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Diritto & Pratica del Lavoro n. 43 del 10 novembre 2007

Diritto &Pratica
2007
Lavoro
del

Settimanale di amministrazione, gestione del personale,


relazioni industriali e consulenza del lavoro

Inserto
Contenzioso
del lavoro pubblico
Casi e questioni
Alberto Tampieri e Gianmaria Rosin

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Anno XXIV, 10 novembre 2007, n. 43 - Direzione e Redazione: Strada 1, Palazzo F6 - 20090 Milanofiori
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Assago (Mi) - 00081552 Tariffa R.O.C.: Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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Sommario

Riparto di giurisdizione ............................................................................................................. III

Accertamento pregiudiziale su efficacia, validità e interpretazione dei contratti collettivi ............................ VI

Conciliazione stragiudiziale ........................................................................................................ V II

Conciliazione presso la Direzione provinciale del lavoro: aspetti procedurali .......................................... V II

Contenzioso in materia di incarichi dirigenziali ................................................................................ IX

Controversie sulla risoluzione del rapporto di lavoro ....................................................................... XI

Licenziamento disciplinare ......................................................................................................... X II

Arbitrato .............................................................................................................................. XV

Tutela del credito di lavoro ....................................................................................................... X V II

Esecuzione forzata nei confronti della P.A. .................................................................................... XIX

Gestione del contenzioso del lavoro ........................................................................................... XIX

MILA N O FI ORI ASSA G O , Strada 1, Pala zzo F6, Tel. 02.82476.090


Il contenzioso
del lavoro pubblico
C asi e questioni
A lbe r t o T a m pie ri - Professore associato di Diritto del lavoro nell’Università di Modena e Reggio Emilia
G ian m aria Rosin - Avvocato in Bassano del Grappa, Dottore di ricerca in Diritto sindacale e del lavoro
nell’Università di Modena e Reggio Emilia

Riparto di giurisdizione za, la giurisprudenza ha alla fine qualificato come pe-


rentorio (4).
C rit e ri di ripar tizione della giurisdizione L’art. 63, comma 1 del decreto n. 165/2001, con for-
t ra giudice o rdinario e a m m inist rativo mulazione di carattere generale, prevede che vengano
La trattazione degli aspetti di maggior rilievo del con- «devolute al giudice ordinario tutte le controversie rela-
tenzioso del lavoro nell’ambito della pubblica ammini- tive al rapporto di lavoro per i dipendenti della pubblica
strazione non può che prendere le mosse dall’analisi dei amministrazione di cui all’art. 1, comma 2, ad eccezio-
criteri legali di ripartizione della competenza giurisdi- ne di quelle relative al rapporto di lavoro di cui al com-
zionale fra giudice amministrativo e giudice ordinario, ma 4, incluse le controversie concernenti l’assunzione
contenuti nell’art. 63, D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 al lavoro, il conferimento o la revoca di incarichi diri-
(Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle di- genziali e la responsabilità dirigenziale, nonché quelle
pendenze delle amministrazioni pubbliche), noto come concernenti le indennità di fine rapporto, comunque de-
Testo unico del pubblico impiego (Tupi). nominate e corrisposte, ancorché vengano in questione
La contrattualizzazione del rapporto di lavoro pubblico atti amministrativi presupposti».
- che costituisce una delle direttrici fondamentali della In base all’art. 63, comma 3, il giudice ordinario è inol-
riforma - comporta, quale conseguenza giuridica, la de- tre competente per le controversie in materia di com-
voluzione delle controversie dei dipendenti pubblici al portamento antisindacale delle pubbliche amministra-
giudice ordinario, in funzione di giudice del lavoro. Nel zioni, ai sensi dell’art. 28 della legge n. 300/1970, an-
pubblico impiego ‘‘riformato’’, infatti - come ha affer-
mato la Suprema corte - si possono riscontrare, in capo N ote:
al dipendente, esclusivamente posizioni di diritto sog- (1) Cfr. Cass. sez. un. 24 febbraio 2000, n. 41, in Lpa, 2000, 307, la quale si richiama al-
gettivo e non più di interesse legittimo, o (al massimo) l’altrettanto nota pronuncia della Corte in tema di interessi legittimi di diritto privato
di interesse legittimo «di diritto privato», assimilabile, (Cass. 22 luglio 1999, n. 500).
quanto alla tutela giurisdizionale, ai diritti soggettivi
(2) Art. 45, comma 17 del D.Lgs. n. 80/1998; art. 69, comma 7 D.Lgs. n. 165/2001.
ex art. 2907 cod. civ. (1).
Il trasferimento delle controversie di lavoro dei pubbli- (3) Cfr. in dottrina Sassani, Il passaggio alla giurisdizione ordinaria del contenzioso sul pub-
ci dipendenti dal giudice amministrativo al giudice or- blico impiego: poteri del giudice, esecuzione della sentenza, comportamento antisindacale,
contratti collettivi in Cassazione, in Processo del lavoro e rapporto alle dipendenze delle am-
dinario si è concretizzato in modo graduale. Com’è no- ministrazioni pubbliche, a cura di Sassani e Perone, Padova, 1999, 6; M.G. Garofalo, Il tra-
to, il passaggio è avvenuto per legge alla data del 30 sferimento di giurisdizione nel lavoro pubblico, in Lpa, 1999, 507; Iaria, L’ambito oggettivo del
giugno 1998 (2), anche se la devoluzione è divenuta giudice del lavoro e del giudice amministrativo dopo i decreti legislativi n. 80 e n. 387 del
operativa solo per le questioni relative al periodo del 1998, ivi, 1999, 292.
rapporto di lavoro successivo a tale data (3). Per le con- (4) App. Milano, 14 giugno 2006, in Lav. giur., 2007, 4, 425; l’interpretazione secondo la
troversie antecedenti, rimaste al giudice amministrati- quale, trascorso il 15 settembre 2000, possa rivivere la competenza integrale del giudice
vo, è stato individuato un preciso termine di decadenza ordinario, in quanto giudice «naturale», è stata respinta anche dalla Corte costituzionale,
(15 settembre 2000), che, nonostante qualche incertez- che l’ha ritenuta manifestamente infondata (Corte cost. 10 maggio 2002, n. 184).

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 III


che se riguardanti il personale in regime di diritto pub- G iurisdizione in m at e ria di pr ocedur e
blico (5), nonché per le controversie promosse da orga- di conco rso
nizzazioni sindacali, dall’Aran o dalle pubbliche ammi- Uno degli aspetti più controversi, almeno in sede di pri-
nistrazioni, relative alle procedure di contrattazione col- ma applicazione della riforma, ha riguardato la fissazio-
lettiva (6). ne di una precisa demarcazione fra le controversie in
In relazione a quest’ultimo profilo, la Corte costituzio- materia di assunzione al lavoro e le controversie in ma-
nale ha ritenuto manifestamente infondata la questione teria di procedure concorsuali, per le quali, come detto,
di legittimità costituzionale dell’art. 63, comma 3 è ancora competente il giudice amministrativo (art. 63,
D.Lgs. n. 165/2001, nella parte in cui non devolve al comma 4).
giudice amministrativo la cognizione delle controversie Infatti l’impiego pubblico è stato contrattualizzato dal
in cui il comportamento antisindacale dell’amministra- momento della stipula del contratto individuale di lavo-
zione sia lesivo anche di situazioni soggettive inerenti ro, mentre la fase preassuntiva è ancora governata da
al rapporto di impiego (la c.d. plurioffensività della regole pubblicistiche. La necessità del concorso pubbli-
condotta antisindacale), come avveniva in base ai com- co, oggetto di un’apposita previsione costituzionale
mi 6 e 7 dell’art. 28 dello Statuto dei lavoratori, intro- (art. 97, comma 3, cost.), comporta che la selezione
dotti dalla legge n. 146/1990 e abrogati dalla legge n. del personale avvenga tuttora in maniera diversa rispet-
83/2000 (7). to al lavoro privato (12). Posto che il concorso è una
La Corte ha, in tale occasione, condiviso l’orientamen- fase di selezione regolamentata da principi di diritto
to delle Sezioni unite della Cassazione secondo cui «le amministrativo e nella quale si fa questione di interessi
riforme da ultimo intervenute non lasciano spazio...alla legittimi, è logico che sia il giudice amministrativo ad
tesi che appartiene alla giurisdizione del giudice ammi- occuparsi delle relative controversie, indipendentemen-
nistrativo la controversia nella quale sia chiesta anche te dalla natura della procedura (per titoli o esami) (13).
la rimozione dei provvedimenti lesivi che investono Non mancano tuttavia le eccezioni a tale principio, tra
la sfera dei singoli lavoratori». le quali rientra ad esempio la norma che impone alle
Infatti «nel nuovo sistema ... anche l’atto antisindacale amministrazioni di selezionare dal collocamento pub-
del datore di lavoro pubblico ha la connotazione di atto blico il personale da adibire alle posizioni per le quali
privatistico, omologo a quello scorretto del datore di la- è richiesto il solo assolvimento dell’obbligo scolastico
voro privato, come tale suscettibile di cognizione da (art. 16, legge n. 56/1987; art. 36, D.Lgs. n. 165/2001).
parte del giudice ordinario, anche se sia richiesta l’eli- Secondo la tesi prevalente, ai fini del riparto di giurisdi-
minazione dell’atto stesso e dei suoi effetti» (8). Si trat- zione la fase concorsuale si esaurisce nel momento del-
ta di un’affermazione coerente con la norma contenuta la approvazione della graduatoria da parte dell’organo
nell’art. 5, comma 2 del Tupi, secondo la quale, nella di vertice dell’ente (14). Si tratta di una soluzione lar-
gestione dei rapporti lavorativi, le amministrazioni agi-
scono «con le capacità e i poteri del privato datore di
lavoro». N ote:
Il giudice amministrativo ha mantenuto la giurisdizione (5) In tal senso M. Miscione, La giurisdizione esclusiva del giudice del lavoro sulla condotta
per le controversie insorte sullo svolgimento delle pro- antisindacale, in L. Menghini, M. Miscione, A. Vallebona (a cura di), La nuova disciplina dello
cedure concorsuali per l’assunzione dei dipendenti pub- sciopero nei servizi pubblici essenziali, Padova, 2000, 147.
blici (v. infra) e, in regime di giurisdizione esclusiva, (6) Cfr. Trib. Roma, 20 marzo 2001, Fas c. Aran, in Aran Newsletter, 2001, 3, 39; Trib.
per quelle relative al rapporto di lavoro delle categorie Roma, 5 novembre 1999, Snals c. Presidenza del Consiglio dei Ministri, e Trib. Bari, 9 lu-
rimaste «in regime di diritto pubblico» (art. 63, comma glio 1998, Anag c. Aran, ivi, 2003, 2, (inserto), XI. Secondo Trib. Roma, 24 agosto 1999,
4 e art. 3 D.Lgs. n. 165/2001) (9). Secondo l’art. 63, ivi, 2003, 2, XIII, non rientra nella giurisdizione del giudice ordinario la controversie avente
comma 2, il giudice, qualora accerti il diritto del ricor- ad oggetto il contenuto di un protocollo d’intesa (nella specie, quello sulle modalità di
costituzione e funzionamento del Comitato paritetico in materia di verifica della rappre-
rente all’assunzione, o viceversa la violazione, da parte
sentatività sindacale).
dell’amministrazione, delle norme sostanziali o proce-
durali in tema di assunzione, può emanare una sentenza (7) Corte cost. 24 aprile 2003, in Guida lav., 2003, 22, 31; Trib. Genova, 20 settembre
costitutiva o estintiva del rapporto di lavoro. Pertanto, a 2002, ivi, 2002, 9, 33.
differenza che in passato, è ora possibile ottenere dal (8) Cass. sez. un. 24 gennaio 2003, n. 1127.
giudice ordinario un provvedimento di tipo costitutivo (9) Nel senso della devoluzione alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo del-
nei confronti dell’amministrazione (10). le controversie di lavoro dei dipendenti dell’Autorità garante per le comunicazioni, cfr.
La Cassazione, a sezioni unite, ha poi elaborato una Cass. S.U. 23 giugno 2005, n. 13446, in Dir. prat. lav., 2006, 1, 74.
sorta di criterio ‘‘di chiusura’’ in base al quale, nei casi (10) Per un’applicazione della norma in esame cfr. Trib. Pordenone, 20 marzo 2000, in
dubbi, l’interprete dovrà privilegiare le soluzioni co- Lpa, 2000, 909.
munque aderenti al testo della legge che siano «confor-
(11) Tar Liguria - Genova, 27 aprile 2007, n. 700; Cass. S.U. 14 febbraio 2007, n. 3188;
mi alla generale volontà» del legislatore. Cass. sez. un. 6 febbraio 2003, n. 1807, in Lpa, 2003, 315.
Un’ulteriore segnale del ‘‘favore’’ giurisprudenziale
nei confronti della più ampia privatizzazione del rap- (12) Sulla illegittimità costituzionale della legge 20 giugno 2005, n. 3 della Provincia auto-
porto di pubblico impiego si manifesta nell’affermazio- noma di Bolzano, in quanto derogatoria, in tema di accesso alla dirigenza, al principio ge-
nerale della regola del pubblico concorso, cfr. Corte cost. 9 novembre 2006, n. 363, in
ne secondo la quale la devoluzione alla giurisdizione Lav. giur., 2007, 3, 263.
ordinaria deve essere attuata ogniqualvolta il petitum
sostanziale, prospettato dal ricorrente, abbia attinenza (13) Cons. Stato, a.p., 24 maggio 2007, n. 8, in Guida dir., 2007, 25, 87.
con il rapporto di lavoro alle dipendenze della pubblica (14) Cfr., tra le altre, Cass. S.U. 16 aprile 2007, n. 8951; Cons. Stato, V, 10 agosto 2007, n.
amministrazione (11). (segue)

