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LUCYNA GEBERT1
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Il lavoro nasce dalla stretta collaborazione tra le due autrici, i cui nomi sono riportati in ordine
alfabetico. Unicamente ai fini accademici, Valentina Benigni è responsabile della stesura dei paragrafi
§ 1, 5, 6, 6.2, 6.3, 7, mentre Lucyna Gebert è responsabile della stesura dei § 2, 3, 4, 6.1.
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Valentina Benigni, Lucyna Gebert
Lo schema in (1) è da intendersi come una generalizzazione, che viene per esem-
pio violata dall’uso dell’IPFV progressivo con oggetti referenziali e definiti in (2):
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Un’eccezione a questa regola è rappresentata dalle due lingue slave – bulgaro e macedone – che,
come noto, grammaticalizzano entrambe le categorie.
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
Il confronto tra i vari lavori menzionati sopra solleva una serie di questioni
terminologiche relative alle nozioni di definiteness e referentiality: queste due
etichette (così come gli aggettivi che le descrivono: definito, determinato, spe-
cifico e referenziale) vengono spesso utilizzate in modo intercambiabile per se-
gnalare la capacità di un sintagma nominale di individuare il proprio referente;
altre volte, invece, si contrappongono sul piano concettuale, designando concetti
distinti.
Prima di passare all’analisi e discussione dei dati, ci pare pertanto opportuno
chiarire quale uso viene fatto dei suddetti termini in questa sede. Nel presente lavoro
infatti definitezza e determinatezza sono usate come sinonimi per segnalare la cate-
goria grammaticale dell’articolo (che si manifesta, per esempio, in forma determina-
tiva, indeterminativa, partitiva e Ø in italiano).
A queste due etichette si contrappongo quelle di referenzialità o specificità, con
le quali si indica a livello semantico-pragmatico la capacità di un N di identificare il
proprio referente (Lyons 1999: 165).
Questa distinzione si rivela importante, in quanto la referenzialità è spesso indif-
ferente alla definitezza, come mostra l’esempio (3) dell’italiano, in cui l’articolo
indeterminativo permette tanto una lettura referenziale (un libro preciso) che inten-
sionale3 (un libro qualunque) del NOGG:
Restando nell’ambito della lingua italiana, la complessità della relazione tra refe-
renzialità e definitezza è mostrata anche dall’articolo determinativo, che può essere
utilizzato sia per marcare oggetti referenziali (4) che generici (5):
In (5) peraltro, oltre alla lettura intensionale di macchina, è possibile anche una
lettura specifica (per esempio la macchina posseduta dai genitori). Quindi l’uso
3
Con il termine logico di «intensione» si designa l’insieme delle proprietà definitorie di un nome.
Parlando di lettura intensionale (o categoriale) di un nome si intende l’intero insieme degli oggetti («es-
tensione») che rispondono all’intensione del nome.
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Valentina Benigni, Lucyna Gebert
Filip (1994), che ha studiato il fenomeno nelle lingue slave, con particolare riferi-
mento al ceco, sostiene che il PFV attivi per il NOGG un’interpretazione «bounded and
referentially specific» (1994: 229), illustrata dai seguenti esempi, di cui riportiamo
anche la traduzione in inglese fornita dall’autrice:
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Perlomeno a livello definitorio l’articolo determinativo rimanda alla capacità di richiamare un re-
ferente già noto.
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
In (10) si può vedere che il verbo perfettivo obbliga all’uso del determinativo -to
dal momento che si attiva una lettura [+bounded] e [+referenziale] del NOGG incom-
patibile con l’articolo Ø.
Oltre a Filip (1994, 1999), la correlazione illustrata in (8)-(10) ha attirato l’at-
tenzione di altri autori (Krifka 1989, Fischer 2004, Slavkova 2004, Esvan 2010,
Richardson 2011, Gebert 2016), tuttavia manca ancora una descrizione sistematica
del fenomeno, che permetta di stabilirne limiti ed eccezioni.
