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Al Signor Presidente
Protocollo CRL.2019.0017708 del 19/12/2019
della Commissione consiliare II
Al Signor Presidente
del Comitato Paritetico di
Controllo e Valutazione
Ai Signori Componenti
l'Ufficio di Presidenza
Al Signor Presidente
della Giunta regionale
LORO INDIRIZZI
“Attuazione dell'art. 8 della legge regionale 28 ottobre 2004 n. 28, 'Politiche regionali per il
coordinamento e l'amministrazione dei tempi delle città'”.
Trasmetto la relazione in oggetto inviata al Consiglio, ai sensi dell’art 8, della l.r. n. 28/2004.
allegato
ALESSANDRO FERMI
Documento informatico sottoscritto con firma digitale, ai sensi
dell'art.24, del D.lgs. 7 marzo 2005 n. 82 (Codice
dell'amministrazione digitale)
Oggetto
RELAZIONE IN ATTUAZIONE DELL’ART. 8 DELLA L.R. 28 OTTOBRE 2004 N. 28 “POLITICHE REGIONALI PER IL
COORDINAMENTO E L’AMMINISTRAZIONE DEI TEMPI DELLE CITTA’” - (ATTO DA TRASMETTERE AL
CONSIGLIO REGIONALE)
parte integrante
VISTA la legge 8 marzo 2000 n. 53 “Disposizioni per il sostegno della maternità e
della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei
tempi delle città”, che:
● pone al centro delle politiche dei tempi urbani l’obiettivo della conciliazione
tra tempi di vita e tempi di lavoro;
● affida alle Regioni il compito di stabilire criteri generali di amministrazione e
coordinamento dei tempi ed ai Comuni l’effettiva realizzazione di tali
politiche attraverso l’adozione dei Piani Territoriali degli Orari (PTO);
● prevede la possibilità da parte delle Regioni di fornire incentivi finanziari per i
comuni, ai fini della predisposizione e dell'attuazione dei piani territoriali
degli orari e della costituzione delle banche dei tempi;
1
• riqualificazione degli spazi urbani,
• coordinamento degli orari dei servizi sul territorio con il sistema degli
orari di lavoro,
• uso del tempo per fini di reciproca solidarietà e interesse;
DATO ATTO che in attuazione della sopracitata legge regionale, sono stati
emanati cinque bandi per la concessione ai Comuni di contributi finalizzati alla
predisposizione e attuazione dei Piani Territoriali degli Orari (PTO), e che sono stati
sottoscritti dieci (10) accordi di collaborazione con i comuni in obbligo di legge, ai
sensi dell’articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e un accordo di interesse
regionale (ICARO);
CONSIDERATO che risultano a oggi approvati, sul territorio regionale, n. 139 Piani
Territoriali degli orari (9,1% degli enti locali), che coinvolgono complessivamente
poco più del 40% della popolazione lombarda;
PRESO ATTO che l’art. 8 della legge prevede la trasmissione da parte della Giunta
regionale al Consiglio Regionale di una relazione sull’attuazione della legge e sui
risultati da essa ottenuti;
DATO ATTO che, in applicazione di tale articolo, sono state trasmesse due relazioni
al Consiglio Regionale, la Comunicazione del Presidente della Giunta Regionale
con DGR IX/2191 del 4 agosto 2011 e la DGR X/6080 del 29 dicembre 2016
riguardante i risultati raggiunti e le attività in atto e riguardanti i primi 4 bandi di
applicazione della legge regionale;
PRESO ATTO dei risultati ottenuti, cosi come descritti nell’allegato A), parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento, ad oggetto: “Terza relazione
al Consiglio Regionale sulle attività di monitoraggio e valutazione degli interventi
attivati sul territorio regionale, in attuazione di quanto previsto dall’art. 8 comma 1
della l.r. 28/2004”, a seguito delle attività di analisi e monitoraggio;
DATO ATTO che il presente provvedimento non comporta oneri finanziari per il
bilancio di Regione Lombardia;
2
VISTA la legge regionale 20/2008 e i provvedimenti organizzativi della XI
Legislatura.
DELIBERA
IL SEGRETARIO
ENRICO GASPARINI
3
Allegato A) alla DGR n. del
Dicembre 2019
INDICE
INTRODUZIONE .......................................................................................................................................... 4
APPENDICE .............................................................................................................................................. 47
2
1. I BANDI REGIONALI: CRITERI E AMBITI PRIORITARI DI INTERVENTO E MODALITÀ DI SELEZIONE DEI PROGETTI
48
2. ELENCO DEI COMUNI FINANZIATI ............................................................................................................ 52
3. ASSOCIAZIONI DI COMUNI ..................................................................................................................... 56
4. TIPOLOGIA DELLE AZIONI PROGETTUALI REALIZZATE CON IL 5° BANDO (2016-2018) ............................. 58
5. I PROGETTI FINANZIATI PER BANDO/ACCORDI DI COLLABORAZIONE .................................................... 60
3
INTRODUZIONE
La l.r. 28/2004 “Politiche regionali per il coordinamento e l’amministrazione degli orari” prevede
la clausola valutativa 1 , ossia uno specifico articolo che attribuisce alla Giunta regionale il
mandato informativo di raccogliere, elaborare e comunicare al Consiglio regionale una serie di
informazioni relative all’attuazione della normativa e ai risultati da essa ottenuti.
Nello specifico, l’art. 8 “Attività di monitoraggio e valutazione” della l. r. 28/2004 (vedi Box 1),
secondo il principio di accountability che dovrebbe regolare il rapporto tra Esecutivo e
Legislativo, attribuisce alla Giunta regionale il dovere di “rendere conto” al Consiglio regionale su
“se e come” gli interventi promossi in attuazione della legge abbiano raggiunto i risultati auspicati
nella promozione di nuove forme di coordinamento ed amministrazione dei tempi e degli orari
delle città. Nello specifico contiene una serie di quesiti che hanno lo scopo di esplicitare gli
“elementi valutabili”, di definire cioè, i contenuti della relazione da presentare al Consiglio2.
1. La Giunta rende conto al Consiglio regionale dell’attuazione della legge e dei risultati da
essa ottenuti nel promuovere nuove forme di coordinamento ed amministrazione dei tempi e
degli orari delle città.
2. A tal fine, ogni due anni, l’assessore con delega in materia presenta alla commissione
consiliare competente una relazione che contenga risposte documentate ai seguenti quesiti:
a) attraverso quali interventi le politiche temporali hanno trovato attuazione negli strumenti
di pianificazione e programmazione della Regione e delle Province;
b) come si suddividono, in base alla tipologia prevista all’art. 6, i progetti presentati dai
Comuni e quali sono i progetti che hanno ottenuto il contributo regionale;
c) in che misura i Comuni hanno adottato piani territoriali degli orari rispondenti ai criteri
stabiliti all’art. 4, comma 2, e qual è stata la partecipazione di altri soggetti, pubblici e
privati, alla predisposizione dei piani;
d) in che misura le politiche temporali attuate dai Comuni hanno migliorato l’accessibilità e
la fruibilità dei servizi di interesse pubblico, la mobilità urbana e l’uso del tempo per fini di
solidarietà sociale;
e) attraverso quali iniziative la Regione ha promosso le attività di informazione, ricerca,
formazione specialistica e divulgazione delle buone prassi, previste all’art. 7.
1
La l.r. 28/2004 è stata la prima legge di Regione Lombarda a prevedere la clausola valutativa.
2 Le attività di monitoraggio e valutazione sono state affidate dapprima a IReR, poi a Éupolis Lombardia, e
a partire dal 2016 a IRS nell’ambito del servizio di Assistenza Tecnica. Si vedano: IReR, Monitoraggio e
valutazione sulla legge sui tempi della città, Rapporto finale, 2005; IReR, Monitoraggio e valutazione della
legge sui tempi delle città. II fase, Rapporto finale, Novembre 2007; IReR, Governare il tempo: sostenere le
capacità progettuali degli enti locali in materia delle politiche temporali sul territorio regionale, Rapporto
finale, Febbraio 2009; IReR, Le politiche dei tempi in Regione Lombardia: Analisi delle strategie e dei progetti
degli Enti locali attraverso il II bando della l.r. 28/04, Rapporto finale, Novembre 2011; Éupolis Lombardia,
Governare il tempo. Programma regionale per sostenere le capacità progettuali dei Comuni lombardi
impegnati nell’attuazione delle politiche temporali, Relazione finale, Dicembre 201; Relazione finale
“Supporto tecnico-scientifico per lo sviluppo delle politiche temporali” (Codice Éupolis Lombardia: IST14014),
2014; Attuazione della normativa e risultati ottenuti dalla l.r. 28 ottobre 2004 n.28 “Politiche regionali per il
coordinamento e l’amministrazione degli orari; IRS (A.T. Regione Lombardia), Relazione al Consiglio
Regionale sulle attività di monitoraggio e valutazione degli interventi attivati sul territorio regionale in
attuazione di quanto previsto dall’art. 8 comma 1 della l.r.28/2004, 2016.
4
La relazione prevista al comma 2 e gli eventuali documenti consiliari che ne concludono l’esame
sono resi pubblici, con le modalità stabilite dal Presidente del Consiglio Regionale d’intesa con il
Presidente della Commissione Consiliare competente.
Attraverso la formulazione di tali domande, l’Assemblea legislativa richiede informazioni di
dettaglio, riguardanti aspetti che attengono sia all’attuazione della legge, sia all’efficacia delle
politiche da questa promosse.
La relazione si articola in una prima parte introduttiva sulle politiche dei tempi (capitolo 1),
presentando le risposte ai quesiti della clausola valutativa, nei capitoli successivi.
Più in dettaglio:
la strategia regionale adottata per incentivare i Comuni a realizzare, adottare e attuare
Piani Territoriali degli Orari e per contaminare con la dimensione temporale gli strumenti di
pianificazione e programmazione regionale (capitolo 2);
i progetti realizzati dagli enti locali attraverso i bandi e gli accordi di collaborazione
regionali (capitolo 3);
l’adozione di Piani Territoriali degli Orari da parte dei Comuni, in particolare quelli in obbligo
di legge, e il loro grado di attuazione (capitolo 4);
i partenariati attivati (capitolo 4);
l’efficacia delle azioni realizzate dai Comuni, ossia se sono state capaci di migliorare
l’accessibilità e la fruibilità dei servizi pubblici e di interesse pubblico e la mobilità urbana
(capitolo 5);
le attività di informazione, ricerca, formazione specialistica promosse dalla Regione
(capitolo 6).
5
1. LE POLITICHE DEI TEMPI
Un impulso al percorso di diffusione e radicamento delle politiche temporali viene svolto dalla
Rete Europea delle Università, impegnata da anni nella costruzione di una base teorica capace
di orientare la ricerca e il senso dell’azione pubblica, nella messa a punto di una strumentazione
tecnica mirata all’analisi e all’interpretazione della realtà spazio-temporale del territorio,
nell’adozione di metodologie partecipative e di co-progettazione nell’ambito delle politiche dei
tempi e nella diffusione di buone pratiche.
3
Risoluzione 313 (2010), “Tempo sociale, tempo libero: quali politiche locali per l’organizzazione dei tempi
della città?”, XIX sessione - Strasburgo, 26-28 ottobre 2010.
6
Oltre all’Italia, riconosciuta in Europa come paese pioniere in questa materia per aver
legiferato in materia sia a livello nazionale che regionale4, altri Paesi hanno sviluppato negli anni
politiche dei tempi (ad es. Spagna e Francia v. paragrafo 6.2).
A livello nazionale, sono due le leggi sul tema dei tempi e degli orari: la l. 142/1990
“Ordinamento delle autonomie locali” e la l. 53/2000 “Disposizioni per il sostegno della maternità
e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle
città”. La prima assegna al Sindaco il compito di coordinare “gli orari degli esercizi commerciali,
dei servizi pubblici, nonché gli orari di apertura al pubblico degli uffici periferici delle
amministrazioni pubbliche”, al fine di orientarli ai bisogni temporali degli utenti. La legge si ispira
principalmente a una logica di sincronizzazione e desincronizzazione degli orari, secondo una
coincidenza della dimensione del tempo con quella dell’orario.
La l. 53/2000 supera tale impostazione, ponendo al centro delle politiche dei tempi urbani
l’obiettivo della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. La legge prevede che le Regioni
stabiliscano criteri generali di amministrazione e coordinamento dei tempi e assegna ai Comuni
l’effettiva realizzazione di tali politiche attraverso l’adozione dei Piani Territoriali degli Orari (PTO).
Tale documento, strategico per “il coordinamento dei tempi di funzionamento delle città e la
promozione dell’uso del tempo per fini di solidarietà sociale”, è obbligatorio per i Comuni con
una popolazione superiore a 30.000 abitanti. Per contribuire al sostegno dell’azione dei Comuni,
la l. 53/2000 istituisce il Fondo per l'armonizzazione dei tempi delle città (art. 28), la cui ripartizione
è delegata alle Regioni. In seguito, il Fondo confluisce nel Fondo Nazionale delle Politiche Sociali
(capitolo risorse indistinte).
A livello regionale, tra il 1992 e il 1998, nove Regioni approvano leggi per la predisposizione di
piani degli orari urbani in attuazione della l. 142/1990. Le prime sono Liguria, Marche e Toscana. A
distanza di qualche anno altre Regioni, fra cui Lombardia (l. r. 28/2004), legiferano in attuazione
della l. 53/2000. A oggi sono 14 le regioni italiane che dispongono di una disciplina specifica
(Tabella 1.1), le ultime ad attivarsi sono state Calabria e Puglia nel 2007. Da allora l’interesse nei
confronti di queste politiche è passato in secondo piano.
4 Un riconoscimento alle esperienze italiane è contenuto nella stessa Risoluzione 313 (20110) del Consiglio
d’Europa. Inoltre, alle esperienze italiane nell’ambito delle politiche temporali è dedicato un paragrafo dal
titolo L’Italie aux avant-gardes des politiques temporelles nel Rapport d’information fait au nom de la
délégation aux collectivités territoriales et à la décentralisation sur les politiques temporelles des collectivités
territoriales, registrato alla Presidenza del Senato Francese nel maggio 2014, a firma del Senatore M. Edmond
Hervé.
