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VALENTINA BENIGNI

LUCYNA GEBERT1

Determinatezza nominale e aspetto verbale:


il caso dei verbi supporto

1. Premessa e obiettivi del lavoro

Assumendo come valida l’ipotesi avanzata da Leiss (2000, 2007) di una corris-


pondenza semantico-funzionale tra la categoria verbale dell’aspetto e quella nomi-
nale della determinatezza per codificare la natura [±referenziale] del nome oggetto
(NOGG), ci siamo poste l’obiettivo di verificare se tale ipotesi venisse confermata
anche in contesti caratterizzati da maggiore fissità nella relazione V+NOGG, come
le costruzioni a verbo supporto (CVS) dell’italiano, in cui la selezione dell’articolo
sembra basata su criteri piuttosto incoerenti e arbitrari. A tale proposito si è scelto di
confrontare i dati dell’italiano con quelli del russo, lingua che, secondo la premessa
riportata sopra, supplirebbe alle funzioni dell’articolo mediante l’aspetto.
Il lavoro risulta così strutturato: in §2 viene illustrata l’ipotesi di Leiss, mos-
trando come questa sollevi nella sua formulazione originale diverse questioni
terminologiche e concettuali connesse alle nozioni di determinatezza e referen-
zialità, poi discusse in §3. In §4 la relazione tra articolo e aspetto viene osser-
vata all’interno del contesto altamente idiomatico e fraseologizzato delle CVS,
che suggerisce l’adozione di una visione scalare della referenzialità (§5). L’intero
§6 è invece dedicato alla presentazione di un’analisi corpus based, fondata sul
confronto di due CVS dell’italiano (e delle corrispettive realizzazioni in russo) con
costruzioni sintattiche V+NOGG di tipo libero. In §7, infine, sono riportate alcune
considerazioni conclusive che mettono parzialmente in discussione l’ipotesi su cui
si basa la ricerca.

1
  Il lavoro nasce dalla stretta collaborazione tra le due autrici, i cui nomi sono riportati in ordine
alfabetico. Unicamente ai fini accademici, Valentina Benigni è responsabile della stesura dei paragrafi
§ 1, 5, 6, 6.2, 6.3, 7, mentre Lucyna Gebert è responsabile della stesura dei § 2, 3, 4, 6.1.

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Valentina Benigni, Lucyna Gebert

2. L’ipotesi di Leiss: aspetto verbale vs determinatezza/referenzialità

Questo lavoro prende le mosse dall’ipotesi formulata da alcuni linguisti


sull’esistenza di un legame tra aspetto verbale e determinatezza e/o referenzialità
nominale. Si sono occupati di questo tema da un punto di vista diacronico Leiss
(2000, 2007) e Abraham (1997), che hanno lavorato principalmente sulle lingue ger-
maniche, ispirando altri autori, tra cui Fischer (2004, sull’antico italiano e le lingue
slave), Osawa (2007, sulle lingue germaniche, ma con riferimenti anche al cinese e
al hindi), e Bauer (2007, sulle lingue indoeuropee in generale). L’idea che ne emerge
è che esiste una relazione semantica tra l’aspetto verbale e le proprietà referenziali
del nome oggetto, tale per cui oggetti referenziali e/o definiti occorrono con ver-
bi perfettivi (PFV), mentre oggetti non referenziali e/o indefiniti richiedono l’uso
dell’aspetto imperfettivo (IPFV):

(1) V [+PFV] + NOGG [+referenziale/definito]


V [+IPFV] + NOGG [-referenziale/definito]

Lo schema in (1) è da intendersi come una generalizzazione, che viene per esem-
pio violata dall’uso dell’IPFV progressivo con oggetti referenziali e definiti in (2):

(2) Когда я читал твое письмо, позвонил телефон.


Mentre leggevoIPFV la tua lettera, ha squillato il telefono.

Conferme a questa ipotesi arriverebbero anche dalla tipologia linguistica, che


mostra come le lingue che grammaticalizzano l’aspetto tendono ad evitare l’uso
dell’articolo e viceversa (cfr. Abraham 1997, Fischer 2004, Leiss 2007, Osawa 2007,
Bauer 2007), dal momento che entrambe le categorie competerebbero a marcare lo
status [±referenziale] del NOGG2.
Il parallelismo tra le due categorie viene evidenziato anche dalla linguistica co-
gnitiva: Janda, per esempio, assegna un carattere definito al PFV considerandolo
il corrispettivo verbale della categoria della definitezza nominale: «Definiteness is
used to caption the Perfective’s tendency to refer to single, individuated actions,
and behaves as the verbal parallel to the nominal category by the same name. If a
situation is definite, it is also unique and specifically localizable in time» (Janda
2004: 482).

2
  Un’eccezione a questa regola è rappresentata dalle due lingue slave – bulgaro e macedone – che,
come noto, grammaticalizzano entrambe le categorie.

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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

3. Definitezza, determinatezza, specificità e referenzialità: questioni ter-


minologiche

Il confronto tra i vari lavori menzionati sopra solleva una serie di questioni
terminologiche relative alle nozioni di definiteness e referentiality: queste due
etichette (così come gli aggettivi che le descrivono: definito, determinato, spe-
cifico e referenziale) vengono spesso utilizzate in modo intercambiabile per se-
gnalare la capacità di un sintagma nominale di individuare il proprio referente;
altre volte, invece, si contrappongono sul piano concettuale, designando concetti
distinti.
Prima di passare all’analisi e discussione dei dati, ci pare pertanto opportuno
chiarire quale uso viene fatto dei suddetti termini in questa sede. Nel presente lavoro
infatti definitezza e determinatezza sono usate come sinonimi per segnalare la cate-
goria grammaticale dell’articolo (che si manifesta, per esempio, in forma determina-
tiva, indeterminativa, partitiva e Ø in italiano).
A queste due etichette si contrappongo quelle di referenzialità o specificità, con
le quali si indica a livello semantico-pragmatico la capacità di un N di identificare il
proprio referente (Lyons 1999: 165).
Questa distinzione si rivela importante, in quanto la referenzialità è spesso indif-
ferente alla definitezza, come mostra l’esempio (3) dell’italiano, in cui l’articolo
indeterminativo permette tanto una lettura referenziale (un libro preciso) che inten-
sionale3 (un libro qualunque) del NOGG:

(3) Vorrei tanto trovare il tempo di leggere un libro.