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Valentina Benigni, Lucyna Gebert
a) un’azione atelica, che denota un evento singolo compiuto nel passato (12a-b)
(cfr. Gebert 1991, Zaliznjak & Šmelev 2000); in questo caso il NOGG nella traduzione
italiana ha valore [+referenziale] e [+bounded].
b) un evento reiterato in passato (12c-d); in tal caso il NOGG riceve un’interpreta-
zione [-bounded], che tende a perdere di referenzialità in (12d), dove si fa un gene-
rico riferimento all’esperienza in sé del bagno nel Baltico, indipendentemente dagli
eventi che l’hanno realizzata.
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
La perdita di forza referenziale è ancora più evidente nel caso delle CVS che atti-
vano una lettura eventiva o processuale di nomi concreti (cfr. la spesa sta sul tavolo
vs fare la spesa; la doccia è occupata vs fare la doccia).
Inoltre, il fatto che i complementi diretti di CVS formino un’unità concettuale
insieme al verbo che li regge, e possano spesso essere sostituiti da forme verbali
sintetiche (fare una critica vs criticare), dimostra come questi non costituiscano veri
«oggetti» referenziali, in quanto la loro funzione è piuttosto quella di designare sul
piano semantico l’evento di cui il verbo supporto fornisce informazione grammati-
cale (TAM, persona, numero). Ulteriore conferma a ciò viene dal confronto interlin-
guistico: relativamente alle lingue oggetto di questo lavoro, si può osservare come
spesso a CVS dell’italiano corrispondano in russo costruzioni sintetiche (cfr. fare il
bagno vs купаться).
Queste osservazioni mostrano la quantità di fattori che interferiscono sulla valu-
tazione della forza referenziale di un nome. Ai fini del presente lavoro, in modo da
poter procedere ad una analisi quantitativa dei dati estratti dai corpora, si è scelto di
valutare la referenzialità «contestuale» dei NOGG in base alla seguente griglia, che
dispone i diversi tipi di predicato secondo un livello decrescente di «realtà»:
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I nomi che indicano entità definite, discrete e numerabili, come i nomi di cosa (libro) o persona
(nipote), sono intrinsecamente più referenziali dei nomi che indicano processi o eventi (doccia), i quali
a loro volta precedono sulla scala della referenzialità i nomi astratti (felicità). A tale proposito Simone
& Masini (2014) parlano di «forza referenziale» (Referential Force) per intendere il grado di «intensi-
tà» nella referenza di un nome.
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Valentina Benigni, Lucyna Gebert
Ieri ho fatto / Sto Ora mi faccio Facevo sempre I ragazzi si fanno Non mi piace
facendo una una / la doccia la doccia la (sempre) la doccia fare la doccia
doccia calda mattina in piscina dopo gli fredda
allenamenti
Sulla base della presente griglia, viene attribuito un valore positivo solo al NOGG
di eventi singoli ed individuabili (i primi due punti della griglia), mentre si assegna
un valore negativo alla referenzialità dei NOGG di eventi reiterati e di predicazioni
abituali e generiche, pur riconoscendo diversi livelli di forza referenziale all’interno
di questo gruppo. I NOGG di verbi lessicalmente pieni, invece, tendono a mantenere la
loro referenzialità anche in contesti ipotetici o abituali (Se/Quando è libera, la nonna
porta la nipote al parco), con la sola esclusione delle predicazioni generiche (13).
Questo aspetto mette in evidenza come la referenzialità dei NOGG risulti influenzata
dalla loro presenza all’interno di una CVS: nel resto del lavoro si tenterà di indagare
quanto questo fattore interferisca nella relazione individuata da Leiss tra determina-
tezza nominale e aspetto verbale.
6. Metodologia
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Il confronto tra le due lingue viene realizzato secondo un approccio onomasiologico, partendo dal
modo in cui un medesimo concetto viene codificato in lingue diverse, a prescindere da quale sia la lin-
gua del testo di partenza.
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Soprattutto per i limiti spaziali e temporali imposti alla sottotitolazione.