5 Per approfondire l’evoluzione delle politiche temporali in Italia e in Lombardia si veda Bonfiglioli, M.
Mareggi, a cura di, Nuovi tempi della città per la qualità della vita. Esperienze lombarde in Europa, Consiglio
Regionale della Lombardia, Guerini, Milano, 2004; S. Bandera, S. Manzecchi, Institutional Actions to
Encourage Time Policies. The Cases of the Lombardy Region, W.P. IReR, Guerini, 2008.
7
Tabella 1.1 – Le leggi regionali sui tempi delle città
8
2. LE POLITICHE DEI TEMPI DI REGIONE LOMBARDIA
La strategia regionale è anche tesa a far crescere una comunità di attori locali - amministratori,
tecnici, funzionari - sensibili al tema dei tempi e capace di promuovere politiche volte a migliorare
il coordinamento dei tempi nelle città. La costituzione di tale comunità è considerata essenziale
per il processo di istituzionalizzazione delle politiche temporali nel sistema di governo locale.
9
Sia Regione, per la sua attività di promozione, che i Comuni, chiamati a realizzare il
coordinamento e l’amministrazione degli orari, devono attenersi a 5 “criteri generali” (ex art. 4):
la mobilità sostenibile di persone e merci per il miglioramento della viabilità e della qualità
ambientale;
l’accessibilità e fruibilità temporale dei servizi;
la riqualificazione degli spazi urbani per migliorare i circuiti di socialità e promuovere
percorsi di mobilità attenti alle pratiche di vita quotidiana delle diverse fasce di età;
il coordinamento degli orari dei servizi sul territorio con il sistema degli orari di lavoro;
l’uso del tempo per fini di reciproca solidarietà e interesse.
10
Nella Relazione sullo stato di attuazione della X legislatura, viene inoltre affermato il legame tra
sistema degli orari e occupazione femminile e sottolineato come la rigidità del primo sia “uno dei
fattori che concorrono all’abbandono o mancato ingresso nel mondo del lavoro da parte delle
donne”. Si riconosce come lo sviluppo delle politiche temporali rappresenti “una delle azioni più
innovative sviluppate dal governo regionale, in quanto politiche strettamente locali in grado di
promuovere una sussidiarietà attiva fra diversi livelli di governo e fra attori pubblici e privati di un
territorio e nuove pratiche sociali di decisione e partecipazione”.
Più recentemente, il PRS della XI legislatura (attualmente in corso), ribadisce il legame tra
promozione della conciliazione dei tempi e lavoro, indicando nella missione 12 – Diritti sociali,
politiche sociali, pari opportunità e famiglia, con riferimento agli interventi per le famiglie, che
“proseguirà l’azione di promozione della conciliazione e armonizzazione dei tempi della città, dei
tempi di vita e lavoro delle famiglie attraverso il sostegno a reti di Welfare tra imprese, Comuni e
Terzo settore”.
Figura 2.2 - Riferimenti alle politiche temporali nelle leggi e nelle linee guida regionali
L. r. 24/2006 - Norme per la Prevede che RL, di concerto con gli enti
prevenzione e la riduzione delle locali, promuova piani e progetti, in
emissioni in atmosfera a tutela coordinamento con i mobility manager,
della salute e dell’ambiente contenenti misure volte a organizzare gli orari
dei servizi, anche in raccordo con i PTO
Negli ultimi anni si è assistito a interventi che, pur senza riferimenti espliciti alle politiche temporali,
hanno tenuto conto della dimensione temporale nella pianificazione degli interventi
(contaminazioni indirette). Alcuni esempi sono stati:
l’armonizzazione dei calendari scolastici, in una logica dei tempi, per favorire la
conciliazione tra vita familiare e vita professionale avviata nel 2012 (delibera IX/3318 del
18 aprile);
il progetto “Ambulatori Aperti”, avviato nel 2014, riguarda le strutture pubbliche e private
ed è finalizzato ad ampliare l’offerta di visite specialistiche e di prestazioni di
11
radiodiagnostica in orari e giornate più favorevoli ai cittadini (D. g. r. n. X/2989 del 23
dicembre).
Sia la normativa europea6 che quella nazionale (l. 142/1990 e l. 53/2000) su cui ci si è soffermati
nei capitoli precedenti, concordano sul fatto che le politiche temporali debbano essere
implementate dagli enti locali, mentre spetta ai livelli superiori di governo il compito di garantirne
la diffusione e l’attuazione.
A livello regionale, la legge 28/2004 riconosce ai Comuni il compito di approvare i PTO
fornendo loro la possibilità di accedere ai contributi economici per progetti finalizzati alla
predisposizione e all’attuazione dei PTO. A Regione spetta quindi il ruolo di promotore e
facilitatore per l’adozione di questi piani da parte dei Comuni.
Il quesito b) della clausola valutativa chiede di dar conto della progettualità dei Comuni e
delle azioni sperimentali a partire dalle tipologie previste dalla legge regionale (art. 6).
6 Risoluzione 313 (2010), “Tempo sociale, tempo libero: quali politiche locali per l’organizzazione dei tempi
definizione di PTO con Comuni con popolazione superiore ai 30 mila abitanti e dunque in obbligo di legge,
e un successivamente nel 2015 – 2016 un ulteriore accordo con il Comune Casalmaggiore per la
realizzazione di una azione in interesse regionale (Icaro) che ha coinvolto un territorio di 104 Comuni.
12
Solo il V bando è stato finanziato esclusivamente con risorse regionali. Le risorse negli anni sono
diminuite, quelle stanziate in quest’ultimo bando, sono pari al 19,3% delle risorse stanziate nel
primo.
Tabella 3.1 – Risorse regionali e statali concesse per le politiche temporali per provvedimento
Dal 2005 al 2018 sono stati pubblicati cinque bandi di finanziamento volti a stimolare i Comuni
all’adozione e all’attuazione dei Piani Territoriali degli Orari, attraverso la realizzazione di azioni
sperimentali.
Il primo bando si è aperto nel marzo 2005 e concluso nel maggio 2006. Il secondo, avviato nel
gennaio 2007, si è chiuso nel giugno 2010 (ad eccezione del Comune di Lecco, causa
commissariamento dello stesso). Il terzo bando, avviato ad aprile 2010 si è concluso a giugno
2012. Il quarto bando che, come si vedrà più avanti ha avuto un iter differente dagli altri, ha preso
avvio con la fase di manifestazione di interesse apertasi ad ottobre 2012, a cui è seguita una fase
concorsuale, e si è concluso nel novembre 2015. Un iter analogo ha avuto il più recente quinto
bando avviato nel novembre 2016 e conclusosi, a seguito di una proroga, novembre del 2018.
Con la modalità dei bandi, la Regione ha scelto una strategia di “governo attraverso gli
strumenti”9, una forma di governo “non invasiva” che opera a distanza ed impostata sul principio
del “far fare”. La loro finalità è quella di incentivare, orientare, veicolare le azioni e le interazioni
tra l’ente locale e le pluralità di attori, all’interno di processi aperti, vicini ai territori e dunque in
grado di sviluppare le potenzialità di sviluppo. I bandi, indicando in modo non prescrittivo gli
ambiti di azione, hanno voluto dare ai Comuni la possibilità di scegliere le azioni sperimentali più
rispondenti al contesto di riferimento. In tale ottica, i bandi sono interpretabili come dispositivi per
attivare e consolidare processi di governance orizzontale che coinvolgono un’eterogeneità di
8
Per un maggior dettaglio e una visione esaustiva sulle modalità di selezione, criteri e ambiti prioritari
previsti dai diversi bandi si veda appendice par. 1.
9 P. Lascoumes, P. Le Galès, « L’action publique saisie par ses instruments » in Gouverner par les instruments,
13
stakeholder pubblici e privati nella definizione di azioni sperimentali e nella riflessione locale sul
tempo come problema di interesse collettivo.
Regione ha finanziato progetti articolati in più azioni sperimentali che hanno voluto essere:
un’occasione per avviare sperimentazioni attente alla dimensione temporale e soprattutto
una leva per attivare un processo più ampio volto alla costruzione del PTO per i Comuni
che ne erano sprovvisti;
uno stimolo per sostenerne l’attuazione per quelli che avevano già approvato il PTO.
Presupposto sotteso a questa impostazione è che non esistono soluzioni ideali ed è perciò
importante individuare i dispositivi e i criteri per incentivare i Comuni ad attivare processi vicini ai
luoghi e ai cittadini/e che li abitano e li transitano. Questo impianto ha richiesto ai Comuni la
capacità di integrare la dimensione progettuale relativa alla realizzazione delle azioni
sperimentali finanziate, con una dimensione più strategica, volta a governare i processi in atto
nel territorio, interpretarli con sguardo temporale e definire delle politiche dei tempi urbani
specifiche per quel territorio (PTO).
Negli anni, i meccanismi di selezione dei progetti sono cambiati, introducendo sempre nuovi
elementi e modalità volte a stimolare, dapprima, la capacità progettuale degli enti locali e
successivamente anche la capacità da parte degli stessi di farsi carico dell’attuazione del piano
e della sostenibilità nel tempo delle azioni.
Nel primo e terzo bando, la distribuzione dei finanziamenti è stata guidata da un meccanismo
di selezione “a sportello aperto”: i bandi sono rimasti aperti fino al completo esaurimento delle
risorse disponibili e i progetti sono stati valutati secondo l’ordine cronologico di presentazione.
Nel secondo bando è stato adottato un meccanismo “a graduatoria”, ovvero alla chiusura
del bando sono stati valutati tutti i progetti e, in base al punteggio attribuito, sono stati posti in
graduatoria.
Con il quarto bando sono cambiate radicalmente le modalità di selezione dei progetti. E’ stato,
infatti, attivato un percorso strutturato in due fasi:
- una prima fase esplorativa in cui i Comuni interessati sono stati invitati a partecipare alla
manifestazione di interesse, inviando proposte progettuali “significative, sostenibili, realizzabili in
tempi certi che sviluppino sinergie e accordi di forte impatto con il sistema economico e sociale
sul territorio” (D. g. r. 10 ottobre 2012 - n. IX/413);
- una seconda fase concorsuale, attuata attraverso un apposito bando, e riservata alle
proposte selezionate nella fase esplorativa, in cui è stato chiesto ai Comuni di sviluppare le
proposte progettuali selezionate.
La scelta è diventata dunque quella di avviare un percorso più lungo con un affiancamento
stretto di Regione ai Comuni coinvolti nella seconda fase di sviluppo delle proposte progettuali.
Un iter simile è stato adottato nel quinto bando che ha previsto una prima fase di presentazione
delle istanze da parte dei Comuni su due tipologie progettuali:
A: progetti finalizzati alla predisposizione di un Piano Territoriale degli Orari; (PTO)
B: progetti finalizzati al rafforzamento e alla stabilizzazione delle azioni e degli interventi previsti
dai Piani Territoriali degli Orari in vigore.
Le migliori “azioni progettuali di massima” hanno avuto accesso alla seconda fase e al
contributo regionale 10 , previa la sottoscrizione di accordi di collaborazione tra Regione e
Comune.
I Comuni hanno avuto tempo 12 mesi per la realizzazione delle azioni progettuali ed
eventualmente, al termine del percorso, per l’adeguamento del Piano territoriale degli orari già
in vigore.
10
Facevano eccezione le azioni progettuali presentate dai Comuni in obbligo di legge, ovvero quelli con
popolazione uguale o superiore ai 30.000 abitanti, che devono definire un PTO ai sensi dell’art. 23, comma
1, l. n.53/2000, che non dovevano essere sottoposti a valutazione nella Fase 1.
14
La decisione di attivare a partire dal quarto bando un nuovo percorso condiviso per la
selezione dei progetti matura dalla esigenza di sperimentare da parte della Regione nuove
modalità di accompagnamento dei Comuni per aiutarli ad affrontare alcune criticità riscontrate
nei progetti realizzati con i primi tre bandi:
la difficoltà dei Comuni di avere piena consapevolezza del PTO come documento di
indirizzo strategico trasversale a tutti i settori dell’amministrazione. Molto spesso i PTO
adottati dai Comuni sono infatti mono-settoriali, si contraddistinguono cioè per sviluppare
azioni riferite alle competenze dell’assessorato competente e del dirigente che le ha in
carico11;
le difficoltà da parte dei Comuni di inserire strutturalmente le politiche temporali nei loro
strumenti di pianificazione, prevedendone l’attuazione in via stabile anche prescindendo
dai contributi regionali .
A partire dal secondo bando, come condizione per la concessione dei contributi per la
realizzazione o attuazione dei PTO, vengono specificati alcuni ambiti prioritari di intervento su cui
declinare le azioni dei progetti e alcuni criteri da valorizzare nel progetto per sostenere
l’intersettorialità e l’integrazione delle politiche dei tempi con altri strumenti di programmazione
locale (si veda Allegati: tavola 1).
Il secondo bando prevede i seguenti sette ambiti e criteri di priorità:
1. desincronizzazione degli orari e/o armonizzazione dei calendari degli spostamenti casa-
scuola e casa-lavoro;
2. disincentivazione dell’uso del mezzo privato ai fini di una riduzione dell’emissione di gas
inquinanti;
3. accessibilità e fruibilità dei servizi pubblici e privati;
4. armonizzazione e il coordinamento del sistema degli orari delle attività commerciali;
5. coerenza con gli obiettivi e le linee di intervento dei Piani di Zona;
6. coerenza con gli obiettivi e le linee di intervento di un programma di sviluppo turistico;
7. coerenza con il Piano dei Servizi.
Inoltre con questo bando vengono introdotte due criteri aggiuntivi per accedere al
finanziamento:
l’inserimento tra i criteri di accesso al bando della presenza di una specifica delega
assessorile in materia di tempi e orari, e l’istituzione dell’Ufficio Tempi;
la richiesta della formalizzazione degli accordi con altri soggetti pubblici, privati, del privato
sociale e dell’associazionismo coerenti e funzionali per il raggiungimento degli obiettivi del
progetto e la realizzazione delle azioni previste (accordo di partenariato).