Restando nell’ambito della lingua italiana, la complessità della relazione tra refe-
renzialità e definitezza è mostrata anche dall’articolo determinativo, che può essere
utilizzato sia per marcare oggetti referenziali (4) che generici (5):

(4) Ho comprato la macchina che mi avevi consigliato.


(5) Mario non vede l’ora di imparare a guidare la macchina.

In (5) peraltro, oltre alla lettura intensionale di macchina, è possibile anche una
lettura specifica (per esempio la macchina posseduta dai genitori). Quindi l’uso

3
  Con il termine logico di «intensione» si designa l’insieme delle proprietà definitorie di un nome.
Parlando di lettura intensionale (o categoriale) di un nome si intende l’intero insieme degli oggetti («es-
tensione») che rispondono all’intensione del nome.

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Valentina Benigni, Lucyna Gebert

dell’articolo, seppur intuitivamente collegato alla nozione di specificità4, sembra


sganciarsene per assumere funzioni più ampie e, in definitiva, più vaghe.
Per tale motivo Fischer (2004) e altri spostano il confronto con l’aspetto dal piano
grammaticale a quello semantico-pragmatico stabilendo una correlazione tra aspetto
e referenzialità, piuttosto che tra aspetto e (in)definitezza.
Un altro elemento che richiede di essere approfondito riguarda la correlazione tra
aspetto e boundness, ovvero la capacità di stabilire i limiti spazio-temporali del NOGG
e quindi di delimitarlo quantitativamente: questa distinzione pertiene i nomi concreti
di massa al singolare (6a)-(7a) e numerabili al plurale (6b)-(7b):

(6) a. Bevo del vino[+bounded].


b. Ho letto dei libri[+bounded].
(7) a. Preferisco bere vino[-bounded] che birra[-bounded].
b. Passa l’estate a leggere libri[-bounded].

Filip (1994), che ha studiato il fenomeno nelle lingue slave, con particolare riferi-
mento al ceco, sostiene che il PFV attivi per il NOGG un’interpretazione «bounded and
referentially specific» (1994: 229), illustrata dai seguenti esempi, di cui riportiamo
anche la traduzione in inglese fornita dall’autrice:

(8) PilIPFV kávu / VypilPFV kávu.


He was drinking (some) coffee / He drank up (all) the coffee.
Lui beveva (del) caffè / Lui ha bevuto (tutto) il caffè.
(9) PletlaIPFV svetry / UpletlaPFV svetry.
She was knitting sweaters  /  She knitted (all) the sweaters. [i.e. she finished
knitting all the sweaters].
Lei stava lavorando ai ferri (dei) maglioni / Lei ha lavorato ai ferri (tutti) i ma-
glioni [cioè ha finito di lavorare tutti i maglioni ai ferri].

La traduzione in inglese, lingua che al pari dell’italiano grammaticalizza la deter-


minatezza mediante l’articolo, mette in evidenza il carattere referenziale/specifico
dei NOGG nelle frasi con i verbi PFV.
Per quanto concerne le frasi all’IPFV, Filip (1994: 229) osserva che «the speaker
asserts that some coffee and sweaters were subjected to the denoted event» e che i
NOGG «not only have an unbounded partitive interpretation, but also the referential
specificity of their referents may be irrelevant for the purpose of communication».

4
  Perlomeno a livello definitorio l’articolo determinativo rimanda alla capacità di richiamare un re-
ferente già noto.

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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

In altre parole l’IPFV si limiterebbe a comunicare il carattere [-bounded] dell’og-


getto piuttosto che fornire informazione sulla sua referenzialità: in (8) per esem-
pio, nella frase con l’IPFV la quantità di caffè bevuta rimane indefinita, sia che si
consideri l’evento come individuabile o generico (cfr. in italiano l’uso dell’articolo
partitivo vs Ø: stava bevendo del caffè vs beveva caffè). Quindi, seppur connesse,
boundness e referenzialità, sembrano essere due nozioni distinte, di cui è la prima,
piuttosto che la seconda, ad essere codificata mediante l’aspetto nelle lingue prive
di articolo.
A riprova di tale correlazione Filip riporta degli esempi dal bulgaro, unica lingua
slava insieme al macedone ad aver sviluppato oltre all’aspetto l’articolo (posposto
al nome):

(10) Toj izpiPFV *kafe / kafeto.


He drank up (all) the coffee.

In (10) si può vedere che il verbo perfettivo obbliga all’uso del determinativo -to
dal momento che si attiva una lettura [+bounded] e [+referenziale] del NOGG incom-
patibile con l’articolo Ø.
Oltre a Filip (1994, 1999), la correlazione illustrata in (8)-(10) ha attirato l’at-
tenzione di altri autori (Krifka 1989, Fischer 2004, Slavkova 2004, Esvan 2010,
Richardson 2011, Gebert 2016), tuttavia manca ancora una descrizione sistematica
del fenomeno, che permetta di stabilirne limiti ed eccezioni.

4. La relazione tra aspetto e articolo nelle CVS

In questo lavoro ci siamo poste l’obiettivo di verificare la validità della correla-


zione tra aspetto e articolo analizzando la resa di alcune CVS dell’italiano in rus-
so. Queste costruzioni, pur ammettendo una certa variazione nell’uso dell’articolo
(fare la doccia vs fare una doccia), tendono a codificare in modo abbastanza fisso,
o comunque preferenziale, la relazione tra verbo e NOGG (fare la doccia vs fare una
domanda). La scelta di trattare le CVS è stata «ispirata» da un esempio problematico
del polacco (11) contenente una forma verbale sintetica (kąpać się), a cui corrispon-
dono in italiano (12a-d) diverse varianti di una stessa CVS (fare il bagno/un bagno/
dei bagni):

(11) KąpałemIPFV się w Bałtyku ale woda była bardzo zimna.


(12) a. Ho fatto il bagno nel mar Baltico, ma l’acqua era molto fredda.
→ NOGG [+determinato] [+bounded] [+referenziale]
b. Ho fatto un bagno nel mar Baltico, ma l’acqua era molto fredda.