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
L’analisi si è basata sullo studio di 3 casi: due CVS (fare il bagno; fare la doccia)
sono state poste a confronto con la struttura portare+NOGG, in cui il verbo mantiene il
suo significato lessicale pieno di verbo di moto: nostro scopo era verificare se la cor-
rispondenza tra aspetto verbale e determinatezza/referenzialità nominale ipotizzata
da Leiss non fosse influenzata dall’idiomaticità e fissità tipiche delle CVS, rispetto
agli usi in contesto libero.
La lettura dei risultati dell’analisi si è rilevata piuttosto complessa dal momento
che ha dovuto tenere conto dell’interazione di tre variabili, di cui due binarie (deter-
minatezza e aspetto) e una parametrica (referenzialità), ma ridotta a binaria con la
distinzione tra oggetti di eventi reali ed individuabili e oggetti di eventi reiterati
e di predicazioni abituali e generiche («modo» irrealis). Piuttosto che insistere su
irregolarità ed idiosincrasie, l’obiettivo finale è stato quello di individuare eventuali
regolarità tra resa della determinatezza/referenzialità nelle CVS dell’italiano e l’uso
dell’aspetto in russo.
Infine, l’approccio contrastivo ha permesso di ricavare informazioni sul livello
di referenzialità dei NOGG delle CVS dell’italiano, spesso realizzati sinteticamente da
una forma verbale in russo, aprendo così la via a future indagini sulla loro effettiva
natura «oggettuale».
La CVS fare il bagno solleva numerosi problemi non solo nel confron-
to col polacco (11)-(12), ma anche con il russo. La principale difficoltà posta da
questa costruzione risiede nella sua polisemia, che si manifesta nei due signi-
ficati distinti di attività ricreativa (= ‘nuotare, essere immersi nell’acqua’) e pra-
tica igienica (= ‘lavarsi’), quest’ultimo significato, inoltre, ammette anche un
uso transitivo in presenza di un beneficiario (fare il bagno a qc). La stessa poli-
semia, presente anche nella corrispondente forma russa купаться, comporta delle
conseguenze per l’aspetto del verbo in russo e il carattere [±referenziale] del NOGG in
italiano.
Nei corpora consultati sono state trovate 99 occorrenze di questa CVS così ripar-
tite in base al tipo di articolo e al numero:
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Valentina Benigni, Lucyna Gebert
6.1.2. Russo
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Si è convenzionalmente scelto di trattare tutti gli esempi tratti da corpora come testi originali, se-
gnalandoli con il corsivo. In tondo le traduzioni fornite dalle autrici.
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Qui e più avanti il totale restituisce un numero di occorrenze inferiore al numero complessivo
delle CVS estratte dai corpora, in quanto in alcuni casi la versione russa non presenta realizzazioni equi-
valenti sul piano proposizionale a quelle dell’italiano.
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
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Si fa qui riferimento alla distinzione proposta da Vendler (1967), e largamente condivisa, di 4
classi azionali (states, activities, accomplishments, achievements). Mentre i primi due termini trovano
un equivalente perfetto in italiano, gli altri verranno citati nella loro forma inglese.
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A tale proposito vale la pena ricordare in italiano l’uso valutativo dell’articolo indeterminativo
(Ho fatto un bagno!), che associato al particolare profilo intonativo della frase esclamativa comunica
l’atteggiamento positivo (o, al contrario, negativo) assunto dal parlante nei confronti dell’oggetto del
discorso, di cui viene pertanto presupposta l’esistenza. Dal momento che i corpora utilizzati in ques-
ta ricerca non forniscono l’informazione soprasegmentale necessaria all’individuazione delle frasi es-
clamative, si è deciso nel calcolo dei contesti [+referenziali] di non tenere conto di tale possibilità in-
terpretativa.
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Solo in un caso su 35 l’articolo ha esplicitamente funzione di numerale.
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
Nella maggior parte dei casi (42 su 72), prevalgono contesti di irrealis (reiterati,
abituali e/o potenziali), i quali attivano una lettura [- referenziale] del NOGG, marcato
tuttavia sia dall’articolo indeterminativo (15) che determinativo (16), con una leg-
gera prevalenza del primo sul secondo (23 occorrenze vs 17):
(15) Volete farvi una doccia?
