendo "Ti amo"...
E fra me e me penso, che mondo meraviglioso.”
- Luis Armstrong -
Sommario
Prefazione 6
Prologo 7
Capitolo 1 12
Capitolo 2 26
Capitolo 3 37
Capitolo 4 55
Capitolo 5 78
Capitolo 6 105
Seconda Parte - Capitolo 7 127
Capitolo 8 147
Capitolo 9 163
Capitolo 10 186
Capitolo 11 206
Capitolo 12 221
Epilogo 234
Il tuo cuore acceso 235
Capitolo Zero 236
Prefazione
La magia di un racconto dipende dall'intensità e dalle
emozioni con le quali si memorizzano certi fotogrammi
della nostra vita. La penna che traccia le prime parole è
alimentata con l'inchiostro della passione e del desiderio.
C'è davvero qualcuno che ha smesso di sognare?
Qualcuno che ancora prova e riesce a fuggire lontano
dalle valanghe di emozioni che possono darti uno sguar-
do oppure un sorriso?
Ciò che guida la mano dello scrittore è, da sempre, il
Cuore.
Con il cuore si manifesta la verità. Quella che va in
onda continuamente di fronte a noi. Allora prendetevi del
tempo, perché quello che accadrà qui, disegnerà il qua-
dro di tanti stati d'animo in cui potrete riconoscervi.
Lo stupore è la conseguenza naturale di un motore che
è rimasto spento da tanto e che ora si riaccende con un
nuovo stimolo. Ricomincia a girare per smuovere un sen-
timento sepolto da qualche tempo.
E' questo che mi ha permesso di trovare nuovamente
la chiave di accensione e finalmente a ripartire.
Prologo
Una casa senza "pareti".
Quel giorno ero in silenzio seduto nella nostra Casa.
Apparentemente avrei potuto dire che nulla stava acca-
dendo, anche se in realtà c'è sempre movimento nell'aria
e niente mai è fermo. Tutto questo lo abbiamo costruito
io ed Eve insieme, qui prima c'era il niente, nel senso più
vero del termine, e più avanti capirete cosa intendo dire.
Ogni dettaglio qui parla di noi, ogni singolo colore,
oggetto, è stato immaginato e realizzato per uno scopo
ben preciso. Queste grandi mura ci ospiteranno per una
buona parte della nostra nuova vita, quindi ci sembra più
che doveroso onorarle nel migliore dei modi.
La forma delle camere è circolare, nessuno spigolo,
nessuna porta e quindi nessuna interruzione tra una stan-
za e l'altra. Ogni ambiente in cui si passa è il prolunga-
mento naturale di quello precedente.
L'ingresso, che fa anche da salone, è il portale verso la
nostra dimensione, color argento le pareti e più scuri i
pavimenti. Prima di entrare ci si toglie sempre le scarpe,
i piedi nudi attivano dei sensori e ad ogni passo la super-
ficie si colora delle nostre emozioni. Il tutto illuminato
da una grande finestra sul cielo, fonte di luce e da
sempre grande ispirazione per gli uomini. Si entra
pensando a
un’astronave dove le due poltrone sono i posti di coman-
do, dove sedersi comodi per la partenza, e lo spazio cir-
costante, la materia su cui scrivere la rotta. Di fronte è
posto uno strumento audio visivo speciale, da dove sono
continuamente proiettati filmati per stimolare la nostra
immaginazione e viaggiare.
Dove si dovrebbe andare? Mi chiedo spesso. Forse
prima bisognerebbe prendersi cura di ciò che si ha e di se
stessi. Solo così potremmo davvero volare per raggiun-
gere la destinazione desiderata: la nostra felicità. Noi
possiamo dirlo, di viaggi ne abbiamo affrontati molti per
poi tornare di nuovo qui, a casa.
La stanza da letto è l’ambiente in cui si medita e si ri-
posa, si parla e si fa l’amore. E’ una circonferenza
perfet- ta di quattro metri di diametro. I quadri
ovviamente non trovano spazio con le pareti curve e
quindi le abbiamo fatte disegnare con immagini sacre.