Il quarto bando, prevedendo una più rigorosa e stringente funzione di orientamento da parte
della Regione, individua solo due ambiti prioritari di intervento:
11Caratterizzandosi per esempio come un piano con una connotazione più urbanistica in quei Comuni in
cui le politiche temporali sono state affidate al settore urbanistica; come un piano più attento al tema
dell’accessibilità ai servizi comunali in quei Comuni in cui le politiche temporali sono collocate in capo alla
direzione del personale o agli affari generali; come un piano più focalizzato sul tema della conciliazione
dei tempi di vita e lavoro se affidato alle politiche sociali; o come un piano più attento alla dimensione
della mobilità se le politiche temporali sono collocate all’interno del settore mobilità.
15
1. la mobilità sostenibile verso il sistema dei servizi sociosanitari, gli istituti scolastici e i luoghi
di lavoro;
2. l’accessibilità dei servizi pubblici e privati anche con la messa in rete di servizi del sistema
allargato della PA.
Con il quarto bando, rimane l’obbligo di co-finanziamento e la richiesta di presentare già nella
fase progettuale gli accordi di partenariato (criterio aggiuntivo).
Infine nel quinto bando gli ambiti prioritari di intervento tornano a essere tre:
1. l’armonizzazione degli orari dei servizi pubblici e privati con quelli di lavoro, che
coinvolgano il sistema delle imprese, con particolare attenzione alle piccole imprese, per
promuovere forme di flessibilità e modalità di lavoro e servizi innovativi anche in
collaborazione con i soggetti che aderiscono alle Reti territoriali di conciliazione;
2. la mobilità sostenibile verso il sistema dei servizi sanitari e sociosanitari, gli istituti scolastici e
i luoghi di lavoro;
3. l’accessibilità dei servizi pubblici e privati (decentramento dei servizi comunali, sportelli
polifunzionali ecc.) e la semplificazione delle procedure e dei processi di accesso ai servizi
dei Comuni, del sistema sanitario, dell’Agenzia delle Entrate e dei Tribunali della
Lombardia.
Il contributo massimo di finanziamento (Tabella 3.2) con i primi due bandi è di € 200.000.
Nel terzo bando, la quota di finanziamento massima è scesa a € 120.000, pari al 70% del
bilancio del progetto, introducendo così l’obbligo di un co-finanziamento con risorse aggiuntive
per il restante 30%.
Con il quarto bando, viene inoltre fissato un tetto di affidamento a soggetti terzi, dietro incarico
retribuito, di non oltre il 40% delle attività progettuali e del budget del progetto, per stimolare i
Comuni a farsi carico dell’implementazione delle politiche in modo stabile e permanente. Il
finanziamento massimo concedibile scende a 50.000 euro.
Con il quinto bando permane l’obbligo del cofinanziamento (20% del budget) e si assiste a un
ulteriore abbassamento del tetto massimo di finanziamento concedibile, che viene però
differenziato in base alla tipologia di intervento e al numero di abitanti.
Più in dettaglio, per le istanze rientranti nella Tipologia A (predisposizione del PTO) fino a un
massimo di:
€ 25.000 per i Comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti che presentano
istanza in forma singola;
€ 40.000,00 per i Comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti che presentano
istanza in forma associata;
€ 30.000 per i Comuni con popolazione uguale o superiore ai 30.000 abitanti che
presentano istanza in forma singola;
per le istanze rientranti nella Tipologia B (attuazione del PTO), fino a un massimo di:
€ 25.000,00 per i Comuni con popolazione inferiore ai 30.000 abitanti che presentano
domanda in forma singola o associata;
€ 30.000,00 per i Comuni con popolazione uguale o superiore ai 30.000 abitanti che
presentano domanda in forma singola.
Tabella 3.2. – Contributi massimi e medi concessi tramite bandi
16
Contributo Finanziamento
massimo (Euro) medio concesso (Euro)
1° bando 200.000,00 109.971,90
2° bando 200.000,00 87.138,58
3° bando 120.000,00 67.890,67
4° bando 50.000,00 40.511,64
5° bando 25-40.000,00 27.833,33
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
I Comuni finanziati, con dettaglio delle risorse ricevute a valere sui cinque bandi, è riportato in
appendice al paragrafo 2.
Tra dicembre 2008 e dicembre 2009, 10 Comuni sottoscrivono gli accordi di collaborazione.
Cesano Maderno e Lissone, pur avendo una popolazione superiore ai 30.000 abitanti, e ancora
sprovvisti di PTO, non sottoscrivono alcun accordo.
La tabella che segue, indica per ciascun Comune, che ha sottoscritto l’accordo di
collaborazione, il contributo concesso.
Tabella 3.3 - Comuni che hanno sottoscritto gli accordi con dettaglio della data di sottoscrizione
dell’accordo e contributi concessi
17
Rho MI 50.298 09-12-2008 130.000
Seregno MB 42.444 30-03-2009 130.000
Voghera PV 39.825 05-12-2008 100.000
Le attività si sono concluse nel 2011. Il contributo medio concesso è stato di 121.000 euro.
Rispetto alla collocazione geografica, la metà dei Comuni sottoscrittori si trova in Provincia di
Milano, per lo più nella fascia periurbana della metropoli. L’unico capoluogo di Provincia è
Mantova, i restanti Comuni si connotano come poli di discreta importanza e attrattiva del Pavese,
del Varesotto e della Brianza. A livello demografico, si presentano tutti come delle realtà
importanti a livello regionale; solo tre, infatti, sono al di sotto della soglia dei 40.000 abitanti. Sei
sono compresi tra 40.000 e 60.000 abitanti, mentre Busto Arsizio ha oltre 80.000 cittadini.
Dal punto di vista della diffusione sul territorio regionale, questi Comuni sono localizzati in
prevalenza nelle Province di Pavia (38), Monza e Brianza (28) e Milano (27). L’ampia
rappresentanza dei comuni nelle prime è dovuta alla forte partecipazione di associazioni di
Comuni.
Nei paragrafi che seguono, coerentemente all’obbligo per i comuni sopra ai 30 mila abitanti
di dotarsi di un PTO, è riportato il dettaglio dei comuni capoluoghi di provincia finanziati nonché
una specifica dei comuni per soglie di popolazioni.
13
A questi vanno aggiunti i Comuni che hanno beneficiato di contributi tramite l’Accordo di collaborazione
con Casalmaggiore per la realizzazione di progetto specifico (ICARO) al di fuori dell’attuazione del PTO.
18
3.3.1. Comuni capoluoghi di Provincia
Con il finanziamento ottenuto da Sondrio, nell’ambito del quarto bando, tutti i capoluoghi di
Provincia, hanno adottato un PTO, assolvendo così all’obbligo di legge.
Ad esclusione di Mantova, che ha sottoscritto un accordo di collaborazione, gli altri comuni
capoluoghi hanno partecipato a bandi regionali.
Milano e Cremona, avendo adottato il PTO prima della l.r. 28/2004, hanno ottenuto
finanziamenti unicamente per l’attuazione di questo strumento.
Se si prendono in considerazione i 5 bandi regionali, Cremona e Pavia hanno ottenuto
contributi su tutti; Bergamo, Brescia, Lodi e Monza su tre, Lecco e Como su due, mentre Milano,
Sondrio e Varese hanno beneficiato di un unico finanziamento (tabella 3.4).
19
Tabella 3.4 – Comuni capoluoghi di Provincia che hanno ricevuto finanziamenti regionali
N. di
Capoluoghi I Accordi II III IV V
finanzi
di Provincia bando collaborazione bando bando bando bando
amenti
DATE 2005–‘06 2008-‘09 2007-‘09 2010-‘12 2013-‘15 2016’18
N. di 9 1 8 4 4 5
Comuni:
1.Bergamo 3
2.Brescia 3
3.Como 2
4.Cremona 5
5.Lecco 2
6.Lodi 3
7.Mantova 1
8.Milano 1
9.Monza 3
10.Pavia 5
11.Sondrio 1
12.Varese 1
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
Ventisei Comuni, non capoluoghi di Provincia ma, con una popolazione superiore ai 30.000
abitanti e dunque in obbligo di legge, hanno ottenuto almeno un finanziamento regionale 14
(Tabella 3.5). Più della metà sono concentrati nella Provincia di Milano. Il 46% di questi Comuni ha
ricevuto un solo finanziamento o tramite un bando o firmando l’accordo di collaborazione. Solo
tre Comuni che avevano sottoscritto l’accordo di collaborazione: Abbiategrasso, Cologno
Monzese e Rho hanno ottenuto un secondo finanziamento regionale con i bandi successivi (i primi
due con il 4° bando, Rho con il 5° bando).
I Comuni con popolazione al di sopra dei 30.000 abitanti che ad oggi non hanno approvato
un PTO sono due: Cesano Maderno e Cernusco sul Naviglio.
Nove Comuni, cioè circa un terzo di quelli con una popolazione superiore ai 30.000 abitanti
(esclusi i capoluoghi di Provincia) hanno intrapreso il percorso di attuazione del PTO con gli
accordi di collaborazione.
14Se si considerano anche i capoluoghi, i Comuni con più di 30.000 abitanti che hanno ottenuto almeno
un finanziamento regionale sono 38 (su un totale di 39).
20
Tabella 3.5 - Comuni sopra i 30.000 abitanti non capoluoghi di Provincia che hanno ricevuto
finanziamenti regionali
N. di
Accordi
Comuni sopra i finan III IV
Prov. I bando collabora II bando V bando
30.000 abitanti ziamen bando bando
zione
ti
DATE 2005–‘06 2008-‘09 2007-‘09 2010-‘12 2013-‘15 2016’18
N. di Comuni 12 9 11 8 8 3
1. Cantù CO 1
2. Crema CR 3
3. Brugherio MB 1
4. Desio MB 1
5. Limbiate MB 1
6. Lissone MB 1
7. Seregno MB 1
8. Abbiateg MI
2
rasso
9. Bollate MI 3
10. Cinisello MI
4
Balsamo
11. Cologno MI
2
Monzese
12. Corsico MI 2
13. Legnano MI 4
14. Paderno MI
1
Dugnano
15. Pioltello MI 1
16. Rho MI 2
17. Rozzano MI 2
18. S. Donato MI
2
Milanese
19. S. MI
Giuliano 3
Milanese
20. Segrate MI 2
21. Sesto San MI
1
Giovanni
22. Vigevano PV 4
23. Voghera PV 1
24. Busto VA
1
Arsizio
25. Gallarate VA 1
26. Saronno VA 4
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
21
3.3.3. Comuni tra i 15.000 e 30.000 abitanti singoli o capifila di associazioni
di Comuni
13 comuni con una popolazione tra i 15 e i 30.000 abitanti hanno ricevuto finanziamenti.
Quattro di questi sono comuni capifila di associazioni di comuni che complessivamente
aggregano 31 comun (Tabella 3.6). I Comuni capofila sono Ghedi (con 2 Comuni associati),
Suzzara (con 4 associati), Peschiera Borromeo (con 3 associati) e Vimercate (con 18 associati)15.
Tra i Comuni associati, solo Suzzara e Vimercate hanno ottenuto finanziamenti su due bandi. Tra i
Comuni singoli, Bresso, Cesano Boscone, Cormano e Giussano hanno ottenuto finanziamenti su
due o più bandi.
Tabella 3.6 - Comuni tra i 15 e 30.000 abitanti che hanno ricevuto finanziamenti regionali
N. di
Comuni tra 15.000 e 30.000 I III IV
Prov. finanziam II bando V bando
abitanti bando bando bando
enti
DATE 2005–‘06 2007-‘09 2010-‘12 2013-‘15 2016’18
N di Comuni o associazioni di 4
4 8 2 4
Comuni
1.Desenzano del Garda BS 1
2.Ghedi* BS 1
Associati (2):
Bagnolo Mella, Leno
3.Giussano MB 2
4. Vimercate* MB 2
Associati (18):
Agrate Brianza, Aicurzio,
Arcore, Bellusco, Bernareggio,
Burago M., Cambiago (MI),
Camparada, Carnate,
Cavenago Brianza,
Concorezzo, Correzzana,
Lesmo, Mezzago, Ornago,
Ronco Briantino, Sulbiate,
Usmate Velate
5.Bresso MI 2
6.Buccinasco MI 1
7.Cesano Boscone MI 3
8.Cormano MI 5
9. Gorgonzola MI 1
10.Magenta MI 1
11. Peschiera Borromeo* MI 1
Associati (3):
Pantigliate, Paullo, Tribiano
12. Suzzara* MN 2
Associati (4):
Gonzaga, Pegognaga,
Quistello, Ronco Ferraro
13.Samarate VA 1
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
I Comuni associati hanno tutti una popolazione al di sotto dei 15.000 abitanti ad eccezione di tre Comuni
15
dell’associazione di Comuni di Vimercate (Agrate Brianza 15.426, Arcore 17.874, Concorezzo 15.631). Fonte
dati: Istat 01/01/2016.
22
(sono indicati con * i Comuni capofila delle associazioni di Comuni)
16 comuni con una popolazione al di sotto dei 15 mila abitanti hanno ricevuto finanziamenti.
Nove di questi sono capifila di associazioni di comuni che complessivamente aggregano 56
comuni (Tabella 3.7).
Nel dettaglio, i Comuni capifila sono: Broni (con 5 Comuni associati), Casteggio (con 7
associati), Iseo (con 6 associati), Lardirago (con 7 associati), Rivanazzano Terme (con 4 associati),
Stezzano (con 4 associati), Trezzo sull’Adda (con 6 associati), Varzi (con 6 associati) e Viadana
(con 2 comuni associati). Tre associazioni di Comuni hanno ottenuto finanziamenti su più di un
bando: Broni su quattro, Varzi su tre e Trezzo sull’Adda su due.
Tra i Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti non associati, solo Caronno Pertusella,
Casalmaggiore e San Pellegrino Terme hanno ottenuto più di un finanziamento, rispettivamente
quattro, tre e due.
Tabella 3.7 - Comuni con meno di 15.000 abitanti che hanno ricevuto finanziamenti regionali
23
Comuni con meno di N. di I II III IV V
Prov.
15.000 abitanti finanziamenti bando bando bando bando bando
3.4. Progetti e tipologie di azioni realizzate dai Comuni dal 2005 ad oggi
Complessivamente, dal 2005 a fine 2018, sono stati presentati 260 progetti in risposta ai bandi
regionali: 67 con il primo bando, 76 con il secondo, 27 con il terzo, 57 con la manifestazione di
interesse del quarto bando e 33 con il quinto bando.