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Valentina Benigni, Lucyna Gebert

→ NOGG [-determinato] [+bounded] [+referenziale]


c. Ho fatto dei bagni nel mar Baltico, ma l’acqua era molto fredda.
→ NOGG [-determinato] [-bounded] [+referenziale]
d. Ho fatto (più volte) il bagno nel mar Baltico, ma l’acqua era molto fredda.
→ NOGG [+determinato] [-bounded] [-referenziale]

In italiano la scelta dell’articolo e il numero del NOGG risultano influenzati dall’as-


petto IPFV del verbo polacco che ammette due diverse interpretazioni, a secondo
che indichi:

a) un’azione atelica, che denota un evento singolo compiuto nel passato (12a-b)
(cfr. Gebert 1991, Zaliznjak & Šmelev 2000); in questo caso il NOGG nella traduzione
italiana ha valore [+referenziale] e [+bounded].
b) un evento reiterato in passato (12c-d); in tal caso il NOGG riceve un’interpreta-
zione [-bounded], che tende a perdere di referenzialità in (12d), dove si fa un gene-
rico riferimento all’esperienza in sé del bagno nel Baltico, indipendentemente dagli
eventi che l’hanno realizzata.

La traduzione (12a), proposta da Gebert (2016), oltre ad essere la più naturale e


frequente per la resa di questa CVS in italiano, risulta non marcata in quanto ammette
una lettura sia fortemente che debolmente referenziale del NOGG (quest’ultima ripresa
in (12d)): è solo infatti in base al co(n)testo e alle conoscenze condivise tra parlanti,
che il ricevente interpreta l’evento come singolo o reiterato. Tale ambiguità è proba-
bilmente da attribuire al fatto – già osservato sopra citando Filip (1994: 229) – che
fornire informazioni sul carattere [±referenziale] del NOGG è spesso irrilevante per gli
scopi della comunicazione: a nostro parere ciò non significa affatto che la referen-
zialità non rivesta un ruolo importante nello scambio comunicativo, ma piuttosto che
tale informazione possa essere desunta con altri mezzi, quali ad esempio il tipo di
enunciato (dichiarativo vs ipotetico) o la modalità (realis vs irrealis).
Le versioni (12b) e (12c), suggerite da un revisore anonimo dell’articolo di Gebert
(2016), propongono di disambiguare la frase scegliendo tra una variante fortemente
o debolmente referenziale (fare un bagno vs fare dei bagni). Infine la versione (12d),
inviata come comunicazione personale da Fici, che opta per l’articolo determinativo
eventualmente rinforzato da un avverbiale di tempo, impone una lettura reiterata
dell’evento che riduce la referenzialità del NOGG. Nel complesso le traduzioni sono
tutte valide, ma (b-d) esplicitano il carattere [±referenziale] del NOGG, risolvendo
un’ambiguità che è invece insita anche nella frase di partenza polacca.
La presenza di diverse opzioni traduttive ci ha spinto a riflettere su come strut-
ture più fisse e idiomatiche (quali le CVS) possano interferire sulle generalizzazioni
proposte da Leiss circa una corrispondenza tra aspetto verbale e determinatezza
­nominale.

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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

5. Referenzialità come nozione scalare

Sebbene per comodità espositiva finora abbiamo trattato la referenzialità come


una nozione polare, assegnandole un valore positivo o negativo, in realtà già in §4
abbiamo implicitamente adottato una visione scalare, accennando, ad esempio, ad
una minore referenzialità del NOGG in contesti reiterati.
Accanto ad una referenzialità intrinseca del nome5, esiste una referenzialità deter-
minata dal «modo» (realis vs irrealis mood), per cui anche un nome dotato di elevata
forza referenziale, tenderà a perderla in contesti irreali, ipotetici o generali, o vice-
versa, come osserva Givon (2001: 469): «The more likely the event is to occur, the
more likely it is that nominals under irrealis scope are to be interpreted as referring».
L’esempio che segue mostra come anche due nomi intrinsecamente referenziali
(nonna e nipote), possano perdere questa proprietà in una predicazione di carattere
generale:
(13) Tutti sanno che una nonna ama passare del tempo con la nipote.

La perdita di forza referenziale è ancora più evidente nel caso delle CVS che atti-
vano una lettura eventiva o processuale di nomi concreti (cfr. la spesa sta sul tavolo
vs fare la spesa; la doccia è occupata vs fare la doccia).
Inoltre, il fatto che i complementi diretti di CVS formino un’unità concettuale
insieme al verbo che li regge, e possano spesso essere sostituiti da forme verbali
sintetiche (fare una critica vs criticare), dimostra come questi non costituiscano veri
«oggetti» referenziali, in quanto la loro funzione è piuttosto quella di designare sul
piano semantico l’evento di cui il verbo supporto fornisce informazione grammati-
cale (TAM, persona, numero). Ulteriore conferma a ciò viene dal confronto interlin-
guistico: relativamente alle lingue oggetto di questo lavoro, si può osservare come
spesso a CVS dell’italiano corrispondano in russo costruzioni sintetiche (cfr. fare il
bagno vs купаться).
Queste osservazioni mostrano la quantità di fattori che interferiscono sulla valu-
tazione della forza referenziale di un nome. Ai fini del presente lavoro, in modo da
poter procedere ad una analisi quantitativa dei dati estratti dai corpora, si è scelto di
valutare la referenzialità «contestuale» dei NOGG in base alla seguente griglia, che
dispone i diversi tipi di predicato secondo un livello decrescente di «realtà»:

5
  I nomi che indicano entità definite, discrete e numerabili, come i nomi di cosa (libro) o persona
(nipote), sono intrinsecamente più referenziali dei nomi che indicano processi o eventi (doccia), i quali
a loro volta precedono sulla scala della referenzialità i nomi astratti (felicità). A tale proposito Simone
& Masini (2014) parlano di «forza referenziale» (Referential Force) per intendere il grado di «intensi-
tà» nella referenza di un nome.