IV INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007


gamente condivisa, che ha il pregio di fissare un termi- zione spetta al giudice ordinario, in quanto si tratta di
ne preciso per il passaggio di giurisdizione. questioni attinenti al rapporto di lavoro di persone già
La giurisdizione del giudice ordinario si estende anche in servizio (20).
alla fase che intercorre dal momento dell’approvazione Tuttavia una prima obiezione a tale tesi è venuta dalla
della graduatoria sino all’effettiva assunzione del vinci- Corte costituzionale, che con riferimento ai concorsi
tore di concorso, e nella quale non è infrequente l’in- ‘‘misti’’ - e cioè ai concorsi pubblici con quote o posti
sorgere di controversie, specie in caso di sopravvenien- riservati ai candidati interni - ha privilegiato la natura
za di un interesse pubblico che induce l’amministrazio- pubblica della procedura, ritenendo sussistente la giuri-
ne a ‘‘ripensare’’ alla convenienza dell’operazione di sdizione del giudice amministrativo (21).
reclutamento. Alla fine, con una soluzione di compromesso, basata su
In ogni caso, almeno secondo la giurisprudenza preva- di un sottile ‘‘distinguo’’, la più recente giurisprudenza
lente e la dottrina (salvo alcune marginali eccezio- di legittimità e di merito si è orientata per una distinzio-
ni) (15), in capo al candidato collocato tra i vincitori ne tra prove selettive interne, volte all’accesso del per-
è riscontrabile un vero e proprio diritto soggettivo al- sonale ad un’area superiore, le quali determinano una
l’assunzione (16). Ciò comporta, tra l’altro, che nel re- nuova assunzione con la conseguente stipulazione di
lativo giudizio intentato dal vincitore, e tendente a far un nuovo contratto di lavoro, e prove selettive finaliz-
valere il suddetto diritto, non sussista litisconsorzio ne- zate alla progressione all’interno dell’area. Nel primo
cessario con gli altri candidati utilmente collocatisi in caso sussiste la giurisdizione del giudice amministrati-
graduatoria, proprio perché un’eventuale pronuncia fa- vo (22), mentre nella seconda ipotesi vi è una residuale
vorevole al ricorrente non implica comunque la rifor- giurisdizione del giudice ordinario (23).
mulazione della graduatoria medesima (17).
Parzialmente diversa è la condizione del candidato util- N ote:
mente collocato tra gli idonei, e non tra i vincitori. La (continua nota 14)
giurisprudenza riconosce infatti in questo caso all’am-
ministrazione un notevole margine di discrezionalità 4434; Cass. 13 dicembre 2005, n. 23799, in Dir.. prat. lav., 2006, 27, 1525. Tra le prime
nell’utilizzo della graduatoria concorsuale, e correlati- pronunce in tal senso, cfr. Trib. Modena 2 agosto 2000, in Lpa, 2000, 1122. In dottrina
vamente nega in capo all’idoneo la sussistenza di un di- Trisorio Liuzzi, Controversie relative ai rapporti di lavoro, ne Il lavoro alle dipendenze delle
ritto allo scorrimento, ravvisando invece un mero inte- amministrazioni pubbliche, Commentario diretto da F. Carinci e D’Antona, Milano,
resse legittimo; ciò anche se il provvedimento che re- 2000, 1822; Volpe, Terracciano, Forlenza, La riforma del pubblico impiego, Milano, 1998.
spinge l’istanza dell’interessato deve essere adeguata- (15) Si v. Trib. Taranto, 9 dicembre 2002, in LPA., 2003, 386, che propende per la sussi-
mente motivato (18). stenza della giurisdizione del giudice amministrativo.
La giurisdizione del giudice ordinario potrebbe comun- (16) Cfr. Cass. 14 aprile 2006, n. 8375, in Lav. giur., 2006, 10, 1021; Cass. S.U. 6 luglio
que trovare spazio in relazione alle controversie in ma- 2006, n. 15342. In dottrina Garilli, Le controversie sui concorsi e sulla progressione verticale:
teria di procedure concorsuali, qualora si faccia questio- riparto di giurisdizione, discrezionalità amministrativa e poteri del giudice ordinario, in Lpa,
ne di diritti soggettivi, come ad esempio il diritto al ri- 2003, 19. Una parte della giurisprudenza ha addirittura fondato tale impostazione sulla
sarcimento di eventuali danni lamentati dal candidato. ricostruzione del bando di concorso in termini di contratto preliminare unilaterale, stipu-
Infatti, a ben vedere, il quarto comma dell’art. 63, lato per facta concludentia: cfr. Trib. Taranto, 11 luglio 2002, in Lpa, 2002, 777.
D.Lgs. n. 165/2001 attribuisce al Tar la giurisdizione È stato conseguentemente abbandonato il precedente indirizzo giurisprudenziale, svilup-
esclusiva solo per le controversie del personale in regi- patosi prima della riforma degli anni novanta, che non ravvisava invece, in capo al vinci-
tore di concorso, un vero e proprio diritto soggettivo alla stipulazione del contratto di
me di diritto pubblico di cui all’art. 3 del D.Lgs. n. 165/ lavoro: cfr. Gragnoli, Commento all’art. 68 D.Lgs. n. 29/1993, in Grandi - Pera (a cura
2001, ma non anche per quelle in materia di concorsi. di), Commentario breve alle leggi sul lavoro, Padova, 2001, 1732.
P r ocedur e sele t tive int e rne (17) In tal senso Cass. S.U. 25 agosto 2005, n. 17324, in Lav. giur., 2006, 3, 293.
Un aspetto molto controverso in giurisprudenza riguar- (18) Tar Piemonte - Torino, 21 marzo 2007, n. 1330; Cons. Stato, V, 13 febbraio 2007,
da l’individuazione del giudice competente per le ver- n. 870, in Foro amm., 2007, 646; Cons. Stato, IV, 12 settembre 2006, n. 5320, in Lav. giur.,
tenze insorte in relazione alle procedure selettive riser- 2007, 4, 397; contra Trib. Napoli, 20 febbraio 2002, in Lpa, 2003, 387, che ritiene invece
vate al personale già dipendente dell’amministrazione. sussistente un obbligo, per l’amministrazione, di procedere allo scorrimento della gradua-
toria concorsuale in caso di rinuncia di alcuni candidati.
In proposito ci si è chiesti se debba privilegiarsi la na-
tura concorsuale della procedura - con conseguente at- (19) Cosı̀ Cass. sez. un. 23 novembre 2000, n. 1203, in Mass. giust. civ., 2000, 2232; Tar
trazione della questione nella giurisdizione del giudice Pescara, 22 novembre 2001, n. 1187, S. c. Provveditorato agli studi di Chieti, inedita.
amministrativo - ovvero piuttosto la circostanza che i (20) Cfr. ad esempio Cass. S.U. 21 febbraio 2002, in Lpa, 2002, 587, concernente una
candidati sono già dipendenti pubblici; il che farebbe, controversia intentata per ottenere un diverso inquadramento in una graduatoria di un
viceversa, propendere per la giurisdizione del giudice concorso interno per assistente amministrativo nella scuola. Per la giurisprudenza di me-
ordinario. rito Trib. Salerno, 17 luglio 2001, in LPA, 2001, 854; Trib. Parma, 2 novembre 2005, in
In un primo tempo ha prevalso la considerazione che in Lav. giur., 2006, 4, 351.
capo ai ricorrenti esiste già un rapporto di lavoro in es- (21) Cfr. Corte cost. 4 gennaio 2001, n. 2.
sere con la P.A., e di conseguenza le relative controver- (22) Cass. S.U. 20 aprile 2006, n. 9168; App. Milano 25 febbraio 2005, in Lav. giur., 2006, 101.
sie devono farsi rientrare nella giurisdizione del giudice
(23) Cass. S.U. 8 maggio 2007, n. 10374; Cass. S.U. 6 marzo 2007, n. 5079, in Aran New-
ordinario; in tal caso infatti, si è detto, «il soggetto che sletter, 2007, 2, 38; Cass. S.U. 20 aprile 2006, n. 9164; Cass. 7 luglio 2005, n. 14259, in
chiede l’inserimento nelle medesime fa valere il suo di- Lpa, 2005, 869; Cass. S.U. 26 febbraio 2004, n. 3948, in Foro it., 2004, I, 1755; Cass.
ritto al lavoro» (19). In questo senso si è espressa più S.U. 15 ottobre 2003, n. 15403, in Guida al diritto, n. 44, 37; per la giurisprudenza ammi-
volte la Suprema Corte, affermando che, in tema di nistrativa Cons. Stato, V, 10 agosto 2007, n. 4434. In dottrina Sordi, Il giudice ordinario e le
progressioni di carriera per selezioni interne, la cogni- procedure concorsuali e selettive nel lavoro pubblico, in Lpa, 2005, 189.

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 V


All’accesso ad un’area superiore è equiparabile, secon- nel qual caso non potrà prescinderne per individuare in
do la Suprema corte, anche il passaggio dallo status di modo corretto la definizione del rapporto controverso.
personale non di ruolo a quello di personale di ruolo. Accade cosı̀ che tanto nei rapporti in cui la lite sia tra
Ciò ha portato, ad esempio, a ritenere sussistente - soggetti privati, quanto in quelli in cui parte sia la
ma non senza incertezze - la giurisdizione del giudice P.A., purché sulla base di un rapporto di diritto privato
amministrativo in materia di utilizzo di graduatorie per- instaurato con un privato cittadino, il giudice dovrà
manenti, come quelle esistenti nell’ambito dell’ammi- prendere cognizione, ai sensi dell’art. 5 della legge n.
nistrazione scolastica (24). 2248/1965 All. E, del provvedimento amministrativo
Consolidata è infine l’opinione secondo la quale rien- per accertarne, in via incidentale, la legittimità onde
trano nella cognizione del giudice ordinario le questioni stabilire se applicarlo o meno alla questione giudiziale
attinenti alle forme ‘‘flessibili’’ di impiego del persona- sottoposta al suo sindacato.
le (art. 36, D.Lgs. n. 165/2001). Si tratta ad esempio, Quando invece gli atti amministrativi siano direttamen-
dell’assunzione con contratto a termine, dell’utilizzo te determinativi del rapporto dedotto in giudizio, la
di rapporti di lavoro in somministrazione a tempo de- controversia non rientra nell’ambito della giurisdizione
terminato (art. 20, comma 3 D.Lgs. n. 276/2003), e del- del giudice ordinario, stante la circostanza che, essendo
la stipulazione di contratti di collaborazione coordinata il rapporto definito dal provvedimento amministrativo,
e continuativa, tuttora consentiti per le P.A. (art. 1, ci si troverebbe in presenza di un interesse legittimo e
comma 2 e art. 86, D.Lgs. n. 276/2003) anche se in non di un diritto soggettivo.
via subordinata rispetto alla somministrazione di mano- Nel caso in cui il Giudice decida per la disapplicazione
dopera o appalto di servizi (25). Con riferimento a que- dell’atto amministrativo è opportuno precisare che la
sti ultimi, peraltro, sussiste la giurisdizione del giudice stessa verrà decisa incidenter tantum, ragion per cui
civile ordinario in relazione ad eventuali controversie la disapplicazione determinerà l’inefficacia del provve-
che riguardino i contratti di fornitura o di appalto (e dimento amministrativo esclusivamente nei limiti del
non i rapporti di lavoro). caso concreto.
In buona sostanza, la disapplicazione non produce la
Po t e ri del giudice o rdinario cessazione definitiva ed erga omnes degli effetti giuri-
sugli at ti a m m inist rativi pr esupposti dici del provvedimento amministrativo, rimanendo lo
Sul piano normativo, il giudice ordinario è munito del stesso valido ed efficace per tutti gli altri rapporti diver-
si da quello dedotto in quel giudizio nel quale la disap-
potere di disapplicazione degli atti amministrativi. Tale
plicazione medesima è stata disposta.
potestà si ricava a contrariis dall’art. 5 della legge n.
2248 del 1865 all. E (c.d. legge sul contenzioso ammi-
nistrativo) laddove è testualmente disposto quanto se- Accertamento pregiudiziale
gue: «... le autorità giudiziarie applicheranno gli atti
amministrativi ed i regolamenti generali e locali in su efficacia, validità
quanto siano conformi a legge» nonché dalla più recen- e interpretazione
te norma di cui all’art. 63 comma primo del D.Lgs. 30 dei contratti collettivi
marzo 2001, n. 165 (testo unico sul pubblico impiego) L’art. 64, D.Lgs. n. 165/2001 prevede una particolare
che conferisce al giudice competente il potere esplicito procedura di accertamento pregiudiziale in ordine al-
di disapplicare gli atti amministrativi dal rapporto de- l’efficacia, validità e interpretazione dei contratti collet-
dotto in giudizio. tivi. La ratio della norma è quella di fornire soluzioni
Ambedue le disposizioni sopraccitate fanno riferimento uniformi nel caso di contenzioso ‘‘seriale’’, vale a dire
esclusivamente alle controversie rientranti nella giuri- quando un dubbio interpretativo derivante da una clau-
sdizione del giudice ordinario, cioè a dire a quelle fat- sola contrattuale oscura possa dare adito ad una serie di
tispecie in cui venga dedotto in giudizio un diritto sog- controversie di identico contenuto.
gettivo, e non anche a quelle rientranti nella giurisdi- Secondo la norma in esame, qualora sorga questione in
zione del giudice amministrativo. ordine all’efficacia, validità ed interpretazione di una
Il corollario che consegue dal principio sopra menzio- clausola di un contratto collettivo, il giudice del lavoro,
nato è quello in virtù del quale risulta precluso il potere su richiesta delle parti, con ordinanza non impugnabile
di disapplicazione dell’atto amministrativo in tutti quei nella quale indica la questione da risolvere, differisce
procedimenti nei quali sia parte la P.A. che, ponendosi l’udienza di almeno 120 giorni e dispone la comunica-
in via autoritativa, determina la sola possibilità di con- zione dell’ordinanza, del ricorso e della memoria difen-
figurazione di un interesse legittimo in capo al privato, siva all’Aran.
potendo viceversa tale potere configurarsi nei procedi- L’incontro tra Aran e sindacati può, naturalmente, avere
menti tra privati e nei soli casi in cui l’atto amministra-
tivo venga in rilievo non già come fondamento del di-
N ote:
ritto dedotto in giudizio, bensı̀ come mero antecedente
logico, sicché la questione venga a prospettarsi come (24) V. però, in senso parzialmente difforme, Cass. S.U. 20 giugno 2007, n. 14290.
pregiudiziale in senso tecnico (26). (25) Cfr. art. 7, comma 6, D.Lgs. n. 165/2001, modificato dalla legge n. 248 del 2006; art.
Nell’ambito del giudizio ordinario con giurisdizione 1, comma 519, legge 27 dicembre 2006, n. 269.
solo sui diritti soggettivi, può accadere che il giudice (26) Si veda in argomento Cass. civ. sez. Iº, 13 settembre 2006, n. 19659, GCM, 2006, n.
debba fare riferimento ad un atto amministrativo perché 9, che richiama, in motivazione, Cass. 22 febbraio 2002, n. 2588 e Cass. sez. un. 10 set-
condizionante l’oggetto della pretesa delle parti in lite, tembre 2004, n. 18263.

