Alla corte di Carlo Magno, oltre ai nobili e coraggiosi paladini, c'è anche Gano di Maganza,
che con le sue bugie e ruffianerie semina discordia tra i cavalieri; sdegnato da questo suo
comportamento, Orlando decide di abbandonare la corte per vagabondare nei territori di
Pagania, finché ad un certo punto incontra Morgante, un gigante che Orlando riesce a
convertire alla fede cristiana. Con il suo nuovo amico Orlando vive diverse
avventure combattendo i pagani e liberando la principessa Meridiana mentre anche
i cavalieri Dadone, Rinaldo e Ulivieri lasciano la corte dell'Imperatore per andare alla ricerca
di Orlando, che nel frattempo se n'è andato in Persia insieme al cugino Rinaldo mentre il
gigante Morgante, dopo aver incontrato il mezzo gigante Margutte, decide di rimanere con
lui per darsi a scherzi e grandi mangiate finché il povero Margutte non muore dalle risate
dopo aver visto una scimmia entrare nei suoi stivali. Allora Morgante decide di raggiungere
Orlando a Babilonia, aiutandolo nell'impresa di conquistare la città, ma muore poco per il
morso di un granchio. Nel frattempo, anche gli altri cavalieri di Carlo hanno raggiunto
Orlando e, con l'aiuto del mago Malagigi, riescono a tornare a Parigi dove Gano viene
definitivamente smascherato.
La trama definitiva
Fin qui la trama del Morgante delle prime edizioni. In quella definitiva la storia di Orlando
si prolunga con una storia che prende piede sempre dalle macchinazioni del perfido Gano,
che stavolta convince la guerriera pagana Antea ad invadere il regno di Carlo. Persa anche
questa battaglia a causa degli incantesimi del mago Malagigi, Gano decide di attirare
Orlando in un’imboscata. Malagigi invoca il demone Astarotte e gli affida il compito di
andare in Egitto a recuperare Rinaldo e gli altri cavalieri per riportarli in Francia e,
durante il viaggio, educarli alla dottrina cristiana attraverso erudite argomentazioni
teologiche.
La battaglia di Roncisvalle --Nel frattempo Orlando e Carlo Magno sono diretti a Roncisvalle,
dritti nella trappola di Gano. La battaglia inizia, e le forze pagane sono molto più nutrite di
quelle cristiane che capiscono subito che la sconfitta è certa nonostante l’arrivo degli altri
paladini guidati da Astarotte. In punto di morte, Orlando suona il suo corno da guerra che
mette in fuga i nemici e, udito il quale, Carlo Magno comprende finalmente i tradimenti di
Gano, e decide di farlo imprigionare e giustiziare. Per quanto riguarda il povero Orlando,
morto sul campo di battaglia, a Carlo Magno non resta altro da fare che seppellirlo e
riconoscere il suo ardimento ed i suoi meriti.
Curiosità
La saga cavalleresca di cui Orlando è protagonista, e che lo vede eroicamente perire in uno scontro
contro le forze musulmane si ispira ad un fatto storico realmente accaduto: la battaglia di
Roncisvalle del 778. In realtà secondo gli storici questa battaglia, contrariamente al racconto epico,
fu un episodio marginale che vide la retroguardia dell'esercito carolingio cadere in un'imboscata di
alcuni predoni baschi (e quindi cristiani).
I Cantari del Pulci e la tradizione epica