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La storia del buddhismo inizia nel V-VI secolo a.C., con la predicazione
di Siddhārtha Gautama. La storia del buddhismo, come quella delle
maggiori religioni, è anche caratterizzata da numerose correnti di
pensiero e divisioni, con la formazione di varie scuole; tra queste, le più
importanti attualmente esistenti sono la scuola Theravāda, le scuole del
Mahāyāna e le scuole Vajrayāna.
Siddhārtha Gautama, considerato il Buddah storico, nacque nella
cittadina di Kapilavastu in Nepal, nella seconda metà del VI secolo circa.
Dopo una giovinezza spesa nel lusso sotto la tutela del padre, re di
Kapilavastu, Siddhārtha entrò in contatto con la realtà povera del mondo
e concluse che la vita reale fosse fatta di ineluttabile sofferenza; rinunciò
così alla sua vita di agi per diventare un asceta dedito
all'automortificazione. Compresa però l'inutilità di questa pratica, cercò di
trovare una propria strada, un cammino di moderazione distante dagli
estremi di auto-indulgenza e auto-macerazione. Sotto un fico sacro,
l'Albero della Bodhi, fece voto di meditare immobile finché non avesse
trovato la Verità; dopo tre giorni e tre notti ottenne l'Illuminazione, ma
restò nel luogo per altre sette settimane ponderando le sue scoperte. Poi
cominciò a viaggiare nella pianura del Gange insegnando la sua dottrina
e raccogliendo discepoli da tutte le caste e popolazioni, e fu chiamato -o
si fece chiamare- Buddha, cioè Risvegliato.
Prima del supporto ufficiale del re Ashoka il Grande nel III secolo a.C.
(egli si convertì al Buddhismo dopo la sanguinosa conquista del territorio
di Kalinga nell'India orientale; pentitosi degli orrori prodotti dal conflitto, il
re decise di rinunciare alla violenza e si impegnò a diffondere la fede
buddista, costruendo colonne che richiamavano al rispetto di tutta la vita
animale e spingendo la popolazione a seguire il Dharma. Egli inviò varie
missioni diplomatiche composte da monaci buddhisti nel mondo
ellenistico, alcuni dei quali stabilirono anche centri permanenti in certi
luoghi come Alessandria d'Egitto, la più nota tra le città del vicino oriente
ellenico in cui è attestata la creazione di una comunità buddhista), il
Buddhismo sembra essere rimasto un fenomeno relativamente
minoritario e la storicità degli eventi della sua diffusione sono difficili da
stabilire anche perché vi sono diverse, antiche e contraddittorie
tradizioni. Secondo la tradizione Theravāda ci sarebbero stati due concili
formativi, allo scopo di standardizzare la dottrina, ma queste poche
informazioni su di essi ci vengono da racconti molto posteriori, che
cercavano probabilmente di spiegare l'origine di questa scuola e la
propria lettura dei vari scismi del movimento buddhista.
Il Buddhismo cominciò a destare un forte interesse per il grande
pubblico in Occidente solo a partire dal XX secolo. All'inizio del secolo
dei missionari giapponesi propagarono il Buddhismo di tradizione Zen
nell'America del Nord (soprattutto in California). Negli anni '50 il tale
movimento contribuì a rendere il Buddhismo la "filosofia" dei giovani
della New Age, in lotta contro la società industriale: grazie alle sue idee
di tolleranza, assenza di autorità divine e di determinismo e il concetto
che il mondo possa essere compreso indagando sé stessi, il Buddhismo
esercitò un forte fascino su quella generazione.
Le stime più accettate vanno dai 350 ai 550 milioni di praticanti. Questi
numeri rendono il Buddhismo di fatto la quarta religione per numero di
credenti dopo il Cristianesimo, l'Islam e l'Induismo; vi sono anche altre
stime che, sommando tutti i simpatizzanti oltre agli aderenti alle varie
dottrine particolari derivanti tutte dagli originali insegnamenti del Buddha,
porterebbero il numero complessivo dei buddisti ad oltre un miliardo di
esseri umani sparsi in tutto il pianeta. Le comunità più grandi si trovano
in Asia (India, Giappone, Cina, Corea, India, Mongolia, Nepal, Sri Lanka,
Thailandia e Tibet), in America del Nord e in Europa.
Nel lungo periodo della sua esistenza, la religione si è evoluta
adattandosi ai vari Paesi, epoche e culture che ha attraversato,
aggiungendo alla sua originale impronta indiana elementi culturali
ellenistici, dell'Asia Centrale, dell'Estremo Oriente e del Sud-Est Asiatico;
la sua diffusione geografica fu considerevole al punto da aver
influenzato in diverse epoche storiche gran parte del continente asiatico.
ARCHITETTURA
-la sala principale di culto, che nelle antiche lingue pali e sanscrito viene
chiamata vihara, ma che nei vari paesi in cui si è diffuso il buddhismo ha
assunto anche altri nomi