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La presenza locale
Dal punto di vista della filosofia della natura è importante notare che
questi modi di presenza si danno realmente nel mondo naturale, anche
se sono diversi della presenza locale.
13.1. La nozione di presenza locale 167
all’essenza del corpo, né di una realtà sussistente. Anzi, forse è questo La presenza locale è una
determinazione accidentale
uno degli esempi più evidenti di “determinazione accidentale”: è ovvio
che un corpo può cambiare luogo senza cambiare “in se stesso”.
Il carattere accidentale della “presenza locale” o del “luogo” sarà
generalmente assunto anche dalla scienza sperimentale moderna, anche
se con alcune distinzioni. Isaac Newton, per esempio, distingue tra un
luogo assoluto e un luogo relativo. Il secondo corrisponde pienamente
alla nozione accidentale che abbiamo descritto; il luogo assoluto avrà
invece un qualche aspetto sostanziale. Tuttavia, la questione sarà con-
siderata principalmente in relazione alla nozione di spazio. Per questo
motivo lasciamo il problema per lo studio dello spazio.
In ogni caso, da molti punti di vista il modo in cui la scienza mo-
derna userà la nozione di luogo metterà in evidenza il suo carattere ac-
cidentale. Si riterrà, ad esempio, che i corpi sono indipendenti del luogo
(o dello spazio) in cui sono contenuti, o in cui si muovono. Viene chia-
ramente percepito che il luogo, come lo spazio o il tempo, non possono
di per sé agire o avere un qualche effetto sui corpi che in essi possia-
mo individuare. Si parla allora dell’inazione causale dello spazio o del
tempo sui corpi. Ogni azione o effetto fisico sarà sempre attribuito al-
la relazione con altri corpi presenti a loro volta in quel luogo, mai allo
stesso spazio o luogo.
1
Isaac Newton, Principi matematici della filosofia naturale, Torino: UTET, 1977,
p. 104.
13.3. Nozione di luogo 171
parte dello spazio occupata dal corpo”2 . Anche se gli altri corpi cam-
biano luogo, potremmo accettare che in corpo A sia rimasto allo stesso
posto, quindi nello stesso luogo.
Questa nozione di luogo dipende necessariamente dall’esistenza di
uno “spazio assoluto”, inteso come ricettacolo universale indipendente
dai corpi. Come più avanti vedremo, questa nozione non sembra avere
un fondamento razionale sufficiente, ed è stata inoltre abbandonata dalla
scienza del xx secolo, in particolare grazie alla teoria della relatività di
Albert Einstein.
2
«Il luogo è la parte dello spazio occupata dal corpo, e, a seconda dello spazio, può
essere assoluto o relativo» Newton, Principi matematici, p. 104.
13.4. Definizione aristotelica di luogo 173
3
τÕ το υ περιέχοντος πρας ακίνητον πρ ωτον, το υτ΄ στιν ό τόπος (Aristotele,
Fisica, IV, 212a 29).
174 La presenza locale
4
“Sic igitur, licet hæc pars aëris quæ continebat, vel hæc pars aquæ effluat et mo-
veatur inquantum est hæc aqua; tamen secundum quod habet hæc aqua rationem loci,
scilicet situs et ordinis ad totum sphæricum cæli, semper manet”. Tommaso d’Aquino,
Commento alla Fisica di Aristotele, a cura di B. Mondin, vol. 2, Bologna: Edizioni
Studio Domenicano, 2004, L. IV, l. 6, n. 468 (corsivo nel testo dell’edizione Leonina).
5
Newton, Principi matematici, p. 104.
176 La presenza locale