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Valentina Benigni, Lucyna Gebert

Ieri ho fatto / Sto Ora mi faccio Facevo sempre I ragazzi si fanno Non mi piace
facendo una una / la doccia la doccia la (sempre) la doccia fare la doccia
doccia calda mattina in piscina dopo gli fredda
allenamenti

Sulla base della presente griglia, viene attribuito un valore positivo solo al NOGG
di eventi singoli ed individuabili (i primi due punti della griglia), mentre si assegna
un valore negativo alla referenzialità dei NOGG di eventi reiterati e di predicazioni
abituali e generiche, pur riconoscendo diversi livelli di forza referenziale all’interno
di questo gruppo. I NOGG di verbi lessicalmente pieni, invece, tendono a mantenere la
loro referenzialità anche in contesti ipotetici o abituali (Se/Quando è libera, la nonna
porta la nipote al parco), con la sola esclusione delle predicazioni generiche (13).
Questo aspetto mette in evidenza come la referenzialità dei NOGG risulti influenzata
dalla loro presenza all’interno di una CVS: nel resto del lavoro si tenterà di indagare
quanto questo fattore interferisca nella relazione individuata da Leiss tra determina-
tezza nominale e aspetto verbale.

6. Metodologia

Il lavoro è stato svolto seguendo un approccio corpus-based, che permettesse di


individuare le preferenze e le restrizioni d’uso di alcune CVS dell’italiano, ponen-
dole a confronto con le corrispondenti realizzazioni in lingua russa6. A tale scopo ci
siamo servite del corpus parallelo bidirezionale del NKRJA (www.ruscorpora.ru)
e della risorsa multilingue InterCorp (www.korpus.cz/intercorp, Čermák & Rosen
2012): il primo è basato prevalentemente su testi letterari e di saggistica, mentre la
seconda comprende, oltre a testi pubblicistici, sottotitoli di film e serie televisive,
che hanno quasi sempre come lingua di partenza l’inglese. Si tratta di un materiale
che, sebbene vada utilizzato con cautela7, offre spunti interessanti per un’analisi del
modo in cui lingue diverse realizzano un medesimo significato. A tale proposito si è
rivelato particolarmente utile poter lavorare tanto su materiale originale dell’italiano
quanto su materiale tradotto.

6
  Il confronto tra le due lingue viene realizzato secondo un approccio onomasiologico, partendo dal
modo in cui un medesimo concetto viene codificato in lingue diverse, a prescindere da quale sia la lin-
gua del testo di partenza.
7
  Soprattutto per i limiti spaziali e temporali imposti alla sottotitolazione.

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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

L’analisi si è basata sullo studio di 3 casi: due CVS (fare il bagno; fare la doccia)
sono state poste a confronto con la struttura portare+NOGG, in cui il verbo mantiene il
suo significato lessicale pieno di verbo di moto: nostro scopo era verificare se la cor-
rispondenza tra aspetto verbale e determinatezza/referenzialità nominale ipotizzata
da Leiss non fosse influenzata dall’idiomaticità e fissità tipiche delle CVS, rispetto
agli usi in contesto libero.
La lettura dei risultati dell’analisi si è rilevata piuttosto complessa dal momento
che ha dovuto tenere conto dell’interazione di tre variabili, di cui due binarie (deter-
minatezza e aspetto) e una parametrica (referenzialità), ma ridotta a binaria con la
distinzione tra oggetti di eventi reali ed individuabili e oggetti di eventi reiterati
e di predicazioni abituali e generiche («modo» irrealis). Piuttosto che insistere su
irregolarità ed idiosincrasie, l’obiettivo finale è stato quello di individuare eventuali
regolarità tra resa della determinatezza/referenzialità nelle CVS dell’italiano e l’uso
dell’aspetto in russo.
Infine, l’approccio contrastivo ha permesso di ricavare informazioni sul livello
di referenzialità dei NOGG delle CVS dell’italiano, spesso realizzati sinteticamente da
una forma verbale in russo, aprendo così la via a future indagini sulla loro effettiva
natura «oggettuale».

6.1. Case study 1: fare il bagno

La CVS fare il bagno solleva numerosi problemi non solo nel confron-
to col polacco (11)-(12), ma anche con il russo. La principale difficoltà posta da
questa costruzione risiede nella sua polisemia, che si manifesta nei due signi-
ficati distinti di attività ricreativa (= ‘nuotare, essere immersi nell’acqua’) e pra-
tica igienica (= ‘lavarsi’), quest’ultimo significato, inoltre, ammette anche un
uso transitivo in presenza di un beneficiario (fare il bagno a qc). La stessa poli-
semia, presente anche nella corrispondente forma russa купаться, comporta delle
conseguenze per l’aspetto del verbo in russo e il carattere [±referenziale] del NOGG in
italiano.
Nei corpora consultati sono state trovate 99 occorrenze di questa CVS così ripar-
tite in base al tipo di articolo e al numero:

[+DET] [-DET] Ø TOTALE


SG fare il bagno = 66 fare un bagno = 26 92
PL fare i bagni = 3 fare dei bagni = 3 fare bagni + MOD = 1 7
TOTALE 69 29 1 99

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Valentina Benigni, Lucyna Gebert

I dati numerici dimostrano come la costruzione sia prevalentemente lessicalizzata


nella forma fare il bagno, con articolo determinativo al singolare.
Per quanto concerne la referenzialità, vi è una netta predominanza di contesti
[-referenziali] (65 su 99), che rimandano a eventi potenziali (14a) e/o reiterati e
abituali (14b):

(14) a. Forse, prima o poi, ci portava a mare a fare il bagno8.


b. È vero che tu a febbraio ti facevi il bagno in questo mare?

Se si incrociano questi due dati (determinatezza e referenzialità), si osserva


come l’articolo determinativo sia la forma più frequente per marcare non solo,
come ci si aspetterebbe, oggetti [+referenziali] (25 casi su 33), ma anche [-referen-
ziali] (43 casi su 65). Tuttavia gli oggetti [+referenziali] risultano marcati anche
dall’articolo indeterminativo (8 casi su 33), soprattutto se il sintagma è accom-
pagnato da un modificatore (Ho fatto un bagno caldo / un bagno di fango, ecc.).
L’uso dell’articolo in italiano quindi risulta completamente incoerente rispetto alla
codifica della referenzialità.