Di questi, 123, pari al 47,3%, sono stati finanziati: 32 con il primo bando, 36 con il secondo, 18
con il terzo, 19 con il quarto e 18 con il quinto. La percentuale più alta di progetti finanziati si è
avuta con il terzo bando (67% contro il 48% del primo bando, il 47% del secondo bando, il 33% del
quarto bando e il 54,5% del quinto).
Ai progetti finanziati con i bandi vanno aggiunti 10 progetti oggetto di accordi di
collaborazione, per un totale complessivo di 133 progetti finanziati nel corso degli anni (Tabella
3.8).
Tabella 3.8 – Progetti presentati e finanziati con i 5 bandi e gli accordi di collaborazione
I bando II bando Accordi di III bando IV V bando Totale
2005-‘06 2007-‘09 collaborazione 2010-‘12 bando 2016-‘18
2008-‘09 2013-‘15
24
Progetti 67 76 - 27 57 33 260
presentati
Progetti 32 36 10 18 19 18* 133
finanziati
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
*Va precisato che i Comuni che erano stati ammessi alla II fase (concorsuale)del bando erano 21. Di questi
3 (Cassina de’ Pecchi, Crema e Segrate) si sono ritirati senza nemmeno avviarla, mentre un altro, Varese, ha
rinunciato al contributo durante lo svolgimento della II fase.
Il quesito b) della clausola valutativa chiede di dar conto di come i progetti dei Comuni si
suddividono in base alle tipologie previste dall’art. 6 della l.r. 28/2004.
Nell’ambito delle tipologie di progetto previste dalla legge (art. 6, l. 28/2004), Regione Lombardia
ha indicato, per ciascun bando, specifici ambiti prioritari di intervento sui quali i comuni hanno
potuto declinare le loro azioni sperimentali:
- Riduzione delle emissioni/Mobilità sostenibile;
- Accessibilità e fruibilità dei servizi;
- Armonizzazione degli orari dei servizi;
- Uso del tempo per fini di reciproca solidarietà/interesse;
- Riqualificazione degli spazi urbani.
Di seguito si fornisce una panoramica delle azioni sperimentali complessivamente realizzate dai
comuni per tipologia/ambito di intervento.
La figura 3.9 prende in considerazione le 259 azioni sperimentali 18 realizzate dai Comuni
nell’ambito dei cinque bandi e degli accordi di collaborazione (2005 – 2018).
Figura 3.9 – Numero e tipologie delle azioni realizzate dai Comuni con i 5 bandi e gli accordi di
collaborazione
16 Ossia progetti o interventi così articolati: ambito territoriale di applicazione, esigenze e criticità alle quali
si intende dare risposta, misure previste per raggiungere gli obiettivi, partenariato attivato e soggetti
coinvolti, adempimenti necessari, modalità di gestione, controllo, monitoraggio sull’attuazione, azioni di
informazione e Comunicazione.
17 Associazioni di Comuni, Comuni che abbiano attivato forme di coordinamento e cooperazione con altri
enti locali, interventi attuativi degli accordi di cui all’art. 25, comma 2 della legge 53/2000.
18 I Comuni il più delle volte hanno realizzato più azioni sperimentali all’interno di ogni progettualità.
25
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
26
Pubblica Amministrazione finalizzati a semplificare e agevolare l’accessibilità dei servizi rivolti ai
cittadini.
Nonostante l’evidente interesse per la collettività, per motivi legati alla sicurezza dei dati e
della privacy, la piattaforma ICARO non è stata utilizzata, ad eccezione della parte relativa
all’ambito sanitario, da parte dei Comuni lombardi.
Con il IV bando, che aveva come priorità l’accessibilità e fruibilità dei servizi pubblici, anche i
Comuni di Cormano, Cremona, Monza, Pavia e Lissone hanno deciso di sperimentare il progetto
ICARO ottenendo un contributo per l’acquisto di uno specifico software, necessario per i
collegamenti da parte dei Comuni ai Punti Nascita degli ospedali già dotati del software
regionale ICARO.
La sperimentazione, dopo iniziali difficoltà legati a problemi tecnici, ha prodotto risultati positivi
soprattutto per quanto riguarda la registrazione nascita e il rilascio del codice fiscale.
27
4. I Piani Territoriali degli Orari dei Comuni lombardi
Il quesito c) della clausola valutativa chiede di render conto dei Comuni che hanno adottato
i Piani Territoriali degli Orari in Lombardia e del coinvolgimento di soggetti pubblici e privati del
territorio nel processo decisionale, così come previsto dall’art. 3 della l.r 28/2004.
Sulla base dell’art. 4 c.2 i PTO devono rispondere ai seguenti criteri generali:
- la mobilità sostenibile di persone e merci per il miglioramento della viabilità e della qualità
ambientale;
- l’accessibilità e fruibilità temporale dei servizi;
- la riqualificazione degli spazi urbani per migliorare i circuiti di socialità e promuovere
percorsi di mobilità attenti alle pratiche di vita quotidiana delle diverse fasce di età;
- il coordinamento degli orari dei servizi sul territorio con il sistema degli orari di lavoro;
- l’uso del tempo per fini di reciproca solidarietà e interesse.
Il presente capitolo risponde a tale quesito fornendo un quadro sul grado di adozione dei PTO
da parte dei Comuni e sull’attivazione di processi decisionali inclusivi.
Fornisce, inoltre, una fotografia sull’attuazione dei PTO da parte dei Comuni e sulla stabilità nel
tempo dei presidi politici (in termini di istituzione di deleghe “politiche alle pari opportunità” e alle
“politiche dei tempi”) e amministrativi, indispensabili per sostenere il processo di attuazione delle
linee strategiche definite nel PTO. Relativamente al presidio amministrativo, in base all’art. 24
comma 2 della l. 53/2000, i Comuni sopra i 30.000 abitanti sono tenuti, in particolare, ad
individuare la figura di responsabile cui è assegnato la competenza in materia di tempi e orari e
che partecipa alla conferenza dei dirigenti.
Nella fattispecie hanno un PTO, oltre a tutti i 12 capoluoghi di Provincia e a 13 Comuni con
popolazione al di sopra di 30.000 abitanti (ossia tutti i Comuni in obbligo di legge ad eccezione
di Cesano Maderno e Cernusco sul Naviglio), anche 41 Comuni con popolazione tra i 15 e i 30.000
abitanti (di cui 32 in forma associata) e 63 Comuni con popolazione al di sotto dei 15.000 abitanti
(di cui 56 in forma associata).
La tabella che segue mostra l’arco temporale specifico in cui sono stati adottati, da parte dei
comuni singoli o capofila, i PTO attualmente in vigore. In particolare mostra come solo 6 Comuni
abbiano un PTO adottato tra il 1990 e il 2006. Inoltre evidenzia come ben 62 Comuni (41%)
abbiano un PTO in vigore adottato negli ultimi 10 anni.
28
Tabella 4.1- Numero di Comuni singoli o capofila di associazioni di Comuni che hanno
approvato un PTO per arco temporale
Arco temporale di approvazione del Numero di Comuni
PTO in vigore singoli o capofila
1990-1999 1
2000-2004 3
2005-2006 (I bando) 2
2007-2009 (II bando e Accordi di 34
Collaborazione)
2010-2012 (III bando) 14
2013-2015 (IV bando) 4
2016-2018 (V bando) 10
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
Il 60,4% dei Comuni che ha adottato il PTO lo ha fatto in forma associata. Questa percentuale
sale all’84,6% considerando solo i Comuni con una popolazione al di sotto dei 30.000 abitanti.
La Provincia con il più alto tasso di adozione dei PTO è quella di Monza–Brianza, con il 47,3%
dei Comuni (Tabella 4.2). Seguono a notevole distanza la Provincie di Pavia e di Milano.
Pavia insieme alle province di Brescia, Monza Brianza, Mantova e Bergamo si caratterizza
anche per un numero di PTO approvati in forma associata superiore al 62%. All’estremo opposto
si trovano le Provincie di Lecco, Lodi e Sondrio nelle quali nessun Comune, tranne i capoluoghi,
hanno approvato il PTO.
Tabella 4.2 – Comuni che hanno adottato un PTO in forma singola o associata per Provincia
N. di Di cui
% di
Comuni Comuni In forma In forma % PTO in
Provincia adozione
della con PTO singola associata forma
PTO
Provincia associata
Bergamo 242 8 3 5 3,3% 62,5%
Brescia 206 13 3 10 6,3% 76,9%
Pavia 189 38 4 34 20,1% 89,4%
Como 154 3 3 0 1,9% 0,0%
Varese 139 6 6 0 4,3% 0,0%
Milano 134 32 21 11 23,9% 34,4%
Cremona 115 3 3 0 2,6% 0,0%
Lecco 89 1 1 0 1,1% 0,0%
Sondrio 78 1 1 0 0,0% 0,0%
Mantova 69 7 2 5 10,1% 71,4%
Lodi 61 1 1 0 1,6% 0,0%
Monza
55 26 7 19 47,3% 73,1%
Brianza
Totale 1.531 139 55 84 9,1% 60,4%
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
29
4.2. La partecipazione di altri soggetti alla predisposizione dei piani
La seconda parte del quesito c) della clausola valutativa chiede di dar conto della
partecipazione di partner pubblici e privati all’interno del processo decisionale che ha portato
alla predisposizione dei PTO, in applicazione dei principi di sussidiarietà orizzontatale e di
cooperazione tra sfera pubblica e privata che caratterizzano la legge regionale.
L’art. 3 della l.r. 28/2004 prevede infatti che, ai fini della predisposizione dei PTO e della
definizione degli indirizzi, siano “coinvolti i soggetti sociali e istituzionali, pubblici e privati, che
abbiano un ruolo rilevante in materia”.
L’inserimento, a partire dal 3° bando, tra i criteri di ammissibilità dei progetti, di accordi di
partenariato con soggetti pubblici e privati, è stata una leva importante per il raggiungimento di
questo risultato.
L’analisi condotta con riferimento al V bando, mostra come i partner coinvolti nei progetti
finanziati (complessivamente 122) afferiscano a ben 5 differenti macro-tipologie: sistema
sanitario, scolastico e di erogazione di servizi pubblici e privati, associazioni di categoria e
sindacali e associazioni legate alle realtà locali (figura 4.3). Tale varietà è spiegabile con la
ricchezza di azioni pilota che i Comuni hanno realizzato e con la capacità di questi ultimi di
attivare un sistema di governance allargato misto pubblico e privato.
Figura 4.3 – Macro-tipologie dei partner coinvolti nei progetti finanziati tramite il 5° bando
3,30%
5,70%
31,20%
34,40%
Associazioni di categoria e sindacati
Istituzioni scolastiche
Altri enti pubblici e privati
25,40%
Partner locali
Sistema sanitario
30
5. I risultati delle azioni realizzate dai Comuni per migliorare
l’accessibilità e fruibilità dei servizi, la mobilità urbana e l‘uso
del tempo a fini di solidarietà sociale
Il quesito d) della clausola valutativa intende esplorare i risultati ottenuti dalle azioni
sperimentali. In particolare, chiede di dar conto dei risultati delle azioni su tre ambiti:
1) l’accessibilità e la fruibilità dei servizi;
2) la mobilità urbana;
3) l’uso del tempo per fini di solidarietà sociale.
In risposta a questo quesito, l’analisi complessiva (fig. 5.1) realizzata sulle 259 azioni finanziate
a valere dei 5 bandi e degli accordi di collaborazione suddivise per ambito di intervento,
evidenzia che in questi anni le tre tipologie prevalentemente implementate sono state
l’accessibilità dei servizi con 93 azioni (pari al 37,3% del totale), la mobilità sostenibile con 85 azioni
(32,9%) e l’armonizzazione degli orari dei servizi (65 azioni, pari al 25,2%).
A grande distanza si sono collocate le azioni che riguardano la riqualificazione di spazi urbani
(12) e l’uso del tempo per fini di reciproca solidarietà/interesse (3). Queste ultime due tipologie di
azioni, come già mostrato nel par. 3.4, sono state infatti previste solo in alcuni bandi e in generale
meno implementate dai Comuni.
Figura 5.1 – Distribuzione per ambito di intervento delle azioni realizzate complessivamente dai
Comuni dal 2005 a oggi
31
Sotto il profilo del miglioramento dell’accessibilità e della fruibilità dei servizi, fondamentali
sono state sia le azioni realizzate con riferimento all’ambito prioritario “accessibilità dei servizi” che
quelle inerenti l’“armonizzazione degli orari dei servizi”. Questo secondo ambito di intervento, che
nasce con la finalità di favorire la conciliazione dei tempi di cura, vita e lavoro, ha infatti evidenti
ripercussioni positive sul miglioramento della fruibilità dei servizi.
Tuttavia, anche l’analisi dei risultati prodotti dall’azione relativa alla “riqualificazione degli spazi
urbani” è importante per valutare se e come i Comuni abbiano migliorato l’accessibilità e la
fruibilità dei servizi, in quanto anche essa volta a migliorare l’accessibilità “fisica” degli stessi.
Inoltre, le azioni di riqualificazione degli spazi si possono accompagnare ad azioni di
“risignificazione” dei tempi di attesa o di spostamento per la fruizione dei servizi.
Per quanto concerne l’uso del tempo a fini di solidarietà sociale, si registra un numero esiguo
di azioni finanziate negli anni direttamente su questo specifico ambito. Relativamente
all’implementazione delle “banche del tempo”, strumenti di mutuo aiuto promossi dalla legge
53/2000 atti a consentire alle persone di scambiarsi reciprocamente “tempo” per la realizzazione
di attività e servizi, al fine di aiutarsi nelle piccole necessità quotidiane, e per facilitare l’utilizzo dei
servizi delle città, l’analisi mostra come tale strumento sia stato negli anni scarsamente
implementato e oltretutto finanziato solo nell’ambito del 1° e del 4° bando regionale (par. 3.4).