VI INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007


esito favorevole o meno; la prima ipotesi si verifica vato, in tema di conciliazione pregiudiziale, riguardano
quando viene raggiunto un accordo di interpretazione au- tuttavia i termini massimi per lo svolgimento del tenta-
tentica. In tal caso l’intesa ha effetto retroattivo sui rap- tivo (90 giorni per il lavoro pubblico e 60 per quello
porti in corso, ai sensi dell’art. 49, D.Lgs. n. 165/2001, privato), ed anche alcuni aspetti sostanziali. Nel pubbli-
concernente appunto l’interpretazione autentica del con- co, in particolare, il collegio di conciliazione si costitui-
tratto collettivo (27). L’accordo di interpretazione auten- sce in occasione della singola vertenza; ogni parte no-
tica viene comunicato all’ufficio giudiziario che ha solle- mina il proprio componente, come avviene nel lavoro
vato la questione e pubblicato nel sito internet dell’Aran. privato per i giudizi in materia disciplinare (art. 7 Stat.
Se invece l’incontro non conduce ad un accordo, il giu- lav.). Invece le controversie dei dipendenti privati ven-
dice decide con sentenza parziale sul punto e il proces- gono portate a conoscenza di commissioni di concilia-
so prosegue per gli altri incombenti. La sentenza cosı̀ zione costituite in permanenza presso la Direzione pro-
resa è impugnabile solo con ricorso immediato in Cas- vinciale del lavoro, ai sensi dell’art. 410 c.p.c.
sazione (28): se la Suprema Corte accoglie il ricorso Il tentativo di conciliazione può essere promosso anche
rinvia allo stesso giudice, e la causa deve essere rias- dalla pubblica amministrazione, ad esempio per chiari-
sunta a cura della parte più diligente. In pendenza del re preventivamente una situazione foriera di possibile
giudizio di cassazione, gli altri processi pendenti sulla contenzioso. L’art. 66, comma 1, D.Lgs. n. 165/2001
medesima questione possono essere sospesi. è chiaro in tal senso, precisando che «le medesime pro-
La giurisprudenza si è posta il problema se il giudice cedure si applicano, in quanto compatibili, se il tentati-
adito debba rimettere automaticamente la questione in- vo di conciliazione è promosso dalla pubblica ammini-
terpretativa alle parti (Aran e sindacati), ovvero se pos- strazione».
sa (o debba) effettuare una preventiva delibazione sulla Il ricorso giurisdizionale non è procedibile se il tentati-
fondatezza o meno della questione medesima. Secondo vo di conciliazione non è stato espletato o non sono
un orientamento meno recente e parte della dottrina, la passati novanta giorni dal suo promovimento (art. 65,
legge prevederebbe un automatismo tale da limitare la comma 3) (34). Infatti il giudice che rilevi che non è
discrezionalità del giudice (29), invece l’indirizzo più stato promosso il tentativo di conciliazione, ovvero
attuale propende per la possibilità di un vaglio preven- che la domanda giudiziale è stata proposta prima del
tivo della questione. Infatti - si è giustamente osservato termine di novanta giorni, sospende il giudizio e fissa
- il procedimento può essere sospeso solo allorché la alle parti il termine perentorio di sessanta giorni per
clausola contrattuale appaia priva di significato, ovvero promuovere il tentativo stesso (art. 63, comma cit.).
necessiti di un’interpretazione condotta secondo i cano-
ni propri dell’ermeneutica contrattuale (30).
Nel medesimo senso è orientata anche la Corte costitu- Conciliazione presso
zionale, la quale, respingendo la questione di legittimità la Direzione provinciale
costituzionale dell’art. 64, D.Lgs. n. 165/2001, ha os- del lavoro: aspetti procedurali
servato che «presupposto per l’applicazione della pro-
cedura disciplinata dalla norma oggetto di censura è, La procedura di conciliazione si svolge, ai sensi del-
com’è evidente, l’esistenza di un reale dubbio interpre- l’art. 66 del D.Lgs. n. 165/2001, davanti ad un collegio
tativo concernente la clausola contrattuale della quale il
giudice deve fare applicazione nella controversia» (31). N ote:
(27) In argomento Cass. 18 aprile 2005, n. 7932.
Conciliazione stragiudiziale (28) Sull’argomento v. Cass. 24 luglio 2006, n. 16786.
(29) Trib. Brescia, 23 marzo 2000 e 9 maggio 2000, entrambe in Lpa, 2000, 620; Trib.
O bbligat o rie tà del t entativo di concilia zione Brescia 9 maggio 1999, Bianchini ed altri c. Azienda ospedaliera Spedali civili di Brescia,
in Aran Newsletter, 2003, 2 (inserto), XXIV; in senso conforme D. Salmini, ivi, 2001, 2,
Q uestioni di legittimità costituzionale 49, e G. Mastragostino, ivi, 2002, 1, 61.
Nella prospettiva della privatizzazione del rapporto di (30) Cass. 22 marzo 2005, n. 6113; Cass. 24 luglio 2006, n. 16786, cit.; Trib. Roma, 24
lavoro pubblico e della conseguente uniformazione al- gennaio 2001, in Lpa, 2001, 1047; Trib. Treviso, 30 ottobre 2001, Lubelli ed altri c. Mini-
l’impiego privato, il legislatore ha perseguito l’obietti- stero dei Trasporti, in Aran Newsletter, 2002, 1, 54.
vo di incentivare la composizione preventiva e stragiu- (31) Corte cost. 7 giugno 2002, n. 233.
diziale delle cause di lavoro. Ciò è avvenuto, da un la- (32) Sono parole del giudice rimettente (Tribunale di Parma) riportate nella motivazione
to, prevedendo il tentativo obbligatorio di conciliazio- di Corte cost. 13 luglio 2000, n. 276.
ne, e per altro verso favorendo il ricorso all’arbitrato
(33) Si v. ancora Corte cost. 13 luglio 2000, n. 276, cit.. La Corte ha in particolare osser-
quale sistema di risoluzione delle vertenze alternativo
vato, con riferimento al lavoro pubblico, che «la messa a punto di strumenti idonei ad
al ricorso giurisdizionale (artt. 412 ter e quater c.p.c.). agevolare la composizione stragiudiziale delle controversie, per limitare il ricorso al giudi-
Ben presto è stata posta la questione di legittimità costi- ce ordinario alle sole ipotesi di inutile sperimentazione del tentativo di conciliazione, ap-
tuzionale delle norme sull’obbligatorietà del tentativo pare un momento essenziale per la riuscita della riforma, in vista del sovraccarico che quel
di conciliazione, ritenuto senza mezzi termini «un osta- giudice era destinato a subire».
colo inutile allo svolgimento della giurisdizione» (32). (34) A proposito dell’equiparazione tra tentativo effettuato e decorso del termine mas-
Essa però non ha trovato accoglimento da parte della simo di 90 giorni, si è parlato di «ipocrisia legislativa» (Chiarloni, Prime osservazioni su ri-
Corte costituzionale, che ne ha sottolineato la centralità forma del pubblico impiego e processo, in CG, 1998, 625). Ma questa affermazione non ha
nel sistema della riforma (33). fatto presa sulla giurisprudenza costituzionale, che come si è visto ha confermato la legit-
Alcune perduranti differenze tra lavoro pubblico e pri- timità delle norme sul tentativo obbligatorio di conciliazione (v. nota precedente).

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 VII


di conciliazione costituito per l’occasione presso la Di- V e rbale di concilia zione e sua esecut o rie tà
rezione provinciale del lavoro e formato dal Direttore Secondo l’art. 65, comma 5, D.Lgs. n. 165/2001, se la
dell’ufficio (o da un suo delegato), da un rappresentan- conciliazione riesce, anche limitatamente ad una parte
te del lavoratore e da un rappresentante dell’ammini- della pretesa, viene redatto un verbale, sottoscritto dalle
strazione. parti componenti il collegio, che per espressa disposi-
La discussione della vertenza avviene solitamente alla zione di legge «costituisce titolo esecutivo».
presenza di ulteriori figure, incaricate di patrocinare di- La procedura è dunque diversa da quella che riguarda
nanzi al Collegio le contrapposte posizioni. Cosı̀, il di- la conciliazione nel lavoro privato, poiché per quest’ul-
pendente potrà partecipare personalmente ovvero farsi timo l’art. 411, comma 2 c.p.c. stabilisce che il verbale
accompagnare da un rappresentante sindacale o da un deve essere depositato a cura delle parti o della Direzio-
legale di fiducia, ovvero, ancora, delegare questi ultimi ne del lavoro nella cancelleria del Tribunale; e solo a
a intervenire alla discussione in sua vece. Allo stesso questo punto il giudice, su istanza della parte interessa-
modo, per l’amministrazione sono usualmente presenti ta, accertata la regolarità formale del verbale di conci-
due dipendenti, il primo dei quali è componente del liazione, lo dichiara esecutivo con decreto.
Collegio e il secondo è incaricato di difendere le posi- La prassi di alcuni uffici giudiziari è nel senso di richie-
zioni dell’ente in sede conciliativa. I componenti del dere anche per il lavoro pubblico la verifica giudiziale
collegio di conciliazione sono in composizione pariteti- del verbale di conciliazione. In senso difforme si è però
ca; i rappresentanti di parte, sebbene (ovviamente) pro- pronunciato il Tribunale di Modena, con un provvedi-
pendano per le tesi dei loro assistiti, devono comunque mento del 29 novembre 2006 (inedito) mediante il qua-
contribuire a formulare una equilibrata proposta di bo- le è stata rifiutata l’apposizione della formula esecutiva
naria definizione della controversia (art. 66, comma 6). su di un verbale di conciliazione relativo ad una contro-
La richiesta di conciliazione deve essere spedita alla con- versia di lavoro pubblico. Ha osservato il Tribunale che
troparte con raccomandata con avviso di ricevimento; la conciliazione nel lavoro pubblico e quella del lavoro
copia della medesima deve essere consegnata o spedita privato sono regolamentate in maniera «significativa-
a cura del lavoratore all’amministrazione di appartenenza mente diversa», ed ha aggiunto che le controversie ex
(art. 66, comma 2). A differenza che nel lavoro privato, art. 63, D.Lgs. n. 165/2001 non rientrano tra quelle
dunque (35), nel lavoro pubblico la comunicazione al- di cui all’art. 429 c.p.c., «posto che il richiamo operato
l’amministrazione datrice di lavoro è un obbligo di legge dal n. 5) ai rapporti di lavoro pubblico non può inclu-
(art. 66, comma 2). Ai fini della decorrenza dei termini, dere i rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche
oltre i quali il tentativo si considera espletato, deve rite- amministrazioni oggetto di disciplina speciale successi-
nersi essenziale la data di ricezione della raccomandata. vamente emanata».
La legge non indica un termine massimo per promuo- La conclusione tratta dal Tribunale è dunque nel senso
vere il tentativo di conciliazione, fatto salvo il normale
dell’inapplicabilità dell’art. 411 c.p.c. al verbale di con-
termine di prescrizione dei diritti azionati, oppure - se
ciliazione relativo ad una controversia di lavoro pubbli-
esiste - il termine di decadenza, come avviene ad esem-
co. Si tratta di una soluzione coerente con la previsione
pio per l’impugnazione del licenziamento (art. 6, legge
legislativa secondo la quale il verbale di conciliazione
n. 604/1966). A differenza di quanto previsto per il la-
costituisce titolo esecutivo; ciò significa che l’interessa-
voro privato, per il quale l’art. 410 c.p.c. non dice nulla,
l’art. 66, comma 3, lett. c) del D.Lgs. n. 165/2001 pre- to può iniziare direttamente l’esecuzione forzata in caso
vede che la richiesta di conciliazione debba contenere di inadempimento, da parte dell’ente, agli obblighi as-
l’esposizione sommaria dei fatti e delle ragioni che sunti in sede conciliativa.
stanno a fondamento della pretesa, e cioè un minimo C oncilia zione e pr ovvedi m enti d’urgen z a
di argomentazione. Entro trenta giorni l’amministrazio-
ne, qualora non accolga la pretesa del lavoratore, è te- Fa eccezione alla regola dell’obbligatorietà del tentati-
nuta a depositare presso la Direzione del lavoro osser- vo di conciliazione, quale condizione di procedibilità, il
vazioni scritte (36). È prassi - peraltro non supportata caso del ricorso giurisdizionale tendente ad instaurare
da alcuna norma di legge - di alcune Direzioni provin- un procedimento di urgenza. L’art. 412 bis, comma 5
ciali del lavoro sollecitare l’amministrazione ritardata- c.p.c., richiamato dall’art. 65, comma 3, D.Lgs. n.
ria o inerte a depositare le sue controdeduzioni. 165/2001, afferma infatti che il mancato promovimento
Entro i successivi 10 giorni (termine ordinatorio) il Di- del tentativo di conciliazione non esclude la proponibi-
rettore dell’ufficio fissa la seduta per la comparizione lità dei ricorsi di urgenza e cautelari.
delle parti. Per l’amministrazione deve presenziare un Un primo problema è quello di stabilire se l’espressione
soggetto munito del potere di conciliare; in ogni caso
chi concilia per conto dell’amministrazione non può es- N ote:
sere imputato di responsabilità per danno erariale (art. (35) La giurisprudenza ‘‘privatistica’’ sostiene che la richiesta di svolgimento del tentativo
66, comma 8, D.Lgs. n. 165/2001). Quest’ultima preci- è priva di effetto se l’interessato non la comunica anche al datore di lavoro: Pret. Catania
sazione legislativa è molto importante, specialmente in 16 febbraio 1999, in Guida lav., 1999, 11, 33.
considerazione di alcuni orientamenti della Corte dei
(36) Dalla formulazione usata dalla legge sembrerebbe che il comportamento dell’ammi-
conti secondo i quali può comportare responsabilità nistrazione che non depositi osservazioni scritte possa valere, implicitamente, quale acco-
per danno erariale, a carico del dirigente competente, il glimento della domanda dell’interessato. In realtà deve ritenersi che l’amministrazione che
fatto di non aver percorso tutti i possibili gradi di giudi- non controdeduce dimostri semplicemente l’intento di non conciliare, anche se - in ipo-
zio, anche quando (paradossalmente) la controversia ap- tesi - il contegno negligente dell’ente pubblico potrebbe essere valutato dal giudice nel-
paia palesemente infondata o comunque di dubbio esito. l’ambito del successivo giudizio (art. 66, comma 7, D.Lgs. n. 165/2001).

VIII INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007


usata dall’art. 412 bis c.p.c., che fa puntuale riferimento del lavoro pubblico è quello del conferimento e rinnovo
al capo III, titolo I del libro IV del codice di rito, vada degli incarichi dirigenziali.
intesa in senso letterale o meno. La questione si è posta In materia, come si è visto all’inizio, sussiste la giurisdi-
in particolare per il procedimento monitorio di cui al- zione del giudice ordinario (art. 63, comma 1, D.Lgs. n.
l’art. 633 c.p.c.: in un primo tempo, infatti, la giurispru- 165/2001) (41). La Corte costituzionale ha avallato la
denza sosteneva che anche prima di proporre il ricorso scelta legislativa, ritenendo la devoluzione operata con
per decreto ingiuntivo dovesse essere promosso il ten- la predetta norma «completamente in linea con i principi
tativo di conciliazione (37). In seguito, però, la Corte e i criteri direttivi» fissati dal legislatore delegante (42).
costituzionale, respingendo la questione di legittimità Il giudice ordinario conosce dunque anche delle contro-
delle norme sull’obbligatorietà del tentativo di concilia- versie in tema di responsabilità dirigenziale ai sensi del-
zione, ha sia pure incidentalmente osservato che all’i- l’art. 21 del decreto n. 165/2001, il quale, com’è noto,
stituto della conciliazione obbligatoria «sono per defi- prevede una progressione di sanzioni che va dall’impos-
nizione estranei i casi in cui invece il processo si debba sibilità di rinnovo dello stesso incarico dirigenziale sino
svolgere in una prima fase necessariamente senza con- alla revoca dell’incarico con collocazione del dirigente a
traddittorio, come accade per il procedimento per de- disposizione, per giungere nei casi più gravi sino al li-
creto ingiuntivo». Ciò in quanto «non avrebbe senso cenziamento (art. 21, comma 1 del decreto n. 165/
imporre, nella fase pregiurisdizionale relativa al tentati- 2001, come modificato dalla legge n. 145/2002) (43).
vo di conciliazione, un contatto fra le parti che invece In quest’ultimo caso non è dubbio che ci si trovi di fron-
non è richiesto nella fase giurisdizionale ai fini della te ad una fattispecie che sta ‘‘al confine’’ tra licenzia-
pronuncia del provvedimento monitorio» (38). mento disciplinare e licenziamento per motivi oggetti-
Il tentativo di conciliazione è obbligatorio prima di per- vi (44) (v. infra).
correre la via arbitrale, come afferma chiaramente, in at- Dalla suddetta attribuzione della competenza giurisdi-
tuazione di quanto previsto negli artt. 412 ter e quater zionale al Tribunale ordinario deriva il convincimento,
c.p.c., l’art. 4 del contratto collettivo nazionale quadro da ultimo supportato anche dalle Sezioni unite (45),
(Ccnq) 23 gennaio 2001 in materia di procedure di con- che il conferimento dell’incarico dirigenziale sia un atto
ciliazione e arbitrato nella Pubblica amministrazione, privatistico di gestione del rapporto di lavoro e non già
rinnovato con successivo accordo del 24 luglio 2003. un atto amministrativo. Non ha attecchito in giurispru-
Una volta ottenuto il procedimento di urgenza, il ricor-
rente ha, secondo le regole generali, trenta giorni per
iniziare la causa di merito (art. 669 octies, comma 1, N ote:
c.p.c.), secondo il rito del lavoro. Per stabilire da quan- (37) Cfr. Pret. Ferrara 27 aprile 1998, in Giust. civ., 1998, I, 23; Pret. Roma 17 novembre
do decorra tale termine nelle controversie intentate da 1998, ivi, 1999, I, 295; Pret. Milano 5 febbraio 1999, in Riv. crit. dir. lav., 1999, 365; Pret.
pubblici dipendenti, occorre però riferirsi alla specifica Brescia 22 febbraio 1999, in Guist. civ., 1999, I, 2544. Contra Pret. Terni 20 marzo 1999, in
norma contenuta nel quarto comma dell’art. 669 octies Foro it., 1999, I, 2137; Pret. Parma 5 agosto 1999, in Lav. giur., 2000, 456.
c.p.c., secondo il quale «in caso di controversie di lavo- (38) Corte cost. 13 luglio 2000, n. 276, cit..
ro dei dipendenti delle P.A. il termine decorre dal mo-
(39) Pret. Milano 30 aprile 1999, in Lav. giur., 1999, 853.
mento in cui la domanda giudiziale è divenuta procedi-
bile, o, in caso di mancata presentazione della richiesta (40) In tal senso Pret. Firenze 24 luglio 1999, in Lav. giur., 2000, 377; Pret. Cosenza 12
di espletamento del tentativo di conciliazione, decorsi maggio 1999, in Giust. civ., 1999, I, 2543.
trenta giorni» (39). Da tale formulazione par di capire (41) Sull’argomento, in generale, Navilli, La dirigenza pubblica nella giurisprudenza (1999-
che, per i ricorsi in via di urgenza, la presentazione del- 2004), in La dirigenza nelle pubbliche amministrazioni, a cura di F. Carinci e S. Mainardi,
la richiesta di tentativo di conciliazione non sia comun- Milano, 2005, t. I, 747; Tiscini, Sub art. 29 D.Lgs. n. 80/1998, in Dell’Olio - Sassani (a cura
que obbligatoria, né prima né dopo la presentazione del di), Amministrazioni pubbliche, lavoro, processo, Milano, 2000, 312. Nel senso della sussi-
ricorso giurisdizionale. stenza della giurisdizione del giudice ordinario in materia di conferimento dell’incarico
Tale tesi è suffragata dalla modifica del procedimento ad un dirigente sanitario, cfr. Cass. sez. un. 11 giugno 2001, n. 7859; Trib. Trento, 11 mag-
gio 2001, in Lpa, 2001, 876. Contra, in dottrina, D’Orta, Il potere organizzativo delle pub-
cautelare introdotta con la legge n. 80/2005, secondo bliche amministrazioni tra diritto pubblico e diritto privato, ne Il lavoro alle dipendenze delle
la quale l’instaurazione della causa di merito non è ne- amministrazioni pubbliche, Commentario diretto da F. Carinci e D’Antona, Milano,
cessaria qualora il provvedimento cautelare sia idoneo 2000, 146; Torchia, La responsabilità dirigenziale, Padova, 2000, 42; Trib. Trani, 7 settem-
ad anticipare gli effetti della sentenza di merito (art. bre 2000, in Lpa, 2001, 674 (riformata però in sede di reclamo da Trib. Trani, 31 ottobre
669 octies, comma 6, c.p.c.). 2000, ibidem); C. Conti, 3 giugno 1999, n. 39, in Lpa, 1999, n. 5, 927.
Anche in relazione al procedimento per la repressione (42) Corte Cost. 23 luglio 2001, n. 275, in Guida lav., 2001, 44, 12
della condotta antisindacale di cui all’art. 28 Stat.
lav., secondo la giurisprudenza, il previo tentativo di (43) Secondo Corte cost. 16 maggio 2002, n. 193, in Guida dir., 2002, 31, 98, è illegittimo
il provvedimento di licenziamento del dirigente incapace che sia stato adottato senza pas-
conciliazione non è obbligatorio, stante la natura pecu- sare previamente per il collocamento a disposizione.
liare del procedimento in questione che lo rende assimi-
labile ai ricorsi d’urgenza (40). (44) Osserva Boscati, Valutazione dei risultati. Responsabilità dirigenziali, in Il lavoro alle di-
pendenze delle amministrazioni pubbliche, Commentario diretto da F. Carinci e D’Antona,
cit., che la responsabilità dirigenziale è una forma di responsabilità oggettiva che prescinde
Contenzioso in materia dall’inadempimento e dalla valutazione dell’elemento psicologico dell’agente (p. 854). Se-
condo altra dottrina, in questo caso vi sarebbe un «accertamento oggettivo del presup-
di incarichi dirigenziali posto della responsabilità, che denota, in definitiva, una obiettiva inidoneità del dirigente
all’espletamento dell’incarico conferitogli» (Lanotte, Il licenziamento del dirigente pubblico,
G iurisdizione Giappichelli, Torino, 2003, 111).
Altro tema di grande attualità in materia di contenzioso (45) Cass. 20 marzo 2004, n. 5659, in Lpa, 2004, 153, con nota di Boscati.