(16) Adoro fare la doccia, ti fa sentire meglio.
I contesti [+ referenziali] (29 su 72), sono invece marcati soprattutto con l’arti-
colo determinativo (20 casi su 29):
Mentre mi facevo la doccia mi radevo.
(17)
6.2.1. Russo
Se passiamo alla realizzazione della CVS in russo, vediamo che nella maggior
parte dei casi l’azione viene resa mediante verbi telici di accomplishment, sia di
tipo sintetico (мытьсяIPFV/помытьсяPFV умытьсяPFV ‘lavarsi’14) sia analitico
(приниматьIPFV/ принятьPFV душ lett. ‘prendere la doccia’). In un certo numero di
casi la versione russa si focalizza sull’avvio dell’azione piuttosto che sul suo svol-
gimento, ricorrendo a verbi di achievement (идтиIPFV/пойтиPFV в душ lett. ‘andare
nella doccia’, ходитьIPFV/сходитьPFV в душ ‘andare a farsi una doccia’, lett. ‘andare
nella doccia’) ma anche ad espressioni come бегом в душ ‘di corsa sotto la doc-
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In assenza di occorrenze, non verranno discusse in questa sede questioni relative al possibile uso
dell’articolo Ø. Ci limiteremo ad osservare che l’articolo Ø si associa frequentemente alla presenza di
più elementi nominali coordinati nella posizione di oggetto diretto, i quali spesso richiedono un’inter-
pretazione non composizionale, rimandando ad unità concettuali superiori (ad esempio fare doccia e
colazione col significato di ‘prepararsi al mattino per uscire’, per una trattazione più approfondita di bi-
nomi e liste si vedano rispettivamente Benigni 2012 e 2015).
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Si tratta di due diverse varianti di perfettivo del verbo ‘lavarsi’, di cui il primo può avere un va-
lore sia distributivo sia delimitativo.
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cia’, хотетьIPFV в душ lett. ‘volere (andare) nella doccia’. Infine, sono state rilevate
anche alcune occorrenze di perifrasi con verbi stativi che sottolineano lo svolgi-
mento dell’evento piuttosto che la sua natura telica: бытьIPFV в душе ‘stare nella
doccia’, постоятьPFV под душем ‘stare sotto alla doccia’. In questo caso, come nei
precedenti, il NOGG della CVS corrispondente tende a ricevere in russo una lettura
[+referenziale], poiché viene interpretato come il luogo dell’evento.
La tabella sotto mette in risalto la distribuzione d’uso tra i due aspetti, registrando
una netta preponderanza del PFV:
Questo dato non dovrebbe sorprendere: come noto, è proprio il PFV la forma
più frequente nella resa di verbi telici (sia accomplishment che achievement), che
esprime l’instaurarsi del risultato insito nel loro significato.
Per quanto concerne la correlazione tra determinatezza e aspetto, il risultato è il
seguente:
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Costruzione con verbo Ø, tipico della sintassi russa per indicare eventi di moto verificatisi con
rapidità.
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
Data l’estrema difficoltà nello stabilire correlazioni univoche tra CVS e loro equi-
valenti proposizionali in russo che confermassero una corrispondenza funzionale tra
determinatezza/referenzialità nominale e aspetto verbale, abbiamo deciso di verifi-
care l’ipotesi di Leiss su verbi lessicalmente pieni che non avessero subito processi
di desemantizzazione e fraseologizzazione: a tale scopo abbiamo scelto un verbo
intrinsecamente telico come portare seguito da un NOGG concreto (o concretizzato)
nel suo significato primario di verbo di moto (portare qlcu/qlco da qualche parte).