Tuttavia, i risultati ottenuti in termini di uso del tempo a fini di solidarietà sociale appaiono
comunque significativi, in quanto le azioni finanziate su altri ambiti presentano spesso una forte
componente volontaristica nei loro processi di attuazione.
19 L’analisi dei risultati prodotti dalle azioni finanziate si basa sugli esiti indicati nelle relazioni finali di monitoraggio redatte
dai Comuni attuatori.
20 Il 5° bando ha previsto i seguenti ambiti prioritari di intervento:
32
logiche di “avvicinare i servizi alle esigenze e ai tempi dei cittadini/e” e “semplificare e innovare
la pubblica amministrazione”, superando la concezione dell’apertura – chiusura dei servizi in
giorni e orari standard.
Tali azioni si diversificano a seconda dei contesti urbani e dei target di cittadini/e a cui si
rivolgono e possono spaziare da servizi on line, uffici decentrati presso quartieri periferici, centri
commerciali, sportelli temporanei e dedicati in occasione di particolari scadenze, promozione
del commercio di vicinato.
La maggioranza delle azioni riguardanti l’accessibilità (8 su 15) è rivolta ad aumentare
l’accessibilità on line dei servizi comunali. Tali interventi sono stati in alcuni casi accompagnati
da altri volti a incrementare le competenze informatiche della popolazione anziana, più colpita
dal “digital divide”, o a migliorare l’accessibilità fisica di alcuni servizi dell’amministrazione locale.
Tre Comuni hanno portato avanti interventi rivolti unicamente a quest’ultimo obiettivo tramite
l’apertura di sportelli temporanei e/o decentrati, mentre altri tre hanno realizzato azioni diverse
tra cui la promozione dell’uso condiviso e dell’apertura al pubblico di spazi (Community Center
di Cormano) e la rivitalizzazione del commercio di vicinato (Bresso).
Tra i 14 Comuni che hanno sviluppato azioni in questo ambito di intervento, 3 (Lecco, Legnano e
Rho) non sono riusciti a portarle a termine 22 entro la scadenza del bando a causa di
problematiche interne all’amministrazione comunale (cambio amministrazione, organico sotto-
dimensionato) o tra questa e gli altri soggetti territoriali coinvolti.
Il paragrafo che segue mostra più nello specifico cosa è stato realizzato.
I Comuni che hanno sviluppato nel 5° bando azioni per incrementare l’accessibilità online dei
servizi comunali rappresentano la maggioranza (57%).
La promozione di questi servizi risponde alla logica del “tutto da casa senza più code”. I servizi
attivati ai fini di un accesso sia di primo (consultazione) che di secondo livello (iscrizioni e
pagamenti) attengono a tributi locali, servizi sanitari, previdenziali, servizi delle scuole dell’infanzia
e primarie comunali, servizi scolastici e parascolastici (mense, trasporti), contravvenzioni,
segnalazioni, autocertificazioni precompilate, servizi anagrafici ed elettorali, e altro ancora.
Le principali criticità rilevate nell’attuazione di tali azioni hanno riguardato un allungamento in
taluni casi dei tempi previsti per l’adeguamento dei siti necessario alla fruizione dei servizi on-line
e a difficoltà/resistenze al cambiamento interne agli uffici comunali.
Il box che segue mostra alcuni esempi di pratiche realizzate.
22
Arrivando a realizzare l’80-90% delle singole azioni.
33
popolazione e alla necessità di ottimizzare il lavoro all’interno dell’ente pubblico
diminuendo il carico di lavoro di front office.
L’azione è stata avviata tramite un percorso di ascolto e recepimento delle
richieste provenienti dai vari Settori comunali, che si è conclusa con l’attivazione
del Portale e-gov™.
L’azione è stata accompagnata da un’intensa attività di sostegno (corsi e
assistenza nell’uso delle postazioni informatiche) di alcune fasce di cittadinanza
finalizzata a metterle nelle condizioni di utilizzare questi servizi e da interventi volti a
promuovere l’accessibilità dei servizi on line sul territorio attraverso l’attivazione di
5 postazioni fisiche presso le 4 sedi decentrate e la sede centrale del Comune in
cui la cittadinanza possono fruire delle dotazione informatiche laddove sprovvisti
nelle proprie abitazioni.
Alcuni Comuni hanno scelto di dedicare una parte o la totalità delle azioni realizzate in questo
ambito prioritario di intervento per promuovere l’accessibilità fisica dei servizi (7 azioni su 15 totali
realizzate su questo ambito), puntando sul miglioramento dello sportello al cittadino o
sull’attivazione di sportelli decentrati e/o temporanei.
La logica che sottende la creazione di questi ultimi è quella di avvicinare i servizi ai cittadini
portandoli “dove serve e quando serve”, non solo all’interno di frazioni o quartieri periferici, ma
anche in luoghi inconsueti, come i centri commerciali e gli spazi all’aperto per facilitarne la
fruizione in concomitanza di altre pratiche quotidiane.
Il box che segue mostra alcune interessanti esperienze che sono state realizzate.
34
spazi di aggregazione e socializzazione all’aperto, dai quali la cittadinanza può
presentare istanze digitali all’ente tramite dispositivi mobili.
Nella fattispecie, sono state create n. 3 “uffici en plein air”: panchine con
dotazione di prese e hot-spot wi-fi per la connessione a internet che verranno
progressivamente diffuse sull’intero territorio comunale. Gli spazi, dove sono state
collocate le panchine, sono stati allestiti disegnando con tecniche di street art dei
“tappeti” che richiamano, con immagini evocative, le identità dei luoghi
rendendo questi spazi più attrattivi e identificabili. E’ prevista in futuro la progressiva
creazione di ulteriori uffici en plein air, localizzati anche nelle periferie e nei
quartieri.
Allo scopo di ridurre il digital divide relativo alle fasce di popolazione più “deboli”,
è stato anche realizzato un seminario di formazione sulla digitalizzazione delle
istanze, rivolto agli anziani over 60. Il seminario ha visto la partecipazione attiva e
proficua di molti cittadini, registrando un livello di soddisfazione molto alto.
Inoltre, per la diffusione dei servizi digitali e degli uffici en plein air è stato promosso
un piano di comunicazione appositamente predisposto.
Con la “Giornata del cittadino” gli Enti locali hanno voluto favorire l’accessibilità ai servizi, sia
pubblici che privati, attraverso l’individuazione di una fascia oraria di apertura più ampia e/o
continuata comune ai servizi in una logica di armonizzazione degli orari.
Tradizionalmente l’armonizzazione e il coordinamento degli orari si concretizzano nella
sincronizzazione dell’apertura e chiusura dei principali servizi/uffici pubblici, in un giorno specifico
della settimana: la cosiddetta “Giornata del cittadino”.
Le esperienze di armonizzazione possono estendersi però anche agli esercizi
commerciali/servizi privati per andare incontro alle più ampie esigenze di conciliazione dei tempi
di cittadini/e, diventando, altresì, occasione per rivitalizzare contesti urbani meno attrattivi.
35
Diversi sono i soggetti che hanno partecipato a queste azioni: uffici comunali, esercizi
commerciali, associazioni sportive, Pro Loco, ACLI, AVIS, biblioteche comunali, Unione
Confcommercio, ecc.
Il box che segue, a titolo esemplificativo, mostra due di queste esperienze.
Box 5.3 – Alcune esperienze di armonizzazione degli orari dei servizi – Giornata del
cittadino
Gorgonzola: la Giornata del cittadino
A Gorgonzola, come in molte altre città italiane, l’orario di apertura degli uffici
delle pubbliche amministrazioni è prevalentemente strutturato secondo
un’articolazione non coordinata, limitata e prevalentemente impostata secondo
fasce orarie tradizionali.
In questo quadro, il Comune ha attivato un processo volto a condividere e a
sperimentare nuove forme di coordinamento degli orari dei servizi pubblici erogati
dall’Amministrazione Comunale e dei servizi di pubblico interesse erogati da altri
soggetti, che hanno aderito alla iniziativa (associazioni, commercianti, circoli,
ecc).
Il processo di costruzione dell’azione ha previsto una prima fase di ricognizione
degli orari di apertura e chiusura dei principali servizi in un quadro sinottico e una
indagine conoscitiva rivolta alla cittadinanza e i city users per raccogliere
informazioni sulle loro abitudini e esigenze temporali, nonché sulle problematiche
riscontrate nella fruibilità dei servizi locali.
All’indagine è seguita una fase di costruzione e avvio del tavolo di coordinamento
e co-progettazione della “Giornata del cittadino”, che ha rappresentato il luogo
di confronto e condivisione per la definizione delle modalità attuative dell’azione.
Esito dei lavori del tavolo è stata una prima sperimentazione che si è svolta nella
giornata di mercoledì 18 aprile 2018 e si è concretizzata nell’apertura
concomitante di tutti gli uffici comunali e di polizia locale in specifiche fasce orarie.
Inoltre, è stata prevista l’apertura serale della biblioteca civica nelle fasce orarie
14:00-18:30 e 20:30-22:30, in risposta alle numerose richieste pervenute nel corso
degli anni da parte dell’utenza.
La “Giornata del Cittadino” ha permesso di attivare il dialogo sociale e di avviare
azioni partenariali tra pubbliche amministrazioni ed enti privati, in un’ottica di
riqualificazione del territorio locale e armonizzazione dei tempi di vita. Tale iniziativa
ha registrato un elevato gradimento presso gli enti aderenti e l’utenza, per la
possibilità di accedere ad alcuni servizi anche al pomeriggio. Negli orari di
apertura “straordinaria” si sono contati 40 accessi in più, risultato che depone a
favore dell’efficacia dell’iniziativa.
Alla luce di questi esiti, l’iniziativa proseguirà anche in futuro nelle giornate di
mercoledì. L’apertura serale della biblioteca civica è inoltre prevista come azione
del PTO in vigore.
36
settembre ed è stata sostenuta dall’Amministrazione che ha organizzato diverse
iniziative di intrattenimento e di spettacolo per attrarre il maggior numerose
persone e rivitalizzare il tessuto cittadino.
A seguito della sperimentazione, si prospetta la possibilità di stabilizzare l’apertura
dei negozi in pausa pranzo in un giorno della settimana (il giovedì per l’appunto)
per l’intero periodo dell’anno.
Tra le azioni di armonizzazione degli orari, rientrano anche quelle di armonizzazione dei tempi
delle scuole, in primis quelle inerenti i calendari scolastici, azioni che mirano a favorire la fruibilità
dei servizi scolastici andando incontro alle esigenze di conciliazione degli orari delle famiglie e
alla gestione dei tempi in caso di più figli/e che frequentano scuole diverse. Oltre a definire un
calendario scolastico unico per tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado del Comune o del
territorio di riferimento in caso di PTO sovracomunali (adottati da tutti i Comuni associati), le azioni
sperimentali che attengono questo ambito specifico sono volte anche a ad affrontare le
problematiche connesse agli orari del pre e post-scuola e all’accompagnamento/trasporto
scolastico.
Si tratta di azioni tipicamente previste nei PTO ma di difficile attuazione in quanto richiedono
la concertazione degli orari da parte di numerosi istituti scolastici.
In particolare, sono solo due i Comuni che hanno realizzato queste azioni all’interno del 5°
bando: il Comune di Viadana e il Comune di Casalmaggiore.
Le modalità di attuazione non si discostano in modo significativo da quanto realizzato negli
anni passati da altri Comuni. Prevedono, infatti, una mappatura e un’analisi dei calendari degli
istituti scolastici presenti sul territorio, come punto di partenza, a cui segue l’organizzazione di un
tavolo di coordinamento con i dirigenti e responsabili scolastici e i referenti comunali che porta
alla stesura di un nuovo calendario. Queste due iniziative hanno prodotto risultati positivi come
dimostrano la diminuzione delle assenze in prossimità delle festività e l’elevato gradimento
manifestato da parte delle famiglie.
37
coinvolti e di iniziative previste.
Sei azioni su 16 complessivamente realizzate sul 5° bando a valere sulla mobilità sostenibile
hanno riguardato la promozione della mobilità pedonale.
Di queste, 5 si sono concentrate sull’organizzazione di Pedibus, in continuità con quanto già
realizzato nei bandi precedenti. A questo proposito è però interessante rilevare come si tratti
ormai esclusivamente di interventi tesi a rafforzare o ampliare tale misura, attraverso sia la
realizzazione di nuove linee che l’ampliamento del numero di volontari e partecipanti su linee già
esistenti.
Nella realizzazione di tali azioni, le criticità riscontrate da almeno la metà dei Comuni hanno
riguardato in primo luogo la difficoltà a reperire accompagnatori volontari e, in secondo luogo,
la diminuzione dell’interesse da parte delle famiglie, che si è tradotto in una scarsa adesione a
tali iniziative.
Il Comune di Brescia, unica eccezione, ha puntato invece sullo sviluppo di azioni di
sensibilizzazione rispetto all’importanza di promuovere la pedonalità organizzando, all’interno dei
centri ricreativi estivi, dei laboratori su questo tema destinati agli alunni della scuola primaria.
Il box che segue, mostra alcune interessanti esperienze realizzate in questo ambito.
Il Pedibus a Legnano
Il Comune di Legnano, con questa azione, si è proposto di potenziare le linee di
pedibus sul territorio comunale, perseguendo l’obiettivo generale di valorizzare il
tempo di famiglie e bambini e di promuovere sistemi di mobilità alternativi e
maggiormente rispondenti ai bisogni dei cittadini per quanto concerne i percorsi
pedonali casa-scuola primaria.
L’azione progettuale ha inteso, da una parte ridurre il tempo dedicato
all’accompagnamento, dall’altra riqualificare il tempo dei bambini dedicato al
raggiungimento della sede scolastica, in quanto il pedibus ne promuoverà
autonomia e socializzazione.
Questa azione è stata avviata a partire da una mappatura delle linee di pedibus
già attive, una rilevazione degli ambiti scolastici ancora non coperti da pedibus e
che presentano una maggiore criticità viabilistica e della potenziale adesione da
parte di nuova utenza. Gli esiti dell’analisi sono stati presentati presso le scuole
ancora prive di pedibus, al fine di sottolinearne le potenzialità.
È stato quindi definito un percorso laboratoriale all’interno di ogni istituto scolastico
che è poi confluito nel POF.