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 IX


denza la (pur suggestiva) tesi desumibile da una circo- Se infatti «all’autorità giudiziaria non è consentito in-
lare interpretativa del Dipartimento della funzione pub- gerirsi nella scelta dei criteri di selezione per evitare le-
blica del 31 luglio 2002 (46), che parla esplicitamente sioni della libertà di iniziativa economica», tale possibi-
di «provvedimento» in relazione al conferimento del- lità sussiste qualora «l’esercizio di tale potere non sia
l’incarico dirigenziale (cui accede comunque un con- rispettoso dei canoni legali di correttezza e buona fede,
tratto privatistico finalizzato alla determinazione del o sia affetto da manifesta inadeguatezza o irragionevo-
trattamento economico: art. 19, comma 2, D.Lgs. n. lezza, quando cioè il comportamento del datore di lavo-
165/2001), evidenziando cosı̀ una propensione per la ro sia manifestamente arbitrario» (55), trasmodando
natura amministrativa dell’atto di incarico. cosı̀ nel vizio di eccesso di potere, rilevante non solo
come vizio dell’atto amministrativo ma anche nel rap-
D irit t o all’incarico dirigen ziale porto di lavoro pubblico «privatizzato» (56).
Fermo restando il diritto del dirigente al conferimento
di un incarico, ribadito anche dai contratti collettivi del- Illegit ti m ità del pr ovvedi m ent o
le aree dirigenziali (v. ad esempio art. 20, comma 1 del di confe ri m ent o dell’incarico:
Ccnl Area I 21 aprile 2006), la giurisprudenza ha vice- la tut ela ripristinat o ria
versa negato la sussistenza del diritto del dirigente ad In alcuni - anche se rari - casi, la giurisprudenza ricono-
una specifica sede di servizio, «per la semplice ragione sce al dirigente che non abbia ottenuto il rinnovo del-
che al conferimento di un ufficio in tale sede egli non l’incarico dirigenziale alla scadenza una tutela ‘‘forte’’,
ha affatto diritto» (47). consistente nella condanna dell’amministrazione a con-
L’interessato ha però un interesse qualificato a che ferire un incarico equivalente (57) o addirittura lo stesso
l’amministrazione, in sede di conferimento dell’incari- incarico precedentemente ricoperto (58). E ciò avviene
co, osservi le regole di trasparenza e imparzialità che nonostante l’art. 19, comma 1, D.Lgs. n. 165/2001
le competono. In particolare, l’art. 19, comma 1 del
escluda espressamente l’applicabilità, in materia, del-
D.Lgs. n. 165/2001 (e ancor prima gli artt. 109 e 110
l’art. 2103 cod. civ. sul mutamento di mansioni (59).
del D.Lgs. n. 267/2000 relativo agli enti locali), ripreso
dai contratti collettivi delle aree dirigenziali, impone al- Per altro verso si è più correttamente affermato che im-
l’amministrazione, per evidenti ragioni di imparzialità, porre all’amministrazione il rinnovo del medesimo in-
di predeterminare i criteri di attribuzione degli incarichi carico allo stesso dirigente significherebbe ledere la di-
dirigenziali (48). Alla predeterminazione dei criteri de- screzionalità dell’amministrazione (60). Inoltre, specie
ve far seguito, all’atto del conferimento dei singoli in-
carichi, un comportamento coerente da parte dell’am- N ote:
ministrazione in sede di assegnazione (49). (46) Pubblicata nella G.U. n. 182 del 5 agosto 2002.
Esiste dunque un obbligo a contenuto positivo, dettato
da «elementari ragioni di trasparenza amministrati- (47) Trib. Bari, 3 luglio 1999, in Lpa, 1999, 1072.
va» (50), di motivare le ragioni del conferimento di (48) In giurisprudenza Trib. Trento, 11 maggio 2001, cit.; Trib. Bari 14 marzo 2003, in
un determinato incarico. Minoritaria, anche se interes- Giust. civ., 2004, I, 1850; Trib. S. Angelo dei Lombardi, 4 luglio 2000, in Lpa, 2001,
sante, è rimasta la tesi secondo la quale la natura priva- 244; in dottrina Boscati-Mainardi-Talamo, Conferimento e revoca degli incarichi dirigenziali.
tistica dell’atto di conferimento dell’incarico dirigen- Spoil system, in La dirigenza nelle pubbliche amministrazioni, a cura di F. Carinci e S. Mai-
nardi, Milano, 2005, t. I, 148; Angiello, La valutazione dei dirigenti pubblici. Profili giuridici,
ziale comporterebbe il «totale esonero dall’obbligo di Milano, 2001, 94 ss.
motivazione in virtù del principio di irrilevanza dei mo-
tivi del negozio giuridico» (51). (49) Trib. Belluno, 22 maggio 2002, in Lpa, 2002, 1159.
(50) Cosı̀ Trib. Napoli, 10 dicembre 1999, in Lpa, 2001, 254.
F iduciarie tà dell’incarico (51) Trib. Enna, 16 agosto 2004, in Lpa, 2004, 942.
e discr e zionalità dell’a m m inist ra zione
(52) In giurisprudenza Cass. S.U. 12 giugno 2006, n. 13538; Tar Abruzzo - L’Aquila, 26
Fermo restando l’obbligo di motivazione, l’incarico di-
novembre 2005, n. 1198, in Foro amm. 2005, 11, 3647; Trib. Taranto, 16 giugno 2003,
rigenziale conferito dall’amministrazione si basa co- in Lpa, 2003, 991; Trib. Vicenza, 23 agosto 1999, ivi, 2000, 625. Sulla illegittimità costitu-
munque sull’intuitus personae e cioè sulla fiduciarietà, zionale del sistema di spoils system introdotto dalla legge n. 145/2002 v. però Corte cost.
ed è quindi sottratto all’ambito di operatività delle pro- 23 marzo 2007, n. 103, in Lav. giur., 2007, 8, 769.
cedure ad evidenza pubblica (52). Tuttavia il potere di (53) Cfr. Lanotte, Il licenziamento del dirigente pubblico, cit., 74; Matteini, Commento agli
scelta dei dirigenti per l’amministrazione non è libero artt. 13-29, in Diritto del lavoro, vol. III - Il lavoro pubblico, a cura di L. Fiorillo, Milano,
come quello dell’imprenditore privato, ma è vincolato 2004, 198.
al rispetto dei principi di imparzialità e buon andamen-
(54) Cass. 22 febbraio 2006, n. 3880, in Aran Newsletter, 2007, 2, 45.
to di cui all’art. 97 Cost.. In questo ambito, infatti, «la
fiducia non va intesa come affinità di idee personali e (55) In tal senso Trib. Forlı̀, 15 ottobre 2004, in Lpa, 2004, 1171.
politiche, bensı̀ come positivo apprezzamento delle ca- (56) Pret. Genova, 22 marzo 1999, in Lpa, 2000, 155.
pacità tecnico-professionali, in ordine al raggiungimen- (57) Cfr. ad esempio Trib. Udine, ord. 22 luglio 2004, D. c. Provincia di Udine, inedita.
to di specifici obiettivi» (53).
Ne consegue che il giudice deve accertare se gli atti di (58) Trib. Parma, ord. 29 dicembre 2004, in Lpa., 2005, 187; Trib. Napoli, 20 giugno
conferimento e revoca di incarichi siano conformi ai 2000, in Foro it., 2001, I, 718. Contra Trib. Potenza, 29 dicembre 1999, n. 18908, in Guida
dir., 2000, 5, 68.
principi di buona fede e correttezza (54), e in caso con-
trario adottare i provvedimenti conseguenti a tutela del- (59) Cass. 22 dicembre 2004, n. 23760.
la posizione del dirigente (infra, i due paragrafi sottori- (60) Trib. Vicenza, 23 agosto 1999, in Lpa, 2000, 625; Trib. Cosenza, 25 febbraio 2002 e
portati). Trib. Ravenna, 28 novembre 2001, ivi, 2002, 1216.

X INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007


nell’ipotesi di conferimento di incarichi mediante valu- Da ultimo la Corte di Cassazione, a Sezioni unite, ha
tazione comparativa, il giudice non può «essere chia- ribadito con decisione quest’ultimo convincimento, in
mato a fare una valutazione al posto di altri sulla scelta una fattispecie riguardante il demansionamento nel la-
del maggiore candidato per la carica in oggetto» (61), voro privato ma senz’altro adattabile a tutte le ipotesi
anche perché non si tratta di una valutazione di tipo consimili, ivi compreso il mancato rinnovo di un inca-
comparativo (62). rico dirigenziale equivalente (66). La Corte ha afferma-
In proposito non può essere invocato l’art. 63, comma to in particolare che il danno esistenziale, inteso come
2, D.Lgs. n. 165/2001 che, come si è in precedenza ri- pregiudizio arrecato al «fare areddituale del soggetto»,
cordato, conferisce al giudice del lavoro il potere di lungi dall’essere presunto, «va dimostrato in giudizio»
emanare, nei confronti dell’amministrazione, una sen- da parte del lavoratore «con tutti i mezzi consentiti dal-
tenza costitutiva, quando ciò sia necessario «in relazio- l’ordinamento».
ne alla natura dei diritti tutelati». Tale previsione si ri- Dunque nessuno spazio viene lasciato ad una ipotetica
ferisce infatti alla costituzione di un rapporto di lavoro presunzione di danno derivante dal solo fatto del de-
con l’amministrazione nei casi in cui, stante una palese mansionamento.
violazione di legge, sussista un vero e proprio diritto al-
l’assunzione: diverso è invece il caso del mancato con-
ferimento dell’incarico dirigenziale, per il quale come Controversie sulla risoluzione
si è detto sussiste un margine - sia pure ‘‘temperato’’ del rapporto di lavoro
dall’obbligo di motivazione - di discrezionalità in capo
all’amministrazione procedente. Licen zia m ent o del dipendent e in pr ova
Alcuni profili di specialità, rispetto al lavoro nell’im-
Risarci m ent o del danno presa privata, emergono dalla disciplina del recesso
L’orientamento della giurisprudenza di merito, ricorda- dell’amministrazione dal rapporto di lavoro. Uno di es-
to al paragrafo precedente, è stato smentito da un’im- si riguarda il licenziamento del dipendente pubblico du-
portante decisione della Suprema Corte (63), secondo rante il periodo di prova.
la quale, in caso di mancato conferimento (o rinnovo) I contratti collettivi di comparto prevedono infatti che
dell’incarico dirigenziale, l’interessato non ha diritto nel lavoro pubblico, a differenza di quanto avviene in
al ripristino ma è soltanto «legittimato a dedurre la le- ambito privatistico, il recesso dell’amministrazione
sione dell’aspettativa quale fonte di danno». debba essere motivato (cfr. ad esempio art. 14 bis Ccnl
Anche tra i giudici di merito non mancano peraltro de- Regioni - autonomie locali 6 luglio 1995). Si tratta cer-
cisioni propense a riconoscere al dirigente spostato ad tamente di una particolarità, pur se la giurisprudenza si
altre mansioni, o pretermesso nell’assegnazione di un è premurata di specificare che l’obbligo di motivazione
incarico dirigenziale, non già il diritto alla restituito non implica la sussistenza di una giusta causa o di un
in integrum, bensı̀ soltanto il diritto al risarcimento giustificato motivo di recesso, avendo unicamente la
per lesione di immagine e professionalità. L’eventuale funzione di agevolare il dipendente nella prova di un
risarcimento, tuttavia, non va individuato nella misura eventuale motivo discriminatorio o illecito (67).
del trattamento economico che sarebbe spettato in caso
di nomina, bensı̀, appunto, nel ristoro per la perdita di
chances professionali (64). N ote:
Un orientamento giurisprudenziale ritiene poi sussi- (61) Cass. 23 marzo 2005, n. 6217, in Giust. civ., 2005, I, 2609; Trib. Napoli, 10 dicembre
stente il danno in re ipsa nel solo fatto del «demansio- 1999, in Lpa, 2002, 1150.
namento», osservando che «non di solo pane (id est re- (62) Tar Abruzzo - L’Aquila, 26 novembre 2005, n. 1198, cit..
tribuzione) vive e si caratterizza il ruolo dirigenziale ma (63) Cass. 20 marzo 2004, n. 5659, cit.
anche di altri beni, meno materiali ma forse ugualmente
rilevanti», e cioè l’immagine e la professionalità. La le- (64) Trib. Parma, 14 aprile 2006, in Lav. giur., n. 1/2007, 71; Tar Calabria - Catanzaro, 28
sione della professionalità, in particolare, risiederebbe agosto 2006, in Lpa, 2006, 949.
nel fatto che le mansioni dirigenziali «appaiono neces- (65) Trib. Benevento, 23 gennaio 2001, in Lpa, 2001, 382. Per una rassegna in argomento
sitare di un continuo aggiornamento». Invece, quanto cfr. Leanza-Paratore, I provvedimenti d’urgenza nel processo del lavoro, Milano 2000, 184 ss.
all’immagine, la mancata conferma dell’incarico, spe- (66) Cass. S.U. 24 marzo 2006, n. 6572, in Mass. giur. lav., 2006, 478.
cie in realtà locali, sarebbe in grado di suscitare, nel- (67) Cfr. Trib. Lodi, 3 luglio 2001, in D&L, 2001, 947; Pret. Venezia, 15 maggio 1999, in
l’ambiente di lavoro e di vita, l’impressione di «un so- Lpa, 2000, 632, con nota di Salomone, Sull’obbligo della pubblica amministrazione di mo-
stanziale, anche se implicito, carattere sanzionatorio». tivare il recesso dal rapporto di lavoro; in dottrina, in senso sostanzialmente conforme, No-
Tuttavia, soprattutto nel caso di ricorso alla tutela d’ur- gler, Periodo di prova - tempo determinato - tempo parziale, in I contratti collettivi di compar-
genza - per la quale diviene essenziale riscontrare il re- to. Commentario a cura di F. Carinci, t. I, Milano, 1997, 267, il quale osserva che in caso di
quisito, oltre che del fumus boni iuris, anche del peri- accertata illegittimità del recesso sussiste (unicamente) il diritto del lavoratore a prosegui-
culum in mora – si è osservato che «per quanto concer- re la prova per il numero dei giorni non ancora decorsi (v. Cass. 12 marzo 1999, n. 2228,
ne l’eventuale lesione all’immagine, è necessario indi- in Corr. giur., 2000, 340.
Per quanto attiene al lavoro privato v. di recente Cass. 13 settembre 2006, n. 19558, se-
viduare in concreto il periculum, poiché, di per sé, lo
condo la quale il licenziamento intimato nel corso o al termine del periodo di prova,
spostamento da un incarico a un altro non implica in al- avendo natura discrezionale, non deve essere motivato, salvo che la motivazione sia im-
cun modo lesione della dignità del lavoratore, non po- posta, a tutela del lavoratore, dalla contrattazione collettiva; tuttavia, in nessun caso lo
tendosi ritenere detto spostamento necessariamente pu- stesso obbligo di motivazione può comportare la configurabilità dell’onere del datore
nitivo e significativo di comportamenti riprovevo- di lavoro di provare la giustificazione del proprio recesso dal rapporto di lavoro in prova,
li» (65). in quanto ne risulterebbe la omologazione integrale al rapporto di lavoro definitivo.