Sono state esaminate le prime 200 occorrenze delle circa 850 estratte dai corpora,
scartando:
– gli usi metaforici ed idiomatici del verbo portare che non ammettono varia-
zione nella selezione dell’articolo (portare fortuna);
– gli usi atelici che si manifestano nei significati di ‘indossare’ (Mario porta gli
occhiali scuri), ‘trasportare’ (es. Aspetta, lascia che ti porti la borsa) e ‘condurre un
veicolo’ (Chi porta il camion?);
– i casi in cui l’articolo indeterminativo non introduce direttamente il NOGG, ma
costituisce parte del quantificatore indefinito un po’ di…
La tabella evidenzia in questo caso una netta predominanza degli articoli deter-
minativi sugli indeterminativi (94 occorrenze vs 57 al solo singolare, dove i due dati
sono pienamente comparabili).
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Le occorrenze relative all’uso dell’articolo Ø e dell’articolo indeterminativo/partitivo plurale
sono state estratte dal corpus mediante una diversa stringa di ricerca: tali risultati, che vanno considera-
ti in termini assoluti e non relativi alle prime 200 occorrenze, non verranno né sommati ai precedenti,
né discussi in questa sede. L’uso del partitivo, sia singolare che plurale, inoltre, allargherebbe la tratta-
zione ad altre questioni, come, ad esempio, la relazione tra nomi di massa, numerabili e aspetto verbale
(cfr. §3), che non possono essere prese in considerazione per mancanza di spazio.
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Valentina Benigni, Lucyna Gebert
Sempre per quanto concerne i determinativi, il singolare risulta di gran lunga più
frequente del plurale (94 casi vs 49). Questo dato può essere attribuibile alla pres-
enza di mass-noun nella posizione di NOGG che, come noto, sono difettivi del plurale:
(21) Il Pentagono testò un’arma batteriologica nelle metropolitane di New York, e
portò il personale negli ospedali per monitorarne gli effetti.
(22) Gli porti il conto, deve pagarlo…
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
6.3.1. Russo
Il russo nel 78% dei casi ricorre al PFV, forma naturale nella resa di azioni teliche.
La grande varietà di forme sintetiche prefissate che traducono l’atto di ‘portare’ è
dovuta alla diversa codifica del movimento nelle due lingue, incentrata sul modo
(manner) in russo e sulla traiettoria (path) in italiano17.
Nella maggioranza dei casi (135 su 156) il PFV rende NOGG [+referenziali] anche
in contesti irrealis, cosa che, come visto sopra, è in linea con la natura prevalente-
mente concreta (o concretizzata) e [+bounded] degli oggetti di verbi di moto transi-
tivi e telici:
In questa voce, oltre alla nominalizzazione riportata, rientrano quelle occorrenze che, a prescin-
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dere dall’aspetto, sono state scartate in quanto non rappresentano equivalenti proposizionali del ver-
bo portare.
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Valentina Benigni, Lucyna Gebert
Anche gli IPFV offrono un quadro simile, privilegiando una lettura [+referen-
ziale] del NOGG (22 casi su 29):
Ovvero, l’aspetto PFV tende ad unirsi a NOGG non solo [+referenziali], ma anche
determinati, come previsto dall’ipotesi di Leiss. La correlazione speculare invece
(verbi IPFV e articolo indeterminativo) viene disattesa: anche l’aspetto IPFV,
sebbenе molto meno frequente per questo verbo, аppаre in corrispondenza di NOGG
[+referenziali] e perfino determinati in italiano.
Pertanto per l’IPFV non si può stabilire nessuna corrispondenza coerente né con
la categoria grammaticale della determinatezza, né con quella semantico-pragmatica
della referenzialità.
7. Conclusioni
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Rispetto alle 200 occorrenze complessive ne mancano 13 per le quali la realizzazione russa non
risulta pertinente.
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Determinatezza nominale e aspetto verbale: il caso dei verbi supporto
significato non referenziale (cfr. ad es. Heine 1997: 72-74). Inoltre la lettura [+refe-
renziale] sembra acquisire a livello sincronico la funzione pragmatica di marca inter-
soggettiva (Traugott 2010), che serve, ad esempio, a non sovraccaricare l’interlocu-
tore di un’informazione non necessaria in quanto ricavabile dal contesto:
Parallelamente, gli articoli determinativi hanno esteso il loro uso a contesti [-refe-
renziali], e vengono regolarmente usati sia in senso categoriale (31) che intensionale
(32):
come osservato anche da Kupisch e Koops: «Greenberg’s (1978) classic study of the
“cycle of the definite article” […] shows that definite markers may also, eventually
spread to non-specific contexts […]. We therefore interpret the option of using a
definite article with non specific direct objects as seen in Italian […] as an indicator
of an advanced degree of grammaticalization» (Kupisch & Koops 2007: 190).