In una logica intersettoriale e interistituzionale, è stato costituito un gruppo di
progetto che ha visto la partecipazione di tutte le scuole coinvolte e dei referenti
di diversi settori dell’Amministrazione comunale (istruzione, polizia locale ecc.), che
ha funzionato come punto di riferimento per le scuole.
In particolare, la Polizia Locale ha svolto nel corso del progetto un ruolo di
coordinamento e gestione delle attività, nonché promosso attività di “educazione
stradale” per migliorare la sicurezza nei tragitti pedonali. Inoltre, per facilitare
l’organizzazione del pedibus è stato costituito un database con le informazioni
relative alle scuole coinvolte nelle attività di pedibus, alle linee attivate per
ciascuna scuola, ai genitori e nonni che hanno dato la loro disponibilità ad
accompagnare i bambini e le bambine iscritti al pedibus.
L’avvio del pedibus ha visto l’incremento rispetto all’anno precedente sia delle
linee attive (+2), che degli alunni iscritti (+64) e degli accompagnatori (+24).
All’interno di ogni scuola primaria, è stata predisposta una campagna di
informazione riguardante il pedibus con la progettazione grafica, la stampa e la
diffusione di cartoline informative riportanti i principi base del progetto. Sono stati
38
anche organizzati specifici incontri destinati ad alunni, famiglie e insegnanti sulle
finalità e sulle modalità di organizzazione e realizzazione del pedibus e un evento
di promozione dell’iniziativa rivolto a tutta la cittadinanza.
L’iniziativa è stata valutata positivamente dalla grande maggioranza dei
partecipanti e continuerà con le stesse modalità oltre la scadenza del progetto
regionale.
Sei azioni su 16 realizzate per promuovere la mobilità sostenibile hanno riguardato interventi di
promozione della mobilità ciclabile.
Anche in questo caso, i destinatari della grande maggioranza degli interventi sono stati
studenti e studentesse delle scuole secondarie di I° e II° grado.
La difficoltà a muoversi con la bicicletta ha portato a concentrare gli interventi più che
sull’organizzazione di bicibus (o ciclobus), su interventi volti a incrementare la sicurezza nell’uso di
tale mezzo, come l’individuazione di percorsi sicuri, l’organizzazione di ciclo-officine a scuola, la
realizzazione di laboratori di educazione all'uso sicuro della bicicletta ed esercitazioni pratiche sul
territorio per imparare a muoversi nel traffico.
Unica eccezione è rappresentata dall’esperienza realizzata dal Comune di Caronno
Pertusella, il cui progetto ha previsto una riqualificazione in forma partecipata di uno spazio in
disuso della stazione ferroviaria e ha avviato una sperimentazione di bike sharing con riferimento
al percorso stazione - aree industriali ad uso dei dipendenti delle aziende presenti sul territorio che
sceglievano di muoversi in treno. Purtroppo, il protrarsi di alcune problematiche tecniche con il
principale partner dell’azione, Ferrovie Nord Milano, non ha permesso di avviare la
sperimentazione, che pure aveva avuto un buon riscontro a livello di adesioni.
Il box di seguito mostra un esempio di pratica realizzata in questo ambito e rivolta a studenti e
studentesse.
39
Box 5.5 - Mobilità ciclabile: a scuola in bici a Gorgonzola
Quattro azioni su 16 hanno riguardato azioni sulla mobilità sostenibile che esulano dai
tradizionali Pedibus e Bicibus (iniziative rivolte agli studenti e studentesse delle scuole primarie e
secondarie di primo grado). Un’azione ha riguardato un’iniziativa rivolta alla collettività e
finalizzata a creare condizioni favorevoli per promuovere l’accesso ai principali luoghi attrattori
della città attraverso forme di mobilità alternative all’auto (la Mappa di Brescia per promuovere
l’intermodalità dei trasporti). Un’altra azione ha mirato al decongestionamento del traffico al fine
di migliorare la viabilità e sicurezza nelle ore di punta in prossimità di istituti scolastici, orientando
nel contempo a forme alternative di mobilità (esperienza di Casalmaggiore). Altre due esperienze
hanno invece inteso ridurre i lunghi tempi di attesa dei mezzi pubblici per studenti e studentesse
(esperienza di Varzi), nonché “risignificare” i tempi di attesa, cioè valorizzarli, prevedendo la
possibilità di svolgere in quel mentre altre attività (esperienza di Caronno Pertusella).
Ad esclusione dell’azione messa in atto dal Comune di Brescia, che presentava un livello di
complessità basso, va evidenziato come le altre due esperienze, anch’esse illustrate nel box che
segue, si siano comunque confrontate con le problematiche di gestione legate all’elevato
numero di soggetti coinvolti, che non hanno comunque inficiato i risultati positivi dell’azione
(esperienza di Caronno Pertusella).
40
Box 5.6 – Altre azioni sulla mobilità sostenibile: alcune esperienze
41
La realizzazione dell’azione è avvenuta attraverso il ricorso a metodologie
partecipate per la riqualificazione. L’azione ha previsto la realizzazione di un
percorso laboratoriale partecipato con gli studenti delle classi III, futuri studenti
delle scuole superiori non ubicate in Caronno Pertusella e quindi fruitori del
trasporto pubblico. Al termine del percorso, è stata realizzata la riqualificazione
degli spazi in collaborazione con gli studenti che hanno contribuito alla ideazione
e realizzazione dell’allestimento. L’azione prevede anche di affidare in gestione lo
spazio rinnovato a un soggetto del terzo settore per la realizzazione di attività ed
eventi.
42
6. LE ATTIVITÀ DI FORMAZIONE E DIVULGAZIONE DI BUONE
PRASSI
Nel giugno 2017, Regione Lombardia ha partecipato all’ European social network, il network
degli Enti locali, svoltosi a Malta. In tale occasione, ha organizzato un workshop tematico sulle
buone pratiche relative all’innovazione nella gestione pubblica locale. In questo contesto è stato
presentato il modello lombardo relativo alle politiche temporali insieme ad altri esempi italiani ed
europei significativi tra cui 'El Pacte del Temps' a Barcellona e le politiche per la mobilità
dell’Ufficio Tempi di Rennes.
I box che seguono illustrano più in dettaglio tali iniziative.
43
Box 6.1 - El Pacte del Temps
Barcellona è da anni impegnata sulle politiche dei tempi, con ottimi risultati, riconosciuti anche
a livello europeo. Nel 2014 ha lanciato “El Pacte del Temps” un’iniziativa condivisa con la
cittadinanza, gli enti, le associazioni, le organizzazioni sociali ed economiche per costruire insieme
una città che promuove la qualità della vita e la conciliazione dei tempi23. La realizzazione e il
coordinamento del Patto è stata affidata al Grupo Impulsor.
Gli obiettivi del Patto riguardano l’adeguamento degli orari dei servizi, in base alla necessità
delle persone, la qualificazione degli spazi urbani e la pianificazione della mobilità, il
potenziamento dei servizi digitali e on line della amministrazione, la collaborazione con le imprese
per armonizzare il tempo di lavoro con i tempi della vita quotidiana.
Il Patto prevede la realizzazione di azioni raggruppate in sei assi: tempo e salute, tempo e
educazione, tempo e cura delle persone, tempo e partecipazione, tempo e servizi ai cittadini,
tempo e organizzazione del lavoro nelle imprese e organizzazioni.
Col Patto, la municipalità di Barcellona si è impegnata a diffondere le informazioni sui tempi di
attesa dei trasporti pubblici e a estendere gli orari dei trasporti nei fine settimana e in date
particolari. Ha aumentato gli orari di apertura dei servizi municipali e potenziato i servizi on line. Le
biblioteche e i centri sportivi, grazie al Patto, aprono le loro strutture con un orario più ampio e la
domenica. I mercati prevedono orari prolungati e offrono nuovi servizi tra cui la consegna della
spesa a domicilio. I musei hanno ampliato gli orari di apertura e sono gratuiti la domenica e in
alcune giornate particolari. Gli studenti hanno a disposizione sale studio aperte sino all’una di
notte e biblioteche di prossimità aperte anche alla sera con un’ampia offerta di servizi. Gli spazi
di alcune scuole sono aperti fuori dall’orario scolastico, per le attività di gioco per facilitare le
famiglie. Il Patto prevede inoltre lo sviluppo di servizi di teleassistenza per anziani e realizza zone
wi-fi negli orari di apertura dei mercati comunali, per favorire politiche di prossimità. Supporta
infine le reti di imprese che sviluppano politiche per favorire la conciliazione dei tempi di vita di
lavoratrici e lavoratori e promuove le banche dei tempi e le reti di relazioni per favorire
l’integrazione sociale.
Per l’annualità 2018-2019 il focus è stato sulle iniziative di promozione della conciliazione tra
tempi di vita e di lavoro.
23 http://ajuntament.barcelona.cat/pactedeltemps/es/content/presentaci%C3%B3n
24 https://metropole.rennes.fr/le-bureau-des-temps
44
riguarda anche il sistema di car pooling privato, ampiamente utilizzato perché più economico
dell’auto e più sostenibile.
L’Ufficio Tempi organizza regolarmente dal 2011 incontri pubblici aperti alla cittadinanza di
sensibilizzazione sui problemi legati alla gestione dei tempi.
45
7. IL FUTURO DELLE POLITICHE TEMPORALI IN LOMBARDIA
Come illustrato nei capitoli precedenti, a 15 anni dall’approvazione della legge sulle politiche
dei tempi, molto è stato fatto: 139 i Comuni lombardi che hanno adottato un PTO, corrispondenti
al 9,1% degli enti locali e a poco più del 40% della popolazione lombarda. Solo due Comuni in
obbligo di legge, Cesano Maderno e Cernusco sul Naviglio, non hanno ancora adottato un PTO.
Recentemente, Regione Lombardia, a partire dalla constatazione che esiste una significativa
sovrapposizione tra gli ambiti di intervento delle politiche temporali e quelli della conciliazione
vita-lavoro, e con l’obiettivo di promuovere sinergie tra le linee di intervento pubblico e di
razionalizzare la spesa pubblica, ha scelto di unificare gli interventi in questi due campi.
Tale volontà si concretizza con l’approvazione della D. g. r. XI/2398 del 11 novembre 2019
“Politiche di conciliazione dei tempi di vita con i tempi lavorativi: approvazione linee guida per la
definizione dei piani territoriali 2020-2023” in cui gli interventi inerenti le politiche temporali sono
indicati, quali azioni finanziabili nell’ambito dei progetti presentati dalle Alleanze locali all’interno
dei Piani Territoriali di Conciliazione vita e lavoro.
Ciò presuppone la costruzione, a livello territoriale, di sinergie tra i Piani territoriali degli orari e i
Piani Territoriali di Conciliazione vita e lavoro, in una logica di integrazione tra le politiche.
Nella fattispecie, nell’ambito della programmazione regionale in materia conciliazione vita –
lavoro per il triennio giugno 2020 – maggio 2023, le Reti territoriali di conciliazione devono
presentare a Regione Lombardia, tramite le ATS capofila, il Documento territoriale di indirizzo, che
a partire da un’analisi dei fabbisogni del territorio, definisce strategie di intervento e azioni
prioritarie. Il Documento, in una logica di unificazione con le politiche temporali, deve contenere
una sezione specificatamente dedicata alle “politiche per il coordinamento e l’amministrazione
dei tempi delle città”, in cui si deve dar conto dello stato di attuazione in materia e devono essere
individuate specifiche linee di intervento per i Comuni. La delibera individua, tra gli interventi
finanziabili nell’ambito della legge regionale 28/2004 art.6 c.4:
a) progetti finalizzati all’armonizzazione degli orari dei servizi pubblici e privati con gli orari di
lavoro, anche in attuazione dell’articolo 9 della legge 53/2000 e successivi provvedimenti
attuativi:
b) progetti che contribuiscano ad un’ottimizzazione dei tempi per mezzo di un maggior uso dei
mezzi pubblici (es. navette verso poli di interscambio);
c) progetti che favoriscono l’accessibilità delle informazioni e l’ampliamento dell’orario dei servizi
della pubblica amministrazione, anche attraverso la semplificazione delle procedure e
l’introduzione di servizi informatizzati e connessi in rete;
d) progetti finalizzati alla promozione e costituzione di "banche del tempo", al fine di favorire un
uso del tempo per fini di reciproca solidarietà e interesse.
Infine, grazie alle Alleanze locali, saranno sviluppati partenariati pubblici - privati in linea con i
progetti realizzati negli anni dai Comuni in attuazione dei Piano Territoriale degli Orari.
46
APPENDICE
47
1. I Bandi regionali: criteri e ambiti prioritari di intervento e modalità di selezione dei progetti
Si riporta una sintesi dei cinque bandi sulle politiche dei tempi promosse da Regione Lombardia, evidenziando in particolare dei criteri e ambiti
prioritari e le modalità di selezione dei progetti.
48
1° bando 2° bando 3° bando 4° bando 5° bando
2. disincentivazione 2. coordinamento e pubblici e privati anche imprese, per promuovere
dell’uso del mezzo armonizzazione degli con la messa in rete di forme di flessibilità e
privato ai fini di una orari dei servizi pubblici e servizi del sistema allargato modalità di lavoro e servizi
riduzione dell’emissione di interesse pubblico con della PA; innovativi;
di gas inquinanti; il sistema degli orari di 3. semplificazione delle 2. mobilità sostenibile verso il
3. armonizzazione e il lavoro dentro le imprese procedure e dei processi sistema dei servizi sanitari e
coordinamento del e gli enti del territorio; di accesso ai servizi, sociosanitari, gli istituti
sistema degli orari delle 3.desincronizzazione anche con l’utilizzo della scolastici e i luoghi di lavoro;
attività commerciali; degli orari e/o Carta Regionale dei 3. accessibilità dei servizi
4. coerenza con gli armonizzazione dei Servizi. pubblici e privati;
obiettivi e le linee di calendari degli semplificare le procedure e
intervento dei Piani di spostamenti i processi di accesso ai
Zona; casa/scuola/lavoro; servizi dei Comuni, del
5. coerenza con gli 4.armonizzazione e sistema sanitario,
obiettivi e le linee di coordinamento dei dell’Agenzia delle Entrate e
intervento di un servizi rivolti ai visitatori, dei Tribunali della
programma di sviluppo city user, turisti e coerenti Lombardia.
turistico; con i programmi di
6. accessibilità e sviluppo dei sistemi
fruibilità dei servizi turistici.
pubblici e privati;
7. coerenza con il Piano
dei Servizi.