6.1.2. Russo

Se confrontiamo il modo in cui il russo codifica il significato espresso in italiano


dalla CVS, vediamo che nella maggior parte dei casi la corrispondenza concettuale
viene stabilita mediante una forma verbale sintetica (купатьсяIPFV/выкупатьсяPFV
‘bagnarsi’), oppure attraverso una nominalizzazione (ad es. умывание ‘il lavarsi’),
a riprova del fatto che l’azione (in entrambi i suoi significati) costituisce un’unità
concettuale. Non mancano tuttavia anche in russo casi di CVS (­приниматьIPFV/
принятьPFV ванну lett. ‘prendere il bagno’) e altre strutture fraseologiche (ad es.
пойти в воду ‘entrare in acqua’).
La tabella sotto mette anche in risalto la distribuzione d’uso tra i due aspetti,
registrando una netta preponderanza dell’IPFV9:

8
  Si è convenzionalmente scelto di trattare tutti gli esempi tratti da corpora come testi originali, se-
gnalandoli con il corsivo. In tondo le traduzioni fornite dalle autrici.
9
  Qui e più avanti il totale restituisce un numero di occorrenze inferiore al numero complessivo
delle CVS estratte dai corpora, in quanto in alcuni casi la versione russa non presenta realizzazioni equi-
valenti sul piano proposizionale a quelle dell’italiano.

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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

VIPFV VPFV N TOTALE


купаться ‘bagnarsi’, выкупаться ‘bagnarsi’, купанье ‘il bagnarsi’,
брать/принимать ванну принять ванну ‘farsi il умывание ‘il lavarsi’,
‘farsi il bagno’, мыть/ bagno’, поплавать ‘nuotare купальня ‘luogo del bagno’,
купать кого-н ‘lavare qc’. un po’’, пойти в воду ‘entrare душ ‘doccia’, ваннa ‘bagno’
in acqua’, сходить в баню
‘andare a farsi una sauna’
53 27 9 89

Ora, se si guarda alla correlazione tra determinatezza e aspetto, il risultato è il


seguente:

VIPFV VPFV TOTALE


[+DET] fare il bagno 37 14 51
[-DET] fare un bagno 10 13 23
47 27 74

Il fatto che (a) NOGG determinati si associno in russo prevalentemente all’aspetto


IPFV, mentre i NOGG indeterminati mostrino una lieve preferenza per il PFV e che
(b) in italiano entrambi gli articoli concorrono alla resa sia di significati [+referen-
ziali] che [-referenziali], nonché, infine, (c) la maggiore frequenza dell’IPFV e la
natura diversificata delle accezioni realizzate da questo aspetto, tra le quali, solo
quella dell’irrealis può essere univocamente associata ad una interpretazione [-refe-
renziale] del NOGG, rendono molto difficile una sistematizzazione dei dati e sembrano
mostrare l’infondatezza dell’ipotesi di Leiss relativa ad una correlazione tra determi-
natezza nominale e aspetto verbale.
Tuttavia, questa conclusione può essere ridimensionata se si tiene conto dell’ele-
vata frequenza dell’articolo determinativo nella lessicalizzazione di questa specifica
CVS e della polisemia «azionale» della stessa10.
Dal punto di vista aspettuale, l’accezione di fare il/un bagno come «pratica ri-
creativa» per esprimere situazioni verificatesi nel passato viene tendenzialmente
espressa in russo da un verbo atelico di attività all’IPFV; fanno eccezione le forme
delimitative PFV покупаться ‘fare-il-bagno-per-un-po’ e поплавать (‘nuotare-un-
po’), che tuttavia, come noto, non costituiscono dei PFV «veri», in quanto man-

10
  Si fa qui riferimento alla distinzione proposta da Vendler (1967), e largamente condivisa, di 4
classi azionali (states, activities, accomplishments, achievements). Mentre i primi due termini trovano
un equivalente perfetto in italiano, gli altri verranno citati nella loro forma inglese.

51
Valentina Benigni, Lucyna Gebert

tengono il significato atelico dell’IPFV da cui derivano e aggiungono piuttosto un


valore avverbiale alla frase. Inoltre, l’IPFV russo può anche essere utilizzato per
denotare una ripetizione di eventi oppure per proporre scenari potenziali (come ad
es. per l’italiano (14a)), cosa che rimanda in entrambi i casi a interpretazioni [-refe-
renziali] del NOGG.
Quanto ai verbi russi che esprimono il secondo valore della CVS (‘pratica igieni-
ca’), essi appartengono prevalentemente alla classe azionale degli accomplishments
e usano forme teliche di PFV che descrivono eventi compiuti. La scarsa frequenza
nel corpus russo di forme di PFV rispetto all’IPFV (27 casi vs 53) è dovuta proprio
al fatto che solo una parte dei verbi russi che traducono la CVS, ovvero quelli che
denotano una pratica igienica, esprimono azioni teliche e possono disporre di forme
perfettive.
Infine, la leggera predilezione in russo per il PFV rispetto all’IPFV in corris-
pondenza dell’articolo indeterminativo (13 casi vs 10) è dovuta al frequente uso di
questo articolo per marcare NOGG [+refenziali], soprattutto in presenza di un modi-
ficatore11. Questo dato risponde alle previsioni dell’ipotesi Leiss, nella reinterpreta-
zione offerta da Fischer (2004), che sposta i termini della correlazione con l’aspetto
dalla categoria grammaticale della determinatezza a quella semantico-pragmatica
della referenzialità.

6.2. Case study 2: fare la doccia

Questa CVS, strutturalmente e semanticamente affine alla precedente, appare


tuttavia meno polisemica e lessicalizzata; lo stesso NOGG poi, occorre solo al sin-
golare, semplificando la casistica da esaminare. Su 72 occorrenze totali la distri-
buzione degli articoli tra determinativo ed indeterminativo sembra quasi equa (37
casi vs 3512).

11
  A tale proposito vale la pena ricordare in italiano l’uso valutativo dell’articolo indeterminativo
(Ho fatto un bagno!), che associato al particolare profilo intonativo della frase esclamativa comunica
l’atteggiamento positivo (o, al contrario, negativo) assunto dal parlante nei confronti dell’oggetto del
discorso, di cui viene pertanto presupposta l’esistenza. Dal momento che i corpora utilizzati in ques-
ta ricerca non forniscono l’informazione soprasegmentale necessaria all’individuazione delle frasi es-
clamative, si è deciso nel calcolo dei contesti [+referenziali] di non tenere conto di tale possibilità in-
terpretativa.
12
  Solo in un caso su 35 l’articolo ha esplicitamente funzione di numerale.

