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Delay: come regolare tempi, feedback e


ripetizioni
di Pietro Paolo Falco [user #17844 - pubblicato il 28 settembre 2020 ore 07 30

 Esploriamo le fondamenta del delay per conoscere le funzioni di Time, Level e


 Feedback, la loro interazione e le impostazioni più diffuse su cui basare i propri Altro da leggere
esperimenti più spinti.
È nato quasi insieme alla chitarra elettrica, negli studi di registrazione, ed è oggi uno
tra gli effetti più diffusi e studiati da musicisti di ogni livello. Lo si può ascoltare in
qualsiasi contesto musicale e ancora non si vede la fine delle sue potenzialità
espressive.
Il delay è un circuito capace di registrare un segnale e riproporlo con un determinato
ritardo nel tempo, come una eco. Può essere usato per dare maggiore profondità al
suono o per disegnare intricati intrecci ritmici. Con il giusto guizzo, può diventare
un’arma potente nella pedaliera di chiunque.

Analog, Tape o Digital che sia, dal modello più basico fino alle derive sperimentali dal
sound estremo, ogni delay si basa sugli stessi tre semplici parametri: Time, Feedback
e Volume. È la loro interazione a definire i maggiori effetti di ritardo che hanno scritto
la storia della musica elettrificata attraverso oltre mezzo secolo di riff e assolo
indimenticabili.
Come accade per molti dispositivi nella sfera della chitarra elettrica, la magia avviene
quando la tecnica incontra la creatività e il desiderio di uscire dagli schemi, ma alcune
indicazioni di base possono essere d’aiuto a chi vuole avvicinarsi meglio agli effetti di
ritardo.

Quella che segue è una piccola guida per muovere i primi passi nel mondo del delay,
per scoprire ed esplorare le potenzialità di uno dei circuiti più antichi eppure ancora tra
i più stimolanti per i chitarristi elettrici. Per realizzarla abbiamo scelto di affidarci a un
evergreen per la categoria, un coltellino svizzero capace di districarsi con disinvoltura
attraverso le sonorità dei più apprezzati delay in circolazione, pur conservando
un’interfaccia facile e un approccio universale: il Boss DD 8.
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Da The Edge a David Gilmour, dallo slapback del rockabilly agli ambienti dilatati del
rock alternative, pressoché qualunque suono di delay può sintetizzarsi nella giusta Il Boss DS1 di Kurt Cobain
combinazione di lunghezza dei ritardi, quantità di ripetizioni e il loro volume. all'asta

Il tempo Venduta la Martin di Kurt C


L’uso del parametro Time, Delay o qualunque indicazione abbia il controllo del ritardo è chitarra più costosa al mon
strettamente legato al tempo scandito dal brano che ci si appresta a suonare.
Sebbene non sia raro utilizzare delay d’ambiente con tempi indicativi, tutt’altro che Il mercato boicotta Fulltone
chirurgici, per arricchire i propri assolo con code lunghe e appena percettibili per
volume, il tempo scandito dalle ripetizioni è un attrezzo espressivo da non Accordo Box in partenza!
sottovalutare.
Fender licenzia John Cruz
È uso comune pensare ai tempi di un delay come ripetizioni per quarti (semiminime) o post violento [aggiornato]
ottavi (crome), ma non è raro che si voglia creare ambienti lenti con ritardi da 2/4
(minima) rispetto all’indicazione metronomica o simulare la presenza di una seconda È online il Gadget Store di
chitarra in ritardo di pochissimi millisecondi sul proprio strumento per ingrossarne il
suono regolando il tempo a un sedicesimo (semicroma) o anche con ritardi più brevi. Il fondatore di Fulltone nell
ciclone
Il tempo non è sempre bianco o nero, e le zone grigie di una figura puntata o di una
terzina possono dare vita a cadenze eccitanti per le orecchie, facendo suonare una
ripetizione non esattamente sulla nota successiva e dando così vita a un intreccio più
complesso, dove le ribattute contribuiscono di fatto alla melodia generando parti che
sarebbe davvero difficile - quando non impossibile - eseguire da soli.

Tap Tempo e suddivisioni


Su qualsiasi delay, il tempo si può regolare con un classico potenziometro, ma i
progettisti hanno elaborato svariati sistemi per rendere la vita più facile ai musicisti, in
particolare quando sono sul palco e le pause per le regolazioni sono inesistenti.

Un tap tempo è una funzione inclusa in molti delay moderni che permette al musicista
di battere fisicamente su un pulsante il tempo che vuole impartire alle ripetizioni. Sta al
piede dell’artista richiamare mezzi, quarti, ottavi, note puntate e terzine.
Quando sullo chassis è presente anche un selettore per le suddivisioni ritmiche, la
faccenda si semplifica oltremodo. Il piede si limiterà a scandire l’indicazione
metronomica di riferimento e basterà un tocco sull’apposita levetta per fare in modo
che il pedale ricavi automaticamente le rispettive figure ritmiche.
Level e Feedback
Un dispositivo che ripete il nostro suonato, aggiungendo di fatto un altro musicista al
mix (e un altro ancora, e un altro ancora…) può creare confusione tra le note. Per
questo è importante dosare cum grano salis il volume delle ripetizioni e la quantità di
code generate dallo stompbox.

Nella maggior parte dei casi, si può notare come volume e quantità delle ripetizioni
necessari a un suono equilibrato siano inversamente proporzionali: dove uno sale,
l’altro scende.

In caso di ambienti morbidi e lunghi, ottimi per arricchire un assolo, è probabile che si
voglia richiamare un delay dal volume ridotto perché faccia solo da colore, senza
sovrapporsi alle note suonate. Di pari passo, le code potranno essere più numerose:
forse solo un paio per un risultato più pulito, magari anche di più per passaggi onirici.

Quando il delay vuole invece giocare a costruire ritmiche combinate con il segnale
diretto, è più scontato che il suo volume sia maggiore per tenere testa al suono dry,
ma con code ridotte al minimo per non sbavare più del necessario.

Le eccezioni, come si può immaginare, non mancano: un delay d’ambiente può


scegliere ripetizioni decise e presenti per un sound più aggressivo e intricato, così
come le fitte ripetizioni di un delay più corto possono formare un tappeto di particelle
sonore appena udibili per richiami quasi elettronici.

Nel video che segue, forniamo un punto di partenza per una ricerca sonora più
consapevole.

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