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Io ritengo che in una situazione di emergenza sanitaria in cui sono in gioco vite umane e difronte ad

un agente patogeno di cui si conosce ben poco, uno scienziato coscienzioso si adegua sempre al
principio di massima cautela.

E lo fa ancor di più nel caso di uno studio la cui raccolta, analisi e interpretazione dei dati hanno
sollevato parecchi dubbi, critiche e perplessità provenienti da diversi membri de la comunità
scientifica (statistici, matematici, biologi, medici…) la cui competenza in quei campi non è
discutibile.

Uno scienziato tiene sempre a mente questa premessa di un articolo di Domenico Somma,
ricercatore (Immunologia) presso l’Università di Glasgow :

“Qualsiasi affermazione fatta nel mondo scientifico deve essere accompagnata da una
pubblicazione che mostra i dati che confermano quella affermazione. Prima di essere
pubblicati i dati vengono controllati da altri scienziati per essere sicuri non ci siano
errori. Ma la pubblicazione non basta: […] i dati contenuti in una pubblicazione devono
essere replicati da altri gruppi (che quindi ripetono gli esperimenti). […] Non valgono i
social network, gli annunci alla stampa, la tv e così via. “

e non presenta le sue ipotesi come dei risultati scientifici comprovati finché esse non hanno passato
quel vaglio.

In un periodo di emergenza sanitaria in cui sono in gioco vite umane, uno scienziato non cede
all’auto-esaltazione, fa passare il senso civico prima di tutto e quindi in particolare non si appoggia
su teorie che non hanno ancora passato quel vaglio per attaccare e sminuire pubblicamente le
misure restrittive della mobilità imposte dalle autorità, senza potere dimostrare se le sue
affermazioni possano o no determinare un morto in più.

Non fa affermazioni pubbliche, come ‘liberiamo i bambini’, che possono invogliare certe fasce
della popolazione ad abbassare la guardia e adottare comportamenti meno sicuri se non addirittura
irresponsabili in un periodo di emergenza sanitaria in cui sono in gioco vite umane.

Uno scienziato infine è cosciente del fatto che se egli pubblica delle affermazioni non ancora
convalidate, esse possono essere ribattute da media divulgativi non scientifici (CefalùWeb, Palermo
Today...), e finiranno per raggiungere fasce sociali incapaci di fare la distinzione tra risultati
scientificamente dimostrati e affermazioni ancora allo stato di teorie, specialmente se provenienti da
una persona che si presenta con i suoi titoli accademici. Anche in questo caso si possono spingere
alcuni individui ad adottare comportamenti meno sicuri se non addirittura irresponsabili (“Persino
il professore l’ha detto sul ‘giornale’!”)

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