Sul lato sinistro della camera ci sono raffigurati sette
maestri, disposti in cerchio per formare un fiore a sei pe-
tali, il fiore della vita. Amici e divinità, che ci hanno
sempre guidato durante il nostro viaggio.
Mentre sul lato destro la stanza è decorata con nume-
rosi simboli sacri, ormai a noi familiari.
Tutto regna in perfetta armonia e la magia veglia po-
tentemente e sempre sul nostro riposo.
La parte più bella che ha questa stanza è il soffitto,
perché rappresenta il cielo stellato, il luogo da cui prove-
niamo. Le stelle e i pianeti hanno un sistema di luci che le
illumina. Addormentarsi davanti a questo spettacolo
artistico ci dona pace e gioia incredibili, riportando il
cuore alle nostre origini.
In questo gioco di equilibri ci è più facile accompa-
gnare i nostri corpi in viaggio, per esplorare mondi che
abbiamo imparato a conoscere e che ci hanno permesso
di crescere e di essere qui, ora.
Sono esperienze incredibili, dove incontriamo i nostri
vecchi maestri. In questi luoghi si percepisce ancora la
nostra vera origine. Mentre i nostri corpi energetici viag-
giano, quelli fisici sono protetti tra le mura della nostra
casa.
La sala da bagno è di fronte alla stanza dove riposia-
mo, è una sorta di hammam, dove ci si libera dalle scorie
accumulate durante la giornata e si ricaricano di energia i
nostri corpi. Le pareti sono ricoperte da numerosi piccoli
pezzi di specchio e vetro, un mosaico di rara bellezza.
Seduti durante le nostre ore di riposo, ci si sente come
dentro un geode minerale, un incavo terrestre, dove di-
ventiamo il nucleo pulsante della vita e ricordiamo i
giorni che furono.
Infine la cucina, un autentico giardino d’inverno arre-
dato con elementi naturali, con scomparti di bambù come
dispense, dove all'interno trovano ospitalità piante medi-
cinali adatte alla cura della persona ma che usiamo anche
come ingredienti culinari.
La maggior parte dei nostri pasti è a base di frutta e
verdura fresca e cruda, raccolti dall’orto del giardino
adiacente alla cucina.
Questo è il primo esperimento del genere. Tutto qui
dentro è preservato per far si che non si perda la cono-
scenza e affinché, molto presto, altre persone sulla nostra
frequenza possano imitarci e ripopolare un pianeta di
Grandi Anime. Persone che sappiano come condividere
la crescita insieme e in perfetta armonia. Una nuova era
di pace e felicità.
Tutte le volte che osservo la nostra creatura, inizia a
sorridermi l'anima.
Sì, perché siamo Creatori. È la nostra natura. Anche
se decidessimo di non fare nulla, staremmo comunque
creando qualcosa. La nostra immaginazione lavora con-
tinuamente plasmando la nostra realtà. Cercate in voi
questo dono partendo dalle cose più semplici: iniziate a
scegliere più consapevolmente cosa realizzare e dove vo-
lare. Pensateci! Ogni mattina vi svegliate e per qualche
istante siete completamente assenti da pensieri. Appena
iniziate a elaborare il presente, nella vostra testa automa-
ticamente immaginate quali saranno i vostri prossimi
passi: cosa mangiare a colazione, cosa indossare, quale
strada percorrere per raggiungere il posto di lavoro. Nel-
la nostra testa si disegna esattamente la giornata, passo
dopo passo. Allo stesso modo possiamo indirizzare il no-
stro stato d'animo. Scegliere con quale spirito affrontare
quelle ventiquattro ore. Più saremo in grado di ricono- scere
di essere i registi della nostra commedia e più di-
vertente sarà la nostra messa in scena.
Per questo ogni volta che mi siedo ancora sul mio po-
sto di comando, so già dove portare quest’astronave, che
anche questa volta non volerà, il volo è la metafora di
questa nostra nuova vita. Io uso questa poltrona per im-
maginare, voi fatelo con qualsiasi altra cosa.
Adesso da questa mia postazione vi racconterò delle
incredibili esperienze vissute con Eve e delle persone
che abbiamo incontrato in questi dodici anni. Ve lo dirò
pro- prio alla fine del nostro lungo viaggio. La fine è
l'inizio di tutto quanto.