52
Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

[+DET] [-DET] Ø TOTALE


SG fare la doccia = 37 fare una doccia = 35 fare doccia e… = 013 72
PL fare le docce = 0 fare delle docce = 0 fare docce (+ MOD) = 0 0
TOTALE 37 35 0 72

Nella maggior parte dei casi (42 su 72), prevalgono contesti di irrealis (reiterati,
abituali e/o potenziali), i quali attivano una lettura [- referenziale] del NOGG, marcato
tuttavia sia dall’articolo indeterminativo (15) che determinativo (16), con una leg-
gera prevalenza del primo sul secondo (23 occorrenze vs 17):
(15) Volete farvi una doccia?
(16) Adoro fare la doccia, ti fa sentire meglio.

I contesti [+ referenziali] (29 su 72), sono invece marcati soprattutto con l’arti-
colo determinativo (20 casi su 29):
Mentre mi facevo la doccia mi radevo.
(17) 

mentre l’articolo indeterminativo è spesso associato ad un modificatore:


(18) Dopo aver fatto una rapida doccia ed essersi rasato […]

6.2.1. Russo
Se passiamo alla realizzazione della CVS in russo, vediamo che nella maggior
parte dei casi l’azione viene resa mediante verbi telici di accomplishment, sia di
tipo sintetico (мытьсяIPFV/помытьсяPFV умытьсяPFV ‘lavarsi’14) sia analitico
(приниматьIPFV/ принятьPFV душ lett. ‘prendere la doccia’). In un certo numero di
casi la versione russa si focalizza sull’avvio dell’azione piuttosto che sul suo svol-
gimento, ricorrendo a verbi di achievement (идтиIPFV/пойтиPFV в душ lett. ‘andare
nella doccia’, ходитьIPFV/сходитьPFV в душ ‘andare a farsi una doccia’, lett. ‘andare
nella doccia’) ma anche ad espressioni come бегом в душ ‘di corsa sotto la doc-

13
  In assenza di occorrenze, non verranno discusse in questa sede questioni relative al possibile uso
dell’articolo Ø. Ci limiteremo ad osservare che l’articolo Ø si associa frequentemente alla presenza di
più elementi nominali coordinati nella posizione di oggetto diretto, i quali spesso richiedono un’inter-
pretazione non composizionale, rimandando ad unità concettuali superiori (ad esempio fare doccia e
colazione col significato di ‘prepararsi al mattino per uscire’, per una trattazione più approfondita di bi-
nomi e liste si vedano rispettivamente Benigni 2012 e 2015).
14
  Si tratta di due diverse varianti di perfettivo del verbo ‘lavarsi’, di cui il primo può avere un va-
lore sia distributivo sia delimitativo.

53
Valentina Benigni, Lucyna Gebert

cia’, хотетьIPFV в душ lett. ‘volere (andare) nella doccia’. Infine, sono state rilevate
anche alcune occorrenze di perifrasi con verbi stativi che sottolineano lo svolgi-
mento dell’evento piuttosto che la sua natura telica: бытьIPFV в душе ‘stare nella
doccia’, постоятьPFV под душем ‘stare sotto alla doccia’. In questo caso, come nei
precedenti, il NOGG della CVS corrispondente tende a ricevere in russo una lettura
[+referenziale], poiché viene interpretato come il luogo dell’evento.
La tabella sotto mette in risalto la distribuzione d’uso tra i due aspetti, registrando
una netta preponderanza del PFV:

VIPFV VPFV Altro TOTALE


принимать душ ‘fare принять душ ‘fare la бегом в душ ‘di corsa sotto la
la doccia’), мыться doccia’, помыться/ doccia, я только что из душа
‘lavarsi’… умыться ‘lavarsi’… ‘(esco) proprio ora dalla doccia’15…
29 40 3 72
15

Questo dato non dovrebbe sorprendere: come noto, è proprio il PFV la forma
più frequente nella resa di verbi telici (sia accomplishment che achievement), che
esprime l’instaurarsi del risultato insito nel loro significato.
Per quanto concerne la correlazione tra determinatezza e aspetto, il risultato è il
seguente:

VIPFV VPFV TOTALE


[+DET] fare la doccia 22 15 37
[-DET] fare una doccia 7 25 32
29 40 69

Come nel caso della CVS precedente, la prevalenza di articoli indeterminativi


con i PFV si spiega con il valore della marca di indeterminatezza che spesso è [+refe-
renziale], soprattutto se il sintagma nominale è seguito da modificatore, come ad
es. in (18), o nella lettura referenziale di (3). Questo dato quindi non contraddice la
preferenza dei PFV per i NOGG [+referenziali], come previsto dall’ipotesi Leiss «cor-
retta» in termini di referenzialità, mentre la maggiore frequenza degli articoli deter-
minativi con gli IPFV rispetto ai PFV può essere dovuta specularmente al fatto che
questi articoli marcano in italiano sia, come ci si aspetterebbe, referenzialità positiva,
sia referenzialità negativa (come nel caso degli IPFV iterativi, abituali e potenziali).

15
  Costruzione con verbo Ø, tipico della sintassi russa per indicare eventi di moto verificatisi con
rapidità.

54
Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

6.3 Case study 3: portare + NOGG

Data l’estrema difficoltà nello stabilire correlazioni univoche tra CVS e loro equi-
valenti proposizionali in russo che confermassero una corrispondenza funzionale tra
determinatezza/referenzialità nominale e aspetto verbale, abbiamo deciso di verifi-
care l’ipotesi di Leiss su verbi lessicalmente pieni che non avessero subito processi
di desemantizzazione e fraseologizzazione: a tale scopo abbiamo scelto un verbo
intrinsecamente telico come portare seguito da un NOGG concreto (o concretizzato)
nel suo significato primario di verbo di moto (portare qlcu/qlco da qualche parte).
Sono state esaminate le prime 200 occorrenze delle circa 850 estratte dai corpora,
scartando:

– gli usi metaforici ed idiomatici del verbo portare che non ammettono varia-
zione nella selezione dell’articolo (portare fortuna);
– gli usi atelici che si manifestano nei significati di ‘indossare’ (Mario porta gli
occhiali scuri), ‘trasportare’ (es. Aspetta, lascia che ti porti la borsa) e ‘condurre un
veicolo’ (Chi porta il camion?);
– i casi in cui l’articolo indeterminativo non introduce direttamente il NOGG, ma
costituisce parte del quantificatore indefinito un po’ di…

La tabella evidenzia in questo caso una netta predominanza degli articoli deter-
minativi sugli indeterminativi (94 occorrenze vs 57 al solo singolare, dove i due dati
sono pienamente comparabili).