Criteri - 1. PTO già approvato in 1. obbligo di presentarsi
aggiuntivi forma singola o in forma associata per
associata, Comuni con
2. attribuzione di popolazione inferiore a
competenza in 10.000 abitanti;
materia di tempi e 2. presenza di strutture e
orari; organismi in grado di
3. istituzione dell’ufficio rendere stabili e
tempi; sostenibili le politiche
4. formalizzazione di dei tempi (attribuzione
49
1° bando 2° bando 3° bando 4° bando 5° bando
accordi con i di competenza in
partner. materia di tempi e
orari e istituzione
dell’Ufficio Tempi da
parte dei Comuni con
un PTO in vigore);
3. limite di affidamento a
soggetti terzi, dietro
incarico retribuito, di
non oltre il 40% delle
attività e del budget
del progetto;
4. formalizzazione di
accordi di
partenariato già nella
fase di manifestazione
di interesse attraverso
una lettera di intenti di
attori pubblici e privati
del territorio o copia di
eventuali specifici
accordi già sottoscritti.
Criteri di Progetti: Progetti: Progetti:
premialità 1.presentati da 1.presentati da 1. presentati da
associazioni di associazioni di Comuni; associazioni di Comuni,
Comuni; 2.proposti da Comuni 2. presentati da Comuni
proposti da che abbiano attivato con popolazione tra i
Comuni che forme di 10.000 e i 30.000 abitanti.
abbiano coordinamento e
attivato forme di cooperazione con altri
coordinamento enti locali per
e cooperazione l'attuazione di specifici
50
1° bando 2° bando 3° bando 4° bando 5° bando
con altri enti piani di armonizzazione
locali per degli orari dei servizi
2.attuazione di con vasti bacini di
specifici piani di utenza;
armonizzazione 3.che prevedono
degli orari dei interventi attuativi degli
servizi con vasti accordi di cui all’art.
bacini di utenza; 25, comma 2 della
3.che legge 53/2000.
prevedono
interventi
attuativi degli
accordi di cui
all’art.25 c. 2
L.53/2000
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
51
2. Elenco dei Comuni finanziati
Si riportano di seguito le principali informazioni relative ai Comuni lombardi che hanno ricevuto i finanziamenti della legge regionale n. 28/2004.
Relativamente alle associazioni di Comuni è indicato il Comune capofila. L’elenco dei Comuni associati è riportato nella tabella successiva
(paragrafo 3).
Contributi
Contributi Contributi Contributi Contributi Totale Data adozione
N. COMUNI Prov Accordi di Contributi
1° bando 2° Bando 3° bando 4° bando contributi ultimo PTO
collaborazio 5° bando
ne
1 Bergamo BG 110.000 134.730 82.500 327.230 11-07-2006
2 Orio al Serio BG 64.500 64.500 22 -04-2009
San Pellegrino 25.000
3 BG 33.500 58.500 19-11-2018
Terme
4 Stezzano* BG 71.125 71.125 23-04-2009
5 Brescia BS 139.500 100.000 30.000 269.500 23-04-2007
Desenzano
6 BS 68.000 68.000 11-04-2007
del Garda
7 Ghedi* BS 90.150 90.150 31-03-2009
8 Iseo* BS 75.500 75.500 12-07-2007
9 Rezzato BS 53.700 53.700 25-03-2009
10 Como CO 143.440 125.250 268.690 19-03-2007
11 Cantù CO 71.000 71.000 13-10-2009
12 Mozzate CO 46.000 46.000 28-10-2008
13 Cremona CR 200.000 146.500 75.000 46.000 30.000 497.500 26-9-2011
Casalmaggior 25.000
14 CR 63.000 54.850 142.850 27-11-2018
e
15 Crema CR 77.500 52.000 46.000 175.500 08-06-2010
16 Lecco LC 84.500 26.000 100.500 30-06-2011
52
Contributi
Contributi Contributi Contributi Contributi Totale Data adozione
N. COMUNI Prov Accordi di Contributi
1° bando 2° Bando 3° bando 4° bando contributi ultimo PTO
collaborazio 5° bando
ne
17 Lodi LO 135.000 118.500 84.000 337.500 15-05-2007
18 Monza MB 160.000 100.000 50.000 310.000 07-05-2007
19 Brugherio MB 132.500 132.500 20-04-2007
20 Desio MB 75.750 75.750 29-11-2007
21 Giussano MB 47.400 25.000 72.400 26-10-2015
22 Gorgonzola MI 25.000 25.000 17-04-2018
23 Limbiate MB 108.000 108.000 20-06-2007
24 Lissone MB 27.000 27.000 20-01-2017
25 Seregno MB 130.000 130.000 05-11-2011
26 Vimercate* MB 108.000 92.050 200.050 26-04-2007
18-07-1994 (in
corso
27 Milano MI 176.600 176.600
processo per
nuovo PTO)
28 Abbiategrasso MI 130.000 12.560 142.560 02-12-2008
29 Bollate MI 89.500 99.900 50.000 239.400 01-02-2010
30 Bresso MI 64.604 25.000 89.604 26-10-2009
31 Buccinasco MI 80.300 80.300 20-04-2007
Cesano
32 MI 98.500 60.000 50.000 208.500 22-04-2009
Boscone
Cinisello 30.000
33 MI 95.000 103.500 96.000 324.500 22-03-2007
Balsamo
Cologno
34 MI 120.000 40.100 160.100 27-06-2011
Monzese
35 Cormano MI 88.000 36.200 45.500 26.590 25.000 221.290 10-2018
53
Contributi
Contributi Contributi Contributi Contributi Totale Data adozione
N. COMUNI Prov Accordi di Contributi
1° bando 2° Bando 3° bando 4° bando contributi ultimo PTO
collaborazio 5° bando
ne
36 Corsico MI 93.000 114.100 207.100 03-04-2007
37 Legnano MI 88.000 31.360 34.500 30.000 183.860 27-03-2008
38 Magenta MI 47.221 47.221 30-11-2015
Paderno
39 MI 125.250 125.250 20-02-2011
Dugnano
Peschiera
40 MI 99.250 99.250 29-01-2008
Borromeo*
41 Pioltello MI 115.000 115.000 20-12-2010
42 Rho MI 130.000 30.000 160.000 29.11.2011
43 Rozzano MI 93.860 86.200 180.060 28-04-2004
S. Donato
44 MI 130.400 96.250 226.650 25-11-2003
Milanese
S. Giuliano
45 MI 106.290 83.150 71.140 260.580 26-02-2007
Milanese
46 Segrate MI 98.500 82.150 180.650 14-12-2006
Sesto San
47 MI 164.036 164.036 14-07-2004
Giovanni
Trezzo
48 MI 114.000 55.000 169.000 26-04-2007
sull’Adda*
49 Mantova MN 100.000 100.000 19-09-2011
50 Suzzara* MN 57.500 35.000 92.500 25-05-2010
51 Pavia PV 149.258 92.625 92.625 50.000 25.000 409.508 26-11-2018
52 Broni* PV 84.250 40.250 43.400 25.000 192.900 28.11.2018
53 Casteggio* PV 105.000 105.000 12-03-2007
54 Lardirago* PV 48.000 48.000 30-04-2007
55 Mortara PV 92.500 92.500 19-11-2007
54
Contributi
Contributi Contributi Contributi Contributi Totale Data adozione
N. COMUNI Prov Accordi di Contributi
1° bando 2° Bando 3° bando 4° bando contributi ultimo PTO
collaborazio 5° bando
ne
Rivanazzano
56 PV 48.600 48.600 23-11-2015
Terme*
57 Varzi* PV 63.210 50.280 25.000 138.490 27-11-2018
58 Vigevano PV 110.000 100.000 82.250 50.000 342.250 04-06-2007
59 Voghera PV 100.000 100.000 05-12-2008
60 Sondrio SO 20.400 20.400 30-10-2015
61 Varese VA 137.500 137.500 22-11-2007
62 Busto A. VA 130.000 130.000 29-03-2011
Caronno
63 VA 91.375 48.600 35.800 200.775 19-07-2018
Pertusella 25.000
64 Gallarate VA 130.000 130.000 07-02-2011
65 Samarate VA 92.100 92.100 21-06-2010
66 Saronno VA 115.000 89.500 84.857 44.150 333.507 12-04-2007
68 Viadana MN 40.000 40.000 27-12- 2018
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
Legenda:
* Comune capofila di progetti associati (l’elenco dei Comuni associati è riportato nella tabella successiva). È indicata la data di approvazione
del PTO del Comune capofila.
In corsivo i capoluoghi di Provincia
55
3. Associazioni di Comuni
Qui di seguito si riporta, per ciascun capofila, l’elenco dei Comuni associati.
Suzzara MN Gonzaga
Pegognaga
Quistello
Roncoferraro
Broni PV Arena Po
Canneto Pavese
Castana
Montescano
Stradella
Casteggio PV Bastida Pancarana
Bressana Bottarone
Corvino San Quirico
Montalto Pavese
Robecco Pavese
Torricella Verzate,
Santa Giulietta
56
Comune capofila Prov. Comuni associati
Lardirago PV Bascapè
Bornasco
Ceranova
Landriano
Sant’Alessio con
Vialone
Torrevecchia Pia
Vidigulfo
Stezzano BG Boltiere
Dalmine
Osio Sotto
Verdellino
Varzi PV Bagnaria
Ponte Nizza
Ruino
Santa Margherita di
Staffora
Val di Nizza,
Zavattarello
Viadana MN Commessaggio
S. Martino dall'Argine
57
4. Tipologia delle azioni progettuali realizzate con il 5° bando (2016-2018)
58
scuola
1 Mappa per Brescia
promuovere
intermodalità negli
spostamenti cittadini
1 Promozione Caronno Pertusella
intermodalità treno-bici
per gli spostamenti
verso i luoghi di lavoro
TOTALE AZIONI 36
Fonte: elaborazione su dati Regione Lombardia
59
5. I progetti finanziati per bando/accordi di collaborazione
Bergamo, Fuori centro… Le periferie al centro: animazione e identità di un quartiere della città
Riqualificazione del quartiere Redona con ampliamento degli orari di apertura del parco e creazione di
uno spazio polifunzionale al suo interno; realizzazione di piste ciclabili e Pedibus; introduzione di una ZTL
intorno alle scuole.
Brescia, Tempo ai tempi delle famiglie
Azioni di ricerca e di progettazione partecipata tese a individuare proposte organizzative che migliorino
la qualità dei servizi favorendo la conciliazione dei tempi sia per la cittadinanza, sia per il personale
comunale.
Como, Como in tempo
Sperimentazione del Mercoledì del cittadino, giorno di apertura coordinata degli uffici e sportelli di 29
enti del territorio con orario continuato; realizzazione di uno sportello comunale il sabato presso un centro
commerciale.
Cremona, Benessere in città: muoversi nei tempi di una città sostenibile
Percorsi pedonali casa-scuola; promozione dell’uso della bicicletta con incremento delle piste ciclabili
e dei posti bici; minibus a chiamata in sei quartieri; riorganizzazione dell’orario di lavoro dei dipendenti
comunali.
Lodi, Lodi città universitaria
Realizzazione di collegamenti con il Polo universitario con bici gratis, navette e taxi collettivi o a tariffa
agevolata; calendario condiviso degli eventi; convenzione Carta Lodi Giovani; ogni martedì sportelli
aperti a orario continuato.
Monza, Tempo al tempo
Promozione della Carta Regionale dei Servizi tra i cittadini con distribuzione di lettori di smart card e
potenziamento dell’accessibilità on line dei servizi; istituzione di uno Sportello del cittadino informatizzato.
Pavia, Pavia aperta al futuro. Tempi e spazi per una città partecipata
Laboratori di progettazione partecipata sulla riqualificazione dell’area vicina alla stazione ferroviaria e
sulla mobilità lenta e i percorsi sicuri casa-scuola.
Varese, il tempo nelle nostre mani
60
Promozione della mobilità sostsenibile casa- scuola per le elementari e le medie di Varese; studio di
fattibilità per la realizzazione di un nido aziendale e di altri eventuali servizi per le figlie e i figli dei
dipendenti comunali.
Casteggio, Bastida Pancarana, Bressana Bottarone, Corvino S. Quirico, Moltalto Pavese, Robecco
Pavese, Santa Giuletta, Torricella Verzate - LA QUALITÀ DEL TEMPO NELL’OLTREPÒ CASTEGGIANO
Bus a chiamata di collegamento col centro per ultrasessantacinquenni.
Lardirago, Bascapé, Bornasco, Ceranova, Landriano, Sant’Alessio con Vialone, Torrevecchia Pia,
Vidigulfo -
PIANO TERRITORIALE DELL’ALTO PAVESE
Apertura anticipata degli uffici comunali per favorire l’accesso ai servizi comunali dei pendolari.
Peschiera Borromeo, Pantigliate, Paullo, Tribiano - IL TEMPO E LO SPAZIO: UN PROGETTO PER VIVERE BENE LA CITTÀ
Sostegno alla creazione della Banca del Tempo di Paullo; percorsi sicuri per due scuole elementari di
Peschiera.
Trezzo sull’Adda, Busnago, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda, Grezzago e Unione dei Comuni di Basiano e
Masate - PIANO TERRITORIALE DEGLI ORARI DEL TREZZESE
Istituzione dell’Ufficio Tempi sovracomunale e promozione della mobilità sostenibile.
Varzi, Bagnaria, Ponte Nizza, Ruino, Santa Margherita Staffora, Val di Nizza, Zavattarello - MONTAGNA IN
TEMPO
Pubblicazione di una guida ai servizi presenti sul territorio dell’Alto Oltrepò.
61
Vimercate, Agrate Brianza, Aicurzio, Arcore, Bellusco, Bernareggio, Burago di Molgora, Camparada,
Carnate, Cavenago Brianza, Concorezzo, Correzzana, Lesmo, Mezzago, Ornago, Ronco Briantino,
Sulbiate, Usmate Velate -
PIANO DEGLI ORARI DEL VIMERCATESE
Progettazione di un polo scolastico, sportivo a Bellusco funzionale, servizi accessibili e mobilità sostenibile.