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 XI


In questo senso, le ricordate previsioni contrattuali sa- il rispetto del principio del contraddittorio, mediante la
rebbero in linea con quanto affermato dalla Corte costi- contestazione degli addebiti e la convocazione per la
tuzionale per il lavoro privato, e cioè che, fermo restan- difesa del dipendente (art. 27, comma 3, Ccnl; art.
do il principio della libera recedibilità durante la prova, 55, comma 5 D.Lgs. n. 165/2001) (72).
ex art. 2096 cod. civ., anche da parte datoriale, tuttavia L’art. 55, comma 4, D.Lgs. n. 165/2001 prevede, co-
«la discrezionalità incontra dei limiti, nel senso che il m’è noto, che ciascuna amministrazione debba indivi-
lavoratore può contestare la legittimità del licenziamen- duare l’ufficio competente per i procedimenti discipli-
to quando risulti che non è stata consentita, per la ina- nari, il quale, su segnalazione del capo della struttura
deguatezza della durata dell’esperimento o per altri mo- nella quale il dipendente lavora, contesta l’addebito,
tivi, quella verifica del suo comportamento e delle sue istruisce il procedimento ed applica la sanzione. Secon-
qualità professionali alle quali il patto di prova è preor- do la giurisprudenza, l’individuazione dell’ufficio com-
dinato. Il prestatore di lavoro può, quindi, dedurre la petente non solo è necessaria, a pena di invalidità della
nullità del licenziamento, se dimostri il positivo supera- sanzione applicata, ma deve preesistere rispetto al mo-
mento dell’esperimento e l’imputabilità del licenzia- mento in cui la sanzione è stata irrogata.
mento medesimo ad un motivo illecito» (68). La Suprema Corte ha affermato, in proposito, che l’uf-
Una questione interessante riguarda la legittimità di un ficio per i procedimenti disciplinari deve essere indivi-
licenziamento in prova intimato al dipendente che (co- duato dall’ente non solo prima, ma «scilicet, a prescin-
me frequentemente può accadere) abbia già prestato dere, e comunque, anteriormente rispetto ad uno speci-
servizio presso la medesima amministrazione con una fico procedimento disciplinare» (73). Inoltre l’ufficio
tipologia contrattuale «flessibile» (contratto a termine, cosı̀ individuato deve espletare tutte le fasi della proce-
ma anche, ad esempio, nell’ambito di una collaborazio- dura, anche in questo caso a pena di nullità della misura
ne coordinata e continuativa). In questo caso ci si può disciplinare per contrasto con la norma imperativa di
chiedere se il precedente superamento di un periodo di cui all’art. 55, D.Lgs. n. 165/2001 (74). Sempre secon-
prova presso lo stesso ente, sia pure nell’ambito di un do la giurisprudenza, poi, non vi è alcuna norma in ba-
rapporto di lavoro non ‘‘stabile’’, non contrasti irrime- se alla quale «dell’ufficio provvedimenti disciplinari
diabilmente con la successiva manifestazione di volon- debbano far parte dipendenti con qualifica almeno pari
tà dell’amministrazione di recedere durante la prova, a quella degli incolpati, né esiste un principio secondo
motivata con l’incapacità a svolgere le mansioni pro- il quale soltanto siffatta composizione sarebbe idonea
prie della qualifica. ad attuare il principio di imparzialità dell’amministra-
In proposito si è pronunciato il Tribunale di Modena zione» (75).
con una recente decisione (69) secondo la quale, posto Una volta applicata la sanzione, entro i termini massimi
che il recesso dal lavoro in prova esercitato dalla P.A., eventualmente stabiliti dal contratto collettivo (76), il
fatto salvo il motivo illecito, costituisce esercizio di un dipendente ha la possibilità di impugnarla innanzi al
potere discrezionale datoriale, rimane irrilevante il su- giudice del lavoro ovvero innanzi al Collegio arbitrale
peramento del periodo di prova nell’ambito di un pre- interno all’amministrazione (art. 55, comma 7, D.Lgs.
gresso rapporto di lavoro a termine con la medesima n. 165/2001) ovvero ancora innanzi all’arbitro unico
amministrazione. previsto dal contratto collettivo nazionale quadro 23
Questa sentenza si colloca sostanzialmente in linea con gennaio 2001 in materia di procedure di conciliazione
l’orientamento giurisprudenziale sopra ricordato, che, e arbitrato nella pubblica amministrazione, rinnovato
come detto, tende a non sopravvalutare le norme conte- con successivo accordo del 24 luglio 2003.
nute nei contratti collettivi di comparto che impongono
all’amministrazione di motivare l’atto di recesso.

Licenziamento disciplinare N ote:


Altro profilo di notevole interesse riguarda l’ipotesi del (68) Corte cost. 22 dicembre 1980, n. 189.
licenziamento disciplinare.
L’amministrazione che intenda intimare al dipendente (69) Trib. Modena, 28 settembre 2005, in Lpa, 2007, 260.
un licenziamento per ragioni disciplinari deve osserva- (70) Cass. 5 febbraio 2004, n. 2168, in Mass. giur. lav., 2004, 7, 528; Trib. Genova, 16
re la procedura prevista dai contratti collettivi, nonché luglio 2000, in Lpa, 2001, 443.
dall’art. 55 D.Lgs. n. 165/2001 in materia di sanzioni (71) V. ancora Trib. Genova, ord. 16 luglio 2000, cit.; in senso conforme, con riferimento
disciplinari (70). al personale della scuola, Cass. 8 gennaio 2007, n. 56, in Dir. prat. lav., 2007, 34, 2113.
Ciò comporta in primo luogo, come nel lavoro privato, (72) Sulla contestazione degli addebiti cfr. Cass. 11 ottobre 2005, n. 19743, in Lpa, 2006,
l’obbligo di preventiva affissione del codice disciplina- 180.
re in luogo accessibile a tutti i lavoratori (art. 7, comma
(73) Cass. 5 febbraio 2004, n. 2168, cit.
1, legge n. 300/1970, richiamato dall’art. 55, comma 2,
D.Lgs. n. 165/2001). Il dovere in questione, per la ve- (74) Cfr. Cass. 5 febbraio 2004, n. 2168, cit.; Coll. Arbitr. Ravenna, 25 settembre 1998, in
rità, viene prevalentemente escluso dalla giurispruden- Lav. giur., 1999, 371; in dottrina Miscione, Sanzioni disciplinari e responsabilità, in Il lavoro alle
za (cosı̀ come per i dipendenti privati), allorché la vio- dipendenze delle amministrazioni pubbliche. Commentario dir. da F. Carinci e M. D’Antona,
cit., t. II, 1707.
lazione posta in essere costituisca infrazione a doveri
direttamente nascenti dalla legge, tra i quali rientra an- (75) Cass. 3 giugno 2004, n. 10600.
che l’obbligo di collaborazione con il datore di lavoro (76) Cfr. Cass. S.U. 2 marzo 2006, n. 4591, in Aran Newsletter, 2007, 1, 42; Cass. 2 marzo
ex art. 2104 cod. civ. (71). Inoltre la procedura postula 2006, n. 4605, in Lpa, 2006, 177.

XII INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007


Licen zia m ent o pe r r esponsabilità dirigen ziale zione sarebbe costituita dall’ipotesi del licenziamento
Per quanto riguarda in particolare il dirigente, il licen- del dirigente pubblico, per il quale, come nel lavoro
ziamento è l’unica sanzione disciplinare applicabile. privato, manca un regime legale di stabilità (79). Tutta-
Ciò è confermato ad esempio dal Ccnl dirigenti enti lo- via la più recente giurisprudenza di legittimità si è
cali (area II) che esclude sanzioni disciplinari conserva- orientata diversamente, ritenendo applicabile l’art. 18
tive (art. 27, comma 5 Ccnl 10 aprile 1996). dello Statuto dei lavoratori sulla base della considera-
Per tali figure sussiste peraltro una netta differenza tra zione che «la disciplina del recesso dal rapporto di la-
responsabilità dirigenziale (art. 21, D.Lgs. n. 165/2001) voro del dirigente pubblico segue i canoni del rapporto
e responsabilità disciplinare, e quindi tra i due tipi di di lavoro dei dipendenti privati con qualifica impiega-
licenziamento. tizia» (80).
Vi sono molteplici indicazioni legali e contrattuali in tal Pertanto, secondo questo più recente indirizzo, anche al
senso. dirigente pubblico, in caso di riconosciuta illegittimità
La contrattazione collettiva per gli enti locali (art. 27, del licenziamento (tanto disciplinare come per respon-
comma 4 Ccnl 10 aprile 1996) mostra, ad esempio, sabilità dirigenziale) spetta la reintegrazione nel posto
che il licenziamento per responsabilità dirigenziale de- di lavoro, nonostante il carattere di fiduciarietà che, co-
ve ritenersi un recesso per obiettiva incapacità di rag- me si è detto, caratterizza il rapporto di lavoro dirigen-
giungere gli obiettivi prefissati e non già per ragioni ziale. Non vi sono invece accenni al diritto alla reinte-
puramente disciplinari. In sostanza, si tratta di un licen- grazione nella contrattazione collettiva; una previsione
ziamento per giustificato motivo oggettivo, secondo la transitoria sul ripristino del rapporto in caso di illegitti-
definizione contenuta nell’art. 3 della legge n. 604/ mità del licenziamento per i dirigenti degli enti locali
1966 in tema di licenziamenti individuali, applicabile (art. 30, comma 15, Ccnl 10 aprile 1996) è stata alla fi-
all’impiego pubblico in virtù della clausola generale ne soppressa (v. l’art. 18 del Ccnl 23 dicembre 1999).
contenuta nell’art. 2, comma 2 del D.Lgs. n. 165/ Il diritto alla reintegra ex art. 18 dello Statuto, introdot-
2001. Ma anche l’art. 21, D.Lgs. n. 165/2001, al mo- to in via giurisprudenziale, è destinato quindi - a quanto
mento di regolamentare le ipotesi di responsabilità diri- pare - a superare, di fatto, la tutela meramente economi-
genziale, lascia espressamente «ferma l’eventuale re- ca prevista dai Ccnl di area dirigenziale. Resta ferma in
sponsabilità disciplinare secondo la disciplina contenu- ogni caso la reintegrazione del dirigente nel caso di li-
ta nel contratto collettivo» (comma 1). cenziamento discriminatorio, per ragioni politiche, raz-
A livello contrattuale, ad esempio, il Ccnl per la diri- ziali, di opinione e simili, in base all’art. 15, legge n.
genza dell’area II del 10 aprile 1996, all’art. 30 esclude, 300/1970 ed all’art. 3, comma 2 legge n. 108/1990,
in caso di recesso dell’amministrazione a seguito di va- da ritenersi estesi anche al lavoro pubblico in virtù del-
lutazione gravemente negativa, la possibilità per il diri- l’art. 2, comma 2 D.Lgs. n. 165/2001.
gente di proporre ricorso al collegio arbitrale in materia
di sanzioni disciplinari, riservando tale possibilità al li- Risolu zione del cont rat t o individuale
cenziamento disciplinare di cui all’art. 27, commi 1, 2 e di lavo r o pe r invalidità
3 del contratto medesimo. dell’at t o a m m inist rativo pr esuppost o
Viceversa, solo per i provvedimenti adottati nell’ambi- La giurisprudenza si è talora occupata della risoluzione
to della responsabilità dirigenziale è previsto il parere del contratto individuale di lavoro del pubblico dipen-
del comitato di garanti di cui all’art. 22, D.Lgs. n. dente conseguente all’invalidità della procedura seletti-
165/2001 (77).
va che ne costituisce il presupposto. Tale orientamento
Infine non si applica al licenziamento per responsabilità
si fonda su di una norma, presente in tutti i comparti di
dirigenziale la procedura di contestazione delle sanzio-
contrattazione collettiva sin dalla prima tornata nego-
ni disciplinari (contestazione degli addebiti, termine a
difesa), anche se è comunque previsto il contraddittorio ziale (1994-97), secondo la quale è condizione risoluti-
con il dirigente, secondo modalità da disciplinarsi a li- va del contratto individuale di lavoro, senza obbligo di
vello di singolo ente (v. art. 23 bis, comma 1 Ccnl 10
aprile 1996 per l’Area II). N ote:
(77) Si v. ad esempio l’art. 15 del Ccnl area II del 23 dicembre 1999, che richiama l’in-
C onseguen z e dell’illegit ti m ità tervento del comitato dei garanti limitatamente ai provvedimenti da adottarsi in sede
del licen zia m ent o di valutazione negativa dell’operato del dirigente; in giurisprudenza Cass. 20 febbraio
In caso di accertata invalidità del licenziamento del 2007, n. 3929, in Mass. giur. lav., 2007, 481; App. Firenze, 31 gennaio 2006, in Lpa,
pubblico dipendente si fa luogo all’applicazione della 2006, 1, 63.
c.d. stabilità reale di cui all’art. 18 della legge n. 300/ (78) Cfr. M.T. Carinci, L’estensione dello Statuto dei lavoratori, in Il lavoro alle dipendenze
1970 (Statuto dei lavoratori), che la legge dichiara, co- delle amministrazioni pubbliche. Commentario dir. da F. Carinci e M. D’Antona, cit., t. II,
m’è noto, applicabile alle pubbliche amministrazioni a 1505.
prescindere dal numero dei dipendenti (art. 51, comma (79) Trib. Firenze, 15 gennaio 2004, in Lpa, 2004, 194; in dottrina Boscati, Mainardi, Ta-
2, D.Lgs. n. 165/2001). lamo, L’estinzione del rapporto, in La dirigenza nelle pubbliche amministrazioni, a cura di F.
In proposito si è anzi ribadito che nel pubblico impiego Carinci e S. Mainardi, cit., t. I, 278. Ma per un revirement giurisprudenziale nel senso del-
privatizzato, per effetto della norma generale di cui so- l’applicabilità della procedura disciplinare al licenziamento del dirigente dell’impresa priva-
pra, la tutela reale ha acquisito una maggiore estensione ta, v. Cass. 30 marzo 2007, n. 7880, in Mass. giur. lav., 2007, 453.
rispetto al settore privato, in considerazione della sud- (80) Cass. 1 febbraio 2007, n. 2233, in Lav. giur., 2007, 9, 895, con nota di Menghini; in
detta esclusione da ogni limite dimensionale (78). argomento v. inoltre Timellini, Licenziamento illegittimo del dirigente pubblico, in Dir. prat.
Secondo una parte della giurisprudenza, l’unica ecce- lav., 2007, 19 (inserto), III.