[+DET] [-DET] Ø TOTALE


SG Portare il/lo/la+ Portare un/uno/una+ (Portare +NOGG-SG
151
NOGG = 94 NOGG = 57 = 7)16
PL Portare i/gli/le+ (Portare dei/degli/delle+ (Portare +
49
NOGG = 49 NOGG = 24) NOGG-PL= 10)
TOTALE 143 57 200
16

16
  Le occorrenze relative all’uso dell’articolo Ø e dell’articolo indeterminativo/partitivo plurale
sono state estratte dal corpus mediante una diversa stringa di ricerca: tali risultati, che vanno considera-
ti in termini assoluti e non relativi alle prime 200 occorrenze, non verranno né sommati ai precedenti,
né discussi in questa sede. L’uso del partitivo, sia singolare che plurale, inoltre, allargherebbe la tratta-
zione ad altre questioni, come, ad esempio, la relazione tra nomi di massa, numerabili e aspetto verbale
(cfr. §3), che non possono essere prese in considerazione per mancanza di spazio.

55
Valentina Benigni, Lucyna Gebert

In 23 casi il determinativo è rinforzato anche dalla presenza del possessivo, che,


al pari di altri modificatori, contribuisce a rendere il NOGG altamente individuabile:

(19) Dì a Marci di portare il mio vestito blu in tintoria.

Sempre per quanto concerne i determinativi, il singolare risulta di gran lunga più
frequente del plurale (94 casi vs 49). Questo dato può essere attribuibile alla pres-
enza di mass-noun nella posizione di NOGG che, come noto, sono difettivi del plurale:

(20) a. Le ho portato la spesa.


b. Basta che porti il latte.

Questo stesso fattore spiegherebbe anche la minore frequenza degli indetermina-


tivi, dal momento che questa classe di articoli risulta incompatibile oltre che con i
mass-noun, anche con i collettivi (21) e con i sintagmi nominali che designano refe-
renti unici (22), riducendo pertanto il numero dei contesti in cui è ammessa varia-
zione tra i due tipi di articolo:

(21) Il Pentagono testò un’arma batteriologica nelle metropolitane di New York, e
portò il personale negli ospedali per monitorarne gli effetti.
(22) Gli porti il conto, deve pagarlo…

Se si incrocia il tipo di articolo con il dato della referenzialità, si osserva una


netta prevalenza dei contesti con NOGG [+referenziale], che costituiscono il 77,5% del
totale (156 occorrenze, di cui ben 120 marcate dall’articolo determinativo):

(23) I ragazzi portarono il baule attraverso la stanza fino alla finestra.

come già osservato in § 5, infatti, i NOGG di verbi lessicalmente pieni tendono a


mantenere la loro forza referenziale anche al «modo» irrealis:

(24) Porterò la sua gente in Camerun.

Nei restanti casi l’articolo determinativo si associa a contesti [-referenziali], come


ipotesi, congetture, proposte (25), oppure eventi ripetuti e abituali (26):

(25) Porta la birra più cara che trovi.


(26) È gentile, porta i regali, sembra un bonaccione…

56
Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

6.3.1. Russo

Il russo nel 78% dei casi ricorre al PFV, forma naturale nella resa di azioni teliche.
La grande varietà di forme sintetiche prefissate che traducono l’atto di ‘portare’ è
dovuta alla diversa codifica del movimento nelle due lingue, incentrata sul modo
(manner) in russo e sulla traiettoria (path) in italiano17.

VIPFV VPFV Altro18 TOTALE


приносить домашние принести предупреждение приношениe нам
задания ‘portare ‘consegnare un avviso’, перенести подарка lett. ‘l’atto di
i compiti’, нести багаж ‘spostare il bagaglio’, увести portarci il regalo’
людям закон ‘portare свои племена ‘portare via le proprie
la legge alla gente’, genti’, повести детишек ‘portare i
раздавать подарки bambini’, захватить пива ‘portare/
‘distribuire regali’ prendere della birra’, притащить
дьявола ‘trascinare il diavolo’,
направить самолет ‘dirigere l’aereo’
29 156 15 200
18

Nella maggioranza dei casi (135 su 156) il PFV rende NOGG [+referenziali] anche
in contesti irrealis, cosa che, come visto sopra, è in linea con la natura prevalente-
mente concreta (o concretizzata) e [+bounded] degli oggetti di verbi di moto transi-
tivi e telici:

(27) Теперь мы отвезёмPFV-FUT твоих братьев туда.


Ora porteremo i tuoi fratelli in alcuni istituti.

L’associazione con oggetti [-referenziali] (solo 21 casi su 156) dipende soprat-


tutto dalla natura intrinseca di alcuni N (come i collettivi e i generali) che richiedono
prevalentemente una lettura intensionale al «modo» irrealis:

(28) Завтра принесёшьPFV-FUT деньги за мяч.


Domani farai meglio a portare i soldi per il pallone.

  La tipologia in lingue Manner e Path è stata proposta da Talmy (2000).


17

  In questa voce, oltre alla nominalizzazione riportata, rientrano quelle occorrenze che, a prescin-
18

dere dall’aspetto, sono state scartate in quanto non rappresentano equivalenti proposizionali del ver-
bo portare.

57
Valentina Benigni, Lucyna Gebert

Anche gli IPFV offrono un quadro simile, privilegiando una lettura [+referen-
ziale] del NOGG (22 casi su 29):

(29) Газуй спокойно и ведиPFV-IMP грузовик туда внизу.