Io mi chiamo Michael e con Eve eravamo destinati a
stare insieme in molte delle nostre vite. Due anime, come
si direbbe in gergo, antiche. Ognuna con un compito pre-
ciso fin dalla nascita.
Insieme varcheremo le porte della percezione senso-
riale più profonda. V’insegneremo come riconoscere la
vostra natura e come far fluire la verità.
Facendo scorrere le dita dal centro dell'universo, vi
racconterò di noi. Vi scorterò in un mondo invisibile, ma
così ovvio e chiaro solo per l'occhio di chi saprà guarda-
re. Allora accomodatevi nel posto più comodo e buona
lettura, anzi buon viaggio.
Capitolo 1
Come si ferma il tempo.
Era un pomeriggio caldo di luglio quando la vidi en-
trare. Pochi minuti prima la lancetta dell'orologio sul mu-
ro si era fermata, come a voler fotografare per sempre
quel momento. Mi alzai cercando di capire se dipendesse
dalle batterie, ma non ebbi il tempo di verificarlo che
sentii uno spostamento d'aria provenire dalla porta d'in-
gresso. Era lei.
Immediatamente le lancette iniziarono di nuovo a
camminare.
Ancora non la conoscevo, ma già intuivo che sarebbe
stato l'incontro più importante di tutta la mia vita. Erano
le 17:17 e i miei occhi impazienti cercavano chi avesse
provocato questo improvviso blocco temporale.
" Tutto bene?" disse lei.
Era immensa al mio sguardo. Rossi i suoi capelli co-
me il fuoco che brucia e scalda, trasformando ogni cosa.
In effetti, già sentivo che qualcosa sarebbe cambiato. Di
perfette proporzioni nel suo vestito azzurro e il suo por-
tamento vissuto e deciso. E i suoi occhi! Zaffiri con sfu-
mature di mare e oro.
Così inizia questa storia, con la visione di Eve.
<< A sì! >> risposi io << Tutto bene. Lei è? >>
<< Eve, piacere. >>
<< Ah ma il piacere è solo mio. >>
<< Sì sì, lo so. >> E sorrise.
Sorrisi anch’io divertito dal suo umorismo.
<< Dimmi pure, prego. >>
<< Ero venuta per chiedere informazioni per il brevet-
to di volo. Sono rimasta colpita anche da un simbolo di-
segnato qui fuori sopra un tronco e sono entrata. Sai cre-
do molto ai segni e mi sono sentita subito attratta, ho
spalancato la porta e quindi eccomi qua. >>
<< Quale simbolo? >>
Ero lì per sostituire qualche ora il proprietario e non
capivo di cosa stesse parlando. Continuavo a osservarla
come se fosse stata un’apparizione. Lei se ne accorgeva
e giocava un po' con me, per questo imbarazzo che mi si
era palesato sul volto.
<< Vieni >>, mi disse, << ti faccio vedere. >>
Mi afferrò per mano come si fa con un bambino, e la
sua mano mi provocò una tale emozione. Se dovessi fare
un paragone, fu come la prima volta che si scopre lo
splendore di un arcobaleno. Immobili con la pioggia che
ci bagna e il sole che timido posa i suoi raggi sul nostro
viso, con una mano per coprirci dal bagliore dalla luce,
un occhio chiuso e l’altro aperto per ammirare una delle
rarità più intense che il cielo possa donare. Ecco, nella
mano di quella ragazza io ci sentivo tutto questo.
Forse avevo anche un po' paura di lei, di non essere
alla sua altezza, ma è soltanto superando queste paure
che inizi davvero a scoprire te stesso. E non è mai così
bello dirsi in faccia la verità. Mentiamo continuamente a
noi stessi, e appena tolta una maschera, scopriamo di
averne pronta subito un’altra.