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 XIII


preavviso, l’annullamento della procedura di recluta- 2, comma 2, D.Lgs. n. 165/2001, secondo il quale
mento che ne costituisce il presupposto (v. ad esempio «eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto,
art. 14, comma 3 Ccnl Regioni-autonomie locali 6 lu- che introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui
glio 1995). applicabilità sia limitata ai dipendenti delle amministra-
È stato precisato dalla giurisprudenza che «la condizio- zioni pubbliche, o a categorie di essi, possono essere
ne risolutiva determina il venir meno ex tunc del vinco- derogate da successivi contratti collettivi e, per la parte
lo contrattuale anche nell’ipotesi di annullamento, in derogata, non sono ulteriormente applicabili, salvo che
via di autotutela, della graduatoria per l’avviamento de- la legge non disponga espressamente in senso contra-
gli iscritti nelle liste di collocamento» (art. 35, lett. b), rio». Infatti la deroga ad opera del Ccnl di comparto
D.Lgs. n. 156/2001). Infatti «anche in tali fattispecie 22 gennaio 2004, che come si è visto ha consentito
l’imparzialità ed il buon andamento della pubblica am- una diversa disciplina a livello regolamentare, non vale
ministrazione esigono che sia assunto colui che effetti- nella fattispecie, proprio perché l’art. 6 della legge n.
vamente ne avrebbe avuto diritto» (81). Resta ferma, 407/1990 non è norma limitata ai «dipendenti delle am-
come concordemente riconosciuto, l’applicazione del- ministrazioni pubbliche o a categorie di essi», bensı̀
l’art. 2126 cod. civ. in tema di conseguenze economi- estesa anche ai lavoratori del settore privato.
che della prestazione di fatto di attività lavorativa in Per completezza va infine ricordato il diverso istituto
violazione di legge. dell’opzione per la prosecuzione del servizio oltre il
La risoluzione del contratto di lavoro posta in essere in 65º anno di età, previsto dall’art. 16, D.Lgs. n. 503/
questo caso costituisce dunque non già un licenziamen- 1992. Si tratta appunto della facoltà, per i pubblici dipen-
to (con tutto quel che ne consegue in termini di impu- denti, di permanere in servizio per un biennio oltre i li-
gnazione), bensı̀ un «atto dovuto» a seguito dell’annul- miti di età per il collocamento in pensione previsti in via
lamento del presupposto che sta a monte dell’atto nego- normale per ogni determinata categoria di persona-
ziale. le (82). La norma è stata modificata dal D.L. n. 223/
2006 (c.d. decreto Bersani), convertito dalla legge n.
Risolu zione pe r raggiungi m ent o dell’an zianità
248/2006, il quale ha soppresso la possibilità di richiede-
m assi m a di se rvizio e l’op zione
re la prosecuzione del servizio da 67 a 70 anni di età per
pe r la pr osecu zione del rappo r t o di lavo r o
coloro la cui domanda non fosse stata accolta ed autoriz-
Una recente ordinanza del Tribunale di Belluno (inedi- zata prima dell’entrata in vigore del decreto medesimo.
ta), resa in data 21 febbraio 2007 nell’ambito di un pro- Anche prima dell’intervento normativo, comunque, la
cedimento cautelare, ha affrontato l’interessante que- facoltà di proseguire il servizio sino al 70º anno era su-
stione relativa alla possibilità, per l’amministrazione bordinata all’esercizio di un potere discrezionale di
di appartenenza (nella specie, un Comune), di collocare autorizzazione da parte dell’amministrazione di appar-
a riposo d’ufficio il pubblico dipendente che abbia rag- tenenza (83).
giunto l’anzianità massima di servizio (40 anni).
Per quanto riguarda il comparto Regioni - autonomie Risolu zione consensuale
locali, del quale si discuteva, viene in considerazione In linea generale, la risoluzione consensuale (84) del
il Ccnl 22 gennaio 2004, il quale prevede che la cessa-
zione del rapporto di lavoro possa avvenire «al rag-
giungimento del limite massimo di età o al raggiungi- N ote:
mento dell’anzianità massima di servizio, qualora tale (81) Trib. Modena, 26 novembre 2003, in Guida al p.i. locale, 2004, 2, 55.
seconda ipotesi sia espressamente prevista, come obbli-
(82) Cons. Stato, IV, 21 febbraio 2005, n. 573; ancor prima Corte cost., 13 giugno 2000,
gatoria, da fonti legislative o regolamentari applicabili n. 195, ord., richiamata da Cons. Stato, VI, 9 febbraio 2004, n. 433; Cass. 4 dicembre
nell’ente» (art. 27 ter Ccnl 6 luglio 1995, modificato 2006, n. 25655. L’espressione usata dal legislatore deve essere riferita all’età prevista dal-
dall’art. 21 del Ccnl 22 gennaio 2004). Nella specie, l’ordinamento applicabile alla singola amministrazione, al compimento della quale il dipen-
il regolamento dell’ente, avvalendosi della disposizione dente viene collocato a riposo d’ufficio: cfr. Cass. 24 gennaio 2006, n. 1297.
contrattuale, aveva appunto introdotto la cessazione (83) Cfr. Tar Sicilia-Palermo, 12 settembre 2005, n. 1461, secondo il quale «con l’art. 1
automatica del rapporto di lavoro all’atto del raggiungi- quater del D.L. n. 136/2004, introdotto in sede di conversione dalla legge 186\2004, il
mento dei 40 anni di servizio. legislatore ha modificato il regime del trattenimento in servizio a richiesta, come delineato
Tuttavia il giudice ha dichiarato illegittimo il provvedi- con il citato art. 16 del D.Lgs. n. 503/1992, poiché ha introdotto la regola per la quale
mento di pensionamento d’ufficio adottato dall’ente, l’Amministrazione datrice di lavoro ha, adesso, la facoltà di accettare, o meno, la relativa
sulla base del presupposto che l’interessato, pur avendo istanza, laddove, in precedenza, essa era obbligata ad accettarla; cosı̀ sostituendo, ad un
raggiunto l’anzianità contributiva massima, aveva eser- sistema in cui il detto trattenimento oltre i limiti d’età costituiva un vero e proprio diritto
citato in tempo utile l’opzione per la prosecuzione del soggettivo del dipendente, cui l’amministrazione avrebbe dovuto rispondere sempre in
rapporto di lavoro sino al limite massimo di età (65 an- senso positivo, un diverso sistema in cui detto trattenimento può essere accordato sol-
tanto qualora l’amministrazione lo ritenga opportuno»
ni), prevista, per i lavoratori sia privati che pubblici, dal-
l’art. 6 della legge n. 407/1990. Ha ritenuto appunto il (84) Altra e diversa ipotesi da quella della risoluzione consensuale è data dalla risoluzione
Tribunale che detta opzione - la quale consente al dipen- per impossibilità sopravvenuta della prestazione di lavoro ai sensi del diritto comune (art.
1463 c.c.), con conseguente inapplicabilità della disciplina limitativa in tema di licenzia-
dente di mantenere la tutela legale contro il licenziamen-
menti individuali ed in particolare del divieto di licenziamento della lavoratrice di cui all’art.
to illegittimo: art. 4, comma 2 legge n. 108/1990 - sia 54 del T.U. n. 151/2001; cfr. Cass. 24 febbraio 2003, n. 2803, in Guida lav., 2003, 16, 22,
tuttora esercitabile anche da parte dei dipendenti pubbli- con nota di Tampieri, Revoca idoneità ad insegnante di religione: impossibilità sopravvenuta o
ci. licenziamento?, dove il Supremo Collegio ha dichiarato legittimo l’interruzione del rappor-
Non vale, in senso contrario - ha osservato ancora il to disposta da un Ente religioso con una sua dipendente insegnante di religione perché
giudice - invocare la delegificazione operata dall’art. quest’ultima era rimasta in stato interessante nonostante il proprio stato di nubilato.

XIV INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007


rapporto di lavoro si contraddistingue dal licenziamen- legio arbitrale e il termine entro il quale l’altra parte
to e dalle dimissioni perché questi due istituti rappre- può aderirvi; b) la composizione del collegio arbitrale
sentano ipotesi di recesso mediante il quale la parte re- e la procedura per la nomina del presidente e dei com-
cedente esercita un vero e proprio diritto potestativo, in ponenti; c) le forme e i modi di espletamento dell’even-
quanto viene modificata la sfera giuridica del destinata- tuale istruttoria; d) il termine entro il quale il collegio
rio dell’esercizio del diritto in assenza di un suo con- deve emettere il lodo, dandone comunicazione alle par-
senso stante l’irrilevanza giuridica dello stesso. ti interessate; e) i criteri per la liquidazione dei compen-
Non altrettanto può affermarsi in relazione alla risolu- si agli arbitri. I contratti e accordi collettivi possono, al-
zione consensuale del rapporto contrattuale, che, diver- tresı̀, prevedere l’istituzione di collegi o camere arbitra-
samente a quanto sopra detto in relazione al recesso, è li stabili, composti e distribuiti sul territorio secondo
un vero e proprio contratto, la cui conclusione presup- criteri stabiliti in sede di contrattazione nazionale (...)».
pone indefettibilmente la presenza del consenso di am- Nell’arbitrato di cui all’art. 412 ter c.p.c. le regole pro-
bedue le parti contraenti. cedurali sono fissate dal contratto collettivo e il lodo è
La risoluzione consensuale del contratto è expressis impugnabile in unico grado dinanzi al Tribunale in fun-
verbis disciplinata dagli artt. 1321 e 1372 c.c. zione di giudice del lavoro. L’arbitrato è da considerar-
La prima delle due disposizioni prevede quanto segue: si facoltativo, ragion per cui la previsione della sua
«Il contratto è l’accordo di due o più parti per ... estin- esperibilità fa salva la possibilità alternativa del ricorso
guere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale». all’Autorità giudiziaria ordinaria. Il contratto collettivo
La seconda dispone invece: «Il contratto ha forza di nazionale quadro in materia di conciliazione ed arbitra-
legge tra le parti. Non può essere sciolto che per mutuo to (Ccnq), sottoscritto dall’Aran e dalle OO.SS. il 23
consenso...». gennaio 2001, entrato in vigore il 31 gennaio 2001,
In materia di pubblico impiego, l’art. 19 comma secon- scaduto il 31 gennaio 2003 e rinnovato a tempo inde-
do del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 prevede, per gli terminato («fino alla stipula di un nuovo accordo qua-
incarichi dirigenziali, la possibilità di risoluzione con- dro in materia») con Ccnq del 24 luglio 2003, attuando
sensuale del rapporto di lavoro. la disposizione del codice, «introduce e disciplina pro-
L’art. 17 del Ccnl area dirigenza del comparto Regioni cedure stragiudiziali di conciliazione e arbitrato quale
- autonomie locali contempla la possibilità per l’Ente di fattore di decongestione e alleggerimento del circuito
appartenenza e per il Dirigente di addivenire ad un ac- giudiziario in grado, altresı̀, di garantire ai lavoratori
cordo di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. pubblici e alle amministrazioni una risoluzione celere
Il secondo comma dell’art. 17 subordina la risoluzione ed adeguata delle controversie di lavoro, funzionale
consensuale del rapporto di lavoro alla sussistenza di non solo ad una giustizia realmente efficace ma anche
condizioni, requisiti e limiti. ad una riduzione dei costi sociali ed economici delle
A tale fine, la Giunta del Comune di Firenze ha adotta- controversie stesse. Le pubbliche amministrazioni e le
to un apposito provvedimento attuativo dell’art. 17 organizzazioni sindacali promuovono l’utilizzo dell’ar-
Ccnl Dirigenza 1998/2001 - sottoscritto il 23 dicembre bitrato ed agevolano il ricorso alle procedure previste
1999, dove si prevede la possibilità per i dirigenti di dal presente accordo. Le pubbliche amministrazioni,
formulare domanda (art. 1, comma primo) per richiede- in particolare, ritengono utile, per le ragioni sopra espo-
re la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, uti- ste e in considerazione della sperimentalità dell’accor-
lizzando un modello in carta semplice (art. 1, comma do, privilegiare tale strumento» (art. 1).
secondo), con possibilità di revoca della domanda fino Presso ogni Direzione regionale del lavoro opera una
a quando la stessa non sia stata fatta oggetto di provve- camera arbitrale stabile (con una propria segreteria),
dimento di accoglimento (art. 1, comma quarto), o, co- per il cui funzionamento è responsabile il Direttore del-
munque, quando intervengano a livello nazionale cam- la Direzione o un suo delegato (art. 5). Presso la camera
biamenti significativi della normativa di carattere previ- arbitrale è depositata la lista degli arbitri designabili in
denziale che possano influire in maniera negativa sul ciascuna Regione. Gli arbitri sono scelti «in base a cri-
possesso dei requisiti necessari per il raggiungimento teri che ne garantiscano l’assoluta imparzialità e indi-
del diritto a pensione o sulla determinazione dell’entità pendenza» da un gruppo di lavoro permanente denomi-
del trattamento pensionisitico (85). nato «cabina di regı̀a», del quale fanno parte una rap-
presentanza dell’Aran e un rappresentante per ciascuna
Arbitrato delle confederazioni sindacali rappresentative (artt. 1 e
5 Ccnq/2001; artt. 1-4 Statuto cabina di regı̀a, allegato
In alternativa al ricorso al Giudice la controversia può allo stesso Ccnq).
trovare definizione in sede di arbitrato (86). Nella lista (degli arbitri) possono essere inclusi:
L’art. 412 ter c.p.c. sotto la rubrica «Arbitrato irrituale a) docenti universitari e ricercatori confermati di diritto
previsto dai contratti collettivi», dispone quanto segue: del lavoro e relazioni industriali;
«Se il tentativo di conciliazione non riesce o comunque
è decorso il termine previsto per l’espletamento, le parti
possono concordare di deferire ad arbitri la risoluzione N ote:
della controversia, anche tramite l’organizzazione sin- (85) La delibera è consultabile in www.comune.firenze.it/comune/sindacato/risoluzconsen-
dacale alla quale aderiscono o abbiano conferito man- suale.htm.
dato, se i contratti o accordi collettivi nazionali di lavo- (86) Si veda Borghesi, L’arbitrato irrituale previsto dai contratti collettivi, in Diritto del lavoro,
ro prevedono tale facoltà e stabiliscono: a) le modalità Commentario, Torino, 2004, V, 1359 e ss.; Dessı̀, L’arbitrato del lavoro in Italia, in Dir. prat.
della richiesta di devoluzione della controversia al col- lav., 2007, 17, 1077.