Arena Po, Broni, Stradella, Unione dei Comuni di Prima Collina (Canneto Pavese, Castana, Montescano)
GOVERNARE IL TEMPO PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO
Definizione di un PTO finanziato dal programma Comunitario Obiettivo 2, misura 2.5
62
I progetti finanziati con il 2° bando
63
Lodi, BIO Lodi - Bus Info Orari per Lodi
Attivazione della Giornata del cittadino con più di 50 sportelli di pubblico interesse aperti
contemporaneamente.
Monza, Monza: servizi in tempo
Realizzazione di un portale web dal quale si può accedere a più di venti servizi comunali utilizzando la
CRS.
Orio al Serio, Orio in Tempo!
Azioni per disincentivare l’uso dell’automobile nel percorso casa-scuola.
Pavia, Nuove armonie per la città
Istituzione di un tavolo permanente per l’armonizzazione degli orari e la definizione di una Giornata del
cittadino.
Rezzato, Il tempo per respirare
Creazione di un elenco comunale di baby-sitter formate; accessibilità on line a più di 20 servizi attraverso
la CRS.
Samarate, Non rincorrere il tempo ma vivilo
Azioni per disincentivare l’uso dell’auto nel percorso casa-scuola, sperimentazione della Giornata del
cittadino.
San Donato Milanese,
@tempo - Un progetto per favorire l’accessibilità delle informazioni e dei servizi della Pubblica
Amministrazione
Realizzazione di un portale web dal quale si può accedere ai servizi comunali attraverso l’utilizzo della
CRS.
San Giuliano Milanese, San Giuliano Milanese città amica
Percorso informativo di sostegno alla genitorialità in tema di conciliazione famiglia/lavoro.
Saronno, Accessibilità agli istituti scolastici del quartiere santuario
Armonizzazione dei calendari scolastici e desincronizzazione degli orari di entrata/uscita degli studenti
del quartiere Santuario.
Segrate, Segrate City Time
Riorganizzazione degli orari e della frequenza dei mezzi di trasporto comunali, resi ecocompatibili e
attrezzati per il trasporto disabili.
Stezzano, MobilitYtime
Attivazione di un servizio di trasporto a chiamata a basso costo rivolto a ragazze e ragazzi verso i luoghi
del divertimento, cofinanziato dai gestori delle discoteche.
Suzzara, Gonzaga, Pegognaga, Quistello, Ronco Ferraro,
Alternativa mobile - percorsi di mobilità lenta per bimbi e genitori del Basso Mantovano nei percorsi
casa-scuola
Azioni per disincentivare l’uso dell’automobile nel percorso casa-scuola.
Trezzo d’Adda, Basiano, Busnago, Cornate d’Adda, Grezzago, Masate, Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda,
Prototipo di sportello polifunzionale di area del Trezzese
Attivazione di uno sportello per fornire servizi della pubblica amministrazione ai cittadini di tutti i Comuni
dell’area.
Varzi, Bagnaria, Ponte Nizza, Ruino, Santa Margherita di Staffora, Val di Nizza, Zavattarello,
Montagna in tempo fase B
Attivazione di un servizio navetta per raggiungere la fermata Romolo della metropolitana di Milano.
Vigevano, S.O.L. L’armonia dei tuoi Tempi
Ampliamento dei servizi comunali on line accessibili sul portale web attraverso la CRS.
Vimercate, Agrate Brianza, Aicurzio, Arcore, Bellusco, Bernareggio, Burago Molgora, Cambiago,
Camparada, Carnate, Cavenago Brianza, Concorezzo, Correzzana, Lesmo, Mezzago, Ornago, Ronco
Briantino, Sulbiate, Usmate Velate, Best Mobility
Protocollo d’intesa con quattro istituti scolastici per monitorare gli spostamenti degli studenti; messa in
sicurezza di un percorso ciclabile per incentivare l’uso della bicicletta negli spostamenti casa-scuola-
lavoro.
64
I progetti finanziati con gli accordi di collaborazione 2008-2009
Bergamo, URBAN & Tourist CENTER - BergAMO quando, come e dove vuoi
Sviluppo dell’Urban Center nei pressi della stazione ferroviaria; coordinamento calendario degli eventi
cittadini.
Bollate, Attuazione del Piano Territoriale di Bollate
Azioni di mobilità sostenibile con l’intervento Bici sicura; sviluppo dell’accessibilità on line dei servizi
comunali.
Broni, Arena Po, Canneto Pavese, Castana, Montescano, Stradella
Oltrepò in tempo, sperimentare per migliorare la qualità di vita delle cittadine, dei cittadini e dei city
user
Sviluppo dell’accessibilità on line dei servizi e del servizio di trasporto a chiamata.
Caronno Pertusella, Tempo a ruota libera
Azioni per la mobilità sostenibile: promozione dell’uso della bicicletta su percorsi sicuri casa-città-scuola-
lavoro.
Casalmaggiore, Occhio al tempo
Creazione di un accesso unico ai servizi comunali e di uno sportello telematico con la CRS.
Cesano Boscone, Diamo più spazio al tempo
Istituzione di sportelli polifunzionali decentrati; armonizzazione degli orari degli altri sportelli, pubblici o
privati.
Cinisello Balsamo, Dar tempo al tempo
Sperimentazione del telelavoro tra il personale comunale; introduzione di servizi di pagamento on-line
sul portale del Comune; istituzione di un punto unico di accesso per l’assistenza domiciliare integrata.
Cormano, I tempi della trasformazione al Fornasé
Sperimentazione di un mercato settimanale e di altre iniziative per migliorare l’offerta di servizi
commerciali; progettazione di nuovi spazi verdi, potenziamento dei servizi di prossimità in un quartiere
decentrato.
Crema, È tempo di…
65
Il progetto intende migliorare l’accessibilità dei servizi della pubblica amministrazione attraverso
istituzione della Giornata del cittadino e la sperimentazione dell’accessibilità on line dei servizi comunali
attraverso la CRS.
Cremona, Verso Expo 2015. Cremona accogliente tra musica e fiume
Potenziamento del bike sharing e altri interventi per la mobilità lenta e azioni per il coordinamento dei
calendari dell’offerta dei servizi e degli eventi culturali e turistici.
Legnano, Legnano amica sempre più vicina
Azioni di promozione della CRS e dei servizi polivalenti per una migliore accessibilità dei servizi comunali.
Lodi, Ore d’Adda. Una risorsa per il tempo libero
Azioni di riqualificazione degli spazi pubblici per migliorare l’accoglienza e l’accessibilità della città, e in
particolare delle rive dell’Adda.
Pavia, Più Tempo per Tutti
Erogazione di servizi on line con la CRS; Giornata del cittadino; ampliamento dei percorsi sicuri casa-
scuola
Rozzano, Tempo quotidiano: piccole azioni semplici per un bene “Comune”
Realizzazione di servizi di conciliazione per i periodi di la chiusura delle scuole (pre e post scuola, centri
estivi).
San Giuliano Milanese, San Giuliano Milanese città vicina
Attivazione di un portale per l’erogazione di servizi on-line; potenziamento del sistema delle piste ciclabili.
Saronno, Riqualificazione delle risorse e sviluppo dei servizi dei quartieri Matteotti e Cassina Ferrara
Accessibilità e riqualificazione degli spazi periferici e dei loro servizi.
Suzzara, Il Comune fuori orario
Sperimentazione sull’accessibilità e la fruibilità dei servizi attraverso la CRS presso alcune aziende del
territorio.
Vigevano, C’è tempo per tutti. Più tempo per le famiglie, meno traffico in città
Istituzione di servizi pre e post scuola e scuolabus; calendario scolastico Comune sul territorio,
integrazione dei servizi comunali on-line.
66
Sviluppo di mobilità sostenibile attraverso corse a chiamata verso le strutture sociali, per i pazienti di
strutture ospedaliere per i cicli terapeutici o riabilitativi, per i ragazzi delle scuole dell’obbligo nelle ore
pomeridiane.
Cremona, ON Time. La P.A di Cremona online
Migliorare l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione tramite un punto di accesso unico ai servizi
on line dei diversi enti presenti nella città, e migliorare la qualità e l’accessibilità delle informazioni rivolte
ai cittadini e ai visitatori.
Giussano, Giussano città amica delle famiglie: più tempo per vivere
Aumentare il numero dei bambini che vanno nelle scuole dell’obbligo con il servizio pedibus, al fine di
ridurre l’utilizzo dell’auto privata; migliorare l’accesso ai servizi comunali attraverso l’accesso con la CRS.
Legnano, Legnano amica ti certifica on line
Migliorare l’accesso online dei servizi comunali e dei servizi della pubblica amministrazione, tramite CRS,
user ID.
Lissone, KAIRÒS “Adesso è il tempo favorevole”
Individuare orari di accesso ai servizi compatibili con gli orari di vita e di lavoro, individuare la modalità
on line come integrazione dell’offerta dei servizi, semplificazione degli adempimenti relativi all’evento
nascita (Network ICARO).
Magenta, Magenta città "in tempo" con i cittadini
Migliorare l’accesso ai servizi comunali attraverso l’accessibilità on line attraverso una riorganizzazione
interna delle procedure con la possibilità di effettuare i pagamenti delle prestazioni anche con carta di
credito, inoltre sarà possibile on line prenotare appuntamenti per i servizi della polizia locale.
Monza, Un punto in Comune
Riqualificare e rendere più accessibili i quartieri della città attraverso il decentramento di servizi in 8 centri
civici anche al fine di decongestionare il centro storico dal traffico privato; Network ICARO semplificare
gli adempimenti relativi all’ evento nascita.
Pavia, Pavia 2.0 - Sempre più vicino ai cittadini
Realizzazione di un’applicazione per fornire informazioni sugli uffici pubblici e di pubblica utilità;
facilitare l’accessibilità e la fruizione dei servizi alle persone con scarsa conoscenza informatica
attraverso lo svolgimento di corsi di alfabetizzazione informatica nelle sedi decentrate; Network ICARO
semplificare gli adempimenti relativi all’ evento nascita.
Rivanazzano Terme, Codevilla, Godiasco Salice Terme, Retorbido, Torrazza Coste, Comuni in Tempo -
una rete di Comuni per il miglior tempo di vita dei cittadini
Realizzazione di un sistema on line condiviso fra i cinque Comuni per la richiesta e il rilascio dei certificati
tramite CRS, user ID; fornire un sistema per il trasporto collettivo per la “popolazione fragile”.
Saronno, Sportello polifunzionale decentrato -Stazione ferroviaria Centro
Migliorare l’accesso ai servizi comunali attraverso l’allestimento di uno sportello polifunzionale nell’area
della Stazione ferroviaria; aumentare l’accessibilità al Parco del Lura dotando la stazione ferroviaria di
un servizio di bike sharing.
Sondrio, Adagio - armonie della città: prove di sperimentazione del PTO nel quartiere sud-est
Migliorare l’accesso ai servizi attraverso la creazione di percorsi protetti; aumentare il numero dei
bambini che vanno nelle scuole dell’obbligo con il servizio pedibus al fine di ridurre il di auto privata;
attivare trasporti solidali per facilitare gli spostamenti delle persone anziane residenti nelle frazioni.
Vigevano, MIEI TEMPI
Migliorare l’accessibilità e la fruibilità dei servizi pubblici e privati mettendo a disposizione un sistema
integrato “Mia Pagina” con l’accesso ai servizi anche su appuntamento per ridurre i tempi di erogazione
degli stessi.
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Promozione mobilità più sostenibile verso aziende e S.S. di II grado e riqualificazione spazio stazione
Casalmaggiore, Casalmaggiore città vicina al tuo tempo
Miglioramento della viabilità nell’area di una S.S. di II grado, desincronizzazione orari scolastici e
promozione accessibilità on line servizi pubblici
Cinisello Balsamo, Bike for life
Promozione uso della bicicletta presso gli studenti
Cormano, + SPAZIO + TEMPO
Progettazione partecipata per la fruizione di Spazi Sociali al Fornasè, ampliamento Pedibus,
consolidamento ICARO
Cremona, CITY OPEN Sportello polifunzionale telematico
Creazione di uno sportello Polifunzionale Telematico
Giussano, Giussano città amica delle famiglie: più tempo per vivere
Istituzione sportello unico e accessibilità telematica. Ampliamento pedibus e sperimentazione bicibus
Gorgonzola, Gorgonzola consiglia tempi e bisogni
Sperimentazione della giornata del cittadino. Promozione dell’uso della bicicletta negli spostamenti
casa – scuola dei ragazzi/e delle S.S. di I grado
Lecco, Città in tempo/2
Potenziamento del pedibus. Mercoledì del cittadino. Giunte itineranti nei quartieri
Legnano, Legnano amica: ti semplifica e migliora la vita
Incremento orari di apertura esercizi pubblici e commerciali. Potenziamento piedibus. Costituzione di
uno Sportello Volontario Giurisdizione
Pavia, #TempodiQuartieri
Miglioramento dell’accessibilità e della fruibilità on line dei servizi
Rho, Digitalizzazione delle istanze
Implementazione dei servizi on line e Giornata del Cittadino
San Pellegrino Terme, Tempo in Comune
Promozione dell’accessibilità on line e sul territorio degli sportelli dei servizi sociali e socio sanitari
Varese, Integrazione del servizio di bike sharing nel sistema di intermodalità degli spostamenti a basso
impatto ambientale e semplificazione accessibilità al servizio
Integrazione del servizio di bike sharing
Varzi, Bagnaria, Ponte Nizza, Ruino, S. Margherita di Staffora, Val di Nizza, Zavattarello, Montagna in
tempo
Sperimentazione di un piano di trasporto sociale per liberare i tempi delle famiglie e degli studenti
Viadana, Viadana, Commessaggio e S. Martino dall'Argine, Città amiche delle famiglie: più tempo per
vivere
Definizione e approvazione da parte del sistema scolastico territoriale di un calendario scolastico
sovracomunale coordinato implementazione dei servizi on line. Potenziamento pedibus
Accordo di collaborazione
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