<< Eccolo, lo vedi quell’albero? Guarda il suo tronco,
non ci vedi quello che vedo io? >>
<< No, mi dispiace. >>
<< E’ una spirale. Una linea curva che si chiude den-
tro se stessa e allo stesso tempo potrebbe aprirsi
all’infinito. È come un vortice che risucchia ogni volta le
mie emozioni. Lo vedo spesso.>>
<< Ah sì, certo, ora la vedo! Perché ti ha spinto a en-
trare? >>
<< Per me simboleggia l’inizio di un cammino e un
punto d’arrivo. Tutte le volte che la vedo mi vogliono di-
re che sono nel posto giusto e al momento giusto. Così
mi sono girata, ho pensato di entrare per chiedere infor-
mazioni, anche se non so bene cosa davvero m’interessa.
So solo che sono qui per questo motivo. >>
Accanto a lei continuavo a sentirmi un po’ fuori rotta,
come una barca di carta che elemosina vento per essere
spinta fino alla fine del corso d'acqua. Aveva ancora la
mia mano nella sua, la stringeva e sapevo già quanto mi
avrebbe spinto lontano.
Per questo, prendendo tempo, le dissi:
<< Ti consiglierei di non iscriverti adesso. Siamo
quasi alla fine di luglio, ad agosto qui chiudono e perde-
resti un mese senza poter frequentare i corsi. Se vuoi, ti
faccio preparare l'iscrizione così a settembre la troverai
pronta. >>
Ero così stupido da rischiare di lasciarmela scappare
via.
<<Sì, va bene, però ti lascio il mio numero così per
qualsiasi cosa ti fai sentire.>>
Nel suo tono di voce sentii un misto di stupore e delu-
sione, ma a quanto pare non era una persona pronta ad
arrendersi al primo tentativo. Sembrava volesse davvero
conoscermi e non capivo ancora cosa ci trovasse di così
interessante in me.
<< Certo grazie, io mi chiamo Michael. >>
<< Ah bello, come l’arcangelo! >>
<< Si? >>
Io che non avevo mai pensato neanche a questo! Por-
tavo un nome al quale non avevo dato mai tanta impor-
tanza, e comunque avrei avuto modo di capire in seguito.
Sarebbero passati tre mesi prima di poterla rivedere,
sentivo che tutte le forze dell’universo stavano iniziando
ad allinearsi per darmi l’opportunità di godermi il pros-
simo capitolo della mia vita.
<< Io non dovrei essere qui >> disse << non è questo
il mio posto. Per raggiungerti ho dovuto rompere un mu-
ro molto denso e questo mi è costato un grande numero
di energie. Non potrò stare qui per molto. >>
<< Perché sei qui mio signore? >>
<< Per la tua richiesta. >>
<< Mi farà incontrare la mia Eve? >>
<< Sì, così che i tuoi turbamenti possano cessare e tu
riesca a continuare a dare il massimo per tutti noi. >>
Mosse le sue mani lucenti davanti a me e formò un di-
segno circolare da cui iniziai a vedere delle figure. Dap-
prima sfocate e poco definite, poi sempre più precise.
Riconobbi la città di Shamballa e i suoi abitanti intenti a
festeggiare. Io ero solo uno spettatore e mi chiedevo il
perché di tutta quella festa. Cercai di farmi largo con lo
sguardo in mezzo a tutta quella gente. Vidi addobbi di
fiori, e banchetti di una bellezza incredibile. Tutti aspet-
tavano i festeggiati e la mia curiosità cresceva. Chi mai
poteva essere così importante?
La mia domanda trovò subito risposta.
Uscì la donna più bella che i miei occhi abbiano mai
visto. Era una divinità vestita di oro e circondata da un
alone di potere ed energia quasi accecanti. Il mio cuore si
stava sciogliendo a quella visione. I suoi occhi si giraro-
no verso di me. Da spettatore ero diventato oggetto del
suo sguardo senza sapere perché.
Mi fece gesto di raggiungerla sorridendo. Con lei tutte
le persone si girarono verso me acclamando la mia pre-
senza e aprendomi un varco. Non capivo cosa stesse ac-
cadendo. Non mi sentivo molto bene, ma allo stesso
tempo sembrava che stessi camminando nel corpo di un
altro. Guardai la mia sagoma e aveva una veste bianca
raggiante. Le mie gambe scoperte e ai piedi dei sandali
lucidi color oro e sulle spalle un mantello da cerimonia.