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 XV


b) liberi professionisti con un’esperienza di contenzio- L’arbitro è tenuto a svolgere attività di impulso della
so del lavoro non inferiore a cinque anni; procedura conciliativa e a porre in essere ogni possibile
c) esperti di metodi di composizione stragiudiziale del- tentativo per una soluzione concordata e negoziata del-
le controversie di lavoro che abbiano superato le prove la controversia (art. 4, comma 4). I commi da 3 a 7 del-
conclusive dei corsi di formazione programmati dalla l’articolo 4 Ccnq/2001 disciplinano il tentativo di con-
cabina di regı̀a; ciliazione: il tentativo è preceduto dal deposito presso
d) ex magistrati con esperienza almeno quinquennale la sede dell’arbitro della documentazione contenente
come giudici del lavoro. Fermo restando il ricorso al- la completa esposizione dei fatti e delle ragioni poste
l’autorità giudiziaria ordinaria, le parti possono concor- a fondamento della pretesa nonché della memoria di-
dare, in alternativa, di deferire la controversia ad un ar- fensiva con la quale l’amministrazione prende posizio-
bitro unico scelto di comune accordo (art. 2) o estratto ne in maniera precisa sui fatti affermati dall’istante e
eventualmente a sorte nell’ambito della lista dei desi- propone tutte le sue difese in fatto e in diritto. Parte
gnabili (art. 3). Nel giudicare, gli arbitri sono tenuti al- istante e parte resistente devono effettuare il deposito
l’osservanza delle norme inderogabili di legge e di con- della documentazione di cui sopra rispettivamente en-
tratto collettivo (art. 4, comma 12). tro il decimo giorno ed il ventesimo giorno dalla data
Nel corso della procedura di conciliazione e arbitrato le in cui l’arbitro ha accettato la designazione. La compa-
parti possono farsi assistere, a proprie spese, da esperti rizione personale delle parti davanti all’arbitro avrà luo-
di fiducia. L’arbitro può sentire testi e disporre l’esibi- go non oltre il trentesimo giorno dalla data in cui l’ar-
zione di documenti (art. 4, comma 10). Le parti possono bitro ha accettato la designazione.
concordare che il procedimento si svolga presso la ca- Il tentativo di conciliazione deve esaurirsi entro dieci
mera arbitrale regionale oppure presso l’amministrazio- giorni dalla data di comparizione. Se la conciliazione
ne a cui appartiene il dipendente (art. 3, comma 5). Tut- riesce, si redige processo verbale ai sensi e per gli effet-
te le attività di segreteria sono di competenza della ca- ti dell’art. 411, commi 1 e 3, c.p.c. Ove la conciliazione
mera arbitrale stabile o dell’amministrazione presso la non riesca l’arbitro, in funzione di conciliatore formula
quale si svolge il procedimento (art. 4, comma 14). una proposta, comprensiva di ogni costo, «con gli effet-
La richiesta di arbitrato assume le vesti di una proposta ti» di cui al comma 8 dell’art. 66 del D.Lgs. n. 165/
di compromesso che produce effetto in quanto sia accet- 2001 che, come si è visto statuisce che «La conciliazio-
tata dalla controparte: la richiesta di compromettere in ne della lite da parte di chi rappresenta la pubblica am-
arbitri la controversia deve essere comunicata con rac- ministrazione (...) non può dar luogo a responsabilità
comandata A.R. contenente una sommaria prospettazio- amministrativa». Ove la proposta non venga accettata
ne dei fatti e delle ragioni a fondamento della pretesa. l’arbitro fissa la prima udienza per la trattazione con-
La disponibilità della controparte ad accettarla deve es- tenziosa, ossia per il vero e proprio giudizio arbitrale.
sere comunicata sempre con raccomandata A.R. entro Ma il tentativo obbligatorio di conciliazione potrebbe
10 giorni (art. 3, comma 1). L’arbitro dovrà essere de- già essere stato espletato ai sensi dell’art. 66 D.Lgs.
signato dalle parti entro i successivi dieci giorni; in ca- n. 165/2001; in tal caso la prima udienza dovrà svolger-
so di mancato accordo, qualora una delle parti non si si entro trenta giorni dalla data di accettazione dell’in-
avvalga della facoltà di revocare il consenso ad attivare carico da parte dell’arbitro. La parte istante dovrà depo-
la procedura, l’arbitro «sarà designato mediante estra- sitare presso la sede dell’arbitro la documentazione
zione a sorte, alla presenza delle parti, nell’ambito della contenente la completa esposizione dei fatti e delle ra-
lista dei designabili (...) a cura dell’ufficio di segreteria gioni poste a fondamento della pretesa, la parte resi-
della camera arbitrale stabile» (art. 3, comma 2). stente dovrà depositare la memoria difensiva con la
Ciascuna delle parti può rifiutare l’arbitro sorteggiato. quale prende posizione in maniera precisa sui fatti af-
Il motivo del rifiuto può essere rappresentato dalla «esi- fermati dall’istante e propone tutte le sue difese in fatto
stenza di rapporti di parentela o affinità entro il quarto e in diritto. Parte istante e parte resistente sono tenute
grado con l’altra parte» o da «motivi non sindacabili di ad effettuare il deposito delle predette documentazioni
incompatibilità personale», ma un secondo rifiuto con- rispettivamente entro il decimo giorno ed il ventesimo
secutivo comporta la rinuncia all’arbitrato (rimanendo giorno dalla data in cui l’arbitro ha accettato la designa-
comunque ferma la possibilità di adire l’autorità giudi- zione (art. 4, comma 2).
ziaria: art. 3, comma 3). Va qui richiamata la norma di cui all’art. 4, comma 9,
Il mandato deve essere accettato e l’atto di accettazione Ccnq/2001: «Qualora l’arbitro ritenga che la definizio-
dell’incarico da parte dell’arbitro deve essere deposita- ne della controversia dipenda dalla risoluzione in via
to, a cura delle parti, presso la camera arbitrale stabile pregiudiziale di una questione concernente l’efficacia,
entro cinque giorni dalla designazione comunque effet- la validità o l’interpretazione della clausola di un con-
tuata, sotto pena di nullità del procedimento (art. 3, tratto o accordo collettivo nazionale, ne informa le parti
comma 4). Solo con l’accettazione dell’incarico arbitra- e sospende il procedimento. Ove le parti non dichiarino
le si ha l’effettiva e definitiva instaurazione della proce- per iscritto ed entro dieci giorni l’intenzione di rimette-
dura. Quando le parti decidano di ricorrere alle proce- re la questione all’arbitro e di accettarne la decisione in
dure di conciliazione e arbitrato disciplinate dal via definitiva, il procedimento si estingue».
Ccnq/2001 (e Ccnq/2003), l’arbitro è obbligatoriamen- Il lodo deve essere sottoscritto dall’arbitro entro sessan-
te tenuto ad espletare un tentativo di conciliazione che ta giorni dalla data della prima udienza di trattazione
sostituisce e produce i medesimi effetti di quello previ- (salvo proroga non superiore a 30 giorni consentita dal-
sto dall’art. 66 D.Lgs. n. 165/2001, salvo che questo le parti) ed entro dieci giorni dalla sottoscrizione deve
non sia già stato espletato (art. 4, comma 1). essere comunicato alle parti mediante raccomandata

XVI INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007


con avviso di ricevimento (art. 4, comma 11). La parte Ccnq/2003: «L’art. 6 del Ccnq del 23 gennaio 2001
soccombente è tenuta alla corresponsione delle inden- non modifica il termine di impugnazione delle sanzioni
nità spettanti all’arbitro (art. 4, comma 13), ma nulla disciplinari in caso di ricorso alle procedure arbitrali,
è dovuto all’arbitro in caso di inosservanza a lui impu- sia di fronte all’arbitro unico che di fronte ai collegi ar-
tabile dei termini relativi alla sottoscrizione e comuni- bitrali di cui ai commi 8 e 9 dell’art. 55 D.Lgs. n. 165/
cazione del lodo nonché in caso di inadempienza degli 2001. Tale termine rimane pertanto di 20 giorni dal-
obblighi di comunicazione alla camera arbitrale stabile l’applicazione della sanzione cosı̀ come previsto dal-
previsti dal Ccnq/2001 (art. 4, comma 15). La misura l’art. 55, comma 7, del D.Lgs. n. 165/2001 e dall’art.
delle indennità spettanti agli arbitri è regolata dall’art. 7, comma 6, della legge n. 300/1970».
4, comma 13 Ccnq/2001. Nella pronuncia del lodo ar-
bitrale trova applicazione la norma di cui all’art. 429,
comma 3, c.p.c., ai sensi del quale «Il giudice, quando Tutela del credito di lavoro
pronuncia la sentenza di condanna al pagamento di
somme di denaro (...) deve determinare, oltre gli inte- Li m iti alla pigno rabilità del cr edit o r e t ributivo
ressi nella misura legale, il maggior danno eventual-
mente subito dal lavoratore per la diminuzione di valo- Compensazione atipica o impropria
re del suo credito, condannando al pagamento della Le regole generali in tema di pignorabilità del credito di
somma relativa con decorrenza dal giorno della matura- lavoro del lavoratore subordinato sono stabilite dall’art.
zione del diritto» (art.412 ter, comma 3, c.p.c.). 545, commi 3, 4 e 5 c.p.c., ai sensi del quale è consen-
Ai sensi dell’art. 412-quater c.p.c. «sulle controversie tita la pignorabilità di stipendi e salari, o di altre inden-
aventi ad oggetto la validità del lodo arbitrale decide nità relative al rapporto di lavoro, comprese quelle do-
in un unico grado il Tribunale, in funzione del giudice vute a causa di licenziamento, nella misura di un quinto
del lavoro, della circoscrizione in cui è la sede dell’ar- dell’importo per tributi e per ogni altro credito, e nella
bitrato. Il ricorso è depositato entro il termine di trenta misura autorizzata dal giudice per crediti alimentari.
giorni dalla notificazione del lodo. Trascorso tale termi- Inoltre il pignoramento per il simultaneo concorso di
ne, o se le parti hanno comunque dichiarato per iscritto più cause non può estendersi oltre la metà dell’ammon-
di accettare la decisione arbitrale il giudice, su istanza tare delle somme stesse.
della parte interessata, accertata la regolarità formale Dai limiti alla pignorabilità deriva, ai sensi dell’art.
del lodo arbitrale, lo dichiara esecutivo con decreto». 1246 n. 3) cod. civ., la regola generale dell’incompen-
Anche le sanzioni disciplinari possono essere impugna- sabilità del credito retributivo nei limiti della predetta
te mediante richiesta di conciliazione ed arbitrato se- impignorabilità.
condo le disposizioni del Ccnq/2001, mentre i contratti In tema di cessione, sequestro e pignoramento dei crediti
collettivi di comparto e di area potranno individuare dei pubblici dipendenti viene peraltro in considerazione
particolari tipologie di controversie non deferibili ad ar- una normativa di carattere speciale, recentemente estesa
bitri (art. 7). anche ai dipendenti delle aziende private in virtù dell’art.
Per quanto concerne l’impugnazione delle sanzioni di- 1, comma 137, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e
sciplinari, l’art. 56 del D.Lgs. n. 165/2001 statuisce: precisamente l’art. 52 D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180
«Se i contratti collettivi nazionali non hanno istituito (Testo unico delle leggi concernenti il sequestro, il pi-
apposite procedure di conciliazione e arbitrato, le san- gnoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni
zioni disciplinari possono essere impugnate dal lavora- dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni) (87).
tore davanti al collegio di conciliazione di cui all’art. Secondo tale norma, «gli impiegati e salariati delle am-
66, con le modalità e con gli effetti di cui all’art. 7, ministrazioni indicate nel precedente articolo, assunti in
commi 6 e 7, della legge 20 maggio 1970, n. 300». Il servizio a tempo indeterminato a norma della legge sul
Collegio di conciliazione è in tal caso chiamato a svol- contratto d’impiego privato o in base a contratti collet-
gere una funzione arbitrale «con le modalità e gli effet- tivi di lavoro, possono fare cessione di quote di stipen-
ti» di cui alla citata disposizione dello Statuto dei lavo- dio o di salario non superiore al quinto per un periodo
ratori. Il Ccnq/2001 ha tuttavia «istituito apposite pro- non superiore ai dieci anni, quando siano addetti a ser-
cedure», ergo nella vigenza di tale contratto al Collegio vizi di carattere permanente, siano provvisti di stipen-
di conciliazione potrà richiedersi esclusivamente l’e- dio o salario fisso e continuativo» (comma 1). Nei con-
spletamento del tentativo obbligatorio di conciliazione. fronti dei medesimi impiegati e salariati assunti in ser-
Ai sensi dell’art. 6 Ccnq/2001, infatti, le sanzioni disci- vizio a tempo determinato, la cessione del quinto dello
plinari possono essere impugnate deferendo la decisio- stipendio o del salario non può eccedere il periodo di
ne all’arbitro unico. «In via sperimentale e fino alla sca- tempo che, al momento dell’operazione, deve ancora
denza del presente accordo, la richiesta di ricorso all’ar- trascorrere per la scadenza del contratto in essere. Alla
bitro unico è vincolante per la P.A., salvo che l’impu- cessione del trattamento di fine rapporto posta in essere
gnazione abbia per oggetto una sanzione risolutiva del dai soggetti di cui al precedente e al presente comma
rapporto». Soltanto il ricorrente, in caso di mancato ac- non si applica il limite del quinto» (comma 2).
cordo sulla designazione dell’arbitro, ha facoltà di ri-
nunciare all’espletamento della procedura (art. 6, com-
ma 2). Le sanzioni disciplinari restano sospese fino alla N ota:
definizione della controversia, salvo il caso di rinuncia (87) La norma in questione è stata modificata dall’articolo 13 bis del D.L. 14 marzo 2005,
del ricorrente per mancato accordo sulla designazione n. 35 (convertito dalla legge 14 maggio 2005, n. 80) e nuovamente dall’articolo 1, comma
dell’arbitro (art. 6, comma 3). Ai sensi dell’art. 5 346 della legge 23 dicembre 2005, n. 266.