Il processo di grammaticalizzazione, o per meglio dire, di «rigrammaticalizza-
zione» e pragmaticalizzazione degli articoli, rende complessa l’individuazione di
regolarità nel confronto con l’aspetto: dei tre casi analizzati, solo quello relativo a
portare (ovvero a un verbo lessicalmente pieno di tipo telico) mette in rilievo una
tendenziale corrispondenza tra articolo determinativo e aspetto PFV nella resa di
NOGG [+referenziali]. Di contro, l’analisi delle due CVS evidenzia soprattutto irre-
golarità attribuibili (a) al comportamento altamente arbitrario che queste costruzioni
manifestano nella selezione dell’articolo a causa della loro elevata fraseologizza-
zione (cfr. fare il bagno vs fare una proposta) e (b) alla natura scarsamente referen-
ziale dei loro NOGG, i quali codificano eventi piuttosto che oggetti. Inoltre, in assenza
di un contesto più ampio, (c) un medesimo enunciato può risultare ambiguo rispetto
alla referenzialità, come in (33), dove l’evento «bagno» può ricevere una lettura
[±bounded] a seconda che se ne attivi il significato progressivo o iterativo:
L’altissima frequenza con cui l’elemento idiomatico occorre nelle lingue impe-
disce di fatto un’estensione delle generalizzazioni prodotte in contesti non idioma-
tici. Come osserva Jackendoff a proposito delle espressioni fisse: «their number is
about the same order of magnitude as the single words in the vocabulary. They are
hardly a marginal component in our use of language» (Jackendoff 1995: 136).
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Analizzati dalla parte del russo, i dati offrono anche indicazioni sulla funzione
dell’aspetto rispetto alla codifica della referenzialità. L’aspetto infatti fornisce impli-
citamente questo tipo di informazione: in (34), per esempio, l’IPFV attiva una lettura
iterativa oppure distributiva dell’evento, che rende l’oggetto ‘compiti a casa’ scarsa-
mente identificabile:
di contro in (35), il PFV dello stesso verbo attiva una lettura resultativa che rende
l’oggetto altamente specifico:
Tuttavia la stessa informazione viene codificata anche dal tipo di N, dal numero,
nonché dall’alternanza dei casi accusativo e genitivo20 nella posizione di oggetto
diretto, e da mezzi lessicali accessori, quali indefiniti e numerali.
La presenza di molteplici strategie atte a marcare la referenzialità complica ul-
teriormente il quadro, rendendo assai complessa l’individuazione di regolarità nel
confronto tra aspetto e articolo, come inizialmente ipotizzato da Leiss. Non è tuttavia
escluso che uno studio più approfondito delle altre variabili in gioco possa far emer-
gere la distribuzione di funzioni tra aspetto e articolo ipotizzata da diversi studiosi,
che l’analisi dei dati raccolti non è riuscita ad evidenziare pienamente.
Riferimenti
Abraham W. (2007). «Discourse binding: DP and pronouns in German, Dutch and English»,
in E. Stark, E. Leiss & W. Abraham (eds), Nominal Determination. Typology, context
constraints, and historical emergence, Amsterdam/Philadelphia, Benjamins, pp. 21-48.
Bauer B.L.M. (2007). «The definite article in Indo-European: Emergence of a new grammati-
cal category?», in Ut supra (eds), Nominal Determination. Typology, context constraints,
and historical emergence, Amsterdam/Philadelphia, Benjamins, pp. 103-140.
Benigni V. (2008). «Ja ždu avtobus: i verbi intensionali in russo tra norma e uso», Linguistica
e Filologia 26, pp. 123-140.
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A questo proposito si cfr. ad es. Timberlake 2004: 201.
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