Sul capo avevo un cappello con la testa di un drago
Bianco. Mi sentivo a mio agio pur non capendo.
Mi avvicinai a lei con passo deciso mentre tutti mi
sfioravano e ringraziavano per la mia presenza. Dove
ero?
Quella donna misteriosa aveva qualcosa di familiare
che però ancora non capivo.
Mi prese per mano e insieme salutammo la folla che
era venuta a incontrarci.
In cielo volava un drago che simulava una danza e di-
segnava cerchi di fuoco per noi. Era tutto così surreale,
chi era questa donna e perché eravamo insieme in questo
posto?
A un tratto mi strinse la mano e salutando un ultima
volta ci voltammo ed entrammo in una grande tenda ar-
redata. Mi fece sedere su un grande cuscino a terra e mi
portò da bere una bevanda calda e zuccherosa. Feci alcu-
ni sorsi e mi sentii subito a mio agio.
<< Qui siamo a Betelgeuse amore mio. Non mi hai ri-
conosciuta vero? Sono la tua Eve. Quello che stiamo vi-
vendo è il nostro prossimo destino. Saremo alla guida di
questo popolo per molto tempo. Tutti loro stanno aspet-
tando questo momento. Questo per dirti di non essere
impaziente e di concentrarti sul lavoro che stai eseguen-
do. Quella che vedi non è solo una visione, ma quello
che veramente ci aspetta nella nostra prossima vita. Tu
ed io siamo destinati a restare insieme per sempre e nulla
potrà più dividerci, tanto meno le distanze.
Questo momento ci è stato regalato dal re del mondo,
ma adesso è tempo di agire, quindi baciami e torna lì,
dove adesso hanno bisogno di te. >>
Cercai di parlarle ma la mia bocca fu subito invasa dal
suo dolcissimo sapore. Intorno a noi si spense tutto e ap-
parvero tante piccole lucciole che ci accarezzavano. Vidi
il mio cuore crescere e raggiungere il suo per poi illumi-
narsi ancora di più insieme. Eravamo sospesi chissà dove
nell'universo come un sole che scalda e dona la vita. Un
ultimo sussulto e mi ritrovai al punto di partenza, ma
stavolta sentivo dentro di me una sua parte che avrei por-
tato fino al nostro prossimo incontro. Non pensai più a
quello che avevo visto, avevo solo voglia di riposare e
iniziare un nuovo giorno lì.
<< Sai cosa c'è Eve? Non mi voglio più riposare, non
voglio più sentirmi così apatico e inutile. Mi hai dato
modo di capirlo.
Ho già riposato tanto quei nove mesi in pancia.
E poi tutte le volte dopo aver preso il latte dal seno.
Per non parlare durante le influenze e tutte le malattie
infettive comuni.
E le notti? Ogni santa notte che Dio ha fatto, ho dor-
mito. O almeno quasi tutte.
Mi sono riposato tutto quel periodo in cui facevo tre
lavori. Anzi crollavo proprio. E poi quando ho iniziato a
lavorare di notte.
Per farla breve mi sono STANCATO in tutti i sensi,
ma stavolta invece di riposarmi mi alzerò tutti i giorni
prima dell'alba e mentre guarderò questo mondo prima di
tutti, mi sentirò vivo e forte come non mai. Inizierò a co-
struire tutto quello per cui sono arrivato qua.
Sarò Stanco?
Avrò tempo per riposarmi quando sarò Morto.>>
Era incredibile come le nostre emozioni umane, con
tutti i loro limiti, fossero riaffiorate proprio in un mo-
mento così cruciale e importante di tutto il nostro viag-
gio. Proprio ora che credevamo di esserne immuni, di
aver raggiunto una preparazione adeguata per affrontare
tutto. Adesso si ponevano tra noi e la nostra rinascita, ma
sarebbero state anche la forza in più che gli abitanti di
questi luoghi non avevano, e che noi da esseri umani po-
tevamo sfruttare a nostro favore. Anche per questo era-
vamo stati designati per guidare Shamballa verso la loro
e la nostra casa. La nostra parte umana di emozioni era
necessaria, preziosa.