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 XVII


Dunque anche in questo caso la cessione - e quindi il c.p.c. gli interessi legali e la rivalutazione monetaria
sequestro, il pignoramento e la compensazione dei cre- per gli emolumenti corrisposti tardivamente ai lavorato-
diti di lavoro - non potrebbero avvenire oltre il limite ri dipendenti vanno calcolati separatamente sull’impor-
del quinto. to nominale del credito, per cui sulla somma dovuta
Le regole legali subiscono tuttavia una consistente ed quale rivalutazione non vanno calcolati né gli interessi
importante deroga per effetto dell’orientamento giuri- né la rivalutazione ulteriore e sulla somma dovuta a ti-
sprudenziale sulla c.d. compensazione atecnica o im- tolo di interessi non vanno computati ancora interessi e
propria. Secondo quest’ultimo indirizzo, la compensa- rivalutazione» (93).
zione in senso stretto si verifica solamente qualora i
crediti contrapposti derivino da rapporti giuridici indi- T ransa zioni dei dirit ti dei lavo rat o ri
pendenti l’uno dall’altro. È invece da escludere l’opera- L’art. 2113 c.c. stabilisce che: «le rinunzie e le transa-
tività delle disposizioni sulla compensazione quando - zioni, che hanno per oggetto diritti del prestatore di la-
come avviene nel rapporto di lavoro - i rispettivi crediti voro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e
abbiano origine da un unico rapporto giuridico. dei contratti o accordi collettivi concernenti i rapporti
Infatti, secondo la Suprema corte, «la compensazione di cui all’art. 409 del codice di procedura civile non so-
in senso proprio presuppone l’autonomia dei due credi- no valide.
ti, con la conseguenza che quando si tratta di un unico L’impugnazione deve essere proposta a pena di deca-
rapporto, ancorché complesso, la questione si riduce ad denza entro sei mesi dalla data di cessazione del rap-
un semplice calcolo di dare ed avere, che può essere porto o dalla data della rinunzia o della transazione
compiuto d’ufficio dal giudice, restando inapplicabili se queste sono intervenute dopo la cessazione medesi-
sia le regole processuali (come quella della non rileva- ma.
bilità d’ufficio) sia le regole sostanziali (come quella Le rinunzie e le transazioni di cui ai commi precedenti
della non compensabilità del credito impignorabile) possono essere impugnate con qualsiasi atto scritto, an-
dettate per la compensazione in senso tecnico» (88). che stragiudiziale, del lavoratore idoneo a renderne no-
Ciò comporta, in concreto, la possibilità di elidere cre- ta la volontà.
diti retributivi del lavoratore (anche a titolo di tratta- Le disposizioni del presente articolo non si applicano
mento di fine rapporto) fino alla concorrenza di even- alla conciliazione intervenuta ai sensi degli articoli
tuali controcrediti vantati dal datore di lavoro, ad esem- 185, 410 e 411 del codice di procedura civile».
pio per risarcimento danni. La giurisprudenza ritiene applicabile la disposizione
sopra esposta anche ai rapporti di lavoro nel pubblico
A pplica zione dell’ar t. 429, co m m a 3, c.p.c. impiego.
ai cr editi dei pubblici dipendenti Cosı̀ l’autorizzazione del dipendente ad effettuare trat-
Analogamente a quanto avviene nel settore privato, tenute sulle proprie spettanze economiche, in quanto ri-
l’art. 429, comma 3 c.p.c. comporta l’automatica riva- nuncia alle spettanze medesime, è stata giudicata lesiva
lutabilità, ad opera del giudice del lavoro, di tutti i cre- del disposto di cui all’art. 2113 c.c., pacificamente ap-
diti collegati al rapporto di lavoro del dipendente pub- plicabile anche al pubblico impiego, con conseguente
blico (89). illegittimità della trattenuta operata dall’amministrazio-
Ricorrente nella giurisprudenza amministrativa è la ne sul trattamento di fine rapporto in dipendenza di det-
massima secondo la quale «al credito retributivo per ta rinuncia (94).
sorte capitale spettante al dipendente accedono automa- Nel vigore del D.Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29, poi abro-
ticamente, con le stesse decorrenze, rivalutazione mo- gato dall’art. 72 lett. t) del D.Lgs. 30 marzo 2001, n.
netaria (da calcolarsi secondo gli indici Istat ex art. 165, la pronuncia arbitrale resa ex art. 59 del D.Lgs.
150 disp. att. cod. civ.) ed interessi (al tasso legale n. 29 del 2003 (95), se non vistata dal Pretore - adesso
via via vigente), spettanti ai sensi dell’art. 429 comma Giudice unico in virtù della soppressione della figura
3 c.p.c. per il solo fatto del ritardo nell’adempimento da pretorile disposta con D.Lgs. 19 febbraio 1998, n. 51
parte dell’amministrazione delle rispettive obbligazio- - è stata giudicata non qualificabile come sentenza arbi-
ni, senza che occorra costituzione in mora né dimostra-
zione di dolo o colpa del debitore datore di lavoro o co- N ote:
munque indagine alcuna sulle ragioni del ritardo stes-
(88) Cfr., tra le tante, Cass. 18 dicembre 1995 n. 12905; Cass. 6 febbraio 1987 n. 1245, in
so» (90). Anche in questo caso dunque, come nel lavo- Mass. giur. lav. 1987, 187; nella giurisprudenza di merito, Pret. Nola 5 aprile 1995, in
ro privato, non vi è la necessità di costituire in mora Orient. giur. lav., 1995, 514.
l’amministrazione datrice di lavoro, e sono irrilevanti
(89) Si v. ad esempio, da ultimo, Cons. Stato, 4 febbraio 2004, n. 375.
le ragioni del ritardo nell’adempimento da parte di que-
st’ultima (91). (90) Cfr. Tar Lazio sez. III, 31 agosto 2004, in Foro amm., 2004, 2241; Tar Lazio, sez. III, 29
La cumulabilità degli accessori (rivalutazione e interes- marzo 1999, n. 784, in Riv. pers. ente locale, 2000, 467.
si) per i crediti dei dipendenti pubblici è stata invece (91) Cfr ad es. Cons. Stato, VI, 24 febbraio 1996, n. 244; Cass. 12 aprile 1999, n. 3581.
esclusa prima dal legislatore e poi dalla Corte costitu- (92) Corte cost. 2 novembre 2000, n. 459, in Lav. giur., 2000, 1136
zionale (92), creando una evidente quanto ingiustificata
disparità rispetto alla situazione dei lavoratori del setto- (93) Tar Lazio, sez. III, 4 dicembre 2004, in Foro amm., 2004, 3727; Tar Campania - Na-
poli, sez. IV, 23 novembre 2004, ivi, 2004, 3444; Cons. Stato, IV, 4 ottobre 2000, n.
re privato, per i quali invece è stata mantenuta la pos- 5311.
sibilità di cumulo.
Infine, quanto al criterio di calcolo, la giurisprudenza (94) Tar Sicilia Catania, sez. III, 26 febbraio 2004, n. 484, in Foro amm., 2004, 537.
amministrativa afferma che «ai sensi dell’art. 429 (95) Adesso art. 55 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165.

XVIII INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007


trale di cui all’art. 825 c.p.c., con conseguente sua im- nico titolo idoneo a fondare l’esecuzione in argomento.
pugnabilità dinnanzi all’autorità giudiziaria nei limiti Più precisamente, deve trattarsi di un provvedimento
delle impugnazioni delle transazioni secondo il dispo- giudiziario contenente una statuizione di condanna,
sto di cui all’art. 2113 c.c. (96). con conseguente esclusione del verbale di conciliazio-
ne (102).
Il creditore istante dopo aver provveduto alla notifica-
Esecuzione forzata nei confronti zione del titolo esecutivo e del precetto deve inoltrare
della P.A. al Giudice dell’esecuzione un ricorso col quale chiede
siano determinate le modalità dell’esecuzione (art.
Esecu zione fo r z ata dei cr editi vantati pr esso 612 comma primo c.c.).
l’a m m inist ra zione Disposta l’audizione delle parti, il Giudice determina
L’art. 14 del D.L. 31 dicembre 1996, n. 669, convertito con ordinanza le modalità dell’esecuzione, designando
in legge 28 febbraio 1997, n. 30, dispone che: «Le am- l’ufficiale giudiziario che deve procedere all’esecuzio-
ministrazioni dello Stato e gli enti pubblici non econo- ne e le persone che debbono provvedere al compimento
mici completano le procedure per l’esecuzione dei dell’opera non eseguita o alla eliminazione di quella
provvedimenti giurisdizionali e dei lodi arbitrali aventi compiuta (art. 612, comma secondo, c.c.). In caso di
efficacia esecutiva e comportanti l’obbligo di pagamen- opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c. il Giudice
to di somme di danaro entro il termine di centoventi decide con sentenza (103).
giorni dalla notificazione del titolo esecutivo. Prima L’ordinanza ha natura ordinatoria e la sua revocabilità
di tale termine il creditore non può procedere ad esecu- ne esclude l’impugnabilità sia con l’appello sia col ri-
zione forzata né alla notifica di atto di precetto» (97). corso per Cassazione straordinario ex art. 111 Cost. e
La norma è stata giudicata costituzionalmente legittima sia col regolamento di competenza, salva solo l’opposi-
dalla Consulta, che ha dichiarato non fondata la que- zione agli atti esecutivi.
stione di legittimità costituzionale della norma in riferi-
mento agli artt. 1, primo comma, 3, 28 e 97, primo
comma, della Carta fondamentale (98). Gestione del contenzioso
Merita menzione la giurisprudenza che ha riconosciuto del lavoro
l’applicabilità della norma alle Ausl attesa la natura di
ente pubblico in senso stretto, non già economico, di U fficio del cont en zioso del lavo r o
tali enti, con conseguente impossibilità di procedere e la difesa in giudizio delle P. A .
ad esecuzione forzata e alla notifica dell’atto di precetto Nell’ambito della gestione del contenzioso giurisdizio-
prima che sia decorso il termine ivi previsto (99). nale in materia di lavoro, degna di rilievo, e sovente
L’opposizione proposta dalla P.A. avverso il precetto utilizzata (almeno da parte di alcune tipologie di ammi-
intimato prima del decorso del termine previsto dall’art. nistrazioni) è la possibilità per le amministrazioni di
14 del D.L. 31 dicembre 1996, n. 669, conv. in legge stare in giudizio, in primo grado, mediante propri di-
28 febbraio 1997, n. 30, deve qualificarsi come oppo- pendenti (art. 417 bis c.p.c.; v. peraltro già gli artt. 3
sizione all’esecuzione e non come opposizione agli atti e 4 del R.D. n. 1611/1933 sull’Avvocatura dello Stato).
esecutivi, atteso che la disposizione citata pone un in- In concreto occorre, mediante deliberazione dell’orga-
tervallo tra la notifica del titolo esecutivo e quella del
precetto, prima del quale l’esecuzione forzata non
può essere intrapresa. Ne consegue che il decorso del N ote:
termine legale diviene condizione di efficacia del titolo (96) Tar Lombardia Milano, sez. I, 8 marzo 1999, n. 765, in Foro amm., 1999, 1549. So-
esecutivo, la cui inosservanza, per l’inscindibile dipen- stanzialmente nello stesso senso si veda Tar Puglia Bari, sez. I, 12 ottobre 1998, n. 791.
denza del precetto dall’efficacia esecutiva del titolo che Per il riconoscimento dell’applicabilità dell’art. 2113 c.c. al trattamento economico dei
con esso si fa valere, rende nullo il precetto intempesti- pubblici dipendenti, si veda Tar Toscana, sez. I, 18 dicembre 1998, n. 1006, in Tar
vamente intimato, con la conseguenza che la relativa 1990, I, 707.
opposizione si traduce in una contestazione del diritto (97) Comma cosı̀ modificato dall’art. 147, legge 23 dicembre 2000, n. 388 e successiva-
di procedere all’esecuzione forzata e integra un’opposi- mente dall’articolo 44 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269. Il termine previsto dal testo
zione all’esecuzione ai sensi dell’art. 615 comma primo originario dell’art. 14 del D.L. 31 dicembre 1996, n. 669 era di sessanta giorni.
c.p.c. non concernendo solo le modalità temporali del- (98) Corte cost., 23 aprile 1998, n. 142, Giust. civ., 1998, I, 1772.
l’esecuzione stessa (100).
(99) Trib. Napoli, 25 settembre 2006, a quanto consta inedita.
Esecu zione degli obblighi di far e e non far e (100) Cass. 20 settembre 2006, n. 20330, Gcm, 2006, 9.
Con questa forma di esecuzione forzata specifica si rea- (101) C. Mandrioli, Diritto processuale civile, 2006, IV, 161 e ss.
lizzano gli obblighi positivi di fare alcunché, oppure (102) Cass. 13 gennaio 1997, n. 258 e Cass. 14 dicembre 1994, n. 10713.
quelli, originariamente negativi, consistenti nel divieto
di fare alcunché, ma che, a seguito della violazione di (103) Cfr. ad esempio Trib. Belluno 17 gennaio 2006 (inedita), che ha accolto l’opposi-
zione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c. proposta da un Comune avverso il ricorso ex art.
questo divieto, sono divenuti anch’essi positivi, in 612 c.p.c. presentato da un dipendente per l’esecuzione di una sentenza di merito a lui
quanto trasformati nell’obbligo di eliminare ciò che è favorevole. Ha osservato il giudice dell’esecuzione che l’ente (conferendo, nella specie, al
stato fatto in violazione dell’originario obbligo di non ricorrente l’incarico dirigenziale da lui richiesto, sia pure per un periodo di tempo limita-
fare (art. 2931, 2933 c.c.) (101). to), aveva «già provveduto a dare esecuzione all’ordine di reintegrazione contenuto nel titolo
L’art. 612 c.p.c. riconduce l’istituto di cui trattasi alla giudiziale», e cioè ad un provvedimento cautelare pronunciato dal giudice del lavoro e poi
sentenza di condanna, da considerarsi quindi come l’u- confermato con la sentenza di merito.

INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007 XIX


nismo di vertice (es. Giunta comunale), rilasciare al di- rito del lavoro (artt. 414 ss. c.p.c.). Le notifiche degli
pendente un mandato speciale alle liti in cui si conferi- atti processuali continuano però a farsi presso l’Avvo-
sce la possibilità di rappresentare l’amministrazione ed catura dello Stato, ai sensi dell’art. 11 del R.D. n. 1611/
anche di conciliare e transigere. Proprio perché si tratta 1933.
di un mandato speciale, è da ritenere che occorra un
espresso conferimento di procura ad litem anche nel ca-
so in cui il dipendente designato sia un dirigente, pur se
i poteri conciliativi e transattivi sono insiti nella quali-
fica dirigenziale (cfr. l’art. 16, lett. f), D.Lgs. n. 165/
2001).
Ci si è chiesti, stante la predetta regola, se in presenza
di una controversia intentata da un proprio dipendente
l’amministrazione possa egualmente chiedere all’Av-
vocatura dello Stato (per gli enti da quest’ultima istitu-
zionalmente difesi) di trattenere la questione. Tuttavia
l’art. 417 bis c.p.c. pare chiaramente orientato nel senso
di lasciare all’Avvocatura erariale la valutazione sul-
l’importanza della controversia, all’esito della quale la
medesima può decidere di trattenere la causa oppure
di trasmettere gli atti all’amministrazione, la quale sarà
tenuta a provvedere direttamente alla gestione della
controversia tramite i propri uffici e i propri funzionari.
All’organizzazione della gestione del contenzioso del
lavoro all’interno delle amministrazioni è poi dedicato
l’art. 12 D.Lgs. n. 165/2001. L’interpretazione della
norma consente di ritenere non necessaria l’istituzione
di un’apposita articolazione, a differenza - ad esempio
- di quanto avviene per l’ufficio per i procedimenti di-
sciplinari, la cui creazione è indispensabile ai fini della
validità delle sanzioni irrogate (v. supra). Non a caso,
specie se l’amministrazione non è di grandi dimensioni,
le relative incombenze vengono normalmente assegna-
te all’ufficio personale o all’ufficio legale. Resta ferma
la possibilità - prevista dalla legge per realizzare econo-
mie di spesa e di gestione - del convenzionamento di
più enti «omogenei o affini» (e quindi, preferibilmente,
appartenenti allo stesso comparto) in modo tale da crea-
re un ufficio unico deputato all’amministrazione del
contenzioso (art. 12, ultima parte) (104).
D e r oga al fo r o e rariale
Nelle controversie di lavoro dei dipendenti pubblici
non si segue la regola del c.d. foro erariale. L’art.
413 comma 5, c.p.c. afferma infatti che «competente
per territorio per le controversie relative al rapporto
di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazio-
ni è il giudice nella cui circoscrizione ha sede l’ufficio
al quale il dipendente è addetto o era addetto al mo-
mento della cessazione del rapporto di lavoro». Dun-
que, nelle controversie di lavoro nelle quali è parte
un’amministrazione dello Stato, non si fa luogo all’at-
trazione presso i giudici del distretto di Corte d’Appello
dove ha sede l’avvocatura erariale (art. 6, R.D. n. 1611/
1933), ma è competente il giudice del luogo dove il di-
pendente lavora. Anche questo è un effetto dell’assimi-
lazione al lavoro privato, nel quale - com’è noto - il
giudice competente è quello dove ha sede l’azienda
nella quale il dipendente sta lavorando o ha lavorato
(art. 413, 2º comma, c.p.c.).
Da questo momento in poi, la controversia si introduce
tramite ricorso davanti al giudice competente - Tribu- N ota:
nale in composizione monocratica ed in funzione di (104) Cfr. F. Curcuruto, La gestione del contenzioso di lavoro: modelli e problemi, in Lpa,
giudice del lavoro - e viene trattata secondo il normale 2001, 301.

XX INSERTO DI DIRITTO & PRATICA DEL LAVORO n. 43/2007

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