Vai piano e porta il camion laggiù.

Quanto alla correlazione tra determinatezza e aspetto i dati sono i seguenti:

VIPFV VPFV TOTALE19


[+DET] portare il/lo/la… 15 75 90
portare i/gli/le… 11 36 47
[-DET] portare un/uno/una… 4 46 50
portare dei/delle… (3) (25) (28)
30 157 187
19

Ovvero, l’aspetto PFV tende ad unirsi a NOGG non solo [+referenziali], ma anche
determinati, come previsto dall’ipotesi di Leiss. La correlazione speculare invece
(verbi IPFV e articolo indeterminativo) viene disattesa: anche l’aspetto IPFV,
sebbenе molto meno frequente per questo verbo, аppаre in corrispondenza di NOGG
[+referenziali] e perfino determinati in italiano.
Pertanto per l’IPFV non si può stabilire nessuna corrispondenza coerente né con
la categoria grammaticale della determinatezza, né con quella semantico-pragmatica
della referenzialità.

7. Conclusioni

L’analisi dei dati dell’italiano mostra il carattere altamente polisemico e gramma-


ticalizzato dell’articolo che può essere utilizzato in entrambe le sue due forme prin-
cipali sia per marcare oggetti [+referenziali] che [-referenziali]. Pertanto, contraria-
mente alle aspettative, la funzione primaria degli articoli non risulta essere quella di
indicare la referenzialità del N, la quale viene invece veicolata soprattutto mediante
il co(n)testo, e comunque non con mezzi grammaticali dedicati.
Quanto agli articoli indeterminativi, è noto che essi nascono come marche di
referenzialità indefinita (il numerale ‘uno’) per poi evolvere gradualmente verso il

19
  Rispetto alle 200 occorrenze complessive ne mancano 13 per le quali la realizzazione russa non
risulta pertinente.

58
Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto

significato non referenziale (cfr. ad es. Heine 1997: 72-74). Inoltre la lettura [+refe-
renziale] sembra acquisire a livello sincronico la funzione pragmatica di marca inter-
soggettiva (Traugott 2010), che serve, ad esempio, a non sovraccaricare l’interlocu-
tore di un’informazione non necessaria in quanto ricavabile dal contesto:

(30) Ti ho portato un libro.

Parallelamente, gli articoli determinativi hanno esteso il loro uso a contesti [-refe-
renziali], e vengono regolarmente usati sia in senso categoriale (31) che intensionale
(32):

(31) Non mangio la carne.


(32) Vado a comprare il pane.

come osservato anche da Kupisch e Koops: «Greenberg’s (1978) classic study of the
“cycle of the definite article” […] shows that definite markers may also, eventually
spread to non-specific contexts […]. We therefore interpret the option of using a
definite article with non specific direct objects as seen in Italian […] as an indicator
of an advanced degree of grammaticalization» (Kupisch & Koops 2007: 190).
Il processo di grammaticalizzazione, o per meglio dire, di «rigrammaticalizza-
zione» e pragmaticalizzazione degli articoli, rende complessa l’individuazione di
regolarità nel confronto con l’aspetto: dei tre casi analizzati, solo quello relativo a
portare (ovvero a un verbo lessicalmente pieno di tipo telico) mette in rilievo una
tendenziale corrispondenza tra articolo determinativo e aspetto PFV nella resa di
NOGG [+referenziali]. Di contro, l’analisi delle due CVS evidenzia soprattutto irre-
golarità attribuibili (a) al comportamento altamente arbitrario che queste costruzioni
manifestano nella selezione dell’articolo a causa della loro elevata fraseologizza-
zione (cfr. fare il bagno vs fare una proposta) e (b) alla natura scarsamente referen-
ziale dei loro NOGG, i quali codificano eventi piuttosto che oggetti. Inoltre, in assenza
di un contesto più ampio, (c) un medesimo enunciato può risultare ambiguo rispetto
alla referenzialità, come in (33), dove l’evento «bagno» può ricevere una lettura
[±bounded] a seconda che se ne attivi il significato progressivo o iterativo:

(33) Facevamo il bagno con papà.

L’altissima frequenza con cui l’elemento idiomatico occorre nelle lingue impe-
disce di fatto un’estensione delle generalizzazioni prodotte in contesti non idioma-
tici. Come osserva Jackendoff a proposito delle espressioni fisse: «their number is
about the same order of magnitude as the single words in the vocabulary. They are
hardly a marginal component in our use of language» (Jackendoff 1995: 136).

59
Valentina Benigni, Lucyna Gebert

Analizzati dalla parte del russo, i dati offrono anche indicazioni sulla funzione
dell’aspetto rispetto alla codifica della referenzialità. L’aspetto infatti fornisce impli-
citamente questo tipo di informazione: in (34), per esempio, l’IPFV attiva una lettura
iterativa oppure distributiva dell’evento, che rende l’oggetto ‘compiti a casa’ scarsa-
mente identificabile:

(34) А когда начался семестр, они приносилиIPFV ей все домашние задания.


Quando ricominciò il trimestre le portavano i compiti del giorno.

di contro in (35), il PFV dello stesso verbo attiva una lettura resultativa che rende
l’oggetto altamente specifico:

… часто вспоминал, как один из его студентов принесPFV на занятия


(35) 
кассету с фильмом «Король-лев».
… non si sarebbe mai scordato della volta che uno dei suoi studenti aveva por-
tato un DVD del Re Leone.

Tuttavia la stessa informazione viene codificata anche dal tipo di N, dal numero,
nonché dall’alternanza dei casi accusativo e genitivo20 nella posizione di oggetto
diretto, e da mezzi lessicali accessori, quali indefiniti e numerali.
La presenza di molteplici strategie atte a marcare la referenzialità complica ul-
teriormente il quadro, rendendo assai complessa l’individuazione di regolarità nel
confronto tra aspetto e articolo, come inizialmente ipotizzato da Leiss. Non è tuttavia
escluso che uno studio più approfondito delle altre variabili in gioco possa far emer-
gere la distribuzione di funzioni tra aspetto e articolo ipotizzata da diversi studiosi,
che l’analisi dei dati raccolti non è riuscita ad evidenziare pienamente.

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